A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

La Theotokos nei Padri della Chiesa

Ultimo Aggiornamento: 07/05/2013 14:50
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.988
Sesso: Femminile
31/01/2009 08:40
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota


Salus Populi Romani



Figlio di Maria nella carne, Signore di Maria nella maestà


P
erché, dunque [alle nozze di Cana], il figlio disse alla madre: Che c`è tra me e te, o donna? L`ora mia non è ancora venuta (Gv 2,4)? Nostro Signore Gesù Cristo era Dio e uomo; come Dio, non aveva madre; come uomo, sì. Era dunque madre della carne di lui, madre della sua umanità, madre della sua infermità che egli fece sua per noi. Ma il miracolo che egli stava per compiere era opera della sua divinità, non della sua infermità: in quanto era Dio, non in quanto era nato debole uomo. Ma il debole di Dio è più forte di tutta la potenza umana (1Cor 1,25). Sua madre gli chiede un miracolo: Gesù, nel momento di compiere un`opera divina, sembra non riconoscere le viscere umane, quasi dicesse: Quel che di me compie il miracolo non lo hai generato tu, tu non hai generato la mia natura divina; ma, poiché hai generato la mia infermità, allora ti riconoscerò quando questa mia infermità penderà sulla croce. Questo significa infatti: «L`ora mia non è ancora venuta». Allora riconoscerà sua madre, lui che certamente l`aveva sempre conosciuta.


  
Prima ancora che nascesse da lei, nella predestinazione l`aveva conosciuta come madre sua; prima che, come Dio, creasse colei da cui come uomo avrebbe avuto l`essere. Ma in un certo momento, per un disegno misterioso, non la riconosce, e in un altro momento, quello che ancora non era venuto, la riconosce, sempre per quel disegno misterioso. La riconoscerà allora, quando ciò che ella aveva partorito, stava morendo. Moriva, infatti, non ciò che per mezzo di Maria era stato fatto, ma ciò che Maria aveva fatto: non l`eterna divinità moriva, bensì l`infermità della carne. Con quella risposta, dunque, il Signore vuole distinguere, nella fede dei credenti, chi egli è, e come è venuto. E` venuto per mezzo di una donna, che gli è madre, lui che è Dio e Signore del cielo e della terra. In quanto Signore del mondo, Signore del cielo e della terra, egli è certamente Signore anche di Maria; in quanto creatore del cielo e della terra, è creatore anche di Maria; però in quanto - come è stato detto - fatto di donna, nato sotto la legge (Gal 4,4), è il figlio di Maria. Egli è, insieme, Signore di Maria e figlio di Maria, insieme creatore di Maria e fatto da Maria. Non ti meravigliare che egli è, insieme, figlio e Signore: è chiamato figlio di Maria come è chiamato anche figlio di Davide, ed è figlio di Davide, perché è figlio di Maria.


  
Ascoltate la testimonianza chiara dell`Apostolo: Nato secondo la carne dalla stirpe di Davide (Rm 1,3). Ma egli è pure il Signore di Davide - è Davide stesso che lo dice; ascolta: Parla Dio al mio Signore: siedi alla mia destra (Sal 109,1). Gesù stesso invocò questa testimonianza di fronte ai giudei, e con essa li costrinse al silenzio. Come dunque egli è insieme Signore e figlio di Davide - figlio di Davide secondo la carne, Signore di Davide secondo la divinità -, così è figlio di Maria secondo la carne, e Signore di Maria secondo la sua maestà. E poiché ella non era madre della divinità, e il miracolo che ella chiedeva doveva essere opera della divinità, per questo le rispose: «Che c`è tra me e te, o donna?»; d`altra parte, affinché tu, Maria, non credessi che egli ti rinnegava come madre, aggiunse: «L`ora mia non è ancora venuta»; allora ti riconoscerò, quando l`infermità, di cui sei madre, penderà dalla croce.


  
Vediamo se tutto ciò è vero. Narrando la passione del Signore, il medesimo evangelista, che conosceva la madre del Signore e che come tale ce l`ha presentata anche in queste nozze, così dice: Stava presso la croce la madre di Gesù, e Gesù dice alla madre: Donna, ecco il tuo figlio. E poi dice al discepolo: Ecco la madre tua (Gv 19,25-27). Affida la madre al discepolo; affida la madre, egli che stava per morire prima di lei, e che sarebbe risorto prima che ella morisse: egli, uomo, a un uomo raccomanda una creatura umana. Questa è la natura umana che Maria aveva partorito. Era già venuta l`ora della quale dianzi aveva detto: «L`ora mia non è ancora venuta».


  
Agostino, Commento al Vangelo di san Giovanni, 8,9



[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740717]


L'Alma Redemptoris Mater, molto venerata dal Sarnelli e dai primi padri a Ciorani

2. - La nascita di Cristo secondo gli oracoli


Negli ultimi tempi venne giù sulla terra, apparve piccolo, e fuoriuscì come novella luce dal seno della vergine Maria. Proveniente dal cielo, assunse figura umana. Dapprima Gabriele indicò la sua potente, santa figura, poi l`arcangelo parlò alla Vergine con queste parole: «Vergine, accogli Dio nel tuo seno immacolato!». Mentre così parlava, egli alitò la grazia di Dio sulla dolce ancella. Ella tuttavia fu assalita contemporaneamente da confusione e sorpresa allorché ascoltò ciò e cominciò a tremare. La sua mente era stordita, il cuore si mise a battere all`inaudito annuncio. Subito, però, ella si rallegrò e il cuore le divenne ardente grazie a quella voce; sorrise come sposa, le guance le si imporporarono, la gioia la dilettò, il pudore le abbellì l`animo, il coraggio le ritornò. La Parola volò nel suo corpo, col tempo divenne carne e nel seno materno, acquistando la vita, si plasmò fino ad assumere sembianza umana. E così nacque un bimbo da una nascita verginale. Quale grande miracolo per gli uomini, eppure niente è un grande miracolo per Dio Padre e Dio Figlio! La terra accolse felice il bimbo allorché questi nacque. Il trono celeste irradiò luce, l`universo gioì. E la stella divina, spuntata nuova, venne onorata dai magi e indicò il bimbo nella grotta ai timorati pastori di oche e di capre e ai pastori di agnelli. E Betlemme fu chiamata la patria divinamente prescelta del Logos.


  
Oracoli cristiani

[SM=g1740733] [SM=g1740733]

3. - Per la nascita dalla Vergine il Figlio di Dio non si è macchiato


A qualcuno sembra indegno che una tale divina maestà sia passata per il varco genitale di una donna: anche se non vi fu disdoro per il contagio del contatto virile, vi fu tuttavia per la lordura stessa del parto. Rispondiamo perciò brevemente secondo le loro stesse idee. Se uno, vedendo un bimbo morire in una fossa di fango, pur essendo grande e potente entrasse, per così dire, nel sommo del sudiciume per liberare dalla morte quel fanciullo, lo accuserai di essersi macchiato per aver pestato un po` di fango, o lo loderai per aver salvato la vita a chi altrimenti moriva? Ma ciò si riferisce a un uomo comune. Ritorniamo perciò a considerare la natura di colui che è nato. Quanto pensi che la natura del sole sia a lui inferiore? Senza dubbio quanto lo è la creatura di fronte al suo Creatore. Bada ora: se un raggio di sole cade in una fossa di fango, ne resta forse per ciò macchiato? O illuminare il sudiciume è disdicevole al sole? E il fuoco, quanto inferiore è, per la sua natura, a colui di cui parliamo? Ma nessuna materia, per quanto lurida e oscena, pensiamo che possa macchiare il fuoco.


  
Così dunque stanno le cose tra le realtà materiali: e tu credi che in quella natura, elevatissima e incorporea, che è ben sopra al fuoco e sopra ogni luce, possa inserirsi qualche macchia o luridume? E bada anche a quanto segue: noi diciamo che l`uomo è stato creato da Dio con il fango della terra. Ritenendo che Dio si macchi nel ricercare la sua opera, quanto più si dovrà asserirlo per averla all`inizio creata? Ed è superfluo chiedersi perché sia passato per un varco osceno quando non ti è lecito chiederti perché abbia creato realtà oscene. E perciò ci ha insegnato che esse sono oscene non per natura, ma per l`uso che se ne fa. Del resto, tutto ciò che appartiene al corpo è stato formato con lo stesso fango e si distingue solo per le diverse attività e funzioni naturali.


  
Rufino di Aquileia, Commento al simbolo apostolico, 12



[SM=g1740739] [SM=g1740739] [SM=g1740739] [SM=g1740739] [SM=g1740739] [SM=g1740739] [SM=g1740739] [SM=g1740739] [SM=g1740739]

 

Caravaggio: La Vergine Maria affida il Rosario a San Domenico e ai suoi frati


4. - Senso dell`espressione «genitrice di Dio»


L`unità della persona di Cristo si è costituita e perfezionata non certo dopo il parto della Vergine, ma nello stesso utero verginale; dobbiamo infatti stare attenti, con massima cura, di professare che Cristo non solo è uno, ma è sempre stato uno: è una bestemmia insopportabile se tu, pur concedendo che egli è uno, sostieni tuttavia che vi fu un tempo in cui non fu uno, ma due: cioè uno dopo il battesimo, due al tempo della nascita. E non potremo evitare altrimenti questo sacrilegio immenso, se non ammettendo che in lui Dio fu unito all`uomo, e di unità personale, non dall`ascensione o dalla risurrezione o dal battesimo in poi, ma già nella madre, già nell`utero, già al momento stesso della concezione verginale. E per questa unità personale le proprietà di Dio si attribuiscono all`uomo, indifferentemente e promiscuamente, e le proprietà della carne si attribuiscono a Dio. Per questo sta divinamente scritto che il figlio dell`uomo discese dal cielo (cf. Gv 3,13), e che il Signore della maestà fu crocifisso in terra (cf. 1Cor 2,8).
 
Perciò si dice che quando la carne del Signore fu fatta, fu creata, lo stesso Verbo di Dio fu fatto, la sapienza di Dio si compì, la scienza fu creata; proprio come si predice che le sue mani e i suoi piedi furono trafitti. Per questa unità personale, soggiungo, a motivo dell`identico mistero, è avvenuto che quando la carne del Verbo è nata dalla Vergine integra, lo stesso Dio Verbo è nato dalla Vergine; questo si crede secondo la vera e retta fede cattolica, e negarlo è somma empietà.


  
Stando così le cose, non vi sia nessuno che cerchi di privare la santa vergine Maria dei suoi privilegi di grazia divina e della sua speciale gloria. Dobbiamo infatti professare con somma verità e gioia che essa è genitrice di Dio, per dono del Signore Dio nostro, che è suo figlio; ma non lo è nel senso ammesso da una certa eresia empia [quella di Nestorio], sostenendo doversi chiamare madre di Dio per puro titolo, per aver cioè partorito un uomo che poi divenne Dio; in tal modo chiamiamo madre di un sacerdote o madre di un vescovo non colei che mise alla luce un sacerdote o un vescovo, ma colei che generò un uomo, il quale in seguito divenne sacerdote o vescovo. Non così, ripeto, è genitrice di Dio la beata Vergine, ma nel senso asserito sopra; nel suo sacro utero si è compiuto questo mistero sacrosanto: per l`unione personale unica e singolare, come il Verbo nella carne è carne, così l`uomo in Dio è Dio.


