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La Theotokos nei Padri della Chiesa

Ultimo Aggiornamento: 07/05/2013 14:50
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31/01/2009 08:40
 
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Salus Populi Romani



Figlio di Maria nella carne, Signore di Maria nella maestà


P
erché, dunque [alle nozze di Cana], il figlio disse alla madre: Che c`è tra me e te, o donna? L`ora mia non è ancora venuta (Gv 2,4)? Nostro Signore Gesù Cristo era Dio e uomo; come Dio, non aveva madre; come uomo, sì. Era dunque madre della carne di lui, madre della sua umanità, madre della sua infermità che egli fece sua per noi. Ma il miracolo che egli stava per compiere era opera della sua divinità, non della sua infermità: in quanto era Dio, non in quanto era nato debole uomo. Ma il debole di Dio è più forte di tutta la potenza umana (1Cor 1,25). Sua madre gli chiede un miracolo: Gesù, nel momento di compiere un`opera divina, sembra non riconoscere le viscere umane, quasi dicesse: Quel che di me compie il miracolo non lo hai generato tu, tu non hai generato la mia natura divina; ma, poiché hai generato la mia infermità, allora ti riconoscerò quando questa mia infermità penderà sulla croce. Questo significa infatti: «L`ora mia non è ancora venuta». Allora riconoscerà sua madre, lui che certamente l`aveva sempre conosciuta.


  
Prima ancora che nascesse da lei, nella predestinazione l`aveva conosciuta come madre sua; prima che, come Dio, creasse colei da cui come uomo avrebbe avuto l`essere. Ma in un certo momento, per un disegno misterioso, non la riconosce, e in un altro momento, quello che ancora non era venuto, la riconosce, sempre per quel disegno misterioso. La riconoscerà allora, quando ciò che ella aveva partorito, stava morendo. Moriva, infatti, non ciò che per mezzo di Maria era stato fatto, ma ciò che Maria aveva fatto: non l`eterna divinità moriva, bensì l`infermità della carne. Con quella risposta, dunque, il Signore vuole distinguere, nella fede dei credenti, chi egli è, e come è venuto. E` venuto per mezzo di una donna, che gli è madre, lui che è Dio e Signore del cielo e della terra. In quanto Signore del mondo, Signore del cielo e della terra, egli è certamente Signore anche di Maria; in quanto creatore del cielo e della terra, è creatore anche di Maria; però in quanto - come è stato detto - fatto di donna, nato sotto la legge (Gal 4,4), è il figlio di Maria. Egli è, insieme, Signore di Maria e figlio di Maria, insieme creatore di Maria e fatto da Maria. Non ti meravigliare che egli è, insieme, figlio e Signore: è chiamato figlio di Maria come è chiamato anche figlio di Davide, ed è figlio di Davide, perché è figlio di Maria.


  
Ascoltate la testimonianza chiara dell`Apostolo: Nato secondo la carne dalla stirpe di Davide (Rm 1,3). Ma egli è pure il Signore di Davide - è Davide stesso che lo dice; ascolta: Parla Dio al mio Signore: siedi alla mia destra (Sal 109,1). Gesù stesso invocò questa testimonianza di fronte ai giudei, e con essa li costrinse al silenzio. Come dunque egli è insieme Signore e figlio di Davide - figlio di Davide secondo la carne, Signore di Davide secondo la divinità -, così è figlio di Maria secondo la carne, e Signore di Maria secondo la sua maestà. E poiché ella non era madre della divinità, e il miracolo che ella chiedeva doveva essere opera della divinità, per questo le rispose: «Che c`è tra me e te, o donna?»; d`altra parte, affinché tu, Maria, non credessi che egli ti rinnegava come madre, aggiunse: «L`ora mia non è ancora venuta»; allora ti riconoscerò, quando l`infermità, di cui sei madre, penderà dalla croce.


  
Vediamo se tutto ciò è vero. Narrando la passione del Signore, il medesimo evangelista, che conosceva la madre del Signore e che come tale ce l`ha presentata anche in queste nozze, così dice: Stava presso la croce la madre di Gesù, e Gesù dice alla madre: Donna, ecco il tuo figlio. E poi dice al discepolo: Ecco la madre tua (Gv 19,25-27). Affida la madre al discepolo; affida la madre, egli che stava per morire prima di lei, e che sarebbe risorto prima che ella morisse: egli, uomo, a un uomo raccomanda una creatura umana. Questa è la natura umana che Maria aveva partorito. Era già venuta l`ora della quale dianzi aveva detto: «L`ora mia non è ancora venuta».


