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dal dialogo: VERGINITA' DI MARIA

Ultimo Aggiornamento: 11/09/2009 08:25
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11/09/2009 08:11
 
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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolico Inviato: 25/02/2003 19.37
Mt 10,1-4 "I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea, suo fratello (fratelli carnali); Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello (fratelli carnali), Filippo e Bartolomeo, Tommaso e Matteo il pubblicano, Giacomo di Alfeo e Taddeo (fratelli carnali), Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, che poi lo tradì."
 
At 1,13-14 "C’erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelòta e Giuda di Giacomo (fratello minore di Giacomo già vescovo di Gerusalemme ai tempi in cui Luca scrisse il suo Vangelo??? Ndr). Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù e con i fratelli di lui."
Non era qui più semplice dire: "...con Maria la madre di Gesù, e gli altri suoi figli???
 
 
Giuda 1,2 "Giuda, servo di Gesù Cristo, fratello di Giacomo, agli eletti che vivono nell’amore di Dio Padre e sono stati preservati per Gesù Cristo: misericordia a voi e pace e carità in abbondanza."
 
Se Giuda dice di essere fratello di Giacomo, e Giacomo dovrebbe essere fratello carnale di Gesù, anche Giuda lo sarebbe (fratello carnale), e allora come mai Giuda non dice: "...fratello di Gesù e fratello di Giacomo....???"
 
Perchè Giuda nella sua lettera menziona solo Giacomo come fratello?
 
In ambiente orientale si ritenne che Giacomo “fratello del Signore”, e Giacomo figlio di Alfeo, l’apostolo, fossero due persone distinte. La distinzione, forse introdotta, fra il II e il III secolo, dagli scritti pseudo-clementini, fu poi seguita da Eusebio (Hist. Eccl. I, 12), da Giovanni Crisostomo e, fra i latini, da Girolamo nei suoi ultimi scritti.
I Padri greci sostennero invece l’identità dei due Giacomo (Ireneo, Clemente Aless., Didimo cieco, Atanasio, Cirillo di Gerusal., Teodoro di Mopsuestia, Teodoreto di Ciro).
In Occidente si ammise quasi all’unanimità che fossero la stessa persona.
Dell’apostolo Giacomo figlio di Alfeo, considerato come personaggio distinto dal Giacomo “fratello del Signore”, non si sa praticamente nulla. Se invece lo si identifica con il parente di Gesù, molti particolari della sua vita e della sua morte sono offerti dalla tradizione ecclesiastica (Eusebio, Egesippo), dove sono evidenziati soprattutto la sua santità e il suo zelo anche in favore degli ebrei.
 
E ricordo ai fratelli protestanti che Eusebio e Egesippo non erano gli ultimi arrivati in fatto di documenti storici. Poi c'è quello che dice Origene al post 30, e Agostino al post 20
 
Quindi sarebbe ora di smetterla di andare vagando e sparando sciocchezze a raffica, le solite sciocchezze che spara chi non è informato, ma in compenso è troppo orgoglioso per ammettere di aver sbagliato.
Noi portiamo le prove, non spariamo fesserie sulla testa dei pentecostali, come invece fanno loro contro la Chiesa cattolica e i cattolici, senza mai portare uno straccio di prova, ma citando solo errori ed eccessi umani, solamente umani.
La dottrina cattolica, quella serve come prova, e in essa non troveranno mai eresie, ma posso dire che il 98% dei protestanti non la conosce, nonostante ne parli e ne sparli infangandola e diffamandola.
Parlano e sparlano senza conoscerla, avessero almeno un pò di serietà e meno orgoglio ammettendo ogni tanto che sbagliano.
Conosco pentecostali seri e non orgogliosi, ma sono una ristretta minoranza.
La maggior parte di essi a primo impatto dà l'impressione di essere dotti biblici, quando poi si trovano davanti qualcuno veramente preparato, allora cominciano a divagare senza meta, tanto per non ammettere MAI la loro ignoranza.
Questa è la realtà, QUESTA E' LA VERITA';
e cominciano ad additare come cattivo e odioso chiunque gli dimostri la loro scarsa e superficiale preparazione biblica.
Se invece si fa i bacchettoni davanti a loro e si annuisce sempre ad ogni loro parola, allora si è buoni.................
 
Serafino ne è un chiaro esempio, ma ne potrei citare tanti e tanti altri, a cominciare dai pastori.
 