  
Vincenzo di Lérins, Commonitorio, 15


[SM=g1740734] [SM=g1740734] [SM=g1740734] [SM=g1740734] [SM=g1740734]


EMP M-66. - Maria fa visita a santa Elisabetta


L`angelo che annunziava un mistero disse alla Vergine Maria, per aiutarla a credere per mezzo di un segno, che una donna anziana e sterile stava per diventare madre, mostrando in questo modo che Dio può tutto ciò che vuole. Maria, appena udito questo, non già perché non credesse alla profezia, o fosse incerta sull`autorità di chi l`aveva fatta, o dubitasse della prova addotta, ma, come portata dal desiderio, tutta slancio e dedizione, nella sollecitudine che scaturisce dalla gioia, si diresse verso la regione montana. Poteva dunque non correre verso l`alto, Maria, piena ormai di Dio? La grazia dello Spirito Santo non sopporta gli indugi di una preparazione laboriosa...


  
E subito si manifestano i benefici dell`arrivo della Vergine e della presenza del Signore. Perché, appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le esultò nel seno ed ella fu ricolma di Spirito Santo (Lc 1,41). Notiamo la scelta appropriata di ogni parola. Elisabetta per prima udì la voce, ma fu Giovanni a percepire subito la grazia. La madre intese secondo l`ordine della natura, il figlio esultò in virtù del mistero. L`una riconobbe l`arrivo di Maria, l`altro quello del Signore; la donna avvertì la venuta della donna; il piccolo sentì giungere il piccolo. Elisabetta e Maria magnificano la grazia e i due figli operano dal di dentro, dando inizio a un mistero di misericordia a vantaggio delle loro madri. E queste, con un doppio miracolo, profetizzano sotto l`ispirazione dei loro figlioli. Il bambino esultò e la madre fu ripiena di Spirito Santo.

La madre però non fu ripiena prima del figlio, ma anzi, essendo il figlio pieno di Spirito Santo, ne colmò anche la madre. Giovanni ha esultato e ha esultato anche lo spirito di Maria. E, all`esultanza di Giovanni, Elisabetta è ripiena di Spirito Santo... Beata tu che hai creduto (Lc 1,45). Ma anche voi siete beati, perché avete udito e creduto. Ogni anima che crede, concepisce e genera la parola di Dio, riconoscendone le opere. Che in ciascuno di voi ci sia l`anima di Maria, per glorificare il Signore; ci sia lo spirito di Maria per trasalire di gioia in Dio.

Se una sola è madre di Cristo secondo la carne, secondo la fede invece Cristo è generato da tutti. Ogni anima infatti riceve il Verbo di Dio in sé, purché, senza macchia né colpa, sappia conservare coraggiosamente la propria castità. Perciò chiunque sa comportarsi così magnifica il Signore come l`anima di Maria lo ha magnificato, mentre il suo spirito esultava in Dio suo salvatore. E il Signore viene glorificato, come si legge in un altro passo: Magnificate il Signore con me (Sal 33,4). Non nel senso che la parola umana possa aggiungere qualcosa alla gloria del Signore, ma perché egli viene magnificato in noi. Infatti l`immagine di Dio è Cristo (cf. 2Cor 4,4; Col 1,15) e quindi l`anima che vive rettamente e compie il bene, magnifica questa immagine di Dio, a somiglianza della quale è stata creata. E nel magnificarla si sublima, partecipando in qualche modo alla sua grandezza.


  
Ambrogio, Commento al vangelo di san Luca, 2,19-23.26-27



[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740717]



(Santa Maria della Mercede)

5. - Significato della nascita carnale di Cristo


Dal momento che la Vergine santa ha generato fisicamente secondo la persona Dio unito alla carne, osserviamo che lei di conseguenza è anche madre di Dio. Non è che la natura del Verbo abbia assunto la sua origine dalla carne; infatti all`inizio era il Verbo, e il Verbo era Dio e il Verbo era presso Dio (Gv 1,1), ed egli è il creatore dei mondi, coeterno al Padre e l`architetto dell`universo. Ma poiché egli univa a se stesso secondo la persona la natura umana, così egli si è sottomesso alla nascita fisica dal seno materno. Non è che egli necessariamente o a motivo della sua peculiare natura avesse bisogno della nascita nel tempo e negli ultimi tempi, ma per benedire anche l`inizio della nostra esistenza. Così per il fatto che la donna partorì un Dio unito alla carne doveva cessare la condanna decretata contro l`intero genere umano, ossia la consegna dei nostri corpi mortali alla morte, doveva cessare tramite lei il giudizio: Partorirai con gran dolore (Gen 3,16), e realizzarsi la parola del profeta: Annienterà la morte per sempre e tergerà il Signore Iddio le lacrime da ogni volto (Is 25,8). Per questo motivo, osserviamo, egli ha benedetto le nozze in vista della nostra salvezza e insieme con gli apostoli ha accolto l`invito a Cana in Galilea.


  
Cirillo di Alessandria, Lettera a Nestorio, 2


[SM=g1740722] [SM=g1740722] [SM=g1740722] [SM=g1740722] [SM=g1740722]

6. - Eccezionalità della nascita di Cristo


In nessun istante Gesù fu un uomo come tutti gli altri, senza che fosse, cioè, unito e congiunto con Dio. Il Verbo stesso, al contrario, incarnandosi nella beata Vergine, fece del corpo di costei il proprio tempio: colui che ne uscì era, dal punto di vista esteriore, uomo, ma, intimamente, vero Dio. Anche dopo esser stato generato, perciò, ebbe una vergine per madre, ciò che non accadde a nessun altro dei santi. Giacché questi, infatti, non furono altro che uomini, a tutti loro toccò la medesima nascita umana. Egli, da parte sua, essendo realmente Dio, destinò a sé, al momento di rivestirsi dell`umanità, nella pienezza dei tempi, una maniera di nascere diversa da quella di chiunque altro. Perciò colei che, a giusto titolo, è considerata come beata è con ragione che deve esser chiamata «Madre di Dio» [il termine greco qui usato, «Theotókos», era già in uso da tempo presso la scuola alessandrina] e «Vergine-Madre»: non fu un uomo qualsiasi, infatti, quel Gesù che nacque da lei.


  
Cirillo di Alessandria, Contro coloro che non riconoscono che Maria è la madre di Dio, 4






[SM=g1740739] [SM=g1740739] [SM=g1740739] [SM=g1740739] [SM=g1740739] [SM=g1740739] [SM=g1740739] [SM=g1740739] [SM=g1740739]

                                                                           


7. - Motivo della beatitudine di Maria


Quella volta che fu annunciato a Gesù, il quale stava parlando con i suoi discepoli, che c`erano fuori la madre e i fratelli suoi, egli disse: Chi è la madre mia, e chi sono i miei fratelli? E, protesa la mano verso i suoi discepoli, disse: Ecco qua i fratelli miei; poiché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, quegli mi è fratello, sorella e madre (Mt 12,46-50). Anche Maria, dunque, perché fece la volontà del Padre. Questo, Dio lodò in lei, non cioè il fatto di aver generato dalla sua carne la carne del Figlio, quanto l`aver fatto la volontà del Padre. Fate attenzione.


  
Mentre la folla era piena di ammirazione per il Signore, alla vista dei miracoli e dei prodigi che manifestavano che cosa si nascondeva nella sua carne, qualcuno gridò, in preda all`entusiasmo: Beato il ventre che ti ha portato. E Gesù: Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio, e l`osservano (Lc 11,27-28). Come dire: anche mia madre, che voi avete chiamato beata, è beata perché osserva la parola di Dio, non perché in lei il Verbo si fece carne e abitò fra noi; perché ha custodito il Verbo di Dio per mezzo del quale è stata creata e che in lei si è fatto carne. Non godano, gli uomini, dei figli secondo la carne; esultino piuttosto se nello spirito sono uniti a Dio.


Agostino, Commento al Vangelo di san Giovanni, 10,3


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
OFFLINE
Post: 39.988
Sesso: Femminile
31/01/2009 08:53
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

8. - La nascita di Cristo da Maria


Volgete lo sguardo a Maria! Quando Gabriele entrò da lei e cominciò con lei a trattare, ella chiese: «Come avverrà ciò?». E il servo dello Spirito Santo gli rispose dicendo: «E` facile per Dio, perché tutto è a lui possibile». E lei, credendo fermamente a ciò che aveva udito, disse: «Ecco la serva del Signore». E subito il Verbo discese, si librò su di lei come gli piacque, entrò in lei e prese in lei abitazione, senza che nulla ella avvertisse. Così lo concepì, senza nulla soffrire; e nel suo seno egli divenne un bimbo, mentre il mondo intero era pieno di lui. Egli depose la sua figura per rinnovare la figura di Adamo tanto invecchiata. Quando tu dunque senti parlare della nascita di Dio, resta in silenzio: ciò che Gabriele disse resti impresso nel tuo spirito! Nulla vi è di troppo difficile per quell`eccelsa maestà che per noi si è abbassata a nascere tra di noi e da noi.


  
Oggi Maria è per noi un cielo, perché porta Dio. La divinità altissima infatti si è abbassata e in lei ha preso abitazione; in lei si è fatta piccola per far grandi noi, perché, per sua natura, essa non è piccola; in lei ha preso per noi una veste, perché si avverasse così per noi la redenzione. In Maria i detti dei profeti e dei giusti si sono adempiuti. Da lei è sorta per noi la luce e le tenebre del paganesimo sono scomparse. Ha molti nomi, ed è per me una gioia chiamarla con essi. E` la rocca in cui abita il potente re dei re. Ma non uscì da essa come vi entrò: in essa si rivestì invece di carne e così ne uscì. E` anche un nuovo cielo, perché vi abita il re dei re. Egli vi entrò e poi ne uscì vestito a somiglianza del mondo esteriore. Essa è una vite che portò come frutto un`uva, ma non secondo natura: ed essendo quest`uva di natura diversa dalla vite, ne assunse il colore e così ne uscì. Essa è la sorgente da cui sgorga l`acqua viva per gli assetati; coloro che hanno gustato questa bevanda portano frutto al cento per uno.

   Questo giorno non è dunque come il primo giorno della creazione. In quel giorno le creature furono chiamate all`essere; in questo giorno la terra è stata rinnovata e benedetta nei riguardi di Adamo, per il quale era stata maledetta. Eva e Adamo col peccato portarono la morte nel mondo, il Signore del mondo però ci ha dato in Maria una nuova vita. Il Maligno, ad opera del serpente, versò il veleno nell`orecchio di Eva; il Benigno invece si abbassò nella sua misericordia e tramite l`orecchio entrò in Maria. Per la stessa porta da cui era entrata la morte, è entrata anche la vita che ha ucciso la morte.

E le braccia di Maria hanno portato proprio colui che viene sorretto dai cherubini; quel Dio che l`universo non può abbracciare, è stato abbracciato e portato da Maria. Il re, davanti a cui tremano gli angeli, creature di fuoco e di spirito, giace nel seno della Vergine, che lo accarezza come un fanciullino. Il cielo è il trono della sua maestà, ed egli siede sulle ginocchia di Maria. La terra è lo sgabello dei suoi piedi, ed egli le saltella intorno infantilmente. La sua mano distesa segna la misura per la polvere, e come un fanciullo sulla polvere egli sgambetta.


