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L'Inferno, Purgatorio e Paradiso esistono: non ci scherzare troppo! I NOVISSIMI

Ultimo Aggiornamento: 05/05/2016 21:16
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26/08/2012 11:32
 
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Tornando ai Novissimi


Una conferenza in Vaticano e due libri rilanciano un tema dimenticato nella predicazione della Chiesa, quello delle realtà ultime e definitive: morte, giudizio, inferno e paradiso


di Gianni Cardinale  30giorni aprile 2002


Anime dannate vengono cacciate all’inferno, particolare del Giudizio universale, Michelangelo, Cappella Sistina, Vaticano

Anime dannate vengono cacciate all’inferno, particolare del Giudizio universale, Michelangelo, Cappella Sistina, Vaticano

Dopo un periodo di dimenticanza si torna a parlare dei Novissimi, termine latino con cui tradizionalmente si designano le quattro realtà ultime definitive: morte, giudizio, inferno, paradiso. Nel sinodo dei vescovi dello scorso autunno, l’arcivescovo di Sydney, George Pell, aveva dedicato il suo intervento alla necessità di recuperare nella catechesi e nella predicazione questi temi, dimenticati nel panorama ecclesiale degli ultimi decenni, ma essenziali per la fede cristiana. «Si potrebbe dire» aveva denunciato «che il limbo è sparito dalle carte, che il purgatorio è scivolato nel limbo, che l’inferno non viene più menzionato da nessuno, eccetto forse che per i terroristi e per i rei di crimini odiosi, mentre il paradiso è il diritto umano finale e universale, o forse soltanto un mito consolatorio».

Sembrerebbe che l’appello del presule australiano non sia passato inascoltato. Forse sarà un caso, ma negli ultimi mesi ci sono state diverse iniziative che segnalano un rinnovato interesse sui Novissimi. Ne segnaliamo brevemente tre.

Videoconferenza sull’escatologia

Il 29 novembre scorso, a un mese dalla conclusione del sinodo, si è tenuta in Vaticano la terza videoconferenza organizzata dalla Congregazione per il clero nell’ambito di una iniziativa avente come fine la formazione permanente dei sacerdoti di tutto il mondo. Tema dell’iniziativa organizzata dal cardinale Darío Castrillón Hoyos è stato proprio l’“Escatologia dal Concilio Vaticano II ai nostri giorni”. Alla videoconferenza hanno partecipato una decina di teologi, segnalati dai vescovi locali, collegati con tutto il mondo. Non sono mancate sorprese. Ben due interventi infatti hanno criticato l’ipotesi di Hans Urs von Balthasar, il teologo svizzero morto nell’88 pochi giorni prima di ricevere la berretta cardinalizia, secondo cui l’inferno c’è, ma potrebbe essere vuoto. Lo ha fatto implicitamente padre Jean Galot, emerito alla Gregoriana, affermando che un’ipotesi del genere «toglie ogni efficacia agli avvertimenti di Gesù, formulati ripetutamente nel Vangelo». Più esplicito invece monsignor Michael Hull di New York nel suo intervento sugli “Errori nell’escatologia contemporanea” dedicato in buona parte proprio all’ipotesi balthasariana, contestata anche perché equivarrebbe «a negare il libero arbitrio dell’uomo». Per chi vuole leggersi gli interventi qui citati, ma anche altri, come quello curato dal teologo della Casa pontificia, padre George Cottier, sul purgatorio, essi sono reperibili in internet, sul sito della Congregazione per il clero (www.clerus.org).

Catechismo sui Novissimi
Sempre lo scorso anno è venuto alla luce il volume I Novissimi. Introduzione all’escatologia pubblicato dalle edizioni Ares (Milano, pp. 200, euro 12,39) a firma di due sacerdoti dell’Opus Dei: Justo Luis Sánchez de Alva e Jorge Molinero. Si tratta di un’opera di impostazione tradizionale che presenta la dottrina cattolica riguardante i Novissimi in modo catechistico. Non è un caso che il testo più citato è proprio il Catechismo della Chiesa cattolica del ’95.

Non mancano abbondanti citazioni dal Vaticano II (specialmente dalla Lumen gentium), puntuali riprese del Credo del popolo di Dio pronunciato da Paolo VI il 30 giugno del 1968, nonché numerosi riferimenti ai Concili più antichi e a documenti pontifici dei secoli passati. Il testo è articolato in tre parti: escatologia universale (con capitoli sul giudizio universale e sulla resurrezione dei morti); escatologia individuale (con capitoli sulla teologia della morte, sul paradiso e sull’inferno); escatologia intermedia, cioè sulla condizione dell’anima tra la morte e la resurrezione (e in questo ambito si trova la trattazione della dottrina del purgatorio).


