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Il Segretario personale del Papa, Benedetto XVI , mons. Georg nominato Vescovo

Ultimo Aggiornamento: 05/04/2013 13:54
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Risolto nel più clamoroso e spettacolare dei modi possibili il giallo della cosiddetta «Tavola Sordi», il dipinto quattrocentesco di proprietà del grande attore scomparso e attribuito a Francesco di Giorgio Martini. La tavola si trova nell’appartamento pontificio in Vaticano.

DONAZIONE - Fu Aurelia Sordi, la sorella dell’attore, a chiedere e ottenere udienza da papa Benedetto XVI mercoledì 4 febbraio 2009. Fu un’udienza riservatissima, nemmeno «L’Osservatore Romano» ne dette notizia. Aurelia Sordi regalò l’opera al Papa che decise subito di collocarla nel suo appartamento privato. Il legame di Joseph Ratzinger con quell’opera doveva essere fortissimo: monsignor Georg Ganswein, il suo segretario particolare, prefetto della Casa pontifica, la usò sull’invito che spedì a parenti ed amici per la sua ordinazione episcopale ad arcivescovo titolare eletto di Urbisaglia.

LA STORIA - La vicenda della Tavola Sordi è lunga. Giovedì l’ex sindaco di Roma ed ex ministro per i Beni e le attività culturali, Francesco Rutelli. Raccontava al Corriere della Sera , molto preoccupato, questa storia legata al carattere del grande attore, al suo rapporto con Roma e alla nebulosa che ora circonda il destino della sua ricchissima eredità: «Sordi ed io alla fine degli anni Novanta eravamo diventati grandi amici, festeggiavamo il nostro compleanno insieme, io sono nato il 14 giugno e lui era nato il 15. Comunque, un giorno mi invitò a casa sua e mi mostrò con orgoglio la splendida tavola dicendomi: «È il pezzo a cui tengo di più, sono legatissimo a questo gioiello. Sappi che, quando non ci sarò più, voglio che sia regalata a Roma, alla nostra città. Deciderai poi tu dove...». La tavola ha una storia illustre: venne esposta nel 1894 alla Royal Academy di Londra già con l’attribuzione a Francesco di Giorgio Martini, quasi certamente l’autore (tra mille dibattiti) della «Città ideale» esposta a Berlino alla Gemäldegalerie: sue madonne analoghe a questa sono esposte al Metropolitan musem di New York, alla Pinacoteca nazionale di Siena. Secondo la ricostruzione dei prestigiosi antiquari Apolloni di via del Babuino a Roma, l’opera venne comprata da Sordi negli anni Cinquanta.

VOLONTA' - L’attore non lasciò nulla di scritto ma la sua volontà era inequivocabilmente nota. Lo dimostrerà il fatto che, quando Alberto Sordi nel 2003 morirà, sarà proprio la sorella Aurelia a contattare (qualche anno dopo) Francesco Rutelli, diventato nel frattempo ministro per i Beni e le attività culturali. Racconta ancora l’ex ministro: «La signora Aurelia mi confermò con lucidità e precisione che la volontà del fratello era di regalare la Pala a Roma. Fu così gentile da permettere di far visionare l’opera dagli esperti del ministero. Chiesi di esaminarla a due personaggi di indiscutibile valore, come l’allora direttore generale del ministero e oggi sottosegretario Roberto Cecchi e come Cristina Acidini, soprintendente per il Polo museale fiorentino». Acidini e Cecchi studiarono con attenzione l’opera: una relazione di otto pagine, del 17 marzo 2008, riporta le caratteristiche storico-artistiche e strutturali della tavola. Alla fine si può leggere: «L’attribuzione a Francesco di Giorgio Martini può essere confermata precisando che, alla luce degli studi più recenti, egli fu probabilmente responsabile del disegno e della stesura pittorica delle due figure principali, Madonna e Gesù Bambino, mentre delegò la dipintura delle figure secondarie a un assistente, indicato convenzionalmente come "Fiduciario di Francesco"». Nel documento l’opera viene indicata come «Tavola Sordi», nome ormai «storicizzato» con mezzo secolo di possesso. Rutelli immaginò di collocarla al Museo nazionale di Arte antica di palazzo Barberini. Da quel momento nessuna notizia della Tavola.

ELEZIONI - Nella primavera 2008, alle elezioni vinse il centrodestra, la macchina ministeriale si arenò e, con tutta probabilità, il fascicolo si perse semplicemente perché mancava l’interesse che Rutelli personalmente aveva nei confronti del vecchio amico. Forse qui nasce la decisione di Aurelia Sordi di regalare la Tavola a Papa Benedetto XVI: Rutelli, che ignorava come tutti la destinazione, aveva inviato nei giorni scorsi una e-mail a Roberto Cecchi suggerendogli l’opportunità che il ministero avvii «una procedura per l’apposizione del vincolo per cautelarsi dalla dispersione o da una anomala destinazione». Perché? Persone amiche dell’ex ministro e che avevano visto recentemente casa Sordi («non faccio nomi per riservatezza», spiega Rutelli) non avevano trovato traccia della Tavola. Cecchi si è mosso subito, girando il dossier a Daniela Porro, nuova soprintendente al Polo museale romano. Ora il clamoroso sviluppo chiude ogni congettura: la Tavola è nell'appartamento papale. Chissà se papa Francesco l’ha già vista. E chissà cosa deciderà di farne ora, sapendo che la volontà di Sordi era di regalarla a Roma.

Paolo Conti5 aprile 2013 | 11:59

[SM=g1740733]


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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