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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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Incoraggiare i giovani a tirare fuori il meglio di sè...

Ultimo Aggiornamento: 28/02/2017 18:44
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UN RITAGLIO AL GIORNO...
Un'iniziativa di Qumran Net, banca dati per la pastorale
http://www.qumran2. net/ritagli

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La storia di Mark
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Mark Eklund era in terza elementare e io insegnavo al Saint Mary's School a Morris, Minnesota.
Ero affezionata a tutti e 34 i miei studenti, ma Mark era uno su un milione.
Molto ordinato e preciso in apparenza, ma aveva quell'atteggiamento
di essere-felice- di-vivere (happy-to-be- alive attitude) che faceva perfino la sua occasionale birbanteria deliziosa.

Mark parlava incessantemente. Dovevo ricordargli sempre che parlare senza permesso non era accettabile. Ciò che mi impressionava tanto, però, era la sua sincera risposta ogni volta che io dovevo correggerlo per cattivo comportamento: "Grazie per avermi corretto, Sorella!".
All'inizio non sapevo cosa fare, ma dopo poco mi abituai a sentirlo molte volte al giorno.

Una mattina la mia pazienza era diventata sottile quando Mark parlò una volta di troppo, ed io commisi un errore da insegnante principiante.
Guardai Mark e dissi, "Se dici ancora una parola, ti chiuderò le labbra con il nastro"!
Passarono dieci secondi quando Chuck rivelò: "Mark sta parlando ancora." Io non avevo chiesto a nessuno degli studenti di aiutarmi a guardare Mark, ma dovetti punirlo davanti alla classe.
Ricordo la scena come se fosse successa questa mattina.
Camminai verso la mia scrivania, aprii intenzionalmente il mio cassetto e tirai fuori un rotolo di nastro adesivo.
Senza dire una parola, mi avvicinai al banco di Mark, strappai due pezzi di nastro e feci con essi una grande X sulle sue labbra.
Poi tornai all'inizio della stanza. Mentre lanciai un'occhiata per vedere cosa stava facendo, lui mi strizzò l'occhio. Ciò fece! Io iniziai a ridere. La classe si rallegrò e applaudì.
Tornai al banco di Mark, tolsi il nastro, e feci spallucce.
Le sue prime parole furono: "Grazie per avermi corretto, Sorella."

Alla fine dell'anno, fui richiesta per insegnare alla classe di matematica della scuola media.
Gli anni volarono, e presto seppi che Mark era ancora nella mia classe. Era più carino che mai e cosi educato. Poiché lui doveva mettere in lista attentamente le mie istruzioni sulla "nuova matematica", non parlò cosi tanto come aveva fatto in terza.
Un venerdì le cose non andavano molto bene. Avevamo lavorato duramente su un nuovo concetto tutta la settimana e avevo la sensazione che gli studenti fossero accigliati, frustrati con se stessi e nervosi gli uni con gli altri.
Dovevo fermare questo prima che mi sfuggisse di mano.
Così chiesi a loro di fare una lista con i nomi degli altri studenti nella stanza su due fogli di carta, lasciando uno spazio tra ogni nome.
Poi dissi loro di pensare alla cosa più simpatica che potessero dire riguardo ad ognuno dei loro compagni di classe e di scriverla.
Per finire il compito, la classe prese il resto del tempo e quando gli studenti lasciarono la stanza, ognuno mi passò il foglio.
Charlie sorrise.
Mark disse: "Grazie per avermi insegnato, Sorella. Buon fine settimana".
Quel sabato annotai il nome di ogni studente su un foglio di carta separato, e misi in lista ciò che ognuno aveva detto di quella persona.
Il lunedì diedi ad ogni studente il suo o la sua lista.

Dopo poco, l'intera classe stava sorridendo.
"Davvero?" sentii bisbigliato.
"Non sapevo di significare qualcosa per qualcuno!".
"Non sapevo di piacere cosi tanto agli altri".
Nessuno menzionò mai quei fogli ancora in classe.
Non sapevo se loro li avessero discussi dopo la classe o con i loro genitori, ma ciò non importava.
L'esercizio aveva raggiunto il suo scopo. Gli studenti erano ancora felici con se stessi e gli uni con gli altri. Il gruppo di studenti si era rimesso in marcia.

Diversi anni più tardi, dopo che tornai dalle mie vacanze, i miei genitori mi vennero incontro all'aeroporto. Quando stavamo guidando verso casa, mia Madre mi chiese le solite domande sulla gita, sul tempo, le mie esperienze in generale. Ci fu una pausa nella conversazione.
Mia Madre diede a mio Padre un'occhiata di lato e disse semplicemente: "Papà?".
Mio padre si schiarì la gola come faceva di solito prima di qualcosa importante.
"Gli Eklunds hanno chiamato la notte scorsa", iniziò.
"Davvero?" dissi. "Non li avevo sentiti per anni. Mark come sta?".
Mio Padre rispose in modo sommesso: "Mark è stato ucciso in Vietnam", disse. "I funerali sono domani, e i suoi genitori vorrebbero che tu fossi presente".
Da quel giorno posso ancora indicare il punto esatto sulla I-494 dove mio Padre mi disse di Mark.

Non avevo mai visto prima un militare in una bara militare. Mark appariva così carino, così maturo. Tutto ciò che potevo pensare in quel momento era: "Mark, darei tutto il nastro adesivo del mondo se solo tu potessi parlarmi".
La chiesa era affollata di amici di Mark. La sorella di Chuck canto "L'inno di Guerra della Repubblica". Perché doveva piovere nel giorno dei funerali? Era già difficile così!
Il pastore disse le solite preghiere e il trombettiere suonò i colpi.
Uno dopo l'altro quelli che amavano Mark si misero in cammino verso la bara e la bagnarono con l'acqua santa. Io fui l'ultima a benedire la bara.
Mentre stavo in piedi, uno dei soldati che avevano portato la bara salì verso di me.
"Era lei l'insegnante di matematica di Mark?" mi chiese.
Io feci cenno di sì con il capo mentre continuavo a fissare la bara.
"Mark ha parlato molto di lei", lui disse.

Dopo il funerale, quasi tutti i vecchi compagni di classe di Mark si diressero alla fattoria di Chuck per il pranzo.
La madre e il padre di Mark erano lì; ovviamente mi aspettavano.
"Vogliamo mostrarle qualcosa", suo padre disse, estraendo un portafoglio dalla sua tasca.
"Hanno trovato questo su Mark quando fu ucciso. Pensiamo che lei possa riconoscerlo" .
Aprendo il portafoglio, con attenzione tolse due pezzi logori di carta di taccuini che erano stati evidentemente legati, piegati e ripiegati molte volte.
Sapevo senza guardare che i fogli erano quelli sui quali avevo messo in lista tutte le cose buone che ogni compagno di classe di Mark aveva detto su di lui.
"Grazie tanto per aver fatto ciò", disse la madre di Mark.
"Come può vedere, Mark lo ha apprezzato molto".
I compagni di classe di Mark iniziarono a radunarsi intorno a noi.
Charlie sorrise in modo piuttosto imbarazzato e disse: "Io ho ancora la mia lista. E' nel primo cassetto della mia scrivania a casa".
La moglie di Chuck disse: "Chuck mi ha chiesto di mettere la sua nell'album del matrimonio".
"Anch'io ho la mia", disse Marilyn. "E' nel mio diario."
Poi Vicki, un'altra compagna di classe, raggiunse la sua borsetta, prese il suo portafogli e mostrò la sua consumata e logora lista del gruppo. "Io porto questa con me sempre", disse Vicki senza battere ciglio.
"Penso che tutti noi abbiamo salvato la nostra lista".
Qui fu quando alla fine mi sedetti e piansi.
Piansi per Mark e per tutti i suoi amici che non lo avrebbero mai più visto.

La densità delle persone nella società è cosi spessa che dimentichiamo che la vita finirà un giorno. E non sappiamo quando quel giorno sarà.
Così per favore, dì alle persone che ami e a cui vuoi bene che sono molto speciali ed importanti. Diglielo, prima che sia troppo tardi.

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RIFLESSIONE[SM=g1740733]

La storia dà anche l'idea per un'attività molto carina che si può fare con ragazzi ed adolescenti: come ha fatto l'insegnante di Mark, fate scrivere ad ognuno qualcosa di simpatico o di bello su ognuno degli altri componenti del gruppo, e poi date ad ognuno i suoi foglietti, oppure fateli leggere tutti ad alta voce.

