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dal dialogo "Perchè il papa non è Pietro"

Ultimo Aggiornamento: 09/09/2009 22:23
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Consiglia  Messaggio 89 di 95 nella discussione 
Da: caterinaInviato: 13/06/2003 10.23
ops.....ho letto ora la risposta a Teofilo......benissimo ritiro quel che ho detto in precedenza a proposito......
C.

Rispondi
Consiglia  Messaggio 90 di 95 nella discussione 
Da: caterinaInviato: 14/06/2003 15.48
da parte di Raptor:

Caro JA, i problemi persistono ma spero che questa lettera venga inserita in tempi brevi.


Per rispondere a quanto dici non partirò dall’ inizio ma da una tua affermazione: smettila di vedere sempre la mala fede dell’ altro.

Probabilmente a questo punto avrai già capito che io non sono molto ecumenico. Almeno non nel modo nel quale questo termine viene comunemente inteso, cioè come una sorta di compromesso e di un “volemose bene” che non servono assolutamente a nulla.

Io ritengo la Chiesa Cattolica, insieme a quelle Chiese Orientali di matrice ortodossa, l’ unica vera prosecuzione di quella Chiesa voluta da Cristo 2000 anni fa.

Sento sempre citare la frase “L’ albero si riconosce dai frutti” e sono d’accordo. Il problema è che le Chiese Evangeliche non fanno parte dell’ albero piantato da Gesù. Sono alberi diversi o, se vogliamo restare sempre nel paragone botanico, sono come il muschio o i funghi che si aggrappano alla corteccia delle piante e da quella corteccia traggono il loro nutrimento. Ma non sono l’ albero.

Producono anch’essi frutti, a volte buoni e a volte cattivi. Ma non sono l’ albero.

Non  c’erano quando l’ albero è stato piantato, non c’erano neppure quando l’ albero è cresciuto. Si sono innestati dopo.

Non rifiuto mai il dialogo con gli evangelici in quanto ritengo che il confronto sia un mezzo per arricchirsi entrambi spiritualmente.

Il confronto, però, deve avvenire nel reciproco rispetto. Frasi come:

1)Non ho dubbi che per te siano molto difficili. ( In questo caso, però, era meglio che tu ne avessi parlato al passato)

2) Il fatto che siano stati trattati in altri forum non mi interessa ( su questa frase comunque ci ritornerò in seguito)

3)Quanto ai favori, ve li sto già facendo, raccontandovi la verità che è lì da 2000 anni circa

4)Vuoi forse insegnare il greco ai Greci

dimostrano da parte tua uno scarsissimo rispetto.

 <o:p></o:p>

Comunque passiamo alle risposte partendo proprio dalle definizioni del Rocci che tu hai riportato.<o:p></o:p>

 <o:p></o:p>

A me vanno proprio bene questi significati... Passando in rassegna tutti gli esempi, non troverai mai ginomai + semplice genitivo tradotto con "nascere, provenire da", perché in questo caso ci vuole la preposizione... Il significato di ginomai + semplice genitivo è sempre "essere", "appartenere".<o:p></o:p>

Infatti, anche La grammatica del NT, di Blass-Debrunner, fa vedere al § 162, n. 9, che ginomai + semplice genitivo si traduce sempre come "essere", oppure "essere di", e fa i casi di: Lc 20,14.33; At 20,3 e quindi anche 2 Pt 1,20.<o:p></o:p>

Ma è anche logico, come ti ho già detto: prima ancora di andare a prendere un dizionario, ci vuole il buon senso.<o:p></o:p>

 <o:p></o:p>

Veniamo adesso a Mt 16,18 dove tu dici: “la mia traduzione di quel passo è perfetta.” Sappi che solo due persone possono fare un’affermazione come la tua. Uno è Dio e l’ altro è lo stupido. Sì, perché chi studia le tecniche di traduzione ti insegna subito che non c'è mai una traduzione perfetta perché questa,semplicemente, non esiste.Tradurre è sempre un po' "tradire" il testo. Per cui, ci sono diverse traduzioni possibili, tutte di per sé legittime, nelle quali di volta in volta può essere messo in luce un aspetto piuttosto che l'altro, con un linguaggio più o meno concreto e così via. <o:p></o:p>

 <o:p></o:p>

Ma perché la tua traduzione sarebbe perfetta? Vediamo<o:p></o:p>

 <o:p></o:p>

1) perché concorda con tutte le versioni più importanti<o:p></o:p>

(E quali sarebbero "le più importanti"?)

 <o:p></o:p>

2) e soprattutto con quelle originali<o:p></o:p>

(Questa poi... Esistono delle "versioni originali"? E cosa sarebbero? Non abbiamo di per sé nemmeno un "testo originale", ma una seri di codici!)

 <o:p></o:p>

3) E’ la tua "interpretazione" di epi taute te petra ad essere sbagliata

(ah... eccoci... queste sentenze mi mancavano...!)

