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ECU...MANIA: in che senso san Paolo potrebbe essere stato ecumenico?

Ultimo Aggiornamento: 09/11/2013 09:23
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13/11/2009 13:22
 
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Esame di coscienza della Chiesa europea su Internet


Incontro in Vaticano della Commissione Episcopale Europea per i Media




di Jesús Colina



CITTA' DEL VATICANO, giovedì, 12 novembre 2009 (ZENIT.org).- Rappresentanti della Chiesa in Europa rimarranno riuniti a Roma, dal 12 al 15 novembre, per compiere un esame di coscienza sulla loro presenza in Internet, aiutati da rappresentanti di progetti come Wikipedia, Facebook o YouTube.

L'esame di coscienza è stato promosso dallo stesso Benedetto XVI con il messaggio inaugurale trasmesso attraverso il Cardinale Tarcisio Bertone S.D.B., Segretario di Stato, in cui invita a esaminare “questa nuova cultura e le sue implicazioni per la missione della Chiesa”.

“Come le prime generazioni si sono sforzate di comprendere l'ambiente pagano del mondo greco e romano, così che la verità del Vangelo potesse toccare la mente e il cuore dei loro ascoltatori, così anche la proclamazione di Cristo richiede una profonda conoscenza della nuova cultura tecnologica da parte degli insegnanti e degli evangelisti di oggi”, afferma il messaggio pontificio.

Il simposio è promosso dalla Commissione per i Mezzi di Comunicazione del Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa (CCEE).

L'incontro è stato presentato dal Cardinale Josip Bozanic, Arcivescovo di Zagabria e Vicepresidente della CCEE, che ha spiegato che “Internet non è solo un recipiente che raccoglie diverse culture. Internet è cultura”.

“Per la maggior parte delle persone, specie per i giovani, per quella web generation che è cresciuta su Internet, questo luorgo virtuale, il mondo dei nuovi media, sta diventando uno spazio principale dove avviene la loro formazione umana, morale e cognoscitiva”.

“È su Internet che i giovani creano legami sociali e imparano a vivere!”, ha esclamato.

Secondo il porporato, Internet non è né buono né cattivo. “Come qualsiasi strumento posto nelle mani dell'uomo, Internet diventa ciò che l'uomo stesso decide che diventi”.

In questo contesto, per la Chiesa la presenza in Internet “più che un'opportunità è una necessità”, “perché senza questa presenza non riuscirebbe a dialogare con migliaia di giovani, primi attori di questa realtà, perché risulterebbe antiquata o perché è un imperativo della storia in quanto oggi la comunicazione passa per gran parte da questa nuova tecnologia”.

Il porporato ha quindi indicato alcuni interrogativi da cui partire per un corretto esame di coscienza: “Che visione hanno gli altri di noi? Quanto i nostri siti sono realmente l'espressione della ricchezza del patrimonio cristiano e riescono a trasmettere la buona novella che il Signore ci ha comandato di diffondere?”.

Diaconia della cultura

Ha preso poi la parola l'Arcivescovo Claudio Maria Celli, Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, che ha constatato come la Chiesa abbia tardato a comprendere e ancor più ad applicare le parole che Giovanni Paolo II ha scritto nell'Enciclica “Redemptoris missio”, in cui il Papa riconosceva che la Chiesa aveva trascurato questo areopago.

“In genere si privilegiano altri strumenti per l'annuncio evangelico e per la formazione cristiana, mentre i mezzi di comunicazione sociale sono lasciati all'iniziativa di individui o piccoli gruppi, ed entrano nella programmazione pastorale solo a livello secondario. Il lavoro in questi media, ad ogni modo, non ha solo l'obiettivo di moltiplicare l'annuncio. Si tratta di un fatto più profondo, perché l'evangelizzazione stessa della cultura moderna dipende in gran parte dal suo influsso”, ha spiegato monsignor Celli citando Papa Karol Wojtyla.