  
Felice Adamo, che nella nascita di Cristo hai ritrovato la gloria che avevi perduta! Chi ha mai visto la creta servir da abito al vasaio? Chi ha mai visto il fuoco stesso avvolto in fasce? A tutto ciò si è abbassato Dio per amore dell`uomo. A tutto ciò si è umiliato Dio per amore del suo servo, che si era stoltamente innalzato e, su consiglio del Maligno omicida, aveva calpestato il divino comando. Egli, che aveva dato il comando, si umiliò per innalzarci. Grazie alla divina misericordia che si è abbassata sugli abitanti della terra, affinché il mondo ammalato fosse guarito dal medico su di essa apparso! Sia lode a lui e al Padre che lo ha mandato; e lode allo Spirito Santo, per sempre in tutti i secoli senza fine!


Efrem Siro, Inno per la nascita di Cristo, 1


[SM=g1740734] [SM=g1740734] [SM=g1740734] [SM=g1740734] [SM=g1740734]



9. - Inno del vescovo Rabbula di Edessa alla madre di Dio


Ave Maria, madre di Dio tutta santa, meraviglioso e splendido tesoro di tutto il mondo, luce irradiante, abitazione dell`Incomprensibile, tempio puro del Creatore di tutte le cose! Ave, perché per tuo tramite ci è stato annunziato colui che ha tolto i peccati del mondo e lo ha redento... Come ti loderemo, o umile, tu che sei tutta santa, tu che concedi a tutti i fedeli aiuto e forza! Noi tutti in questo mondo guardiamo su e aspettiamo la speranza della salvezza da te, o umile. Rinforza la nostra fede e dona pace a tutto il mondo. Per questo noi fedeli ti lodiamo come trono cherubico e come aula di Dio nel tempo. Prega e implora per noi tutti, affinché la nostra anima sia salvata dall`ira ventura.


 
O madre purissima, aiuta noi poveri, come è tuo solito. Tu vedi come noi, figli della terra, ci avviciniamo alla fine e ci perdiamo. Impetraci perciò la grazia con la tua intercessione, o Vergine pura e santa. Supplica continuamente per noi, affinché la nostra malvagità non ci mandi in rovina e rivolgiti a noi, o benedetta., mentre preghi il tuo Unigenito, il Figlio uscito da te, affinché abbia pietà di noi per la tua santa preghiera. Ave, o nave che porta agli uomini la nuova vita. Ave, o rocca santa, in cui scese il re dei re per abitarvi. Ave o umile Vergine, madre di Dio. Orsù benedetta, orsù beata! Porgi per noi al tuo Unigenito, al Figlio uscito da te, tutte le tue suppliche, affinché abbia pietà di noi per la tua santa preghiera.


 
O santa, intercedi presso il tuo Unigenito per i peccatori che in te cercano rifugio. Perché tutti i flagelli, da cui fu colpita la precedente generazione, sono pronti per noi e ci colpiscono. Vedi come il corruttore ha teso l`arco e pone le saette sulla corda per colpire, come egli usa. Vedi tutti questi segni premonitori nel cielo e sulla terra e i colpi che stringono il cuore. Per questo ci rifugiamo in te, per poter gridare al tuo Figlio dicendogli: Tu che punisci i cuori superbi, o Cristo, tu che colpisci e risani, correggici con la tua misericordia e acquistaci con la tua grazia: usa indulgenza e abbi misericordia di noi!


Rabbula di Edessa, Inni liturgici, 1-5



 



10. - Beata sei, Maria


Beata sei, Maria, perché in te hanno trovato soluzione gli enigmi e i misteri annunciati dai profeti. Mosè ti rappresentò nel roveto ardente e nella nuvola, Giacobbe nella scala, Davide nell`arca dell`alleanza ed Ezechiele nella porta chiusa e sigillata. Ed ecco, col tuo parto oggi tutti quei misteri si sono adempiuti. Sia lode al Padre che ha mandato il suo Figlio unigenito, sorto da Maria, liberandoci dall`errore e glorificandone la memoria sulla terra e nel cielo.


  
Beata sei, Maria, che lo hai concepito. Beata che lo hai partorito. Beata che hai nutrito colui che tutti nutre. Beata che hai portato nel tuo seno quel forte che porta il mondo nella sua potenza e tutto governa. Beata e benedetta che le tue labbra hanno baciato quella vampa che consuma il figlio della schiatta di Adamo. Beata sei tu, perché dal tuo seno è irradiato uno splendore che si diffonde su tutta la terra, la quale ora chiama te beata. Beata sei tu, perché col tuo latte hai nutrito Dio, il quale nella sua misericordia si è fatto piccolo per rendere grandi i miseri.


  
Gloria a te, o nostro rifugio! Gloria a te, o nostro orgoglio, perché per opera tua la nostra stirpe è stata innalzata al cielo. Supplica Dio, nato da te, che mandi pace e calma alla sua Chiesa. Per la forza delle tue preghiere, o madre dell`Altissimo, doni egli alla terra e ai suoi abitatori la pace piena! Lode a colui che è sorto da Maria, che l`ha fatta sua madre e che in lei si è fatto fanciullo. Sia benedetto il re dei re che si è fatto uomo e che ha innalzato la stirpe umana all`altezza del paradiso. Lode a colui che l`ha mandato a nostra redenzione e gloria allo Spirito Santo che cancella i nostri peccati!


B
alaj Siro, Preghiere e inni, 3,6

“Il Cristo è unico, perché Capo e Corpo formano un tutt’uno.Il Cristo è unico, perché è figlio di un unico Dio in cielo e di un’unica madre in terra.

Si hanno insieme molti figli e un solo figlio. Come infatti Capo e membra sono insieme un solo figlio e molti figli, così Maria e la Chiesa sono una sola e molti madri, una sola e molte vergini. Ambedue madri, ambedue vergini, ambedue concepiscono per opera dello Spirito Santo senza concupiscenza, ambedue danno al Padre figli senza peccato. Maria senza alcun peccato ha generato al corpo il Capo, la Chiesa nella remissione di tutti i peccati ha partorito al Capo il corpo.

Tutt’e due  sono madri di Cristo, ma nessuna delle due genera il tutto senza l’altra.”


Dai <Discorsi> del beato Isacco della Stella,abate.

Il brano precedente è solo un piccolissimo stralcio che ho scelto a caso. Questo nostro Santo ci rivela tanto su Maria e la nostra Chiesa.

E noi gli crediamo.



[SM=g1740739] [SM=g1740739] [SM=g1740739] [SM=g1740739] [SM=g1740739] [SM=g1740739] [SM=g1740739] [SM=g1740739] [SM=g1740739]

Cirillo d’Alessandria, il cantore della Theotókos

Si deve a questo Dottore e Padre della Chiesa se nel Concilio di Efeso si è riconosciuto il grande dogma della Divina Maternità di Maria.

 http://www.stpauls.it/madre06/0606md/0606md01.htm


N
on è semplice dire in breve di San Cirillo d'Alessandria, peraltro solo tardivamente conosciuto e venerato in Occidente; tanto che soltanto sotto il Pontificato di Leone XIII il suo culto venne esteso a tutta la Chiesa latina, riconoscendogli il titolo di "Dottore".

L’epoca in cui è vissuto San Cirillo, tra il IV e il V secolo, è costellata di eresie più o meno importanti. Fu perciò necessario l'intervento di Vescovi e di Concili per riportare i fedeli all’ortodossia della fede.


Cirillo era il Vescovo di Alessandria in Egitto quando sostenne con eloquente veemenza nel Concilio di Efeso [nell’anno 431] la tesi che la Madonna era vera Madre di Dio, in contrapposizione alla dottrina di Nestorio [prima Vescovo di Antiochia, poi Arcivescovo di Costantinopoli] che riteneva Maria solo la Madre della persona umana del Cristo.


Ancora oggi la sua dottrina cristologica [che considera sia la piena umanità di Cristo che la sua realtà umano-divina, insegnando la vera unità delle due nature in una persona, senza mescolanza] è alla base della nostra fede. Solo un uomo di grande intelligenza e cultura, ispirato da Dio, poteva enunciare, difendere e propagandare questo insegnamento.


Si deve quindi alla grandezza di Cirillo, Dottore e Padre della Chiesa, il fatto che ad Efeso è stato costruito uno dei pilastri fondamentali della nostra fede, e si è elevato a Maria il più grande "monumento" di tutti i tempi, il dogma della sua Divina Maternità.


San Cirillo d'Alessandria [incisione da dipinto del Domenichino, sec. XVII].
San Cirillo d’Alessandria [incisione da dipinto del Domenichino, sec. XVII].


Un Padre della Chiesa profondo mariologo


Di particolare interesse è la quarta delle sette Omelie che San Cirillo pronunziò durante il Concilio di Efeso, il celebre "Sermo in laudem Deiparae". In tale importante esempio di predicazione mariana, Cirillo celebra le grandezze divine della missione della Madonna, che è veramente la Theotókos, Madre di Dio, per la parte che Ella ha avuto nella concezione e nel parto dell’umanità del Verbo fatto carne.

San Cirillo continuò per tutto il resto della sua vita a scrivere in difesa della sua posizione, morendo il 27 Giugno 444, giorno nel quale la Chiesa celebra la sua memoria.


Della vasta opera teologica di Cirillo d’Alessandria citiamo qui le Tre apologie sui 12 anatematismi contro Nestorio; e ricordiamo il dialogo Perché Cristo è uno, dedicato al punto debole dell’impostazione cristologica antiochena, l’eccessiva distinzione fra divinità e umanità in Cristo.


Il 1° degli ‘Anatematismi’ suona così: "Se uno non professa che l’Emmanuele è realmente Dio e perciò che la santa Vergine è Madre di Dio [infatti, ha generato secondo la carne il Logos nato da Dio che si è fatto carne], sia anatema".[SM=g1740734] [SM=g1740720] [SM=g1740734]

Da sottolineare il fatto che "Emmanuele - Dio con noi" è appellativo cristologico prediletto da Cirillo proprio perché rileva il carattere insieme divino [= Dio] e umano [= con noi] di Cristo.


Il 2° degli "Anatematismi" aggiunge: "Se uno non professa che il Logos nato da Dio Padre è unito alla carne secondo l’ipostasi, e che uno solo è Cristo con propria carne, cioè che lo stesso è insieme Dio e uomo, sia anatema".


Qui si chiarisce che l’umanità di Cristo inerisce all’ipostasi [= soggetto] del Logos e non costituisce un altro soggetto rispetto a quello: tutto facile per noi professarlo; ma c’è voluta la sapienzialità delle cose di Dio di San Cirillo d’Alessandria per insegnarlo. E proprio per questo veneriamo in lui uno dei Padri della Chiesa, grande cantore di Maria Theotókos, Madre di Dio.

