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Rubrica di teologia liturgica di don Mauro Gagliardi, su Zenit, non perdere!

Ultimo Aggiornamento: 09/03/2011 15:48
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22/10/2009 18:22
 
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Alcuni commenti interessanti che prendo dal Blog di Messainlatino a riguardo dell'intervista sopra riportata....

DANTE PASTORELLI ha detto...


Due oservazioni.

1) se la riforma di Paolo VI ha bisogno d'esser corretta vuol dire che molta parte d'essa è da correggere, il che significa ch'è risultata negativa per le anime. E ciò perché la parte più carente è proprio la sacralità del rito.
Quindi se risulta eccessivo il dispregio di coloro che vorrebbero annullarla, è eccessivo anche il voler salvarla con qualche ritocchino che non incida nella struttura intera. Un light lifting.

2) Non so dove e quando le richieste avanzate dai seguaci dell'antico rito sian risultate spropositate. Aver la possibilità di usufruire di una chiesa - quante chiese vengon offerte ad eretici, scismatici, islamici ecc? -, di un sacerdote, di una celebrazione magari in parrocchia e ad orari non proibitivi, son richieste eccessive?
A me sembra che l'ostilità della stragrande maggioranza dei preti e dei vesovi sia eccessiva come la loro arroganza.

Insomma l'intevista m'appare cerchiobottista e superficiale, senza neppur lo sforzo d'un'adeguata esemplificazione.

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mic ha detto...


sottoscrivo e condivido

La riforma della riforma non può consistere in qualche restauro formale o di stile: non si andrebbe da nessuna parte; ma nel recupero 'sostanziale' di quanto selvaggiamente e arbitrariamente tagliato via dal rito Romano  in cosa precisamente consisterebbero le pretese 'eccessive' degli amanti della Tradizione..
Inoltre riconoscere che ad un docente di dogmativa 'mancava' l'approccio teologico con la Liturgia, mi sembra già rivelatore.

Abbiamo qui il caso di un sacerdote che si è lasciato interpellare dai testi e dai contenuti che ha avuto l'opportunità di incontrare (sembra più per ricerca personale che per modelli formativi!) e allora vien fuori: "ho scoperto"!...
Si tratta di un caso certamente provvidenziale che sembra aver dato i suoi frutti, ma nella Chiesa si può continuare a lasciar affidata al caso la formazione dei sacerdoti agganciata alla Tradizione?


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Areki ha detto...


Sono daccordo con gli interventi precedenti.
Dal Prof. don Mauro Gagliardi mi sarei aspettato qualcosa di più...
A mio parere la riforma di Paolo VI rimane un fallimento e si salva solo in quelle parti dove si riprende la liturgia precedente.
Ancora oggi mi domando: non sarebbe bastato tradurre semplicemente il Messale di San Pio V con qualche lieve ritocco e mantenere in latino il canone?....
Che bisogno c'era di tutti quei cambiamenti affrettati???
don Bernardo

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domande annose ha detto...


...già, che bisogno c'era?

E torniamo sempre allo stesso punto: l'evento inaudito fino ad allora, che - dai vertici della Chiesa - si attuasse con una rapidità degna di miglior causa un vero e proprio
SEPPELLIMENTO dell'antico Messale e della Messa di S. Pio V, in modo tale da far credere a tutto l'orbe cattolico che essa fosse non solo obsoleta, ma... proibita, per non dire anti-cattolica!
solita domanda:
Cui prodest?
(che risuona da 41 anni nelle coscienze dei fedeli sconcertati e disorientati...)


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mic ha detto...


prodest per avvicinarci ai "fratelli separati" e, per non essere più separati da loro, diventare come loro: il che significa 'sposare' le loro eresie (mensa e non altare, Cena e non sacrificio, ecc. ecc.)


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Caterina63 ha detto...


Gagliardo di nome e di fatto...ma si vede che è giovane, ha ancora molta strada da fare e...volendo dire una civetteria (non cattiveria su!) è probabile che monsignor Mauro Piacenza, Segretario della Congregazione per il Clero... non gli avrebbe fatto alcuna prefazione che equivale alla presentazione referente, se magari il giovane sacerdote avesse scritto qualcosa di diverso...
^__^


Comprendo ciò che dice Dante Pastorelli, ma non si può pretendere neppure che il Papa si affacci dalla finestra e dica: "Ora basta, abbiamo scherzato, il Concilio è da oggi cancellato, ergo non c'è nessuna riforma liturgica, si ritorni alla Messa di sempre...."
^__^

Il problema non è neppure nel restauro come appunto dice Mic...perchè la devastazione delle Chiese NON si sta fermando, ergo l'intenzione è quella proprio di CANCELLARE LA TRADIZIONE LITURGICA DELLA CHIESA....
La stessa risposta "personale" del giovane sacerdote sulla forma antica dove dice:

Il mio parere personale è che, se il Santo Padre ha deciso di favorire, attraverso la sua decisione, quelli che desiderano celebrare o partecipare alla forma più antica del rito romano, coloro che non amano particolarmente tale forma – e quindi non desiderano personalmente avvalersi della facoltà concessa – non dovrebbero frapporre ostacoli all’attuazione di una normativa che, essendo stata emanata dalla Suprema Autorità, ha valore per tutta la Chiesa.

la trovo un pò grave perchè qui non si è capito che non si deve difendere semplicemente LA NORMATIVA DELLA SUPREMA AUTORITA' dal momento che lo stesso MP dice che NESSUNA AUTORITA' L'AVEVA ABROGATA...
quanto il fatto che il NOM, il quale senza il VOM NON ESISTEREBBE, non ha proprio alcun diritto sul VOM, ossia direbbero in tribunale civile: PERCHE' IL FATTO NON SUSSISTE...
IL NOM senza il VOM non esiste ^__^

Se si iniziasse a dire le cose come stanno forse si comprenderebbe che l'ospite (gradito o meno poco importa) NON è il VOM ma il NOM anche se il Papa l'ha dichiarato ORDINARIO...
Il VOM infatti seppur degradato per alcuni nella forma Straordinaria è di fatto quello che da vita e legalità al NOM, altrimenti si dovrà riconoscere che il NOM nasce dal nulla dopo il Concilio...

coerenza per coerenza, ciò che manca è il coraggio di dire dai tetti LA VERITA'...



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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