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Il 7 maggio 1909 san Pio X fondava il Pontificio Istituto Biblico

Ultimo Aggiornamento: 07/05/2009 00:42
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Il 7 maggio 1909 Pio X fondava il Pontificio Istituto Biblico

Da un secolo alla ricerca
di una Parola da insegnare



Giovedì 7 maggio si celebra solennemente a Roma il centenario della fondazione del Pontificio Istituto Biblico. Pubblichiamo per l'occasione un articolo dell'autore del volume Il Pontificio Istituto Biblico. Un secolo di storia (1909-2009), Roma, Editrice Pontificio Istituto Biblico, 2009, pagine 502, euro 30.

di Maurice Gilbert

Fondato il 7 maggio 1909 da Papa san Pio X e affidato alla Compagnia di Gesù, il Pontificio Istituto Biblico celebra il suo centenario. Durante cento anni al servizio della sacra Scrittura, il Biblico ha sempre voluto essere un centro di studi scientifici d'alto livello e di teologia biblica, nell'ascolto umile e rispettoso della Parola di Dio.

Durante questo primo secolo, ha formato più di 7.000 biblisti, dei quali circa 300 sono, o sono stati, vescovi o cardinali. Gli studenti attuali sono 304 e provengono da tutte le parti del mondo. L'impegno del Biblico rimane dunque universale. Tra i gesuiti che vi hanno insegnato, elenchiamo solo alcuni nomi più famosi. Leopold Fonck è stato il fondatore.

Vi hanno fatto, per decenni, ricerche e pubblicazioni Alberto Vaccari nella storia dell'esegesi e Anton Deimel in sumerologia. Augustinus Merk è stato l'editore del Nuovo Testamento greco e latino. Franz Zorell compose il dizionario ebraico-latino dell'Antico Testamento. Il futuro cardinale Angustin Bea ne fu il rettore per quasi vent'anni. Stanislas Lyonnet era specialista della lettera di san Paolo ai Romani. Mitchell Dahood insegnava la lingua ugaritica con i suoi rapporti con l'ebraico biblico. Luis Alonso Schökel tradusse l'Antico Testamento in spagnolo ed era professore di ermeneutica biblica. Il futuro cardinale Carlo Maria Martini, maestro di critica testuale del Nuovo Testamento greco, era stato anche lui rettore dell'Istituto.

Fin dal 1912, la sede principale dell'Istituto Biblico sta nell'antico palazzo Muti Papazzurri, al centro di Roma. A Gerusalemme, l'Istituto possiede, fin dal 1927, una succursale.

A Roma, l'Istituto, che gode d'una ricca biblioteca specializzata nelle scienze bibliche e orientali, è organizzato, fin dal 1932, in due Facoltà. La Facoltà Biblica, con il più gran numero di professori e di studenti, offre da più di quarant'anni un corso propedeutico di greco e di ebraico, che preparano gli studenti al curriculum di licenza in scienze bibliche. Questo curriculum richiede tre anni di studi. Gli studenti più dotati proseguono verso il dottorato e le tesi più solide sono pubblicate nella collana Analecta Biblica. Quest'anno, il corpo docente di questa Facoltà conta una trentina di specialisti, gesuiti e non.

La Facoltà Biblica pubblica la rivista "Biblica", creata nel 1920. Quanto alla Facoltà Orientalistica, essa conta una decina di docenti, i quali coprono tutto il campo linguistico e culturale del Vicino Oriente antico, dalla Mesopotamia all'Egitto. La Facoltà Orientalistica pubblica la rivista "Orientalia", inaugurata nel 1932.

A Gerusalemme, l'Istituto accoglie soprattutto studenti del Biblico di Roma che vengono per completare la loro formazione vivendo in Terra Santa per parecchi mesi. Due sono i programmi accademici, di un semestre ciascuno, offerti per loro. Il primo, creato nel 1975, è offerto dall'Università Ebraica di Gerusalemme e propone corsi di ebraico, di storia e d'archeologia. L'altra offerta, inaugurata nel 1986, viene dall'École Biblique et Archéologique Française, dei Padri Domenicani di Gerusalemme, dove gli studenti del Biblico possono seguire anche corsi di esegesi e di teologia biblica. Fino a oggi, più di 500 studenti dell'Istituto Biblico hanno seguito il programma dell'Università Ebraica, e più di 120 quello dell'École Biblique.