E' un'attività che può andare molto bene sopratutto con gli adolescenti (ma può andare anche con i ragazzi) in quanto spesso hanno "crisi d'identità", o comunque non hanno una sufficiente autostima: il sentirsi dire cose simpatiche o comunque belle sul proprio conto può essere una buona iniezione di fiducia ed autostima.
Inoltre, aiuta tutti a guardare ad ognuno degli altri componenti del gruppo in modo positivo, e questo è ottimo per due motivi: intanto perché si fa lo sforzo di pensare a tutti gli altri, quando invece spesso qualcuno è messo da parte e non lo si considera mai, e poi fa pensare agli altri in modo positivo, e anche questa è una cosa molto buona.

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[SM=g1740739]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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31/03/2011 12:57
 
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[SM=g1740733] I Fuoco Vivo cantano per Chiara Luce Badano.
Luce è inserito nell'ultimo album "Controcorrente"dei Fuoco Vivo

it.gloria.tv/?media=113621



[SM=g1740738]


COME NASCE E CRESCE UNA BEATA NELL'ORDINARIETA' E NELLA SEMPLICITA'.... [SM=g1740733]

it.gloria.tv/?media=113760




[SM=g1740738]


[SM=g1740733]
Nel breve minuti che segue, è una registrazione della viva voce di Chiara che racconta l'esperienza che ha avuto per un piccolo intervento chirurgico.... ascoltate la grazia che ha ricevuto, ed invochiamola di sostenere i genitori e Figli, tutti i giovani....


it.gloria.tv/?media=115121



[SM=g1740717]



[SM=g1740717]


[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740750] [SM=g1740752]

PER SAPERNE DI PIU' CLICCA ANCHE QUI

difenderelafede.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9156081&#idm1...


[SM=g1740757]

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07/05/2011 10:40
 
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[SM=g1740733] CONOSCI LE FORMICHE??

lo sapevi che portano pesi 30 volte maggiori del loro peso?

Essere "formichine" si addice spesso a chi CON PAZIENZA non smette mai di lavorare per provvedere innanzi tutto A SE STESSI e naturalmente poi vivendo IN COMUNITA', si aiutano l'una con l'altra, RISPETTANDO OGNUNO I PROPRI RUOILI... [SM=g1740722]

www.gloria.tv/?media=153086



[SM=g1740736]


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31/05/2011 15:50
 
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[SM=g1740722] Coraggio GIOVANI!! tirate fuori il meglio che è dentro di voi....se ce la fa una mamma gatta, cosa non sareste in grado di fare voi? [SM=g1740721]




[SM=g1740738]


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GMG 2011 - altro video.

Dal sito di Repubblica.it
vi proponiamo un VIDEO che mostra
la moltitudine oceanica (più di 1 milione e mezzo) dei nostri giovani
provenienti da ogni angolo della terra che,
dopo 3 giornate di catechesi 3 notti accampati alla bellemeglio in ostelli, palestre ecc.,
hanno percorso a piedi 10 km sotto il caldo afoso di Madrid (40°)
per raggiungere il campo aerodromo di Cuatro Vientos
dove avrebbero partecipato alla veglia di preghiera e di Adorazione Eucaristica di sabato
e alla S. Messa domenica celebrate dal Papa.

Sotto invece una foto, una ex plurimus.
Embarassed  da El Pais apprendiamo della contromanifestazione contro il Papa..... una foto più di tutte è eloquente....un gruppo della GmG si è trovato a dover fronteggiare i rivoltosi anticattolici.... l'immagine ci da l'idea della situazione e al tempo stesso ci rinfranca.... AVREI VOLUTO ESSERE LI CON LORO, IN GINOCCHIO A PREGARE nel mentre venivano insultati.... 

persecuzione



GMG 2011 - Manifestazioni anticattoliche e "reazione" dei nostri giovani cattolici: la preghiera. Ma i mass media dove erano?

Durante la GMG a Madrid, i giovani cattolici e il Papa son stati bersaglio di una vera e propria contestazione che ha assunto però i tratti di una persecuzione che, se pur non cruenta, è stata sicuramente violenta e aggressiva.
Abbiamo trovato alcune foto dal sito on line di El Pais.com e ve le proponiamo non tanto per dimostrare la ferocia degli attacchi sferrati contro la Chiesa, contro il Santo Padre e contro i giovani (che si muovevano per le vie madrilene), ma per dare giusto rilievo alla testimonianza di fede salda e di coraggio esemplare che questi ragazzi hanno saputo dimostrare (attraverso la loro reazione, sempre composta, pacifica e coerentemente cristiana, nei confronti degli indignados). Alle "corna" innalzate contro di loro, hanno risposto innalzando rosarii e formando il "cuore" con le dita; agli insulti hanno risposto con la preghiera, mostrando il crocifisso, vexilla regis o con una santa indifferenza; ai cori irriverenti contro il Papa, hanno risposto sventolando e "indossando" la bandiera dello Stato del Vaticano.

Inoltre le mostriamo con intendo per stigmatizzare severamente il comportamento omertoso e "politicamente scorretto" di tantissimi mass media sempre pronti, in nome della libertà di pensiero, a tacciare le Istitutzioni Cattoliche di fobie varie, di atteggiamenti discriminatori, ma che questa volta hanno dato solo parziali resoconti di "semplici" manifestazioni, definendole riduttivamente "laiche", ma tacendone le vere componenti aggressive, fobiche e disciminatorie a scapito dei cattolici. E le foto ne son evidenza.

Come in occasione dei vari Gay Pride (e altri cortei anticlericali) i giornali e le tv non perdono occasione di mettere ben in evidenza i cartelli, gli striscioni , gli slogan e gli abbigliamenti anticlericali e derisori contro il Papa e la Chiesa (diventandone così cassa di risonanza), così questa volta ci saremmo aspettati maggior rilievo e focalizzazione per le offese e gli atteggiamenti denigratori e offensivi di cui i partecipanti alla GMG son stati vittime, data la natura religiosa dell'evento. Ma si sa, solo andare contro la Chiesa Cattolica è politicamente corretto. E ciò dimostra che nel mondo della comunicazione spesso le proprie scelta si manifestano non tanto con quello che si dice ma con quello che si vuole tacere.




La più significativa, tra tante, resta questa di seugito.
Un gruppo di Giovani GMG (si veda la magliettta) si è trovato aggredito verbalmete e deriso da un rivoltoso anticattolico. L'immagine ci da l'idea di quello che hanno dovuto subire i nostri giovani. Ma al tempo stesso ci rinfranca. Durante gli insulti urlati dal tizio col palandranone e il turbante bianchi, sotto gli occhi e i ghigni divertiti degli altri indignados, i ragazzi cattolici, croce in vista, si son INGINOCCHIATI A PREGARE!
Ogni altra parola non riuscirebbe a descrivere l'evento e a trasmettere la Fede e la Speranza che l'immagine infonde.

Grazie a Caterina per la segnalazione e per l'idea.
Si legga, dello stesso tenore e con gli stessi interrogativi, "Se la GMG fosse stata un gay pride" di Mario Adinolfi, su EuropaQuotidiano.it

Roberto



*****************************

Faccio notare che le forze dell'Ordine stesse hanno testimoniato che il corteo della GMG è stato obbediente sui percorsi da fare per recarsi  ai posti stabiliti dal passaggio del Papa, mentre è stato dichiarato che i cortei anticattolici hanno, come al solito, sforato dalle strade loro assegnate e sono andati di proposito a DISTURBARE i giovani cattolici, probabilmente auspicando UNA REAZIONE VIOLENTA che come un effetto domino avrebbe dovuto destabilizzare il lieto evento...  
NON CI SONO RIUSCITI!  
il giornale spagnolo ha sottolineato come la reazione dei giovani cattolici, provenienti da tutto il mondo, non ha causato alcuna lite, ne alcuno scontro....  
commevente anche lo "scontro" verbale fra giovani opposti... i primi BESTEMMIAVANO a gran voce per provocare una reazione dei loro coetanei... ma questi prendendo il Crocefisso e sollevandolo, RIPETEVANO LE LITANIE EUCARISTICHE DEL "DIO SIA BENEDETTO"...  
alla fine gli oppositori gli gridavano: "i froci siete voi che non sapete reagire come UOMINI VERI", li schernivano e ridevano offendendo anche le madri... i nostri giovani dal canto loro CONTINUAVANO RIPETENDO LE LITANIE...  
 
Vorrei davvero sapere quanti di questi giovani senza-Dio avrebbero mai resistito ad una provocazione del genere...  
ci sono persecuzioni non cruente, ma il cui oltraggio E' PAROLA TAGLIENTE PIU' DI UNA SPADA AFFILATA e che produce immenso dolore...  
UOMINI VERI?  
si! come Cristo davanti ai suoi accusatori.... l'immagine è la medesima, oltraggiato non apriva bocca, NON SI DIFESE...  
l'Uomo vero non è colui che reagisce alle provocazioni, ma colui che sa mettere in causa IL PEZZO FORTE, Dio in Persona, davanti all'incomprensibile inquietudine umana...  
Se non ti piace un evento, non ci partecipi! ma perseguitarlo è da folli....  
Ve lo immaginate un corteo contro i Rolling-Stones? o contro i Beatles? Wink  
ma le loro divinità non si toccano!!!  
c'è del vero in tutto ciò: si perseguita il vero Dio e non le tante immagini false riflesse negli uomini o nei vip del momento...  
 
