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La Theotokos nei Padri della Chiesa

Ultimo Aggiornamento: 07/05/2013 14:50
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31/01/2009 08:53
 
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8. - La nascita di Cristo da Maria


Volgete lo sguardo a Maria! Quando Gabriele entrò da lei e cominciò con lei a trattare, ella chiese: «Come avverrà ciò?». E il servo dello Spirito Santo gli rispose dicendo: «E` facile per Dio, perché tutto è a lui possibile». E lei, credendo fermamente a ciò che aveva udito, disse: «Ecco la serva del Signore». E subito il Verbo discese, si librò su di lei come gli piacque, entrò in lei e prese in lei abitazione, senza che nulla ella avvertisse. Così lo concepì, senza nulla soffrire; e nel suo seno egli divenne un bimbo, mentre il mondo intero era pieno di lui. Egli depose la sua figura per rinnovare la figura di Adamo tanto invecchiata. Quando tu dunque senti parlare della nascita di Dio, resta in silenzio: ciò che Gabriele disse resti impresso nel tuo spirito! Nulla vi è di troppo difficile per quell`eccelsa maestà che per noi si è abbassata a nascere tra di noi e da noi.


  
Oggi Maria è per noi un cielo, perché porta Dio. La divinità altissima infatti si è abbassata e in lei ha preso abitazione; in lei si è fatta piccola per far grandi noi, perché, per sua natura, essa non è piccola; in lei ha preso per noi una veste, perché si avverasse così per noi la redenzione. In Maria i detti dei profeti e dei giusti si sono adempiuti. Da lei è sorta per noi la luce e le tenebre del paganesimo sono scomparse. Ha molti nomi, ed è per me una gioia chiamarla con essi. E` la rocca in cui abita il potente re dei re. Ma non uscì da essa come vi entrò: in essa si rivestì invece di carne e così ne uscì. E` anche un nuovo cielo, perché vi abita il re dei re. Egli vi entrò e poi ne uscì vestito a somiglianza del mondo esteriore. Essa è una vite che portò come frutto un`uva, ma non secondo natura: ed essendo quest`uva di natura diversa dalla vite, ne assunse il colore e così ne uscì. Essa è la sorgente da cui sgorga l`acqua viva per gli assetati; coloro che hanno gustato questa bevanda portano frutto al cento per uno.

   Questo giorno non è dunque come il primo giorno della creazione. In quel giorno le creature furono chiamate all`essere; in questo giorno la terra è stata rinnovata e benedetta nei riguardi di Adamo, per il quale era stata maledetta. Eva e Adamo col peccato portarono la morte nel mondo, il Signore del mondo però ci ha dato in Maria una nuova vita. Il Maligno, ad opera del serpente, versò il veleno nell`orecchio di Eva; il Benigno invece si abbassò nella sua misericordia e tramite l`orecchio entrò in Maria. Per la stessa porta da cui era entrata la morte, è entrata anche la vita che ha ucciso la morte.

E le braccia di Maria hanno portato proprio colui che viene sorretto dai cherubini; quel Dio che l`universo non può abbracciare, è stato abbracciato e portato da Maria. Il re, davanti a cui tremano gli angeli, creature di fuoco e di spirito, giace nel seno della Vergine, che lo accarezza come un fanciullino. Il cielo è il trono della sua maestà, ed egli siede sulle ginocchia di Maria. La terra è lo sgabello dei suoi piedi, ed egli le saltella intorno infantilmente. La sua mano distesa segna la misura per la polvere, e come un fanciullo sulla polvere egli sgambetta.


  
Felice Adamo, che nella nascita di Cristo hai ritrovato la gloria che avevi perduta! Chi ha mai visto la creta servir da abito al vasaio? Chi ha mai visto il fuoco stesso avvolto in fasce? A tutto ciò si è abbassato Dio per amore dell`uomo. A tutto ciò si è umiliato Dio per amore del suo servo, che si era stoltamente innalzato e, su consiglio del Maligno omicida, aveva calpestato il divino comando. Egli, che aveva dato il comando, si umiliò per innalzarci. Grazie alla divina misericordia che si è abbassata sugli abitanti della terra, affinché il mondo ammalato fosse guarito dal medico su di essa apparso! Sia lode a lui e al Padre che lo ha mandato; e lode allo Spirito Santo, per sempre in tutti i secoli senza fine!


