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mons. R.H.Benson da anglicano a cattolico scrisse il libro: Il Padrone del Mondo

Ultimo Aggiornamento: 24/01/2016 09:23
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IL Padrone DEL MONDO
Romanzo di ROBERT HUGH BENSON
DA Leggere ASSOLUTAMENTE

Robert Hugh Benson (1871-1914) merita di essere ricordato sia per la sua vita, sia per le sue opere. Figlio del capo della Chiesa anglicana inglese, si convertì al Cattolicesimo e divenne sacertode. I suoi scritti assumono carattere addirittura profetico quando descrivono l'umanitarismo come l'attacco più subdolo al Cristianesimo. [SM=g1740733]



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«Proibito essere esuberanti. Proibito parlare ad alta voce. Proibi­to gesticolare. Proibito arram­picarsi sul cancello. Proibito posare i piedi sull'orlo delle aiuole. Severamente proibito disobbedire...».
``Queste erano le proibizioni feriali. Di domenica si aggiun­gevano altre proibizioni. Così l'ordine regnava in casa Ben-son. Famiglia d'alto rango, do­ve il padre, Edward, arcivesco­vo anglicano di Canterbury, dettava legge e si spostava da una città all'altra, secondo le necessità del suo ministero, con la consorte e la sua tribù di set­te figli, nessuno dei quali osa­va fiatare dinnanzi a lui.
``L'ultimo si chiamava Robert Hugh ed era nato il 18 novem­bre 1871. Aveva una folle pau­ra del padre, ecclesiastico e mozzafiata. Con la mamma era tutt'altra cosa e solo con lei stava davvero bene. Ma in ca­sa, Hugh si sentiva mancare il respiro. L'Anglicanesimo, tutto sommato, lo opprimeva, men­tre il Cattolicesimo gli dava l'impressione della gioia, an­che se gli avevano insegnato a pregare: «dal Papa e dai suoi errori, liberaci, o Signore!». A Eton, Hugh compì i pri­mi studi. Educazione religiosa anglicana in casa e in collegio. Prima comunione e cresima nell'Anglicanesimo. Il giorno in cui ricevette la cresima, si pose una questione: «Oggi è le­cito o no giocare a tennis?». Con i compagni, approfondi­ta la riflessione, concluse: «Sì, se in modo riservato». Nel 1887, nel clima entusiastico delle celebrazioni del giu­bileo della regina Vittoria, Hugh decise che sarebbe diven­tato «commissario capo» nell'Indian civil service. Ma non fu ammesso. Allora decise di conseguire i classica! honours, cioè la laurea in lettere all'uni­versità di Cambridge. L'appas­sionava lo spiritismo, ma i ta­voli che tentava di far ballare, per sua fortuna, rimasero sem­pre fermi. Ammirava Parsifal e i cavalieri del Santo Graal. Seguì la laurea e la decisione di entrare nel clero anglicano.

``La verità è una sola
``Tuttavia l'Anglicanesimo, per quanto studiato, non l'ap­pagava. Era pieno di dubbi. Le discussioni teologiche con il padre non lo lasciavano mai soddisfatto. Nel 1895 è ordina­to sacerdote e mandato in un quartiere poverissimo di Lon­dra. C'era però un problema: ad Hyde Park, di domenica, ad ogni dieci passi, un oratore si sfiatava ad offrire la «sua» ve­rità agli ascoltatori. Ce n'era­no di tutte le religioni. Ma la Verità, quella con la «V» maiuscola — pensava Hugh — non è che una sola. Ma dove si trova?
``Erano gli anni in cui Lord Halifax, anglicano, e l'Abbé Portai, cattolico, studiavano la possibilità di un avvicinamen­to tra la Chiesa anglicana e la Chiesa cattolica. Leone XIII rispose con l'Apostolicae curae che la Chiesa cattolica non cambiava una virgola del «sa­cro deposito» della fede, rice­vuto da Cristo.
``Alla morte del padre, nel 1896 Hugh, con madre e sorel­la Maggie, andò in Egitto. An­dando a zonzo per Luxor, si imbatté per caso in una chie­setta cattolica. Per lui fu come un pugno sulla faccia: in un paese di copti, ebrei, musulma­ni, quell'umile costruzione te­stimoniava che il Cattolicesimo è universale. Mentre l'Anglica­nesimo che cos'era? Chiesa na­zionale e nulla più! Passò, al ri­torno, sui luoghi santi: Betlem­me, Gerusalemme... Intuì, co­me per una folgorazione inte­riore, che solo la Chiesa cat­tolica poteva essere la legittima erede di quell'Avvenimento che là era accaduto.
``Ritornato in Inghilterra, fu nominato parroco nella borga­ta rurale di Kemsing. Sognava di lavorare e di studiare in pa­ce, ma il pensiero della Chiesa di Roma lo tormentava. Persi­no le lapidi tombali della sua chiesa di Kemsing, con i nomi dei parroci cattolici prima del­lo scisma di Enrico VIII, lo in­terpellavano: «Sei proprio si­curo di essere il nostro legittimo successore?». I suoi par­rocchiani lo giudicavano un po' strano. «Sento di non ave­re l'anima del pastore» — con­fessava Benson. Pensò allora di trovare nella vita monastica la pace che non aveva.