Bianca Maria Veneziani


[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740717]

Il 18 novembre 1964, Papa Paolo VI aveva annunciato, cosa evidentemente passata del tutto inosservata, che il 21 novembre, nonostante le decisioni contrarie della maggioranza del concilio, avrebbe riconosciuto a Maria il titolo di Mater Ecclesiae. Il 19 novembre, i cardinali Frings e Döpfner, gli arcivescovi Jaeger di Paderborn e Schäufele di Friburgo così come i vescovi Volk di Magonza e Höffner di Münster, si rivolsero al Papa direttamente con un'istanza per mitigare il prevedibile malumore nell'aula.

Il testo dell'istanza è teologicamente così ricercato che si presume scritto dal professor Ratzinger:  "È per noi una grande gioia che per un decreto di questo periodo conciliare la Vergine santissima venga onorata da Sua Santità come accade già nel capitolo vIIi del De EcclesiaDe Beata Maria Virgine Deipara in mysterio Christi et Ecclesiae. Apprezzeremmo molto che Maria venisse anche definita Mater fidelium come nello schema De Ecclesia.

Il titolo Maria Mater Ecclesia è auspicato anche da noi. Tuttavia non è da intendere in ogni senso.


 La commissione teologica non ha potuto evidentemente decidere di soddisfare nei "modi" i desideri espressi di proporre Maria Mater ecclesiae come testo conciliare (...) inoltre di definire Maria come Mater Christi et matrem hominum, maxime fidelium (...) se Maria Mater Ecclesiae viene intesa come Mater fidelium, allora questo ha un fondamento biblico.


Infatti, come Abramo all'inizio della Vecchia Alleanza viene definito Pater omnium credentium (Romani, 4, 11), così di Maria, che crede, si dice all'inizio della Nuova Alleanza "Beata Colei che ha creduto" (Luca, 1, 44). In questo senso il titolo Maria Mater Ecclesiae è giustificato nel migliore dei modi, è un arricchimento dell'ecclesiologia e della mariologia nonché un nuovo impulso alla devozione dei credenti.


Il titolo Maria Mater Ecclesiae potrebbe però essere inteso anche riferendolo alla Chiesa come istituzione e questo è più difficile da giustificare. Nell'ordo salutis corrispondono maternitas e paternitas. Quest'ultima per natura precede la maternitas.


Maria non sarebbe nostra madre se Dio non fosse prima nostro padre; Maria non sarebbe Regina, se Cristo non fosse Rex. Ella non sarebbe Domina, se Cristo non fosse Dominus
. [SM=g1740734]


Ora però nessuno chiama il Padre celeste, Cristo o lo Spirito Santo Pater Ecclesiae. Per il seguente motivo ciò sarebbe anche impossibile:  i ministeri che costituiscono la Chiesa come Institutio, contengono "per se" non la gratia filiationis. Questa è sempre data con la gratia sanctificans, ma non con l'incarico in quanto tale. Perciò Maria non si deve intendere Mater Ecclesiae nel senso di istituzione. Per questo chiediamo humillime, di unire il titolo Maria Mater Ecclesiae a quello di Mater fidelium e di darne questa interpretazione".


Tuttavia l'iniziativa presa dai vescovi tedeschi non riuscì a suscitare nel Papa maggiori riserve verso la propria decisione.

Nel 1973 il cardinale Frings ricordò:  "Nel suo discorso conclusivo il Papa annunciò che avrebbe attribuito alla Madre di Dio, Maria, il titolo Mater Ecclesiae, sebbene il concilio non avesse potuto decidere in proposito. Ciò fu accolto in modi diversi. Ricordo che il mio vecchio amico, il cardinale Ruffini di Palermo, ne fu entusiasta e quando uscimmo dalla basilica di san Pietro, disse:  "Ha vinto la Madonna, ha vinto la Madonna". Mi rallegrai con lui di tutto cuore per quella gioia, la realizzazione di un suo desiderio".


Dopo la fine del concilio e il ritiro del cardinale Frings dalla presidenza della Conferenza episcopale tedesca e dall'incarico di arcivescovo di Colonia, i contatti fra quel padre conciliare e il suo consigliere e collaboratore preferito si fecero più rari. Entrambi sono stati uniti dal timore che il concilio non fosse inteso come impulso riformistico, ma fosse frainteso come scintilla rivoluzionaria. Nessuno dei due era disposto a percorrere quel cammino, cosa che fa muovere al nostro attuale Papa la critica di essere un teologo conservatore.



(©L'Osservatore Romano - 11 ottobre 2008)

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
OFFLINE
Post: 39.988
Sesso: Femminile
08/09/2009 12:10
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

MISTERO DI CRISTO

Qualcuno udendo le parole: "In principio era il Verbo e il Verbo era Dio" (Gv 1, 1) e il Verbo è uscito dal Padre (cf. Gv 16, 28), si mette ad inquinare e a corrompere un dogma cosí limpido con nozioni grossolane ed oscure come la seguente: se genera, non si divide forse la sua sostanza?

Pensieri abominevoli, esecrandi ed impuri!
Colui che pronuncia cose del genere, perché mai non capisce come il Dio che si manifesta, non è mediante la carne che Egli assume una natura umana passibile, al fine di confezionarsi un corpo. Invece il bambino ci è nato per opera dello Spirito Santo, e né la Vergine sofferse alcunché, né lo Spirito subí alcuna diminuzione, né la potenza dell'Altissimo rimase divisa. Infatti lo Spirito si mantenne intero; la potenza dell'Altissimo rimase pure inalterata.

Quanto al bambino, è nato pure per intero e non guastò affatto l'integrità della madre. La carne fu dunque generata dalla carne, ma senza il movente della passione.

Però Eunomio non ammette che "lo splendore della gloria" (Eb 1, 3) provenga dalla gloria stessa. Non capisce che la gloria, nel generare la luce, non diminuisce né si divide. Del resto anche lo stesso pensiero dell'uomo viene generato dalla mente senza che questa resti divisa. Invece il Verbo divino, secondo loro, non può essere generato dal Padre senza che l'essenza di questi non venga divisa. Ma chi è cosí insano da non capire l'assurdità di una simile dottrina?

Se la dimostrazione di una tale assurda opinione fosse camuffata sotto un certo quale involucro di argomentazioni, giustamente mi darei da fare per confutare gli errori nascosti. Siccome invece l'empietà viene apertamente proclamata, non vedo che cosa possano aggiungere di piú i nostri discorsi.

Se la carne di Cristo fosse prima dei secoli; se fosse prima di Abramo, allora già sarebbe esistito ciò che è nato dalla Vergine. In tal caso la Vergine stessa sarebbe piú vecchia di Nachor; anzi sarebbe venuta ancora prima di Adamo. Ma che dico? Ella sarebbe anteriore alla creazione di tutte le cose e piú antica degli stessi secoli.

Se il Verbo si è infatti incarnato nella Vergine e la carne si è chiamata Gesú; se l'Apostolo afferma che Gesú è prima di tutte le cose (Col 1, 15), questo signore, se non sbaglio, ci fornisce argomenti per sostenere che Maria è coeterna con il Padre. Ma faccio silenzio sulle conclusioni incredibili ed assurde alle quali ci conducono delle affermazioni cosí inaudite ed empie.

Se dunque colui che venne dal cielo è Figlio dell'uomo, essendo nato da Maria, dal seme di Davide secondo la carne e se viene chiamato Figlio dell'uomo, quantunque venuto dal cielo, a loro parere sarebbe falso chiamarlo Figlio di Dio. Sostengono infatti che questo Figlio non ha nulla in comune con la divinità, né in quanto terreno, né in quanto celeste. Ma per riassumere le parole da lui dette, notiamo che Egli mette fine al discorso con questa asserzione: se il Figlio dell'uomo viene dal cielo e il Figlio di Dio dalla donna, perché non ritenere che il medesimo è Dio e uomo?

Con tutti coloro che professano la retta fede, anch'io dichiaro di credere che il medesimo è Dio e uomo, non però alla maniera in cui lo pensa Apollinare. Infatti la realtà non è come la pensa lui: che cioè la divinità diventa qualcosa di terreno e l'umanità qualcosa di celeste. Invece è la potenza dell'Altissimo che, per mezzo dello Spirito Santo, ha adombrato la natura umana (Lc 1, 35) e questa è stata cosí formata; cioè la porzione di carne è stata plasmata nella Vergine immacolata. Questo è il motivo per cui colui che è nato da lei viene chiamato Figlio dell'Altissimo. In effetti la divina potenza rende possibile una certa affinità della natura umana con Dio, mentre la carne rende possibile a Dio una certa parentela con l'uomo.

Colui che trasformò la vostra natura, rendendola conforme alla sua divina potenza, ha conservato in se stesso questa medesima natura senza mutilazioni e senza malattie, non avendo contratto quella debolezza che, a causa del peccato, pervade la volontà.

Afferma san Pietro: "Infatti non commise peccato né malizia alcuna fu trovata sulla sua bocca" (1 Pt 2, 22). Non pensiamo affatto che ciò sia accaduto in lui dopo un certo intervallo di tempo, ma appena fu concepito come uomo in Maria, nella quale "la Sapienza si costruì una dimora" (Prov 9,1). Per quanto concerne la sua natura, questa derivò bensì dalla materia passibile, ma appena discese lo Spirito Santo e la potenza dell'Altissimo coprì Maria con la sua ombra (cf. Lc 1, 35), immediatamente tale natura assunse le caratteristiche di colui che adombrava. Infatti ciò che è inferiore, se non c'è resistenza da parte sua, viene benedetto da ciò che è superiore.

Effettivamente la potenza della divinità è qualcosa di infinito e di incommensurabile; mentre al contrario la natura umana è qualcosa di piccolo, quasi un nulla. Pertanto, nell'istante stesso in cui lo Spirito Santo discese sulla Vergine e la potenza dell'Altissimo la ricoperse con la sua ombra, colui che in tal modo è stato plasmato in forma di tabernacolo, non contrasse minimamente la corruzione umana, pur divenendo uomo esattamente come l'uomo della prima creazione. Tuttavia Egli era spirito, grazia e potenza e in lui l'aspetto della nostra natura sfolgorava nella straordinarietà della potenza divina.

Se dunque predichiamo a voce alta e testimoniamo che Cristo è la potenza e la sapienza di Dio (cf. 1 Cor 1, 24), sempre immutabile, sempre incorruttibile; che, quantunque dimorante in un corpo mutevole e corruttibile, Egli stesso tuttavia non rimane inquinato, anzi purifica anche ciò che è inquinato, qual è il nostro torto e perché siamo presi in odio? Che cosa significano questi nuovi altari elevati contro di noi?

Forse che noi annunciamo un Gesú diverso? Forse ne indichiamo un altro? Proclamiamo forse una Scrittura differente? Qualcuno di noi ha forse osato chiamare madre di un uomo la Vergine Madre di Dio, come noi stessi sentiamo che alcuni di loro irriverentemente fanno?


