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Non ho capito un passo del Vangelo (chiarimenti e approfondimenti sulla Scrittura)

Ultimo Aggiornamento: 26/02/2018 19:20
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Sesso: Femminile
14/06/2015 09:51
 
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Il dogma dell’Immacolata mi sembra cozzare con la verità per la quale tutti siamo stati redenti

Quesito

Caro Padre Angelo, 
la ringrazio moltissimo per le sue precedenti risposte che mi sono state molto d'aiuto. Ora vorrei porle una domanda sul dogma dell'Immacolata concezione, proclamato nel 1854 da Pio IX. Non sembra trovare molti riscontri nella Bibbia (anche se magari sono io che sbaglio..).
Perchè Romani 5:12 dice che tutti gli uomini (tranne Gesù) hanno ereditato il peccato originale? (Anche Ecclesiaste 7:20-29; Romani 3:23; 1 Pietro 2:22; 1 Giovanni 3:5!). E perchè, se Maria non ha ereditato il peccato originale, 40 giorni dopo la nascita di Gesù, va nel tempio di Gerusalemme a fare un'offerta per la purificazione? (Luca 2:22-24; Levitico 12:1-2). E perchè Maria disse "L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, MIO SALVATORE", "salvatore" da cosa se non aveva il peccato originale, perchè si parla di salvezza?
Camilla


Risposta del sacerdote

Cara Camilla,
1. la questione che mi presenti è stata sollevata anche in passato.
Alcuni dicevano che la Madonna è stata concepita senza peccato originale e pertanto non sarebbe stata redenta da Cristo. 
Ma questo si oppone vistosamente a quanto afferma San Paolo nel passo che hai indicato: “Quindi, come a causa di un solo uomo il peccato è entrato nel mondo e, con il peccato, la morte, e così in tutti gli uomini si è propagata la morte, poiché tutti hanno peccato...” (Rm 5,12).

2. La soluzione teologica venne dal francescano Duns Scoto.
Egli diceva in parole povere: se uno soccorre una persona che ha avuto un incidente per strada perché è andata a cozzare contro un masso lo chiamiamo suo salvatore. 
E se uno vede arrivare una carrozza e va a rimuovere il masso dalla strada perché non si sfracelli andandole addosso lo chiamiamo ugualmente salvatore.
Ecco il Signore con la Madonna si è comportato nel secondo modo.
Il Signore, in virtù dei meriti della sua passione, l’ha pre redenta, o anche l’ha redenta in maniera singolare ed eccezionale perché doveva diventare madre di Colui che è tre volte Santo.

3. Se leggiamo la dichiarazione di Pio IX con la quale la Madonna viene proclamata immacolata fin dal primo istante della sua esistenza troviamo espressi tutti questi concetti: “Dichiariamo, pronunciamo e definiamo che la dottrina, la quale ritiene che la beatissima vergine Maria nel primo istante della sua concezione, per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente ed in vista dei meriti di Gesù Cristo, salvatore del genere umano, sia stata preservata immune da ogni macchia della colpa originale, è rivelata da Dio e perciò da credersi fermamente e costantemente da tutti i fedeli” (bolla Ineffabilis Deus, 8.12.1854,  DS 2803).

4. “In vista dei meriti di Gesù Cristo”: anche Maria sarebbe venuta all’esistenza con la colpa d’origine se non l’avessero preservata i meriti di Cristo redentore.
Questa preservazione dalla macchia originale è ciò che la Bolla chiama “modo eminente della Redenzione”.
“Se infatti consideriamo a fondo e diligentemente la cosa, è facile vedere come Cristo Signore abbia in verità redento la divina sua Madre in un modo più perfetto essendo ella stata da Dio preservata immune da qualsiasi macchia ereditaria di peccato, in previsione dei meriti di lui.
Perciò l’infinita dignità di Gesù Cristo e l’universalità della sua Redenzione non viene attenuata o diminuita da questo punto di dottrina, ma anzi accresciuta in sommo grado” (Pio XII, Fulgens corona).