``Tra i monaci di Mirfield
``A Mirfield, nello Yorkshire, c'era un ordine monastico sin­golare. Sei mesi, i monaci stu­diavano e pregavano. Sei mesi si davano all'evangelizzazione. In mezzo a loro Hugh pensava di essere felice. Lunghi colloqui con Dio, la preghiera del Ro­sario offerta quotidianamente alla santa Vergine, la composi­zione di poemetti ispirati, riempivano le sue giornate. Di­ventava un innamorato di Cri­sto.
``« Tenni dietro al Salvatore — scrive — con solo la fede per compagna. Irradiava da Lui un sì dolce lume... — «Io so che ho veduto il mio Salvatore e che Lui mi ha sorriso».
``Dopo i primi sei mesi di stu­dio, Hugh andò per l'Inghilter­ra a predicare. Parlava chiaro e semplice, anche contro le guerre coloniali. Il suo tema prediletto: «Di ciascun dovere, anche del più insignificante, fa­tene un sacramento. Consacra­telo, affinché diventi cosa san­ta come il pane e il vino dopo l'offerta del sacerdote».
``Scrisse in quel tempo la sua prima opera: «La luce invisibi­le».
``1° agosto 1901. Robert Hugh Benson pronunciava i voti. Aveva trent'anni: sembrava estatico quel giorno, ma den­tro i dubbi non gli davano pa­ce. Corrispondeva per lettera con alcuni sacerdoti cattolici. Cercava affannosamente la Ve­rità. Allora diede l'assalto alle opere di Newmann e di Mallock: «Il primo fu per me un profeta. Il secondo mi sciolse ogni dubbio».
``Nel cuore era già cattolico.

