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ECU...MANIA: in che senso san Paolo potrebbe essere stato ecumenico?

Ultimo Aggiornamento: 09/11/2013 09:23
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29/01/2011 11:13
 
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Quale unità?: editoriale di padre Federico Lombardi (Radio Vaticana)

Quale unità?: editoriale di padre Federico Lombardi

Con la celebrazione dei Secondi Vespri della solennità della Conversione di San Paolo Apostolo, presieduti dal Papa lunedì scorso nella Basilica di San Paolo fuori le Mura si è conclusa la Settimana di preghiera per l'Unità dei Cristiani. Proprio sull'importanza dell'ecumenismo si sofferma il nostro direttore, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano:

“La ricerca del ristabilimento dell’unità fra i cristiani divisi non può ridursi ad un riconoscimento delle reciproche differenze e al conseguimento di una pacifica convivenza”.
Queste parole del Papa durante i Vespri del 25 gennaio nella Basilica di San Paolo suonano come un monito forte.

Quante volte, di fronte alle difficoltà del confronto o del dialogo, ci ritiriamo sulle nostre posizioni e ci accontentiamo di evitare le tensioni, riconoscendo cortesemente le distanze reciproche, ma rinunciando a esporci a passi più impegnativi, sentiti forse come rischiosi per le abitudini o le sicurezze acquisite. Una cultura della tolleranza e del pluralismo rende naturale questo atteggiamento, che molte volte si presenta come il più realistico e saggio. Ma è proprio così?
L’unità è un’altra cosa.

Il Papa continua: “Ciò a cui aneliamo è quell’unità per cui Cristo stesso ha pregato e che per sua natura si manifesta nella comunione della fede, dei sacramenti, del ministero”. Di fronte alla “tentazione della rassegnazione e del pessimismo” Papa Benedetto ci invita a ravvivare “la fiducia nella potenza dello Spirito Santo” e a “proseguire con passione il cammino”. San Paolo cade da cavallo quando incontra Gesù, e la sua vita cambia. Conversione. Che cosa vuole Cristo da noi?
 
Non certo che restiamo al punto in cui siamo. Se no i nostri incontri ecumenici resteranno belle scenografie, e saranno specchio di un passato di divisioni più che germe di futuro e di più credibile testimonianza della presenza dello Spirito di Dio. Uno Spirito a cui dobbiamo fare più spazio nel nostro mondo attraversato dall’odio. Con il realismo dell’amore.

da Radio Vaticana

breve riflessione:

Caro Padre Lombardi,
concordo con le sue riflessioni, salvo il fatto che troppo "plurale" può far disorientare i credenti....

Lei dice:
Quante volte, di fronte alle difficoltà del confronto o del dialogo, ci ritiriamo sulle nostre posizioni e ci accontentiamo di evitare le tensioni, riconoscendo cortesemente le distanze reciproche, ma rinunciando a esporci a passi più impegnativi, sentiti forse come rischiosi per le abitudini o le sicurezze acquisite.

********************

si, verissimo... ma a cosa si riferisce in quel "rinunciare"?
NON siamo NOI a rinunciare al confronto sereno di NOZIONI DOTTRINALI IMMUTABILI quali la Presenza reale nell'Eucarestia, il primato Petrino, i Sette Sacramenti, ecc...
Non si tratta, voglio sperare, di inserire tali DOTTRINE IMMUTABILI all'interno di quelle "abitudini e sicurezze acquisite"...perchè è indispensabile nell'incontro con chi non la pensa come noi, che NON NOI, QUANTO PIUTTOSTO LA E' VERITA' CHE CI POSSIEDE...e non ci possiede perchè noi possiamo diventare superbi, al contrario, ci possiede perchè noi dobbiamo trasmetterla agli altri...


L'autentico "realismo dell'Amore"
non può che condurci alla VERITA'...
il fatto stesso, per noi, che sia il Sommo Pontefice a GUIDARE questa conclusione di Settimana di Preghiera, ci fa ben comprendere l'importanza del ruolo Petrino e della dottrina sulla vera identità della Chiesa che non è una raccolta di sincretismi, ma L'OBBEDIENZA AL CRISTO E AI SUOI SETTE SACRAMENTI...
Non esiste un'altra visione del "realismo dell'Amore"...





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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