Efrem Siro, Inno per la nascita di Cristo, 1


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9. - Inno del vescovo Rabbula di Edessa alla madre di Dio


Ave Maria, madre di Dio tutta santa, meraviglioso e splendido tesoro di tutto il mondo, luce irradiante, abitazione dell`Incomprensibile, tempio puro del Creatore di tutte le cose! Ave, perché per tuo tramite ci è stato annunziato colui che ha tolto i peccati del mondo e lo ha redento... Come ti loderemo, o umile, tu che sei tutta santa, tu che concedi a tutti i fedeli aiuto e forza! Noi tutti in questo mondo guardiamo su e aspettiamo la speranza della salvezza da te, o umile. Rinforza la nostra fede e dona pace a tutto il mondo. Per questo noi fedeli ti lodiamo come trono cherubico e come aula di Dio nel tempo. Prega e implora per noi tutti, affinché la nostra anima sia salvata dall`ira ventura.


 
O madre purissima, aiuta noi poveri, come è tuo solito. Tu vedi come noi, figli della terra, ci avviciniamo alla fine e ci perdiamo. Impetraci perciò la grazia con la tua intercessione, o Vergine pura e santa. Supplica continuamente per noi, affinché la nostra malvagità non ci mandi in rovina e rivolgiti a noi, o benedetta., mentre preghi il tuo Unigenito, il Figlio uscito da te, affinché abbia pietà di noi per la tua santa preghiera. Ave, o nave che porta agli uomini la nuova vita. Ave, o rocca santa, in cui scese il re dei re per abitarvi. Ave o umile Vergine, madre di Dio. Orsù benedetta, orsù beata! Porgi per noi al tuo Unigenito, al Figlio uscito da te, tutte le tue suppliche, affinché abbia pietà di noi per la tua santa preghiera.


 
O santa, intercedi presso il tuo Unigenito per i peccatori che in te cercano rifugio. Perché tutti i flagelli, da cui fu colpita la precedente generazione, sono pronti per noi e ci colpiscono. Vedi come il corruttore ha teso l`arco e pone le saette sulla corda per colpire, come egli usa. Vedi tutti questi segni premonitori nel cielo e sulla terra e i colpi che stringono il cuore. Per questo ci rifugiamo in te, per poter gridare al tuo Figlio dicendogli: Tu che punisci i cuori superbi, o Cristo, tu che colpisci e risani, correggici con la tua misericordia e acquistaci con la tua grazia: usa indulgenza e abbi misericordia di noi!


Rabbula di Edessa, Inni liturgici, 1-5



 



10. - Beata sei, Maria


Beata sei, Maria, perché in te hanno trovato soluzione gli enigmi e i misteri annunciati dai profeti. Mosè ti rappresentò nel roveto ardente e nella nuvola, Giacobbe nella scala, Davide nell`arca dell`alleanza ed Ezechiele nella porta chiusa e sigillata. Ed ecco, col tuo parto oggi tutti quei misteri si sono adempiuti. Sia lode al Padre che ha mandato il suo Figlio unigenito, sorto da Maria, liberandoci dall`errore e glorificandone la memoria sulla terra e nel cielo.


  
Beata sei, Maria, che lo hai concepito. Beata che lo hai partorito. Beata che hai nutrito colui che tutti nutre. Beata che hai portato nel tuo seno quel forte che porta il mondo nella sua potenza e tutto governa. Beata e benedetta che le tue labbra hanno baciato quella vampa che consuma il figlio della schiatta di Adamo. Beata sei tu, perché dal tuo seno è irradiato uno splendore che si diffonde su tutta la terra, la quale ora chiama te beata. Beata sei tu, perché col tuo latte hai nutrito Dio, il quale nella sua misericordia si è fatto piccolo per rendere grandi i miseri.


  
Gloria a te, o nostro rifugio! Gloria a te, o nostro orgoglio, perché per opera tua la nostra stirpe è stata innalzata al cielo. Supplica Dio, nato da te, che mandi pace e calma alla sua Chiesa. Per la forza delle tue preghiere, o madre dell`Altissimo, doni egli alla terra e ai suoi abitatori la pace piena! Lode a colui che è sorto da Maria, che l`ha fatta sua madre e che in lei si è fatto fanciullo. Sia benedetto il re dei re che si è fatto uomo e che ha innalzato la stirpe umana all`altezza del paradiso. Lode a colui che l`ha mandato a nostra redenzione e gloria allo Spirito Santo che cancella i nostri peccati!


B
alaj Siro, Preghiere e inni, 3,6

“Il Cristo è unico, perché Capo e Corpo formano un tutt’uno.Il Cristo è unico, perché è figlio di un unico Dio in cielo e di un’unica madre in terra.

Si hanno insieme molti figli e un solo figlio. Come infatti Capo e membra sono insieme un solo figlio e molti figli, così Maria e la Chiesa sono una sola e molti madri, una sola e molte vergini. Ambedue madri, ambedue vergini, ambedue concepiscono per opera dello Spirito Santo senza concupiscenza, ambedue danno al Padre figli senza peccato. Maria senza alcun peccato ha generato al corpo il Capo, la Chiesa nella remissione di tutti i peccati ha partorito al Capo il corpo.

