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dal dialogo: VERGINITA' DI MARIA

Ultimo Aggiornamento: 11/09/2009 08:25
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11/09/2009 08:08
 
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Da: cristianocattolico Inviato: 15/11/2002 17.31
Poi è interessante notare il parallelo tra la nascita di Gesù e la sua morte; Dio non corrompe la natura umana, non la altera ma la rispetta e la conserva intatta, quando Dio si manifesta nella vita dell’uomo non deturpa la sua natura, Dio ha concepito Gesù per opera dello Spirito Santo in Maria  senza corromperne la natura, significa che non l’ha corrotta nemmeno quando Maria partorì Gesù, l’ha lasciata intatta, vergine era all’atto del concepimento e vergine rimase dopo il parto, allo stesso modo di come Gesù fu deposto in un sepolcro nuovo (Mt 27,60 – notare come l’evangelista sottolinea - “sepolcro nuovo”) e nessuno dopo di Lui fu più deposto in quel sepolcro.
Questo a molti protestanti risulta difficile da accettare, per loro Maria quando partorì Gesù non fu più vergine, proprio a causa del parto. Ma come Dio concepisce senza corrompere Maria, e poi non è capace di farla partorire senza corrompere la sua verginità?
Molti protestanti amano relegare Maria al ruolo  “di donna come tante altre”, sminuendo forzatamente il suo ruolo nella Chiesa, ruolo che Dio aveva disegnato per lei fin dall’eternità, quando in  Gen, 3,15 Dio pose  inimicizia tra satana e la donna, e anche tra satana e la stirpe di lei.
Quale altra donna fu designata come madre del Salvatore fin dal principio?
Maria, non ha avuto altri figli dopo Gesù, anche questo si capisce fin dalla Genesi, perché se Dio ha posto inimicizia tra satana e la stirpe di lei (Gesù), significa che se Maria avesse avuto altri figli anche questi sarebbero stati nemici di satana (fin dalla nascita),  quindi uguali a Gesù, e quindi anche loro non sarebbero stati soggetti al peccato, ma nella Bibbia in Gen 3,15 c’è scritto chiaramente che solo due sono nemici di satana (la donna e la stirpe di lei) e in quanto tali non soggetti al peccato, Gesù e Maria. Se ci sarebbero stati eventuali altri fratelli carnali di Gesù, essi essendo la “stirpe” della donna (Maria) sarebbero stati anch’essi nemici di satana tanto allo stesso modo di Gesù, e quindi sarebbero stati sicuramente menzionati nelle Scritture come paladini di Dio. Qui cadono anche le illazioni di molti protestanti circa i presunti fratelli di Gesù, se questi “fratelli carnali” erano quindi la stirpe di Maria quindi anche loro nemici di satana come mai nella Bibbia troviamo che i fratelli di Gesù non credevano in Lui? Se non credevano in Lui vuol dire che erano sotto il peccato, ed era anche grave (come peccato) visto che erano (o dovevano essere) suoi fratelli carnali e visto che tutti quelli che non credevano in Gesù erano suoi nemici (come i farisei), e se erano nemici di Gesù di chi erano amici? Di satana, ed ecco che qui qualcosa non torna…
Ma i fratelli di Gesù (la stirpe della donna) non erano stati dichiarati nemici di satana fin dalla Genesi? E allora come mai pur essendo suoi fratelli “carnali” e nemici di satana, non credevano in Lui?

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Da: cristianocattolico Inviato: 15/11/2002 17.33
Cari fratelli protestanti, qui si vede che le vostre tesi circa i “fratelli carnali” di Gesù non hanno ragione di esistere, ma comunque nel corso di questo capitolo verranno fornite altre prove, anche se potrebbe bastare solo questa; dopo aver finito di leggere il presente capitolo vi prego di rileggerlo per meglio fissarlo nella vostra mente, affinché le vostre divergenze di interpretazione vengano dissolte alla luce della verità, e per quanto riguarda i presunti fratelli di Gesù invito il lettore a leggere il capitolo ad essi dedicato.
Quindi Gesù, e solo Gesù fu nemico dichiarato di satana (assieme alla madre), profetizzato fin dalla Genesi.