``Roma, radiosa di luce
``La Chiesa di Roma lo colpi­va con la sua fede incrollabile e la sua poderosa unità. La Chiesa anglicana era piena di contraddizioni insanabili. « Ve­devo la Chiesa d'Inghilterra, vecchia padrona amorevole e bonaria, in atto di trattenermi al suo servizio per mezzo di tutti i vincoli umani; di contro ad essa, vedevo sfolgorante di luce la Chiesa di Roma, la Spo­sa di Cristo, dominatrice e au­toritaria sì, ma con negli occhi e sulle labbra uno sguardo e un sorriso tanto radiosi che solo potevano riflettere una visione celeste».
``L'11 settembre 1903, Robert Hugh Benson lasciò per sem­pre l'Anglicanesimo ed entrò, rappacificato e felice, nella Chiesa cattolica. Come il gran­de John Henry Newmann, non aveva mai peccato contro la lu­ce ed ora la luce di Cristo e del Pontefice di Roma lo inonda­va tutto. Poco tempo dopo, a Roma, faceva l'ingresso in se­minario per diventare prete cattolico. Durante il suo sog­giorno a Roma, partecipò un giorno alla Messa celebrata dal Papa Pio X: non dimentiche­rà mai più la sua bianca santa figura.
``Nel giugno 1904 Robert Hugh Benson era ordinato sa­cerdote cattolico.
``Di ritorno in Inghilterra, si stabilì a Cambridge per dedi­carsi all'animazione spirituale dei giovani universitari. Tra­boccante di gioia, nel nuovo campo di lavoro, si impegnò in due attività: predicatore e ro­manziere, entrambe consacra­te all'annuncio della Verità, del Cristo-Verità assoluta ed eter­na, vivente nella Chiesa catto­lica, apostolica e romana.
``In breve, non solo la sua pa­tria, ma persino gli Stati Uniti d'America, ascoltarono la sua parola, facile, suasiva, ricca di humour, dai pulpiti e dai tavoli delle conferenze, nelle chiese e nelle università, tra i giovani e gli uomini di cultura, in mezzo al popolo. Affascinava ascoltarlo, quando raccontava la storia della sua chiamata: era il Cristo che l'aveva tormentato dentro, era il Cristo finalmente trovato nella sua interezza nel Cattolicesimo romano. Ma Padre Hugh, preferiva la sua attività di romanziere, perché il romanzo raggiunge un pubblico più vasto e un numero sempre più grande di anime poteva accogliere l'annuncio della Verità.
``Per portare i fratelli a Cristo, Padre Hugh era solito indicare una «via», la via maestra: Maria. Agli altri anglicani insoddisfatti e cercatori di luce e tardi ad arrendersi alla luce, era solito dire: «Andate a Lourdes». Là, con Maria, si ritorna bambini e abbandonandosi fiduciosi tra le braccia della Madre celeste, si trova il Cristo nella sua pienezza. Scriveva: «Sono andato a Lourdes e ho veduto Gesù di Nazareth, ed ho veduto gli infermi sanati alzarsi dalla barella... Non pensavo che al giorno d'oggi accadessero fatti di tal genere. Ho fatto atto di fede ed ho veduto».