 <o:p></o:p>

4) ed i greci tutti<o:p></o:p>

(...i greci "tutti"? E li hai sentiti proprio tutti?  Mi fai qualche nome, per favore?) <o:p></o:p>

 <o:p></o:p>

5) concordano col sottoscritto. Ripeto quanto sopra. Vuoi insegnare il greco ai greci?<o:p></o:p>

(Allora, di fronte a questa affermazione, mi sono "ritirato" umilmente. Tramite un amico ho contattato Arthur Fojas un biblista che insegna ad Atene. A proposito, è greco.  Ecco cosa mi scrive:

 <o:p></o:p>

"Ma sulla traduzione letterale di 16,18 non c'è alcun dubbio, e anche "i greci tutti" sono d'accordo:

E anch' io ti dico: tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia chiesa, e le porte del soggiorno dei morti non la potranno vincere.

Ora, è l'interpretazione che può differire, e qui possono intervenire altri fattori, che ti fanno scegliere per una o per l'altra, ma sono fattori esterni...

Per esempio, tu sai che i greci sono quasi tutti ortodossi, per cui "preferiscono" un'interpretazione che non associ quest'espressione alla persona di Pietro... Ma tutte sono legittime e si devono rispettare...”

 <o:p></o:p>

Questo è quello che scrive un “greco”. Come vedi ne ho trovato almeno uno che non concorda con la tua traduzione.

 <o:p></o:p>

Vogliamo cercare di essere meno presupponenti e sentenziosi, per favore?  Questo vale anche per tutto il resto della tua lettera.

 <o:p></o:p>

A volte non ti rendi neppure conto di stare andando fuori dai binari. I seguenti 9 punti tu dici che sono tutti tratti dalla Bibbia. I punti erano questi:

  1. Gesù è la pietra angolare già nel VT (salmo 118). <o:p></o:p>
  2. Gesù si definisce la pietra in Mt 21, Mc 12 e Lc 20. <o:p></o:p>
  3. Dimostrazione grammaticale e contestuale che in Mt 16: 18 la Pietra su cui si fonda la Chiesa è che Gesù è il figlio del Dio vivente (discorso su taute). La Chiesa di lingua greca conferma questa lettura e non riconosce Pietro come pietra, ma la sua affermazione. <o:p></o:p>
  4. Analisi delle chiavi (come conoscenza del Vangelo che può aprire la porta del Regno dei Cieli) e del divieto di chiamare qualcuno Padre, Maestro o Guida. Quindi tale ruolo è negato esplicitamente da Gesù. <o:p></o:p>
  5. Legare e sciogliere come capacità data ai suoi seguaci. <o:p></o:p>
  6. Pascere le pecore significa per Pietro annunciare il vangelo ai Giudei. Le pecore di Gesù sono i suoi discepoli attuali, sono i Giudei di quel tempo; Gesù ha anche altre pecore che Egli stesso in un tempo futuro raccoglierà che non appartengono al popolo giudeo (cioè noi pagani) e quando Gesù parla a Pietro si riferisce alle sue attuali pecore. <o:p></o:p>
  7. Il ruolo di Pietro nel concilio di Gerusalemme non è di guida della Chiesa, ma di semplice testimone, mentre chi presiede e decide la linea della Chiesa è Giacomo. <o:p></o:p>
  8. In Gal 2 abbiamo la conferma che non c’era una guida della Chiesa tipo "primus inter pares", ma che alcuni erano reputati dagli altri le colonne della Chiesa. Nell’ordine: Giacomo, Pietro e Giovanni. Nello stesso passo abbiamo la conferma che Pietro si occupava dell’evangelizzazione dei Giudei, mentre Paolo dei pagani e Pietro non è nominato per primo. <o:p></o:p>
  9. Pietro stesso in atti 4 dichiara che la Pietra è Gesù.<o:p></o:p>

 <o:p></o:p>

Il punto 1, 2 e 9 tratti dalla Bibbia. Tutti gli altri punti sono tue interpretazioni personali. Cerchiamo di non giocare con le parole, per favore.

<o:p></o:p> 

Un’altra cosa che ti manca è il rispetto per  gli altri. Ad esempio quando dici ” Il fatto che siano stati trattati in altri forum non mi interessa” (era il punto 2 sul quale avevo detto che sarei ritornato) sbagli e sbagli di grosso. Tu qui sei un ospite e fai quello che dicono i gestori. Se noi non vogliamo che argomenti già aperti in altri forum vengano continuamente ripresi nel tempo. Non abbiamo né il tempo né la voglia di ripertere le stesse identiche cose ogni volta che un evangelico entra in questa comunità convinto di rivelarci qualcosa di nuovo.

 <o:p></o:p>

 Te lo ribadisco: non sto dicendo che sei “pregato” di rispettarli. NO, sei “tenuto” a rispettarli. Sono stato abbastanza chiaro? Quindi vatteli a leggere ( se non sai dove sono chiedicelo e ti daremo i collegamenti) e sulla base di quanto è stato già scritto continueremo la discussione.