(san Gregorio il Nisseno, prediche sull'Incarnazione)




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
OFFLINE
Post: 4.551
Sesso: Maschile
17/09/2009 21:45
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

MARIA negli scritti patristici 
Rispondi
Consiglia  Messaggio 1 di 13 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Teofilo  (Messaggio originale)Inviato: 22/11/2002 20.44

Giustino martire: Dialogo con Trifone 100, PG 6, 712,

II Figlio di Dio si è fatto uomo per mezzo della Vergine, affinchè la disobbedienza provocata dal serpente fosse annullata attraverso la stessa via per la quale prese inizio. Come infatti Èva, che era vergine e incorrotta, dopo aver accolto la parola del serpente, partorì disobbedienza e morte, allo stesso modo Maria, la Vergine, avendo ricevuto dall'Angelo Gabriele il buon annuncio che lo Spirito Santo sarebbe disceso su di lei e che la potenza dell'Altissimo l'avrebbe adombrata, concepì fede e gioia, per cui il santo nato da lei sarebbe stato il Figlio di Dio. Perciò rispose: " Mi avvenga secondo la tua parola " (Le 1,38). Cosi per mezzo di lei è nato colui a proposito del quale, come abbiamo dimostrato, sono state dettate tante Scritture. Per mezzo di lui Dio abbatte anche il serpente, insieme a quegli angeli e a quegli uomini che sono divenuti simili a lui.



Prima  Precedente  2-13 di 13  Successiva  Ultima 
Rispondi
Consiglia  Messaggio 2 di 13 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 22/11/2002 20.45

Ireneo: Contro le eresie 3,22

È proprio nel contesto della dottrina della ricapitolazione di tutte le cose in Cristo che Ireneo spiega il ruolo della Vergine santa nel piano divino della salvezza, ricorrendo al parallelismo Eva-Maria. Mentre Giustino, come si è visto, aveva toccato questo tema casualmente, Ireneo ne trae lo spunto per una più matura e profonda riflessione teologica:

Come Èva, la quale, pur avendo come marito Adamo, era ancora vergine..., disobbedendo divenne causa di morte per sé e per tutto il genere umano, allo stesso modo Maria, che, pur avendo lo sposo, era ancora vergine, obbedendo divenne causa di salvezza per sé e per l'intero genere umano... Così dunque il processo della disobbedienza di Èva trovò la soluzione grazie all'obbedienza di Maria. Ciò che Èva aveva legato a causa della sua incredulità, Maria lo ha sciolto mediante la sua fede.

Ireneo: Contro le eresie 5,19

Come Èva fu sedotta dalla parola dell'angelo (decaduto) al punto di fuggire davanti a dìo, avendo trasgredito la sua parola, così Maria ricevette il lieto annuncio per mezzo della parola dell'angelo, cosicché, obbedendo alla sua parola, portò Dio dentro di sé. E come quella si lasciò sedurre fino a disobbedire a Dio, così questa si lasciò persuadere in modo da obbedire a dìo. Per questo la Vergine Maria divenne avvocata della vergine Èva.

E come il genere umano fu legato alla morte a causa di una vergine, così ne fu liberato per mezzo di una Vergine, giacché la disobbedienza di una vergine fu controbilanciata dall'obbedienza della Vergine.

Se dunque il peccato del primo uomo fu riparato dalla retta condotta del Figlio primogenito (di Dio); se la scaltrezza del serpente fu vinta dalla semplicità della colomba (Maria), e se sono stati spezzati i legami che ci tenevano vincolati alla morte, sono stolti gli eretici: essi ignorano l'economia di Dio; ignorano la sua opera nei confronti dell'uomo .


Rispondi
Consiglia  Messaggio 3 di 13 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 22/11/2002 20.46

Ireneo: Dimostrazione 33

Era conveniente e giusto che Adamo fosse ricapitolato in Cristo affinchè la morte fosse assorbita nell’immortalità e che Eva fosse ricapitolata in Maria, affinchè la Vergine, divenuta avvocata di un’altra vergine, potesse annullare e distruggere con la sua verginale obbedienza, la disobbedienza verginale.

IL NUOVO ADAMO E LA NUOVA ÈVA

...L'apostolo Paolo, nella lettera ai Galati, afferma chiaramente che " dìo mandò il proprio Figlio, nato da una donna " (Gai 4,4). E anche nella lettera ai Romani dice: "Riguardo al Figlio suo, nato dal seme di Davide secondo la carne; costituito Figlio di dìo nella potenza, secondo lo Spirito di santificazione Ìn seguito alla risurrezione dai morti, Gesù Cristo nostro Signore" (Rm 1,3-4).

Se così non fosse, la sua discesa in Maria sarebbe inutile. A quale scopo infatti sarebbe disceso dentro di lei, se da lei non avesse dovuto prendere nulla? E inoltre, se non avesse preso nulla da Maria, non si sarebbe accostato ai cibi terreni; ne, dopo aver digiunato quaranta giorni come Mosè ed Elia, avrebbe patito la fame (cf. Mt 4,2) se il suo corpo non avesse sentito il bisogno del nutrimento; ne Giovanni, suo discepolo, avrebbe scritto di lui asserendo: " Gesù, stanco del viaggio, se ne stava seduto" (Gv 4,6). Neppure Davide avrebbe predetto di lui: "Hanno fatto un'aggiunta al dolore delle mie piaghe" (Sai 68,27). Ne Gesù avrebbe pianto su Lazzaro (cf. Gv 11,35) o sudato gocce di sangue (cf. Le 22,44) o detto: " L'anima mia è triste " (Mt 26,38); ne dal suo fianco colpito sarebbero sgorgati sangue e acqua (cf. Gv 19,34). Orbene questi fatti sono tutti dei segni che egli prese carne dalla terra, ricapitolando in se stesso questa carne al fine di salvare la propria creatura.

Per questo Luca descrive una genealogia che va dalla nascita del Signore nostro fino ad Adamo, comprendendo settantadue generazioni (cf. Le 3,23-38). Così il Signore congiunse la fine all'inizio e fa vedere come egli abbia ricapitolato in se stesso tutte le genti disseminate a partire dai tempi di Adamo e tutte le lingue e le generazioni umane unitamente al medesimo Adamo. Perciò lo stesso Adamo è stato definito da Paolo " figura di colui che doveva venire " (Rm 5,14). Il Verbo infatti, che è l'artefice di tutte le cose, aveva prefigurato in lui la futura economia secondo la quale il Figlio di Dio si sarebbe rivestito della natura umana. Dapprima Dio aveva creato l'uomo animale, evidentemente perché potesse essere salvato dall'uomo spirituale (cf. ICor 15,46). Siccome il Salvatore era preesistente, doveva venire all'esistenza anche la creatura che sarebbe dovuta essere salvata, affinchè il Salvatore non fosse inutile.

In conformità con questo disegno, accadde che la Vergine Maria fu trovata obbediente allorché disse: " Ecco la tua serva; mi avvenga secondo quanto hai detto" (Le 1,38). Ma Èva disobbedì; e lo fece quando era ancora vergine. Come Èva, che pure aveva quale marito Adamo, era ancora vergine allora — infatti " erano ambedue nudi " nel paradiso " e non ne provavano vergogna" (Gn 2,25), dal momento che erano stati creati poco tempo prima e non avevano idea alcuna a proposito della generazione dei figli: infatti occorreva che prima diventassero adulti e che solo allora incominciassero a moltiplicarsi — come Èva dunque, avendo disobbedito, divenne causa di morte per sé e per tutto il genere umano, così Maria, che pur avendo lo sposo a lei destinato era ancora vergine, obbedendo divenne causa di salvezza per sé e per tutto il genere umano.


Rispondi
Consiglia  Messaggio 4 di 13 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 22/11/2002 20.47

Ireneo: Contro le eresie 3,22

Per tale motivo la legge chiama la donna fidanzata a un uomo, moglie di colui che l'ha presa come fidanzata, anche se costei è ancora vergine; con questa espressione infatti vuole indicare retrospettivamente il riferimento di Maria ad Èva. In effetti se qualcosa è stata legata, non può essere sciolta se non disfacendo in senso inverso i nodi del legame, cosicché i primi nodi vengono sciolti mediante il disfacimento dei successivi e, inversamente, sono questi ultimi che liberano i primi. In una parola: il primo nodo è sciolto dal secondo e il secondo causa lo scioglimento del primo.

È questa la ragione per cui il Signore ha dichiarato che i primi sarebbero stati in realtà gli ultimi e gli ultimi i primi (cf. Mt 19,30). Anche il profeta afferma la stessa cosa quando dice: " Al posto dei padri, ti sono stati generati dei figli" (Sai 44,17). Il Signore, infatti, essendo divenuto " il Primogenito dei morti " (cf. Col 1,18) e avendo accolto nel suo seno gli antichi padri, li ha rigenerati alla vita di Dio, divenendo egli stesso il primo dei viventi (cf. Col 1,18), come Adamo era diventato il primo dei morti. Perciò Luca, volendo individuare gli inizi della genealogia del Signore, la riconduce indietro ad Adamo, indicando che non sono stati i padri a rigenerare il Figlio, ma è stato questi a rigenerare loro nel vangelo della vita. Così dunque avvenne che il nodo della disobbedienza di Èva fu sciolto dall’obbedienza di Maria; e ciò che la vergine Èva aveva legato con la sua incredulità, Maria lo ha sciolto con la sua fede.


Rispondi
Consiglia  Messaggio 5 di 13 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 22/11/2002 20.48

Tertulliano, De carne Chrìsti 17. 1-5, PL 2, 827-828

Èva credette al serpente; Maria credette a Gabriele. La prima credendo peccò; la seconda credendo cancellò il peccato. Ma, si dirà, alla parola del diavolo Èva non concepì nel proprio seno. Invece concepì: da allora infatti la parola del diavolo divenne in lei un seme che le fece concepire cose abiette e la fece partorire nel dolore. Alla fine diede alla luce il diavolo fratricida (Caino). Maria al contrario diede alla luce colui che un giorno salverà Israele, suo fratello carnale e suo carnefice. Dio dunque mandò nel seno (di Maria) il Verbo divino, affinchè questi, da buon fratello, cancellasse perfino il ricordo del fratello cattivo.

Nota: Questa testimonianza di Tertulliano appare estremamente preziosa perché conferma che la dottrina del parallelismo Eva-Maria era conosciuta anche in occidente già nei primi secoli e che pertanto la figura di Maria incominciava a diventare oggetto di riflessione teologica in tutta la Chiesa.


Rispondi
Consiglia  Messaggio 6 di 13 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 22/11/2002 20.51

Tertulliano: MARIA TERRA VERGINE

Innanzi tutto occorrerà difendere il motivo che esigeva che il Figlio di Dìo nascesse da una Vergine. In modo nuovo infatti doveva nascere l'iniziatore di una nuova nascita, a proposito della quale il Signore aveva dato un segno preannunciato da Isaia. Quale segno? " Ecco, la vergine concepirà e partorirà un Figlio " (Is 7,14). La Vergine dunque concepì e partorì l'Emmanuele, che significa Dio-con-noi.

Ed è questa la nuova nascita: che l'uomo nasce da Dio da quando Dio è nato nell'uomo, dopo aver assunto la carne dell'antico seme, ma senza servirsi di questo seme, in modo da riformarla mediante un nuovo seme, cioè quello spirituale, e purificarla dopo aver eliminato tutte le antiche macchie. Ma, come avvenne per tutti gli eventi, questa totale novità è stata raffigurata nell'antico sapiente disegno imperniato su una vergine. Quando fu creato l'uomo per opera di Dio, la terra era ancora vergine, non essendo stata violata dal lavoro dell'uomo ne sottoposta alla semina. Sappiamo che da essa Dio creò l'uomo quale anima vivente.