Quando il Biblico iniziò i corsi nel novembre 1909, c'erano 117 iscritti, ma soltanto 47 studenti ordinari. I professori, tutti gesuiti, erano dieci. Le antiche lingue del Vicino Oriente già si insegnavano. La situazione dell'esegesi nella Chiesa era difficile:  il modernismo aveva provocato una dura reazione del magistero, e i biblisti erano in difficoltà, cosicché, per vent'anni, l'Istituto Biblico, sottomesso alla Pontificia Commissione Biblica, s'impegnò soprattutto nel campo filologico.

Nel 1928, il Papa Pio Xi concesse al Biblico l'indipendenza totale, con il permesso di conferire tutti i gradi accademici, compreso il dottorato in scienze bibliche. Negli anni Trenta del secolo scorso e fino alla prima sessione del concilio Vaticano ii, l'Istituto Biblico, a causa del suo impegno scientifico, fu oggetto di critiche severe, ma ingiuste, specialmente da parte di ambienti conservatori d'Italia. La lettera che la Pontificia Commissione Biblica mandò ai vescovi italiani nel 1941 rifiutava queste critiche ed era un primo abbozzo dell'enciclica Divino afflante Spiritu che il Papa Pio Xii scrisse nel 1943. L'esegesi scientifica si sentì incoraggiata.

A partire dal 1950, nell'esegesi insegnata al Biblico, si sviluppò la ricerca propriamente scientifica. Ma, nel decennio che precedette il Concilio, gli attacchi ricominciarono ed ebbero come risultato che il Sant'Ufficio di allora, senza giustificazione, obbligò per due anni, dal 1962 al 1964, i padri gesuiti Stanislas Lyonnet e Max Zerwick a sospendere il loro insegnamento d'esegesi biblica.

Durante la prima sessione del Concilio, da ottobre a dicembre 1962, la discussione tra i vescovi fu dura e l'Istituto Biblico ne era spesso il bersaglio. Alla fine di novembre, però, si sapeva che una maggioranza di vescovi appoggiava i metodi scientifici e teologici adoperati all'Istituto. Nella sua costituzione dogmatica Dei Verbum, il Concilio rispondeva positivamente all'orientamento preso da tempo all'Istituto. Vale la pena notare che le parole del numero 12 della Dei Verbum:  "La Sacra Scrittura deve essere letta e interpretata con l'aiuto dello stesso Spirito mediante il quale è stata scritta" furono proposte proprio dai professori dell'Istituto Biblico. Ciò significa che il Biblico era convinto del valore del suo lavoro.

Durante gli ultimi decenni, l'esegesi all'Istituto Biblico, oltre il metodo storico-critico, ne sviluppò altri più recenti, dei quali la Pontificia Commissione Biblica, con il suo documento del 1993 L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa, spiegò il valore e l'importanza per oggi.
Inoltre, a partire del Concilio, parecchi professori del Biblico s'impegnarono nella pastorale biblica. I più noti furono due di loro che diventarono cardinali, Carlo Maria Martini e Albert Vanhoye. La vera scienza teologica non dimentica mai il Popolo di Dio.

Tutto sommato, il Pontificio Istituto Biblico si riconosce nelle parole pronunciate nel 1989 dal padre Peter-Hans Kolvenbach,  allora Superiore Generale della Compagnia di  Gesù:  "La storia movimentata  dell'esegesi biblica, alla quale l'Istituto  Biblico partecipa in modo privilegiato, non nasconde affatto il lavoro e le sofferenze indispensabili per ravvivare incessantemente la lettera accogliendovi lo Spirito del Signore".



(©L'Osservatore Romano - 7 maggio 2009)

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Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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