Grazie Ragazzi!! grazie per lo spettacolo DI FEDE che ci avete donato, grazie per la vostra perseveranza nel sopportare i disagi...  
abbiamo saputo che è stata chiusa perfino la metropolitana a causa dei numeri eccessivi e così vi siete dovuti fare a piedi quasi 6 kilometri sotto il sole per raggiungere la postazione... altri giovani perfino dieci kilometri o cercare mezzi di fortuna...  
Non disperdete questo tesoro che vi è stato elargito.... seguire Cristo NON E' UNA PASSEGGIATA è tutta fatica, è la via stretta e sassosa... e per di più dobbiamo caricarci della Croce resa più leggera dal Cristo....  
Che la Vergine Maria vi rammenti questa esperienza e vi dia la forza per non cedere agli scoraggiamenti!
 
 
Smile

IL PAPA A MADRID, CLICCATE QUI


Fraternamente CaterinaLD

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01/09/2012 22:48
 
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Cartone Animato - Santo Tommaso d’ Aquino

Cartone Animato - Santo Tommaso d’ AquinoDomenicano (1244), formatosi nel monastero di Montecassino e nelle grandi scuole del tempo, e divenuto maestro negli studi di Parigi, Orvieto, Roma, Viterbo e Napoli, impresse al suo insegnamento un orientamento originale e sapientemente innovatore. Affidò a molti scritti impegnati e specialmente alla celebre ‘Summa’ la sistemazione geniale della dottrina filosofica e teologica raccolta dalla tradizione. Ha esercitato un influsso determinante sull’indirizzo del pensiero filosofico e della ricerca teologica nelle scuole dei secoli seguenti.

www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=ciz1Jhu10MU




[SM=g1740717]



Cartone Animato - San Marco

cartone - san marcoEbreo di origine, nacque probabilmente fuori della Palestina, da famiglia benestante. San Pietro, che lo chiama «figlio mio», lo ebbe certamente con sè nei viaggi missionari in Oriente e a Roma, dove avrebbe scritto il Vangelo. Oltre alla familiarità con san Pietro, Marco può vantare una lunga comunità di vita con l'apostolo Paolo, che incontrò nel 44, quando Paolo e Barnaba portarono a Gerusalemme la colletta della comunità di Antiochia. Al ritorno, Barnaba portò con sè il giovane nipote Marco, che più tardi si troverà al fianco di san Paolo a Roma. Nel 66 san Paolo ci dà l'ultima informazione su Marco, scrivendo dalla prigione romana a Timoteo: «Porta con te Marco. Posso bene aver bisogno dei suoi servizi». L'evangelista probabilmente morì nel 68, di morte naturale, secondo una relazione, o secondo un'altra come martire, ad Alessandria d'Egitto. Gli Atti di Marco (IV secolo) riferiscono che il 24 aprile venne trascinato dai pagani per le vie di Alessandria legato con funi al collo. Gettato in carcere, il giorno dopo subì lo stesso atroce tormento e soccombette. Il suo corpo, dato alle fiamme, venne sottratto alla distruzione dai fedeli. Secondo una leggenda due mercanti veneziani avrebbero portato il corpo nell'828 nella città della Venezia.

www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=6-bbHbaXFao



[SM=g1740717]


[SM=g1740738]

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04/10/2012 23:30
 
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[SM=g1740733] cari giovani.... opponetevi all'aborto.....

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MIO FIGLIO JUSTIN BIEBER?
E' NATO PER UN FALLITO ABORTO

Durante l’intervista a un network statunitense le dichiarazioni shock della madre del rapper canadese, idolo delle teenagers.
La madre del noto cantante ed attore canadese Justin Bieber ha confessato, durante un talk-show, di aver tentato di abortirlo durante i primi mesi della sua gravidanza e che, quindi, l’idolo di tutte le teenagers americane è nato solo a causa del fallimento del tentato aborto.


[SM=g1740757]



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17/06/2013 22:32
 
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[SM=g1740717] San Tommaso Moro, il politico che scelse Dio al re.....

Tommaso Moro è il nome italiano con cui è ricordato Thomas More (7 febbraio 1478 - 6 luglio 1535), avvocato, scrittore e uomo politico inglese. È ricordato soprattutto per il suo rifiuto alla rivendicazione di Enrico VIII di farsi capo supremo della Chiesa d'Inghilterra, una decisione che mise fine alla sua carriera politica conducendolo alla pena capitale con l'accusa di tradimento. Nel 1935, è proclamato santo da Papa Pio XI; dal 1980 è commemorato anche nel calendario dei santi della chiesa anglicana (il 6 luglio), assieme all'amico John Fisher, vescovo di Rochester, decapitato quindici giorni prima di Moro. Nel 2000 San Tommaso Moro venne dichiarato patrono degli statisti e dei politici da Papa Giovanni Paolo II.
(Avvenire)
www.gloria.tv/?media=460669

Movimento Domenicano del Rosario
www.sulrosario.org
info@sulrosario.org

[SM=g1740762]

Omelia per la Canonizzazione dei Martiri Giovanni Fisher, Vescovo, e Tommaso Moro

I gloriosi campioni della fede cattolica in Inghilterra.
Il 9 maggio 1935, in occasione della solenne esaltazione dei gloriosi Martiri inglesi Giovanni Fisher, Vescovo e Tommaso More, Pio XI teneva questa Omelia nella Basilica Vaticana.
Venerabili Fratelli e diletti Figli,
come «Cristo è ieri, oggi e nei secoli», cosi giammai rovina e vien meno la Sua Chiesa.

Un'epoca viene soppiantata da un'altra; ma se per la fuga dei tempi gli istituti umani invecchiano e rovinano, se le dottrine umane che brillano di luce fluttuante si succedono, la Croce invece sta fulgida in eterno, mentre il mondo passa, ed irradia la luce della verità ai popoli che si succedono.

Spesso serpeggiano eresie e sotto l'apparenza di verità si infiltrano e prendono piede; ma l'inconsutile veste di Gesù Cristo non è scissa.
I denigratori ed oppugnatori della fede cattolica, gonfi e agitati da pervicace superbia, rinnovano la lotte contro il nome cristiano; ma i figli che rapiscono alla Chiesa, li trasmettono imporporati di sangue al cielo.
Infatti «da nessun genere di crudeltà può essere distrutta la religione fondata nel mistero della Croce di Cristo. La Chiesa non viene diminuita dalle persecuzioni, ma ingrandita; e sempre il campo del Signore è rivestito di messe più abbondante, mentre i grani singoli che cadono, rinascono moltiplicati» (2).

Queste considerazioni piene di speranza e di conforto Ci vengono alla mente, mentre Ci accingiamo a celebrare pur brevemente davanti a voi nella maestà i questo tempio di San Pietro, le lodi dei due beati Martiri, che abbiamo annoverati nel Catalogo dei Santi. Essi infatti - egregi rappresentanti decoro della propria nazione - essendo sorta una fierissima persecuzione contro la Chiesa Cattolica, furono dati al proprio popolo «come una città forte e una colonna di ferro e una muraglia di bronzo», e perciò non poterono essere turbati né dalle fallitá degli eretici, né essere atterriti dalle minacce dei potenti. Si devono invero ritenere come le guide ed i maestri di quella gloriosa schiera di coloro, i quali - né pochi, né solo di umile condizione - da tutta la Gran Bretagna resistettero con petto impavido ai flutti degli errori e con l'effusione del proprio sangue attestarono il loro amore verso la Sede Apostolica.

L'uno dotato di soavissimo carattere, sommamente versato nelle discipline sacre e profane, si distinse talmente per sapienza e virtù tra i suoi contemporanei da essere promosso Vescovo di Rochester con la stessa approvazione del Re d'Inghilterra.
E nell'esercitare tale ministero fu acceso di tale fervore di pietà e di operosa camitá verso le anime e risplendette di tanto zelo nel difendere l'integrità della fede cattolica che la sua casa episcopale sembrava piuttosto un tempio, una sede di arti belle e una università, che una casa privata.

