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dal dialogo: VERGINITA' DI MARIA

Ultimo Aggiornamento: 11/09/2009 08:25
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11/09/2009 08:10
 
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  Elimina    Messaggio 26 di 140 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Teofilo Inviato: 16/11/2002 23.04
Caro Yohel,
 
le domande che hai posto nel tuo ultimo messaggio, me le ero posto anch'io leggendo la Scrittura.
Sottolineo ancora una volta che la Scrittura, letta senza i parametri corretti porta fuori strada. Infatti la frase detta da Gesù sul fatto che solo il Padre conosce l'ora della fine, contrasta apparentemente con un'altra espressione dove si dice che "in Lui (Gesù) sono riposti tutti i tesori della scienza e della sapienza di Dio".
Come fa notare anche S. Girolamo, "tutti i tesori" non esclude nessuna conoscenza nel Verbo eterno di Dio.
Perchè allora Gesù ha detto di non sapere?
 
Gesù ha anche detto per esempio: "io non giudico" eppure sappiamo che Egli è stato costituito giudice di tutto e ditutti.
Oppure dice: "La mia dottrina non è mia".   Se è "sua" come può non essere "sua"?
 
Vedi allora che la Scrittura deve essere vista sotto tutte le angolazioni.
 
Gesù dunque, non sapeva ciò che non rientrava nella sua missione di rivelare, non giudicava ciò che in quel momento non doveva giudicare, ma rimetteva al Padre il giudizio e la conoscenza che in quel momento non facevano parte della sua opera terrena.
 
Appena possibile cercherò la pagina di S. Girolamo, in merito a questo argomento, se può interessarti, e quella di qualche altro scrittore che risponde alla seconda domanda.
 
Con affetto

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Consiglia Elimina    Messaggio 27 di 140 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Teofilo Inviato: 17/11/2002 16.59

Come avevo accennato inserisco il brano di S.Girolamo dove tratta la questione sollevata da Yohel

Commento a Marco 13, 32-33

II passo del Vangelo di cui ci occupiamo oggi, necessita di un'ampia spiegazione. Prima di accostarci ai sacramenti, dobbiamo togliere ogni dubbio: non ne resti alcuno nell'anima di coloro che si preparano a ricevere i sacramenti. Infatti coloro che stanno per ricevere il battesimo, debbono credere nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo.

Ma qui, ora, il Figlio dice: Circa poi quel giorno e. quell'ora, nessuno sa nulla, neanche gli angeli in cielo, ne il Figlio, fuorché il Padre 1. Ebbene, se noi riceviamo il battesimo ugualmente dal Padre dal Figlio e dallo Spirito Santo, se unico è il nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo, cioè Dio, e questa è la nostra fede, e se uno solo è Dio, in qual modo possono esservi nell'unica divinità diversi gradi di conoscenza? Cos'è più grande essere Dio, o conoscere tutto? Se il Figlio è Dio, in qual modo può ignorare qualche cosa? Sta scritto del Signore e Salvatore: " Tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui, e niente è stato fatto senza di lui "2. Se tutte le cose sono state fatte per mezzo di lui, anche il giorno del giudizio che dovrà venire è stato fatto per mezzo di lui. Forse egli può ignorare quanto ha fatto? Può l'artigiano non conoscere la sua opera? Leggiamo cosa dice l'Apostolo, di Cristo: " In lui sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza "3. Considerate quanto dice l'Apostolo: In Cristo sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza. Non dice che alcuni di questi tesori sono in Cristo e altri non vi sono: ma dice che tutti i tesori della sapienza e della scienza sono nascosti in lui. Quindi tutto ciò che è in lui, non può non esser presente a lui, anche se a noi è celato. Orbene, se in Cristo sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della scienza, dobbiamo cercare perché sono nascosti. Ecco, se noi uomini conoscessimo il giorno del giudizio, se sapessimo, per esempio, che il giorno del giudizio verrà tra duemila anni, se fossimo certi che cosi sarà, oggi cesseremmo di prenderci cura della nostra anima. Diremmo: Perché debbo preoccuparmi, dato che il giorno del giudizio verrà tra duemila anni? Pertanto, ciò che il Figlio dice, affermando di ignorare il giorno del giudizio, giova alla nostra salvezza, perché appunto a noi giova non conoscere il giorno del giudizio finale.

