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"Caritas in Veritate" - Carità nella Verità: nuova Enciclica Sociale di Benedetto XVI

Ultimo Aggiornamento: 19/10/2010 18:43
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07/07/2009 20:59
 
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L'arcivescovo Giampaolo Crepaldi

Le principali novità


di Giampaolo Crepaldi

Arcivescovo-vescovo di Trieste

Il più grande aiuto che la Chiesa può dare allo sviluppo è l'annuncio di Cristo. Da ciò derivano le importanti precisazioni della Caritas in veritate sulla natura della dottrina sociale.
La prima riguarda la sua appartenenza alla Tradizione viva della Chiesa. La seconda è che il punto di vista non è la realtà sociologicamente intesa, ma la fede apostolica. Queste importanti precisazioni di Benedetto XVI provengono dalla considerazione dell'importanza fondativa della Verità e dell'Amore per l'organizzazione sociale.

Altra novità:  i due fondamentali diritti alla vita e alla libertà religiosa trovano per la prima volta un'esplicita e corposa collocazione in un'enciclica sociale. Non che nelle precedenti encicliche fossero stati trascurati, ma certamente qui sono organicamente collegati con il tema dello sviluppo e la Caritas in veritate ne mette in evidenza le ricadute negative anche di ordine economico e politico sullo sviluppo quando non venissero rispettati. Nella Caritas in veritate la cosiddetta "questione antropologica" diventa a pieno titolo "questione sociale". La procreazione e la sessualità, l'aborto e l'eutanasia, le manipolazioni dell'identità umana e la selezione eugenetica sono valutati come problemi sociali di primaria importanza che, se gestiti secondo una logica di pura produzione, deturpano la sensibilità sociale, minano il senso della legge, corrodono la famiglia e rendono difficile l'accoglienza del debole. Queste indicazioni della Caritas in veritate non hanno solo valore esortativo, ma invitano ad un nuovo pensiero e a una nuova prassi per lo sviluppo che tengano conto delle sistematiche interconnessioni tra i temi antropologici legati alla vita e alla dignità umana e quelli economici, sociali e culturali relativi allo sviluppo.

Ci sono inoltre nell'enciclica due tematiche nuove. La prima è quella dell'ambiente richiamata anche dalle encicliche sociali di Giovanni Paolo II. La Caritas in veritate propone un'impostazione in termini di precedenza del ricevere sul fare:  da una natura come deposito di risorse materiali alla natura vista come parola creata. I due diritti alla vita e alla libertà religiosa, sono strettamente collegati dalla Caritas in veritate con l'ecologia ambientale. Questa, infatti, deve liberarsi da alcune ipoteche ideologiche che consistono nel trascurare la superiore dignità della persona umana e nel considerare la natura solo materialisticamente prodotta dal caso o dalla necessità. Tentazioni ideologiche oggi presenti in molte versioni dell'ecologismo. L'impegno per l'ambiente non sarà pienamente fruttuoso se non verrà sistematicamente associato al diritto alla vita della persona umana.

L'altro tema nuovo è l'ampia trattazione del problema della tecnica:  è la prima volta che un'enciclica affronta in modo così organico questo tema, dopo gli approfondimenti antropologici sulla tecnica della Laborem exercens di Giovanni Paolo II. L'idea di fondo è che la crisi delle grandi ideologie politiche abbia lasciato il campo alla nuova ideologia della tecnica o, possiamo dire, alla "tecnicità" come mentalità. Si tratta della più grande sfida al principio della precedenza del ricevere sul fare. La mentalità esclusivamente tecnica, infatti, riduce tutto a puro fare. Per questo essa si sposa bene con la cultura nichilista e relativista.



(©L'Osservatore Romano - 8 luglio 2009)
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