È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!

A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Quella mania di complicare sempre tutto..... K. Rahner non aveva altro da fare?

Ultimo Aggiornamento: 01/02/2018 08:03
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 39.989
Sesso: Femminile
18/06/2016 13:58
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

ATTENTI A KARL RAHNER:


SEGUIRLO FINO IN FONDO PUÒ AVERE


GRAVI CONSEGUENZE PER LA FEDE.


 


MA ALLORA PERCHÉ LO SI STUDIA NEI SEMINARI?


 


(a cura di Claudio Prandini)


 



Karl Rahner, uno dei più conosciuti teologi del XX secolo


 


 


INTRODUZIONE


IL GESUITA KARL RAHNER, L’ERESIARCA DEL XX SECOLO


Fonte web


Ho terminato la lettura di un libro in lingua originale, cioè l’inglese americano, intitolato A Critical Examination of the Theology of Karl Rahner, SJ, scritto dallo studioso texano Robert C. McCarthy, pubblicato nel 2001. È stato molto faticoso, perché ho dovuto usare moltissimo i vocabolari cartacei e quelli on-line, ma ne è valsa la pena. L’opera di McCarthy, purtroppo, in Italia non è mai stata pubblicata e, sicuramente, non sarà pubblicata neppure in futuro.


Secondo McCarthy, l’intelligentissimo padre gesuita Karl Rahner ad un certo punto della sua vita, cominciò letteralmente a disprezzare la “Chiesa di sempre” e la “fede di sempre”.  Non credette più alla Rivelazione del Dio che si abbassa fino alla sua creatura prediletta, l’uomo. Considerò la “vecchia fede” del tutto inadeguata all’uomo moderno e si mise all’opera per “conformare” la teologia cattolica alla modernità. Rahner, in pratica, non cercò più – come invece dovrebbe fare ogni cattolico, specialmente un sacerdote – di convertire l’uomo a Dio, ma di adattare Dio all’uomo.


«Il padre Rahner ha detto che la teologia suole dare l’impressione, oggi giorno», ha spiegato un discepolo del gesuita tedesco, «di dar risposte mitologiche o almeno non scientifiche… Il teologo solo può superare questo… partendo dall’uomo e dalle sue esperienze». Rahner, dunque, non “partiva” da Dio, ma dall’uomo.


Basandosi, in questo senso, sulle “esperienze dell’uomo”, in particolare di quello moderno, Rahner scopre la sua dottrina del “soprannaturale esistenziale”. L’uomo moderno non può, né deve, considerarsi “segnato dal peccato”; anzi, deve necessariamente ritenersi buono, bravo e bello. L’uomo può smettere di credere al vecchio dogma cattolico del peccato originale. Non ha più bisogno di credere che il soprannaturale, la Grazia di Dio, siano al di sopra della natura umana. Non esiste, in realtà, il peccato originale, né i suoi nefasti effetti sulla natura dell’uomo. Esiste invece una natura umana imperfetta, la quale può, evolvendosi, diventare perfetta, se non addirittura tendere alla divinizzazione.


Rahner, partendo dalla concezione meravigliosa, senza macchia, che l’uomo moderno deve avere di sé, raggiunge rapidamente le più temibili eresie moderne, che costituiscono la base dell’apostasia contemporanea: il rifiuto del soprannaturale e la negazione del peccato originale.


Rahner, come teologo e soprattutto come sacerdote, non poteva salire senza macchia, secondo McCarthy, dopo tale assurda demolizione, delle dottrina cattolica di base. Questa è, sempre secondo l’autore texano, la spiegazione della quasi impenetrabile oscurità del più famoso gesuita del XX secolo, e della sua invenzione di strambe teorie come il “soprannaturale esistenziale” e il “cristianesimo anonimo”. In ciò che il maestro è scuro, a schiarire ci pensano i suoi discepoli. E molti discepoli di Rahner sono diventati vescovi e principi della Chiesa (Carlo Maria Martini, Karl Lehmann, Walter Kasper, Reinhard Marx, Robert Zollitsch, etc…).