Gesù fu profetizzato nemico di satana in quanto Dio, e Maria in qualità di madre del Verbo-uomo. L’uomo come si vede nella stessa Bibbia può diventare amico di satana, come fecero Adamo ed Eva, come fece Caino, e molti altri compreso Pietro quando rinnegò Gesù, Pietro si pentì di quel comportamento e ritornò tra le braccia di Cristo, ma in tutta la storia dell’uomo si nota che egli (l’uomo) è soggetto al peccato, l’uomo prima o poi pecca e quindi diventa amico del peccato, di conseguenza in quel momento diventa amico di satana, poi magari si ravvede, ma nel momento del peccato l’uomo è amico del peccato (e quindi di satana), perché magari prova piacere stando nel peccato, come ad esempio può provare piacere carnale un uomo che tradisce la propria moglie, quest’uomo nel momento del peccato è amico di satana.
E’ evidente quindi che per nessun uomo e nessuna donna è stata fatta una profezia come quella di Gen 3,15 perché unico è il ruolo di Cristo nella storia dell’umanità, e unico è il ruolo di Maria, Gesù come Dio e Maria come sua madre;  l’uomo tramite Cristo può vincere il peccato, ma non si può dichiarare ne profetizzare a priori che egli è nemico del peccato fin dalla nascita, molto dipenderà dall’educazione che riceverà dalla famiglia, dagli amici che frequenterà e naturalmente bisogna vedere se abbraccerà la fede cristiana; quindi a nessun altro uomo dopo Maria, si può applicare la profezia di Gen 3,15.
Nella profezia non ci sono incertezze, Dio dice: “Ed io porrò inimicizia tra te e la donna e tra la tua stirpe e la sua stirpe, esso ti schiaccerà la testa e tu lo assalirai al tallone”.
Colui che schiaccerà il capo a satana è Gesù, Gesù è nemico di satana, ma anche Maria è nemica di satana, Gesù lo è, perché Dio, Maria lo è, per grazia divina.  “Ed io porrò inimicizia tra te e la donna…”  se quindi nel disegno di Dio Maria doveva essere nemica di satana in quanto doveva dare alla luce il Figlio di Dio, (il Verbo fattosi carne) è chiaro che satana non doveva possederla nemmeno per un istante, Maria non doveva essere sotto il dominio di satana nemmeno per un istante, altrimenti Gesù ne avrebbe ereditato il peccato trasmesso tramite la carne di Maria, perché Gesù non è nato come un fantasma ma come un uomo, quindi ha preso la carne da Maria e se tale carne era infettata dal peccato anche Gesù ne sarebbe stato contagiato, forse sembrerò ripetitivo ma preferisco rimarcare questi concetti perché alcuni fratelli scorrono le righe senza ben memorizzare quello che leggono, pieni come sono da tanti e tanti pregiudizi contro la Chiesa cattolica.
Qualsiasi persona che accetta Cristo come personale salvatore, viene lavata dai peccati, compreso quello di origine, ma ciò non significa che se una donna cristiana mette al mondo un figlio, questi non erediti il peccato originale dalla madre e dal padre, altrimenti le parole di Paolo
(Rm 3,9-23) perderebbero di significato, Paolo infatti dice che tutta la specie umana eredita il peccato commesso da Adamo ed Eva. L’uomo eredita il peccato d’origine perché i suoi genitori all’atto del loro concepimento hanno ereditato il peccato d’origine, e sono nati con questa macchia, quindi per un certo periodo della loro vita sono stati sotto il peccato, questo ne comporta che anche i loro figli erediteranno il peccato d’origine. Maria invece (per grazia divina) non fu nemmeno per un’istante sotto il peccato, quindi la carne di Gesù non ereditò nessun peccato d’origine umana.
Quando Paolo (Rm 3,9-23) dice: “che nessun uomo nato da donna è immune al peccato, tutti siamo sotto il peccato di Adamo” ma non vi è affatto contrasto tra le parole di Paolo e l’immacolata concezione di Maria, perché la colpa originale pesa in generale sulla specie umana derivata da Adamo, mentre la preservazione di Maria si attua sulla linea della persona, non della specie.