Era solito castigare il fragi le corpo con digiuni, flagelli, cilizi; e niente gli era più familiare che visitare i poveri, alleviare le loro miserie, sollevare la loro povertà e se trovava dei peccatori turbati e atterriti per le loro colpe nefande, confortava i loro animi sfiduciati e li innalzava alla fiducia nella divina misericordia. Spesso, mentre celebrava il Santo Sacrificio effondeva abbondanti lacrime dagli occhi scintillanti, indizio e testimonianza della sua bruciante carità: e mentre attendeva all'ufficio delle predicazioni appariva a tutti gli astanti non già un nunzio e predicatore umano, ma come un Angelo di Dio in veste mortale. E se era di cuore mite e benigno verso ogni genere di miserie, quando si trattava della incolumità della fede e della genuina integrità dei cost umi, come un altro Precursore del Signore, del cui nome si gloriava, non ebbe mai timore di annunziare pubblicamente la verità e di difendere con tutte le forze i divini precetti.

Conoscete certamente, o Venerabili Fratelli e diletti Figli, per quale motiv o Egli sia stato chiamato e condotto al supremo pericolo della sua vita: ossia perché non desistette di illustrare, provare e difendere coraggiosamente la santità del casto connubio, che si addice a tutti i cattolici, anche insigniti della corona regale e il primato gerarchico che i Romani Pontefici posseggono per diritto divino. Per questo, fu gettato in carcere e quindi fu condotto al patibolo.

E mentre si dirigeva verso di esso con fronte serena, recitando l'Inno ambrosiano rendeva somme grazie a Dio che gli concedeva di coronare con la gloria dei Martiri il corso di questa vita terrena, e raccomandava a Dio con ferventissima preghiera se stesso, il popolo e il Re: dal che appare evidente che l'amor di patria non é diminuito dalla religione cattolica, ma piuttosto massimamente accresciuto.
Ascendendo poi al patibolo e risplendendo alla luce del sole la sua veneranda canizie come un diadema, disse con volto ilare: «Accostatevi a lui e sarete illuminati e i vostri volti non arrossiranno». Oh certamente alla sua santissima anima, liberata dai lacci del corpo e volante verso il cielo, corsero incontro le festanti schiere degli Angeli e dei Santi.

L'altro astro di santità segna con la sua via luminosa la medesima epoca tempestosa: vogliamo dire Tommaso More, Gran Cancelliere d'Inghilterra. Egli, eccellendo per il sommo vigore dell'ingegno e la somma versatilità in tutte le discipline, era in tanta stima e favore dei suoi concittadini che raggiunse in breve le più alte cariche. Ma non era meno acceso di zelo per la perfezione cristiana e di non minore carità nel procurare la salvezza del prossimo. Di ciò sono prova l'acceso ardore della preghiera, con cui secondo le possibilità recitava anche le ore canoniche, il cilicio che portava con somma pietà, le frequenti macerazioni corporali e inoltre tutto ciò che fece per difendere l'incolumità della fede cattolica e per rivendicare l'integrità dei costumi, sia con la parola, sia con gli autorevolissimi scritti.

Dotato della somma fortezza d'animo di Giovanni Fisher, vedendo che la santità della religione versava in sommo pericolo non temette di rinunziare alla somma dignità di cui godeva, di respingere la vana spudoratezza degli adulatori e infine resistere allo stesso supremo capo della Nazione, a causa dei comandi di Dio e della Chiesa. Perciò gettato in carcere, siccome le lacrime della moglie e dei figli tentavano di distoglierlo dal retto cammino della verità e della virtù, elevati gli occhi al cielo riuscì luminosamente esempio di fortezza. Per cui, colui che non molti anni prima aveva scritto che «non bisognava fuggire la morte per la fede », andò volentieri e con fiducia dalla prigione al supplizio; e dal patibolo volò ai gaudi dell'eterna beatitudine.

Giova quindi, o Venerabili Fratelli e diletti Figli, richiamare quella celebre sentenza del martire Cipriano: «Oh carcere beato, che manda gli uomini al cielo... 0 piedi felicemente legati, che nel viaggio salutare sono diretti al cielo».

Orbene, questi santissimi uomini, che col proprio sangue consacrarono l'integrità della fede cristiana ed i divini diritti del Romano Pontefice, meritamente da Noi, eredi del Principe degli Apostoli, sono decorati coi sommi onori della religione cattolica e press o le sacre spoglie di San Pietro. Ed ora altro non rimane che esortare ripetutamente voi che devotamente assistete, e tutti i Nostri figli in Cristo, nel mondo intero, di rivolgere le menti e i cuori ad imitare le loro virtù e ad implorare il loro patrocinio per se e per tutta la Chiesa.

Che se non tutti per la difesa delle santissime leggi divine siamo chiamati al martirio, tutti però mediante l'evangelico rinnegamento di se stessi, la volontaria mortificazione del corpo e l'operosa pratica della vita cri stiana «dobbiamo diventar martiri con la volontà... per conseguire come loro lo stesso premio»
E soprattutto desideriamo che otteniate, con fervide preghiere a Dio interposta l'intercessione di questi Santi, che finalmente l’Inghilterra «considerando l'esito del loro tenor di vita. ne imiti la fede»; e perciò ritorni a Noi «nell'unità della fede e nel riconoscimento del Figlio di Dio».

Coloro che ancora sono separati da Noi, considerino con animo attento le antiche glorie della loro Chiesa, che riferiscono i fasti di questa Chiesa Romana e sommamente li accrescono; considerino, come grandemente desideriamo, che questa Apostolica Sede già da lungo tempo li aspetta tutti ed attende che essi ritornino finalmente non in casa d'altri, ma nella propria casa.

« P a d re Santo - ripetiamo la divina preghiera di Gesù Cristo - conserva nel tuo nome coloro che mi hai dato; affinché siano una cosa sola come noi...»
(9).
Cosi sia.
_____________________
1.
Hebr., XIII, 8.
2.
S. Leone M., Serm. LXXXII, 6.
3.
Ler., I, 18; XV, 20.
4.
Ps. XXXIII. 6.
5.
M. L., IV, 425; IV, 416.
6.
S. Basilio M., M. G., 31, 508.
7.
Hebr., XIII, 7.
8.
Eph., IV, 13.
9.
Io., XVIII, 11.
_____________________________________
_________________
Testo originale latino in A. A. S., XXVII (1935), 204
-
203. Nostra versione. sito www.santommasomoro.com

[SM=g1740758] cliccare qui invece, per il MP di Giovanni Paolo II su Tommaso Moro
www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/motu_proprio/documents/hf_jp-ii_motu-proprio_20001031_thomas-more...




[SM=g1740717]

[SM=g1740771]
[Modificato da Caterina63 17/06/2013 22:59]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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Francesco: vocazione è un "esodo" da sé verso Dio e i poveri




Francesco con un gruppo di sacerdoti - AP





14/04/2015 



L’azione missionaria ed evangelizzatrice della Chiesa è al centro del Messaggio scritto da Papa Francesco per la 52.ma Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. La vocazione cristiana – scrive Francesco – è caratterizzata dall’esperienza dell’esodo. Di qui l’invito rivolto in particolare ai giovani a non aver paura di uscire da sé stessi e a mettersi in cammino, sempre con lo sguardo rivolto ai più bisognosi. Il servizio di Stefano Leszczynski:


“L’esodo, esperienza fondamentale della vocazione” è il significativo titolo scelto da Papa Francesco per la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni che viene celebrata quest’anno il 26 aprile ed è giunta alla sua 52.ma edizione. In una Chiesa missionaria – scrive il Papa – “la vocazione cristiana non può che nascere all’interno di un’esperienza di missione” e questo è possibile solo se si è capaci di uscire da sé stessi, compiendo un vero e proprio “esodo”, paragonabile all’Esodo biblico che il popolo di Dio compie affrancandosi dalla schiavitù per trovare vita nuova in Cristo. Un passaggio che per il Papa rappresenta una parabola di tutta la storia della salvezza e della dinamica della fede cristiana.


Alla radice di ogni vocazione cristiana – spiega Francesco – c’è proprio l’uscita “dalla comodità e rigidità del proprio io per centrare la nostra vita in Gesù Cristo”. Un’uscita che non rappresenta però “un disprezzo della propria vita del proprio sentire e della propria umanità”, anzi. La vocazione – spiega Francesco citando la “Deus Caritas est” di Benedetto XVI – è una chiamata d’amore che attrae e rimanda oltre sé stessi, innescando “un esodo permanente dall’io chiuso in sé stesso verso la sua liberazione nel dono di sé”.


Questa dinamica dell’esodo – scrive il Papa – non riguarda solo il singolo chiamato, ma l’azione missionaria ed evangelizzatrice di tutta la Chiesa: una Chiesa “in uscita”, “capace di andare incontro ai figli di Dio nella loro situazione reale e di com-patire per le loro ferite”. “La Chiesa che evangelizza – scrive Francesco – esce incontro all’uomo, annuncia la parola liberante del Vangelo, cura con la grazia di Dio le ferite delle anime e dei corpi, solleva i poveri ed i bisognosi”. La vocazione cristiana rappresenta un impegno concreto al servizio della costruzione del Regno di Dio sulla terra e spinge necessariamente all’impegno solidale , soprattutto verso i più poveri.