  
Agostino, Commento al Vangelo di san Giovanni, 8,9



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L'Alma Redemptoris Mater, molto venerata dal Sarnelli e dai primi padri a Ciorani

2. - La nascita di Cristo secondo gli oracoli


Negli ultimi tempi venne giù sulla terra, apparve piccolo, e fuoriuscì come novella luce dal seno della vergine Maria. Proveniente dal cielo, assunse figura umana. Dapprima Gabriele indicò la sua potente, santa figura, poi l`arcangelo parlò alla Vergine con queste parole: «Vergine, accogli Dio nel tuo seno immacolato!». Mentre così parlava, egli alitò la grazia di Dio sulla dolce ancella. Ella tuttavia fu assalita contemporaneamente da confusione e sorpresa allorché ascoltò ciò e cominciò a tremare. La sua mente era stordita, il cuore si mise a battere all`inaudito annuncio. Subito, però, ella si rallegrò e il cuore le divenne ardente grazie a quella voce; sorrise come sposa, le guance le si imporporarono, la gioia la dilettò, il pudore le abbellì l`animo, il coraggio le ritornò. La Parola volò nel suo corpo, col tempo divenne carne e nel seno materno, acquistando la vita, si plasmò fino ad assumere sembianza umana. E così nacque un bimbo da una nascita verginale. Quale grande miracolo per gli uomini, eppure niente è un grande miracolo per Dio Padre e Dio Figlio! La terra accolse felice il bimbo allorché questi nacque. Il trono celeste irradiò luce, l`universo gioì. E la stella divina, spuntata nuova, venne onorata dai magi e indicò il bimbo nella grotta ai timorati pastori di oche e di capre e ai pastori di agnelli. E Betlemme fu chiamata la patria divinamente prescelta del Logos.


  
Oracoli cristiani

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3. - Per la nascita dalla Vergine il Figlio di Dio non si è macchiato


A qualcuno sembra indegno che una tale divina maestà sia passata per il varco genitale di una donna: anche se non vi fu disdoro per il contagio del contatto virile, vi fu tuttavia per la lordura stessa del parto. Rispondiamo perciò brevemente secondo le loro stesse idee. Se uno, vedendo un bimbo morire in una fossa di fango, pur essendo grande e potente entrasse, per così dire, nel sommo del sudiciume per liberare dalla morte quel fanciullo, lo accuserai di essersi macchiato per aver pestato un po` di fango, o lo loderai per aver salvato la vita a chi altrimenti moriva? Ma ciò si riferisce a un uomo comune. Ritorniamo perciò a considerare la natura di colui che è nato. Quanto pensi che la natura del sole sia a lui inferiore? Senza dubbio quanto lo è la creatura di fronte al suo Creatore. Bada ora: se un raggio di sole cade in una fossa di fango, ne resta forse per ciò macchiato? O illuminare il sudiciume è disdicevole al sole? E il fuoco, quanto inferiore è, per la sua natura, a colui di cui parliamo? Ma nessuna materia, per quanto lurida e oscena, pensiamo che possa macchiare il fuoco.


  
Così dunque stanno le cose tra le realtà materiali: e tu credi che in quella natura, elevatissima e incorporea, che è ben sopra al fuoco e sopra ogni luce, possa inserirsi qualche macchia o luridume? E bada anche a quanto segue: noi diciamo che l`uomo è stato creato da Dio con il fango della terra. Ritenendo che Dio si macchi nel ricercare la sua opera, quanto più si dovrà asserirlo per averla all`inizio creata? Ed è superfluo chiedersi perché sia passato per un varco osceno quando non ti è lecito chiederti perché abbia creato realtà oscene. E perciò ci ha insegnato che esse sono oscene non per natura, ma per l`uso che se ne fa. Del resto, tutto ciò che appartiene al corpo è stato formato con lo stesso fango e si distingue solo per le diverse attività e funzioni naturali.


  
Rufino di Aquileia, Commento al simbolo apostolico, 12



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Caravaggio: La Vergine Maria affida il Rosario a San Domenico e ai suoi frati


4. - Senso dell`espressione «genitrice di Dio»


L`unità della persona di Cristo si è costituita e perfezionata non certo dopo il parto della Vergine, ma nello stesso utero verginale; dobbiamo infatti stare attenti, con massima cura, di professare che Cristo non solo è uno, ma è sempre stato uno: è una bestemmia insopportabile se tu, pur concedendo che egli è uno, sostieni tuttavia che vi fu un tempo in cui non fu uno, ma due: cioè uno dopo il battesimo, due al tempo della nascita. E non potremo evitare altrimenti questo sacrilegio immenso, se non ammettendo che in lui Dio fu unito all`uomo, e di unità personale, non dall`ascensione o dalla risurrezione o dal battesimo in poi, ma già nella madre, già nell`utero, già al momento stesso della concezione verginale. E per questa unità personale le proprietà di Dio si attribuiscono all`uomo, indifferentemente e promiscuamente, e le proprietà della carne si attribuiscono a Dio. Per questo sta divinamente scritto che il figlio dell`uomo discese dal cielo (cf. Gv 3,13), e che il Signore della maestà fu crocifisso in terra (cf. 1Cor 2,8).
 
