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Bioetica: LA VITA E' SACRA: Dignitas Personae

Ultimo Aggiornamento: 21/01/2016 13:46
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CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE

CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DELL’ISTRUZIONE "DIGNITAS PERSONAE SU ALCUNE QUESTIONI DI BIOETICA"

Aula Giovanni Paolo II
Venerdì, 12 dicembre 2008

 

INTERVENTO DI S.E. MONS. LUIS FRANCISCO LADARIA FERRER, S.I.

INTERVENTO DI S.E. MONS. RINO FISICHELLA

INTERVENTO DELLA PROF.SSA MARIA LUISA DI PIETRO

INTERVENTO DI S.E. MONS. ELIO SGRECCIA

 

INTERVENTO DI S.E. MONS. LUIS FRANCISCO LADARIA FERRER, S.I.

In questa introduzione generale alla nuova Istruzione Dignitas personae mi limito a dire una breve parola innanzitutto circa il contesto in cui il Documento è nato, poi circa il suo scopo e valore dottrinale e, infine, circa la struttura del testo e il suo messaggio centrale.

1. Contesto

Lo sviluppo delle scienze biomediche costituisce indubbiamente uno dei segni più caratteristici dei nostri tempi. Al riguardo la Congregazione per la Dottrina della Fede è già intervenuta con l’Istruzione Donum vitae del 22 febbraio 1987, offrendo due criteri fondamentali per il discernimento morale in merito agli interventi sull’embrione e alle varie forme di fecondazione artificiale: (a) il rispetto incondizionato dell’essere umano fin dal suo concepimento e (b) il rispetto dell’originalità della trasmissione della vita umana tramite gli atti propri dei coniugi. Tali principi e le rispettive valutazioni morali, ribaditi autorevolmente nell’Enciclica Evangelium vitae di Giovanni Paolo II (del 25 marzo 1995), conservano intatto il loro valore.

Negli ultimi vent’anni, tuttavia, le scienze biomediche hanno fatto enormi progressi, giungendo a conoscere meglio le strutture biologiche dell’uomo e il processo della sua generazione. Le nuove tecnologie, da una parte, aprono nuove prospettive terapeutiche finora sconosciute, come, ad esempio, le terapie contro l’infertilità oppure l’uso delle cellule staminali adulte. D’altra parte, esse suscitano seri interrogativi di natura antropologica ed etica, se pensiamo, ad esempio, al congelamento, alla selezione e alla distruzione di migliaia e migliaia di embrioni, ai tentativi di clonazione umana o alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. Tali tematiche interessano oggi non solo alcuni medici e ricercatori, ma vengono ampiamente divulgate dai mezzi di comunicazione sociale; esse provocano attese e dubbi in settori sempre più vasti dell’opinione pubblica e richiedono talora decisioni da parte degli stessi Legislatori. Nel 2002 la Congregazione per la Dottrina della Fede decise pertanto di iniziare uno studio più approfondito circa le nuove questioni di bioetica al fine di apportare un aggiornamento alla Donum vitae.

Il compito di esaminare gli aspetti scientifici di tali questioni e di offrirne una prima valutazione morale fu affidato alla Pontificia Accademia per la Vita, istituita da Giovanni Paolo II con il compito specifico di "studiare, informare e formare circa i principali problemi di biomedicina e di diritto, relativi alla promozione e alla difesa della vita" (Motu Proprio Vitae mysterium, 11 febbraio 1994). La ricerca fu svolta, sotto la competente guida del Presidente emerito, S.E. Mons. Elio Sgreccia, da alcuni gruppi di lavoro, costituiti da un gran numero di esperti in materia provenienti da ogni parte del mondo.

Nel 2005 e 2006 l’ampia documentazione preparata dalla Pontificia Accademia per la Vita fu sottoposta alle istanze ordinarie della Congregazione per la Dottrina della Fede, cioè alla Consulta (riunione dei Consultori) e alla Sessione Ordinaria (riunione degli Em.mi ed Ecc.mi Membri). Dopo la decisione di preparare un nuovo Documento, sulla base di suddetta documentazione fu redatto un progetto di Istruzione, esaminato poi da una Commissione di esperti e quindi dalla Consulta e, infine, dalla Sessione Plenaria della Congregazione, svoltasi all’inizio del 2008. Dopo l’integrazione dei suggerimenti proposti dai Padri, il testo fu sottoposto ancora una volta alla Sessione Ordinaria e approvato da Benedetto XVI nell’Udienza del 20 giugno 2008.