Se dunque il primo Adamo fu creato in questo modo, a più forte ragione il nuovo e ultimo Adamo, come disse l'Apostolo, doveva essere estratto da una terra vergine, cioè da una carne non ancora violata dalla generazione, per opera di Dio, affinchè diventasse spirito che da vita. E tuttavia, affinchè non appaia mutile l'introduzione del nome di Adamo, per quale ragione l'Apostolo ha chiamato "Adamo" il Cristo (cf. ICor 15,45) se la sua umanità non ha avuto un'origine terrena? Ma anche qui viene in aiuto alla nostra apologià una motivazione di natura sa-pienziale: mediante un'operazione uguale, Dio ha ricuperato la sua immagine e la sua somiglianzà che erano state catturate dal demonio.

Come infatti la parola del diavolo, creatrice di morte, era penetrata in Èva, che era ancora vergine, analogamente doveva entrare in una Vergine il Verbo di dìo, edificatore della vita, affinchè colui che era andato in perdizione fosse ricondotto alla salvezza per mezzo del medesimo sesso. Èva aveva creduto al serpente; Maria credette a Gabriele: il peccato che Èva aveva commesso prestando fede (al serpente) fu cancellato da Maria che pure credette (a Dio).


Rispondi
Consiglia  Messaggio 7 di 13 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 22/11/2002 20.52

Tertulliano, De virginibus velandis 6, 1, PL 2, 945-946)

IN CHE SENSO MARIA E' DETTA:  DONNA

Vediamo ora se anche l'Apostolo conserva al vocabolo il medesimo senso della Genesi, la quale lo applica al sesso (cf. Gn 2,23), allorché chiama donna la Vergine Maria (cf. Gai 4,4), come la Genesi aveva chiamato donna Èva. Scrivendo ai Galati dice: " Dio mandò suo Figlio, fatto da donna ", la quale consta che è vergine, anche se Ebione è di parere diverso.

Pure l'angelo Gabriele, mandato alla Vergine, quando la dichiara beata, la colloca tra le donne e non tra le vergini: " Benedetta tu fra le donne " (Le 1,42). Sapeva benissimo l'angelo che anche una vergine può essere chiamata donna.

A queste due testimonianze qualcuno credette di aver dato una spiegazione ingegnosa dicendo che, siccome Maria era sposata, per questo fu salutata donna sia dall'angelo che dall'Apostolo. Infatti colei che è sposata in certo qual modo è nupta (cioè non più vergine). Tuttavia tra l'essere "in certo qual modo" nupta ed esserlo realmente vi è una differenza che si applica solo in questo caso. Negli altri casi invece sposata e nupta coincidono.

Essi invece (Paolo e Gabriele) dissero che Maria è donna, non come se fosse già nupta, ma semplicemente perché è di sesso femminile, anche se ancora vergine; e questo è il significato originario con cui fu usata la parola donna (cf. Gn 2,23).


Rispondi
Consiglia  Messaggio 8 di 13 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 22/11/2002 20.53

Clemente Alessandrino: Pedagogo 1,6

II Signore Gesù, frutto della Vergine, non ha proclamato beato il seno delle donne; ne le ha scelte per dare il nutrimento. Ma quando il Padre, pieno di bontà e di amore per gli uomini, ha fatto piovere sulla terra il suo Verbo, questo Verbo stesso divenne il nutrimento spirituale degli uomini virtuosi. Che misterioso prodigio!

Vi è un solo Padre di tutti, un solo Verbo di tutti e lo Spirito Santo è uno e identico dappertutto. Vi è anche una sola vergine madre, che amo chiamare Chiesa. Soltanto questa madre non ebbe il latte, perché sola non divenne donna. Essa è vergine e madre contemporaneamente; Ìntegra in quanto vergine e piena di amore come madre.

Attrae a sé i suoi figli e li allatta con un latte sacro, cioè il Verbo fatto bambino. Non ebbe latte perché il latte era questo bambino, bello e appropriato, cioè il corpo di Cristo.


Rispondi
Consiglia  Messaggio 9 di 13 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 22/11/2002 20.55

 SUB TUUM PRAESIDIUM " (Dal papiro della Rylands Library)

Sotto la tua misericordia cerchiamo rifugio, o madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo in difficoltà, ma liberaci dal pericolo, o tu che sei la sola pura e la sola benedetta.


Rispondi
Consiglia  Messaggio 10 di 13 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 22/11/2002 20.56

(Ongene, Omelie su Luca 8, 1-4, PG 13, 1820-1821)

"L'ANIMA MIA MAGNIFICA IL SIGNORE"

Due facoltà, l'anima e lo spirito, esprimono una duplice lode. L'anima celebra il Signore mentre lo spirito loda Dio; non perché la lode al Signore sia diversa dalla lode a Dio, dal momento che colui il quale è Dio è anche il Signore e colui che è il Signore è anche Dio.

Ci domandiamo in qual modo l'anima possa magnificare il Signore. Se il Signore infatti non può essere soggetto ne alla crescita ne alla diminuzione, essendo colui che è, per quale motivo dice ora Maria: "L'anima mia magnifica il Signore"?

Se considero che il Signore e Salvatore è " l'immagine del Dio invisibile " (Col 1,15) e se constato che la mia anima è fatta " a immagine del Creatore" (Gn 1,27) per essere l'immagine dell'immagine (in effetti la mia anima non è propriamente l'immagine di Dio, ma è stata formata a somiglianzà dell'immagine primitiva), in tal caso potrò comprendere la cosa ponendola in questi termini: alla stregua di coloro che dipingono immagini e che, dopo aver scelto, ad esempio, il volto di un rè, rivolgono la loro abilità artistica a copiare un unico modello, così ognuno di noi, trasformando la propria anima a immagine di Cristo, riproduce un'immagine di lui più o meno grande, talvolta trascurata e sporca, tal altra nitida e luminosa e rispondente all'originale.

Perciò, quando avrò reso più grande l'immagine dell'immagine, vale a dire la mia anima, e l'avrò magnificata con le opere, con il pensiero, con la parola, allora l'immagine di dìo diventa più grande e lo stesso Signore, di cui l'anima è l'immagine, viene magnificato nella nostra stessa anima. E come il Signore cresce nella nostra immagine, così, se siamo peccatori, egli diminuisce e decresce.

Parlando in modo più preciso, il Signore ne diminuisce ne decresce. Siamo noi che, invece di indossare l'immagine del Salvatore, ci rivestiamo di altre immagini. Al posto dell'immagine del Verbo, della sapienza, della giustizia e di tutte le altre virtù, assumiamo le sembianze del demonio, al punto di poter essere chiamati "serpenti, generazione di vipere" (Mt 23,33). Indossiamo anche la maschera del Icone, del drago e delle volpi, allorché diventiamo crudeli, velenosi, astuti; e perfino quella del ca-prone, quando siamo troppo inclinati verso Ì piaceri dei sensi.

Ricordo di aver detto un giorno, spiegando il passo del Deuteronomio in cui sta scritto: " Non fate alcuna immagine di uomo o di donna, nessuna immagine di animale" (Dt 4,16-17), che, essendo " la legge spirituale " (Rm 7,14), alcuni si formano a immagine d'uomo, altri di donna, altri rassomigliano agli uccelli, ai rettili e ai serpenti; altri infine rassomigliano a Dio. Chi ha letto quella spiegazione comprenderà in qual modo si debbano intendere queste parole.

Orbene, dapprima l'anima di Maria magnifica il Signore e, dopo, il suo spirito esulta in Dio. Ciò significa che, se prima non siamo cresciuti, non possiamo esultare.


Rispondi
Consiglia  Messaggio 11 di 13 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 22/11/2002 20.57

Origene, Commento a Giovanni 1, 4, PG 11, 1408 L'APOSTOLO GIOVANNI RICEVE MARIA COME MADRE

Occorre quindi avere l'ardire di affermare da una parte che i vangeli sono le primizie dell'intera Scrittura e dall'altra parte che primizia dei vangeli è quello di Giovanni, il cui senso profondo non può essere colto se non da colui che ha poggiato il capo sul petto di Gesù e che da lui ha ricevuto Maria come sua propria madre.

Colui che sarà un altro Giovanni deve diventare tale da essere indicato da Gesù, per così dire, come un altro Giovanni, vale a dire come un altro Gesù. Se infatti non esiste alcun figlio di Maria all'infuori di Gesù, secondo il parere di coloro che pensano rottamente di lei, e ciò nonostante Gesù disse a sua madre: "Ecco il tuo figlio" (Gv 19,26), e non già: Ecco anche questo è tuo figlio; ciò significa: Questi è Gesù che hai partorito.

Chiunque infatti è perfetto, non è più lui a vivere, ma in lui vive Cristo (cf. Gal 2,20); perciò quando si parla di lui a Maria, si dice: Ecco il tuo figlio, cioè Gesù Cristo.


Rispondi
Consiglia  Messaggio 12 di 13 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 22/11/2002 20.58

Origene, Contro Celso 1, 39, PG 11, 733) MARIA, DONNA DI UMILI CONDIZIONI

Non mi sembra opportuno battermi contro accuse proferite senza serietà e per ischerzo (da Celso): " Era forse bella la madre di Gesù ed è forse per la sua bellezza che Dio si unì a lei, egli che per natura non può innamorarsi di un corpo incorruttibile? Non è poi sconveniente che Dio si sia innamorato di una che non era ne ricca ne di stirpe regale, giacché nessuno la conosceva, neppure i suoi vicini? ". Asserisce ancora, scherzando, che " quando venne in odio al falegname e fu da lui scacciata, non potè salvarla neppure la potenza divina ne le sue proteste di fedeltà. No — conclude — tutto questo non ha nulla a che vedere con il regno di dìo ". In che cosa differisce questo dalle villanie che alcuni proferiscono per strada, senza il minimo decoro?


Rispondi
Consiglia  Messaggio 13 di 13 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 25/12/2002 20.42

S.Agostino:

Da "Natura e Grazia" 36,42

Eccettuata la santa Vergine della quale, per l’onore del Signore, non voglio assolutamente che si faccia questione quando si parla di peccato, poiché come possiamo sapere quale maggior abbondanza di grazia le sia stata conferita per vincere da ogni parte il peccato, mentre meritò di concepire e partorire Colui che è ben certo di non avere alcun peccato?

OFFLINE
Post: 39.988
Sesso: Femminile
19/11/2009 12:20
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

[SM=g1740722] STUPENDA CATECHESI MARIANA ORTODOSSA.....



Maria, Madre di Dio, (Theotokos)
nella tradizione della Chiesa Ortodossa

In questa meditazione, carissimi fratelli, ”Maria, Madre di Dio, (Theotokos) nella tradizione della Chiesa Ortodossa”, non è possibile affrontare l’argomento, in poco tempo, un tema, senza dubbio importantissimo per la cristianità, in tutta la sua vastità e conseguente complessità, ma senz’altro cercherò di affermare la grande verità che la Chiesa Ortodossa proclama, cosa che viene dimostrata dalla prassi della sua spiritualità liturgica che è in verità l’interpretazione dello spirito e della dottrina dei suoi Santi Padri.