``«Il padrone del mondo»
``In quegli anni, nella pace del suo cuore, scrisse molto: romanzi, poesie, scritti spirituali, una vita di san Tommaso Becket. I romanzi non hanno nulla di convenzionale, ma esprimono la vita come dramma: la vita — nella lotta ininterrotta tra il Cristo e Satana, tra raccoglimento del Cristo e il rifiuto di Lui — vi appare nel suo senso tragico. L'azione che vi si svolge si identifica con la ragione stessa della vita e della ricerca del suo significato.
``Il più noto dei suoi romanzi, uscì nel 1908 e si intitola The Lord of the World (Il Pa­drone del mondo). L'azione del romanzo anticipa quello che, secondo Benson, sarà il mon­do del futuro. L'uomo ha or­mai raggiunto i massimi con­fini del progresso materiale e intellettuale. Tutto è meccaniz­zato, programmato, razionaliz­zato al massimo. Finalmente ha vinto la ragione dell'uomo. La guerra è stata eliminata, i rumori e gli inquinamenti so­no stati aboliti, la malattia e il dolore sono stati vinti dalle scoperte della medicina e dal­l'eutanasia, sono stati adottati cibi artificiali, l'esperanto ha unito i popoli in una sola espressione, Oriente e Occiden­te sono stati uniti nella pace fi­nalmente raggiunta. Trionfano dunque i «valori» umani: è la vittoria dell'umanitarismo, il mondo nuovo dell'umanità. Non c'è più bisogno di Cristo né della Chiesa. L'uomo, l'u­manità è capace di costruirsi da sé, anzi contende a Dio il dominio del mondo. Giuliano Felsemburg è il protagonista di questa storia nuova dell'uma­nità e sembra essere diventato lui stesso «il padrone del mon­do». Ma l'uomo solo con i suoi valori umani, senza Cri­sto, è soltanto in fondo un in­felice e un violento, persino contro se stesso. In questo cli­ma (non è soltanto una fanta­sia di P. Benson, ma rivela, 80 anni prima, molti aspetti del mondo contemporaneo), Pa­dre Percy Franklin, è un giova­ne prete, che non ha accolto la «religione» dei valori, la «fe­de» nell'umanitarismo auto­sufficiente, ma resta ancorato al Cristo come all'Avvenimen­to decisivo, alla Persona Uni­ca e Indispensabile per la sal­vezza dell'umanità. La sua vi­ta, la sua azione, la sua pre­ghiera si fonde in una sola in­vocazione al Cristo: «Non essere per noi giudice, ma Sal­vatore». Al Papa che gli chie­de «che cosa dobbiamo fare», Padre Percy risponde: «Santo Padre, la messa, la preghiera, il rosario. Queste sono le pri­me e le ultime cose. Il mondo nega la loro potenza ed è inve­ce in tutto questo che il cristia­no deve cercare appoggio e ri­fugio. Tutte le cose in Gesù Cristo: in Gesù Cristo, ora e sempre. Nessun altro mezzo può servire: Gesù deve fare tut­to perché noi non possiamo far più nulla».
``Pessimista, padre Benson nella sua visione del futuro? Certamente, la sua è una visio­ne che scuote e nella fiducia to­tale nel Cristo Risorto e in sua Madre, l'Assunta, ha un com­pito meraviglioso da proporre ai cristiani di oggi: «Santità — egli dice al papa che lo inter­roga — ho un vecchio disegno, antico quanto Roma. L'ideale dei pazzi. Un nuovo ordine. Un nuovo ordine religioso, senza abito o distintivo particolare, soggetto direttamente alla San­tità vostra. Più libero dei gesui­ti, più penitente dei certosini, più povero dei francescani. Uo­mini e donne che fanno i tre voti e, in più, dichiarano la lo­ro disponibilità a ricevere il martirio. Il Cristo crocifisso ne sarà il patrono!».
``Il resto del romanzo — fan­tastico ed affascinante — lo la­scio alla scoperta dei lettori. (R. H. Benson, Il Padrone del mondo, Jaca Book, Milano, 1987). Quando nel 1914 scop­piò la guerra, Padre Hugh chiese di poter seguire le trup­pe che andavano a combattere sul continente, come cappella­no militare, in un supremo at­to d'amore per le anime che più avevano bisogno. Ma la sua salute, ormai logora dal lavo­ro e dallo studio, dalla sua for­midabile tensione d'amore per Dio e per i fratelli, non glielo permise. Era solo più capace di pregare e di offrire, come il suo grande Amico: Gesù Crocifis­so. Si spense il 19 ottobre 1914 a 43 anni, ma vero profeta del nostro tempo, lasciava la sua testimonianza e il suo messag­gio, validi oggi per noi.
``Il mondo crede di farsi uma­no senza il Cristo? Sarà la di­sgregazione totale, la bestiali­tà, la morte senza speranza. Non c'è altra salvezza che in Gesù: la messa, la preghiera, il rosario. Un ordine di pazzi: sì, di cristiani cattolici, pazzi di amore, pronti a tutte le batta­glie, fino al martirio. Come Gesù. Per una nuova evange­lizzazione del mondo, per un'altra riconquista del mondo a Cristo, come quando erano in dodici. Solo allora non ci sarà più il dominio della legge che soffoca lo spirito, ma la ve­ra libertà nel Cristo, morto e ri­sorto, Signore della storia e Dominatore del mondo.


Autore: Paolo Risso
[Modificato da Caterina63 27/08/2009 17:21]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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Opere di Robert H. Benson (9) 


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[Modificato da Caterina63 31/08/2009 19:44]
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"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
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IMPOSTURE ANTICRISTICHE

L'Anticristo secondo Benson

All’inizio del Novecento Robert Benson, nel suo romanzo Il padrone del mondo, aveva previsto il venir meno della fede cristiana non a causa di una cruenta persecuzione ma attraverso una crisi interna della Chiesa segnata dall’Umanitarismo. Secondo questa nuova ideologia la carità sarebbe stata sostituita dalla filantropia e la fede sarebbe stata spodestata dalla cultura.

di CLAUDIO SINISCALCHICl
(da "Libero" del 20/03/2007)

Robert Benson - Il padrone del mondo
Robert Hugh Benson, con Il padrone del mondo, ci porta in una realtà nella quale l’uomo ha raggiunto gli estremi confini del progresso materiale e intellettuale, dove tutto è meccanizzato e programmato per un unico grande progetto: il trionfo dell’Umanitarismo.

