A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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La Chiesa Cattolica NON fu MAI antisemita!

Ultimo Aggiornamento: 03/11/2016 00:20
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08/01/2009 18:01
 
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LA QUESTIONE DELLA LEGGE
Possiamo dire serenamente  che la discussione sulla Legge l'abbia risolta Cristo stesso quando ne parla abbondantemente nei Vangeli....

Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto per abolire, ma per dare compimento” (Mt 5,17).

Romani 11,25-33

25 Non voglio infatti che ignoriate, fratelli, questo mistero, perché non siate presuntuosi: l'indurimento di una parte di Israele è in atto fino a che saranno entrate tutte le genti.
26 Allora tutto Israele sarà salvato come sta scritto:
Da Sion uscirà il liberatore,
egli toglierà le empietà da Giacobbe.
27 Sarà questa la mia alleanza con loro
quando distruggerò i loro peccati.
28 Quanto al vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma quanto alla elezione, sono amati, a causa dei padri,
29 perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili!

30 Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia per la loro disobbedienza,
31 così anch'essi ora sono diventati disobbedienti in vista della misericordia usata verso di voi, perché anch'essi ottengano misericordia.
32 Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza, per usare a tutti misericordia!
33 O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!



L'Apostolo Paolo annuncia che da Sion verrà ancora una salvezza ANCHE PER L'ISRAELE che ancora non crede, e sarà frutto della fedeltà misericordiosa di Dio verso il suo Popolo. Da questa profezia san Paolo esce con un grido vibrante di speranza che invita TUTTI I CRISTIANI A PREGARE E SUPPLICARE DIO che avvenga presto quanto da Lui promesso.....
Non saranno le nostre parole, nè i sermoni, nè gli ammonimenti a convertire, ma ciò che dice qui Paolo chiaramente
:

Quanto al vangelo, essi sono nemici, per vostro vantaggio; ma quanto alla elezione, sono amati, a causa dei padri,

nella catechesi Cristiana e prettamente CATTOLICA questo "vantaggio" di cui parla Paolo non deve farci divenire PRESUNTUOSI e dunque nessun cattolico, anche tradizionalista, o progressista che sia, può presumere la salvezza d'Israele per mezzo di conversioni FORZATE......perchè sarà Dio stesso ad applicare il Suo divin Progetto.....a noi chiede che tale "vantaggio" sia ORANTE, OPERANTE PER MEZZO DELLA TESTIMONIANZA E DELLE BUONE OPERE.......APPLICANDO IL DIALOGO DELLA CARITA' FRATERNA.....ecco il prodigio del Documento del Concilio NOSTRA AETATE:
che il santo Padre Benedetto XVI ha donato al Presidente dello Stato d'Israele.....[SM=g1740721] 

Prima di parlare del testo conciliare citato....

Giova ricordare che il vero antisemitismo, basato su un pregiudizio di razza, nasce nel ‘700, e uno dei suoi “profeti” fu il “tollerante” Voltaire. [SM=g1740729]

Agli ebrei il padre del secolo dei Lumi dedicô una voce apposita nel suo Dizionario filosofico in cui sospetta che si cibino di carne umana, li accusa di non essere in grado di rispettare la disciplina militare, li considera dediti soltanto al commercio e all’usura.

Inoltre Voltaire nega che l’ebraismo possa produrre arte o filosofia, mentre giudica le donne ebree inclini ad accoppiarsi con cavalli e asini. Lottando contro l’oscurantismo, il teorico della Tolleranza cosi descrive il popolo ebraico: «Non troverete in loro che un popolo ignorante e barbaro, che unisce da tempo la più sordida avarizia alla più detestabile superstizione e al più invincibile odio per tutti i popoli che li tollerano e li arricchiscono». La tolleranza illuminista è stata stretta parente dell’antisemitismo e anche dell’odio verso i cristiani
.[SM=g7574] 

Voltaire riconosceva il profondo legame tra ebrei e cristiani[SM=g7574] 

Articolo citato:
Reazioni sbagliate al discorso del Papa ad Auschwitz dell'Ebreo Giorgio Israel,professore ordinario presso il Dipartimento di Matematica dell'Università di Roma "La Sapienza" e direttore del Centro di Ricerche in Metodologia della Scienza dell'Università di Roma "La Sapienza" e che ha inviato questo testo su Il Foglio, 30 maggio 2006

Dunque...