5. In questa linea si esprime anche il Concilio Vaticano II: “Redenta in modo sublime in vista dei meriti del Figlio suo” (LG 53);  “La Santa Chiesa... in Maria ammira ed esalta il frutto più eccelso della Redenzione” (SC 103).

6. Paolo VI, nel Credo del popolo di Dio, dichiara: “Noi crediamo che Maria è la Madre, rimasta sempre vergine, del Verbo Incarnato, nostro Dio e Salvatore Gesù Cristo, e che, a motivo di questa singolare elezione ella, in considerazione dei meriti di suo Figlioè stata redenta in modo più eminente, preservata da ogni macchia del peccato originale e colmata del dono della grazia più che tutte le altre creature”.

Come vedi, il dogma dell’Immacolata non cozza per nulla con la verità per la quale tutti siamo stati redenti.
Ti saluto, ti ricordo al Signore e ti benedico. 
Padre Angelo







Un sacerdote risponde

Era proprio necessario che Maria Santissima, una volta sposata, rimanesse vergine?

Quesito

Caro Padre Angelo, 
le chiedo: era proprio necessario che Maria Santissima, una volta sposata, rimanesse vergine?
Se nel matrimonio la sessualità è parte fondamentale, tanto che un rifiuto potrebbe essere motivo di annullamento, mi ponevo un pò questo quesito...
Se la Madonna non fosse rimasta vergine nel matrimonio, pur non commettendo peccato, sarebbe venuta meno alla Sua Santità?
La ringrazio,
Luca


Risposta del sacerdote

Caro Luca, 
1. per dare una risposta adeguata alla tua domanda è necessario sapere per quale motivo la Madonna scelse per se stessa la verginità.
Le motivazioni che si portano sono essenzialmente due.

2. La prima: poiché Maria era colma di una santità e di una capacità di amare superiore a quella di tutti gli abitanti del paradiso messi insieme (compresi i vergini) sentiva il desiderio di amare Dio più di se stessa.
Lo possedeva dentro il suo cuore mediante la grazia santificante e desiderava amarlo direttamente senza passare la mediazione pur mobilissima del matrimonio.
Se san Paolo consigliava la verginità “per stare uniti al Signore senza distrazione” (1 Cor 7,35) e aveva scelto per se stesso questo stato di vita, come non pensare che anche la Madonna non lo abbia fatto per motivi ancor più forti di quelli di san Paolo?
Tanto più che la Madonna doveva essere stata toccata dal desiderio manifestato da Dio di stringere con l’umanità e con ognuno di noi una specie di sposalizio: “Ti farò mia sposa per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto, nella benevolenza e nell'amore, ti fidanzerò con me nella fedeltà e tu conoscerai il Signore” (Os 2,21-22).

2. La seconda motivazione nasce dall’umiltà della Madonna.
Maria, in forza dei doni eccelsi dello Spirito Santo che ricolmavano la sua anima, aveva una conoscenza molto penetrante delle Scritture.
Aveva capito bene chi sarebbe stato il Messia atteso da tutti: “Poiché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il segno della sovranità ed è chiamato: Consigliere ammirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace; grande sarà il suo dominio e la pace non avrà fine sul trono di Davide e sul regno, che egli viene a consolidare e rafforzare con il diritto e la giustizia, ora e sempre; questo farà lo zelo del Signore degli eserciti” (Is 9,5-6).
Aveva capito bene che Colui che era stato predetto dai Profeti era Dio: “Dio potente, Padre per sempre”.
Pur avendo un concetto elevatissimo della maternità, perché sapeva che era voluta da Dio e che era finalizzata ad incrementare il popolo santo del Signore, tuttavia si sentiva indegna per una maternità come quella del Messia e si mise da parte. Scelse la verginità per umiltà.
A quest’umiltà farà riferimento Lei stessa nel Cantico del Magnificat quando dirà “Perché ha guardato all’umiltà della sua serva” (Lc 1,48).