Se dunque l’uomo, seguendo il pensiero rahneriano, viene al mondo non condannato dal peccato, ma solo con quell’incompletezza che tende alla perfezione, addirittura alla divinizzazione, che bisogno ha di redenzione o di un Redentore? Per Rahner l’uomo diventa perfetto, persino divino, con l’evoluzione, non con la Grazia. Gesù di Nazaret è l’uomo che più di ogni altro è riuscito a perfezionare, ad evolvere, la natura umana, divinizzandola. Per il gesuita tedesco, infatti, non è in discussione il fatto che Cristo sia Dio, anzi, ne era convintissimo. La tragedia è che, per Rahner, Gesù Cristo non è il Dio vivente fatto uomo, ma l’uomo che si è fatto Dio.


Mediante questa “dottrina gnostica” di Dio che non discende fino alla natura umana, trasfigurandola per mezzo della sua Grazia, ma dell’uomo che si “evolve”, s’impossessa della natura divina, Rahner mette assieme, in un modo molto contorto, religione e filosofia moderna (Hegel, Heidegger e Kant), ma di fatto nega e rifiuta l’Incarnazione e la Redenzione.


-------------------------------------------------


BIBLIOGRAFIA
“La svolta antropologica di Karl Rahner”, di P. Cornelio Fabro (Editrice del Verbo Incarnato)
“Karl Rahner – Il Concilio tradito”, di P. Giovanni Cavalcoli (Fede & Cultura)
“Saggio sull’etica esistenziale formale di Karl Rahner”, di P. Tomas Tyn (Fede & Cultura)
“Vera e falsa teologia – Come distinguere l’autentica scienza della fede da un’ambigua filosogia religiosa”, di mons. Antonio Livi (Casa Editrice Leonardo da Vinci)

 

 

Conferenza 3a del Prof. P. Serafino M. Lanzetta, FI.
La critica di Tomas Tyn all'etica di Karl Rahner. Conferenza di P. Serafino M. Lanzetta FI.

 

 

Fonte web

Leggete Rahner. Voi non capirete molto ma è importante che lo leggiate lo stesso”. Con questo appello ironico ai suoi studenti, alcuni anni fa, un professore di teologia sintetizzava in modo mirabile due aspetti fondamentali del pensiero di Karl Rahner, teologo gesuita del xx secolo, morto nel 1984: la difficoltà di comprendere fino in fondo il suo pensiero dovuta ad un linguaggio ostico e, nello stesso tempo, la rilevanza di un teologare che lo ha reso uno dei più celebrati soloni della teologia degli ultimi tempi.

UN LINGUAGGIO DIFFICILE

I professori Rahner e RatzingerQuello del linguaggio rahneriano non è un problema indifferente. In un articolo sull’Osservatore Romano del 28 Dicembre del 2009, F. G. Brambilla, preside della facoltà teologica dell’Italia Settentrionale, lo definisce “tormentata lingua”, tale da renderlo meno leggibile rispetto ad altri teologi. Capire esattamente la portata del suo pensiero non è semplice per chi non si occupa di teologia a tempo pieno (e spesso anche per chi se ne occupa). Non si tratta, infatti, del solito linguaggio da professore teutonico disseminato di termini vigorosi: Christliche Weltanschauung,Formgeschichte, etc. In Rahner è operante invece lo scontro quotidiano tra il desiderio, esplicitato dallo stesso teologo, di rendersi comprensibile all’uomo comune e l’incapacità quasi strutturale di riuscire ad esprimersi in un modo tale da poterlo raggiungere. Una vera eterogenesi dei fini, se leggiamo quello che confessò a Vittorio Messori: “Non sono mai stato un teologo chiuso agli influssi esterni. Se studiavo un argomento è perché dalla mia attività pastorale, dai miei contatti con la gente, mi rendevo conto che quell’argomento faceva problema; che qualcuno poteva essere aiutato da una ricerca”.

UN TEOLOGARE ONNICOMPRENSIVO

Rahner ancora giovane gesuita, indossava ancora un clergymen. Fra poco dismetterà e per sempre i segni esteriori del suo sacerdozio