 <o:p></o:p>

Un’ ultima considerazione la merita questa frase: “Quanto alla mancanza di volontà di dialogo, mi pare che tu stia cercando solo delle scuse per chiudermi la bocca, anzi, la tastiera. Io ho sempre risposto ai vostri commenti. E’ chiaro però che voglio andare avanti.”<o:p></o:p>

 <o:p></o:p>

Se tu per risposte intendi delle affermazioni apodittiche e prive di prove, allora è vero, lo hai fatto. <o:p></o:p>

 <o:p></o:p>

Anche noi vogliamo andare avanti e vogliamo farlo insieme a te. Ma lo faremo solo se in futuro eviterai di raccontare balle (“ i greci tutti concordano con il sottoscritto”) se ragionerai con un po’ di umiltà (“la mia traduzione di quel passo è perfetta”) e soprattutto con desiderio reale di dialogo (“Quanto ai favori, ve li sto già facendo, raccontandovi la verità che è lì da 2000 anni circa”).

 <o:p></o:p>

Le offese personali non le inserisco nell’ elenco perché ormai ci sono abituato.

 <o:p></o:p>

Saluti


Rispondi
Consiglia  Messaggio 91 di 95 nella discussione 
Da: TeofiloInviato: 16/06/2003 22.06

Caro Y.A.

Chiedo scusa per il post un tantino lungo, ma mi sembrava necessario. Tieni conto inoltre che non posso dedicarmi spesso alle risposte.

Tu dici:

>
Luca descrive il primo concilio della Chiesa raccontandoci i momenti più significativi. All’inizio c’è una vivace discussione fra legalisti e non. Poi il discorso di Pietro che quindi non è affatto il discorso di apertura del concilio. Poi ci sono le testimonianze di Paolo e Barnaba che rafforzano quella di Pietro ed infine c’è la delibera di Giacomo (che fra l’altro chiama Pietro col nome originario di Simone). La deduzione finale ed incontrovertibile è che Pietro non ha presieduto quel concilio. Il che è strano se tutte le vostre interpretazioni, su come vanno letti i vari passi dei Vangeli già ampiamente discussi, fossero corrette. Non resta che ammettere che Pietro non era il primus inter pares o il padre dei padri né l’autorità ultima della Chiesa di quei tempi.>

Rispondo:

I primi versetti del capitolo 15 ci informano che in seno alla comunità cristiana era in atto un’animata controversia suscitata da alcuni membri della setta dei farisei che avevano accolto Gesù: essi infatti contestavano i missionari Paolo e Barnaba per la prassi da loro adottata nei confronti dei pagani divenuti cristiani rispetto alla circoncisione e alla legge di Mosè. Tra l’altro, dobbiamo ricordare che anche Paolo apparteneva alla medesima setta.

In seguito alla crescente importanza che rivestiva Antiochia nella diffusione del Vangelo, sia in ambito giudaico che ellenistico, questi farisei convertiti si spostano da Gerusalemme ad Antiochia pretendendo dai predicatori della Chiesa missionaria che tutti i pagani che avessero abbracciato la fede cristiana si facessero circoncidere in rispetto alla legge di Mosè.

A questo proposito possiamo fare alcune considerazioni che animarono il Primo Concilio della Chiesa:

· appare evidente che nella chiesa nascente
non è chiaro e automatico il significato della salvezza offerta da Gesù in rapporto alla pratica religiosa del mondo ebraico;

· si riconoscono agli apostoli, responsabili della comunità di Gerusalemme, capacità e autorità per risolvere questo problema cruciale;

·
da questo episodio si comprende anche come sia impossibile fare a meno della autorità ecclesiale per avere un giusto rapporto con i contenuti della fede.

Infatti inviano una Lettera in comunione che dice: "Gli apostoli e gli anziani ai fratelli di Antiochia, di Siria e di Cilicia che provengono dai pagani, salute! [24]Abbiamo saputo che alcuni da parte nostra, ai quali non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con i loro discorsi sconvolgendo i vostri animi. [25]Abbiamo perciò deciso tutti d'accordo di eleggere alcune persone e inviarle a voi insieme ai nostri carissimi Barnaba e Paolo, [26]uomini che hanno votato la loro vita al nome del nostro Signore Gesù Cristo >.

In questa lettera che è in sostanza il documento ufficiale del Concilio di Gerusalemme appare come decisa, definita, risolta la questione a partire dall’autorità che lo ha stilata e cioè dall’autorità apostolica riconosciuta da tutti. E’ da sottolineare che se a Paolo fosse stata attribuita una autorità pari a quella delle COLONNE il problema non si sarebbe nemmeno posto. Mentre Paolo è guidato da una rivelazione a far ricorso agli apostoli per decidere sul da farsi e per riportare la pace nell’ambito delle comunità che egli andava fondando.


