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L'ASSUNZIONE DI MARIA

Ultimo Aggiornamento: 16/08/2009 16:45
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(Amedeo di Losanna, Hom. 7 in Assumpt.)

1. La morte della Vergine e la sua Assunzione

Mentre medito e molto spesso ritorno in spirito sull`Assunzione della Madre di Dio, un problema mi si presenta, degno di esame, utile da risolvere e che vi apparirà dolcissimo una volta comunicatovi. Ci si chiede in effetti perché, in occasiose dell`Ascensione del Signore, sua Madre, che lo circondava di indicibile affetto, non lo abbia subito seguito. Nessuna ombra di peccato l`aveva oppressa, nessuna macchia aveva insozzato la sua vita; la sua carità la rendeva piú ardente di un braciere, la sua castità piú brillante della luce, il suo parto virginale inaudito piú splendente degli stessi abitanti dei cieli: sembra quindi sbalorditivo che essa non sia stata subito condotta in cielo insieme al Figlio.

Senza dubbio, Enoch camminò con Dio nella purezza del cuore, e non lo si vide piú perché Dio lo rapí. Del pari, è scritto che Elia, infiammato dal bruciante zelo della carità, fu rapito su un carro di fuoco trainato da cavalli di fuoco. Mentre lei, che superava Enoch per la purezza del cuore, ed era piú grande di Elia nel privilegio dell`amore, perché mai non è stata portata in cielo immediatamente insieme a colui che ella aveva partorito? Essa era infatti piena di grazia e benedetta tra tutte le donne. Essa sola ha meritato di concepire il Dio vero da Dio vero. Vergine, essa lo ha messo al mondo; vergine, lo ha allattato, stringendolo al suo seno, e lo ha nutrito in tutto con la devota premura di una serva. Infine, essa ha sofferto nello spirito piú che nella carne con lui morente, ed è rivissuta in spirito con lui quando è risorto. Perché allora non ascende con lui quando egli ascende? Certo, la sua carne santissima, che fu incinta per opera dello Spirito Santo, che si gonfiò del germe del gran Re, nella quale Dio si è fatto uomo, il Verbo si è fatto carne, e in cui, per la mediazione di Cristo, la pienezza della divinità abitò corporalmente (cf. Col 2,9), avrebbe dovuto, cosí sembrerebbe, essere introdotta in cielo fin dal momento in cui vi salí il Signore. Perché allora questo ingresso venne ritardato almeno per breve tempo ed essa restò separata da suo Figlio? Perché il suo desiderio sí santo, ardente piú del fuoco, non fu subito appagato?

Si è che questo intervallo non fu di lieve consolazione per i discepoli di Cristo. L`intervallo non tolse nulla alla madre, mentre apportò al mondo rimedi di salvezza. Il Signore Gesú volle in effetti che, dopo il suo ritorno al Padre, gli apostoli potessero gioire dell`assistenza ed educazione materne. Per quanto già istruiti dallo Spirito, essi avevano ancora molto da imparare da colei che dette al mondo il Sole di giustizia e fece scaturire per noi dal suo seno immacolato, come da un prato verginale, la sorgente della Sapienza. Infine, nella sua mirabile bontà, la Provvidenza ha voluto che la Chiesa primitiva, che non vedeva piú Dio presente nella nostra carne, potesse vedere la sua madre ed essere confortata da cosí amabile vista.

Cosa c`è infatti di tanto amabile, di tanto bello e di tanto dilettevole quanto la vista della madre del Creatore e Redentore di tutti? Se tanto si desidera vedere con i propri occhi il sepolcro del nostro Redentore, ancora in piedi a tutt`oggi; se la pietra sulla quale ha riposato il santo tronco di Iesse esercita una sì potente attrattiva e gode una tal fama, tanto da richiamare a sé gli affetti e i pensieri di tutti e, con un fascino religioso attira tutti a sé, quale gioia - e di quale valore - non dovette essere la vista della madre di Dio fino a quando la tenerezza divina permise che rimanesse con noi sulla terra, secondo il comune destino?