Il suo grande inneggiatore Giovanni Damasceno esclama: “Veramente, Maria è superiore a tutta la creazione”.
Questa profonda devozione per Maria è certamente diversa dall’adorazione data soltanto alla Santissima Trinità.
Epifanio risponde meravigliosamente:”per Maria dobbiamo dare devozione, per il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo: adorazione”.

In questo momento, ricordo un inno meraviglioso che canta la Chiesa Ortodossa durante il solenne mattutino del 15 agosto: “nella sua persona, Maria,Vergine Immacolata,si sono sconfitte le norme della natura:….Vergine dopo il parto,e viva dopo la morte”.
È verità indiscutibile la Liturgia Ortodossa, non è avara di elogi verso la “THEOTOKOS”; ne canta l’eccezionale ruolo nell’economia della salvezza.

Maria, novella Eva, è “all’origine d’una nuova progenie di uomini, comunicanti alla vita di Dio”.
Con inni, che elevano l’anima del fedele vicino al nostro Signore e Creatore dell’umanità, canta la Chiesa Ortodossa anche la glorificazione corporale di cui la Theotokos fu oggetto dopo la sua morte.
In essa “vede lo scopo e il compimento di tutta la creazione, pronta, finalmente, a ricevere il Salvatore.
Maria è la “Madre di Dio” la Theotokos; è colei che,in nome di tutta la nostra stirpe, ha accolto il Dio liberatore”.

Di grande importanza è il cosiddetto inno Akathistos, il quale è glorificazione della Madre di Dio e riassume tutta la Teologia Mariana centrata sul mistero.

San Giovanni Damasceno nel suo libro,”OKTOICHOS”, oggi usato nelle funzioni dei Vesperi e dei Mattutini,scrive così per la Madonna: “Cantiamo, fedeli, la gloria dell’universo. La porta del cielo, la Vergine Maria, il Fiore della stirpe umana e la madre di Dio, colei che è il cielo e il tempio della divinità, colei che ha atterrato le barriere del peccato, che è la conferma della nostra fede.
Il Signore che da lei è nato, combatte per noi. Sii pieno di forza e coraggio,o popolo di Dio,perché Egli, l’Onnipotente, ha vinto i nemici”.
Questo importantissimo pensiero del grande teologo della Chiesa Indivisa San Giovanni Damasceno si immerge in un clima di azione di grazia.


In occasione della grande festa dell’Esaltazione della Croce, la chiesa Ortodossa, con esultanza canta: “Tu sei Madre di Dio, il paradiso mistico, in cui Cristo è germogliato spontaneamente; per Lui è stato piantato nel mondo l’albero vivificante della Croce”.
La Teologia, la Liturgia, l’Eortologia, l’Innografia e l’Iconografia, camminano insieme e possiamo dire quasi sempre, che l’una evidenzia l’altra in modo che un punto oscuro da una parte trova la risposta Ortodossa, la chiarezza e la precisione come dicono i Padri orientali, in un'altra.
Ascoltiamo sant’Ignazio riguardo a Maria: “Uno solo è il medico del corpo e dello Spirito, generato e ingerito, Dio manifestatosi in carne, vita vera nella morte, da Maria e da Dio, prima passibile e poi impassibile, Gesù Cristo il Signore nostro”.

Nel periodo pre-Niceno, la Mariologia in Oriente Ortodosso, si può ricapitolare in tre punti:
1°) La maternità Divina, 2°) La perpetua verginità 3°) Il parallelismo Eva – Maria.
È verità incontestabile che la Vergine Maria fa parte dell’umanità; è una gloria dell’umanità “ della quale condivide la sorte, tutta la sorte”.
Cooperando, così, alla grazia, l’umanità può dirsi vittoriosa sul male: veramente, una creatura di Dio. Come noi, ha risposto totalmente “sì” a Dio e diventa la “nuova Eva”, per mutare il corso della storia dell’umanità.
Infatti, con la vergine Maria, abbiamo una nuova creazione dell’uomo, che nasce non “dalla carne e dal sangue, ma da Dio”.
È senza dubbio, l’uomo nuovo che nasce verginalmente dalla vasca battesimale, diventando membro del regno dei cieli.
Perciò, Maria, si identifica con la Chiesa, il sacro luogo dove si compie l’unione tra creatura e Creatore, tra l’umano e il Divino.
Ricordo qui un testo di San Clemente di Alessandria che dice: o prodigio mistico! Uno è il Padre di tutti; uno è anche il Verbo e lo Spirito Santo….e una sola è, nello stesso tempo madre e vergine, e a me piace chiamarla “Chiesa” e “questa madre soltanto non ebbe latte, perché e la sola che, dopo il parto, non può chiamarsi donna, perché è, contemporaneamente, Vergine e Madre”; e continua San Clemente: “Come Vergine è incorrotta, ma come Madre è sposa diletta, che raccoglie i propri figli li nutre con latte Santo…”.
Vediamo con ammirazione che la vergine Maria diventa così, “guida” per l’uomo; e la “Odigitria”; è un modello perfetto, dimostrando all’uomo che lui deve arrivare dove essa è già arrivata: alla deificazione (Theosis), cioè all’unione perfetta con Dio, alle nozze mistiche tra la creatura e il Creatore.
Perciò Iddio si fa uomo, perché ama questa sua creatura, che ricapitola in sé tutto il creato: “Microcosmo”, come dicono i padri Capadoci, “ in quanto partecipa del mondo sensibile col corpo, e di quello soprasensibile con l’anima, e l’uomo che veramente ama Dio deve trasformarsi in Lui, cooperando alla Grazia”.
Con Essa riprende il dialogo interrotto nell’Eden con l’uomo, fatto “ad immagine secondo la somiglianza” di Dio, come dice Genesi.

È la scena dell’annunciazione a Nazaret. Iddio parla all’uomo per mezzo dell’Arcangelo Gabriele e chiede il suo consenso libero a queste nozze mistiche tra il Creatore e la creatura umana.
Maria, conscia (di appartenere) che lei fa parte dell’umanità, conscia che Essa appartiene alla natura di Adamo, non soltanto ascolta e custodisce la parola di Dio, ma anche dal suo libero consenso; risponde con libertà totalmente si a Dio e così prende essenziale parte alla salvezza dell’uomo, diventando la nuova Eva, mutando così il corso della storia dell’umanità, “pur ereditando la mortalità ereditaria, patrimonio di tutta l’umanità; essa mette fine, con la propria autodeterminazione, alla corruzione e alla morte”.
Mentre Adamo ed Eva avevano ascoltato le parole di Satana, Maria, chiedendo soltanto come può compiersi il mistero, ascolta e custodisce la parola di Dio.
Il verbo si fa carne e Maria con la sua preziosa parte dell’economia divina, dona all’umanità la redenzione e la grazia Divina.

Quando al Salvatore dirà una voce del pubblico: ” beato il seno che ti ha allattato; beato il ventre che ti ha portato”, Egli risponderà che “beatitudine maggiore è per la Madre Divina l’aver ascoltato la parola di Dio e averla custodita”, come riferisce l’evangelista San Luca.
In quanto alla maternità Divina, la Teologia Mariana Ortodossa rimane fedele alla dottrina del III° concilio Ecumenico di Efeso.
Matteo, richiamandosi al testo di Isaia, dice: ”Concepirà e partorirà un figlio, che sarà chiamato Emanuele ciò che significa “Dio è con noi”.
Se Colui che viene generato è Dio, chi lo genera è Madre di Dio.
Nella visita che la Vergine fece ad Elisabetta, narrata da Luca, la madre del precursore chiamò la Vergine “Madre del mio Signore”.
Lo stesso Luca descrivendo il mistero dell’annunciazione, chiama il Salvatore “Figlio dell’Altissimo”, “Figlio di Dio”; implicitamente chiama Maria “Madre dell’Altissimo”, “Madre di Dio”.

San Paolo ai Galati scrive: “…mandò Iddio il proprio figlio, fatto da una donna…”.

I Padri Apostolici si basano sulla stessa base: “Nato dal Padre prima dei secoli”; “nato dalla Vergine nel tempo”.

San Gregorio il teologo diceva: “Chi non considera Maria come madre di Dio è fuori dalla divinità”, cioè dalla chiesa.[SM=g1740721]

È verità indiscutibile che l’uomo per arrivare alla sua Theosis (deificazione) è incoraggiato dalla Santa presenza continua di questa creatura sublime, vera creatura come noi.
Nel suo cammino, allora, verso Dio, l’uomo conosce molto bene che un’altra creatura come lui figlia di Adamo e di Eva, come lui stesso è già asceso verso il cielo, verso Dio.
Così la “Vergine, ha reso possibile i nostri contatti con Dio, contatti non soltanto mistici, ma fisici, perché la carne umana del Cristo è reale, non fantastica”.

La presenza della Vergine Maria, significa in verità nell’Oriente Ortodosso, presenza di Dio.
Secondo la tradizione Ortodossa Orientale, non può esistere alcun rito religioso senza l’invocazione di Maria; non può esistere alcuna Chiesa senza l’icona di Essa.
San Giovanni Damasceno, questo grande teologo della chiesa indivisa, magistralmente ricapitola il pensiero Patristico sulla Teologia della maternità Divina nella tradizione orientale: “Nel senso propriamente vero e reale noi confessiamo Madre di Dio la santa Vergine. Come, infatti, è Dio vero colui che da Essa è nato, vera madre di Dio è colei che ha generato il vero Dio, che da Essa si è incarnato”.
E quando diciamo che Dio è nato da Essa non intendiamo certo dire che la divinità del verbo incominciò ad esistere da essa; ma perché lo stesso Dio verbo che prima dei secoli e fuori del tempo è stato generato dal Padre ed è senza alcun principio col Padre e con lo Spirito Santo, negli ultimi giorni per la nostra salvezza, prese dimora nel suo seno, senza alcun mutamento, s’incarnò e nacque da essa.
La Santa Vergine, dunque, non ha generato un uomo semplice, ma Dio vero.
E non puramente Dio, ma Incarnato.

Non però che abbia portato dal cielo il corpo, passando da essa come da un canale, ma da Essa ha preso il corpo consustanziale a noi, dandogli la sussistenza nella propria persona.
Lo stesso San Giovanni Damasceno, nella sua famosa opera “la Fede Ortodossa” così riferisce: “Il Suo nome, Maria, contiene tutto il mistero dell’economia, poiché se colei che l’ha messo al mondo è madre di Dio, il generato da lei è interamente Dio, ed è interamente uomo”.
La proclamazione della divina maternità è ripetuta incessantemente.
La spiritualità liturgica è testimone di questa verità cristiana, verità che ha stretta relazione con le altre verità cristiane, come per esempio con la Santissima Trinità ecc.
Sempre San Giovanni Damasceno nel suo libro liturgico “Oktoichos” riafferma incessantemente questo mistero che contempla e proclama con grande stupore e commozione spirituale: “Come non stupiremmo – dice – per il tuo divino e umano parto, o degna di ogni venerazione”.