Vs 6-12: discorso di Pietro

Gli apostoli e gli anziani si radunano per risolvere il problema e vi è una discussione preliminare che permetteva a tutti di mettere in tavola le questioni. Allora probabilmente non esistevano circolari con i punti all’ordine del giorno da trattare, e questo era una prassi correntemente seguita anche nelle fasi decisionali del sinedrio di allora. In modo analogo dunque, Pietro, consapevole del ruolo assegnatogli espressamente da Gesù:

"a te darò le chiavi per legare e sciogliere",-

"conferma i tuoi fratelli nella fede"-

"pasci le mie pecorelle" –

"Qual è l’amministratore fedele e prudente che il padrone ha POSTO A CAPO della sua casa per dare a ciascuno, a suo tempo, la propria razione di viveri"),

SI ALZO’ in mezzo ai fratelli, che fecero silenzio. Anche questo silenzio è molto significativo ed indica rispetto e attesa di una definizione.

Inoltre questa espressione di Luca ricorda un’altra occasione significativa in cui Pietro si alzò: Atti 2,14: Allora Pietro, levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta così…..

Pietro prende la parola e indica i criteri per risolvere il dilemma:

· è stato Dio ad inviare Pietro a predicare e a battezzare i pagani;

·
Dio ha donato loro lo Spirito Santo e la purificazione del cuore senza che fosse chiesta la circoncisione;

· la salvezza, dono gratuito, è offerta allo stesso modo, cioè per grazia, sia ai pagani che agli ebrei; Tutto questo Pietro lo espone con la massima chiarezza nel suo discorso che ha la solennità, di una definizione esplicita e dirimente.


6Allora si riunirono gli apostoli e gli anziani per esaminare questo problema. 7Dopo lunga discussione, Pietro si alzò e disse:

"Fratelli, voi sapete che già da molto tempo Dio ha fatto una scelta fra voi, perché i pagani ascoltassero per bocca mia la parola del vangelo e venissero alla fede. 8E Dio, che conosce i cuori, ha reso testimonianza in loro favore concedendo anche a loro lo Spirito Santo, come a noi; 9e non ha fatto nessuna discriminazione tra noi e loro, purificandone i cuori con la fede. 10Or dunque, perché continuate a tentare Dio, imponendo sul collo dei discepoli un giogo che né i nostri padri, né noi siamo stati in grado di portare? 11Noi crediamo che per la grazia del Signore Gesù siamo salvati e nello stesso modo anche loro".
12Tutta l'assemblea tacque e stettero ad ascoltare Bàrnaba e Paolo che riferivano quanti miracoli e prodigi Dio aveva compiuto tra i pagani per mezzo loro.

13Quand'essi ebbero finito di parlare, Giacomo aggiunse: 14"Fratelli, ascoltatemi. Simone ha riferito come fin da principio Dio ha voluto scegliere tra i pagani un popolo per consacrarlo al suo nome…


Gli Atti riportano a conclusione della discussione, come primo intervento concludente, quello di Pietro mentre riportano per ultimo quello di Giacomo.

E’ possibile dire quale dei due apostoli abbia un posto di preminenza a partire solo da questa sequenza di interventi?

Perché dovrebbe essere considerato più importante l’ultimo intervento e non il primo, (che però conclude tutte le discussioni)?

E’ evidente che la posizione di questi apostoli deve essere ricercata nell’ambito di tutti gli altri dati della Scrittura al fine di inquadrarli bene nell’ambito del Concilio. E in tal caso, alla luce di quanto Cristo ha detto a Pietro personalmente e specificamente, non vi possono essere dubbi su chi abbia la posizione più rilevante.

Chi si attende che Pietro, nel dare la sua definizione del problema durante il Concilio, dica: "io sono il pastore di tutto il gregge di Dio, posto a capo, per confermare tutti voi, e con la potestà di legare e sciogliere", evidentemente non tiene conto dell’inizio sobrio della Chiesa nascente, del carattere umile di Pietro (conseguito dopo le sue cadute, a differenza del carattere autoritario di Paolo che in molte occasioni dà ORDINI senza tanti problemi, e fa valere fortemente la sua posizione di ministro del Signore (come in 1 Cor.16,1 / 1Tes.4,11 / 2Tes.3,4-6-12 /1Cor.5,3), e non tiene conto che, nel caso di CEFA, questo era già chiaro perchè era stato già il Signore a dirlo, e che anche Paolo sa bene dal momento che, lo va a visitare all’inizio della sua missione e poi quando vi è un grave problema da risolvere. Tra coloro che erano apostoli vi erano quelli che erano le colonne, e tra coloro che erano le colonne, vi era colui che era la "Roccia".

La considerazione logica è questa: se Paolo, nelle sue lettere si dimostra tanto autoritario e imperioso, e gli si accorda tanta autorità, perché a Pietro si vuol negare una autorità ancor maggiore, dal momento che il Vangelo è esplicito al riguardo, e le decisioni nel Concilio lo riconfermano, anche se Pietro non usa espressioni imperiose come Paolo era solito fare nelle sue lettere?