Perciò si dice che quando la carne del Signore fu fatta, fu creata, lo stesso Verbo di Dio fu fatto, la sapienza di Dio si compì, la scienza fu creata; proprio come si predice che le sue mani e i suoi piedi furono trafitti. Per questa unità personale, soggiungo, a motivo dell`identico mistero, è avvenuto che quando la carne del Verbo è nata dalla Vergine integra, lo stesso Dio Verbo è nato dalla Vergine; questo si crede secondo la vera e retta fede cattolica, e negarlo è somma empietà.


  
Stando così le cose, non vi sia nessuno che cerchi di privare la santa vergine Maria dei suoi privilegi di grazia divina e della sua speciale gloria. Dobbiamo infatti professare con somma verità e gioia che essa è genitrice di Dio, per dono del Signore Dio nostro, che è suo figlio; ma non lo è nel senso ammesso da una certa eresia empia [quella di Nestorio], sostenendo doversi chiamare madre di Dio per puro titolo, per aver cioè partorito un uomo che poi divenne Dio; in tal modo chiamiamo madre di un sacerdote o madre di un vescovo non colei che mise alla luce un sacerdote o un vescovo, ma colei che generò un uomo, il quale in seguito divenne sacerdote o vescovo. Non così, ripeto, è genitrice di Dio la beata Vergine, ma nel senso asserito sopra; nel suo sacro utero si è compiuto questo mistero sacrosanto: per l`unione personale unica e singolare, come il Verbo nella carne è carne, così l`uomo in Dio è Dio.


  
Vincenzo di Lérins, Commonitorio, 15


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EMP M-66. - Maria fa visita a santa Elisabetta


L`angelo che annunziava un mistero disse alla Vergine Maria, per aiutarla a credere per mezzo di un segno, che una donna anziana e sterile stava per diventare madre, mostrando in questo modo che Dio può tutto ciò che vuole. Maria, appena udito questo, non già perché non credesse alla profezia, o fosse incerta sull`autorità di chi l`aveva fatta, o dubitasse della prova addotta, ma, come portata dal desiderio, tutta slancio e dedizione, nella sollecitudine che scaturisce dalla gioia, si diresse verso la regione montana. Poteva dunque non correre verso l`alto, Maria, piena ormai di Dio? La grazia dello Spirito Santo non sopporta gli indugi di una preparazione laboriosa...


  
E subito si manifestano i benefici dell`arrivo della Vergine e della presenza del Signore. Perché, appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le esultò nel seno ed ella fu ricolma di Spirito Santo (Lc 1,41). Notiamo la scelta appropriata di ogni parola. Elisabetta per prima udì la voce, ma fu Giovanni a percepire subito la grazia. La madre intese secondo l`ordine della natura, il figlio esultò in virtù del mistero. L`una riconobbe l`arrivo di Maria, l`altro quello del Signore; la donna avvertì la venuta della donna; il piccolo sentì giungere il piccolo. Elisabetta e Maria magnificano la grazia e i due figli operano dal di dentro, dando inizio a un mistero di misericordia a vantaggio delle loro madri. E queste, con un doppio miracolo, profetizzano sotto l`ispirazione dei loro figlioli. Il bambino esultò e la madre fu ripiena di Spirito Santo.

La madre però non fu ripiena prima del figlio, ma anzi, essendo il figlio pieno di Spirito Santo, ne colmò anche la madre. Giovanni ha esultato e ha esultato anche lo spirito di Maria. E, all`esultanza di Giovanni, Elisabetta è ripiena di Spirito Santo... Beata tu che hai creduto (Lc 1,45). Ma anche voi siete beati, perché avete udito e creduto. Ogni anima che crede, concepisce e genera la parola di Dio, riconoscendone le opere. Che in ciascuno di voi ci sia l`anima di Maria, per glorificare il Signore; ci sia lo spirito di Maria per trasalire di gioia in Dio.

Se una sola è madre di Cristo secondo la carne, secondo la fede invece Cristo è generato da tutti. Ogni anima infatti riceve il Verbo di Dio in sé, purché, senza macchia né colpa, sappia conservare coraggiosamente la propria castità. Perciò chiunque sa comportarsi così magnifica il Signore come l`anima di Maria lo ha magnificato, mentre il suo spirito esultava in Dio suo salvatore. E il Signore viene glorificato, come si legge in un altro passo: Magnificate il Signore con me (Sal 33,4). Non nel senso che la parola umana possa aggiungere qualcosa alla gloria del Signore, ma perché egli viene magnificato in noi. Infatti l`immagine di Dio è Cristo (cf. 2Cor 4,4; Col 1,15) e quindi l`anima che vive rettamente e compie il bene, magnifica questa immagine di Dio, a somiglianza della quale è stata creata. E nel magnificarla si sublima, partecipando in qualche modo alla sua grandezza.