In Maria per singolarissimo privilegio e in vista dei meriti del Figlio, la redenzione opera in modo preventivo, cioè non solo purificandola ma anche preservandola e colmandola di grazia fin dal primo istante del suo concepimento.
Paolo con quelle parole mirava pure a convincere il popolo per evitare che qualcuno come i farisei o i leviti (di stirpe sacerdotale), si sentisse esente dal peccato; altrimenti dovremmo pensare per assurdo che siccome Gesù nacque da donna anche Lui fu soggetto al peccato, Paolo non dà questa chiarificazione perché è sott’inteso che Gesù non fu soggetto (cioè schiavo) al peccato, quindi nemmeno Maria, Gesù non lo è per la sua Divinità, Maria per grazia ricevuta in vista del suo parto soprannaturale, non c’è bisogno che Paolo specifichi, innanzitutto perché l’argomento che egli tratta nella lettera non è Maria, nella sua lettera Paolo prima ammoniva i discepoli per far capire loro che tutti (la specie umana) erano soggetti al peccato, poi perché il fatto che Maria è Gesù non erano soggetti al peccato era sott’inteso, basta leggere in Gen 3,15 la stirpe di Maria è la Vita, la stirpe di satana è la morte, e non bisogna mai dimenticare che anche la donna (Maria) è stata dichiarata nemica di satana.
Per quanto riguarda invece la perpetua verginità di Maria ribadisco che Gesù non corrompe la natura, non rompe ciò che Lui ha fatto, ad esempio quando entra nel cenacolo dopo la sua resurrezione, entra a porte chiuse senza romperle, quando il Verbo si è fatto carne non ha corrotto il corpo di Maria, così come non lo ha corrotto quando Maria ha partorito, le “porte” di Maria erano chiuse e chiuse sono rimaste, Gesù non le ha corrotte, a molti protestanti risulta difficile capire come mai Maria poté partorire rimanendo vergine, loro lo vorrebbero leggere a chiare lettere sulla Bibbia, ma non si rendono conto che hanno gli occhi annebbiati dai pregiudizi che per anni assorbono nei loro studi biblici. Molti fratelli protestanti sono molto intelligenti, ed anche bravi, sinceri, umili, fraterni, ma ripongono troppa fiducia nei loro pastori. Andare ad addentrarsi in lunghi studi scoraggia moltissimi fratelli (sia cattolici che protestanti), e moltissimi finiscono col dare fiducia incondizionata al presbitero o al pastore senza verificare, senza studiare, senza esaminare ogni cosa e tenere ciò che è buono  “esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono.”  (1 Ts 5,21).
Io devo ringraziare il Signore che ha saputo inculcarmi la pazienza e la volontà di studiare, di confrontare, di addentrarmi in lunghi studi e continui confronti tra i diversi modi (cattolici e protestanti) di interpretare la Bibbia, se non ci sarebbe stata nella mia vita una particolare e precisa circostanza che mi avrebbe motivato ad affrontare questi studi, io non sarei mai riuscito da me stesso a capire la verità, non mi sarei mai sognato di mettermi a studiare la Bibbia per alcuni anni, non mi sarei mai sognato di andare a reperire libri protestanti e libri cattolici per confrontare la varie tesi ed ipotesi in essi contenuti. Eppure il Signore in maniera mirabile mi ha coinvolto, ha suscitato in me un fortissimo desiderio di conoscenza, e rifacendomi al consiglio di san Paolo “esaminate ogni cosa e tenete ciò che è buono” mi sono addentrato in questi studi biblici.

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Da: cristianocattolico Inviato: 15/11/2002 17.36
Un’altro dei punti di discordanza tra cattolici e protestanti è il significato della parola fratello nel contesto biblico.
In greco obiettano i fratelli non cattolici, esistono due termini diversi per indicare rispettivamente fratello e cugino, adelfòs=fratello, anepsiòs=cugino, questo è vero, ma dimenticano che i Vangeli sono stati scritti in greco raccontando però episodi ebraici, raccontano il modo di esprimersi e di comportarsi del popolo ebraico,  che sicuramente non è uguale a quello del popolo greco. Se noi sentivamo dire ad un greco “fratello” sicuramente questo termine era riferito ad un fratello germano, ma se lo stesso termine lo pronunciava un ebreo, poteva significare anche compatriota, compaesano, membro della stessa tribù, cugino di primo grado, parente stretto, nipote, di questi esempi si trovano facilmente nella Bibbia, la cultura ebrea era molto diversa da quella greca, e se Paolo in una occasione usa il termine “cugino” per indicare la sua parentela con Barnaba è solo perchè Barnaba non era un suo cugino di primo grado ma un lontano parente.