Cosa poteva pensare uno scrittore cattolico inglese, all'alba del XX secolo, del futuro che sarebbe toccato alla Chiesa di Roma? Il nuovo secolo era iniziato come il vecchio era finito. L'Europa rimaneva il centro del mondo e specchiava la propria supremazia nel progresso, nelle arti, nel divertimento, nel primato economico. La modernità, inarrestabile, garantiva lussi, ricchezze, viaggi, scoperte, e una pace duratura. Per rintracciare l'ultima vera guerra sul suolo europeo bisognava tornare indietro al 1870. Altri scontri non se ne vedevano all'orizzonte. La Belle Epoque, insomma, poteva prosperare tranquilla. In questo clima quanti rischi poteva correre la Chiesa?

Eppure non tutti i cattolici erano sereni. Robert Hugh Benson, figlio dell'arcivescovo di Canterbury, convertitosi al cattolicesimo, pubblicò nel 1907 un romanzo di fantascienza destinato ad avere grandissimo successo; Lord of the World (Il padrone del mondo, edito in Italia per la prima volta nel 1921, è stato ripubblicato da Jaca Book nel 1987, oggi alla sedicesima ristampa).


La decadenza dell'Occidente

Benson vedeva serie minacce addensarsi sul futuro della Chiesa. Nel suo romanzo così descrive il XX secolo. Il Partito del Lavoro, salito al potere nel 1927, aveva dato inizio ad un regime comunista, predicando un materialismo e un socialismo spinti alle estreme conseguenze. Fine ultimo della nuova ideologia era la felicità data dalla soddisfazione dei sensi. Per la Chiesa questo clima aveva schiuso una nuova stagione di persecuzioni. Indebolito al suo interno dalla diffusione del modernismo, il cattolicesimo vedeva diminuire paurosamente la sua influenza. E la psicologia aveva contribuito non poco nella lotta al cristianesimo. L'esoterismo camminava alacremente e favoriva la diffusione di un nuovo culto: l'umanitarismo. Cadute chiese e cattedrali si era imposta la religione del cuore. Non era più Dio il centro di riferimento dell'esistenza, ma l'umanità.

Benson struttura il suo romanzo in tre blocchi. Il primo gli serve per descrivere la decadenza del cristianesimo, relegato ormai ai margini e agonizzante. Nel secondo blocco prende forma l'accentuarsi dello scontro tra cristianesimo e modernità, Benson si serve di alcuni personaggi per sviluppare l'intreccio narrativo. L'influente deputato inglese Oliviero Brand, e sua moglie Mabel. I due, una mite coppia colta e tranquilla, avevano contratto matrimonio a scadenza. Oliviero vede nel cristianesimo una religione barbara e sciocca, pur se era stata la religione della vecchia madre (alla quale in fin di vita viene somministrata, come da regola, l'eutanasia).

Oliviero è impegnato in primissimo piano, come politico, a fronteggiare il pericolo distruttivo che incombe su tutta l'umanità: lo scontro dell'Occidente con l'Oriente. A questo punto entra in scena un personaggio affascinante, misterioso e onnipotente: Giuliano Felsemburgh, 33 anni, capelli bianchi. Abilissimo nell'arte della diplomazia, Felsemburgh salva l'umanità, scivolata nel baratro della guerra iniminente. Non ci saranno più lotte, violenze. Non scorrerà più sangue. Felsenburg, per acclamazione, viene eletto Presidente d'Europa. È il nuovo messia, agli occhi del mondo, come lo era stato venti secolo prirna Gesù di Nazareth. Il Salvatore del mondo parla di una «grande fratellanza universale» che necessita dell'istituzione di un nuovo culto: Io «spirito del mondo». Per il futuro non ci sarà più bisogno di rivolgersi a un Dio che resta nascosto, ma all'uomo, poiché egli ha finalmente appreso la propria divinità. Il soprannaturale è dunque morto, ammesso che sia mai esistito. Anche in politica la distinzione tra destra sinistra e centro non ha più senso. L'umanità deve soltanto affidarsi al suo profeta.