  
Ambrogio, Commento al vangelo di san Luca, 2,19-23.26-27



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(Santa Maria della Mercede)

5. - Significato della nascita carnale di Cristo


Dal momento che la Vergine santa ha generato fisicamente secondo la persona Dio unito alla carne, osserviamo che lei di conseguenza è anche madre di Dio. Non è che la natura del Verbo abbia assunto la sua origine dalla carne; infatti all`inizio era il Verbo, e il Verbo era Dio e il Verbo era presso Dio (Gv 1,1), ed egli è il creatore dei mondi, coeterno al Padre e l`architetto dell`universo. Ma poiché egli univa a se stesso secondo la persona la natura umana, così egli si è sottomesso alla nascita fisica dal seno materno. Non è che egli necessariamente o a motivo della sua peculiare natura avesse bisogno della nascita nel tempo e negli ultimi tempi, ma per benedire anche l`inizio della nostra esistenza. Così per il fatto che la donna partorì un Dio unito alla carne doveva cessare la condanna decretata contro l`intero genere umano, ossia la consegna dei nostri corpi mortali alla morte, doveva cessare tramite lei il giudizio: Partorirai con gran dolore (Gen 3,16), e realizzarsi la parola del profeta: Annienterà la morte per sempre e tergerà il Signore Iddio le lacrime da ogni volto (Is 25,8). Per questo motivo, osserviamo, egli ha benedetto le nozze in vista della nostra salvezza e insieme con gli apostoli ha accolto l`invito a Cana in Galilea.


  
Cirillo di Alessandria, Lettera a Nestorio, 2


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6. - Eccezionalità della nascita di Cristo


In nessun istante Gesù fu un uomo come tutti gli altri, senza che fosse, cioè, unito e congiunto con Dio. Il Verbo stesso, al contrario, incarnandosi nella beata Vergine, fece del corpo di costei il proprio tempio: colui che ne uscì era, dal punto di vista esteriore, uomo, ma, intimamente, vero Dio. Anche dopo esser stato generato, perciò, ebbe una vergine per madre, ciò che non accadde a nessun altro dei santi. Giacché questi, infatti, non furono altro che uomini, a tutti loro toccò la medesima nascita umana. Egli, da parte sua, essendo realmente Dio, destinò a sé, al momento di rivestirsi dell`umanità, nella pienezza dei tempi, una maniera di nascere diversa da quella di chiunque altro. Perciò colei che, a giusto titolo, è considerata come beata è con ragione che deve esser chiamata «Madre di Dio» [il termine greco qui usato, «Theotókos», era già in uso da tempo presso la scuola alessandrina] e «Vergine-Madre»: non fu un uomo qualsiasi, infatti, quel Gesù che nacque da lei.


  
Cirillo di Alessandria, Contro coloro che non riconoscono che Maria è la madre di Dio, 4






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7. - Motivo della beatitudine di Maria


Quella volta che fu annunciato a Gesù, il quale stava parlando con i suoi discepoli, che c`erano fuori la madre e i fratelli suoi, egli disse: Chi è la madre mia, e chi sono i miei fratelli? E, protesa la mano verso i suoi discepoli, disse: Ecco qua i fratelli miei; poiché chiunque fa la volontà del Padre mio che è nei cieli, quegli mi è fratello, sorella e madre (Mt 12,46-50). Anche Maria, dunque, perché fece la volontà del Padre. Questo, Dio lodò in lei, non cioè il fatto di aver generato dalla sua carne la carne del Figlio, quanto l`aver fatto la volontà del Padre. Fate attenzione.


  
Mentre la folla era piena di ammirazione per il Signore, alla vista dei miracoli e dei prodigi che manifestavano che cosa si nascondeva nella sua carne, qualcuno gridò, in preda all`entusiasmo: Beato il ventre che ti ha portato. E Gesù: Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio, e l`osservano (Lc 11,27-28). Come dire: anche mia madre, che voi avete chiamato beata, è beata perché osserva la parola di Dio, non perché in lei il Verbo si fece carne e abitò fra noi; perché ha custodito il Verbo di Dio per mezzo del quale è stata creata e che in lei si è fatto carne. Non godano, gli uomini, dei figli secondo la carne; esultino piuttosto se nello spirito sono uniti a Dio.


Agostino, Commento al Vangelo di san Giovanni, 10,3


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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