3. Qualcuno aggiunge un terzo motivo: per affrettare la venuta del Messia la Madonna, che pregava per questa intenzione come tutti i giusti dell’Antico Testamento, sentì l’esigenza di rafforzare la sua preghiera unendovi il sacrificio della rinuncia della maternità, che teneva in altissima considerazione.
Con tutte le proprie forze desiderava e invocava la venuta del Redentore, proprio per l’ardentissimo amore che aveva per Dio e per l’umanità. Sentiva l’esigenza di invocarlo non solo con i sospiri dell’anima e le preghiera, ma donando al Signore qualcosa di molto grande.

4. Quando l’Angelo le reca l’annuncio che diventerà Madre, la Madonna farà riferimento al suo proposito verginale, che nel frattempo era stato condiviso pienamente anche da Giuseppe: “Come è possibile? Non conosco uomo” (Lc 1,14).
In un Commentario della Sacra Scrittura si legge: “Rassicurata intorno alla sua verginità, Maria con la più grande umiltà e la più profonda obbedienza si rimette alla volontà di Dio dicendo “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38).

5. La verginità di Maria fu una scelta piena d’amore. Le parve che fosse perfettamente corrispondente ai disegni di Dio.
L’angelo, che parlò a Lei da parte di Dio, la rassicurò su questo, Anzi le fece comprendere che questa scelta verginale era necessaria perché Dio assumesse una natura umana.

6. Fatte tutte queste premesse, che senso avrebbe avuto rompere durante il matrimonio il proposito che aveva fatto con grande amore e per altro condiviso dal suo Sposo?
Maria non poteva venir meno al proposito espresso davanti a Dio. Era una questione di amore e di fedeltà.
Ed era un questione di fedeltà anche nei confronti di San Giuseppe, che amava la verginità nella medesima lunghezza d’onda con lui amava Lei, la sua castissima Sposa.

7. Vi è da aggiungere anche un’altra cosa: Maria si accorse che anche il suo parto fu verginale, senza alcun spargimento di sangue e senza alcun dolore.
Se vi fosse stato spargimento di sangue sarebbe rimasta contaminata, secondo la legge mosaica. Ora come poteva succedere che Colui che veniva nel mondo per purificare e santificare come suo primo atto rendesse impura e contaminata, sia pure solo sotto il profilo rituale, la sua santissima Madre?
La Madonna fu testimone di questo parto miracoloso, di cui si può scorgere qualche traccia in alcune versioni di Gv 1,13.

8. Sull’assenza di dolore è eloquente l’evangelista san Luca quando dice che la Madonna ha fatto tutto da sola, ha partorito il bambino, l’ha avvolto in fasce e lo depose in una mangiatoia (cf. Lc 2,7). 
Maria al momento del parto sembra nel pieno vigore di se stessa, contrariamente allo spossamento che provano tutte le donne di questo mondo dopo un simile evento.
E allora: se Dio l’aveva conservata vergine anche durante il parto per manifestare che era venuto per purificare e santificare, che senso avrebbe avuto perdere la verginità se non profanare un miracolo così portentoso e pieno di significato?

9. Infine, venendo alla tua ultima domanda, desidero ricordare che la sessualità, che nel matrimonio si esprime in maniera molto alta anche nel rapporto sessuale, tuttavia non si esaurisce in esso, né lo richiede se i due coniugi di comune accordo vi rinunciano.
Diversamente dovremmo dire che il matrimonio tra la Madonna e san Giuseppe che aveva come fondamento la comune volontà di rimanere vergini non era un vero matrimonio.
Il matrimonio è ordinato anche al mutuo aiuto e al perfezionamento dei coniugi che può essere realizzato di comune accordo anche con il proposito di verginità o di astensioni dai rapporti coniugali.
Pertanto il matrimonio della Madonna con San Giuseppe è stato un vero matrimonio, che ha portato i due sposi ad una castissima dedizione vicendevole e ad un amore reciproco del tutto puro, santo e sempre santificante.