“È veramente giusto dicono San Basilio e San Giovanni Crisostomo – proclamare beata te, Theotokos, che sei beatissima, tutta pura e madre del nostro Dio.
Noi magnifichiamo te, che sei più onorabile dei cherubini e incomparabilmente più gloriosa dei serafini, che in modo immacolato partoristi il verbo di Dio, o vera madre divina”.
Maria, considerando il suo rapporto con la Trinità, è chiamata “Tutta pura”, “Immacolata”, “piena di grazia”, “senza macchia”.
Considerando dall’altra parte il suo rapporto con il popolo, con la chiesa, viene considerata “mediatrice della salvezza”, “mediatrice della vita”, “ancora della fede”, “bando dei fedeli”, “sola difesa”, “consolazione”, “muro inespugnabile”, “protettrice”.
È vero, miei cari fratelli, che tutto, ciò che si dice della Theotokos supera la nostra capacità di comprensione.
L’Innologia Ortodossa risponde così: “Tutti i tuoi misteri superano ogni intelletto, ogni glorificazione, o Madre di Dio. Sigillata con la purezza, custodita con la verginità, fosti riconosciuta madre senza falsità che partoristi il Dio vero”.

Maria, identificando la sua volontà della volontà di Dio, liberamente e coscientemente, con fedeltà e ubbidienza, e così mettendo se stessa al servizio del disegno divino della salvezza dell’uomo, costituisce anche oggi, per l’intero mondo cristiano, l’unico e più vivo esempio di fedeltà, di umiltà e obbedienza a Dio, mostrando al cristiano qual è la sua chiamata.
Maria, costituisce l’unico, più luminoso, esempio per la Chiesa di Cristo, oggi divisa in tante chiese e confessioni, mostrando a loro che accettando la parola di Dio con fedeltà, umiltà e ubbidienza, realizzano una vera vocazione che avrà come fine quella gioiosa fine che ha avuto Maria con l’accettazione della parola di Dio, cioè la vera gioia della sua umiltà con Dio e la gioia profonda ella salvezza dell’uomo, trasmettendo così questa sua vera eterna gioia dell’universo.
Veramente, Maria rimane per noi un eccellente irrepetibile esempio di una fedele, umile, ubbidiente Diaconessa della volontà di Dio che rappresenta la salvezza della sua prima amabile creatura, cioè dell’uomo.

Chi è andato a Ravenna senz’, altro ha visto la cappella arcivescovile della città. Tra le altre belle cose esiste un bellissimo mosaico che rappresenta Maria (Theotokos) come Diaconessa.
In realtà, Maria “quando venne la pienezza del tempo” serve al mistero della salvezza del genere umano.

Conclusione


Dopo questa esposizione concludiamo così:

Per l’uomo di oggi, come creatura di Dio, per le nostre chiese, che provengono dallo stesso unico fondatore, l’unica linea, preziosa e sicura per il nostro futuro, è la linea che ha seguito Maria, la Theotokos.
Con le sue parole: “Eccomi sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto”.
Una linea, piena di speranza e di fedeltà, con la quale è riuscita ad avere la grazia di Dio: “Non temere Maria perchè hai trovato grazia presso Dio” e così diventa Madre di Dio.
Con la sua linea che caratterizza la fedeltà, l’umiltà, l’obbedienza, la diaconia, la testimonianza e la santità, Maria ha amato la più profonda gioia: “Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù, sarà grande e chiamato figlio dell’altissimo… e il suo regno non avrà fine”.

Maria, creatura come noi che riceve particolare valore e prestigio altissimo diventando Madre di Dio, grazie alla sua linea – vita – comportamento di fedeltà, di umiltà,di libertà, di diaconia, di testimonianza e di santità, e veramente grazie alla sua obbedienza alla legge di Dio: “Lo Spirito Santo scenderà sopra di te, su te stenderà la sua ombra, la potenza dell’Altissimo”, Maria vince la paura, vince i sospetti, vince le incertezze, vince i diversi personali ostacoli, e così testimonia all’uomo di oggi, come anche alla “Chiesa divisa”, qual è il nostro dovere riguardo alla parola di Dio, quale linea dobbiamo seguire per realizzare la volontà di Dio: ”Che tutti siano una cosa sola”.

Maria, la Theotokos, è per l’uomo, il modello ideale per arrivare alla salvezza, che è vita eterna.
Maria, la Theotokos, è anche madre nostra, è per la “Chiesa divisa” il modello ideale per testimoniare al mondo la sua genuina missione e giustificare la sua esistenza che è la salvezza dell’uomo, per cui Cristo è nato, è stato crocefisso ed è resuscitato.

Maria, la Theotokos, cioè la Madre di Dio, con la sua santa vita, con il suo meraviglioso comportamento, con la sua fede genuina, con il suo vero amore e con la sua ricca carità ci fa sentire maggiormente il dovere e la responsabilità che abbiamo nella Chiesa di Cristo, come vescovi, come sacerdoti, come religiosi, come laici, tutto il pleroma per la divisione della Chiesa indivisa, che è il nostro maggiore peccato ed ha avuto il carattere di peccato originale.

Finisco con questo meraviglioso testo di San Gregorio il Teologo, affermando con chiarezza: “O speranza buona, Vergine Madre di Dio, noi invochiamo la tua unica e valida protezione. Muoviti a compassione per un popolo che si trova nelle angustie, supplica il misericordioso Iddio affinché le nostre anime siano liberate da ogni sventura. Fervida avvocata, muro inespugnabile dei fedeli, fonte di misericordia, rifugio del mondo, o Signora Theotokos, previeni le nostre suppliche e liberaci dai pericoli, perché tu sei la sola che può molto presto proteggere. Dall’altra parte, o sempre Vergine, Theotokos, per tuo mezzo siamo divenuti partecipi della divina natura, poiché ci hai dato Dio incarnato per noi. Perciò noi, per dovere e devoto affetto te magnifichiamo”.

Ed ancora noi fedeli ed ubbidienti alle cose che non possono essere risolte dal nostro intelletto, dalla nostra logica, perché esiste il mistero, facendosi silenzio ad essa con devozione e venerazione cantiamo a te, Vergine, Theotokos, che sei la nostra vera speranza, la nostra vera consolazione, la nostra vera protezione e la nostra quotidiana preghiera, l’inno delle tue meraviglie: “È veramente giusto proclamare beata te, Theotokos, che sei beatissima, tutta pura e madre del nostro Dio, noi magnifichiamo te, che sei più onorabile dei Cherubini e incomparabilmente più gloriosa dei Serafini, che in modo immacolato partoristi il verbo di Dio, o vera Madre di Dio.”


S.Em.za Rev.ma il Metropolita Gennadios,
Arcivescovo ortodosso d'Italia e Malta


[SM=g1740717] [SM=g1740750] [SM=g1740720]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
OFFLINE
Post: 39.988
Sesso: Femminile
25/03/2010 10:42
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740750]

[SM=g1740734]


Τη Υπερμάχω στρατηγώ τα νικητήρια , ως λυτρωθεία των δεινών ευχαριστήρια
αναγράφω Σοι η Πόλις Σου , Θεοτόκε . Αλλ’ ως έχουσα το κράτος απροσμάχητον ,
εκ παντοίων με κινδύνων ελευθέρωσον , ίνα κράζω Σοι , Χαίρε , Νύμφη , Ανύμφευτε .


Alla Condottiera Vincitrice di ogni battaglia la mia vittoria, perché io, la Tua Città, scampai ai pericoli a te ascrivo i miei ringraziamenti o Deipara. Ma tu che hai potenza invincibile, da ogni pericolo liberami, perché possa acclamarTi: Ave o Sposa Immacolata"

Oggi è il giorno dell'Annunciazione: che la Vergine possa difendere la Chiesa e i fedeli dagli scandali degli uomini, dalla rabbia dei nemici di Cristo, dall'ignavia dei Suoi innamorati. Oggi ricorre anche la festa nazionale greca, in ricordo di quel 25 Marzo 1821, quando il monaco Germanòs issò la bandiera della libertà dai Turchi: la nazione canta l'inno alla Vergine con devozione. Uniamoci ai nostri fratelli perché la Madre Celeste possa sempre difenderci dai pericoli.

Pubblicato da Francesco Colafemmina


[SM=g1740722]

[SM=g1740717] Presentazione al video: Alma Redemptoris Mater
www.gloria.tv/?media=171348

Proseguendo con la serie di video-catechetici riguardo la formazione di alcune preghiere mariane molto care alla Devozione popolare e ben conosciute nel mondo intero grazie alla Tradizione vivente, vi offriamo anche questa antica preghiera: Alma Redemptoris Mater, con il suo originale sottofondo musicale-gregoriano, da seguire anche come un karaoke per imparare la pronuncia. Il secondo canto, sempre dell'Alma... è cantato dal Coro di Santa Maria Maggiore.


[SM=g1740738]

[Modificato da Caterina63 01/07/2011 19:32]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
OFFLINE
Post: 39.988
Sesso: Femminile
09/04/2012 11:32
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

[SM=g1740733] L'11 ottobre del 2010 il santo Padre Benedetto XVI ha tenuto, ai Vescovi riuniti in un Sinodo, una profonda meditazione su Maria "Theotokos", Dei Genitrix, ripercorrendo con noi e per noi, le tappe più importanti della Chiesa sul ruolo di Maria Santissima nella Chiesa e per la Chiesa. Un ruolo mai isolato messo in risalto maggiormante dal Concilio Vaticano II quando la proclamò Mater Ecclesiae.
Noi vi riproniamo questa Catechesi davvero magisteriale nell'audio e nel video integrali, diviso in due parti perchè lo possiamo maggiormente meditare, ascoltando davvero le parole del Papa.

www.gloria.tv/?media=277265

Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org
info@sulrosario.org




[SM=g1740717]




L'11 ottobre del 2010 il santo Padre Benedetto XVI ha tenuto, ai Vescovi riuniti in un Sinodo, una profonda meditazione su Maria "Theotokos", Dei Genitrix in rapporto con la Chiesa, qui abbiamo postato in video ed audio la prima parte:
www.gloria.tv/?media=277265

In questa seconda parte il santo Padre approfondisce il dolore della Madre Chiesa per i suoi Figli perseguitati ma anche di quanti non hanno ancora conosciuto il Signore Gesù.
www.gloria.tv/?media=278269


Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org
info@sulrosario.org



[SM=g1740722]

[SM=g1740750] [SM=g1740752]

[Modificato da Caterina63 12/04/2012 10:50]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
OFFLINE
Post: 39.988
Sesso: Femminile
25/01/2013 14:19
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

[SM=g1740717] Cari amici riprendiamo la serie dedicata alla Patristica: Maria nei Padri della Chiesa.

Qui abbiamo un video con un passo eccellente sulla Dormizione di Maria Santissima, di San Germano, utile testo per la meditazione, per esempio, del quarto Mistero Glorioso.
www.gloria.tv/?media=440721

I video precedenti:
- San Girolamo spiega Isaia Ecco la Vergine
www.gloria.tv/?media=384972

- Da la santa Verginità di sant'Agostino di Ippona Maria e la Chiesa
www.gloria.tv/?media=387259

- Sant Ambrogio descrive Maria Santissima nella sua verginità
www.gloria.tv/?media=390209


Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org
info@sulrosario.org


[SM=g1740763]

[SM=g1740763]

[SM=g1740763]


[SM=g1740750]

[SM=g1740757]
[Modificato da Caterina63 07/05/2013 14:50]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 14:58. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com