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Amantissimi Redemptoris di Pio IX sulla Messa, stupenda introduzione del sito maranatha.it

Ultimo Aggiornamento: 14/06/2009 09:36
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26/05/2009 12:48
 
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La bellissima riflessione dell'amico Daniele D.S.[SM=g1740722]

Io penso che si dovrebbe meditare molto quel detto degli antichi: Intelligenti pauca.

Non è mia intenzione qui parlare diffusamente della mortificazione. Occorrerebbe troppo spazio e troppe spiegazioni. Ma non credo fosse neppure intenzione degli autori dell'introduzione. Ora, è chiaro che quando si parla in un testo di "gioie (o, meglio, piaceri) mondani, si deve intendere ciò che la Chiesa ha sempre inteso con questa espressione, a meno che qualche cosa non autorizzi un'interpretazione diversa.

Ora, i beni mondani, cioè i piaceri materiali, sono leciti nella misura in cui sono ordinati ai beni eterni e nella misura in cui non favoriscono il peccato. Un amore disordinato ed eccessivo dei beni mondani porta inevitabilmente alla tiepidezza della fede e alla rilassatezza della morale. D'altra parte, un disprezzo immotivato di tutti i beni mondani rischia di tradursi nel disprezzo della creazione di Dio.

La mortificazione, per darne una definizione sommaria, è la rinuncia a un bene di per sé lecito al fine di attenuare le inclinazioni al peccato, cioè di uccidere le passioni (intendo questa parola nel senso classico di "istinto" e precisamente di "istinto immorale") e di accrescere in sé l'amore verso i beni eterni. Non si tratta semplicemente di conseguire l'autocontrollo, ma di distaccare, ciascuno nel modo più appropriato per lui (è evidente che un monaco dovrà farlo diversamente da un laico), l'anima dalle distrazioni terrene per concentrarla sulle verità eterne.

Il cattolicesimo è sempre stata una religione realista. Non ha mai predicato l'ascesi fine a se stessa e il farisaismo morale del protestantesimo (che poi si è risolto nel suo contrario) né l'edonismo del paganesimo. La natura umana è composta di anima e di corpo. Le esigenze della seconda sono superiori, ma non distruggono quelle del primo, a patto che queste non rischino di compromettere la vita spirituale. Quindi, come sostiene san Tommaso, tutti abbiamo bisogno sia di un po' di conforto fisico, a cui neppure i più grandi mistici rinunciarono, sia di un po' di sana mortificazione.

Negli scritti dei grandi mistici, la mortificazione non è mai una forma di masochismo, ma uno strumento di gioia, perché la rinuncia ai piaceri mondani è compensata da un maggior fervore religioso e da una maggiore apertura dell'anima all'amore di Dio.

La Chiesa non ha mai insegnato il disprezzo del mondo in quanto tale, proprio di certe deviazioni eretiche (gnosti, albigesi, giansenisti) o di certi culti misterici, ma il distacco dal mondo. Ora, il distacco impone delle rinunce, e delle rinunce volontarie, che sono positive nella misura in cui stimolano il fervore e allontanano il peccato. Diversamente non servono a nulla. D'altra parte, la perfezione cristiana senza mortificazione non si ottiene: lo ha detto Cristo, lo hanno confermato i Padri, lo ha dimostrato l'esperienza dei mistici, lo ha ribadito il magistero ecclesiastico.

Il rigurgito di edonismo che la società di oggi dimostra non è affatto dovuto agli eccessi di rigore del cattolicesimo, eccessi che - come ho detto - la Chiesa ha sempre condannato - ma alla volontà di eliminare anche quel rigore necessario alla propria integrità morale e spirituale. Infatti l'edonismo di oggi si è sviluppato in questo modo: prima ha negato Dio e la conoscibilità del reale, quindi ha negato che esistesse una legge eterna che vincola le coscienze in ogni tempo, infine ha negato l'esistenza stessa della verità. Il risultato è, ovviamente, il libertinismo. Se non esiste un ordine naturale e un garante di questo ordine, perché riunciare o limitare i piaceri mondani?

Questi principii, derivati soprattutto dall'hegelismo e dal marxismo, ma le cui radici affondano nella filosofia di Cartesio, sono state fatte proprie da quasi tutta la cultura moderna. Negli anni Cinquanta-Sessanta nella Chiesa una élite culturale, costituita dai soliti noti, si sentiva indietro rispetto a questa cultura. Fu questa che creò - per ammissione stessa di uno dei suoi capofila, il padre Congar! - l'esigenza di trasformare tutto e la tradusse in pratica grazie a quell'avvenimento inaspettato che fu il Concilio Vaticano II. Il programma di questa élite è delineato e condannato da Pio XII nell'enciclica Humani generis. I risultati li abbiamo visti.