O felice nazione, o beata generazione che meritò di essere illuminata da un tale spettacolo! Sì, beata quella generazione fedele e gioiosa in seno alla quale è stato piantato l`albero che produsse il frutto della vita, ha brillato la madre della luce vera, è apparso quel pozzo chiuso e sigillato dal quale è sgorgata la sorgente della casa di David, aperta per la purificazione dei peccati e delle sozzure. Tale insigne privilegio, quel dono celeste, quella grazia speciale sono stati accordati alla Chiesa dei primi cristiani.

Infine, la Vergine madre apriva l`accesso a tutti i carismi che erano in lei. Brillante del fuoco del santo amore, al primo sguardo infatti bruciava soavemente il cuore di chi l`avvicinava ispirava la fede alle anime, consigliava la modestia, adornare il pudore, attraendo alla pietà. Esalava il fiore della verginità, seminava il campo nuovo della castità, offrendo agli occhi la virtù dell`umiltà e mostrando i segni della sincerità. Attorno a lei, uno splendore senza declino, e sul suo volto un fuoco ardente. Un fiume di fuoco, rapido, usciva da lei per bruciare i suoi nemici, per scaldare i suoi amici, soccorrere i prossimi e ridurre in cenere quelli che non l`amavano...

E se per gli uni, cioè per i nemici, essa era odore di morte per la morte, per gli altri, coloro che credevano nel Figlio suo, era odore di vita per la vita. Come infatti tutti muoiono in Eva, cosí in Maria tutti saranno vivificati. E come del pari per la colpa di Eva il mondo fu condannato, così per la fede di Maria l`universo fu riabilitato. L`una, fu infettata da un veleno mortale che trasmise ai suoi discendenti; l`altra, fu impregnata da una medicina vitale che trasfuse in tutti i fedeli. L`una, cadde per aver avuto la sventura di credere al serpente; l`altra, si alzò, e secondo la promessa di Dio nella Genesi, schiacciò il capo del serpente. Annunciata fin dall`inizio, ed ora concessa alla Chiesa dei primi cristiani; promessa da sempre, e manifestata alla fine dei tempi.

Chi dunque non si affretterebbe, chi dunque non accorrerebbe dalle estremità della terra per contemplare la bellezza di quella maestà venerabile, e vedere quel volto ornato da ogni sorta di dolcezza, ed anche da dignità sovrana e da potenza senza pari? Certo, nulla di simile si poteva trovare tra i figli e le figlie di Adamo; nulla di uguale tra i profeti, gli apostoli o gli angeli. Il cielo e la terra niente hanno prodotto che possa essere a lei paragonato. Chi dunque, sotto le nubi, sarà confrontato con lei o sarà simile alla madre del Signore tra i figli di Dio?

Considera quanto fosse normale che, già prima della sua assunzione, il suo nome abbia brillato, ammirabile su tutta la terra, e la sua fama celeberrima si sia diffusa dovunque, prima ancora che la sua magnificenza si fosse elevata al di sopra dei cieli. Conveniva infatti che la Vergine madre, per l`onore stesso del Figlio, regnasse dapprima sulla terra, e potesse alla fine ricevere in eredità i cieli con la gloria; che fosse ricolmata quaggiú per penetrare lassú in una santa pienezza; e quasi trasportata di virtù in virtù, così lo fu di splendore in splendore dallo Spirito del Signore.

Presente nella carne, essa gustava dunque in anticipo le primizie del regno futuro, ora elevandosi a Dio in sublimità ineffabili, ora condiscendendo verso il prossimo in carità indicibile. Da una parte, era circondata dalle deferenze degli angeli; dall`altra, era venerata dal servizio degli uomini. Con gli altri angeli, l`assisteva l`arcangelo Gabriele; e Giovanni, felice di essersi visto affidare sotto la croce, lui vergine, la Vergine madre, la serviva al pari degli altri apostoli. Gioivano al vederla, gli uni la loro regina, gli altri la loro maestra, e tutti le tributavano affettuosa devozione.

