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La Theotokos nei Padri della Chiesa

Ultimo Aggiornamento: 07/05/2013 14:50
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08/09/2009 12:10
 
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MISTERO DI CRISTO

Qualcuno udendo le parole: "In principio era il Verbo e il Verbo era Dio" (Gv 1, 1) e il Verbo è uscito dal Padre (cf. Gv 16, 28), si mette ad inquinare e a corrompere un dogma cosí limpido con nozioni grossolane ed oscure come la seguente: se genera, non si divide forse la sua sostanza?

Pensieri abominevoli, esecrandi ed impuri!
Colui che pronuncia cose del genere, perché mai non capisce come il Dio che si manifesta, non è mediante la carne che Egli assume una natura umana passibile, al fine di confezionarsi un corpo. Invece il bambino ci è nato per opera dello Spirito Santo, e né la Vergine sofferse alcunché, né lo Spirito subí alcuna diminuzione, né la potenza dell'Altissimo rimase divisa. Infatti lo Spirito si mantenne intero; la potenza dell'Altissimo rimase pure inalterata.

Quanto al bambino, è nato pure per intero e non guastò affatto l'integrità della madre. La carne fu dunque generata dalla carne, ma senza il movente della passione.

Però Eunomio non ammette che "lo splendore della gloria" (Eb 1, 3) provenga dalla gloria stessa. Non capisce che la gloria, nel generare la luce, non diminuisce né si divide. Del resto anche lo stesso pensiero dell'uomo viene generato dalla mente senza che questa resti divisa. Invece il Verbo divino, secondo loro, non può essere generato dal Padre senza che l'essenza di questi non venga divisa. Ma chi è cosí insano da non capire l'assurdità di una simile dottrina?

Se la dimostrazione di una tale assurda opinione fosse camuffata sotto un certo quale involucro di argomentazioni, giustamente mi darei da fare per confutare gli errori nascosti. Siccome invece l'empietà viene apertamente proclamata, non vedo che cosa possano aggiungere di piú i nostri discorsi.

Se la carne di Cristo fosse prima dei secoli; se fosse prima di Abramo, allora già sarebbe esistito ciò che è nato dalla Vergine. In tal caso la Vergine stessa sarebbe piú vecchia di Nachor; anzi sarebbe venuta ancora prima di Adamo. Ma che dico? Ella sarebbe anteriore alla creazione di tutte le cose e piú antica degli stessi secoli.

Se il Verbo si è infatti incarnato nella Vergine e la carne si è chiamata Gesú; se l'Apostolo afferma che Gesú è prima di tutte le cose (Col 1, 15), questo signore, se non sbaglio, ci fornisce argomenti per sostenere che Maria è coeterna con il Padre. Ma faccio silenzio sulle conclusioni incredibili ed assurde alle quali ci conducono delle affermazioni cosí inaudite ed empie.

Se dunque colui che venne dal cielo è Figlio dell'uomo, essendo nato da Maria, dal seme di Davide secondo la carne e se viene chiamato Figlio dell'uomo, quantunque venuto dal cielo, a loro parere sarebbe falso chiamarlo Figlio di Dio. Sostengono infatti che questo Figlio non ha nulla in comune con la divinità, né in quanto terreno, né in quanto celeste. Ma per riassumere le parole da lui dette, notiamo che Egli mette fine al discorso con questa asserzione: se il Figlio dell'uomo viene dal cielo e il Figlio di Dio dalla donna, perché non ritenere che il medesimo è Dio e uomo?

Con tutti coloro che professano la retta fede, anch'io dichiaro di credere che il medesimo è Dio e uomo, non però alla maniera in cui lo pensa Apollinare. Infatti la realtà non è come la pensa lui: che cioè la divinità diventa qualcosa di terreno e l'umanità qualcosa di celeste. Invece è la potenza dell'Altissimo che, per mezzo dello Spirito Santo, ha adombrato la natura umana (Lc 1, 35) e questa è stata cosí formata; cioè la porzione di carne è stata plasmata nella Vergine immacolata. Questo è il motivo per cui colui che è nato da lei viene chiamato Figlio dell'Altissimo. In effetti la divina potenza rende possibile una certa affinità della natura umana con Dio, mentre la carne rende possibile a Dio una certa parentela con l'uomo.

Colui che trasformò la vostra natura, rendendola conforme alla sua divina potenza, ha conservato in se stesso questa medesima natura senza mutilazioni e senza malattie, non avendo contratto quella debolezza che, a causa del peccato, pervade la volontà.

Afferma san Pietro: "Infatti non commise peccato né malizia alcuna fu trovata sulla sua bocca" (1 Pt 2, 22). Non pensiamo affatto che ciò sia accaduto in lui dopo un certo intervallo di tempo, ma appena fu concepito come uomo in Maria, nella quale "la Sapienza si costruì una dimora" (Prov 9,1). Per quanto concerne la sua natura, questa derivò bensì dalla materia passibile, ma appena discese lo Spirito Santo e la potenza dell'Altissimo coprì Maria con la sua ombra (cf. Lc 1, 35), immediatamente tale natura assunse le caratteristiche di colui che adombrava. Infatti ciò che è inferiore, se non c'è resistenza da parte sua, viene benedetto da ciò che è superiore.

Effettivamente la potenza della divinità è qualcosa di infinito e di incommensurabile; mentre al contrario la natura umana è qualcosa di piccolo, quasi un nulla. Pertanto, nell'istante stesso in cui lo Spirito Santo discese sulla Vergine e la potenza dell'Altissimo la ricoperse con la sua ombra, colui che in tal modo è stato plasmato in forma di tabernacolo, non contrasse minimamente la corruzione umana, pur divenendo uomo esattamente come l'uomo della prima creazione. Tuttavia Egli era spirito, grazia e potenza e in lui l'aspetto della nostra natura sfolgorava nella straordinarietà della potenza divina.

Se dunque predichiamo a voce alta e testimoniamo che Cristo è la potenza e la sapienza di Dio (cf. 1 Cor 1, 24), sempre immutabile, sempre incorruttibile; che, quantunque dimorante in un corpo mutevole e corruttibile, Egli stesso tuttavia non rimane inquinato, anzi purifica anche ciò che è inquinato, qual è il nostro torto e perché siamo presi in odio? Che cosa significano questi nuovi altari elevati contro di noi?

Forse che noi annunciamo un Gesú diverso? Forse ne indichiamo un altro? Proclamiamo forse una Scrittura differente? Qualcuno di noi ha forse osato chiamare madre di un uomo la Vergine Madre di Dio, come noi stessi sentiamo che alcuni di loro irriverentemente fanno?


(san Gregorio il Nisseno, prediche sull'Incarnazione)




Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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