Pace
Salvatore
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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 26/02/2003 9.37
Ma....non solo Origene ne parla.........la Chiesa Alessandrina aveva a cuore il termine la Theotokos.......che trova in s.Cirillo il massimo difensore e divulgatore.
Questo termine era caro ai Padri della Chiesa perchè vedeva in esso LA GARANZIA della retta Dottrina sull'Incarnazione e del Mistero stesso della Trinità in quel periodo molto dibattuta.......
Questo mistero suscita in s.Cirillo ulteriore attuazione dei Progetti di Dio sul mistero della Salvezza stessa.
Il termine MEDIATRICE, tanto discusso oggi.....era invece una REALTA' di fede già a quei tempi.......
Nella famosa Omelia XI, il Patriarca alessandrino saluta la Vergine quale strumento di una lunga serie di interventi da parte di Dio......usando queste parole:
 
" Ti saluto o Maria, Theotokos: per mezzo tuo i profeti vaticinano e i pastori innalzano lodi a Dio...; gli angeli danzano e gli arcangeli cantano inni...; i magi si pongono in adorazione...; è stata elevata la dignità dei Dodici Apostoli...; Giovanni il precursore, ancora nel seno della madre, esultò e la lucerna adorò la Luce perenne ancora avvolta nel tuo tessuto verginale.....;è entrata nel mondo la Grazia ineffabile...; è entrata nel mondo la Luce vera, il Signore nostro Gesù Cristo...; è giunta la Luce su quanti erano nelle tenebre e nell'ombra della morte...; il Vangelo proclama < Benedetto Colui che viene nel nome del Signore >(Lc.19,38); per mezzo tuo, o Madre, le chiese di coloro che posseggono la retta Fede sono state fondate nelle grandi Città, nei villaggi, nelle isole...; venne  nel mondo il vioncitore della morte e il distruttore dell'inferno...; venne Colui che ha fatto la prima creazione e ha rparato la prevaricazione del primo uomo, colui che è la guida del Regno celeste...; per mezzo tuo, o Madre, è fiorita la bellezza della Risurrezione e ha proiettato il suo fulgore; è rifulso il tremendo Battesimo di santità, quello del Giordano...; Giovanni e il Giordano sono santificati e il diavolo è stato disonorato...; per mezzo tuo, o grande Theotokos, ogni spirito fedele giunge alla salvezza! "
 
(Omelia XI, PG 77, 1030 - "Maria nel pensiero dei Padri della Chiesa" di  L. Gambero, Ed.Paoline pp.273/274)

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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 26/02/2003 10.12
S.Cirillo di Alessandria, Dottore appunto della Chiesa Universale, fu una figura molto forte ed incisiva del V secolo.....La sua estenuante difesa del termine Theotokos, specialmente contro l'eresia Nestoriana, ebbe il merito di legare la questione mariana a quella cristologica, facendole acquistare una maggiore solidità e valenza teologica.....L'insegnamento di questo Dottore viene confermato sia nel Concilio di Calcedonia sulla questione Trinitaria, sia al Concilio di Efeso sul mistero dell'Incarnazione....
Scriveva ancora s.Cirillo:
 
LA THEOTOKOS è motivo di gioia per il mondo intero!
 
