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Il Papa: riscoprire il Culto Eucarstico

Ultimo Aggiornamento: 30/03/2014 13:11
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Sesso: Femminile
15/03/2009 13:05
 
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Dall'amico Chisolm prendo dal un altro Blog una sua riflessione sulla COMUNIONE ALLA MANO.....e l'opportuntà per e, di, riceverla alla bocca....[SM=g1740734]

Le mani dei laici, per quanto santi, non sono le mani dei consacrati, per quanto indegni (i certi casi, ovviamente). Le mani dei laici servono per edificare il regno di Dio, col lavoro, giungendosi in preghiera, asciugando lacrime e per dar carezze, qualche volta una sculacciata.
Anche una sculacciata ben data aggiunge un mattone alla Civitas Dei.
Il mio quasi omonimo, Padre Francesco Chisholm, ne Le chiavi del Regno di Cronin, così apostrofava i suoi parrocchiani cinesi per indurli alla cooperazione, al lavoro per il Regno: « Non crediate che il Paradiso sia soltanto in Cielo…è nella vostra casa, in un fiore che sboccia, nel palmo della vostra mano… non importa dove…»

Le mani dei laici, a parte il ruolo dei ministri straordinari dell’eucarestia, non sono fatte per cullare il Corpo di Cristo: “Noli me tangere”, non trattenermi.
Come bambini piccoli, dice Pietro, bramate il latte, quasi a voler indicare nella bocca, il luogo di destinazione del Pane, senza stazioni di sosta, senza pause di riflessione: la bocca, e non le mani, sono il luogo d’accoglienza del Cibo. Poi, seguirà la giusta “orazione”, da os-oris (bocca).

Le mani dei consacrati hanno la loro importanza, il loro rilievo.
Sono quelle mani, le sole, a poter “trattenere” il Corpo di Cristo, a elevarlo, a distribuirlo.
Ricordo con gioia le prime messe dei miei compagni di studio.
Conseguita la Licenza in Teologia, venivano ordinati quasi subito: alla prima messa, io come tanti, i loro parenti e amici, mi mettevo in fila per baciare le loro mani consacrate.
Tra tanti, ricordo con piacere don Silvio che, quando gli presi le mani per il bacio, ebbe un moto di delicato imbarazzo. Mi disse, ancora frastornato dall’ordinazione: «Doveri baciarti io le mani per tutti gli appunti che mi hai passato…».

In quell’occasione, per ricordargli che non erano gli appunti che facevano il prete, ma, in certo senso, le mani, gli regalai una riproduzione del Figliol Prodigo di Rembrandt.
Gli dissi di osservare le mani del Padre che si posavano sulle spalle del figlio inginocchiato.
Una mano è maschile, l’altra (così ha voluto Rembrandt) è delicatamente femminile.
Gli dissi che sarebbero state il modello delle sue mani.
Una maschile, per consacrare e benedire, l’altra femminile, materna, per distribuire il Cibo ai figli.
Sono passati sei anni. Ora è missionario, in coerenza con la sua congragazione.
Tempo fa mi ha spedito una foto: lui in mezzo a un centinaio di bambini, i suoi “appunti” di carne.

Quando gli baciai le mani, il giorno della sua ordinazione, in un certo senso ho baciato tutti i suoi figli.
Le mie mani continuano a prendere appunti, le sue a benedire, consacrare e nutrire.

Chisolm


[SM=g1740722] [SM=g1740721] [SM=g1740722] [SM=g1740721]


Dall'intervista al Prefetto per il Culto Divino che proprio ieri ha parlato di adorazione Eucaristica...

" I compiti fondamentali della Congregazione sono quelli di aiutare il Papa in tutto quello che concerne il culto divino: che tutta la Chiesa viva lo spirito della liturgia, che effettivamente elevi a Dio questo culto in spirito e verità, che si esprime nella liturgia e soprattutto nell’Eucaristia.

Significa che la liturgia non ci racconta cose che sono successe nel passato, ma è la manifestazione, al giorno d’oggi, della salvezza di Dio attraverso Gesù Cristo. E’ il sacrificio di Cristo sul Calvario che si fa realmente presente ai nostri giorni, con tutta la sua forza salvifica e rinnovatrice dell’uomo.


[SM=g1740733]

Eucharisticum mysterium (maggio 1967) -

12. In che consista la partecipazione attiva alla messa
Si spieghi dunque a tutti coloro che si riuniscono per l'eucaristia che formano quel popolo santo che, insieme con i ministri, ha parte nell'azione sacra. Certo, solo il sacerdote, in quanto rappresenta Cristo, consacra il pane e il vino. Tuttavia l'azione dei fedeli nell'eucaristia consiste nel fatto che essi, memori della passione, della risurrezione e della gloria del Signore, rendono grazie a Dio e offrono l'ostia immacolata non solo per le mani del sacerdote, ma uniti a lui; e, con la partecipazione al corpo del Signore, si compie la comunione loro con Dio e tra di loro, comunione a cui deve condurre la partecipazione al sacrificio della messa.