Sono contento di risponderti in questo tempo natalizio che ci fa gustare meglio la verginità di Maria e della Santa Famiglia di Nazaret.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo

http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=4216 



   


Un sacerdote risponde

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Quanta confusione e quanti errori su Gesù e sulla Madonna da parte di una nostra visitatrice

Quesito

Caro Padre Angelo,
sono una credente e vorrei porle qualche domanda sulla santa madre celeste.
Come mai il Figlio, ossia il Verbo del Padre, quello con cui tutto è stato creato viene chiamato figlio dalla Madonna, perchè dal suo ventre è nato?
Se leggo genesi, io noto che il Verbo del Padre, ossia la Parola vivente con la quale tutto è stato creato, compie la volontà del Padre, nella terra “produca la terra, animali ... ecc... secondo la propria specie”; nel cielo, nelle acque “brulichino le acque...ecc...”. 
Ma allora è pure figlio della madre terra, Dio del cielo e dell’acqua? 
Se nascendo da qualcuno, diventa automaticamente suo figlio, la Parola di Dio quante madri ha? 
Prima di nascere uomo, da donna, è nato, secondo la volontà del Padre, tutto ciò che si legge in genesi, tutto ciò che esiste.
Siamo sicuri che il Verbo del Padre ossia suo Figlio (come si pronuncia, quando ci si fa la croce) sia diventato Figlio di una Madonna?
Siamo sicuri che il Verbo del Padre ora sia il Verbo della madre?


Risposta del sacerdote

Carissima, 
1. ci sono diversi errori nelle tue affermazioni.
Gravemente erronea è soprattutto l’ultima.
Ma procediamo per gradi.

2. Di per sé la generazione umana passa attraverso le persone umane. 
Tu sei direttamente figlia dei tuoi genitori. Sono loro che ti hanno dato la carne, il dna, il nutrimento, l’educazione, l’affetto, le cure di cui hai avuto bisogno, ecc…

3. Solo indirettamente e in maniera metaforica sei figlia della madre terra.
Tutti deriviamo dalla terra.
Tutti nel nostro corpo siamo terra variamente e mirabilmente combinata.
Ma non siano stati generati dalla terra attraverso un atto libero, cosciente, responsabile espresso dalla terra stessa.
Né la terra si impegna responsabilmente e con amore nei nostri confronti.
Pertanto solo in maniera indiretta e metaforica diciamo che la terra è nostra madre.

4. E solo in questo senso possiamo dire che anche il Verbo, facendosi uomo e facendosi carne, ha voluto essere figlio della terra, perché dalla terra ha ricevuto il nutrimento e il sostegno.

5. La Madonna poi è Madre del Verbo non semplicemente perché l’ha partorito materialmente.
Nella generazione umana del Verbo è stata direttamente coinvolta dal Cielo, che prima ne ha chiesto l’assenso. 
Dopo che la Madonna ha risposto in maniera libera e cosciente “Eccomi, sono la serva del Signore”, allora il Verbo si è fatto carne.

6. Inoltre la Madonna è stata vera Madre di Gesù perché, oltre all’assenso libero e pieno d’amore al momento della generazione umana del Verbo, l’ha nutrito, l’ha educato, l’ha custodito, ecc…
Insomma ha fatto, e in maniera eccelsa, tutto quello che le mamme fanno nei confronti dei loro figli.
La Madonna si è sempre considerata Madre di Gesù.
Quando Gesù viene ritrovato al tempo, dice: “Tuo padre e io angosciati ti cercavamo”.
Giustamente la Madonna, rivolgendosi a Gesù, chiama “padre” san Giuseppe. Perché sebbene San Giuseppe non sia stato padre sotto il profilo biologico, tuttavia lo è stato in tutti gli altri sensi.
Allora: se la Madonna considerava padre san Giuseppe, non considerava forse se stessa Madre?

7. Inoltre nel Vangelo di Giovanni la Madonna non viene mai menzionata col suo nome. Al punto che se avessimo solo il Vangelo di Giovanni noi non conosceremmo il nome della Madonna. Ma viene sempre e solo chiamata “la Madre”, la Madre di Gesù”….

8. Inoltre è Madre del Verbo, e cioè della Sapienza divina, non perché sia preesistente a Dio. La Madonna è una creatura.
Ma è Madre del Verbo in quanto il Verbo ha assunto una natura umana.
È Madre del Verbo secondo la sua natura umana, non secondo la sua natura divina.