Ai più giovani il Papa dedica un accorato appello a non temere le incertezze e delle incognite della quotidianità che rischiano di frenare i loro sogni. Francesco li incita a non avere paura di uscire da sé stessi e di mettersi in cammino sulle orme di Gesù, come già fece la Vergine Maria, modello di ogni vocazione, che non ha temuto di pronunciare il proprio “fiat” alla chiamata del Signore.







MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA 52ª GIORNATA MONDIALE
DI PREGHIERA PER LE VOCAZIONI

Tema: L’esodo, esperienza fondamentale della vocazione

 

Cari fratelli e sorelle!

La quarta Domenica di Pasqua ci presenta l’icona del Buon Pastore che conosce le sue pecore, le chiama, le nutre e le conduce. In questa Domenica, da oltre 50 anni, viviamo la Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni. Ogni volta essa ci richiama l’importanza di pregare perché, come disse Gesù ai suoi discepoli, «il signore della messe…mandi operai nella sua messe» (Lc10,2). Gesù esprime questo comando nel contesto di un invio missionario: ha chiamato, oltre ai dodici apostoli, altri settantadue discepoli e li invia a due a due per la missione (Lc 10,1-16). In effetti, se la Chiesa «è per sua natura missionaria» (Conc. Ecum. Vat. II, Decr. Ad gentes, 2), la vocazione cristiana non può che nascere all’interno di un’esperienza di missione. Così, ascoltare e seguire la voce di Cristo Buon Pastore, lasciandosi attrarre e condurre da Lui e consacrando a Lui la propria vita, significa permettere che lo Spirito Santo ci introduca in questo dinamismo missionario, suscitando in noi il desiderio e il coraggio gioioso di offrire la nostra vita e di spenderla per la causa del Regno di Dio.

L’offerta della propria vita in questo atteggiamento missionario è possibile solo se siamo capaci di uscire da noi stessi. Perciò, in questa 52ª Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni, vorrei riflettere proprio su quel particolare “esodo” che è la vocazione, o, meglio, la nostra risposta alla vocazione che Dio ci dona. Quando sentiamo la parola “esodo”, il nostro pensiero va subito agli inizi della meravigliosa storia d’amore tra Dio e il popolo dei suoi figli, una storia che passa attraverso i giorni drammatici della schiavitù in Egitto, la chiamata di Mosè, la liberazione e il cammino verso la terra promessa. Il libro dell’Esodo – il secondo libro della Bibbia –, che narra questa storia, rappresenta una parabola di tutta la storia della salvezza, e anche della dinamica fondamentale della fede cristiana. Infatti, passare dalla schiavitù dell’uomo vecchio alla vita nuova in Cristo è l’opera redentrice che avviene in noi per mezzo della fede (Ef 4,22-24). Questo passaggio è un vero e proprio “esodo”, è il cammino dell’anima cristiana e della Chiesa intera, l’orientamento decisivo dell’esistenza rivolta al Padre.

Alla radice di ogni vocazione cristiana c’è questo movimento fondamentale dell’esperienza di fede: credere vuol dire lasciare sé stessi, uscire dalla comodità e rigidità del proprio io per centrare la nostra vita in Gesù Cristo; abbandonare come Abramo la propria terra mettendosi in cammino con fiducia, sapendo che Dio indicherà la strada verso la nuova terra. Questa “uscita” non è da intendersi come un disprezzo della propria vita, del proprio sentire, della propria umanità; al contrario, chi si mette in cammino alla sequela del Cristo trova la vita in abbondanza, mettendo tutto sé stesso a disposizione di Dio e del suo Regno. Dice Gesù: «Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna» (Mt 19,29). Tutto ciò ha la sua radice profonda nell’amore. Infatti, la vocazione cristiana è anzitutto una chiamata d’amore che attrae e rimanda oltre sé stessi, decentra la persona, innesca «un esodo permanente dall’io chiuso in sé stesso verso la sua liberazione nel dono di sé, e proprio così verso il ritrovamento di sé, anzi verso la scoperta di Dio» (Benedetto XVI, Lett. Enc. Deus Caritas est, 6).

L’esperienza dell’esodo è paradigma della vita cristiana, in particolare di chi abbraccia una vocazione di speciale dedizione al servizio del Vangelo. Consiste in un atteggiamento sempre rinnovato di conversione e trasformazione, in un restare sempre in cammino, in un passare dalla morte alla vita così come celebriamo in tutta la liturgia: è il dinamismo pasquale. In fondo, dalla chiamata di Abramo a quella di Mosè, dal cammino peregrinante di Israele nel deserto alla conversione predicata dai profeti, fino al viaggio missionario di Gesù che culmina nella sua morte e risurrezione, la vocazione è sempre quell’azione di Dio che ci fa uscire dalla nostra situazione iniziale, ci libera da ogni forma di schiavitù, ci strappa dall’abitudine e dall’indifferenza e ci proietta verso la gioia della comunione con Dio e con i fratelli. Rispondere alla chiamata di Dio, dunque, è lasciare che Egli ci faccia uscire dalla nostra falsa stabilità per metterci in cammino verso Gesù Cristo, termine primo e ultimo della nostra vita e della nostra felicità.

Questa dinamica dell’esodo non riguarda solo il singolo chiamato, ma l’azione missionaria ed evangelizzatrice di tutta la Chiesa. La Chiesa è davvero fedele al suo Maestro nella misura in cui è una Chiesa “in uscita”, non preoccupata di sé stessa, delle proprie strutture e delle proprie conquiste, quanto piuttosto capace di andare, di muoversi, di incontrare i figli di Dio nella loro situazione reale e di com-patire per le loro ferite. Dio esce da sé stesso in una dinamica trinitaria di amore, ascolta la miseria del suo popolo e interviene per liberarlo (Es 3,7). A questo modo di essere e di agire è chiamata anche la Chiesa: la Chiesa che evangelizza esce incontro all’uomo, annuncia la parola liberante del Vangelo, cura con la grazia di Dio le ferite delle anime e dei corpi, solleva i poveri e i bisognosi.

Cari fratelli e sorelle, questo esodo liberante verso Cristo e verso i fratelli rappresenta anche la via per la piena comprensione dell’uomo e per la crescita umana e sociale nella storia. Ascoltare e accogliere la chiamata del Signore non è una questione privata e intimista che possa confondersi con l’emozione del momento; è un impegno concreto, reale e totale che abbraccia la nostra esistenza e la pone al servizio della costruzione del Regno di Dio sulla terra. Perciò la vocazione cristiana, radicata nella contemplazione del cuore del Padre, spinge al tempo stesso all’impegno solidale a favore della liberazione dei fratelli, soprattutto dei più poveri. Il discepolo di Gesù ha il cuore aperto al suo orizzonte sconfinato, e la sua intimità con il Signore non è mai una fuga dalla vita e dal mondo ma, al contrario, «si configura essenzialmente come comunione missionaria» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 23).

Questa dinamica esodale, verso Dio e verso l’uomo, riempie la vita di gioia e di significato. Vorrei dirlo soprattutto ai più giovani che, anche per la loro età e per la visione del futuro che si spalanca davanti ai loro occhi, sanno essere disponibili e generosi. A volte le incognite e le preoccupazioni per il futuro e l’incertezza che intacca la quotidianità rischiano di paralizzare questi loro slanci, di frenare i loro sogni, fino al punto di pensare che non valga la pena impegnarsi e che il Dio della fede cristiana limiti la loro libertà. Invece, cari giovani, non ci sia in voi la paura di uscire da voi stessi e di mettervi in cammino! Il Vangelo è la Parola che libera, trasforma e rende più bella la nostra vita. Quanto è bello lasciarsi sorprendere dalla chiamata di Dio, accogliere la sua Parola, mettere i passi della vostra esistenza sulle orme di Gesù, nell’adorazione del mistero divino e nella dedizione generosa agli altri! La vostra vita diventerà ogni giorno più ricca e più gioiosa!

La Vergine Maria, modello di ogni vocazione, non ha temuto di pronunciare il proprio “fiat” alla chiamata del Signore. Lei ci accompagna e ci guida. Con il coraggio generoso della fede, Maria ha cantato la gioia di uscire da sé stessa e affidare a Dio i suoi progetti di vita. A lei ci rivolgiamo per essere pienamente disponibili al disegno che Dio ha su ciascuno di noi; perché cresca in noi il desiderio di uscire e di andare, con sollecitudine, verso gli altri (cfr Lc 1,39). La Vergine Madre ci protegga e interceda per tutti noi.