Il testo di Voltaire qui proposto costituisce la voce Juifs nel "Dictionnaire philosophique", quale venne pubblicata nell`edizione delle "Oeuvres complètes" di Voltaire a cura di A. Beuchot (Paris, 1826-1840). Opera misconosciuta e trascurata, questo "Juifs" rappresenta una macchia nel percorso illuministico del "padre della tolleranza". Ed è insolito vedere l`anticonformista Voltaire fare incetta, pur fra qualche lampo del consueto genio di scrittore, di tutto l`armamentario della propaganda antisemita più vieta, domandandosi fra l`altro "se gli Ebrei hanno mangiato carne umana" e se "le donne ebree ebbero rapporti con dei caproni".

Alla radice di quest`odio, come evidenzia Elena Lowenthal nel suo commento, il fatto che il popolo ebraico continui, nonostante le mille traversie e la Diaspora a perpetuarsi, a restare fedele alla propria legge e alle proprie tradizioni, che il pensatore francese giudica alla stregua di sciocche superstizioni, ostacoli obsoleti sulla strada dei lumi.
Al luogo comune, che pone nell`età medievale le radici dell`antisemitismo, questo testo poco noto, al pari degli scritti antigiudaici di Lutero, suggerisce di collocarle in tempi più recenti. E soprattutto in due personaggi che in qualche modo avversarono ed attaccarono la cristianità medievale e sono ritenuti fautori del progresso e della tolleranza e padri fondatori della modernità: Martin Lutero e Voltaire, per l'appunto![SM=g7574]


Veniamo ora alla Nostra Aetate....[SM=g1740722] 

come nasce?

Riassumiamo alcuni punti fondamentali sia della Patristica quanto del Magistero della Chiesa di sempre[SM=g7574] :

1) la religione Cristiana è inseparabile da quella ebraica;

2) Gesù è Ebreo, Maria  sua Madre è Ebrea, la geneaologia descritta da Matteo riporta da Giuseppe la discendenza del re Davide al quale è legato indissolubilmente tutta la storia della Salvezza;

3) Gesù obbedisce alla circoncisione, tutta la predicazione e la stessa vita di Gesù si attiva e si consuma in uno scenario prettamente giudaico. Non c'è dissociazione con il mondo ebraico attenzione, bensì IL COMPLETAMENTO DELLA LEGGE, Gesù non si dissocia dall'ebraimo dall'ebraismo ma lo porta a compimento, completa le Profezie, realizza le Profezie che lo riguardano, concretizza le attese del Popolo dell'Antica Alleanza sigillando la Nuova Alleanza;

4) Gesù assume su di sè il Sacerdozio regale; mantiene il Sacrificio diventando Egli stesso il Sacrificio UNICO E PERFETTO a Dio gradito; Gesù completa la Legga, rompe ogni schiavitù e la Legge diventa DONO E REGOLA DI SALVEZZA non già di terrore, un esempio concreto è il quadro con la donna adultera che stava per essere lapidata: egli non abolisce la Legge, ma ELEVA LA DIGNITA' DELLA VITA UMANA richiamando alle coscienze e al perdono;

5) il Popolo ebraico NON ha rinnegato nella sua totalità il Cristo! Gli stessi Apostoli chiamati da Gesù sono ebrei, tutte le prime comunità cristiane sono definite "giudaiche-cristiane"; gli Apostoli decidono che la Circoncisione per i pagani (non ebrei) che si convertivano non era necessaria, iniziano da qui le divisioni e la giovane Chiesa si ALLARGA uscendo fuori dagli schemi ebraici per cominciare ad assumere un olto tutto suo, QUELLO DEL CRISTO la cui Chiesa ne è il Corpo;

6) la Diaspora non comincia con l'avvento del Cristo nè per colpa dei cristiani, essa era già iniziata secoli prima dell'Incanazione di Dio; la stessa distruzione del Tempio di Gerusalemme nel 70 d.C. non è attribuibile ai Cristiani, il Tempio subì la distruzione quando morì sulla Croce IL SACERDOTE REGALE, da qui cambia tutto, da qui inizia il cammino della Chiesa con Gesù quale Sacerdote attraverso i "Suoi" attraverso coloro che lo accoglieranno senza più distinzione fra razza popolo, lingua o Nazione, da qui crollano tutte le frontiere, da qui si avvia il Nuovo Popolo redento, da qui nascono anche molte incomprensioni...