(Amedeo di Losanna, Hom. 7 in Assumpt.)


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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 05/10/2003 13.48
Vorrei far notare che cosa adopera una chiesa evangelica denominata "chiesa apostolica" per negare questo dogma...e se seguirete vi accorgerete che NON HANNO ELEMENTI BIBLICI......
la chiesa apostolica usa...come è solita fare...S.AGOSTINO, dimenticando che s.Agostino non scrisse MAI SU QUESTO TEMA, ma i suoi riferimenti dell'Ascenzione UNICA al cielo per Gesù, non era in risposta a Maria, ma per chi negava la divinità di Gesù...il che è ben diverso.....
gli accusatori dicono:
Il lunedì dopo la Domenica delle Palme, il 31 marzo dell'anno 413, nel suo XII Discorso a commento su Giovanni 3:5-21 ed in particolare su "e nessuno è salito in cielo, se non Colui che è disceso dal cielo: il Figliuol dell'uomo che è nel cielo" (v.13), Sant'Agostino non solo NULLA ci riferisce intorno alla dottrina cattolica sull'ASSUNZIONE CON IL CORPO E CON L'ANIMA DI MARIA IN CIELO, ma al contrario, con straordinaria fermezza, perviene a questa conclusione: "Se dunque NESSUNO, all'infuori di Lui, è disceso dal cielo e vi è asceso, che speranza c'è per gli altri? Questa: che il Signore per ciò è disceso, affinché siano uno in Lui e con Lui quelli che per mezzo di Lui saliranno in cielo" [Augustinus, In Johannis evangelium tractatus 12,8-10, trad.it.: Città Nuova, Roma 1973, pp.198-200]. 
Bene questa è l'accusa...ora prestate attenzione ad alcuni particolare....
1) primo errore fondamentale, NON distinguono la differenza DI ASSUNZIONE E DI ASCENSIONE......
2) secondo Agostino NON ha mai avuto il compito dalla Chiesa di portarci delucidazioni sull'Assunzione al cielo di Maria, altrimenti ne avrebbe parlato......più semplicemente Agostino NON ne parla perchè NON era quello l'argomento di quell'epoca......
3) questo è il testo dell'omelia in questione usata per negare l'Assunzione......

OMELIA 12

Nessuno ascende in cielo, se non colui che dal cielo è disceso.  ........

Leggete attentamente l'omelia e vi accorgerete che Agostino tenta di sottolineare l'importanza del Cristo il quale SOLO DISCESE DAL CIELO E COME PER ESSERE DISCESO PERCHE' ERA DIO INCARNATO...A DIO FA RITORNO ASCENDENDO, CIOE' RITORNANDO AL PADRE.....

Dice Agostino nell'omelia:

Adesso dunque tutta l'attenzione del vostro cuore si concentri sul Vangelo; e nessuno pensi ad altro. Perché se, quando uno è tutto presente, con fatica riesce a capire, cosa sarà se si divide in diversi pensieri? Non finirà col perdere anche quello che ha guadagnato? Vostra Carità ricorderà che domenica scorsa, con l'aiuto del Signore, abbiamo parlato della rigenerazione spirituale; e oggi vi abbiamo fatto rileggere il brano evangelico per completare, nel nome di Cristo e con l'aiuto delle vostre preghiere, quanto allora abbiamo cominciato a dire......

