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Pregare per gli Ebrei è un dovere Cristiano

Ultimo Aggiornamento: 14/09/2011 00:36
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Sesso: Femminile
21/11/2010 17:52
 
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 Il libro in questione, che trovate qui, offre un altro spunto su cui approfondire e lo fo attraverso il blog Messainlatino che ha pubblicato quanto segue....
e poichè alcuni animi si sono accesi.... ( i commenti li trovate cliccando sul titolo dell'articolo) mi permetto al termine del testo di fare alcune considerazioni....e far comprendere ancora una volta di fare attenzione alle false interpretazioni ed alle suggestioni delle nostre OPINIONI....



La conversione degli Ebrei. Da rinviare?



Abbiamo scritto nel precedente post che due punti delle anticipazioni dal libro-intervista di Benedetto XVI ci hanno colpito. Abbiamo già parlato di quello, sicuramente più 'mediatico', inerente i profilattici. Ora affrontiamo invece la posizione della Chiesa rispetto alla conversione degli Ebrei; tema che, diciamo subito, ci appare ancor più interessante (e perfino più importante) dell'altro. Ma, dobbiamo a malincuore riconoscerlo, un passaggio delle parole del Papa (come riportate dall'Osservatore romano odierno) ci suscita una certa inquietudine. Leggiamo tutto il brano:

Devo dire che sin dal primo giorno dei miei studi teologici mi è stata in qualche modo chiara la profonda unità fra Antica e Nuova Alleanza, tra le due parti della nostra Sacra Scrittura. Avevo compreso che avremmo potuto leggere il Nuovo Testamento soltanto insieme con ciò che lo ha preceduto, altrimenti non lo avremmo capito. Poi naturalmente quanto accaduto nel Terzo Reich ci ha colpito come tedeschi e tanto più ci ha spinto a guardare al popolo d'Israele con umiltà, vergogna e amore.

Nella mia formazione teologica queste cose si sono intrecciate ed hanno segnato il percorso del mio pensiero teologico. Dunque era chiaro per me - ed anche qui in assoluta continuità con Giovanni Paolo II - che nel mio annuncio della fede cristiana doveva essere centrale questo nuovo intrecciarsi, amorevole e comprensivo, di Israele e Chiesa, basato sul rispetto del modo di essere di ognuno e della rispettiva missione [...]

Comunque, a quel punto, anche nella antica liturgia mi è sembrato necessario un cambiamento. Infatti, la formula era tale da ferire veramente gli ebrei e di certo non esprimeva in modo positivo la grande, profonda unità fra Vecchio e Nuovo Testamento.

Per questo motivo ho pensato che nella liturgia antica fosse necessaria una modifica, in particolare, come ho detto, in riferimento al nostro rapporto con gli amici ebrei. L'ho modificata in modo tale che vi fosse contenuta la nostra fede, ovvero che Cristo è salvezza per tutti. Che non esistono due vie di salvezza e che dunque Cristo è anche il Salvatore degli ebrei, e non solo dei pagani. Ma anche in modo tale che non si pregasse direttamente per la conversione degli ebrei in senso missionario, ma perché il Signore affretti l'ora storica in cui noi tutti saremo uniti. Per questo gli argomenti utilizzati da una serie di teologi polemicamente contro di me sono avventati e non rendono giustizia a quanto fatto.

Naturalmente, le nostre perplessità si appuntano sulla frase che abbiamo sottolineata. Essa pare escludere la necessità, o perfino l'opportunità, di agire (o anche solo pregare) per la conversione attuale dei singoli ebrei, e sembra posporre a tempi escatologici, o comunque futuri, lo sforzo per la conversione, che riguarderà tutto il popolo ebreo. San Paolo (Rm., 11, 25-26), in effetti, scrive che quando "saranno entrate tutte le genti, allora tutto Israele si convertirà". Bene, ma nell'attesa? Il Papa nella frase immediatamente precedente dice che non esistono due vie di salvezza, e questa è un'affermazione da salutare con entusiasmo, perché respinge la tesi teologica, tanto diffusa quanto errata, del 'doppio binario' della salvezza, e appare un riconoscimento implicito della tradizionale teologia della sostituzione, secondo cui la Chiesa è il nuovo Israele (su questi temi, vi invitiamo caldamente a rileggere due articoli già pubblicati: necessità e natura della conversione degli Ebrei e teologia della sostituzione).