" Vedo l'Assemblea luminosa, con tutti i santi riuniti nello zelo, invitati dalla santa Madre di Dio Semprevergine, Maria!
Vi confesso che mi sentivo in grande tristezza, ma la presenza dei santi Padri ha mutato questa pena in allegrezza. Ora si è compiuta per noi la dolce parola dell'innografo Davide: < Oh! quanto è bello e giocondo che i fratelli vivano insieme! > (Sal.132,1).
Ti salutiamo, dunque, o santa e mistica Trinità, che ci hai convocato in questa Chiesa dedicata a Maria, Madre di Dio. Salve a Te, Tesoro augusto dell'intera terra abitata, lampada inestinguibile, corona della verginità, scettro dell'ortodossia, Tempio indissolubile, ricettacolo di Colui che non può essere contenuto, Madre e Vergine, per mezzo della quale è detto nei Vangeli: < Benedetto Colui che viene nel nome del Signore > (Mt.21,9).
Salve, o tu che hai racchiuso nel tuo grembo verginale e santo Colui che è incontenibile!
Per mezzo Tuo la santa Trinità è glorificata; la Croce viene preziosamente celebrata e adorata nel mondo intero; il cielo esulta, gli angeli e arcangeli si rallegrano; i demoni sono messi alla fuga; il diavolo viene precipitato, mentre la creatura viene risollevata (cf.Gn.3,15); per mezzo tuo tutte le creature prigioniere dell'idolatria giungono a conoscenza della Verità.
Per mezzo tuo è amministrato ai credenti il santo Battesimo e l'olio dell'esultanza; con te vengono innalzate chiese nel mondo intero per glorificare Dio; per mezzo tuo i popoli sono condotti alla conversione.
Ma che dire di più?
Per mezzo tuo il Figlio dell'Unigenito di Dio risplendette quale Luce a coloro che giacevano nelle tenebre; per mezzo tuo i morti risuscitano, i sovrani regnano, ma ancor di più, per mezzo tuo regna Sovrana ed incontrastata la santa e gloriosa Trinità.
Ma qual'è l'uomo capace di celebrare la gloriosissima Maria?
Si tratta di una matrice verginale: oh! quale stupefacente prodigio! E' un miracolo che ancora mi sconvolge!
Rifletta chi rinnega la retta fede; quale Costruttore, si è mai sentito dire, possa essere proibito o impedito di abitare nel Tempio da Lui stesso edificato?
Potrebbe forse essere ritenuto degno di ignominia Colui che chiama la propria serva ad essergli Madre?
Vedi dunque come tutto l'Universo si rallegra!
I mari e i venti obbediscono alla voce del loro Creatore; la creatura acqua riconobbe la Voce del Creatore: < Taci, fa silenzio! >(cf.Mc.4,39).
Il cammino dei santi Padri rese mansueta la terra, terra infestata da briganti: < Quanto sono belli infatti i passi di coloro che annunciano la Pace! >(Rm.10,15), ma quale Pace? E' Gesù, il Signore Nostro, che Maria grandamente partorì, come Egli volle!"
 
(Cirillo di Alessandria, Omelia IV, tenuta ad Efeso alla riunione Conciliare, contro l'eresia di Nestorio: Pg 77, 992-996  "Maria nel pensiero dei Padri della Chiesa" di  L. Gambero, Ed.Paoline pp.278/279).......

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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 26/02/2003 10.48
Bisogna riconoscere come il V secolo fu il periodo in cui si conferma, si rafforza...la devozione verso Maria già presente dal II secolo in forma molto velata.
La necessità di questa proclamazione verso la Madre di Dio, scaturisce proprio da questo termine: Theotokos, attraverso il quale si tenta di mettere a tacere gli eretici che intendevano negare la divinità di Cristo e la stessa Trinità.
Risfogliando i testi che i Padri ci hanno lasciato, tutti furono concordi, non esiste un solo testo nel quale si nega questo termine. La Theotokos e la divinità di Cristo, con la conseguente rivelazione della Dottrina della Trinità diventano, per i Padri della Chiesa, INSCINDIBILI FRA LORO: dubitare di Maria quale Madre di Dio, mette in discussione la Trinità.
 
S. Efpifanio è un altro Padre della Chiesa molto agguerrito su questo tema contro gli eretici del momento, tuttavia ammoniva:
 "Si onori grandemente la Madre di Dio; ma Dio solo venga adorato! " (Haer.79,9, PG 42), ed è quanto la Chiesa ha mantenuto fedele nel suo Magistero!
 
Scrive Epifanio:
 
"Maria, la Vergine santa, è davvero grande davanti a Dio e agli uomini! Infatti perchè non dovremo proclamare grande colei che accolse dentro di sè l'Incontenibile, Colui che nè cielo, nè terra possono contenere? (Haer.30,31, PG 41,460 C.)
 
"Chi onora il Signore, onora anche il santo (vaso); chi invece disonora il santo Vaso, disonora ed offende il Signore che il quel Vaso ha dimorato." (Haer.78,21, PG 42,733 A.)
 