7) non si può negare totalmente che tutto il Popolo ebraico abbia rinnegato Cristo; molte sono le conversioni illustri e meno illustri; non si può attribuire a tutto il Popolo ebraico la morte del Cristo (come spiegato appunto anche al Concilio di Trento!);

Alla luce di tutto questo e di altro ancora, al contrario delle ignobili accuse contro Pio XII, fu invece sotto il suo Pontificato che si diede l'avvio al dialogo aperto e franco con il mondo Ebraico. Lo testimoniano molti Rabbini, compreso quello di Roma Eugenio Zolli, compreso lo storico Jules Isaac...che incontrò a Roma Pio XII al quale consegnò un Dossier per omprendere in quale modo gli Ebrei e i Cattolici potessero cominciare a parlarsi dopo secoli di incomprensioni....[SM=g7831]


Nascono così:

 

1.  Ricordare che è lo stesso Dio vivente che parla a tutti noi nell’Antico come nel Nuovo Testamento.

2.  Ricordare che Gesù è nato da una madre ebrea, della stirpe di Davide e del popolo d’Israele, e che il suo amore ed il suo perdono abbracciano il suo popolo ed il mondo intero.

3.  Ricordare che i primi discepoli, gli apostoli, ed i primi martiri, erano ebrei.

4.  Ricordare che il precetto fondamentale del cristianesimo, quello dell’amore di Dio e del prossimo, promulgato già nell’Antico Testamento e confermato da Gesù, obbliga cristiani ed ebrei in ogni relazione umana senza eccezione alcuna.

5.  Evitare di sminuire l’ebraismo biblico nell’intento di esaltare il cristianesimo.

6.  Evitare di usare il termine «giudei» nel senso esclusivo di «nemici di Gesù» o la locuzione «nemici di Gesù» per designare il popolo ebraico nel suo insieme.

7.  Evitare di presentare la passione in modo che l’odiosità per la morte inflitta a Gesù ricada su tutti gli ebrei o solo sugli ebrei. In effetti non sono tutti gli ebrei che chiesero la morte di Gesù. Né sono solo gli ebrei che ne sono responsabili, perché la croce, che ci salva tutti, rivela che Cristo è morto a causa dei peccati di tutti noi.
Ricordare a tutti i genitori e educatori cristiani la grave responsabilità in cui essi incorrono nel presentare il vangelo e sopratutto il racconto della passione in un modo semplicista. In effetti, essi rischiano in questo modo di ispirare, lo vogliano o no, avversione nella coscienza o nel subcosciente dei loro bambini o uditori. Psicologicamente parlando, negli animi semplici, mossi da un ardente amore e da una viva compassione per il Salvatore crocifisso, l’orrore che si prova in modo così naturale verso i persecutori di Gesù, si cambierà facilmente in odio generalizzato per gli ebrei di tutti i tempi, compresi quelli di oggi.

8.  Evitare di riferire le maledizioni della Scrittura ed il grido della folla eccitata: «che il suo sangue ricada su noi e sui nostri figli», senza ricordare che quel grido non potrebbe prevalere sulla preghiera infinitamente più potente di Gesù: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno.»

9.  Evitare di dare credito all’empia opinione che il popolo ebraico è riprovato, maledetto, riservato a un destino di sofferenza.

10. Evitare di parlare degli ebrei come se essi non fossero stati i primi ad appartenere alla chiesa




Le basi per la Nostra Aetate erano state così gettate...[SM=g1740717]


DICHIARAZIONE
NOSTRA AETATE
SULLE RELAZIONI DELLA CHIESA
CON LE RELIGIONI NON-CRISTIANE


Introduzione


1. Nel nostro tempo in cui il genere umano si unifica di giorno in giorno più strettamente e cresce l'interdipendenza tra i vari popoli, la Chiesa esamina con maggiore attenzione la natura delle sue relazioni con le religioni non-cristiane. Nel suo dovere di promuovere l'unità e la carità tra gli uomini, ed anzi tra i popoli, essa in primo luogo esamina qui tutto ciò che gli uomini hanno in comune e che li spinge a vivere insieme il loro comune destino.


I vari popoli costituiscono infatti una sola comunità. Essi hanno una sola origine, poiché Dio ha fatto abitare l'intero genere umano su tutta la faccia della terra hanno anche un solo fine ultimo, Dio, la cui Provvidenza, le cui testimonianze di bontà e il disegno di salvezza si estendono a tutti finché gli eletti saranno riuniti nella città santa, che la gloria di Dio illuminerà e dove le genti cammineranno nella sua luce.