La battaglia e la caduta finale

Benson, nel terzo e conclusivo blocco, contrappone a Giuliano Felsemburgh un acuto sacerdote, Percy Franklin, anche egli di 33 anni e bianco di capelli. Padre Franklin diffida dell'uomo in grado di parlare perfettamente quindici lingue. Ai suoi occhi è il chiaro segno del Maligno, e capisce che il suo avvento segnerà per la Chiesa ulteriori lutti, ostruzioni e il rischio della caduta finale.

La vecchia fede cattolica chiedeva di abbracciare il dolore; la nuova, imposta per legge da Felsemburgh, chiede invece di allontanarlo, di eliminarlo. Ma è una illusione. La pace universale garantita e il dolore espunto non sono per i cattolici. Contro di loro cominciano persecuzioni terribili, sino alla distruzione della città di Roma, rasa al suolo da un bombardamento. Franklin, di un cattolicesimo stremato, diverrà pastore. E da papa dovrà scontrarsi con l'antipapa. È l'Armaghedòn. Le legioni di quanto rimasto della Chiesa contro quelle del diavolo. Nella battagìia finale.


Lo scontro con i totalitarismi

Il vento del pericolo modernista d'inizio Novecento soffia sulle pagine di Benson. Egli lancia all'albeggiare del suo secolo uno sguardo profetico. Per la fede cattolica e per l'umanità. Cristo è in procinto di essere cacciato dall'Europa; in sua sostituzione sono già pronti molti falsi profeti. La nuova religione della modernità è la religione del benessere. Un anestetico capace di rassicurare e non di guarire. Dio ormai è ridotto ad un contenuto della coscienza umana.

Vede molto lontano Benson. Mette a fuoco, uno dopo l'altro, tutti i tasselli delle fasi della secolarizzazione. Prima politica; poi, esaurito lo scontro con il totalitarismo come ideologia dei male, individualista, con l'affermazione del Dio-uomo e con la dolce rivoluzione di consumismo e relativismo. Benson in Il padrone del mondo costruisce un'anti-utopia cattolica di grande efficacia narrativa, ricorrendo all'impianto apocalittico. Ma la sua non è da intendersi come una visione pessimistico-apocalittica. In realtà L'Apocalisse di Giovanni è un libro affascinante, la cui interpretazione da secoli è questione controversa. Non vi viene annunciata, come molti erroneamente ritengono, la fine del mondo.
Bensì viene tratteggiato un affresco teologico teso ad indicare il fine della storia (non la fine della storia), cioè il senso trascendente della vicenda umana. Benson intendeva parlare agli uomini del suo tempo, e metterli in guardia da un pericolo grave: l'imposizione di una cultura anti-cristiana. Lo scrittore cattolico ha una lucidissima intuizione nel denunciare come l'Occidente, nel corso del Novecento, farà registrare una profonda trasformazione culturale, tese a rimpiazzare l'antropologia e la cosmologia cristiana con l'umanitarismo. Un pericolo per nulla svanito. Anzi, oggi più forte che mai.

 

L'AUTORE

Robert Hugh Benson
Robert Hugh Benson

Robert Hugh Benson (1871-1914) è una figura straordinaria. Cattolico convertito dall'anglicanesimo, era il quarto figlio dell'arcivescovo anglicano di Canterbury. Animato da un sincero zelo per Dio cercò nella comunione anglicana una vita religiosa che potesse appagare il suo desiderio di compiere la volontà di Dio. Entrò nella Comunità della Risurrezione e fu ordinato sacerdote anglicano nel 1901. Ma continuando nei suoi studi era insoddisfatto della posizione dottrinale della comunione anglicana e maturò la decisione di abbracciare la fede cattolica. Fu ordinato sacerdote cattolico nel 1904.

Nel 1907 scrisse lo straordinario romanzo Lord of the World (Il Padrone del Mondo). È un libro incredibilmente attuale perchè descrive il mondo di oggi, con le sue realtà e le sue inquietanti ipotesi. Leggere oggi Il Padrone del Mondo fa venire i brividi: comunicazioni istantanee in tutto il mondo, autostrade a quattro corsie, trasporti aerei e sotterranei, luce solare artificiale, eutanasia legalizzata e assistita, un Parlamento europeo, attentati a catena con kamikaze, il crollo del colosso russo, la minaccia (sventata) di una guerra mondiale con scontri tra America, Russia e Cina, un papa di nome Giovanni dopo cinque secoli, la crisi delle religioni, sotto l'avanzare di una nuova religione universale stile New Age, preti che lasciano il ministero, laici consacrati che agiscono nel mondo senza divise o distintivi. Tutto questo è descritto nel romanzo.