Epifanio pur onorando, rigetta con fermezza la sètta dei colliridiani che ponevano eccessi devozionali di natura idolatrica e pagana nei confronti di Maria adorandola come dèa! Egli insiste sulla netta differenza del culto dovuto a Dio e della venerazione dovuta alla Madre e dice:
 
"Certamente era santo il corpo di Maria, ma non era Dio! La santa Vergine era sicuramente vergine e degna di ogni onore; tuttavia non ci venne data perchè l'adorassimo. Lei stessa ha adorato Colui che, secondo la carne, è nato da lei, essendo "disceso" dal cielo dal seno del Padre" (Haer.79,4,PG 42,745 C-D)
 
Contro i colliridiani si pone anche la questione del SACERDOZIO ALLE DONNE.......che rifiuta categoricamente come eresia, i quali usavano il culto a Maria per giustificare la loro falsa dottrina. Epifanio usa le loro stesse armi per controbattere e scrive:
 
"Se Dio avesse disposto che anche alle donne venisse affidata la funzione sacerdotale e che esse pure esercitassero nella Chiesa Cattolica con ruolo clericale, prima ad ogni altra donna Egli avrebbe concesso, nel N.T. il sacerdozio a Maria, sua Madre; a Lei che fu l'unica trovata degna di portare nelle sue viscere il Re dei Re..." (Haer.79,3,PG 42, A-B)
 
Dunque Epifanio, vescovo di Salamina, pur guardando a Maria con grande venerazione, lode e onore; pur chiamandola Theotokos e Madre di Dio, la Tutta santa, combatte coloro che eccedono ponendo chiarissima la condanna dell'adorazione o " proskinèsis", che è dovuto esclusivamente a Dio, alla Trinità, all'Eucarestia, alla Croce!
 
("Maria nel pensiero dei Padri della Chiesa" di  L. Gambero, Ed.Paoline pp.134/135).......
 

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Da: Soprannome MSN°Claudio Inviato: 26/02/2003 19.36
Questo l'ho trovato su un sito molto interessante, volevo condividerlo. Mi sono permesso di rimuovere il punto 70 e 71 perchè erano saluti e conclusioni varie