Infatti una più perfetta partecipazione alla messa si ha quando essi, convenientemente disposti, ricevono sacramentalmente il corpo del Signore nella messa stessa, obbedendo alle parole di lui: "Prendete e mangiate". Questo sacrificio, poi, come la stessa passione di Cristo, sebbene sia offerto per tutti, "non ha effetto se non in coloro che si uniscono alla passione di Cristo con la fede e la carità... Ad essi tuttavia giova più o meno secondo la misura della loro devozione".

Tutto ciò sia spiegato ai fedeli, sì che essi partecipino attivamente alla messa, sia nell'intimo del loro animo, sia esteriormente attraverso i riti, secondo le norme stabilite dalla costituzione sulla sacra liturgia, più ampiamente determinate nell'istruzione "Inter oecumenici", del 26 settembre 1964, nell'istruzione "Musicam sacram" del 5 marzo 1967 e nell'istituzione "Tres abhinc annos" del 4 maggio 1967.

********

Seguono doande e risposte di un bloghista e le cui risposte ovviamente condivido[SM=g1740722]

1) "Beh mi faresti leggere quale dogmantica o in quale occasione Sant Tommaso D'Acquino afferma che le mani dei laici sono indegne?"

«La distribuzione del Corpo di Cristo appartiene al Sacerdo te per tre motivi: in primo luo go, perché è lui che consacra, tenendo il posto di Cristo. Ora, è Cristo stesso che ha consa crato il suo Corpo nella Cena, ed è Lui stesso che lo ha dato agli altri da mangiare. Dunque, come la consacrazione del Cor po di Cristo appartiene al Sa cerdote, altrettanto appartiene a lui la distribuzione. In secon do luogo, il sacerdote è stabili to intermediario tra Dio e il po polo. Di conseguenza, come a lui spetta l'offrire a Dio i doni del popolo, altrettanto spetta a lui donare al popolo i doni san tificati da Dio. In terzo luogo, per il rispetto dovuto a questo Sacramento, nulla può toccarlo che non sia consacrato. Per questo motivo, il corporale e il calice vengono consacrati, ed altrettanto le mani del Sacer dote vengono consacrate per toccare questo Sacramento, e nessun altro ha il diritto di toccarlo, se non in caso di necessità». (Cfr. Summa Teolo gica, III.a pars, q. 82, a. 3).

2) "Beh fammi capire per te la Chiesa fino al SETTIMO secolo ha sbagliato?"

Concilio di Trento, nel 1551, a proposito della errata Comunione sulla Mano e della difsa della Comunione alla bocca: «... Questo costume deve essere ritenuto di diritto e a giusto titolo come proveniente dalla TRADIZIONE APOSTOLICA» (cfr. Sess. XIII, DE EUCHARISTIA, c. VIII-Denz Sch. Enchridion... ed. 33 a, N. 16-48°).

S. Sisto I (Papa dal 117-al 136) scrisse: «Solo i ministri del culto sono abilitati a toccare i sacri misteri: hic constituit ut mysteria sacra non tangeren tur nisi a ministris» (cfr. Liber Pontificalis, tomo I, p. 57-Man si I. 653; e cfr. "regesta Pontificum Romanorum", p. 919)

Tertulliano: «Non la riceviamo dalla mano di altri, nec de aliorum manu su mimus» (Cfr. Liber de Corona, III, 3-RL., tomo li, col. 79)

Il Concilio di Saragozza, nel 380, lan ciò l'anatema (canone III) con tro coloro che facevano come ai tempi di persecuzione


3) "I primi cristiani avrebbero sbagliato dal momento che la Comunione veniva distribuita sul palmo della mano e sotto le due specie? [...] Ma sei sicura di conoscere quell oche citi? Beh fammi leggere per favore dove è scritto tutto cio!! Ma come al solito sono le solite scemenze che dici per ignoranza!!"

Solo in caso di necessità e in tempo di persecuzione, ci assicura san Basilio, si poteva derogare da detta norma, ed era concesso ai laici di comunicarsi con le proprie mani.

Il Concilio di Saragozza, nel 380, aveva lanciato la scomunica contro coloro che si fossero permessi di trattare la santissima Eucarestia come se si fosse in tempo di persecuzione, tempo nel quale anche i laici potevano trovarsi nella necessità di toccarla con le proprie mani (SAENZ DE AGUIRRE, Notitia Conciliorum Hispaniæ, Salamanca, 1686, pag. 495).

Ecco perché i primi cristiani potevano anche portare a casa le Sacre Specie ecc.


[SM=g1740733]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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