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Pensieri e poesie

Ultimo Aggiornamento: 16/01/2014 10:40
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Sesso: Femminile
16/01/2014 10:06
 
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  Nell’ora della morte
   

Anonimo, ritratto di Alfonso Maria de' Liguori a 30 anni (foto Barontini).Questo canto popolare mariano è attribuito a sant’Alfonso Maria de’ Liguori (1696-1787), napoletano. Già avviato alla carriera di avvocato, a trent’anni decise di dedicarsi alla cura pastorale fra il popolo. Ordinato sacerdote, divenne poi vescovo e fondatore della Congregazione del Santissimo Redentore o Redentoristi (1732). Mentre attendeva con zelo alle missioni popolari nell’Irpinia, scrisse trattati di teologia morale e libri di ascetica, che ebbero notevole diffusion. Sono celebri Le glorie di Maria, L’apparecchio alla morte, Del gran mezzo della preghiera, Pratica di amare Gesù Cristo, ecc. Canonizzato nel 1832, sant’Alfonso fu dichiarato Dottore della Chiesa e patrono dei confessori, o ministri della riconciliazione.


Miniature dei secc. XIV e XV, tratte dal volume La Bibbia di Natale, Edizioni San Paolo.

L’ora triste ed affannosa
da cui pende eternità,

l’ora tanto dolorosa
sulla vittima già sta.

O Maria, o Madre mia,
con fiducia corro a te;
in quest’ultima agonia
prega, prega tu per me.

Come fúggesi uno strale,
come vola un destrïer,
la mia vita spiegò l’ale,
giunse al colmo del sentier.

O Maria, o Madre mia…

Son meschina navicella
che vogando in alto mar
sopraffatta da procella
già s’affonda, già scompar.

O Maria, o Madre mia…

Il mio spirito s’allenta
ed affannasi il respir,
freme il cor e mi tormenta
indicibile martir.

O Maria, o Madre mia…

Ombre squallide, vaganti,
son castigo a tutti i rei;
come pàionmi giganti
ora tutti i falli miei!

O Maria, o Madre mia…

Striscia, sibila, s’adira
anche il Serpe insidiator,
mi combatte, mi raggira
con insolito livor.

O Maria, o Madre mia…

Miserere, tu clemente
pietosissimo Gesù,
miserere d’un morente
che fra poco non è più.

O Maria, o Madre mia…

Un sospiro... e questa creta
vile polvere sarà,
mentre l’anima a sua meta
immortal ritornerà.

O Maria, o Madre mia…

Tace il labbro, l’occhio è fisso,
spunta un gelido sudor...
E mi cade il Crocifisso
dalle mani sopra il cor!

O Maria, o Madre mia…

 
 
 
 
 
 
 





Un amore intenso e profondo
   

«Il figlio si sforzi di imitare la Madre, se desidera il suo favore»
(san Bernardo).

  

Come nel cielo di una serena notte d’estate brillano innumerevoli stelle, ma una sola è la più luminosa, così nella varietà dei nomi che identificano milioni di persone, uno sopra tutti risuona melodioso invadendo delicatamente la profondità del nostro animo: è il nome di Maria che, come fulgida stella, acceca i nostri occhi e ricolma i nostri cuori di una gioia ineguagliabile. La musicalità del suo nome, la dolcezza del suo sguardo, la sua bellezza interiore ed esteriore tutta pura, immacolata e santa, hanno colpito Bernadette a Lourdes, i tre pastorelli a Fatima, Mariette a Banneux… e oggi offrono al popolo cristiano, in questo tempo di banalità, di degrado della femminilità e di sensualità commercializzata, la serena contemplazione di un amore così intenso e profondo che si fa dolcezza e tenerezza, guida e rifugio, aiuto e sollievo.

Anonimo, Madonna con i santi Pietro e Paolo (sec. XV), Santa Maria in Campis, Foligno (Perugia).
Anonimo, Madonna con i santi Pietro e Paolo (sec. XV), Santa Maria in Campis, 
Foligno (Perugia - © 2010. Foto Scala Firenze).

Il metro composto che caratterizza il ritmo di Nome dolcissimo ci guida alla scelta esecutiva che richiede un andamento leggero e moderato; si consiglia un’attenzione particolare all’accento delle parole: una corretta e controllata apertura sonora sull’accento tonico rende l’esecuzione più espressiva ed esercita un influsso positivo sia nell’animo di coloro che cantano sia di coloro che ascoltano.

La melodia è semplice, racchiude un autentico spirito meditativo attraverso il quale emerge il significato del testo. La sensibilità che si evidenzia nel percorso melodico e nella struttura della frase musicale preferisce una sonorità pacata, ma gioiosa: Maria è una donna semplice, ma di una ricchezza interiore sovrumana; quindi noi devoti ci rivolgiamo a lei con umiltà, mantenendo un atteggiamento di riservata meditazione, ma nel nostro cuore si accende una luce così forte e intensa da trasformare le piccole azioni della quotidianità in eventi quasi divini.

La facciata (part.) del nuovo Santuario (sec. XX) della Madonna nera di Tindari (Messina).
La facciata (part.) del nuovo Santuario (sec. XX) della Madonna nera di Tindari (Messina – foto Diego Zanetti).