1. Questa sera riprendiamo la nostra riflessione sul tema della "Madonna contestata", che abbiamo affrontato la scorsa volta [una precedente conversazione sulla liceità del culto a Maria era stata trasmessa in data 27 gennaio 2000] e che merita ancora tutta la nostra attenzione, perchè sono molti i punti della dottrina cattolica riguardanti la Madre di Dio che non sono condivisi o addirittura sono contestati.
2. E se molte sono le contestazioni, altrettante devono essere le verità di fede cattolica che noi dobbiamo essere in grado di esporre, di giustificare, di far comprendere e anche di difendere. Questa è la missione specifica dell'apologeta, ma è anche la missione di ogni cattolico che vuole diventare apostolo, vale a dire conquistatore di anime.
3. Gli amici radioascoltatori ricorderanno che nell'ultima conversazione abbiamo parlato del culto di Maria. Abbiamo dimostrato che venerare e pregare la Madonna e riconoscerLe il potere di intercessione presso Dio hanno un fondamento, hanno radici nella Sacra Scrittura.
4. Non solo: a conferma della verità cattolica, abbiamo osservato che, fin dai tempi della Chiesa primitiva, i cristiani rivolgevano preghiere alla Madre di Dio e abbiamo visto che la storia dei primi cristiani, la storia della Chiesa ci ha lasciato tracce evidenti di queste preghiere. I primi cristiani pregavano la Madonna.
5. La nostra riflessione ci ha condotto alla conclusione che le contestazioni di Protestanti e di Testimoni di Geova alla Chiesa cattolica, perchè i suoi fedeli pregano Maria, non hanno fondamento, nè biblico nè storico. Noi cattolici, pregando e venerando Maria, obbediamo al Vangelo ed imitiamo i primi cristiani.
6. In questa conversazione affrontiamo un altro argomento utilizzato dai contestatori della dottrina cattolica per negare una verità di fede: la perpetua verginità di Maria.
7. Che cosa insegna la nostra fede su questo punto? Il Catechismo della Chiesa Cattolica, al punto N. 501, dice testualmente: "Gesù è l'unico Figlio di Maria". Dunque, stando alla dottrina cattolica così ben sintetizzata nel Catechismo, Gesù non ha avuto fratelli e sorelle e questo corrisponde perfettamente, e doverosamente, al dogma della perpetua verginità di Maria.
8. Questa verità di fede cattolica non è condivisa, anzi è contestata dai Protestanti e dai Testimoni di Geova. Come è possibile questo è il succo della contestazione credere nelle perpetua verginità di Maria se il Vangelo parla esplicitamente dei fratelli di Gesù?
9. In effetti, se stiamo bene attenti, è vero che i Vangeli parlano dei fratelli di Gesù.
10. Sentiamo san Matteo: "non è Egli (Gesù) forse il figlio del carpentiere? Sua Madre non si chiama Maria? E i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte tra noi?" (13, 55-56).
11. Il Vangelo di san Matteo, non solo parla dei fratelli di Gesù, ma ci fornisce anche i loro nomi: Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda.
12. Sentiamo san Marco: "Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Joses (Giuseppe), di Giuda e di Simone?" (6,3). San Marco concorda con san Matteo nel dire che Gesù aveva dei fratelli e ci fornisce i loro nomi.
13. Anche nel Vangelo di san Luca si parla di fratelli del Signore: "Un giorno andarono a trovarlo la madre e i fratelli, ma non poterono avvicinarlo a causa della folla" (8,19).
14. E, infine, il quarto Vangelo, quello di san Giovanni: "Dopo questo fatto discese (Gesù) a Cafarnao insieme con sua Madre, i fratelli e i discepoli" (2,12).
15. E non solo i Vangeli, ma anche nel libro degli Atti degli Apostoli troviamo un accenno ai fratelli di Gesù: "Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la Madre di Gesù, e con i fratelli di lui" (1,14).
16. Ora, questa insistenza della Parola di Dio sui "fratelli" di Gesù sembra mettere noi cattolici spalle al muro e sembra dare man forte alle contestazioni di Protestanti e di Testimoni di Geova. Torna alla mente la solita domanda, cavallo di battaglia di tutte le contestazioni: se i Vangeli parlano dei "fratelli" di Gesù, come possiamo noi cattolici credere al dogma della perpetua verginità di Maria?
17. Badate bene che la questione sollevata da questa domanda è delicatissima e implica conseguenze addirittura mortali per la fede cattolica. Infatti se la perpetua verginità di Maria, che è verità dogmatica, non ha fondamento biblico, allora vuoi dire che la Chiesa si è sbagliata, ha annunciato una "presunta verità". Ma questo comporta il dover ammettere che la Chiesa può insegnare l'errore, non è infallibile. Capite bene che, di questo passo, si corre il rischio di minare irrimediabilmente la credibilità della Chiesa cattolica e della fede cattolica.
18. Prima di disarmare, noi cattolici dobbiamo tentare di far fronte e di rispondere a queste osservazioni, anzi: a queste vere e proprie contestazioni. Come è nostra abitudine, vogliamo approfondire il discorso e vedremo al termine di questa conversazione che noi cattolici possiamo tranquillamente, e con piena ragione, continuare a credere nella perpetua verginità di Maria, con buona pace di tutti i contestatori di ieri e di oggi.
19. Veniamo subito alla prima osservazione. Leggendo il Vangelo, non ci deve sfuggire un particolare estremamente significativo. Avete notato che nel Vangelo si parla sempre ed esclusivamente di "fratelli" di Gesù, ma che questi fratelli di Gesù non sono mai chiamati "figli di Maria"?