Gli uomini attendono dalle varie religioni la risposta ai reconditi enigmi della condizione umana, che ieri come oggi turbano profondamente il cuore dell'uomo: la natura dell'uomo, il senso e il fine della nostra vita, il bene e il peccato, l'origine e lo scopo del dolore, la via per raggiungere la vera felicità, la morte, il giudizio e la sanzione dopo la morte, infine l'ultimo e ineffabile mistero che circonda la nostra esistenza, donde noi traiamo la nostra origine e verso cui tendiamo.


Le diverse religioni


2. Dai tempi più antichi fino ad oggi presso i vari popoli si trova una certa sensibilità a quella forza arcana che è presente al corso delle cose e agli avvenimenti della vita umana, ed anzi talvolta vi riconosce la Divinità suprema o il Padre. Questa sensibilità e questa conoscenza compenetrano la vita in un intimo senso religioso.

Quanto alle religioni legate al progresso della cultura, esse si sforzano di rispondere alle stesse questioni con nozioni più raffinate e con un linguaggio più elaborato. Così, nell'induismo gli uomini scrutano il mistero divino e lo esprimono con la inesauribile fecondità dei miti e con i penetranti tentativi della filosofia; cercano la liberazione dalle angosce della nostra condizione sia attraverso forme di vita ascetica, sia nella meditazione profonda, sia nel rifugio in Dio con amore e confidenza.

Nel buddismo, secondo le sue varie scuole, viene riconosciuta la radicale insufficienza di questo mondo mutevole e si insegna una via per la quale gli uomini, con cuore devoto e confidente, siano capaci di acquistare lo stato di liberazione perfetta o di pervenire allo stato di illuminazione suprema per mezzo dei propri sforzi o con l'aiuto venuto dall'alto. Ugualmente anche le altre religioni che si trovano nel mondo intero si sforzano di superare, in vari modi, l'inquietudine del cuore umano proponendo delle vie, cioè dottrine, precetti di vita e riti sacri.
 

La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini.

Tuttavia essa annuncia, ed è tenuta ad annunciare, il Cristo che è « via, verità e vita » (Gv 14,6), in cui gli uomini devono trovare la pienezza della vita religiosa e in cui Dio ha riconciliato con se stesso tutte le cose.

Essa perciò esorta i suoi figli affinché, con prudenza e carità, per mezzo del dialogo e della collaborazione con i seguaci delle altre religioni, sempre rendendo testimonianza alla fede e alla vita cristiana, riconoscano, conservino e facciano progredire i valori spirituali, morali e socio-culturali che si trovano in essi.


La religione musulmana


3. La Chiesa guarda anche con stima i musulmani che adorano l'unico Dio, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra, che ha parlato agli uomini. Essi cercano di sottomettersi con tutto il cuore ai decreti di Dio anche nascosti, come vi si è sottomesso anche Abramo, a cui la fede islamica volentieri si riferisce. Benché essi non riconoscano Gesù come Dio, lo venerano tuttavia come profeta; onorano la sua madre vergine, Maria, e talvolta pure la invocano con devozione. Inoltre attendono il giorno del giudizio, quando Dio retribuirà tutti gli uomini risuscitati. Così pure hanno in stima la vita morale e rendono culto a Dio, soprattutto con la preghiera, le elemosine e il digiuno.

Se, nel corso dei secoli, non pochi dissensi e inimicizie sono sorte tra cristiani e musulmani, il sacro Concilio esorta tutti a dimenticare il passato e a esercitare sinceramente la mutua comprensione, nonché a difendere e promuovere insieme per tutti gli uomini la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà.


La religione ebraica


4. Scrutando il mistero della Chiesa, il sacro Concilio ricorda il vincolo con cui il popolo del Nuovo Testamento è spiritualmente legato con la stirpe di Abramo.

La Chiesa di Cristo infatti riconosce che gli inizi della sua fede e della sua elezione si trovano già, secondo il mistero divino della salvezza, nei patriarchi, in Mosè e nei profeti.

Essa confessa che tutti i fedeli di Cristo, figli di Abramo secondo la fede, sono inclusi nella vocazione di questo patriarca e che la salvezza ecclesiale è misteriosamente prefigurata nell'esodo del popolo eletto dalla terra di schiavitù. Per questo non può dimenticare che ha ricevuto la rivelazione dell'Antico Testamento per mezzo di quel popolo con cui Dio, nella sua ineffabile misericordia, si è degnato di stringere l'Antica Alleanza, e che essa stessa si nutre dalla radice dell'ulivo buono su cui sono stati innestati i rami dell'ulivo selvatico che sono i gentili.