Nei fedeli e nella stragrande maggioranza del clero e degli studiosi non c'era alcuna esigenza di cambiamento radicale. Si auspicavano tutt'al più piccoli aggiustamenti, ma questo nella Chiesa è sempre avvenuto. Quando il cambiamento fu imposto dall'alto, alcuni si adeguarono, più per obbedienza che per convinzione, molti rimasero disorientati, moltissimi abbandonarono la chiesa o l'abito sacerdotale. Successe, in pratica, il contrario di quanto il mondo pensa: eliminato il rigore (quel sano rigore cattolico), la Chiesa è entrata in crisi. Ed è ovvio che sia così. Ideali più nobili e alti richiedono uno sforzo maggiore per essere conseguiti, ma hanno anche maggiore attrattiva. Ideali più bassi e meschini suscitano approvazione nelle persone poco virtuose, ma a lungo andare si trasformano nell'esigenza di ideali ancora più infimi. Sono cose che la fede insegna e la sociologia conferma. È assurdo pensare che prima le cose fossero tutte "rose e fiori", ma non possiamo fare a meno di constatare che andavano meglio. Non è laudatio temporis acti, ma constatazione della realtà. Checché ne dica la storiografia moderna, i periodi storici non hanno tutti la stessa proporzione tra pregi e difetti.

Gli ortodossi hanno avuto una storia diversa in tutti i sensi. Il loro rigore morale non è diverso da quello cattolico, ma hanno avuto sia il coraggio che l'occasione di mantenerlo. Questo però è avvenuto a spese di una stasi culturale (la teologia non va oltre i risultati del VI secolo) che, se avesse dovuto affrontare le traversie cui andò incontro la Chiesa occidentale durante i secoli, sarebbe stata sopraffatta. Si può fare l'esempio di un'altra Chiesa scismatica, sorta però in occidente: i veterocattolici. Essi si separarono da Roma ai tempi del Concilio Vaticano I perché lo ritenevano troppo "innovativo" rispetto alla dottrina di Trento. Ora ordinano le donne. L'errore cui molti cattolici sono andati incontro dopo gli anni Sessanta è esattamente l'opposto del comportamento adottato dagli ortodossi, vale a dire un cedimento completo alla cultura contemporanea, anche e specialmente nei suoi aspetti programmaticamente anticristiani.


[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740717]

la mia riflessione:

Il cattolicesimo è sempre stata una religione realista.

 Sorriso Daniele sa concentrare in un termine tutta una discussione....

ritornando a casa da poco mi sono meditata per strada i Misteri del Rosario, i Dolorosi... e così ripensavo anche a questa discussione e all'Introduzione bellissima dell'Enciclica postata da Maranatha...

ero sull'autobus abbastanza pieno e meditavo la flagellazione di Gesù e guardavo la folla, la gente tutta intenta alle proprie preoccupazioni (giustamente!! Occhiolino ) ed anche a chi rideva e scherzava e scriveva dal cellulare o si parlavano ad un cellulare e cercavo di focalizzare l'evento della flagellazione di Gesù PER NOI, PER QUESTA GENTE CHE MIA STAVA DAVANTI... non mi è venuto affatto di giudicare ma di pregare per la loro e MIA conversione, pregavo affinchè la Vergine Santa ci impetrasse dentro al cuore la VERA CONTRIZIONE che pensavo, è assai più indispensabile della conversione perchè essa viene prima...se non sono CONTRISTATA non posso neppure convertirmi...
Non che abbia fatto nulla di eccezionale, ho solo posto Cristo al di sopra anche delle commissioni che stavo andando a fare e che ho tranquillamente svolto... Ghigno

e ripensavo alle parole dell'Enciclica dove dice:

Non contento di averci amato con una tale sublime carità, propria di Dio, profondendo doni su doni, volle spargere ulteriormente le ricchezze del suo amore verso di noi perché comprendessimo appieno che, avendo amato i suoi, li amò sino alla fine. Proclamando infatti se stesso eterno Sacerdote secondo l’ordine di Melchisedek, istituì nella Chiesa Cattolica un Sacerdozio perpetuo, e quello stesso Sacrificio che egli stesso offrì una volta per sempre, spargendo sull’altare della croce il suo preziosissimo Sangue per riscattare e redimere l’intero genere umano dal giogo del peccato e dalla schiavitù del demonio

