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29 settembre Festa dei Santi Arcangeli Michele, Raffaele e Gabriele

Ultimo Aggiornamento: 28/09/2016 20:43
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15/09/2012 15:21
 
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B16 il male è il demonio

DALLA VISITA IN LIBANO


[SM=g1740733]

La visione di Leone XIII e la preghiera a San Michele Arcangelo

 
Il 13 ottobre 1884, Leone XIII finì di celebrare la Santa Messa nella cappella vaticana. Restò immobile per 10 minuti.

Poi, si precipitò verso il suo ufficio senza dare la minima spiegazione a chi era vicino a lui e che l'aveva visto divenire livido. Leone XIII compose immediatamente una preghiera a San Michele Arcangelo, dando istruzioni perché fosse recitata ovunque al termine di ogni Messa bassa.
Successivamente il Papa darà la sua testimonianza raccontando (sinteticamente) di aver udito satana e Gesù e di aver avuto una terrificante visione dell'inferno :
« ho visto la terra avvolta dalle tenebre e da un abisso, ho visto uscire legioni di demoni che si spargevano per il mondo per distruggere le opere della Chiesa ed attaccare la stessa Chiesa che ho visto ridotta allo stremo. Allora apparve S. Michele e ricacciò gli spiriti malvagi nell'abisso.
Poi ho visto S. Michele Arcangelo intervenire non in quel momento, ma molto più tardi, quando le persone avessero moltiplicato le loro ferventi preghiere verso l'Arcangelo »
.
Nel 1994, Papa Giovanni Paolo II ha chiesto che questa preghiera torni attuale : « che la preghiera ci fortifichi per la battaglia spirituale... Papa Leone XIII ha ha certamente avuto un vivo richiamo di questa scena quando ha introdotto in tutta la Chiesa una speciale preghiera a S. Michele Arcangelo... Chiedo a tutti di non dimenticarla e di recitarla per ottenere aiuto nella battaglia contro le forze delle tenebre e contro lo spirito di questo mondo ».


San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia contro le malvagità e le insidie del diavolo, sii nostro aiuto. Ti preghiamo supplici: che il Signore lo comandi ! E Tu, Principe delle milizie celesti con la potenza che ti viene da Dio, ricaccia nell'inferno satana e gli altri spiriti maligni, che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime.
Amen
Sancte Michaël Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute in infernum detrude. Amen.




[SM=g1740738]

DISCORSO DI GIOVANNI PAOLO II
DURANTE LA BENEDIZIONE DELLA STATUA RESTAURATA
DI SAN MICHELE ARCANGELO A CASTEL SANT’ANGELO

Lunedì, 29 settembre 1986

Onorevole signor ministro, signor sindaco, illustri signori e gentili signore!

1. Nell’esprimere grato apprezzamento per le nobili parole con cui l’onorevole ministro per i Beni culturali e il signor sindaco hanno interpretato i comuni sentimenti, rivolgo un deferente, cordiale saluto a loro e a tutti i presenti. È con viva gioia che mi trovo qui, nel giorno della festa dei santi arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele, per questa significativa celebrazione del ritorno della celebre statua di san Michele arcangelo sulla sommità di questo Castello, che da essa prende nome. La presenza di tale effigie appartiene infatti al paesaggio e al volto di Roma ormai da molti secoli e ha acquistato una sua imponenza particolarmente maestosa e solenne da quando il mio predecessore Benedetto XIV inaugurò, sul fastigio di questo edificio, l’attuale statua bronzea che raffigura l’Arcangelo nell’atto di riporre la spada nel fodero.

Le testimonianze storiche di un culto reso in questo luogo all’arcangelo Michele portano molto indietro nel tempo. Notizie attendibili attestano l’esistenza, già dall’epoca di Papa Bonifacio IV, di una cappella dedicata al suo culto e situata nella parte alta di questo edificio. L’intenzione era, ovviamente, di affidare la Città alla protezione di questo arcangelo, nel quale già il popolo di Israele vedeva una sua guida sicura (cf. Dn 12, 1) e che la Chiesa di Cristo, nuova famiglia di Dio, poteva perciò continuare a invocare come celeste tutore.

2. Seguendo l’esempio dei miei predecessori, e in sintonia con la tradizione profondamente radicata nella pietà del popolo romano, anch’io desidero invocare san Michele arcangelo quale protettore di questa Città, le cui sorti affido alla sua intercessione e alla sua tutela. Protegga il santo arcangelo l’attività di tutti i romani, ne favorisca la prosperità spirituale e materiale; aiuti ciascuno a orientare la propria condotta secondo i dettami della norma morale; ravvivi negli amministratori della cosa pubblica la volontà di dedizione al bene comune nel rispetto delle leggi e del vero interesse dei cittadini; conforti l’impegno degli onesti nella promozione dei fondamentali valori della giustizia, della solidarietà e della pace; storni da questa città le calamità che ne insidiano il concorde impegno sulla via dell’autentico progresso: in particolare le calamità caratteristiche di questo nostro tempo che sono la dissacrazione della famiglia, la violenza e la droga.

Con le parole di Dante, il vostro grande poeta, rivolgo anch’io al Signore la preghiera che tutte le riassume: “Come del suo voler li angeli tuoi / fan sacrificio a te, cantando osanna, / così facciano li uomini de’ suoi” (Purgatorio, XI, 10-12).

Con questi voti rivolgo il mio pensiero benedicente all’intera popolazione romana, e specialmente agli infermi e ai bambini. E ora imparto alla restaurata statua dell’arcangelo san Michele, la mia benedizione, estendendola al complesso monumentale del san Michele che, dopo i lavori di restauro, viene destinato a funzioni di tutela e di valorizzazione del patrimonio culturale italiano.


*************************

Saluto infinei giovani, gli ammalati e gli sposi novelli. L'odierna festa degli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele e quella imminente dei santi Angeli Custodi, ci spingono a pensare alla provvida premura con cui Dio si occupa di ogni persona umana. Sentite accanto a voi, cari giovani, la presenza degli Angeli e lasciatevi guidare da loro, affinché tutta la vostra vita sia illuminata dalla Parola di Dio. Voi, cari ammalati, aiutati dai vostri Angeli Custodi, unite le vostre sofferenze a quelle di Cristo per il rinnovamento spirituale dell'umana società. E voi, cari sposi novelli, ricorrete sovente all'aiuto dei vostri Angeli Custodi, affinché possiate crescere nella costante testimonianza di un amore autentico. (Benedetto XVI Udienza generale del 29.9.2010)

[SM=g1740733]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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