9. Ma poiché Gesù, pur avendo due nature (l’umana e la divina), è una persona divina (è il Verbo, il Figlio Unigenito), la Madonna ha generato, ha partorito, ha fatto da mamma a una Persona divina che ha preso carne da lei.
Ma non ha fatto né poteva fare da mamma a questa Persona divina secondo la sua natura divina.
Perché di questa Persona divina la Madonna è creatura.

10. Per questo Dante nella Divina Commedia, rivolgendosi alla Madonna, la invoca così: “Vergine Madre, figlia del tuo figlio” (Paradiso, XXXIII, 1).

11. Alla fine concludi: “Siamo sicuri che il Verbo del Padre ora sia il Verbo della madre?”
Dici: “Siamo sicuri”. Chi è sicuro di questo?
Chi l’ha detto questo?
La Chiesa senz’altro no.
Questo la Chiesa non lo ha mai detto né mai insegnato.
Per questo la tua domanda è erronea e del tutto fuori posto.

12. Se per Verbo intendiamo la Sapienza divina (il Vangelo di Giovanni lo chiama Logos) allora, sì, il Verbo è la Sapienza divina e increata di Dio.
Ma la sapienza della Madonna, per quanto alta e del tutto superiore alla sapienza di tutte le altre creature messe insieme, rimane sempre una sapienza creata.

Mi auguro di aver portato un po’ di chiarezza. 
Ti ringrazio comunque del quesito che permette a molti visitatori di chiarire e precisare le idee.
Ti ricordo al Signore e ti benedico. 
Padre Angelo




Un sacerdote risponde
http://www.amicidomenicani.it/leggi_sacerdote.php?id=4227 

Alcuni versetti del Vangelo mi fanno sorgere dubbi sulla divinità di Cristo

Quesito

Buongiorno Padre!
Sono Gabriele di …. Mentre leggevo, se non sbaglio un passo di Giovanni, sono rimasto colpito dal punto in cui Gesù afferma che il Padre è più grande di Lui. Questo sembra implicare una diminutio della divinità di Gesù. Riflettendo anche sulle frasi di Gesù in cui afferma di essere stato mandato dal Padre mi sembra di poter cogliere il medesimo dubbio. Se Gesù è mandato dal Padre allora il Padre comanda Gesù e solo una creatura può ricevere ordini da un Dio. Il passo in cui Gesù rispondendo a Filippo afferma che chi ha visto Gesù ha visto pure il Padre perché Gesù è nel Padre e viceversa, non scioglie le mie perplessità in quanto si presta ad una interpretazione, secondo me, di questo genere: il Padre è presente in me ed Io in Lui in quanto siamo in una comunione d'amore ma non siamo la stessa divinità.
Questi dubbi stanno minando la mia fede da alcuni giorni e mi mandano in confusione. Sarà solo una coincidenza ma sono apparsi da quando ho iniziato a pregare le quindici orazioni di Santa Brigida da recitarsi per un anno di seguito senza interruzione.
Sembra quasi che quando "si inizia a fare le cose sul serio" per la propria salvezza l'inferno ci attacchi con tentazioni mirate a mandarci in confusione.
Le chiedo scusa se non ho usato un linguaggio appropriato ma ho scritto di getto questa missiva, ritagliandomi alcuni minuti nelle pause lavorative.

Grazie per l'attenzione che spero vorrà dedicare a questa mia richiesta.
Saluti
Gabriele


Risposta del sacerdote

Caro Gabriele,
1. San Giovanni dice quale sia lo scopo del Vangelo che ha scritto nei versetti 30 e 31 del capitolo 20: “Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo (cioè il Messia, n.d.r.), il Figlio di Dio (cioè Dio, n.d.r.), e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome” (abbiate cioè la vita di Dio in voi).
Il suo intendimento dunque è quello di mostrare la Messianicità e la divinità di Cristo.
Essere Messia non implicava ancora che si trattasse di un Messia Dio. 
Di per sé avrebbe potuto esserlo anche un uomo mandato da Dio.
Di fatto poi il Messia si è rivelato come Dio fatto carne.