Ma se dunque, come scrive subito prima il Papa, ci si salva solo in Cristo, perché mai non si dovrebbe offrire in modo "missionario" la garanzia di quella salvezza a quegli ebrei che, vivendo oggi e morendo prima della futura conversione collettiva, rischiano grosso nel rifiutare di riconoscere in Gesù il Messia?


Enrico.


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Embarassed  caro don Camillo.....alla don Camillo - ma scrivo anche a quanti credono che queste parole del Papa siano un cedimento - ti stai lasciando andare alle provocazioni gettate dal Peppone di turno.... quante volte il povero don Camillo dovette chiedere scusa al Crocefisso che gli parlava, PER AVER DUBITATO..... Laughing  
 
 Il Papa non ha fatto alcuna retromarcia, siamo NOI che abbiamo sbagliato e che con l'Olocausto ABBIAMO MODIFICATO IL CORSO DEGLI EVENTI....se non ci fosse stata quella INGIUSTA PERSECUZIONE AD INTERE FAMIGLIE CHE NON C'ENTRAVANO NULLA... la storia avrebbe preso un'altra piega, ed anche se la storia non si fa con i "se e con i ma" ma con i fatti,  perchè dunque non rimettiamo in discussione anche l'amicizia che il futuro san Pio V aveva quando era semplice frate con il Rabbino di Roma del suo tempo e che si convertì solo molti anni dopo quando, diventato Papa, gli seppe dimostrare LA RAGIONE DELLA SPERANZA CHE ERA IN LUI.... 
 
e dovresti rimettere in discussione anche questo fatto curioso:  
forse pochi sanno che san Pio X, quando venne eletto Vescovo, ricevette in dono l'anello da una famiglia DI EBREI.... Wink  anzi, del fatto si riporta, nella vita del santo, questo aneddoto:  
appena eletto Vescovo venne a fargli visita la madre di un senatore, famiglia ebrea di Salzano, molti amici del Sarto e perfino benefattori nonostante nessuno di loro si convertì mai al cristianesimo, nè richiesero mai il Battesimo.  
Quando don Giuseppe Sarto fu promosso vescovo, la buona signora con il figlio, avevano fatto dono di un magnifico anello pastorale, assai prezioso specialmente per un finissimo diamante incastonato, e la signora, baciandogli con riverenza l'anello, se ne compiaceva.  
Ma quando il Sarto se ne accorse, altrettanto amorevolmente disse:  
"Eh, signora, guardi bene, el xe solamente un fondo di goto: per me è un pezzo di vetro di bicchiere!"  
 
Insomma, una certa AMICIZIA con il mondo ebraico, all'interno della Chiesa ed anche in modo molto significativo, c'è sempre stata, il problema di fondo è venuto invece, ed è un paradosso, DOPO IL CONCILIO.... è come per la questione FEMMINILE: la Chiesa ha sempre MAGISTRALMENTE RISPETTATO ED ELEVATO LA DONNA, ma dopo il Concilio e con il problema del FEMMINISMO, i rapporti per certi aspetti sono peggiorati tanto che vediamo questa avanzata pretesa del sacerdozio femminile che in passato la Chiesa non dovette mai affrontare...  
 
Se infatti a qualcuno di voi risulta che in passato la Chiesa abbia scritto DIVERSAMENTE rispetto a queste parole del Papa:  
Che non esistono due vie di salvezza e che dunque Cristo è anche il Salvatore degli ebrei, e non solo dei pagani.  " allora le vostre preoccupazioni sarebbero fondate ma di fatto non è così Smile  insomma don Camì, il Papa l'ha detto chiaramente: CRISTO E' ANCHE IL SALVATORE DEGLI EBREI!! va da se che per avere questa Salvezza dovranno, COME I PAGANI E COME NOI, CONVERTIRSI.... ma che tale conversione per gli Ebrei avverrà in modo completo in tempi e modi diversi è lo stesso san Paolo che lo dice in Romani 11..."ESSI, dice l'apostolo, QUANTO AL VENGELO SONO NOSTRI NEMICI PER NOSTRO VANTAGGIO...."  

e poichè san Paolo lo descrive come UN MISTERO CHE SOLO DIO SVELERA' E RISOLVERA' ALLA FINE DEI TEMPI, dice a noi di non "insuperbirci" di questo PRIVILEGIO che ci è dato, ossia di CREDERE.... perchè PIACCIA O NON PIACCIA, ANCHE GLI EBREI ALLA FINE CREDERANNO, questa è la profezia di san Paolo....






Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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