I fratelli non cattolici che amano interpretare alla lettera la Bibbia dovrebbero chiedersi perché Luca (14,26) riporta le seguenti parole di Gesù: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo”. In particolare dovrebbero chiedersi come mai Luca usa la parola “odia” cioè a prima vista sembrerebbe che Gesù ci chiede di odiare i nostri genitori, i nostri figli e fratelli, solo così saremo degni di Lui. Ecco un chiaro esempio di come si debba conoscere bene il linguaggio ebreo antico e il modo di esprimersi degli ebrei, altrimenti si cade facilmente nell’errore, infatti la parola “odiare” per gli ebrei non aveva lo stesso significato odierno, noi oggi con “odio” indichiamo disprezzo, inimicizia, ostilità, malevolenza, ecc., ma ai tempi di Gesù (e anche prima) gli ebrei con “odiare” intendevano solo “amare di meno” per gli ebrei “odiare” non significava disprezzare, ma solo “amare di meno” quindi nella mentalità ebrea “odio” non significava “disprezzo” ecco come alla luce di questo possiamo capire perché Luca ha usato la parola “odia” quindi Gesù non ci dice di “odiare” i nostri parenti, ma solo di amarli meno di Lui, di mettere a primo posto Lui, ma senza la opportuna conoscenza del linguaggio e dei costumi degli antichi ebrei avremmo capito correttamente la frase che Luca ci racconta?
Gli ebrei con la parola “ah” (=fratello) esprimevano la parentela in genere o, addirittura semplicemente compaesano o compatriota; gli ebrei quando volevano indicare un fratello germano (=uterino), di sangue) ricorrevano ad espressioni più lunghe, come “figlio di suo fratello”, “figlio di sua madre” ecc.. Gesù è sempre indicato come figlio di Maria. GLI ALTRI MAI.
Le parole greche che significano “fratello e “sorella”, non sempre in senso stretto ed anche in senso traslato, traducono termini ebraico-aramaici che oltre a designare i figli di stessi genitori, designano anche parenti prossimi, specialmente per consanguineità, senza specificare il grado di parentela.
Per i vari gradi di parentela, poi, le due lingue non possiedono neppure tutti i vari termini che hanno le nostre lingue odierne.
Comunque è bene precisare che non è detto che i fratelli e le sorelle di Gesù siano anche figli di Maria, dimostreremo infatti che i fratelli di Gesù che vengono menzionati nella Bibbia in realtà sono suoi parenti.
Se i fratelli protestanti verificherebbero come effettivamente le lingue aramaica ed ebraica erano povere di termini, si accorgerebbero che “ah” significa fratello, e con questa parola gli ebrei esprimevano la parentela in genere, come indicato sopra.
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Da: cristianocattolico Inviato: 15/11/2002 19.28
Per studiare seriamente la Bibbia e soprattutto capirla bene, è necessario sapere che spesso le parole non si devono interpretare così come giacciono, ma col giusto significato che l’autore sacro vuole indicare.
Infatti studiando tutta la Bibbia (non solo una parte di essa) troviamo in essa le prove del giusto significato di alcune parole che possono portare ad equivoci se prese solo letteralmente.
Un giusta conoscenza del linguaggio biblico ci permette di evitare errori grossolani.
Giacomo, fratello di Gesù, è figlio di Alfeo (Mt 10,3).
Giacomo quindi è un parente di Gesù, e fu capo della Chiesa di Gerusalemme dopo la dispersione degli Apostoli (At 12,17; 15,13; 21,18)
Giuda detto anche lui fratello di Gesù così incomincia la sua lettera: “Giuda servo di Cristo, fratello di Giacomo” anche lui quindi è cugino di Gesù.