Tutt’e due  sono madri di Cristo, ma nessuna delle due genera il tutto senza l’altra.”


Dai <Discorsi> del beato Isacco della Stella,abate.

Il brano precedente è solo un piccolissimo stralcio che ho scelto a caso. Questo nostro Santo ci rivela tanto su Maria e la nostra Chiesa.

E noi gli crediamo.



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Cirillo d’Alessandria, il cantore della Theotókos

Si deve a questo Dottore e Padre della Chiesa se nel Concilio di Efeso si è riconosciuto il grande dogma della Divina Maternità di Maria.

 http://www.stpauls.it/madre06/0606md/0606md01.htm


N
on è semplice dire in breve di San Cirillo d'Alessandria, peraltro solo tardivamente conosciuto e venerato in Occidente; tanto che soltanto sotto il Pontificato di Leone XIII il suo culto venne esteso a tutta la Chiesa latina, riconoscendogli il titolo di "Dottore".

L’epoca in cui è vissuto San Cirillo, tra il IV e il V secolo, è costellata di eresie più o meno importanti. Fu perciò necessario l'intervento di Vescovi e di Concili per riportare i fedeli all’ortodossia della fede.


Cirillo era il Vescovo di Alessandria in Egitto quando sostenne con eloquente veemenza nel Concilio di Efeso [nell’anno 431] la tesi che la Madonna era vera Madre di Dio, in contrapposizione alla dottrina di Nestorio [prima Vescovo di Antiochia, poi Arcivescovo di Costantinopoli] che riteneva Maria solo la Madre della persona umana del Cristo.


Ancora oggi la sua dottrina cristologica [che considera sia la piena umanità di Cristo che la sua realtà umano-divina, insegnando la vera unità delle due nature in una persona, senza mescolanza] è alla base della nostra fede. Solo un uomo di grande intelligenza e cultura, ispirato da Dio, poteva enunciare, difendere e propagandare questo insegnamento.


Si deve quindi alla grandezza di Cirillo, Dottore e Padre della Chiesa, il fatto che ad Efeso è stato costruito uno dei pilastri fondamentali della nostra fede, e si è elevato a Maria il più grande "monumento" di tutti i tempi, il dogma della sua Divina Maternità.


San Cirillo d'Alessandria [incisione da dipinto del Domenichino, sec. XVII].
San Cirillo d’Alessandria [incisione da dipinto del Domenichino, sec. XVII].


Un Padre della Chiesa profondo mariologo


Di particolare interesse è la quarta delle sette Omelie che San Cirillo pronunziò durante il Concilio di Efeso, il celebre "Sermo in laudem Deiparae". In tale importante esempio di predicazione mariana, Cirillo celebra le grandezze divine della missione della Madonna, che è veramente la Theotókos, Madre di Dio, per la parte che Ella ha avuto nella concezione e nel parto dell’umanità del Verbo fatto carne.

San Cirillo continuò per tutto il resto della sua vita a scrivere in difesa della sua posizione, morendo il 27 Giugno 444, giorno nel quale la Chiesa celebra la sua memoria.


Della vasta opera teologica di Cirillo d’Alessandria citiamo qui le Tre apologie sui 12 anatematismi contro Nestorio; e ricordiamo il dialogo Perché Cristo è uno, dedicato al punto debole dell’impostazione cristologica antiochena, l’eccessiva distinzione fra divinità e umanità in Cristo.


Il 1° degli ‘Anatematismi’ suona così: "Se uno non professa che l’Emmanuele è realmente Dio e perciò che la santa Vergine è Madre di Dio [infatti, ha generato secondo la carne il Logos nato da Dio che si è fatto carne], sia anatema".[SM=g1740734] [SM=g1740720] [SM=g1740734]

Da sottolineare il fatto che "Emmanuele - Dio con noi" è appellativo cristologico prediletto da Cirillo proprio perché rileva il carattere insieme divino [= Dio] e umano [= con noi] di Cristo.


Il 2° degli "Anatematismi" aggiunge: "Se uno non professa che il Logos nato da Dio Padre è unito alla carne secondo l’ipostasi, e che uno solo è Cristo con propria carne, cioè che lo stesso è insieme Dio e uomo, sia anatema".


Qui si chiarisce che l’umanità di Cristo inerisce all’ipostasi [= soggetto] del Logos e non costituisce un altro soggetto rispetto a quello: tutto facile per noi professarlo; ma c’è voluta la sapienzialità delle cose di Dio di San Cirillo d’Alessandria per insegnarlo. E proprio per questo veneriamo in lui uno dei Padri della Chiesa, grande cantore di Maria Theotókos, Madre di Dio.