2. Scopo e valore dottrinale

La nuova Istruzione, che porta la data dell’8 settembre 2008, Festa della Natività della Beata Vergine Maria, intende "promuovere la formazione delle coscienze" (n. 10) in un campo che riguarda non soltanto alcune tecniche biomediche, ma ha ripercussioni immediate per la concezione della stessa vita umana e del ruolo insostituibile del matrimonio nella trasmissione della vita. Con tale intervento il Magistero "non interviene nell’ambito della scienza medica come tale, ma richiama tutti gli interessati alla responsabilità etica e sociale del loro operato" (n. 10). Intende incoraggiare una ricerca biomedica che sia veramente rispettosa della dignità di ogni essere umano e della procreazione, auspicando "che siano molti i cristiani a dedicarsi al progresso della biomedicina e a testimoniare la propria fede in tale ambito" (n. 3).

L’Istruzione "si rivolge ai fedeli e a tutti coloro che cercano la verità" (n. 3). Attingendo "alla luce sia della ragione sia della fede", essa intende contribuire ad elaborare "una visione integrale dell’uomo e della sua vocazione, capace di accogliere tutto ciò che di buono emerge dalle opere degli uomini e dalle varie tradizioni culturali e religiose, che non raramente mostrano una grande riverenza per la vita" (n. 3). Si auspica, quindi, un confronto aperto e sereno tra tutti gli uomini di buona volontà al fine di affrontare insieme, per il bene dell’umanità, le questioni antropologiche che sottostanno alla ricerca biomedica.

Quanto al valore dottrinale del nuovo Documento, occorre ribadire che si tratta di una "Istruzione di natura dottrinale" (n. 1), emanata dalla Congregazione per la Dottrina della Fede e approvata espressamente dal Sommo Pontefice. Essa pertanto appartiene a quei documenti della Congregazione che "partecipano al Magistero ordinario del Successore di Pietro" (Istruzione Donum veritatis sulla vocazione ecclesiale del teologo, 24 maggio 1990, n. 18). Simili documenti sono da accogliere da parte dei fedeli con "l’assenso religioso del loro spirito" (n. 37).

3. Struttura e messaggio centrale

L’Istruzione "comprende tre parti: la prima richiama alcuni aspetti antropologici, teologici ed etici di importanza fondamentale; la seconda affronta nuovi problemi riguardanti la procreazione; la terza prende in esame alcune nuove proposte terapeutiche che comportano la manipolazione dell’embrione o del patrimonio genetico umano" (n. 3). Una breve Introduzione spiega la natura e lo scopo del Documento, la Conclusione riassume il suo messaggio centrale.

La nuova Istruzione inizia con le parole programmatiche Dignitas personae – la dignità della persona, che va riconosciuta ad ogni essere umano, dal concepimento alla morte naturale. Questo principio fondamentale "esprime un grande ‘sì’ alla vita umana", che "deve essere posto al centro della riflessione etica sulla ricerca biomedica" (n. 1). Ribadendo tale principio, la Chiesa intende difendere i poveri del mondo, ai quali appartengono anche gli esseri umani non ancora nati: "Il suo è sempre il grido evangelico in difesa dei poveri del mondo, di quanti sono minacciati, disprezzati e oppressi nei loro diritti umani" (n. 37; citazione di Giovanni Paolo II, Lettera a tutti i Vescovi circa "Il Vangelo della vita", 19 maggio 1991).

Il Documento, quindi, incoraggia la ricerca biomedica che rispetta la dignità di ogni essere umano e della procreazione ed auspica che "i risultati di questa ricerca siano resi disponibili anche nelle aree povere e colpite dalle malattie, per affrontare le necessità più urgenti e drammatiche dal punto di vista umanitario" (n. 3). Nel contempo esclude, come eticamente illecite, diverse tecnologie biomediche e sarà probabilmente accusato di contenere troppi divieti. Di fronte a tale prevedibile accusa occorre tuttavia ribadire che la Chiesa sente di dover dare voce a coloro che non hanno voce. "L’adempimento di questo dovere implica il coraggio di opporsi a tutte quelle pratiche che determinano una grave e ingiusta discriminazione nei confronti degli esseri umani non ancora nati… Dietro ogni ‘no’ rifulge, nella fatica del discernimento tra il bene e il male, un grande ‘sì’ al riconoscimento della dignità e del valore inalienabili di ogni singolo ed irripetibile essere umano chiamato all’esistenza" (n. 37).

In conclusione, si spera che i fedeli e anche tutti gli uomini di buona volontà, in particolare i medici e i ricercatori aperti al confronto e desiderosi di raggiungere la verità, sapranno comprendere e condividere i contenuti della presente Istruzione, "volti alla tutela della fragile condizione dell’essere umano nei suoi stadi iniziali di vita e alla promozione di una civiltà più umana" (n. 37).

 
[SM=g1740771]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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