“E le sue sorelle non sono tutte fra noi?” E’ chiaro che quel “fra noi” dà l’idea di persone che abitano nella stessa contrada, quartiere, località di chi sta parlando.
Si capisce che si tratta di parentela larga, di conoscenti più intimi o di paesani.
Si dovrebbe prima capire il linguaggio biblico, studiare il modo di esprimersi di quei tempi, e poi analizzare seriamente ogni singolo contesto, ogni singolo versetto, fare l’analisi logica di ogni singola frase, non perdendo mai di vista i termini linguistici usati all’epoca.
Ad esempio la parola primogenito, nelle Sacre Scritture assume diversi significati in relazione al contesto nel quale questa parola viene usata, e comunque gli ebrei gli attribuivano un significato più complesso rispetto a quello odierno usato da noi occidentali.
Serve cultura biblica per capire appieno i passi più difficili delle Sacre Scritture. Leggendo queste parole qualcuno che mi conosce, sapendo che io non sono un professore, ne dottore, storcerà il naso, ma le mie parole non vogliono essere cariche di arroganza e presuntuosità, ma di amore fraterno, lo stesso amore che mi spinge a studiare sempre di più la Bibbia e sperare che un giorno tutta la cristianità si riunifichi e ritorni nella vera Chiesa di Cristo, gioendo nel lodare all’unisono Cristo Gesù, se io nel mio piccolo faccio la mia parte, e ognuno farebbe la propria, impegnandosi al dialogo, allo studio, all’approfondimento e si pregherebbe di più per la riunificazione della cristianità allora le mie parole non sarebbero guardate con stupore e derisione, perché a Dio nulla è impossibile, ma Dio ha sempre voluto la collaborazione dell’uomo, non forzandolo ma lasciandolo libero, accentando una collaborazione amorevole.
In Col. 1,15 ad esempio Gesù viene indicato come il Primogenito di tutta la creazione “Egli è l’immagine del Dio invisibile Primogenito di tutta la creazione;”
Se non si analizza il contesto in cui tali parole sono scritte, si finisce per storpiarne il significato.
Infatti i Testimoni di Geova da queste parole ne traggono la conclusione che Gesù fu il primo angelo  ad essere creato da Dio Padre, quindi Gesù per loro è la prima delle creature.
Ma noi sappiamo che Gesù non fu creato, ma generato; solo gli angeli e noi uomini siamo stati creati, quindi non siamo della stessa sostanza del Padre, ma siamo stati adottati come figli per mezzo di nostro Signore Gesù Cristo.
Lui è della stessa sostanza del Padre, ne condivide la divinità, Lui essendo stato generato fin dal principio, è eterno come il Padre, è sempre esistito come il Padre,  assieme allo Spirito Santo, come ciò sia possibile noi uomini non possiamo arrivare a capirlo, così come non possiamo arrivare a capire appieno come sia possibile che il Padre non abbia un principio indicato con una data di nascita, alla stessa maniera di come noi uomini abbiamo un inizio fissato dalla nostra data di nascita.
Quindi come crediamo per fede che non ci fu un tempo in cui il Padre non era ancora nato, cosi crediamo per fede che il Verbo è eterno come il Padre, non è più piccolo di età, ma di uguale età, di uguale potenza, e di uguale sapienza.
Eppure i tdG si ostinano a definire Gesù una creatura, la prima delle creature, i testimoni di Geova sono anche loro protestanti, seguono anche loro la legge del libero arbitrio, anche loro rigettano gli insegnamenti cattolici.
Qui la parola primogenito viene chiaramente usata per indicare la regalità di Gesù, l’importanza di Gesù, perché nel linguaggio ebraico antico la parola “primogenito” indicava e conferiva dei precisi diritti, indicava prestigio; se non si studierebbe il contesto di quelle parole e non le si collegherebbe con altri versetti dove viene usata la parola primogenito, non si capirebbe mai il vero significato di questa parola usata tanti secoli addietro, il cui significato (ripeto) era diverso da quello odierno. Oggi il significato della parola “primogenito” ha assunto un valore diverso da allora, questo perché nel corso dei secoli si modificano i costumi, il modo di parlare, il modo di esprimersi, il linguaggio si arricchisce di nuovi termini che magari sono più specifici nell’indicare una determinata cosa, azione, valore etico ecc..