Bianca Maria Veneziani


[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740717]

Il 18 novembre 1964, Papa Paolo VI aveva annunciato, cosa evidentemente passata del tutto inosservata, che il 21 novembre, nonostante le decisioni contrarie della maggioranza del concilio, avrebbe riconosciuto a Maria il titolo di Mater Ecclesiae. Il 19 novembre, i cardinali Frings e Döpfner, gli arcivescovi Jaeger di Paderborn e Schäufele di Friburgo così come i vescovi Volk di Magonza e Höffner di Münster, si rivolsero al Papa direttamente con un'istanza per mitigare il prevedibile malumore nell'aula.

Il testo dell'istanza è teologicamente così ricercato che si presume scritto dal professor Ratzinger:  "È per noi una grande gioia che per un decreto di questo periodo conciliare la Vergine santissima venga onorata da Sua Santità come accade già nel capitolo vIIi del De EcclesiaDe Beata Maria Virgine Deipara in mysterio Christi et Ecclesiae. Apprezzeremmo molto che Maria venisse anche definita Mater fidelium come nello schema De Ecclesia.

Il titolo Maria Mater Ecclesia è auspicato anche da noi. Tuttavia non è da intendere in ogni senso.


 La commissione teologica non ha potuto evidentemente decidere di soddisfare nei "modi" i desideri espressi di proporre Maria Mater ecclesiae come testo conciliare (...) inoltre di definire Maria come Mater Christi et matrem hominum, maxime fidelium (...) se Maria Mater Ecclesiae viene intesa come Mater fidelium, allora questo ha un fondamento biblico.


Infatti, come Abramo all'inizio della Vecchia Alleanza viene definito Pater omnium credentium (Romani, 4, 11), così di Maria, che crede, si dice all'inizio della Nuova Alleanza "Beata Colei che ha creduto" (Luca, 1, 44). In questo senso il titolo Maria Mater Ecclesiae è giustificato nel migliore dei modi, è un arricchimento dell'ecclesiologia e della mariologia nonché un nuovo impulso alla devozione dei credenti.


Il titolo Maria Mater Ecclesiae potrebbe però essere inteso anche riferendolo alla Chiesa come istituzione e questo è più difficile da giustificare. Nell'ordo salutis corrispondono maternitas e paternitas. Quest'ultima per natura precede la maternitas.


Maria non sarebbe nostra madre se Dio non fosse prima nostro padre; Maria non sarebbe Regina, se Cristo non fosse Rex. Ella non sarebbe Domina, se Cristo non fosse Dominus
. [SM=g1740734]


Ora però nessuno chiama il Padre celeste, Cristo o lo Spirito Santo Pater Ecclesiae. Per il seguente motivo ciò sarebbe anche impossibile:  i ministeri che costituiscono la Chiesa come Institutio, contengono "per se" non la gratia filiationis. Questa è sempre data con la gratia sanctificans, ma non con l'incarico in quanto tale. Perciò Maria non si deve intendere Mater Ecclesiae nel senso di istituzione. Per questo chiediamo humillime, di unire il titolo Maria Mater Ecclesiae a quello di Mater fidelium e di darne questa interpretazione".


Tuttavia l'iniziativa presa dai vescovi tedeschi non riuscì a suscitare nel Papa maggiori riserve verso la propria decisione.

Nel 1973 il cardinale Frings ricordò:  "Nel suo discorso conclusivo il Papa annunciò che avrebbe attribuito alla Madre di Dio, Maria, il titolo Mater Ecclesiae, sebbene il concilio non avesse potuto decidere in proposito. Ciò fu accolto in modi diversi. Ricordo che il mio vecchio amico, il cardinale Ruffini di Palermo, ne fu entusiasta e quando uscimmo dalla basilica di san Pietro, disse:  "Ha vinto la Madonna, ha vinto la Madonna". Mi rallegrai con lui di tutto cuore per quella gioia, la realizzazione di un suo desiderio".


Dopo la fine del concilio e il ritiro del cardinale Frings dalla presidenza della Conferenza episcopale tedesca e dall'incarico di arcivescovo di Colonia, i contatti fra quel padre conciliare e il suo consigliere e collaboratore preferito si fecero più rari. Entrambi sono stati uniti dal timore che il concilio non fosse inteso come impulso riformistico, ma fosse frainteso come scintilla rivoluzionaria. Nessuno dei due era disposto a percorrere quel cammino, cosa che fa muovere al nostro attuale Papa la critica di essere un teologo conservatore.



(©L'Osservatore Romano - 11 ottobre 2008)

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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