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Si avvicinano le elezioni: come deve regolarsi un vero Cattolico?

Ultimo Aggiornamento: 16/04/2012 17:36
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09/06/2009 19:41
 
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La Chiesa riflette sui risultati della consultazione elettorale

Giustizia e difesa della vita
priorità del Parlamento europeo


Roma, 9. "Ai neoeuroparlamentari è affidato il compito di rendere l'Unione una società più giusta, fondata sul rispetto dei diritti umani, sulla dignità della persona, la cooperazione vicendevole, la solidarietà e la sussidiarietà, la giustizia e la difesa della vita". In una nota, il Consiglio delle Conferenze episcopali d'Europa (Ccee), riunito a Zagabria per discutere sulle questioni sociali, interviene per rivolgere i suoi auguri ai politici eletti alla guida del Parlamento europeo. "Se l'Unione saprà fornire risposte politiche adeguate alle preoccupazioni e alle speranze dei cittadini europei potrà rispondere alla sua vocazione originaria", si legge nel comunicato, a firma del cardinale Péter Erdo, presidente del Ccee. La nota si conclude con l'auspicio "che tra poco anche la Croazia possa far parte dell'Unione europea".

Sull'astensionismo record che ha caratterizzato le ultime elezioni europee si sofferma monsignor Aldo Giordano, osservatore permanente della Santa Sede presso il Consiglio d'Europa, che in un'intervista alla Radio Vaticana sottolinea "la mancata coscienza del ruolo che l'Europa ha per la vita concreta delle singole persone" nonché "la lontananza di fatto tra cittadini europei e istituzioni". Solo un'Europa più unita e più stabile può affrontare le grandi domande del mondo, spiega Giordano, ma "esiste una mancanza di informazione e di fiducia per ciò che avviene a livello globale. Questo è un dato che deve far riflettere l'Europa".

D'accordo con monsignor Giordano è il vescovo Adrianus Herman van Luyn, presidente della Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece), per il quale il basso tasso di partecipazione - del 42,85 per cento - "è il segno che manca ancora una società civile europea". Secondo van Luyn, "non è stato posto a sufficienza l'accento su questa emergenza così come era stato fatto sulla nascita del mercato comune". Le istituzioni europee, i Governi nazionali, i partiti politici, "ma anche le Chiese devono porsi la domanda:  abbiamo contribuito sufficientemente alla nascita di una coscienza europea tra i nostri concittadini?".
 
Il presidente della Comece ricorda che davanti alla crisi economica, ai cambiamenti climatici, all'emergenza alimentare a livello globale, non vi è alcuna alternativa a un'Europa unita, che parla una sola voce e che si impegna per la giustizia e la pace sul continente europeo e nel resto del mondo. E "la bassa affluenza alle urne appare ancora più incomprensibile - aggiunge il vescovo olandese - se si considera che il Parlamento europeo aumenterà in modo considerevole influenza e competenza quando il trattato di Lisbona entrerà in vigore".

Da una parte la sconfitta del centro-sinistra, dall'altra l'avanzata del centro-destra e dei cosiddetti "euroscettici". Per monsignor Giordano ciò è spiegabile soprattutto con il problema della sicurezza e con la necessità di avere dei punti di riferimento e delle proposte concrete. "Probabilmente - afferma l'osservatore permanente al Consiglio d'Europa - i cittadini europei hanno visto un centro-destra con delle proposte che salvano maggiormente le tradizioni, i volti dei Paesi, messi di fronte al fenomeno migratorio, all'incontro fra popoli e fra culture, o alla crisi finanziaria. Forse c'è troppa ideologia - spiega Giordano - e questo porta a votare per l'Europa pensando alle situazioni attuali. E c'è poca idealità, mentre occorrerebbe rilanciare l'Europa delle origini, capace di affrontare le questioni mondiali con una visione e con una prospettiva". È soprattutto questo che monsignor Giordano rimprovera agli europei, in particolare agli europei cattolici, cioè di "aver scommesso su altre cose, di aver dimenticato la grande tradizione storica, culturale, politica, cristiana, dalla quale veniamo", e di non aver sufficientemente valorizzato una visione dell'uomo, della società, del rapporto fra i popoli, "che viene dalla luce del cristianesimo".

Restano vecchi e nuovi interrogativi. Uno riguarda la relazione tra Occidente e Oriente:  "Qualcosa non funziona ancora, occorre un ulteriore sforzo di reciproca comprensione - conclude Giordano - e ripensare che tipo di Europa vogliamo. Un'Europa dove le tradizioni delle nazioni siano valorizzate e queste identità possano unirsi in una costruzione comune".


(©L'Osservatore Romano - 10 giugno 2009)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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