 
Pace
Salvatore

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Consiglia Elimina    Messaggio 18 di 140 nella discussione 
Da: cristianocattolico Inviato: 15/11/2002 19.31
Il vocabolario che usavo io quando andavo alle elementari non aveva tutte le parole di cui sono dotati oggi i moderni vocabolari, questo perché il linguaggio si evolve e vengono coniate nuove parole per esprimersi e scrivere in maniera sempre più precisa e dettagliata, e teniamo presente che io alle elementari ci andavo circa 25 anni fa, e se in un tempo cosi breve sono stati aggiunti un moltitudine di nuovi vocaboli alla lingua italiana, ognuno dei quali mirato a descrivere sempre in modo più preciso possibile la realtà a cui si riferisce, si può capire come e in che maniera in 2000 anni il linguaggio ebraico (o greco) si sia potuto evolvere. Un esempio chiarificatore forse può rendere meglio l’idea: se prima che le armi da sparo fossero inventate qualcuno usava la frase: “un banchiere di via del Fante è caduto sotto il piombo dei rapinatori” nell’antichità si poteva pensare che il banchiere magari fosse stato schiacciato da un masso di piombo, da una lastra o da un carro fatto di piombo usato dai rapinatori, o magari ci si sarebbe soffermati cercando di capire cosa volesse significare una frase del genere, ma se la stessa frase viene ripetuta oggi, nessuno nutre dubbi sul fatto che i rapinatori abbiano sparato al banchiere. Per noi è facile deridere chi non capisce, ma immedesimiamoci in chi tanti anni fa, non conosceva le armi da sparo, che cosa avrebbe pensato?
Alcuni  termini linguistici mutano il loro significato nel corso della storia, in seguito magari a scoperte scientifiche, o ad eventi che mutano il corso della storia e il modo di vivere degli uomini.
E’ normale quindi che si deve conoscere il linguaggio (povero di termini) usato nelle Sacre Scritture, perché esse furono scritte molti secoli addietro, in quella realtà culturale.
Se ci dovremmo attenere al significato odierno della parola “primogenito” allora dovremmo dare ragione ai testimoni di Geova, dicendo che Gesù sarebbe realmente il primogenito del creato cioè il primo di tutte le creature, perché oggigiorno questo indica la parola “primogenito”, eppure noi cristiani distinguiamo il significato di “primogenito” nei versetti di Col 1,15, perché si capisce che quella parola viene usata in quel contesto per rivestire Gesù di regalità, importanza, predominanza; allora mi chiedo come mai i fratelli protestanti quando incontrano tale parola nei versetti relativi all’infanzia di Gesù gli debbano per forza attribuire il significato “odierno”, cioè che Gesù venne chiamato primogenito di Maria perché ebbe altri fratelli carnali, giustificando questo con altri versetti dove vengono menzionati i fratelli di Gesù, in realtà suoi cugini. Perché in Col 1,15 interpretano e in altri versetti leggono alla lettera?
Bisogna essere obiettivi, e non chiudere gli occhi di fronte all’evidenza, cioè che nel linguaggio antico la parola primogenito veniva usata in modo diverso da oggi, come anche la parola fratello.
Purtroppo molti fratelli protestanti sono convinti che qualsiasi cosa dica il pastore, la dica sotto la guida dello Spirito Santo, di conseguenza lui anche se non porta prove, viene creduto, il cattolico che le porta invece viene considerato eretico o ignorante.
Il fedele protestante che sente una versione dei fatti differente dalla loro, avrebbe il dovere da buon cristiano di verificare di persona; un fratello che per grazia di Dio è dotato di intelligenza perché non deve approfondire e verificare?

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Consiglia Elimina    Messaggio 19 di 140 nella discussione 
Da: cristianocattolico Inviato: 15/11/2002 19.35
Ma insomma,
questi figli a Maria glieli volete attribuire per forza, o vi interessa la verità?
Vi toglie qualcosa la verginità di Maria?
A ogni cristiano dovrebbe importare la verità, non le supposizioni, e i pregiudizi a oltranza.
 
Pace
Salvatore
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