Non mancano note interessanti e curiose.
Ad esempio viene ricordato che la credenza nella reincarnazione, che oggi è diffusa anche tra i fedeli cattolici per influenza delle religioni orientali, fu una caratteristica degli eretici catari del XIII secolo che non credevano al purgatorio e ritenevano che la purificazione delle anime bisognose si realizzasse in vite successive, sempre sulla terra. Il volume ripercorre poi rapidamente la vicenda di Giovanni XXII, il papa che nel corso del suo pontificato pronunciò delle omelie ai limiti dell’ortodossia – affermando che prima della fine del mondo le anime dei santi non vedono Dio faccia a faccia e i dannati non vanno all’inferno –, pentendosene poi alla fine della sua vita (questo momento di “confusione” dottrinaria fu risolto con la costituzione Benedictus Deus emanata nel 1336 dal succesore Benedetto XII).


Teologi e filosofi sull’aldilà
Da ultimo le edizioni San Paolo hanno mandato in libreria il volumetto Aldilà & dintorni. Dieci dialoghi sulle “cose ultime” (Milano, pp. 108, euro 8,26). Ne è autore il giornalista Roberto Righetto, responsabile delle pagine culturali del quotidiano della Cei Avvenire. Il volume ospita dieci interviste sul tema dei Novissimi a teologi come Giacomo Canobbio, Giovanni Ancona, Gianni Colzani e Luigi Sartori; filosofi come Sergio Givone (perentorio il suo «non toglietemi il purgatorio»), Umberto Regina e Vittorio Possenti; studiosi come Maurizio Maggi, Moreno Fiori ed Eugenio Corsini.


Questi colloqui sono preceduti da una precisa introduzione al tema in cui Righetto riporta, tra l’altro, le originali ipotesi teologiche lanciate dal cardinale Giacomo Biffi su quello che succede dopo la morte: «Quando gli occhi si chiudono, gli occhi si aprono e si vede se si è vicini o lontani da Cristo. Questo è il giudizio: ed è un giudizio immediato». Riguardo poi al giudizio universale, sono sempre le parole del cardinale Biffi riportate nel volume, «potrebbe essere un falso problema, nel senso che, se è vero che al di là del tempo non c’è il tempo, non è molto importante distinguere il giudizio particolare e il giudizio universale come se fossero temporalmente separati. Cioè, ambedue sono costituiti nell’unico istante che è quello dell’eternità».

In appendice al volume Righetto riporta opportunamente le tre catechesi sull’escatologia pronunciate da papa Giovanni Paolo II nel corso delle tre udienze generali del mercoledì, il 21 luglio, 28 luglio e 4 agosto 1999. Una curiosità. Nella seconda di queste lezioni, papa Wojtyla pronunciò una frase che a qualcuno sembrò echeggiare l’ipotesi balthasariana di un inferno vuoto. Questa: «La dannazione rimane una reale possibilità, ma non ci è dato di conoscere, senza speciale rivelazione divina, se (il corsivo è nostro, ndr) e quali esseri umani vi siano effettivamente coinvolti». In verità il papa non disse affatto che l'inferno è vuoto, la frase è chiara "la dannazione rimane una reale possibilità", come a dire che questa non è affatto messa in discussione, ciò che preme al papa è di sottolineare che non è dato nè alla Chiesa nè a noi comuni mortali "se e quali esseri umani vi siano realmente coinvolti".
Non è una negazione dell'inferno, al contrario, è una conferma fortemente magistrale. Quel "se" infatti, non riguarda il dubbio sull'inferno, ma "quali esseri umani vi siano realmente coinvolti".

Il limbo è finito nel limbo


Il rinato interesse per i Novissimi illustrato in queste pagine non riguarda il limbo, il luogo ai margini (limbus) del paradiso in cui, secondo una ipotesi teologica, verrebbero accolti i bambini morti prima di aver ricevuto il battesimo.
L’ipotesi, nata per conciliare da una parte la necessità del battesimo per la salvezza, dall’altra la misericordia divina nei confronti di bambini morti senza aver commesso alcun peccato personale, è sparita dal dibattito teologico attuale. Ma non del tutto. Almeno negli Stati Uniti infatti il limbo è ancora oggi oggetto di interesse.
La rivista conservatrice Laywitness (marzo/aprile 2002), bollettino dei Catholics united for the faith, ha pubblicato quattro pagine sul concetto del limbo affermando che «rimane una rispettabile opinione teologica che può essere fatta propria dai fedeli». Non è dello stesso parere il settimanale America (18 marzo), dei gesuiti statunitensi, che ne afferma l’inadeguatezza. Mentre un altro settimanale, l’Our Sunday Visitor (31 marzo), ricorda che l’idea del limbo non è mai entrata nell’insegnamento ufficiale della Chiesa e che neanche il Catechismo della Chiesa cattolica ne fa cenno, quando al n. 1261, afferma: «Quanto ai bambini morti senza il battesimo, la Chiesa non può che affidarli alla misericordia di Dio, come appunto fa nel rito dei funerali per loro. Infatti la grande misericordia di Dio […] e la tenerezza di Gesù verso i bambini […] ci consentono di sperare che vi sia una via di salvezza per i bambini morti senza il battesimo. Tanto più pressante è perciò l’invito della Chiesa a non impedire che i bambini vengano a Cristo mediante il dono del santo battesimo».

[SM=g1740758]

[Modificato da Caterina63 26/08/2012 11:34]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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