2. Mi dici che sei rimasto sgomento nel leggere alcuni versetti. 
Ebbene questi versetti vanno capiti bene e nello stesso tempo bisogna inquadrarli all’interno del discorso generale fatto da san Giovanni.
Ora San Giovanni fin dal prologo del suo Vangelo mostra la divinità di Cristo: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. 
Egli era, in principio, presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste” (Gv 1,1-3). 
E poi: “E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità” (Gv 1,14).
Per gloria s’intende la natura e lo splendore di Dio.
Qui, come puoi notare, San Giovanni dice di aver contemplato non lo splendore divino di cui può essere circonfuso un angelo o qualche uomo santo, ma la gloria dell’Unigenito Figlio di Dio, e cioè la natura divina della sapienza stessa di Dio, del Verbo, che si è fatta carne e che ha abitato tra noi.

3. San’Ireneo, che è della fine del secondo secolo, dice che san Giovanni scrisse il suo Vangelo espressamente per combattere gli errori di Cerinto, degliebioniti e dei nicolaiti che negavano la divinità di Cristo.

4. Fatte queste doverose premesse che danno il quadro generale del Vangelo di Giovanni, analizziamo adesso i versetti che ti hanno turbato.
Cominciamo dal primo: “Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me” (Gv 14,28). 
San Tommaso d’Aquino, nel suo Commento al vangelo di Giovanni, scrive: “Da queste parole Ario prese l'occasione per spropositare, dicendo che il Padre è superiore al Figlio.
Errore che viene confutato dalle parole stesse del Signore. Infatti la frase: «Il Padre è maggiore di me», è nello stesso contesto dell'altra: «Io vado al Padre». Ora, come il Figlio viene a noi secondo la natura umana (cfr.: “In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio... e il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”, Gv 1,1.14) così va al Padre secondo la medesima natura umana.
Perciò anche quando dice: «È maggiore di me», lo afferma non in quanto Figlio di Dio, ma in quanto Figlio dell'uomo, e sotto tale aspetto non solo egli è minore del Padre e dello Spirito Santo, ma persino degli angeli (cfr. Eb 2,9: “Quel Gesù che è stato fatto un poco inferiore agli angeli, noi lo vediamo, per via della morte patita, coronato di gloria e di onore”). Anzi, fu inferiore persino ad alcuni uomini, cioè ai genitori, ai quali in certe cose era sottoposto, come si legge in Lc 2,51. Egli quindi era inferiore al Padre secondo la sua umanità, ma era a lui eguale secondo la Divinità. Come dice Paolo (Fil 2, 6-7): «il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini»”.

5. L’essere mandato dal Padre non significa che Gesù sia inferiore al Padre.
Gesù sottolinea che le opere che compie le compie perché il Padre gliele ha comandate: nel senso che le opera in stretta unione col Padre, con la sua medesima potenza o virtù divina. 
Non dobbiamo dimenticare che i giudei accusavano Gesù di compiere le opere con la forza che gli veniva da Beelzebul, il capo dei demoni.
Gesù invece dice: “le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato” (Gv 5,26).

6. Ugualmente per le parole che Gesù rivolge a Filippo e che ti riporto intero: “Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: «Mostraci il Padre»?” (Gv 14,9).
Erano tre anni che Filippo stava con Gesù e ora gli domanda: “Mostraci il Padre e ci basta”. Gesù gli risponde: dopo tre anni che sei stato sempre con me, dopo che hai visto ciò che ho fatto e ciò che ho detto, avresti dovuto comprendere che io sono consostanziale al Padre!
Anche Filippo doveva concludere come aveva concluso l’apostolo ed evangelista  Giovanni: “e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità” (Gv 1,14).

Da tutto questo puoi comprendere che le domande che ti sei posto non minano la tua fede. Di fatto incitano a renderla più solida e più luminosa.
Per questo ti assicuro la mia preghiera e il ricordo nella Santa Messa che tra breve celebrerò.
Ti benedico. 
Padre Angelo





[Modificato da Caterina63 18/07/2015 19:45]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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