Dal Vaticano, 29 marzo 2015

Domenica delle Palme

Franciscus

 
Fraternamente CaterinaLD

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VIA DI FUGA
Il Principe Valiant
 

Una boccata d’aria sono per me le God bless them!, edizioni ReNoir, che pubblicano storie a fumetti in cui i buoni vincono e i cattivi perdono, gli eroi sono etero e casti, i valori cristiani trionfano. Nell’ultima infornata ReNoir c’è il quinto volume della saga del Principe Valiant di Hal Foster, uno dei più grandi illustratori.

di Rino Cammilleri


Un apologo medievale narra di un pio monaco a cui Dio concesse la grazia di vedere, per qualche istante, i diavoli all’opera. L’uomo aveva appena letto san Paolo: «La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti» (Ef 6,12). Il monaco vide e inorridì. Poi, cessata la visione, chiese a Dio come mai aveva visto aleggiare su una grande città un solo diavolo, mentre attorno a un conventino sperduto di pochi frati ce ne stava una legione. Dio rispose che quella città era corrotta di suo e bastava un unico demone per badarla, mentre quei pochi monaci si sforzavano di obbedire a Lui e perciò era necessario un poderoso assedio infernale per contrastarli. 

L’apologo ben si adatta all’Occidente odierno, già cristiano, e alla lotta continua a cui sono costretti icredenti che si ostinano a restare fedeli a Cristo. Per vedere i diavoli al lavoro, oggi, non c’è bisogno di una speciale rivelazione: basta uscire di casa o accendere la tivù. Uno che fa di mestiere il commentatore sul presente foglio, poi, passa le giornate a frugare nella mota per metterne in guardia i lettori. Perciò più di altri abbisogna di una boccata d’ossigeno di tanto in tanto, per non farsi soffocare dai miasmi. Il mio personale boccaglio sono le God bless them!, edizioni ReNoir, che pubblicano storie a fumetti in cui i buoni vincono e i cattivi perdono, gli eroi sono etero e casti, i valori cristiani trionfano anche se (come in Tolkien) non compaiono espressamente (i valori cristiani sono universali e iscritti dal Creatore nella coscienza di ogni uomo, per questo le ideologie devono ossessivamente manutenere l’asfalto che hanno steso su di essi). Nell’ultima infornata ReNoir (+NonaArte) c’è, non a caso, l’ennesima trasposizione a fumetti dei racconti di Guareschi, l’autore di Don Camillo (uno dei due soli italiani ad aver creato un personaggio eterno e di fama mondiale; l’altro è Collodi). Per inciso, uno dei volumi precedenti reca la mia prefazione (v. Don Camillo: Giulietta e Romeo). 

Poi c’è il quinto volume della saga del Principe Valiant di Hal Foster, uno dei più grandi illustratori disempre: le sue tavole sono una vera gioia per gli occhi. In questa puntata Valiant si sposa. Con Aleta, regina delle Isole Nebbiose. Traversa mezzo mondo per far celebrare il suo matrimonio dal Papa, ma trova Roma invasa dai Vandali di Genserico e deve ripiegare su un santo eremita fuori mano. Si badi, la coppia non è così vanesia da esigere Er Mejo per la cerimonia, ma è costretta dal rango: lui è l’erede al trono di Thule, lei è regina. Valiant è un eroe che cresce: nelle puntate successive lo vedremo generare prole e invecchiare. Ma andiamo avanti. La ReNoir è benemerita anche per i suoi eleganti volumi cartonati, i c.d. Integrali, cioè edizioni filologiche delle storiche scuole bedé (b.d.: bandes dessinées) francese e belga, dette –dagli addetti ai lavori- «della linea chiara» e non a caso nate in ambito cattolico. Ecco oggi due volumi della serie Tanguy eLaverdure, disegnata dal mitico Uderzo (sì, quello di Asterix)

Quando ero studente non mi perdevo una puntata dei telefilm su questi due piloti dell’aviazionecanadese e mi chiedevo come diavolo avessero fatto a scovare due attori così miracolosamente somiglianti ai fumetti. Solo in seguito mi resi conto che il fumetto era tratto dai telefilm e non il contrario. Eh, chi accorre alla trasposizione filmica di un fumetto che ha amato vuol vedere la stessa faccia dell’eroe di carta. Per questoSuperman sullo schermo rimarrà per sempre Christopher Reeves, mentre l’unico Batman appena decente (come figura) è stato, finora, Val Kilmer. Ma non divaghiamo. Altro volume, altra perla: Michel Vaillant, asso delle corse in auto. Nel 2003 ne è stato tratto un film, Adrenalina blu, con Jean-Pierre Cassel (padre di Vincent, l’ex marito di Monica Bellucci) e Diane Kruger (che fu Elena nel film Troy). Anche qui, disegni strepitosi e vignette dettagliate allo spasimo. Infine, un altro Integrale (gli Integrali hanno il vantaggio della fruibilità per ogni classe di età e cultura: l’adulto ci trova un mare di informazioni “d’epoca”, l’adolescente impara la storia divertendosi, il bambino si diverte e basta senza correre rischi morali). Si tratta de Le Giacche Blu, un western umoristico ma, anche qui, storicamente preciso e perfettamente disegnato. Infine, un Ric Roland (il giornalista-detective dalla giacca bianca a trattini neri) “aggiornato”, nel senso di ripreso in mano da un altro tandem autore-disegnatore dopo la scomparsa dei creatori originali.

Se non li trovate in fumetteria perché dove abitate non ce n’è una, ecco qua: www.nona-arte.com  e info@nona-arte.com oinfo@renoircomics.it.
Buona lettura e che la Forza (di Cristo) sia con noi. 








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09/07/2015 08:45
 
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[SM=g1740722] La band alternative rock americana X AMBASSADORS ha sfornato questo bel pezzo, un brano che recita di vivere la vita come se fossimo dei ribelli... DEDICATO A QUANTI, AVVOLTI DA PROBLEMI, NON SI LASCIANO ABBATTERE DALLE INSIDIE e dalle avversità....

La canzone viene anche utilizzata per lo spot della Jeep Renegade... e qui, nel video ufficiale - subito dopo la brevissima presentazione - il video spiega la canzone.... Emoticon wink e la canzone dona vita al video....


buon ascolto! [SM=g1740735]

Renegades testo

[Verse 1]
Run away with me
Lost souls in revelry
Running wild and running free
Two kids, you and me
[Chorus]
And I said
Hey, hey hey hey
Living like we’re renegades
Hey hey hey
Hey hey hey
Living like we’re renegades
Renegades, renegades
[Verse 2]
Long live the pioneers
Rebels and mutineers
Go fourth and have no fear
Come close lend an ear
[Chorus}
[Verse 3]
All hail the underdogs
All hail the new kids
All hail the outlaws
Spielberg’s and Kubrick’s
[Verse 4]
It’s our time to make a move
It’s our time to make amends
It’s our time to break the rules
Let’s begin…

traduzione
Verso 1]
Scappa via con me
Anime perse nei festeggiamenti
Correre liberi e senza controllo
Due ragazzi, io e te
[Ritornello]
E ho detto
Hey, hey hey hey
Vivere come se fossimo ribelli
Hey Hey Hey
Hey Hey Hey
Vivere come se fossimo ribelli
Ribelli, ribelli
[Verso 2]
Lunga vita ai pionieri
Ribelli e ammutinati
Arrivate quarti e non abbiate paura
Avvicinatevi e ascoltate
[Ritornello]
[Verso 3]
Tutti acclamano gli sfavoriti (o i perdenti)
Salute ai nuovi ragazzi
Evviva i banditi
Di Spielberg e Kubrick
[Verso 4]
E’ l’ora di darsi una mossa
E’ tempo di rimediare
E’ l’ora di rompere le regole
Iniziamo …

anche in formato karaoke

www.youtube.com/watch?v=8j741TUIET0



www.youtube.com/watch?v=1u-niluB8HI






[SM=g1740738]


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 6 insegnamenti sbagliati che diamo ai nostri figli non andando a Messa la domenica... e quindi, peccati da confessare......





Non ci vuole tanto per capire che i nostri figli assorbono ogni cosa che facciamo e diciamo. Ricordo quando la mia piccoletta di due anni ha tirato un sospiro profondo e poi ha detto per la prima volta: “Oh mamma mia!” Il tono e l’espressione erano identici ai miei. A volte ci rendiamo conto che ciò che facciamo è sbagliato grazie alle parole e alle azioni dei bambini.

Recentemente sono stata ad un battesimo. Il sacerdote ha ricordato a ogni presente che in base alle nostre azioni la bambina battezzata avrebbe un giorno scoperto Dio o meno. Vedendoci pregare, imparerebbe che la preghiera è importante; ma se le persone a lei vicine non comunicassero con Dio, quella bambina penserebbe che non è necessario farlo.