Ha anche ricordato il nuovo impulso dato da Benedetto XVI, in particolare durante il suo discorso all'assemblea plenaria del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, alla presenza della Chiesa in Internet, affinché possa esercitare una “diaconia della cultura” nell'attuale “continente digitale”, percorrendo le sue strade per annunciare il Vangelo, l'unica Parola che può salvare l'uomo.

Identità nel mondo virtuale

Monsignor Domenico Pompili, Sottosegretario della CEI e direttore dell'Ufficio per le Comunicazioni Sociali dell'episcopato italiano, ha approfondito questo esame di coscienza.

“È giusto continuare a contrapporre il virtuale al reale?”, si è chiesto, aggiungendo: “In che modo le due esperienze oggettivamente diverse possono integrarsi? Non sarà guardando al mondo dei giovani che possiamo scoprire come questo virtuale stia diventanto un po' reale?”.

La seconda domanda di monsignor Pompili partiva dalla constatazione che le nuove tecnologie della comunicazione molte volte “tagliano i legami con il territorio”. Per questo, ha chiesto di riflettere sulle sfide pastorali che presenta “l'individualismo interconnesso”.

La sua terza domanda verteva, invece, su “identità e linguaggi”. A questo proposito si è chiesto in che modo è possibile avere in rete una fisonomia riconoscibile “senza per questo assumere linguaggi scontati o indecifrabili”. Cioè, ha continuato, come possiamo “essere noi stessi nella rete?”.

La lezione degli evangelici

Monsignor Jean-Michel di Falco Léandri, Vescovo di Gap e Embrun (Francia) e presidente della Commissione Episcopale Europea per i Media, ha infine offerto elementi per questo esame di coscienza chiedendo alla Chiesa di abbandonare la paura.

In particolare, ha citato un'inchiesta condotta nel mondo francese di Internet che mostra come i siti evangelici siano più visitati di quelli cattolici, anche se la popolazione cattolica del Paese è molto più consistente di quella evangelica.

“Come si spiega?”, si è chiesto. La prima ragione è che “gli evangelici ascoltano e i cattolici parlano”.


L'indagine sottolinea che “gli evangelici escono da se stessi per mettersi come prima cosa al posto degli altri. Rispondono ai bisogni”. Per questo, il Vescovo si è chiesto se “la Chiesa cattolica parla forse partendo da se stessa senza prendere sufficientemente in considerazione ciò che vive la gente”.

La seconda ragione del maggiore successo dei siti web evangelici è che “i siti cattolici sono centrati su se stessi” e sono “considerati come strumenti e non come un mondo da evangelizzare”.

Con questo il presule ha voluto dire che i siti cattolici sono “delle estensioni o dei duplicati dei nostri foglietti parrocchiali, dei nostri bollettini diocesani. Sono ad uso interno. Parlano una lingua per iniziati ad uso esclusivo degli iniziati. I siti evangelici, al contrario, vogliono raggiungere gli internauti, utilizzando Internet come strumento e vettore di evangelizzazione”.

“Che ci troviamo d'accordo o meno con questa analisi, resta il fatto che possiamo farci carico della necessità di ascoltare il mondo per amarlo di più e parlargli”, ha concluso.

Questo venerdì parteciperanno all'esame di coscienza un giovanissimo hacker (pentito) e alcuni esponenti chiave del mondo di Internet.

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nota mia sui siti evangelici che conosco da 10 anni, almeno quelli in italia.... non è affatto vero che essi escono da se stessi per mettersi come prima cosa al posto degli altri. Rispondono ai bisogni è vero invece che essi usano internet per evangelizzare SOPRATTUTTO I CATTOLICI.... mi fa davvero specie che il presule nell'inchiesta non abbia annotato la cattiveria e l'astio della maggiorparte dei siti evangelici CONTRO LA CHIESA CATTOLICA....contro il Papa, contro il culto a Maria e ai santi...e come si fa a proporre come esempio dei siti come quelli evangelici che evangelizzano UNA BIBBIA CON UNA INTERPRETAZIONE DIVERSA DA QUELLA DELLA CHIESA?  Occhi al cielo

e mi fa specie che il presule non abbia annotato che il maggior successo dei siti web evangelici sta NEI SOLDI.... Ghigno molti degli iscritti PAGANO di tasca propria il mantenimento delle spese, in altri c'è la DECIMA... altri ancora ora prestano gratuitamente la loro bravura al sito...
Indubbiamente la vera differenza fra i siti cattolici e quelli evangelici sta proprio nella necessità del concetto di COMUNITA'-COMUNIONE....che fra di noi purtroppo non si avverte...