Sulla grandezza della sua riflessione teologica non ci sono dubbi. Pensiamo, ad esempio, a quello che gli deve la teologia trinitaria. Rahner ha formulato l’assioma “La Trinità economica è la Trinità immanente e viceversa”, mostrando che è solo a partire dalla sua manifestazione nella storia – con la rivelazione di Cristo – che possiamo sapere qualcosa del Dio Uno e Trino così come è in sé. La Commissione Teologica Internazionale, nel documento Desiderium et cognitio dei del 1981, ha reso più esplicito questo assioma, evitando alcuni seri rischi. Giustamente, però, Luis Ladaria, attualmente segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha sottolineato che “sono chiare le coincidenze con il modo di esprimersi di Rahner. E’ sua l’intuizione che in fondo si accetta”. E non è solo la teologia trinitaria ad essergli debitrice. Rahner fu chiamato come teologo perito al Concilio Vaticano II e presto divenne un personaggio chiave nell’assise conciliare. Inoltre, basta dare uno sguardo alla sterminata bibliografia del gesuita (circa 4000 scritti) per capire che egli si è occupato di molteplici settori della teologia: Sulla teologia della morte, La gerarchia nella Chiesa, Ascesi e mistica nei Padri della Chiesa, La Trinità, Le dimensioni politiche del cristianesimo, Il sacerdote e la fede oggi, Corso fondamentale sulla fede, Eucaristia, Sul battesimo, etc. E lo ha fatto sempre in modo significativo e mai scontato.

LA SVOLTA ANTROPOLOGICA DI RAHNER

Il padre Cornelio Fabro. Parlò per primo di “svolta antropologica” in RahnerE’ stato il padre stimmatino Cornelio Fabro, nel 1974, ad usare l’espressione “svolta antropologica” in relazione alla teologia di Rahner. Uno dei primi, anche, ad esprimere una critica nei confronti dell’osannato gesuita. Rahner parte dall’uomo per il suo discorso su Dio. Egli, infatti, “era persuaso che il dato della fede va messo in rapporto fin quasi a rinascere nell’esperienza che l’uomo ha di sè. Dunque l’antropologia ha da portare alla teologia un contributo fondamentale” (A. Bertani, Jesusn.4 Aprile 2004). Fondamentale, certo, ma anche deleterio nel momento in cui la teologia si ritrova a dover dipendere da questa. Scrive Rahner: “La teologia oggi deve assolutamente tener conto di tutte le scienze antropologiche moderne, che non esistevano in passato, così come deve conoscere e rispettare l’uomo nella prospettiva delle scienze naturali moderne”. In una simile affermazione c’è un che di sinistro: il tono stesso. Sembrerebbe quasi sostenere l’impossibilità per il discorso teologico di essere articolato senza il contributo vincolante dei dati delle moderne scienze antropologiche. Non sembra qui di risentire l’eco della mai sopita tentazione di voler ridurre Dio alla “misura” dell’uomo? Infatti, padre Giovanni Cavalcoli, un teologo domenicano che ha criticato la teologia rahneriana, spiega: “InRahner l’uomo si ripiega sulla sua illimitata autocoscienza perché egli ha assolutizzato se stesso”.

PADRE DEL RELATIVISMO?

In un articolo su Il Foglio del 2009, intitolato in modo molto significativo Rahner, maestro del Concilio, di Martini e della coscienza relativaRoberto De Mattei presenta la figura del teologo tedesco come “padre del relativismo teologico contemporaneo”. Un relativismo che drammaticamente è cresciuto in maniera esponenziale dopo il Concilio Vaticano II. Non sono però i documenti conciliari i responsabili di questa deriva ecclesiale. Nel discorso alla curia romana del 2005, Papa Benedetto XVI ha spiegato, infatti, che sono state due le ermeneutiche di questo grande evento: una – quella “della riforma” – che, pur nel silenzio ha prodotto buoni frutti; l’altra – quella “della discontinuità e della rottura” – che ha interpretato il Vaticano II come evento che rompe con il passato preconciliare e la Tradizione. Il già citato padre Cavalcoli non ha dubbi su chi sia uno degli indiziati maggiori all’origine di questa “ermeneutica della discontinuità”: proprio Rahner, perché egli “ha concepito il progresso come rottura, come contraddizione col passato di una tradizione cristiana sacra e perenne” operando non “in nome di una sana modernità, ma di un rinnovato modernismo peggiore di quello dei tempi di san Pio X” (Radici Cristiane, n. 47, Agosto-Settembre 2009). Al teologo tedesco, padre Cavalcoli ha dedicato pure un libro dal titolo emblematico: K. Rahner. Il Concilio tradito, che rincara la dose.

PERICOLOSE DERIVE DOTTRINALI?

