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A.D. 313 - 2013 1.700 anni dall'Editto di Costantino, chiariamo la questione

Ultimo Aggiornamento: 27/04/2017 21:12
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18/02/2009 10:54
 
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Celebrazioni per l’Editto di Milano di Costantino. Si arrabbierà qualcuno?

Costantino, bronzo, Museo Naz. Belgrado


Da un articolo apparso su Petrus apprendiamo che a Milano nel 2013 (ossia un anno dopo l’Incontro Mondiale delle Famiglie, che proprio in questi giorni il Papa ha comunicato si terrà nel capoluogo lombardo) verrà celebrato il 1700° anniversario dell’Editto che l’imperatore Costantino emanò a Milano, col quale garantiva ai cristiani la libertà del culto dopo secoli di persecuzioni. Secondo la leggenda, ciò avvenne in ringraziamento per l’aiuto divino ricevuto durante la battaglia del Ponte Milvio (allorché gli apparve una croce sul sole e la scritta: In hoc signo vinces, con questo stemma trionferai).


Editto di libertà, quindi, da non confondere con quello dell’imperatore Teodosio, del 381 d.C. (quindi circa settant’anni dopo) che proclamò il cristianesimo religione ufficiale dell’Impero Romano, a discapito delle altre religioni e in particolare del paganesimo. L’occasione si presta perciò a celebrazioni della libertà di coscienza e di culto, della laicità più o meno positiva dello Stato, della condanna delle persecuzioni. Materie, queste, su cui ben pochi in Occidente (la limitazione geografica è essenziale) avrebbero da obiettare ai nostri giorni: quel che si dice sfondare porte aperte.


Epperò, epperò... ci sembra ci sia dell’altro, meno ‘politicamente corretto’.
La corrente postconciliare progressista ha sempre visto in Costantino il pernicioso iniziatore di una commistione tra Stato e Chiesa, l’inventore del cesaropapismo (la preminenza dello Stato sulla Chiesa) e al tempo stesso il largitore di privilegi alla Chiesa ed ai suoi membri, che avrebbero fatto venir meno l’aurea semplicità e povertà dei cristiani dell’epoca evangelica e dato inizio a commistioni temporali e terrene. Le accuse fanno riferimento, a dire il vero, non tanto all’Editto di Milano, ma agli interventi imperiali in materia di dogmi e dottrina (il Concilio di Nicea, quello che definì il dogma trinitario, fu convocato appunto da Costantino nel 325 d.C.); ed anche alla cosiddetta donazione di Costantino, quella sorta di testamento già deprecato da Dante, e smascherato come falso dall’umanista Lorenzo Valla nel Quattrocento, con cui Costantino morente avrebbe ‘donato’ la metà occidentale dell’impero al papa Silvestro, giustificando quindi un potere temporale che, di fatto, si consolidò invece secoli dopo (la Donazione di Sutri, atto di inizio del dominio temporale pontificio, è del 728 d.C.).

La donazione di Costantino è chiaramente un falso, ma molti ravvisano comunque nella ‘normalizzazione’ dei rapporti tra Stato e Chiesa l’inizio di una fase ‘costantiniana’ della Chiesa, ossia di trionfalismo e di potere temporale, che solo con il Concilio Vaticano II si sarebbe iniziato a porre in discussione, pur restando a metà del guado. Questa è la tesi, dicevamo, della corrente progressista ed un corifeo di essa è il decano dei vaticanisti, Giancarlo Zizola, il quale ogni tre per due usa quest’aggettivo "costantiniano", riferito alle cose della Chiesa, con le peggiori accezioni; nei suoi libri egli continua a ribadire la necessità, ad esempio, di restituire all’Italia lo Stato vaticano, abolire le nunziature, licenziare le guardie svizzere, abolire gli attributi di sovranità. Una battaglia, insomma, talmente di retroguardia Anni Sessanta da apparire perfino commovente.

E l’Editto di Milano sarebbe stato proprio l’atto di inizio di questa deprecabile fase costantiniana, di una Chiesa alleata o almeno non ostile al potere politico, contro cui si levano gli strali delle "voci profetiche" del progressismo postconciliare. Decidere di celebrare solennemente la ricorrenza non è quindi privo di qualche significato assai significativo e promettente.

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la notizia:

Nel 2013 a Nis (Serbia) le celebrazioni per il 1700° anniversario dell'Editto di Milano. Il Nunzio Apostolico non esclude la presenza del Vicario di Cristo nella terra che diede i natali a Costantino

editto


CITTA’ DEL VATICANO - Dalla Santa Sede non vi e' ancora alcuna indicazione su una possibile visita futura di Papa Benedetto XVI in Serbia, anche se il Vaticano guarda ''con interesse'' alle celebrazioni del 2013 a Nis (sud della Serbia) per i 1700 anni dell'Editto di Milano col quale l'imperatore romano Costantino (nato proprio a Nis) pose fine alle persecuzioni nei confronti dei cristiani.
 
Lo ha detto il nunzio apostolico in Serbia, l’Arcivescovo Orlando Antonini. ''Confermo che resta l'invito al Santo Padre fatto dal presidente Boris Tadic, come anche quello presentato dai vescovi cattolici lo scorso anno'', ha dichiarato il nunzio in una intervista.
 
''Quello che posso dire - ha aggiunto - e' che il Vaticano guarda con interesse al programma dei festeggiamenti per il 1700° anniversario dell'Editto di Milano, previsti nel 2013 a Nis. E io personalmente credo molto in tale iniziativa''. Nei giorni scorsi, il vescovo di Nis, Irinej, aveva affermato che il Papa potrebbe visitare la Serbia ortodossa proprio nel 2013, in occasione delle celebrazioni di Nis.

Per l'Arcivescovo Antonini, l'anniversario dell'Editto di Milano fra tre anni riveste in realta' uguale interesse per tutti i cristiani - cattolici, ortodossi, protestanti - e per questo le celebrazioni di Nis potrebbero essere l'occasione per un incontro tra i massimi rappresentanti del cristianesimo di Oriente e di Occidente. Nessun Papa finora ha visitato la Serbia, il Montenegro e la Macedonia, e Benedetto XVI ha ricevuto inviti a visitare tutti i Paesi dei Balcani.


fonte: Petrus




[Modificato da Caterina63 06/06/2011 10:27]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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