Barnaba e Paolo, durante il Concilio si limitano a riportare delle testimonianze sul piano pratico ma non dottrinale. Giacomo, si richiama in primo luogo esplicitamente al discorso di Pietro, che chiama Simone in tono confidenziale, (ma che aveva ricevuto il nuovo nome CEFA da Cristo stesso,), al quale conferisce autorevolezza, ribadendo la sua decisione e per dire anch’egli di essere d’accordo, rimarcando alcune regole per uniformare il comportamento dei pagani a quello degli ebrei al fine di non scandalizzarli su alcuni punti particolarmente significativi per le loro convinzioni.


Vs 22-35: lettera apostolica per le comunità

La comunità accoglie le deliberazioni espresse prima da Pietro e poi da Giacomo, condivise da tutti gli apostoli ed anziani, proprio in forza dell’autorità ad essi accordata, e viene stilato un documento ufficiale da inviare ad Antiochia, in Siria e in Cilicia per il tramite di alcuni fratelli.Di questo episodio è molto importante sottolineare:

· che la comunità di Gerusalemme riveste un primario ruolo legislativo: è lo stesso ruolo che hanno continuato ad esercitare fino ad oggi attraverso i Concili.

· la subordinazione di Antiochia e delle altre comunità all’autorità degli apostoli e di questo Concilio;

· l’arbitrarietà dell’iniziativa personale e autonoma di alcuni uomini non autorizzati e non deputati a disciplinare la prassi religiosa della chiesa; .....[24]Abbiamo saputo che alcuni da parte nostra, ai quali noi non avevamo dato nessun incarico, sono venuti a turbarvi con i loro discorsi sconvolgendo i vostri animi.

. il fatto che perfino Paolo, pur avendo avuto una elezione soprannaturale, e pur non avendo dubbi sulla linea corretta da seguire, deve ricorrere all’autorità degli apostoli e del Concilio per decidere questioni importanti per tutta la Chiesa.

· la consapevolezza che la decisione presa nel Concilio è autorizzata dallo Spirito Santo.



Nonostante tutte le considerazioni logiche che tutti dovrebbero fare sul primo concilio che è paradigmatico anche per tutti quelli successivi, si continua ancora purtroppo a porre in dubbio le parole di Cristo riguardo a Pietro, a danno di se stessi e della unità del Corpo di Cristo stesso che è la Chiesa redenta col Suo sangue. Mi auguro davvero caro YA che tu possa riconsiderare nella giusta ottica l’intera vicenda, tenendo conto di tutti i dati della Scrittura.

Riprendo brevemente per non appesantire troppo il messaggio, qualche altra tua espressione:

Vedi sopra. In realtà non c’è limitazione territoriale, ma di gruppi etnici. Nel caso specifico, a Pietro spetta l'onore e l'onere di evangelizzare il popolo eletto.

Spetta anche l’onore e l’onere di decidere e definire, insieme agli altri apostoli, questioni inerenti i pagani come appare chiaro dalle decisioni del Concilio che Paolo da solo non potè definire.


Come si può notare la verifica avviene non la prima volta con Pietro o Giacomo, ma solo la seconda volta. Paolo sottopone la sua predicazione agli anziani a causa del problema di cui si parla in Atti 15. Mi pare che ancora la figura di Pietro non emerga come la guida della Chiesa.

La prima volta che Paolo si recò da Pietro avvenne 14 anni prima. Bisogna chiedersi: cosa ci andò a fare? Come mai proprio da Pietro e non da altri? Le risposte devono venire dal fatto che Pietro era il rappresentante visibile della Chiesa.



E mi pare di avervi già citato il passo in cui Gesù stesso vietò ai suoi discepoli di chiamare chicchessia guida, padre o maestro. Tutti titoli che voi siete soliti applicare al romano pontefice.

da 1 Cor.12,28

Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo

come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri;


da Efes. 4,11

E` lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come

profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo.


da 1 Timoteo 2

Sono stato fatto banditore e apostolo dico la verità, non

mentisco, maestro dei pagani nella fede e nella verità.


da 2 Timoteo 1,11

Cristo Gesù, che ha vinto la morte e ha fatto risplendere la vita e l'immortalità per mezzo del vangelo, del quale io sono stato costituito araldo, apostolo e maestro.



da GIACOMO 3,1

Fratelli miei, non vi fate maestri in molti, sapendo che noi riceveremo un giudizio più severo, poiché‚ tutti quanti manchiamo in molte cose.



1 Cor.4,15

Potreste infatti avere anche, diecimila maestri in Cristo, ma non certo molti padri, perché‚ sono io che vi ho generato in Cristo Gesù , mediante il vangelo.

Come mai gli apostoli usano tanto tranquillamente termini come "maestro" e " padre" se Gesù aveva ingiunto categoricamente di non usarli?. Evidentemente anche in questo caso, il significato non è quello che i protestanti generalmente attribuiscono alle parole di Cristo, e i cattolici usano questi termini allo stesso modo degli apostoli.