Il padre dell’esistenzialismo Martin Heidegger: Una pericolosa passione di Rahner.

Heinz J. Vogels – che certo non può essere considerato un tradizionalista – ha messo in evidenza i principali pericoli insiti nella teologia rahneriana: Padre, Figlio e Spirito Santo visti come tre modi di manifestarsi di un’unica Persona divina e non come tre Persone distinte (modalismo); Gesù Cristo solo espressione storica del Padre, non Persona divina preesistente (adozionismo); mancato riconoscimento del carattere di persona dello Spirito Santo; una rischiosa tendenza a vedere operante in Gesù Cristo un’unica energia (monoenergismo) e un’unica volontà (monotelismo), quella divina, mettendo in ombra la componente umana; la maternità divina di Maria messa implicitamente in discussione; affermazione della capacità dell’uomo di auto-redimersi. Anche ad una rapida occhiata, è possibile comprendere che qualcosa non va nella teologia dell’illustre gesuita. E non dimentichiamo, infine, l’attrazione fatale di Rahner per Heidegger, padre dell’esistenzialismo che, come ricorda Messori in VivaioEdith Stein riteneva non adatto ad un cristiano perché negava l’esistenza di Dio così come lo intende la fede cattolica. Pur nella grande fama riconosciuta al teologo tedesco, c’è, dunque, in Rahner il pericolo implicito di una teologia che, portata all’estreme conseguenze, conduca su binari che si discostano dall’ortodossia cattolica. Non sarebbe il primo caso, nella storia della Chiesa, di un teologo che, pur mantenendo se stesso all’interno della fede cattolica, ha di fatto, suo malgrado, dato il via a rovinose deviazioni dottrinali che hanno poi ripercussioni gravissime nella vita spirituale dei fedeli, e prima ancora nei seminaristi e dunque nei futuri sacerdoti.

UN USO MODERATO PER “NON NUOCERE GRAVEMENTE ALLA SALUTE” DELL’ANIMA

Karl Rahner negli ultimi anni. Sempre giacca e cravatta. Morì nel 1984Torniamo all’appello del professore con cui abbiamo aperto questo scritto: “Leggete Rahner. Voi non capirete molto ma è importante che lo leggiate lo stesso”. Le sue parole si persero nell’aria mite di un pomeriggio. Nel corso degli anni, però, alla luce di questi nuovi studi, sono ritornate in mente. Anche perché, nel frattempo, quel professore, che era pure prete, ha lasciato l’abito sacerdotale ed è convolato a nozze con una donna, con la quale aveva da tempo una relazione segreta. Ci sarebbe da chiedersi: una pagina di Rahner al giorno toglie la vocazione di torno? Lasciamo perdere una facile ironia: la teologia rahneriana non merita un simile trattamento.

Una considerazione è tuttavia obbligatoria, a questo punto. In un’epoca in cui le scomuniche sono quasi del tutto scomparse, in cui l’imprimatur, come il saluto, non si nega a nessuno, in cui i teologi cattolici – alcuni fedeli all’ortodossia e altri “allegramente disinvolti” nei confronti di questa – raggiungono facilmente, con i mezzi di comunicazione odierni, l’ignaro popolo cattolico, sarebbe necessario se non altro un punto fermo. Quale? Che almeno una voce autorevole, in ogni seminario, facoltà teologica, istituto di scienze religiose, si prendesse la briga di premettere qualche “avvertenza” e un invito “a non abusare” di certi teologi per “non nuocere gravemente alla salute” della vita spirituale. Non il ripristino di un moderno Indice – che indurrebbe anzi ad una maggiore attenzione verso pagine tanto suadenti quanto pericolose – ma qualche chiara “istruzione per l’uso” per mettere al sicuro la fede di chi si accosta a questi celebrati quanto ambigui teologi. Non sarebbe anche questo amore per il prossimo?

 

 

APPROFONDIMENTO

 

LA BRACE SOTTO LA CENERE

NUOVA TEOLOGIA, BORDERLINE

RAHNER, MITO DEL PROGRESSISMO CATTOLICO…

E AMANTE APPASSIONATO

RAHNER, COMMIATO DA UN PERICOLOSO MITO

LA CRISI DELLA CHIESA HA UN NOME: RAHNER....

 



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 17:19. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com