Nessuno di noi è perfetto, ma abbiamo la responsabilità di mostrare quei comportamenti che vorremmo i nostri figli imitassero. E se i bambini imparano da ciò che facciamo, è anche vero che imparano molto da ciò che non facciamo. Se per noi andare in chiesa la domenica non è una priorità, la dice lunga su come i bambini accoglieranno la fede nei propri cuori.

6 insegnamenti sbagliati che diamo ai nostri figli non andando a Messa la domenica

1. Dio è importante sì, ma.... non più di tanto, prima vengono altre cose

Se riesco a includere Dio, tanto meglio, ma solo se mi conviene. Una partita di calcio, dormire fino a tardi e (inserite l’attività che volete) sono cose più importanti del cercare di stare con Dio almeno un’ora AL GIORNO  e la Domenica...

- RISPOSTA: L'ERRORE STA PROPRIO in quel non dare a Dio la nostra priorità su TUTTO, proprio tutto! E' Gesù che dice che il primo comandamento è "amare Dio sopra ogni cosa" poi il prossimo tuo.... e ricordarci anche che la Domenica  non è il "week-end" "fine settimana" ma per noi credenti E' L'INIZIO della settimana e il Giorno del Signore, questo significa "domenica". E durante la settimana dedicare un'ora al Signore è salutare, magari cominciando con dieci minuti, poi 15, fino ad arrivare a dire, per esempio, il Rosario OGNI GIORNO in Famiglia, anzichè perdere il tempo (di cui dovremo rendere conto) con TV o computer.


2. Dio non intende davvero ciò che dice, giustifica la nostra ignoranza, non posso sapere tutto

Sì, un comandamento prevede che dovremmo osservare il Giorno del Signore, ma Dio non sa quanto sono impegnato, quanti figli ho oppure quanto sono stanco. Quindi posso anche decidere – in base alle circostanze della mia vita, o alla mia coscienza – cosa Lui voglia davvero dire con questo comandamento (e con tutti gli altri). 

- RISPOSTA: QUESTO è IL CLASSICO PECCATO PER GIUSTIFICARE OGNI COSA: in fondo Dio è buono, che male c'è? Intanto bisogna imparare che noi non vantiamo alcun "diritto" nei confronti dei Comandamenti e della Legge di Dio, è Dio semmai a poter rivendicare ogni diritto su di noi! Certo, abbiamo il libero arbitrio, verissimo, ma sentiamo cosa dice Dio e come pensa dobbiamo USARLO: [16]Egli ti ha posto davanti il fuoco e l'acqua; là dove vuoi stenderai la tua mano.
[17]Davanti agli uomini stanno la vita e la morte;
a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà. (dannazione eterna o beatitudine eterna)
[18]Grande infatti è la sapienza del Signore,
egli è onnipotente e vede tutto.
[19]I suoi occhi su coloro che lo temono,
egli conosce ogni azione degli uomini.
[20]Egli non ha comandato a nessuno di essere empio
e non ha dato a nessuno il permesso di peccare. (Siracide 15)



3. La Chiesa non si aspetta davvero che noi seguiamo i Suoi insegnamenti

Sì, andare a Messa la domenica è un precetto della Chiesa, ma la Chiesa non sa quanto sono impegnato, quanti figli ho oppure quanto sono stanco. Quindi posso anche decidere – in base alle circostanze della mia vita e di coscienza – cosa voglia dire la Chiesa con questo precetto.

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- RISPOSTA: è quanto detto alle risposte 1 e 2 perché una volta giustificata la rimozione di un precetto, perché si deve obbedire agli altri? Così è per i Comandamenti, fatto fuori il primo, chi mi impedisce di far fuori gli altri? Ma non è questa la logica di Dio come abbiamo dimostrato. Facciamo un esempio: se siete iscritti ad un Club, pretenderete forse di andare lì e cambiare le regole del gioco a seconda della vostra coscienza o disponibilità? Se giocate in una attività sportiva, per esempio a calcio, sapete bene che prendere la palla con le mani è un fallo grave, eppure state attenti a non farlo, come mai? Il punto è che la "PASSIONE SPORTIVA" ci rende ligi alle regole.... ecco il punto focale, LA PASSIONE, quanta passione abbiamo verso Gesù Cristo?    Chi ama non ha bisogno di giustificare nulla, Gesù lo dice: chi MI AMA MI SEGUE ED OSSERVA I MIEI COMANDAMENTI.... punto! O si ama o non si ama, su questo Amore dobbiamo allenarci e non nel trovare scuse per non amare.


4. La Messa riguarda solo me e ciò che posso ricavarne


Non posso obbligare i figli ad andare alla Messa, e neppure il coniuge se non gli va, ognuno deve sentirsi libero. Le attività in parrocchia sono troppo impegnative....

- RISPOSTA: è vero, spesse volte la comunità è esigente perché c'è tutto un'apparato da mandare avanti e tu ne fai parte. Se andiamo a Messa a nostro piacimento, finiamo col dimenticare che questo è ciò che costruisce la comunità della Chiesa. La tua parrocchia potrebbe avere bisogno di te come lettore, per cantare nel coro o per raccogliere le offerte, persino per fare le pulizie, o come catechista, o come aiuto per gli anziani. Vedere la tua famiglia in Chiesa potrebbe essere l’unica cosa di cui una persona anziana ha bisogno per avere un po’ di gioia in una domenica di solitudine. Ci sono molte ragioni per cui siamo una comunità di fede, per cui ci riuniamo in Adorazione a Gesù vivo e vero presente nel Tabernacolo, dal Quale si irradia poi su tutta la comunità la Sua grazia e i benefici. Infine la comunità che vive insieme è una testimonianza forte in un modo sempre più scristianizzato. Dice Gesù che "SIAMO NEL MONDO, MA NON DEL MONDO. Va ricordato quanto siamo senza problemi per andare a mangiare una pizza con gli amici o per uscire il sabato sera, o per andare in vacanza. Siamo sempre lì al punto 3: quanto amiamo Gesù Cristo? Se non rispondiamo a questa domanda, è difficile comprendere cosa ci viene chiesto nella comunità.



5. Se le cose sono difficili (o noiose) non è necessario farle

Diciamoci la verità, la Messa è ripetitiva, posso benissimo pregare in casa o quando ne sento la necessità....

- RISPOSTA: Giustificando il fatto di non andare a Messa dicendo che “è noiosa” oppure che “non ne otteniamo nulla” (cliccare anche qui dove è spiegato bene), insegneremo ai nostri bambini che dobbiamo fare soltanto ciò che è divertente e che ci entusiasma, che ci piace. Questo è assolutamente falso, sia nella fede che nella vita di tutti i giorni. Alla maggior parte delle persone non piace pagare le tasse; non è divertente, eppure bisogna farlo. Quante volte avete a noia di portare i figli alle attività alle quali li avete iscritti? E per portarli dal medico, a scuola, o in vacanza con voi, chiedete forse il loro parere? Insegnereste forse loro che se un giorno non vi va di andare a lavorare, è giusto non andarci? Il puntoè : che cosa è LA VITA PER VOI, PER NOI CRISTIANI? Pensiamo davvero che nasciamo per fare una scampagna, una gita "fuori-porta" dal Paradiso?   Abbiamo dimenticato forse che cosa è venuto a fare Gesù PER NOI? Abbiamo dimenticato che nasciamo per GUADAGNARCI la vita eterna? E dove sta scritto che chi nasce ha "il diritto" di avrete tutto e facilmente?


6. Qui siamo alle conseguenze dei 5 punti sopra. I figli, ma anche gli adulti, iniziano a dubitare della Presenza reale di Gesù nell’Eucarestia e delle Grazie che provengono dall’accostarsi a Lui

Se credete davvero che Gesù è presente nell’Eucaristia e che Lui è con noi ogni domenica a Messa, e ci attende - se volessimo - OGNI GIORNO DELLA SETTIMANA IN TUTTE LE CHIESE, cosa vi impedisce di accostarvi a Lui? Perché non volete ricevere le grazie che Lui concede con questo incredibile dono?

Il nostro Catechismo ci insegna che: “l’Eucaristia è il cuore e il culmine della vita della Chiesa, poiché in essa Cristo associa la sua Chiesa e tutti i suoi membri al proprio sacrificio di lode e di rendimento di grazie offerto al Padre una volta per tutte sulla croce; mediante questo sacrificio egli effonde le grazie della salvezza sul suo Corpo, che è la Chiesa”. (CCC, 1407)

Genitori cari padre e madre, sappiamo e comprendiamo pienamente quanto sia difficile portare i bambini in chiesa, e quanto sia difficile anche per voi che lavorate e state fuori casa tutto il giorno. Spesso, quando torniamo a casa da certe Messe, ci sentiamo come se avessimo appena affrontato un incontro di wrestling. A tal proposito POTRESTE ESSERE VOI STESSI A CHIEDERE AL SACERDOTE UNA MESSA PIU' SILENZIOSA, RIPOSANTE, CON PIU' SILENZI E PIU' PREGHIERA, la Messa infatti NON deve essere attivismo.