La Chiesa di Gerusalemme a quanto pare era la sede di quasi tutti gli Apostoli. Non era la Chiesa di Roma. La Chiesa di Gerusalemme era la sede delle colonne e dei più stimati della Chiesa.

All’inizio degli Atti troviamo Gerusalemme, alla fine degli Atti troviamo Roma.

Pietro risiedeva a Gerusalemme. Lo si evince da tutti i contesti.

Si spostava anche, come risulta ad esempio da Atti 8,14.


Allora quando è nominato per secondo non vale, mentre quando è nominato per primo, vale?

Se molte volte compare come il primo, vi è un motivo, così come vi è quando viene nominato al secondo. Ad ogni cosa va dato il suo valore.


Ricorda che apparve per primo ad una donna.

Ma Paolo in 1 Cor.15 si limita a ricordare solo le apparizioni ad uomini, e al primo posto elenca Pietro.

Con affetto


Rispondi
Consiglia  Messaggio 92 di 95 nella discussione 
Da: StefanoSInviato: 17/06/2003 16.58
Riguardo al noto passo di Mt 16,18 Pietro viene così denominato da Gesù, perchè è il primo ad avere riconosciuto in Gesù Cristo la pietra d'angolo, il fondamento su cui è necessario costruire (1Cor 3,10)
Sia ben chiaro che questa non è un'interpretazione inventata da me, ma fu insegnata da numerosi padri della Chiesa, e oggi è insegnata dalle Chiese Ortodosse.
Al più presto per dimostrare che questo è vero inserirò dei testi patristici (che mi invierà un amico ortodosso) che dimostrano che questa non è un'invenzione protestante, ma è anzi precedente alla tradizionale interpretazione cattolica.
Stefano.

Rispondi
Consiglia  Messaggio 93 di 95 nella discussione 
Da: caterinaInviato: 18/06/2003 20.42
Da parte di raptor che purtroppo ha ancora dei problemi, inserisco quanto segue:

2Pt 1,16-21

16 Infatti, non per essere andati dietro a favole artificiosamente inventate vi abbiamo fatto conoscere la potenza e la venuta del Signore nostro Gesù Cristo, ma perché siamo stati testimoni oculari della sua grandezza. 17 Egli ricevette infatti onore e gloria da Dio Padre quando dalla maestosa gloria gli fu rivolta questa voce: "Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto". 18 Questa voce noi l´abbiamo udita scendere dal cielo mentre eravamo con lui sul santo monte. 19 E così abbiamo conferma migliore della parola dei profeti, alla quale fate bene a volgere l´attenzione, come a lampada che brilla in un luogo oscuro, finché non spunti il giorno e la stella del mattino si levi nei vostri cuori. 20 Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione, 21 poiché non da volontà umana fu recata mai una profezia, ma mossi da Spirito Santo parlarono quegli uomini da parte di Dio.  (Conferenza Episcopale Italiana)

In modo particolare porto altre traduzioni:

tou/to prw/ton ginw,skontej o[ti pa/sa profhtei,a grafh/j ivdi,aj evpilu,sewj ouv gi,netai ouv ga.r qelh,mati avnqrw,pou hvne,cqh profhtei,a pote,( avlla. u`po. pneu,matoj a`gi,ou fero,menoi evla,lhsan avpo. qeou/ a;nqrwpoiÅ  (testo originale greco del v. 20-21).

Sappiate anzitutto questo: a nessuna profezia della Scrittura compete un' interpretazione soggettiva. (Nuovissima versione della Bibbia)

First of all you must understand this, that no prophecy of scripture is a matter of one's own interpretation, because no prophecy ever came by human will, but men and women moved by the Holy Spirit spoke from God. (New Revisited Standard Version)

hoc primum intellegentes quod omnis prophetia scripturae propria interpretatione non fit, non enim voluntate humana adlata est aliquando prophetia sed Spiritu Sancto inspirati locuti sunt sancti Dei homines (Vulgata)

Y hay que tener muy en cuenta, antes que nada, que ninguna profecía de la Escritura es de interpretación privada; porque jamás fue traída la profecía por voluntad humana; al contrario, los hombres hablaron de parte de Dios siendo inspirados por el Espíritu Santo. (Reina Valera Actualizada)

sapendo prima questo: che nessuna profezia della Scrittura è soggetta a particolare interpretazione Nessuna profezia infatti è mai proceduta da volontà d' uomo, ma i santi uomini di Dio hanno parlato, perché spinti dallo Spirito Santo.  (La Nuova Diodati)

Sappiate prima di tutto questo: che nessuna profezia della Scrittura proviene da un' interpretazione personale; infatti nessuna profezia venne mai dalla volontà dell' uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo.  (La Sacra Bibbia Nuova Riveduta)

indem ihr dies zuerst wißt, daß keine Weissagung der Schrift aus eigener Deutung geschieht.
 Denn niemals wurde eine Weissagung durch den Willen eines Menschen hervorgebracht, sondern von Gott her redeten Menschen, getrieben vom Heiligen Geist.  (Revedierte Erbelfelter)



Penso che per capire pienamente cosa dice questo brano bisogna capire il significato dell´opera in generale. Ecco allora una sintesi della Prima e Seconda lettera di Pietro.

