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OLOCAUSTO CATTOLICO (la persecuzione ai Cattolici nel mondo)

Ultimo Aggiornamento: 21/05/2015 11:11
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Sesso: Femminile
11/01/2010 20:10
 
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In due giorni presi di mira quattro chiese e un convento

Nuovi attacchi in Malaysia
a luoghi di culto cristiani


Kuala Lumpur, 11. Non si allenta la tensione in Malaysia, dove da giorni si susseguono attacchi contro la comunità cristiana:  tra domenica e oggi, lunedì, altri quattro luoghi di culto e un convento sono stati presi di mira da ignoti. Un ordigno incendiario è stato scagliato contro l'ingresso principale di una chiesa evangelica nella regione del Negeri Sembilan, senza causare danni di rilievo.

In precedenza, a essere oggetto di attacchi erano state l'anglicana All Saints church nella città di Taiping, situata nella regione di Perak e la Saint Louis, una chiesa cattolica, che si trova nella medesima città. Anche in questi ultimi due casi, gli attentatori hanno usato delle bottiglie contenenti liquido infiammabile per tentare di bruciare le chiese, ma le loro azioni sono fortunatamente fallite.
Oltre alle chiese, sempre a Taiping, è stato preso di mira anche il convento cattolico di Saint Louis, dove all'interno del cortile la polizia ha rinvenuto ancora una volta una bottiglia incendiaria. Infine, il muro di una chiesa battista nella penisola di Malacca è stato imbrattato con della vernice nera. I nuovi episodi di ostilità si aggiungono a quelli dei giorni scorsi, che avevano coinvolti altri luoghi di culto, contribuendo a rendere sempre più tesa la situazione.

Nonostante il clima di violenza - creatosi dopo il verdetto della Corte Suprema che ha autorizzato il settimanale cattolico "Herald" a usare il termine Allah nella lingua malay, come riferimento a Dio - i fedeli, secondo le fonti locali, hanno assistito regolarmente alle liturgie domenicali, accogliendo così l'invito alla calma lanciato dai religiosi e dalle autorità civili. In particolare, il ministro dell'Interno Hishammuddin Hussein ha ribadito che "la situazione è sotto controllo e la gente non dovrebbe preoccuparsi". Tuttavia, ignoti estremisti continuano ad agire indisturbati, accusando i cristiani di utilizzare la parola Allah per cercare di confondere i musulmani a fini di proselitismo.

Un appello "per disinnescare la conflittualità che i gruppi fondamentalisti vogliono accendere nella nazione" è stato lanciato nel corso dell'assemblea dei vescovi della Conferenza episcopale di Malaysia-Singapore-Brunei che si è aperta oggi a Johor, nella penisola di Malacca. I presuli hanno sottolineato che "sono in corso, e si susseguiranno nei prossimi giorni, incontri con le autorità civili e i leader musulmani". "Occorre agire in sintonia - si sottolinea - e cercare la necessaria collaborazione del Governo e delle alte autorità religiose per ristabilire un clima pacifico alla società malaysiana; anche perché questi episodi stanno "sporcando" la fama dell'Islam malaysiano, noto per la sua moderazione e per la convivenza pacifica con le altre religioni". Alla riunione partecipa, tra gli altri, il delegato apostolico in Malaysia e in Brunei Darussalam e nunzio apostolico in Singapore, l'arcivescovo Salvatore Pennacchio.

In un colloquio con l'agenzia Fides, l'arcivescovo di Kuala Lumpur, Murphy Nicholas Xavier Pakiam, ha affermato che "i cristiani pregano e non risponderanno alle provocazioni". "Attualmente - ha puntualizzato il presule - la situazione è sotto controllo. Circola un po' di timore, ma speriamo che tutto vada per il meglio".
 

Dopo la preghiera domenicale dell'Angelus

Gli immigrati persone da rispettare


Il Papa denuncia anche la violenza contro i cristiani


La violenza "non deve essere mai per nessuno la via per risolvere le difficoltà". Lo ha ribadito il Papa all'Angelus di domenica 10 gennaio, in piazza San Pietro, riferendosi alla questione degli immigrati e ai recenti attacchi nei confronti dei cristiani.

Cari fratelli e sorelle,
Due fatti hanno attirato, in modo particolare, la mia attenzione in questi ultimi giorni:  il caso della condizione dei migranti, che cercano una vita migliore in Paesi che hanno bisogno, per diversi motivi, della loro presenza, e le situazioni conflittuali, in varie parti del mondo, in cui i cristiani sono oggetto  di  attacchi,  anche  violenti.

Bisogna ripartire dal cuore del problema! Bisogna ripartire dal significato della persona! Un immigrato è un essere umano, differente per provenienza, cultura, e tradizioni, ma è una persona da rispettare e con diritti e doveri, in particolare, nell'ambito del lavoro, dove è più facile la tentazione dello sfruttamento, ma anche nell'ambito delle condizioni concrete di vita. La violenza non deve essere mai per nessuno la via per risolvere le difficoltà. Il problema è anzitutto umano! Invito a guardare il volto dell'altro e a scoprire che egli ha un'anima, una storia e una vita - è una persona - e che Dio lo ama come ama me.

Vorrei fare simili considerazioni per ciò che riguarda l'uomo nella sua diversità religiosa. La violenza verso i cristiani in alcuni Paesi ha suscitato lo sdegno di molti, anche perché si è manifestata nei giorni più sacri della tradizione cristiana. Occorre che le Istituzioni sia politiche, sia religiose non vengano meno - lo ribadisco - alle proprie responsabilità. Non può esserci violenza nel nome di Dio, né si può pensare di onorarlo offendendo la dignità e la libertà dei propri simili.

 


(©L'Osservatore Romano - 11-12 gennaio 2010)
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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