La Chiesa crede, infatti, che Cristo, nostra pace, ha riconciliato gli Ebrei e i gentili per mezzo della sua croce e dei due ha fatto una sola cosa in se stesso. Inoltre la Chiesa ha sempre davanti agli occhi le parole dell'apostolo Paolo riguardo agli uomini della sua razza: « ai quali appartiene l'adozione a figli e la gloria e i patti di alleanza e la legge e il culto e le promesse, ai quali appartengono i Padri e dai quali è nato Cristo secondo la carne» (Rm 9,4-5), figlio di Maria vergine.

Essa ricorda anche che dal popolo ebraico sono nati gli apostoli, fondamenta e colonne della Chiesa, e così quei moltissimi primi discepoli che hanno annunciato al mondo il Vangelo di Cristo.


Come attesta la sacra Scrittura, Gerusalemme non ha conosciuto il tempo in cui è stata visitata; gli Ebrei in gran parte non hanno accettato il Vangelo, ed anzi non pochi si sono opposti alla sua diffusione. Tuttavia secondo l'Apostolo, gli Ebrei, in grazia dei padri, rimangono ancora carissimi a Dio, i cui doni e la cui vocazione sono senza pentimento. Con i profeti e con lo stesso Apostolo, la Chiesa attende il giorno, che solo Dio conosce, in cui tutti i popoli acclameranno il Signore con una sola voce e « lo serviranno sotto uno stesso giogo » (Sof 3,9).


Essendo perciò tanto grande il patrimonio spirituale comune a cristiani e ad ebrei, questo sacro Concilio vuole promuovere e raccomandare tra loro la mutua conoscenza e stima, che si ottengono soprattutto con gli studi biblici e teologici e con un fraterno dialogo.

E se autorità ebraiche con i propri seguaci si sono adoperate per la morte di Cristo, tuttavia quanto è stato commesso durante la sua passione, non può essere imputato né indistintamente a tutti gli Ebrei allora viventi, né agli Ebrei del nostro tempo.


E se è vero che la Chiesa è il nuovo popolo di Dio, gli Ebrei tuttavia non devono essere presentati come rigettati da Dio, né come maledetti, quasi che ciò scaturisse dalla sacra Scrittura. Curino pertanto tutti che nella catechesi e nella predicazione della parola di Dio non si insegni alcunché che non sia conforme alla verità del Vangelo e dello Spirito di Cristo.


La Chiesa inoltre, che esecra tutte le persecuzioni contro qualsiasi uomo, memore del patrimonio che essa ha in comune con gli Ebrei, e spinta non da motivi politici, ma da religiosa carità evangelica, deplora gli odi, le persecuzioni e tutte le manifestazioni dell'antisemitismo dirette contro gli Ebrei in ogni tempo e da chiunque. In realtà il Cristo, come la Chiesa ha sempre sostenuto e sostiene, in virtù del suo immenso amore, si è volontariamente sottomesso alla sua passione e morte a causa dei peccati di tutti gli uomini e affinché tutti gli uomini conseguano la salvezza. Il dovere della Chiesa, nella sua predicazione, è dunque di annunciare la croce di Cristo come segno dell'amore universale di Dio e come fonte di ogni grazia.


Fraternità universale


5. Non possiamo invocare Dio come Padre di tutti gli uomini, se ci rifiutiamo di comportarci da fratelli verso alcuni tra gli uomini che sono creati ad immagine di Dio. L'atteggiamento dell'uomo verso Dio Padre e quello dell'uomo verso gli altri uomini suoi fratelli sono talmente connessi che la Scrittura dice: « Chi non ama, non conosce Dio » (1 Gv 4,8).

Viene dunque tolto il fondamento a ogni teoria o prassi che introduca tra uomo e uomo, tra popolo e popolo, discriminazioni in ciò che riguarda la dignità umana e i diritti che ne promanano.


In conseguenza la Chiesa esecra, come contraria alla volontà di Cristo, qualsiasi discriminazione tra gli uomini e persecuzione perpetrata per motivi di razza e di colore, di condizione sociale o di religione. E quindi il sacro Concilio, seguendo le tracce dei santi apostoli Pietro e Paolo, ardentemente scongiura i cristiani che, « mantenendo tra le genti una condotta impeccabile » (1 Pt 2,12), se è possibile, per quanto da loro dipende, stiano in pace con tutti gli uomini, affinché siano realmente figli del Padre che è nei cieli .


28 ottobre 1965









 

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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