Mi sono imbattuta nel tempo in forum gestiti da preti e suore progressiste che non disdegnavano il bannare facile se ti azzardavi, prima dell'avvento di Benedetto XVI, a difendere la Liturgia nella sua Tradizione....
Il presule avrebbe potuto motivare meglio tali differenze con gli evangelici dal momento che in internet c'è una vera differenza fra i siti, blog e forum di matrice progressista da quelli tradizionali cattolici, problemi che gli evangelici non hanno dal momento che sono preoccupati ad evangelizzare principalmente i cattolici.... Occhiolino

il dramma dei cattolici nella rete, RIGUARDO A MOLTI FORUM, sta NELL'INVIDIA FRA GRUPPI.... Occhi al cielo la preoccupazione di taluni forum sta NELL'AUDIENC, nelle classifiche, nel farsi notare dagli altri, nel sottolineare di essere gli UNICI....sono pronti ad umiliare gli iscritti soprattutto di matrice tradizionale, molti di questi gruppi si scontrano con delle enormi contraddizioni:
- alcuni hanno una obbedienza al Papa IDOLATRICA... di conseguenza diventa impossibile poter approfondire argomenti inerenti a delle scelte del Papa che non c'entrando nulla con l'infallibilità, possono essere pacificamente discusse, ma a causa dell'incapacità di taluni gestori dal ban facile, si è costretti a tacere....
- altri pur sapendo di NON sapere, non accettano che si porti il Magistero della Chiesa INTEGRALMENTE...le proprie opinioni sono diventate le nuove verità da difendere a discapito della vera fede....
- ci sono altri ancora che nuotano nel SINCRETISMO più puro...hanno come regolamento il volemose bene al di la di che cosa sia la Verità...

Il presule ha dimenticato inoltre di annotare che il problema di coordinamento tra forum cattolici nasce anche qui da una difesa sbagliata del Concilio.... Occhi al cielo un problema che appunto i siti evangelici non hanno....
la prassi liturgica, la dottrina nel suo rituale, le Norme che stabiliscono come si deve prendere la comunione ecc....sono problemi attuali che indubbiamente dividono i cattolici non solo nella rete ma anche fuori nella vita reale... Occhi al cielo

Se il presule non se ne fosse accorto (ma vantondomi in Cristo è necessario che dica che sono anni che lo vado scrivendo in internet) I CATTOLICI SONO DIVISI....i Movimenti navigano per conto loro sia nei loro territori sia nella rete... idem i francescani, i domenicani ecc...ognuno CURA IL SUO ORTICELLO di conseguenza ciò che è la realtà quotidiana si riscontra nella rete...

gli evangelici, assai più furbamente, non sono divisi, sono indipendenti è diverso, e si tengono uniti per una comune battaglia quella CONTRO LA CHIESA CATTOLICA....al contrario per noi cattolici seppur scoordinati, mi sia concesso dirlo, la battaglia comune è quella della propria IDENTITA'...e non facciamo altro che rispecchiare la confusione che viviamo nella Chiesa dove l'identità cattolica è davvero diventata motivo di discussione a causa, purtropp, di 40 anni di apostasia e soprattutto di ANARCHIA...

ergo i forum cattolici non fanno altro che rispecchiare in rete questi problemi, ma per favore...evitiamo la diplomatica scelta di portarci come esempio gli evangelici...per loro, il presule che ha detto queste cose, è un idolatra, ed eretico....

Ghigno
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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