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A.D. 313 - 2013 1.700 anni dall'Editto di Costantino, chiariamo la questione

Ultimo Aggiornamento: 27/04/2017 21:12
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18/04/2012 10:28
 
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Antisemitismo, Vaticano: l'editto di Costantino non ha contribuito (Izzo)



Salvatore Izzo

(AGI) - CdV, 17 apr.

C’e’ una "leggenda nera" sull’Imperatore Costantino, alimentata da chi ancora oggi non vede di buon occhio l’apporto dei cristiani alla vita pubblica. Anche per questo, nel 1700esimo anniversario della Battaglia di Ponte Milvio e della conversione di Costantino il Pontificio Comitato di Scienze storiche ha promosso un Convegno internazionale di Studio sul tema "Costantino il Grande. Alle radici dell’Europa".

"La conversione di Costantino non ha avuto il minimo impatto sullo statuto degli ebrei nell’Impero Romano, il cambiamento comincia nel IV secolo", [SM=g1740733]
ha chiarito, presentando l’evento, la professoressa Claire Sotinel, docente di Storia Romana presso l’Universita’ Paris-Est Creteil. E il professor Giovanni Maria Vian, direttore dell’Osservatore Romano ma anche membro del Pontificio Comitato e ordinario di storia del cristianesimo all’Universita’ La Sapienza, ha ricordato che il cristianesimo deve molto a Costantino, ma solo le Chiese orientali lo venerano come santo in quanto la canonizzazione fu ad opera di un antiPapa.

"Costantino - ha affermato il presidente del dicastero vaticano, il monaco premostratense Bernard Ardura - fu incontestabilmente un grande imperatore e un geniale politico, riusci’ ad unificare l’intero Impero creando Costantinopoli, la nuova Roma.
Dall’Arco presso il Colosseo, fino alle numerose testimonianze numismatiche, fu glorificato per il suo genio, ed e’ divenuto, lungo i secoli, l’icona di questo mondo nuovo, ossia l’Europa cristiana, di cui siamo gli eredi".
 
Il Convegno, che si aprira’ domani pomeriggio nell’Aula del Sinodo, fara’ luce sul contesto in cui visse Costantino, a cominciare dalla sua educazione e dai rapporti tra i cristiani e l’Impero romano prima del 313. Gli studiosi si avvicenderanno sui rapporti fra religione e Stato, sull’idea di liberta’ religiosa nell’Impero, sulla religione dal punto di vista dell’Imperatore e del Senato romano.

Non mancheranno le discussioni sulla conversione di Costantino, sul suo battesimo e sul suo atteggiamento nei confronti dei cristiani all’indomani della Battaglia di Ponte Milvio. Il Convegno si propone pero’ anche di studiare un altro aspetto di questa battaglia iniziata a Saxa Rubra e terminata a Ponte Milvio, il 28 ottobre 312, nel corso della quale l’antagonista Massenzio annega tra i flutti del Tevere: un evento di non grande rilievo dal punto di vista propriamente strategico-militare, ma assurse rapidamente al ruolo di simbolo fondativo di un mondo nuovo, nato dall’incontro di Costantino con il cristianesimo.

Secondo padre Ardura, "la tolleranza nei confronti delle istanze religiose dei soggetti dell’Impero stava per concludere l’era delle persecuzioni imperiali contro i cristiani, per favorire l’evangelizzazione dell’intero Impero, disegnando il profilo dell’Europa occidentale e balcanica".
 
"Un’Europa - sottolinea il religioso - in cui sono sbocciati i valori di dignita’ umana, di distinzione e cooperazione fra religione e Stato, di liberta’ di coscienza, di religione e di culto.
Certo, queste realta’, che andranno a far parte integrale del patrimonio umanistico e culturale dell’Europa, avranno bisogno di molti secoli per giungere a maturita’, ma esse sono gia’ presenti nella svolta costantiniana e nell’evento della Battaglia di Ponte Milvio".
 
Una dimensione storica che ha voluto esaltare nel 1960 il film Costantino il Grande, che non a caso sara’ riproposto al Convegno, come testimonianza del permanere di Costantino nella cultura e nell’arte.
 
[SM=g1740771]
 
 
Convegno del Pontificio Comitato di Scienze Storiche

Millesettecento anni fa
la svolta di Costantino

"Fiumi d'inchiostro, da Eusebio di Cesarea nel IV secolo fino al recente libro di Paul Veyne Pourquoi notre monde est-il devenu chrétien? sono stati versati sull'argomento, ma la questione costantiniana resta una delle domande più interessanti del tardoantico" ha esordito Claire Sotinel (dell'Université de Paris-Est Créteil, già membro dell'?cole Française de Rome) presentando nella Sala Stampa della Santa Sede il convegno "Costantino il Grande.

 

Alle radici dell'Europa" - organizzato dal Pontificio Comitato di Scienze Storiche nel millesettecentesimo anniversario della battaglia di Ponte Milvio e della conversione dell'imperatore - insieme a padre Bernard Ardura, presidente del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa, e il direttore del nostro giornale.
I lavori del convegno si aprono il 18 aprile nell'Aula del Sinodo in Vaticano, proseguiranno il giorno successivo nel Collegio Teutonico, il 20 aprile alla Pontificia Università Lateranense e "si concluderanno - ha precisato Ardura - sabato in Vaticano con la proiezione del film Costantino il Grande, di Lionello De Felice".


Episodio storico celeberrimo, quello della vittoria su Massenzio ad saxa rubra e poi a Ponte Milvio il 28 ottobre del 312, ma più complesso di quello che possa sembrare a uno sguardo superficiale. "Mentre il convegno del 2013 indagherà le conseguenze della cosiddetta "svolta costantiniana" - ha continuato Ardura - il convegno romano vuol far luce sul contesto generale in cui visse Costantino, i rapporti fra religione e Stato e sull'idea di libertà religiosa nell'impero".

Domande - ha detto Sotinel - che non interessano solo lo storico: sono state infatti "discusse spesso in ambito religioso e politico, nel medioevo per giustificare il potere temporale del Papa, nel Cinquecento per contestarne l'autorità, o ancora per elaborare il concetto di laicità à la française nell'Ottocento". Nella storia dell'antico cristianesimo, ha aggiunto il nostro direttore, non mancano altri momenti di passaggio decisivi, come la "svolta callistiana" del III secolo quando la Chiesa, con Papa Callisto I, può iniziare a rivendicare la proprietà di cimiteri ed edifici di culto, ma la figura del figlio di Costanzo Cloro resta cruciale.

La propaganda contraria e favorevole a Costantino non si esaurisce con la morte dell'imperatore: continua fino ai nostri giorni. Il figlio di Elena, nel bene e nel male, è colui che ha dato la possibilità al cristianesimo di essere un popolo e non una "élite di perfetti" o un club esclusivo riservato a pochi iniziati, ed è interessante ripercorrere l'elenco delle opposte fazioni, dagli antichi storiografi fino ai contemporanei, da Lutero e Melantone a Yves Congar e Jean Daniélou. (silvia guidi)



(©L'Osservatore Romano 18 aprile 2012)
 
[Modificato da Caterina63 18/04/2012 17:31]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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