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Ultimo Aggiornamento: 21/03/2015 22:55
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21/03/2015 22:27
 
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Comunicato della 
St. Marcel Initiative
per conto di Mons. Williamson e di Mons. Faure

  
20 marzo 2015


Circa la consacrazione episcopale di Jean-Michel Faure
 
I sostenitori di Sua Eccellenza Mons. Williamson, lettori di Commenti Eleison, o contributori della St. Marcel initiative, o comunque a lui vicini, hanno indubbiamente già sentito la notizia della consacrazione di Sua Eccellenza Mons. Jean-Michel Faure, nel Monastero della Santa Croce a Nuova Friburgo, in Brasile, avvenuta lo scorso giovedì 19 marzo, Festa di San Giuseppe. 

La notizia era stata comprensibilmente tenuta riservata fino all’ultimo momento, in modo da evitare, per quanto umanamente possibile, eventuali interferenze indesiderate nella cerimonia o qualsiasi altro problema che potesse nascere in concomitanza con essa.
 
In ogni caso, ora che la consacrazione è avvenuta, mettiamo a disposizione dei fedeli e del mondo intero il cosiddetto “mandato d’emergenza” che è stato letto durante la funzione liturgica.
 
Come molti già sanno, le prime parole del Rito della Consacrazione Episcopale sono quelle della dichiarazione che l’assistente anziano fa al vescovo consacrante:

“Reverendíssime Pater, póstulat sancta mater Ecclésia cathólica, ut hunc praeséntem Presbyterum ad onus Episcopátus sublevétis”
 
“Reverendissimo Padre, nostra santa Madre la Chiesa cattolica, Le chiede di elevare questo qui presente presbitero all’onere dell’Episcopato.”
 
In risposta, il vescovo consacrante chiede se l’assistente ha il “Mandato Apostolico”: 
Habétis mandátum apostólicum?
 
L’assistente risponde: Habémus - l’abbiamo.

Il vescovo consacrante: Legátur - sia letto.
 
Ciò che è stato letto in questa celebrazione di giovedì scorso, in risposta all’invito di Mons. Williamson – e che è servito sia come strumento nel rito liturgico celebrato, sia come pubblica spiegazione della motivazione della cerimonia, come previsto dai partecipanti - è quello che segue.
 
I lettori avranno interesse a sapere che i primi paragrafi di questo documento seguono da vicino il linguaggio usato da Mons. Lefebvre il 30 giugno 1988.



Mandato

Noi l’abbiamo dalla Chiesa Romana che, fedele alle sante tradizioni ricevute dagli Apostoli, ci comanda di trasmettere fedelmente queste sante tradizioni – e cioè il Deposito della Fede – a tutti gli uomini, in ragione del loro dovere di salvare le loro amine.

Ora, per un verso, le autorità della Chiesa Romana, a partire dal concilio Vaticano II e fino ad oggi, sono animate dallo spirito del modernismo, che sovverte profondamente la Santa Tradizione fino a pervertirne la stessa nozione: «non sopporteranno più la sana dottrina, rifiuteranno di dare ascolto alla verità, per volgersi alle favole», come dice San Paolo a Timoteo nella seconda lettera (IV, 3, 5).
A che serve chiedere a tali autorità un mandato per consacrare un vescovo che si opporrà interamente ai loro errori così gravi?

Per l’altro verso, i pochi cattolici che ne comprendono l’importanza, per avere un tale vescovo, dopo il Vaticano II, potevano sperare che venisse loro dalla Fraternità San Pio X fondata da Mons. Marcel Lefebvre, così come egli consacrò loro nel 1988 quattro vescovi per un primo mandato di supplenza. Purtroppo, però, quando si vede che le autorità di questa Fraternità hanno intrapreso lo stesso cammino modernista, dirigendosi costantemente verso le autorità romane, questa speranza si rivela vana.

E allora, questi cattolici credenti, da dove otterranno questi vescovi essenziali per la sopravvivenza della loro vera Fede? In un mondo che ogni giorno di più si accanisce contro Dio e contro la Sua Chiesa, il pericolo sembra tale che non si può più far dipendere questa sopravvivenza da un solo vescovo pienamente antimodernista. È la Santa Chiesa stessa che gli chiede di farsi affiancare da un secondo vescovo: in questo caso il Reverendo Don Jean Michel Faure.

Con questa trasmissione del potere episcopale dell’Ordine, non si ha alcuna presunzione di trasmettere o di concedere il potere episcopale di giurisdizione, e quando Dio interverrà per salvare la Sua Chiesa, alla quale non rimane alcuna speranza umana di salvataggio, gli effetti di questa trasmissione e di questo mandato di supplenza, saranno rimessi senza indugio nelle mani di un Papa di nuovo interamente cattolico.


******************************
  la risposta ufficiale della FSSPX






Fraternità Sacerdotale San Pio X

Comunicato della Casa Generalizia del
19 marzo 2015
riguardo la consacrazione episcopale di don Faure

pubblicato su DICI


 
19 marzo 2015   

Oggi, 19 marzo, Mons. Richard Williamson ha conferito la consacrazione episcopale a don Jean-Michel Faure, presso il monastero benedettino Santa Cruz di Nova Friburgo (Brasile).

Mons. Williamson e don Faure non sono più membri della Fraternità San Pio X rispettivamente dal 2012 e dal 2013 a causa delle aspre critiche che avevano formulato contro ogni relazione con le autorità romane, denunciando ciò che, a loro modo di vedere, costituiva un tradimento dell’opera di Mons. Lefebvre.

La Fraternità San Pio X deplora che tale spirito di opposizione giunga al punto di effettuare una consacrazione episcopale. Nel 1988 Mons. Lefebvre aveva chiaramente manifestato la sua intenzione di consacrare dei vescovi ausiliari, senza giurisdizione, in ragione dello stato di necessità in cui si trovava la Fraternità San Pio X e i fedeli cattolici, con il solo scopo di permettere ai fedeli di ricevere i sacramenti tramite il ministero dei sacerdoti che avrebbero ordinato. 
Dopo aver tentato l’impossibile nei confronti della Santa Sede, Mons. Lefebvre procedette alle consacrazioni episcopali davanti a migliaia di sacerdoti e fedeli e diversi giornalisti del mondo intero. Tutto mostrava che quest’atto, malgrado l’assenza di autorizzazione di Roma, era posto pubblicamente per il bene della Chiesa e delle anime.

La Fraternità San Pio X denuncia la consacrazione episcopale di don Faure che, malgrado le affermazioni del consacratore e del consacrato, non si apparenta minimamente alle consacrazioni del 1988. In effetti tutte le dichiarazioni di Mons. Williamson e di don Faure provano con evidenza che essi non riconoscono più le autorità romane se non in maniera puramente retorica.

La Fraternità San Pio X riafferma che l’attuale stato di necessità nella Chiesa legittima il suo apostolato nel mondo, senza per questo ritenersi dispensata dal riconoscere le autorità ecclesiastiche per le quali i sacerdoti pregano in ogni Messa. 

Essa intende proseguire la sua opera di formazione sacerdotale secondo i suoi statuti.
Essa vuole pure conservare il deposito della fede e della morale, opponendosi agli errori, da qualunque parte essi provengano, al fine di trasmettere tale deposito per mezzo della liturgia tradizionale e della predicazione, nello spirito missionario del suo fondatore: Credidimus caritati (1 Gv. 4,16).

Menzingen, 19 marzo 2015




[Modificato da Caterina63 21/03/2015 22:55]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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