È una battaglia. Ma è una battaglia che vale la pena combattere. Non c’è posto migliore in cui portare i nostri figli se non ai piedi di Gesù VIVO E VERO, PRESENTE E REALE NELL'EUCARESTIA. Non c’è lezione migliore da impartire se non quella di mettere sempre Dio al primo posto. Non importa cosa stia accadendo nelle nostre vite o quanto possa essere difficile andare a Messa. Forse che il Signore non sa di cosa abbiamo bisogno "prima ancora che glielo chiediamo?" Ma Egli vuole da noi LA TESTIMONIANZA CHE SIAMO DAVVERO SUOI DISCEPOLI!


Sapete cosa accadrà se aspettate che i vostri figli si comportino bene, o che voi abbiate meno impegni, prima di portarli a Messa? Non verrà mai questo momento, e voi stessi alla fine vi allontenerete sempre di più

Satana offrirà sempre una scusa per non partecipare alla più alta forma di preghiera che abbiamo qui sulla terra, ma Dio ci darà sempre la grazia di rispondere con un “sì” quando chiederemo aiuto a Lui.

Fate in modo che andare a Messa la domenica sia ciò che la vostra famiglia fa insieme regolarmente. Fidatevi, le benedizioni e le grazie che verranno da questa disciplina trasformeranno la vostra vita familiare in un modo potente.



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ALCUNI CONSIGLI PRATICI


Come possiamo aiutarci a superare queste sfide? 

- Intanto LA CONFESSIONE FREQUENTE con un bell'esame della coscienza.... ricordandoci che se la coscienza NON è bene educata "per ciò che Gesù vuole da noi" sarà impossibile ricevere da lei dei saggi consigli, lo abbiamo visto in questi 6 punti trattati.   Confessarci spesso significa anche chiedere aiuto al sacerdote che saprà darci ottimi consigli. 

- VISITARE UNA CHIESA ANCHE DURANTE LA SETTIMANA E' IMPORTANTE! Gesù non va in vacanza! Gesù è sempre in attesa DI UNA NOSTRA VISITA.... (cliccare qui per i consigli in Chiesa, ed anche qui per un GALATEO in Chiesa). Perchè NON cominciare a fermarsi, ogni giorno, ALLE ORE 12 PER PREGARE L'ANGELUS? E' una preghiera di tre Ave Maria che richiede dieci minuti.... e la si può fare in qualsiasi posto vi trovate.... se non riuscite alle 12, la si può fare tra le 18 e le 19. Chiedete al Parroco di istruirvi in questo, ne sarà felice!

- IL BAMBINO IN CHIESA è FASTIDIOSO! E' una scusa!!! Tocca a VOI adulti spiegare loro L'INTERESSE. Una comunità normale sopporta il chiasso dei bambini, ma naturalmente essi VANNO EDUCATI AL RISPETTO DEL LUOGO IN CUI SI TROVANO.... Spesso i bambini più fastidosi sono proprio coloro che NON sono abituati alla preghiera..... Non ci risulta che un bambino sia felice di andare dal medico, eppure ce lo portate.... e Gesù non è forse il medico delle nostre Anime? E' ovvio che se noi adulti non ci crediamo, neppure i bambini ci crederanno.... Quindi niente scuse, portiamo i bambini in Chiesa a far Visita al Santissimo Sacramento, a pregare anche fuori della Messa,  e così alle Messe comandate, ed anche quelle settimanali se vi riesce. Gli adulti e i bambini devono FAMILIARIZZARE CON DIO....


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- PREGARE CON I FIGLI.....MATTINA E SERA.... vi secca questo? Ma scusate, non mangiamo forse tre, quattro volte al giorno? Non facciamo gli spuntini? Ebbene la Preghiera è il nutrimento dell'ANIMA... Come il corpo deperisce se non mangiamo, così deperisce l'Anima se non preghiamo. Speigare questo ai bambini non è affatto difficile o complicato, ma essi hanno bisogno dell'esempio degli adulti, dell'esempio di coloro che amano e danno loro fiducia che ciò che fanno è un BENE per loro....
Colazione, pranzo e cena sono l’ideale per insegnare a tuo figlio di essere grato per tutto ciò che Dio ci dà grazia di avere, non ultimo il cibo che arriva sulle nostre tavole. Per esempio: «Signore, benedici questo cibo che per la tua infinita misericordia abbiamo oggi su questo tavolo. Signore, dà il pane a chi non ne ha, e dà fame di Te a chi ha il pane. Amen». Ricordati che il tuo esempio è lo strumento più efficace. Diventa il modello che tuo figlio seguirà e prega prima di mangiare a prescindere da dove ti trovi. Chiedigli di ripetere dopo di te, e vedrai che nel tempo pregheranno in modo autonomo e responsabile.

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- QUANTI NINNOLI ABBIAMO PER LA CASA? C'E' POSTO PER UNA ICONA E PER UN CROCIFISSO? Quanto valore diamo per un oggetto che ci è stato regalato o che abbiamo comprato perché ci piaceva, tutto OK, nessun problema, ma.... perché non dare un posto PRIVILEGIATO A GESU' E A MARIA? Potreste così insegnare ai figli le vite dei SANTI di cui portiamo il nome e dare loro una immaginetta da CUSTODIRE, da avere cura, con cui fare una preghiera.... Basta davvero un piccolo spazio... E' significativo come molti cristiani in visita in località asiatiche, orientali, restano stupiti quando vedono gli altri templi, o i Budda custoditi negli atri delle case.... Non si capisce allora perché noi trattiamo COSI' MALE IL VERO DIO, GESU' VERO DIO E PRESENTE fra noi! Ogni abitazione Cristiana dovrebbe avere avere in casa un Crocifisso benedetto dal parroco, e far venire il parroco per la benedizione della casa. Questo atteggiamento è stato sempre in uso nella Chiesa per duemila anni, soltanto negli ultimi cinquant'anni le cose sono precipitate, per questo ci siamo persi di Amare Gesù e Maria per davvero, come si conviene. Riprendiamo queste TRADIZIONI e ne vedremo i frutti che sono la PACE NELLE FAMIGLIE.... e tanto altro. Inoltre accanto a questo spazio in casa dovrete tenere la Bibbia, i Vangeli, le vite dei Santi, IL CATECHISMO ed abituarci, in famiglia, a LEGGERLI INSIEME....


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- INFINE, ma non meno importante..... partecipare con i figli alla CARITA', alla solidarietà... che non è il pietismo, ma un modo per insegnare loro che NON TUTTO CI E' DOVUTO e che ci sono famiglie meno fortunate di noi.... Abituarli  PREGARE E RINGRAZIARE DIO SE I GENITORI HANNO UNA CASA E UN LAVORO.... questo esercizio farà dei nostri figli dei responsabili e attenti a non diventare spendaccioni, e ad impegnarsi - crescendo - per cercare un lavoro e nello studio. Sapranno apprezzare, in tempo di carestia, quello che potranno avere.... e impareranno ad amare il prossimo come si conviene, regalando a noi genitori delle grandi soddisfazioni morali. Siate voi solleciti con il parroco per organizzare, ad esempio, dei TURNI con altre famiglie, per occuparci delle famiglie più bisognose della parrocchia e dintorni.... visite ad anziani soli, ammalati in casa o in qualche ricovero vicino, questa è la vera COMUNITA'.... Molte parrocchie fanno questo: l'estate a turni si prendono cura degli anziani che rimangono soli, e durante l'anno si organizzano per fare loro la spesa... o di occuparsi di quelle famiglie che non hanno i soldi per pagare gli affitti o le bollette....

Pensiamoci bene: se ogni parrocchia dislocata sul territorio, avesse parrocchiani così, abbiamo idea di quante grazie saremo investiti dal Cielo? Certo, nessuno probabilmente dinterebbe un Papern dè Paperoni, ma i bambini non amano forse di più Paperino? Battute a parte, non è vero che diventeremo più poveri, al contrario, saremo TUTTI più benestanti e con L'ANIMO SERENO si eviterebbero tante di quelle cattive notizie che siamo costretti a sentire.... perchè, alla fine della fiera E' L'EDUCAZIONE che raffina l'anima.... e un'Anima retta, con una coscienza educata AL BENE CHE E' DIO (non esiste il bene ateo), non può che creare una societàpiù giusta e più santa.



  

[Modificato da Caterina63 28/02/2017 18:44]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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