8. E prosegue: Nessuno è salito in cielo, fuorché colui che dal cielo discese, il Figlio dell'uomo che è in cielo (Gv 3, 13). Egli dunque era qui ed era anche in cielo: era qui con la carne, era in cielo con la divinità; o meglio, con la divinità era dappertutto. Egli è nato dalla madre, senza allontanarsi dal Padre. Sappiamo che in Cristo vi sono due nascite, una divina, l'altra umana; una per mezzo della quale siamo stati creati, l'altra per mezzo della quale veniamo redenti. Ambedue mirabili: la prima senza madre, la seconda senza padre. Ma poiché aveva preso il corpo da Adamo, dato che Maria proviene da Adamo, e questo medesimo corpo avrebbe risuscitato, ecco la realtà terrena alla quale si riferiva, quando disse: Distruggete questo tempio, e in tre giorni io lo risusciterò (Gv 2, 19). Si riferiva invece a cose celesti, quando disse: Nessuno può vedere il regno di Dio, se non rinasce dall'acqua e dallo Spirito (Gv 3, 5). Sì, o fratelli, Dio ha voluto essere figlio dell'uomo, ed ha voluto che gli uomini siano figli di Dio. Egli è disceso per noi e noi ascendiamo per mezzo di lui. Solo infatti discende e ascende colui che ha detto: Nessuno ascende in cielo, se non colui che dal cielo discende. Non ascenderanno dunque in cielo coloro che egli fa figli di Dio? Certo che ascenderanno; ci è stato promesso in modo solenne: Saranno come gli angeli di Dio in cielo (Mt 22, 30). In che senso, allora, nessuno ascende al cielo se non chi ne è disceso? Infatti uno solo è disceso, e uno solo è asceso. E gli altri? Che cosa pensare, se non che saranno membra di lui, così che sarà uno solo ad ascendere in cielo? Per questo il Signore dice: Nessuno ascende in cielo, se non colui che dal cielo discende, il Figlio dell'uomo che è in cielo. Ti meraviglia perché era qui e anche in cielo? Fece altrettanto per i suoi discepoli. Ascolta l'apostolo Paolo che dice: La nostra patria è in cielo (Fil 3, 20). Se un uomo com'era l'apostolo Paolo camminava in terra col corpo mentre spiritualmente abitava in cielo, non era possibile al Dio del cielo e della terra, essere contemporaneamente in cielo e in terra?..

Attenzione allora a distinguere bene il concetto di ASCENSIONE E DI ASSUNZIONE AL CIELO...c'è invece nelle parole di Agostino uno spiraglio aperto alla PRIMIZIA della gloria che attendiamo noi nel giorno del Giudizio e che in Maria è solo accaduto appunto come PRIMIZIA delle promesse di Cristo......."Quando sarò innalzato, allora attirerò tutti a me", MARIA E' STATA ATTIRATA AL FIGLIO E DAL FIGLIO, ASSUNTA presso il Padre quale primizia delle promesse di Dio a coloro che in Lui credono, vivono e amano....