Il romanzo si rivela estremamente profetico per i tempi attuali. Che cosa infatti si chiede ai cattolici se non la riduzione del cristianesimo ad una semplice morale separata da ogni metafisica e da ogni teologia, capace di raggiungere l’universalità e fondare una società giusta? La fede, insomma, rischia di dividere, mentre l’amore, associato a una scienza valida per tutti, unisce. Tale ideologia, ricordata come tesi massonica essenziale anche in questo libro e che fu già luogo comune dei professori di filosofia morale del tardo Ottocento, ritorna oggi come straordinariamente attuale. E ancora una volta viene riaffermata la celebre distinzione tra cattolici tradizionalisti e progressisti.

 

IL TESTO INTEGRALE

Robert Hugh Benson:
"lL PADRONE DEL MONDO"
(traduzione di Corrado Raspini, ed. 1921)

[Download 1,2 Mb]

Questo romanzo profetico, che un protestante inglese convertitosi al cattolicesimo scrisse per glorificare la Chiesa e la civiltà di Roma, non è, come potrebbe parere al lettore superficiale, un romanzo politico. È, invece, un romanzo religioso; un libro di apologetica, tra i tanti, che Roberto Ugo Benson compose in difesa e per esaltazione del cattolicesimo romano.
I richiami a una situazione politica mondiale, il quadro degli avvenimenti sociali non hanno nessun riferimento a una particolare teoria politica professata dal Benson, il quale fu e rimane nella sua letteratura un apologeta e un mistico.
Il misterioso protagonista di questo romanzo, il capo dei popoli finalmente pacificati e definitivamente traviati, dominatore delle potenze umane, l'uomo dal trasparente nome di Giuliano Felsenburgh incarna lo spirito del mondo ed è perciò l'Anticristo. Al di sopra di ogni teoria politica e di ogni dottrina sociale, egli trionfa nel secolo, perché sarà lo sconfitto per tutta l'eternità. Il partito ha il nome generico di «umanitarismo». E a guardar bene, non si tratta neppure di un partito. Felsenburgh, lo spirito del mondo, domina, e signoreggia tutto ciò che è di questo mondo. Egli potrebbe dire: «Il mio regno è di questo mondo». Ecco, perché a lui s’inchina tutto ciò che al mondo appartiene.
Soltanto i seguaci di Colui che affermò il contrario, dicendo che il suo regno non era di questo mondo, non si piegano alla sua potenza. E sono pochi, anzi pochissimi: un pugno di uomini stretti attorno all'ultimo Papa. Essi sembrano gli sconfitti, i superstiti di una società morente, mentre lo spirito del mondo finalmente trova sotto la direzione dell'Anticristo, la sua pace e la sua salute.
Se non che, proprio nel momento del suo apparente trionfo, il mondo passa. La pienezza del mondo coincide con la sua morte. Con una espressione volgare, si potrebbe dire che il mondo crepa di salute. Il faustiano attimo fuggente segna la fine della creazione. Unico, mentre il mondo passa, il superstite Vicario di Cristo, con la Chiesa militante ridotta a pochi membri, ma perfetta e immortale, entra nella gloria e nella vita che non declina.