Il popolo cristiano si rivolge a Maria con la certezza di ricevere ascolto, di trovare ispirazione per mettere ordine al caos e alla frenesia della propria vita.

Il canto, eseguibile in ogni momento celebrativo mariano o di preghiera comunitaria, anche se non specificatamente adatto per le celebrazioni eucaristiche, può essere utilizzato come canto conclusivo durante le celebrazioni nei mesi dedicati alla Madonna.

L’autore, Andrea Angelo Castelli, è un sacerdote bergamasco nato nel 1876 e morto nel 1970, amico di Giovanni XXIII.

Luisa Tarabra 
     

Per i collegati URM lo spartito è reperibile presso la Direzione di Madre di Dio(piazza San Paolo 12, Alba, CN. Tel. 0173-2961).
  

NOME DOLCISSIMO

Nome dolcissimo, nome d’amore,
tu sei rifugio al peccatore.

Fra i cori angelici, va l’armonia:
ave Maria, ave Maria.
Fra i cori angelici, va l’armonia:
ave Maria, ave Maria.

Saldo mi tieni sul buon sentiero,
degli anni eterni al gran pensiero. Rit.

T’invoca l’esule, il pellegrino,
fidente e supplice a te vicino. Rit.

Le stelle fulgide, quando la sera,
accolgon tenere la mia preghiera. Rit.

 
 
 
 
 
 
 
 






Un forte grido di speranza
   

«Se manca il contrappeso dell’eternità, ogni sofferenza, ogni sacrificio appare assurdo, sproporzionato»
(Raniero Cantalamessa, ofm cap).

  

Andrò a vederla un dì. Quanta ricchezza! Quanta profondità! Quanta fede in questa affermazione! Il tempo scorre misterioso, la nostra vita si muove correndo veloce, le giornate frenetiche sono organizzate nei minimi dettagli, ma oltre il tempo, lo spazio, la materialità, l’uomo di fede, invaso dal mistero divino, può sgombrare il proprio pensiero dal superfluo e spingere lo sguardo verso l’eternità dove potrà lasciarsi "accecare" dalla luminosità di Maria.

Ignoto, Madonna in trono, cripta del Duomo di Parma (ca. 1059).
Ignoto, Madonna in trono, cripta del Duomo di Parma (ca. 1059).

Nella storia di tutti i tempi molti sono gli artisti che in svariate opere di pittura, scultura, poesia, hanno rappresentato il volto di Maria, ma nell’immaginazione di ogni credente risplende un volto particolare, si accende una luce unica che rinnova nel cuore il dono di una rappacificante speranza e di un profondo sostegno. È grazie all’intensità di questa luce che è forte e potente nell’uomo il desiderio di assaporare la delicata bellezza della Vergine.

Nel brano, strutturato in forma strofica, emerge un ritornello durante il quale è facile lasciarsi trasportare dalla linea musicale che, attraverso un crescendo sia melodico sia dinamico, evidenzia il percorso dell’uomo che gradualmente cammina verso il "cielo" che è eternità di amore e di pace, che è "patria" di ogni vivente, che è luogo in cui potrà abbandonarsi nelle braccia di Maria.

Il testo delle strofe racchiude un forte "grido di speranza": è a Maria che il credente chiede di entrare nella sua anima per avere conforto, consolazione e aiuto. La melodia che accompagna questo messaggio è molto semplice, ruota sull’alternanza di pochi suoni abbinati però in modo delicato, tanto da creare una linea musicale piacevole e orecchiabile. L’andamento metrico prevede un’esecuzione sciolta nell’accentuazione e nell’articolazione ritmica per evitare qualsiasi tipo di appesantimento che renderebbe il tutto grossolano e poco delicato.

U. Gamba, Per immergere il tempo nell'eternità, Laboratorio dell'autore, Gorno (Bergamo).
U. Gamba, Per immergere il tempo nell’eternità, Laboratorio dell’autore, Gorno (Bergamo).

Questa lode è utilizzabile in ogni momento di preghiera comunitaria o, comunque, in ogni momento celebrativo mariano. Suggestiva e di grande effetto è l’esecuzione effettuata in presenza di una grande assemblea. È un canto di autore ignoto che, probabilmente, si è tramandato nella tradizione popolare.

Luisa Tarabra 
     

Per i collegati URM lo spartito è reperibile presso la Direzione di Madre di Dio(piazza San Paolo 12, Alba, CN. Tel. 0173-2961).
  

ANDRÒ A VEDERLA UN DÌ

Andrò a vederla un dì,
in cielo patria mia,
andrò a veder Maria,
mia gioia e mio amor.

Al ciel, al ciel, al ciel!
Andrò a vederla un dì 
(bis).

Andrò a vederla un dì,
è il grido di speranza,
che infondemi costanza
nel viaggio e fra i dolor. Rit.

Andrò a vederla un dì,
lasciando questo esilio;
le poserò qual figlio
il capo sopra il cuor. Rit.

Andrò a vederla un dì,
le andrò vicino al trono,
ad ottenere in dono
un serto di splendor. Rit.

 
 
 
 
   





[Modificato da Caterina63 16/01/2014 10:40]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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