Fraternamente Caterina


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Consiglia  Messaggio 12 di 16 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 05/10/2003 14.06
Abbiamo dunque letto che Agostino NON tratterrà affato l'argomento di Maria, ma di Cristo attraverso il quale abbiamo l'adempienza alle promesse..... sempre dalla citazione fatta dalla chiesa apostolica evangelica che NON porta altro come riferimnti biblici per negare il dogma, vorrei farvi notare come della stessa Omelia invece leggiamo questo:
9. Se dunque nessuno, fuorché Cristo, è disceso dal cielo, e nessuno, fuorché lui, vi ascende, che speranza c'è per gli altri? Questa: che il Signore è disceso precisamente perché in lui e con lui siano una persona sola coloro che per mezzo di lui saliranno in cielo. Non è detto, - osserva l'Apostolo - "e ai discendenti", come si trattasse di molti, ma e alla tua discendenza, come a uno solo, cioè Cristo. E ai fedeli dice: Voi siete di Cristo; e se siete di Cristo, siete dunque la discendenza di Abramo (Gal 3, 16 29). Quest'uno di cui parla l'Apostolo, siamo tutti noi.
...........
Avete letto che cosa omettono coloro che hanno citato Agostino?:
che speranza c'è per gli altri? Questa: che il Signore è disceso precisamente perché in lui e con lui siano una persona sola coloro che per mezzo di lui saliranno in cielo.
 Maria è semplicemente questa primizia...
E così questa chiesa apostolica evangelica dice ancora per negare il dogma:
.......  Questo era esattamente ciò che la Parola di Dio aveva insegnato a Sant'Agostino ed a tutti i primi veri credenti cristiani. Questo era ciò che l'Apostolo Paolo scrupolosamente scriveva ai fedeli della Chiesa di Tessalonica: "Or fratelli, non vogliamo che siate in ignoranza circa quelli che dormono...; i morti in Cristo risusciteranno i primi; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo insieme con loro RAPITI sulle nuvole, a incontrare il Signore nell'aria; e così saremo sempre col Signore" (2 Tess.  4:13-18). .......
Il vero problema di questo Dogma non è nato per il dogma in sè quanto perchè la Chiesa, nel pronunciarsi, NON specificò MAI se Maria fosse morta o fu assunta VIVA....questo divenne SCANDALO PER LA CHIESA ORTODOSSA....e questo fu il vero motivo che servì per erigere il muro dell'incomprenzione......
Ma Giovanni Paolo II qualche anno fa ha chiarito:
Gli Ortodossi parlano appunto di DORMIZIONE, il Papa specifca che Maria è "morta" ma non vide la corruzione della tomba perchè Gesù la premiò.....e qui si riallaccia alla questione trattata nei messaggi precedenti in questo forum.....
Il testo citato di tessalonicesi, non fa altro che ribadire IL PASSAGGIO DELLA MORTE ALLA QUALE TUTTI DOBBIAMO SOTTOSTARE....Cristo stesso ci passò, Maria ci passò....e quindi questo verso NON nega il Dogma....
Quindi il testo contro il dogma della chiesa apostolica evangelica che è solo di poche righe, conclude il dibattito con queste parole:

Così, a perfetta sintonia con quanto stabilito nel Sinodo ed a conferma del "ribaltone", un altro illustre (o forse, meno illustre) studioso cattolico si esprimeva a riguardo di questo dogma: "... Gesù Cristo sale al Cielo per tornar al luogo ond'era disceso. Ma Maria vi sale per andare in un luogo ov'ella non era mai stata" [Padre Niccolò di Dijone, Panegirici sopra i misteri di Nostro Signore, Napoli 1836, vol.II, p.51]. 

Concludendo, abbiamo da una parte la Parola di Dio ed un commento di Sant'Agostino; dall'altra, un dogma della Chiesa Cattolica Romana ed un'affermazione del Padre Niccolò di Dijone. Ogni commento, a questo punto, sarebbe superfluo! .

CONCLUDENDO?

hanno portato come prova la citazione di s.Paolo....ed estrapolato un pezzetto di s.Agostino e così concludono dicendo: abbiamo da una parte la Parola di Dio ed un commento di Sant'Agostino.......cliccando sull'omelia vi accorgerete da soli come vengono estrapolati i testi di s.Agostino per fargli dire l'esatto contrario...perciò, amici....abbiate la PRUDENZA DI ACCERTARVI SEMPRE delle accuse che vengono rivolte alla Chiesa......

Concludendo....non hanno trovato nulla per negare il Dogma dell'Assunta.....

Fraternamente Caterina

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Consiglia  Messaggio 13 di 16 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 05/10/2003 14.20
di STEFANO DE FIORES

L’Assunta nel cammino della Chiesa
   

Le ragioni teologiche che hanno contribuito all’affermazione dogmatica dell’assunzione di Maria al Cielo "in corpo e anima" . – Lo sviluppo del dogma nella storia della Chiesa.

Girolamo da Cremona, Assunzione della Vergine – Corale miniato (sec. XV), Duomo di Siena. - Giornata memorabile nella storia della Chiesa cattolica fu quel 1° novembre 1950, quando Papa Pio XII definì il dogma dell’Assunzione di Maria in Cielo.

