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CANTI LITURGICI SACRI DELLA CHIESA CATTOLICA E TRADIZIONALI di preghiera

Ultimo Aggiornamento: 16/12/2011 14:13
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11/03/2010 21:41
 
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[SM=g1740733] Di Mozart il Requiem....

La messa di Requiem in re minore K 626 è l'ultima composizione di Wolfgang Amadeus Mozart (5 dicembre 1791).

Mozart lasciò la partitura incompiuta: ebbe la possibilità di portare totalmente a termine solo il primo numero dell'opera (Introitus: Requiem aeternam); portò comunque come di consueto avanti la stesura dell'opera scrivendo solo le parti principali (le quattro voci del coro e dei soli - se presenti - e la linea del basso con la numerica per la realizzazione del continuo all'organo), ed indicando di tanto in tanto il motivo melodico dell'accompagnamento ove questo non fosse deducibile dalle altre parti.

In questo stadio primordiale sono pervenuti Kyrie, Sequentia (con il Lacrimosa che si ferma dopo le prime otto battute sulle parole "homo reus"), e l'Offertorium. Tutto ciò è verificabile dal manoscritto originale conservato presso la Biblioteca di Stato di Vienna, ricomposto verso la metà del XIX secolo o per donazioni o per acquisizioni dopo la morte dei proprietari.

Esiste tuttavia la possibilità che Sussmayr abbia avuto accesso ad appunti ed abbozzi mozartiani non pervenutici. Constanze ebbe a dire anni dopo che in mezzo al noto disordine in cui il marito lavorava Sussmayr trovo vari "foglietti" con degli appunti: a testimonianza della veridicità di tale asserzione è a nota l'esistenza di un inizio di fuga sull'amen alla fine del Lacrimosa, abbozzata su un foglio contenente anche appunti riferiti ad altri lavori.

L'orchestrazione di Sussmayr non è sempre di buona fattura, e a volte è infarcita di errori e cadute di gusto: rimane però il fatto che riducendo a voci e basso continuo anche i brani apparentemente composti interamente da lui, si può riconoscere una chiara impronta mozartiana. l'unica fuga presente è quella dell'Hosanna al termine del Sanctus, difficilmente attribuibile all'allievo di Mozart, evidentemente non all'altezza.

Ipotizzando una paternità mozartiana anche per i brani non di suo pugno si possono evidenziare varie ingenuità. Sussmayr non si rese ad esempio conto che nel Benedictus - in si bemolle maggiore - la coda strumentale aveva un andamento modulante, e doveva servire per tornare a re maggiore, la tonalità del Sanctus (un ponte modulante identico era usato da Mozart poco prima nel finale primo del Flauto magico); Sussmayr invece porta a termine l'interludio strumentale trasportando l'Hosanna finale in detta tonalità, cosa mai fatta da Mozart in nessuna delle sue messe precedenti.

In questa partitura si fondono momenti di straordinario senso teatrale melodrammatico ad altri brani rigorosamente classicheggianti. Fra i momenti di maggiore ispirazione drammatica spicca sicuramente il Lacrimosa. Il compositore riesce, attraverso l'utilizzo di brevi frasi di crome ascendenti e discendenti assegnate ai violini contornate da una scrittura corale di ampio respiro, a creare un effetto di pianto a stento trattenuto, di preghiera umile e devota con un Amen conclusivo in forte che esprime tutto il fervore religioso dell'autore. Il Lacrimosa è per questi motivi da sempre considerato un banco di prova importante per direttori d'orchestra. Per contrasto la rigorosissima fuga del Kyrie pone non pochi problemi di precisione ritmica e intonazione al coro, senza per altro cedere di un passo dalla drammaticità che impregna l'intera partitura mozartiana. Infine un pezzo ricorrente fra i repertori sacri di molti cantanti lirici solisti è lo splendido Tuba Mirum nel quale la teatralità del compositore si fonde in modo egregio con la sacralità del testo, descritto attraverso un sapientissimo utilizzo, prima separato poi unito, delle quattro voci soliste.

Nel 1997 la scoperta di un'inedita sinfonia di Pasquale Anfossi (nota oggi con il nome di Sinfonia Venezia, 1776), mostrò che la voce tenorile nel Confutatis maledictis nel Requiem mozartiano, ne aveva ripreso una cellula melodica dall'Andante: sono uguali gli intervalli (il brano è trasferito dalla tonalità in La minore a quella di Re minore), la struttura armonica e l'articolazione ritmica, con le uniche differenze della quarta nota del motivo e dell'aggiunta di una pausa ritmica finale.

La notizia fu ripresa dai giornali ed ebbe un certo clamore, ma va rilevato che la pratica di riprendere brani musicali già esistenti è frequente in tutta la storia della musica e che nello stesso Requiem di Mozart, vi sono altri pezzi che, senza dubbio, sono stati ispirati da composizioni già esistenti: è il caso dell'Introitus, che riprende la composizione di Haendel Funeral anthem for Her Most Sacred Majestry Queen Caroline HWV 264 e del Kyrie che, a sua volta è molto simile al coro And with his stripes we are healed dall'oratorio Messiah dello stesso Haendel (HVW56). Essendo Mozart un estimatore ed uno studioso della musica di Haendel (tanto da avere curato nel 1789 una nuova orchestrazione dello stesso Messiah per conto del barone Gottfried van Swieten), è difficile considerare queste similitudini come casuali.

Va inoltre ricordato che nell'Introitus, sulle parole te decet hymnus Mozart utilizza un cantus firmus, affidato prima al soprano solo e poi a tutta la sezione, basato sul cosiddetto "tono peregrino", proveniente dal repertorio gregoriano: un arcaismo che si rifà alla grande tradizione polifonica tramandata sin dal rinascimento, quello che padre Martini definiva "stile sodo".

Composizione dei brani:

I. Introitus

Requiem aeternam
II. Kyrie

III. Sequentia

Dies irae
Tuba mirum
Rex tremendae
Recordare
Confutatis
Lacrimosa


IV. Offertorium

Domine Jesu
Hostias


V. Sanctus

VI. Benedictus

VII. Agnus Dei

VIII. Communio

Lux aeterna




[SM=g1740717] [SM=g1740720] buona meditazione nell'ascolto








In questo video la musica segue dopo la prima Lettura [SM=g1740733]








LACRIMOSA..... [SM=g1740717]

[SM=g1740734]


L'Offertorio




Santus



Agnus Dei e Lux Aeterna [SM=g1740752]





[SM=g1740717] [SM=g1740720] [SM=g1740722] [SM=g1740721]

[SM=g1740738]

Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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