Considerate ora quanto segue. State attenti, vegliate e pregate, perché non sapete quando sarà quel tempo4, dice Gesù. Non dice " perché non sappiamo ", ma dice " perché non sapete ". Sembra che finora abbiamo fatto violenza alla Scrittura, e che non ne abbiamo spiegato il senso. Dopo la risurrezione, gli apostoli interrogano il Signore e Salvatore, dicendo: " Signore, quando sarà restaurato il regno d'Israele? "5. O apostoli, — sembra dire il Signore, — avete sentito prima della risurrezione che io non conosco quel giorno e quell'ora: e mi chiedete di nuovo quello che non so? Ma gli apostoli non credono che il Salvatore non sappia. State attenti al mistero. Colui che prima della passione non sapeva, dopo la risurrezione sa. Che cosa risponde infatti agli apostoli che, dopo la risurrezione, lo interrogavano sulla fine del mondo, chiedendogli l'epoca in cui sarebbe stato restaurato il regno d'Israele? " Non sta a voi — risponde — conoscere i tempi che il Padre ha riserbato in suo potere "6. Non dice " non so ", ma dice " non sta a voi conoscere ", perché non giova alla vostra salvezza conoscere il giorno del giudizio. Vegliate dunque, perché, non sapete quando venga il padrone della casa.

Potremmo dire molte altre cose a proposito di queste parole: ci limitiamo a questo perché il nostro scopo è di allontanare ogni dubbio, qualsiasi supposizione che colui nel quale voi vi preparate a credere ignori qualcosa.

3 Col. 2, 3.

4 Me. 13, 33.

5 Atti, 1. 6.

6 Atti, 1, 7.

7 Me. 14, 3.

8 Cant. I, 2.

9 Cf. Sai. 75, 2.


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Consiglia Elimina    Messaggio 28 di 140 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Teofilo Inviato: 17/11/2002 18.03

Estratto dal De trinitate di S.Agostino.

 Poiché tanto i buoni che i cattivi dovranno vedere il giudice dei vivi e dei morti 235, i cattivi non lo potranno certamente vedere se non nella natura per la quale è Figlio dell’uomo, tuttavia nello splendore in cui giudicherà, non nell’umiliazione in cui fu giudicato. Del resto senza dubbio gli empi non vedranno la natura divina per la quale è uguale al Padre; infatti non sono puri di cuore ed è scritto: Beati i puri di cuore perché vedranno Dio 236. E questa visione è a faccia a faccia 237; promessa come sommo premio ai giusti, essa sarà data quando il Signore consegnerà il regno a Dio Padre; in questo egli vuole che si intenda anche la visione della sua natura, una volta sottomessa a Dio ogni creatura, compresa quella stessa nella quale il Figlio di Dio è divenuto uomo. Poiché secondo questa umanità anche il Figlio sarà allora sottomesso a colui che gli sottomise tutte le cose affinché Dio sia tutto in tutti 238. D’altra parte se il Figlio di Dio giudice, quando starà per giudicare apparisse anche ai malvagi nella natura in cui è uguale al Padre, quale sarebbe il vantaggio che egli promette a chi lo ama quando dice: Io dunque lo amerò e mostrerò me stesso a lui 239? Perciò il Figlio di Dio giudicherà, ma non in forza dell’autorità umana, bensì in forza di quel potere che lo fa Figlio di Dio. D’altra parte il Figlio di Dio giudicherà senza apparire in quella natura nella quale, come Dio, è uguale al Padre, ma mostrandosi in quella per cui è Figlio dell’uomo 240.