[SM=g1740771]


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
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  "Il Padrone del Mondo" il libro consigliato da Papa Francesco




Copertina del libro “Il Padrone del Mondo” di Robert Benson - RV





20/01/2015 



 


Il Papa durante il colloquio con i giornalisti di ritorno dalle Filippine, parlando della “colonizzazione ideologica”, ha suggerito la lettura del libro “Il Padrone del Mondo” di Robert Benson per capire cosa intendesse dire. Un'opera d'inizio '900 che descrive l'instaurazione, nel 2000, di una dittatura di stampo umanitarista, che predica la tolleranza universale per tutti, tranne che per la Chiesa, che viene perseguitata. Massimiliano Menichetti:


La dittatura del pensiero unico
Anglicano, quarto figlio dell’arcivescovo di Canterbury, Robert Benson, si converte al cattolicesimo e nel 1907 scrive “The Lord of the World”, “Il Padrone del mondo”. Testo visionario in cui si concretizza la battaglia finale tra il bene ed il male. Da una parte il trentatreenne Giuliano Felsenburgh che evita lo scontro tra Occidente ed Oriente, acclamato poi presidente d’Europa che instaurerà di fatto la dittatura del pensiero unico; dall’altra gli si oppone il sacerdote Percy Franklin, anche lui 33 anni, che diventerà Papa. Claudio Siniscalchi, docente all’Università Lumsa di Roma nel corso di lingue e culture moderne:

R. - Giuliano è la materializzazione dell’anticristo. Promette l’abolizione di ogni preoccupazione: non ci sarà più guerra, non ci sarà più violenza, non ci sarà più povertà… Si presenta come colui che, sotto le sembianze del salvatore, in realtà assoggetta l’umanità. Diventa non il padrone di una nazione, ma il padrone del mondo. L’organismo globale della terra concede a lui il potere, perché la cosa straordinaria non è tanto che questo “messia capovolto” prenda il potere con la forza, con il colpo di Stato, ma lo prende con il consenso di coloro ai quali sta togliendo la libertà. E naturalmente la prima cosa che fa: deve fare a meno della religione.

Cattolici perseguitati
D. - Benson immagina un mondo dove Dio è ridotto a mero individualismo in cui viene creata una entità “La Grande fratellanza universale” che propugna la pace e l’allontanamento di ogni forma di dolore:

R. - Come si rivolve la sofferenza della morte? Con l’eutanasia! Non c’è più destra, sinistra; non c’è più religione positiva o negativa; non c’è più partito o sindacato. Benson, per primo, ha la visione del partito unico totalitario. Chi si oppone - e naturalmente sono i cattolici che si oppongono a questa deriva che il mondo sta prendendo – sono perseguitati. La pace di Giuliano è la pace di chi accetta quello che dice lui e nel momento in cui non si accetta è la guerra. L’intuizione di Benson è quella di contestare un elemento che è stato devastante per il novecento: la perfezione dell’uomo, l’insaturazione del paradiso artificiale sulla terra. Perché questa visione paradisiaca del mondo ha bisogno che il trattore del progresso distrugga tutto.

La propaganda della menzogna
D. - Questa modalità è definita da Papa Francesco “colonizzazione ideologica”in cui in nome di un presunto benessere tutto il resto deve essere annientato:

R. - Perché è la forza della menzogna contro la forza della verità. La propaganda fa sì che ci sia una nuova schiavitù dell’uomo. La fratellanza del mondo è importantissima, ma il prezzo che l’anticristo  fa pagare a quella parte dell’umanità che si oppone, perché vede il vero pericolo, è il contrario di quello che viene detto.

Distruzione di Roma
D. - Il testo parla di rischio di scontro tra Oriente ed Occidente, di attacchi kamikaze… Benson arriva ad ipotizzare la distruzione di Roma:

R. - Questo fondamentalmente è un libro per dire: ‘Fate attenzione, avete preso una strada sbagliata’!”

Il Padrone del Mondo non trionferà
D. - Ma chi vince la battaglia nel libro di Benson?

R. - Il padrone del mondo non trionferà mai, perché in Benson c’è una visione affidata alla Onnipotenza di Dio, che non lascerà mai solo l’uomo: lo aiuterà. Ci saranno sofferenze enormi che l’uomo dovrà affrontare, ma alla fine trionferà il bene. Benson non aveva una visione oscura.

il sito cooperatores veritatis vi offre di scaricarlo gratuitamente:

 

Il Padrone del mondo o il dominatore del mondo di padre Benson
Il testo, di inizio '900, parla in modo profetico del rischio di uno scontro tra Oriente ed Occidente, di attacchi kamikaze… Benson arriva ad ipotizzare la distruzione di Roma...
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[Modificato da Caterina63 24/01/2016 09:23]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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