Prima lettera di Pietro
Lo schema ideologico potrebbe essere:
*Dio
* Gesù Cristo -> preesiste, ispira i profeti mediante lo Spirito, ha donato la salvezza dando la vita, è risorto e verrà nella parusia.
* L´Uomo -> che era peccatore, ma ora salvato mediante il Battesimo, con vita nuova alimentata  dall´azione dello Spirito e dalla parola di Dio.
* La Chiesa, anche se non nominata espressamente. I cristiani sono membra di Cristo (4,16), costituiscono un edificio vivente (2,4-8), Cristo è il pastore supremo del gregge formato dai Cristiani. I "presbiteri" (vescovi) sono i pastori visibili che devono aver cura del gregge, sacrificandosi per essi (5,1-3). Pietro si presenta come loro capo: impartisce ordini e direttive. L´autore concepisce il popolo cristiano come un gregge affidato alla custodia vigilante di pastori (vescovi). Esiste un capo-pastore, Cristo (5,4), esistono dei pastori, che, sotto Cristo hanno una vera responsabilità nei confronti del gregge.

Seconda Lettera di Pietro
Per quanto riguarda la SCRITTURA, ha un valore determinante, è illuminata dall´esperienza diretta con Cristo (1,19). Nata sotto l´influsso dello Spirito, dovrà essere capita e interpretata nello stesso contesto, alla luce dello Spirito, ciò esclude l´interpretazione capricciosa e arbitraria.

Analisi linguistica e interpretazione
profhtei,a: significa "profezia, ministero profetico (Ap 11,6), detto o scritto profetico, carisma profetico (1Cor 12,10), predicazione (a questo punto anche scritta, poiché il Nuovo Testamento era già scritto). Il Grande Lessico del Nuovo Testamento dice: è il carisma dell´annuncio profetico della primitiva comunità cristiana donato dallo Spirito. L´annuncio della morte e la risurrezione di Cristo non è traducibile solo con profhtei,a ma anche con didach (che troviamo 12 volte negli scritti della Chiesa primitiva es. At 2:  Essi partecipavano assiduamente alle istruzioni degli apostoli, alla vita comune, allo spezzare del pane e alle preghiere).
grafh/j: della Scrittura. Scrittura a questo punto è anche il Nuovo Testamento. La profezia annuncio), citata un tempo e poi messa per iscritto è, come la Scrittura dell´Antico Testamento, sostenuta dallo Spirito Santo e viene da Dio. Ma abbiamo in questo brano il riferimento ai Profeti perché ora la profezia è stata compiuta in Gesù e i discepoli sono testimoni e portatori di questa profezia di morte e risurrezione, in linea con i profeti dell´antico Testamento. Per questo nel nostro contesto profezia e annuncio sono uniti, perché la profezia è rivelazione e testimonianza di Gesù Cristo ad opera degli Apostoli (vv. 18-19). Elemento in comune tra Antico e Nuovo Testamento è l´origine comune nello Spirito Santo. E se i profeti antichi hanno anticipato, per iscritto, la morte e la risurrezione di Cristo, ora la testimonianza Apostolica compie e interpreta la loro profezia.
ivdi,aj evpilu,sewj: interpretazione personale o particolare, anche perché l´unico modo di interpretare la Scrittura è con lo Spirito Santo. Confrontiamo con 1,21 che è il versetto successivo e 3,16:
"come in tutte quelle lettere in cui parla di questi argomenti, ci sono dei punti difficili a capire, che persone incompetenti e leggère stravolgono, al pari delle altre parti della Scrittura, a propria rovina personale".
La nota della Nuovissima versione della Bibbia dice: nate dallo Spirito, le profezie contenute nella Scrittura vanno interpretate e capite  in armonia con lo Spirito. Ciò esclude ogni interpretazione estranea al contesto spirituale, come appunto l´interpretazione personalistica (capricciosa, cervellotica).
Ecco allora spiegato anche il contesto di questo riferimento alle non interpretazioni personali della Scrittura.
gi,netai: è vero viene dal verbo ginomai il quale può significare, e cfr. le traduzioni in lingue, "accadere, succedere, fare, essere, esser fatto" e non esclusivamente "originare".
Nel v. 21 troviamo la dottrina dell´ispirazione di tutta la Scrittura, anche il NT e lo vogliamo confrontare con la 2Tm 3,2: Ogni Scrittura, infatti, è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare nella giustizia.