NON CONTENTO DI AVERCI GIA' AMATI...VOLLE SPARGERE ULTERIORMENTE....
mi sono sentita infinitamente piccola provando da una parte una forte e dolorosa contrizione per i miei peccati, ma al tempo stesso una gioia immensa...quanto più PROVAVO ORRORE per ciò che NON vorrei fare di male ma faccio (cfr san Paolo), tanto più mi sentivo incoraggiata sospinta da una pace interiore forte a non scoraggiarmi, ma ad accogliere quella flagellazione CON GRATITUDINE...e ho pregato perchè la gente che stava li in quel momento potesse provare un medesimo trasporto per il Signore, magari anche migliore di ciò che ho provato io...

noi siamo REALISTI, lo dice appunto san Paolo quando si rende conto di fare il male che non vorrebbe e non lo diceva tanto per dire, era realista e sapeva bene che la sua forza non proveniva semplicemente dalla sua visione religiosa, ma da una PRESENZA VIVA E VERA che lo animava continuamente...

L'Eucarestia, la Santa Messa è davvero il bene UNICO E PIU' PREZIOSO CHE ABBIAMO...

Interessante poi leggere dall'Introduzione questo aspetto che ne motiva la tesi:


vogliamo con profondo senso di responsabilità denunciare chi, in questi decenni, ancora continua a confondere e disorientare le anime verso quel cuore palpitante della nostra fede: la Santissima Eucaristia. 

La nostra missione è sempre stata a servizio della Liturgia, ora ci sentiamo di dover difendere questo tesoro.

Come umili e inappropriate sentinelle vedendo in questi anni tanta confusione perdurare, nonostante tanta chiarezza dogmatica e dottrinale, ci sentiamo, in questo anno dedicato ai sacerdoti, di rimettere in luce grazie a questa Enciclica così attuale, il senso della Messa e la missione del Sacerdote contro chi impunemente continua ad oscurare questo luminosissimo mistero diffondendo abbondanti errori e banali e banalizzanti personali interpretazioni, perché sappiamo bene che il monito del profeta Ezechiele vale tanto per loro quanto per noi.

“Se tu, ammonirai il malvagio e questi non desisterà dalla sua scelleratezza e dalla sua prava condotta, egli morirà per la sua iniquità, ma tu avrai salvato te stesso. ... Se non lo avrai ammonito, egli morirà per il suo peccato e non saranno ricordate le opere giuste che egli ha compiuto, ma io esigerò da te il suo sangue” Cfr. Ez 3, 19.21
.


e non è forse vero che molti cattolici sono confusi e disorientati sui Sacramenti?
Non è forse vero che alti prelati e sacerdoti il cui nome è conosciuto danno scandalo con dottrine che tendono a modificare l'insegnamento della Chiesa?
Non è forse vero che Benedetto sta per indire un Anno Sacerdotale invitando tutti i sacerdoti a RISCOPRIRE LA PROPRIA VOCAZIONE e ad avere come modello il santo Curato d'Ars?
e non è forse vero che Giovanni Paolo II ha firmato un Documento intitolato "Ad Tuendam Fidem" - Difendere la vera fede nella quale si ritrovano termini come eresia e scomunica che da tempo non si usavano più? e da che cosa occorreva difenderla? Occhiolino

noi siamo REALISTI, e sappiamo che stiamo affrontando molti problemi derivati da false letture del Magistero stesso...ossia da 40 anni non si fa altro che REINTERPRETARE la Santa Taradizione per aggiornarla e laddove non la si comprende, LA SI E' TAGLIATA FUORI...

è ovvio allora che una lettura ORIGINALE DEL PENSIERO DELLA CHIESA ci può sembrare crudele, perchè ci hanno disabituato a ragionare come ragionavano i Padri, i Santi, i Martiri...

E' dunque fondamentale ciò che ha scritto Daniele:

Nei fedeli e nella stragrande maggioranza del clero e degli studiosi non c'era alcuna esigenza di cambiamento radicale. Si auspicavano tutt'al più piccoli aggiustamenti, ma questo nella Chiesa è sempre avvenuto. Quando il cambiamento fu imposto dall'alto, alcuni si adeguarono, più per obbedienza che per convinzione, molti rimasero disorientati, moltissimi abbandonarono la chiesa o l'abito sacerdotale. Successe, in pratica, il contrario di quanto il mondo pensa: eliminato il rigore (quel sano rigore cattolico), la Chiesa è entrata in crisi.

ergo è importante anche leggere dell'Introduzione con lo stesso intendimento dell'Enciclica...e riguardo alle sfumature del linguaggio, come a ragione suggerisce Daniele:

è chiaro che quando si parla in un testo di "gioie (o, meglio, piaceri) mondani, si deve intendere ciò che la Chiesa ha sempre inteso con questa espressione, a meno che qualche cosa non autorizzi un'interpretazione diversa.

 Sorriso
[SM=g1740733]


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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