Allora, alla presenza e in comunione con il Collegio cardinalizio, con 700 Vescovi e con la folla delle grandi occasioni, Pio XII interpretò con indovinate parole dal sapore olistico la solennità del momento: "Come scosse dai palpiti dei vostri cuori e dalla commozione delle vostre labbra, vibrano le pietre stesse di questa patriarcale Basilica e insieme con esse pare che esultino con arcani fremiti gli innumerevoli e vetusti templi, innalzati per ogni dove in onore dell’Assunta […]".

Quel giorno tuttavia non è giunto all’improvviso. Nessuna realtà ecclesiale s’improvvisa, perché la crescita della Chiesa nella verità per opera dello Spirito è frutto di un impegno di tutte le componenti del popolo di Dio.

I tre principali fattori dello sviluppo dei dogmi sono indicati dal Vaticano II: "Questa tradizione di origine apostolica progredisce nella Chiesa con l’assistenza dello Spirito Santo: cresce infatti la comprensione, tanto delle cose che delle parole trasmesse, sia con la riflessione e lo studio dei credenti, i quali meditano in cuor loro (cfr Lc 2,19;51), sia con l’esperienza data da una più profonda intelligenza delle cose spirituali, sia per la predicazione di coloro ai quali con la successione episcopale hanno ricevuto un sicuro carisma di verità (DV 8)".

Questo è valso per l’Immacolata Concezione, che non si spiega senza la fede intuitiva della gente per la quale peccato e Madre di Dio sono realtà incompatibili. E il medesimo processo, sebbene in forma meno polemica e più propositiva, si riscontra nella storia del dogma dell’Assunta.

Anche qui non mancarono le difficoltà, che però alla fine vennero superate dal supremo Magistero della Chiesa.

 

L’assunzione di Maria nella storia della Chiesa

L’argomento capitale cui si richiama Pio XII per definire l’assunzione di Maria – come aveva già fatto Pio IX per l’Immacolata Concezione – è senza dubbio il fatto ecclesiale (factum Ecclesiae), cioè il sentimento dei fedeli (sensus fidelium) favorevole alla prerogativa finale della Vergine che si tramuta in consenso dei fedeli (consensus fidelium), verificato dal Magistero della Chiesa.

Per la "Munificentissimus Deus", proprio dal consenso universale del Magistero ordinario della Chiesa si trae un argomento certo e sicuro per affermare che l’assunzione corporea della beata Vergine Maria al Cielo – la quale, quanto alla celeste glorificazione del corpo virgineo dell’augusta Madre di Dio, non poteva essere conosciuta da nessuna facoltà umana con le sole forze naturali – è verità da Dio rivelata.

Nell’Allocuzione concistoriale pronunciata due giorni prima della definizione, Pio XII riferendosi alla Lettera inviata a tutti i Vescovi nel 1946, aveva parlato del "coro mirabile e quasi unanime delle voci dei Pastori e dei fedeli, che professavano la stessa fede e chiedevano la stessa cosa come sommamente desiderata da tutti". Poiché "la Chiesa Cattolica tutta non può ingannare né essere ingannata", egli deduce che "tale verità, fermamente creduta dai sacri Pastori e dal popolo, è stata rivelata da Dio e può essere definita con la nostra suprema autorità".

La definizione del 1950 conferma il modello inaugurato nel 1854: non è il Concilio a prendere una decisione in comunione con il Papa e in occasioni di eresie, ma è il Romano Pontefice nella sua responsabilità personale di Pastore supremo della Chiesa a decidere circa una verità posseduta da tempo immemorabile, dopo aver consultato tutta la Chiesa attraverso i Vescovi.

Tuttavia, Pio XII ha cura di richiamarsi, come a fondamento ultimo di una verità di fede, alla Scrittura interpretata dalla tradizione ecclesiale.

Tale tradizione si manifesta in tre componenti della Chiesa che hanno contribuito alla maturazione della verità concernente l’atto finale della biografia di Maria: il popolo, i teologi e il Magistero.

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