Ora se la Scrittura, ispirata dallo Spirito e da Dio, può essere interpretata con verità solo con l´aiuto dello Spirito, dove si trova lo Spirito, e come avviene l´interpretazione con l´aiuto dello Spirito?
È la Chiesa Apostolica che ha lo Spirito e quindi interpreta secondo lo Spirito che le è stato donato.

cfr. i seguenti passi:

Gesù rispose loro: «La mia dottrina non è mia, ma di Colui che mi ha mandato.
Se uno vuol fare la sua volontà, conoscerà riguardo alla dottrina se è da Dio o se parlo da me stesso.
Colui che parla da se stesso cerca la propria gloria, chi invece cerca la gloria di Colui che l'ha mandato, questi è veritiero e in lui non c' è impostura.

Gesù disse loro di nuovo: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch´io mando voi".  Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi".

Non trascurare il carisma che è in te e che ti fu dato per mezzo della profezia insieme all'imposizione delle mani dei presbiteri. (si parla del vescovo)

Chi, infatti, conobbe la mente del Signore da poterlo dirigere* Ora noi abbiamo la mente di Cristo.

Osservazioni (riprendendo le questioni dell´amico protestante)
* Pietro parla della Parola scritta, la profezia, ma quale? Perché dopo il nostro esame parla appunto della predicazione della Chiesa.
* La Parola scritta è salda e profetica, come scritte sono anche le Parole di Cristo e degli Apostoli, i quali manifestano la profezia in modo "pieno", testimoniandola e interpretandola fino alla venuta della Luce.
* I Profeti hanno ascoltato lo Spirito Santo, la Chiesa nata dallo Spirito Santo, ha ascoltato e ora trasmette con autorità ciò che le suggerisce per arrivare alla conoscenza perfetta del Cristo.


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Consiglia  Messaggio 94 di 95 nella discussione 
Da: StefanoSInviato: 18/06/2003 20.56
Rileggo quanto affermato da Raptor in una prospettiva evangelica:
parla appunto della predicazione della Chiesa.
* La Parola scritta è salda e profetica, come scritte sono anche le Parole di Cristo e degli Apostoli, i quali manifestano la profezia in modo "pieno", testimoniandola e interpretandola fino alla venuta della Luce
Ecco appunto la massima importanza della Parola di Dio, ogni cristiano è membro della chiesa (noi siamo la chiesa) e quindi guidato dallo Spirito Santo ricevuto nel momento della Nuova Nascita deve leggere la Bibbia e applicarla nella sua vita finchè arriverà la Luce e conoscerà pienamente (1Cor 13,9)
* I Profeti hanno ascoltato lo Spirito Santo, la Chiesa nata dallo Spirito Santo, ha ascoltato e ora trasmette con autorità ciò che le suggerisce per arrivare alla conoscenza perfetta del Cristo.
Certamente: i cristiani nati di nuovo che sono stati riscattati dal sangue dell'Agnello sono gli unici che possono predicare il vangelo per quello che è, perchè in loro vive lo stesso Spirito che ha ispirato la Parola e fa loro comprendere i testi secondo le intenzioni degli autori che erano ispirati dallo stesso Spirito.
Avendo lo stesso Spirito degli Apostoli è quindi possibile comprendere il senso pieno della Scrittura anche se vi è una frazione storica.
Una persona che invece non è nata di nuovo non può comprendere la Parola in senso spirituale, ma può solo presentare dottrine e formule, ma non vi è alcuna ingerenza di Dio, sono solo parole umane e quindi fallaci che portano facilmente verso dottrine errate, osservate alla luce dello Spirito che ha ricevuto chi è nato-di-nuovo attraverso la sola fede.
(ad esempio: Elia comprendeva correttamente le Scritture anche se il clero dell'epoca non approvava la sua interpretazione delle Scritture, ma Elia aveva lo stesso spirito che aveva Mosè quando scrisse la Parola, nonostante questo una mente non rinnovata avrebbe visto in Elia solo un ribelle che disubbidiva alla gerarchia sacerdotale)

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Consiglia  Messaggio 95 di 95 nella discussione 
Da: SweetHawkInviato: 18/06/2003 23.06
Gentile Stefano... come puoi dire una cosa del genere? Che i nati_di_nuovo sono i detentori della verità e il resto poco più che arruffoni intellettuali?
Scusa ma penso che a questa cosa non ci credi neanche tu.... perchè è una fandonia....
L'esperienza della nuova_nascita è una pratica strettamente evangelica e come tale va vista... perchè sai bene che gente nata_di_nuovo fa le peggiori nefandezze esattamente come altri... e gente non nata_di_nuovo vive esistenze sante e veramente più alte della media...
Ora se io devo accettare sta cosa non ci siamo proprio...
Anzi ti faccio ridere (o piangere non so)... come sai sono di origini familiari protestanti. Ora quasi tutti cattolici chi per motivi intellettuali e spirituali come me, chi per motivi di situazioni contingenti. Tra i miei familiari ci sono dunque alcuni nati_di_nuovo, altri no ecc ecc... Devo forse raccontarti altre cose per essere più chiaro?
Lasciamo stare perchè sai bene dove andrei a finire... e allora certe cose lasciamole a chi abbocca e non a chi capisce le cose come vanno....

PACE E BENE
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