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Consiglia Elimina    Messaggio 29 di 140 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 07/02/2003 15.03
Dunque.....il sig.Luca lancia l'ennesima sfida.....mentre si parlava della Salvezza citando la Lettera di Giacomo.....per dare la sua risposta dice:
Qua l'apostolo Giacomo, il fratello carnale di Gesù Cristo (che era anche il pastore della comunità di Gerusalemme), .......
 
Una battura che si poteva risparmiare......
ora....visto che lei sig. Luca è per la sola scrittura....dovrebbe portare NON la sua interpretazione, ma il verso scritturale che dica "fratello carnale".......se non c'è.....lei sta seminando l'errore......
 
Mettiamo i puntini sulle "i"
 
la Lettera di Giacomo, tanto per cominciare.....NON è dato per scontato che l'autore sia Lui......e non si hanno notizie nemmeno sui destinatari....nemmeno quando venne scritta.....Questa Lettera è attribuita dunque a quel "Giacomo e Cefa e Giovanni" citato in Gal.2,9 da Paolo....colonne della Chiesa.....capo della comunità di Gerusalemme.......ucciso intorno all'anno 62 sotto il sommo sacerdote Anania.....Tuttavia gli esegeti concordano che questa Lettera è più attribuile a qualche suo discepolo verso la fine del secolo....e questo lo si deduce appunto dalle raccomandazioni che seguono......tutte A SOTTOLINEARE.....la pratica delle virtù cristiane in risposta all'inizio DELLA DIASPORA......
 
Il passo più importante di questa Lettera è L'UNZIONE DEGLI INFERMI.......con l'uso di OLIO SACRO.......Gc.5, 14.....che viene però completamente ignorato dai Protestanti...come mai??
.........
Ora...dal momento che in questo forum ne abbiamo parlato e dal momento che a parole il sig. Luca non si è mai tirato indietro per un confronto.....qui ci sono migliaia di spunti BIBLICI...per un confronto serio......se non vuole partecipare...faccia attenzione, allora...a non seminare zizzania.....
 
Fraternamente C.

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Consiglia Elimina    Messaggio 30 di 140 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 25/02/2003 15.52
Poichè i fratelli Pentecostali, ma non soltanto loro....tirano ogni tanto sti figli fuori.......presunti tali....di Maria..... prendiamo un testo di Origene......che è proprio del primo secolo della Chiesa e leggiamo cosa ne pensava lui......che era già una voce nella voce......
 
" Occorre quindi avere l'ardire di affermare da una parte che i vangeli sono le primizie dell'intera Scrittura e dall'altra parte che primizia dei Vangeli è quello di Giovanni, il cui senso profondo non può essere colto se non da colui che ha "appoggiato il capo sul petto di Gesù e che ha ricevuto Maria come sua propria Madre".  Ma ora fai attenzione a quel che ti dico: colui che sarà un altro Giovanni deve diventare tale da essere indicato da Gesù, per così dire, come un altro Giovanni, vale a dire come un altro Gesù. Se infatti non esiste alcun figlio di Maria all'infuori di Gesù, secondo il parere di coloro che pensano rettamente di lei, e ciò nonostante Gesù disse a sua madre:  < Ecco il tuo figlio! >( Gv.19,26), e non già: < Ecco anche questo ti è figlio >, ciò significa: Questi (Giovanni) è Gesù che hai partorito. Perchè chiunque infatti è perfetto, non è più lui a vivere, ma in lui vive il Cristo (cf.Gal.2,20); perciò fate attenzione fratelli miei, che quando si parla di lui a Maria, si dice: < Ecco il tuo figlio >, cioè, ecco colui che è diventato un bravo cristiano è Gesù Cristo, quindi < Ecco tua Madre >, cioè, come è veramente Madre dell'unico Gesù Cristo, ora ti è Madre a te nella salvazione! "
 
(Origene, "Commento a Giovanni" -la catechesi- 1,4,PG 11,1048 - "Maria nel pensiero dei Padri della Chiesa" di  L. Gambero, Ed.Paoline pp.80-81)
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