20. Attenti bene: soltanto Gesù viene chiamato "figlio di Maria", i suoi fratelli no. E anche Maria è sempre chiamata la "Madre di Gesù", e mai viene detta madre dei suoi fratelli.
21. Non è un particolare di poco conto. Se stiamo attenti al modo con il quale san Luca racconta, negli Atti degli Apostoli, il brano che abbiamo letto prima, possiamo fare una osservazione interessante. San Luca scrive: "Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la Madre di Gesù, e con i fratelli di lui" (1,14).
22. A noi sorge spontanea una considerazione: se quei fratelli di Gesù fossero stati veramente figli della Madonna, san Luca avrebbe dovuto scrivere, molto più correttamente: "C'era Maria, Madre di Gesù con gli altri suoi figli". Invece no: san Luca non dice, non vuole dire che Maria è anche la madre dei "fratelli" di Gesù.
23. Naturalmente, questo è solo un primo indizio, un particolare certamente interessante, che non deve sfuggire a chi sa leggere bene la Bibbia; ma si tratta di un indizio che ci introduce ad una riflessione più profonda.
24. Proseguiamo. Come abbiamo ascoltato, i Vangeli ci hanno conservato i nomi dei fratelli di Gesù: Giacomo, Giuseppe (Joses), Giuda (non il traditore) e Simone.
25. Non solo: i Vangeli sono così ricchi di informazioni che ci dicono anche chi era la loro madre e ci fanno sapere che la madre dei "fratelli" di Gesù si chiamava anch'essa Maria, ma non era la Madonna. Era un'altra Maria.
26. Ascoltiamo con attenzione il Vangelo di san Matteo nel capitolo che racconta i fatti del Venerdì santo. Siamo sul monte Calvario, subito dopo la morte di Gesù in Croce. Scrive san Matteo: "C'erano là molte donne che osservavano da lontano: quelle stesse che dalla Galileo avevano seguito Gesù per servirlo. Tra esse, c'era Maria di Mandala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo" (27, 55-56).
27. Attenti bene: per san Matteo, in quel tragico Venerdì santo, c'era sul Calvario una donna di nome Maria che era madre di Giacomo e Giuseppe, cioè era la madre di due dei "fratelli" di Gesù. Domandiamoci: questa Maria era forse la Madonna? Rispondiamo con sicurezza: no, non era la Madonna. Era la madre di due dei "fratelli" di Gesù, ma non era la Madonna.
28. Da dove nasce questa sicurezza. Nasce dal fatto che solo qualche versetto più avanti, proprio per distinguerla dalla Madonna, san Matteo la chiama per ben due volte "l' altra Maria".
29. E ci dice che questa "altra Maria", insieme a Maria di Magdala, assistette alla sepoltura di Gesù (27,61) e poi, il giorno dopo il sabato, sempre insieme a Maria di Magdala, andò al sepolcro (28,1) e ascoltò quelle famose parole dall'angelo: "So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui, È risorto".
30. Come vedete, la verità cattolica comincia a rivelarci il suo fondamento biblico e, parallelamente, le contestazioni, che ci sembravano a prima vista così sicure, cominciano a scricchiolare.
31. Siamo proprio sicuri che "l'altra Maria", di cui parla san Matteo, non sia la Madonna ma proprio la madre di Giacomo e Giuseppe, cioè di due "fratelli" di Gesù?
32. Sì, siamo sicuri perchè lo afferma esplicitamente San Marco nel suo Vangelo. San Marco prima conferma quello che ha detto san Matteo: "C'erano là anche alcune donne che osservavano da lontano, tra le altre: Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Giuseppe, e Salome, le quali lo seguivano e lo servivano," (15, 40-41).
33. Poi e la cosa ci interessa particolarmente san Marco ci spiega che "l'altra Maria" che andò al sepolcro non era la Madonna, ma era la madre dei "fratelli" di Gesù. Sentiamolo: "Passato il sabato, Maria di Magdala, Maria di Giacomo e Salome, comprarono oli aromatici per andare a imbalsamare Gesù"; quindi conferma l'episodio dell'incontro con l'angelo al sepolcro.
34. Dunque san Marco ci dice chiaramente che quella donna che andò al sepolcro con la Maddalena e che Matteo chiama "l'altra Maria" era proprio Maria madre di Giacomo, di uno dei fratelli di Gesù.
35. Le nostre informazioni, leggendo bene i Vangeli, si stanno arricchendo e ci dicono che almeno due dei "fratelli" di Gesù, Giacomo e Giuseppe, non hanno la stessa Madre di Gesù. Il Vangelo li chiama "fratelli" di Gesù ma non hanno la stessa Madre. Possiamo lecitamente pensare la stessa cosa anche per gli altri due.
36. Proseguiamo. San Giovanni ci offre qualche altro particolare interessante per identificare bene quella donna che Matteo chiama "l'altra Maria". Scrive: "Presso la croce di Gesù stavano sua Madre e la sorella di lei, Maria di Cleofa e Maria di Magdala" (19,25).
37. Per san Giovanni, ai piedi della croce di Gesù stavano, insieme ad altre persone, almeno tre donne che portavano lo stesso nome Maria: una era la Madonna, un'altra era Maria di Cleofa (che cosa vuol dire "di Cleofa": vuol dire che era o moglie o figlia di Cleofa) e poi c'era la Maddalena.
38. San Giovanni ci fa sapere che quella donna che san Matteo chiama "l'altra Maria", che san Marco dice essere la madre di Giacomo, era Maria di Cleofa.
39. San Matteo e san Marco ci dicono che quest'altra Maria, Maria di Cleofa, era la madre di Giacomo e Giuseppe.
40. Attenti bene, perchè abbiamo un'altra informazione da aggiungere a quelle che sono già in nostro possesso. Questo Giacomo, nell'elenco degli Apostoli, è sempre chiamato figlio di Alfeo.
41. Sommando tutte queste informazioni, ci risulta, da una attenta lettura del Vangelo, che almeno due dei "fratelli" del Signore,| Giacomo e Giuseppe, avevano per madre una donna di nome Maria, che non era la Madonna, e per padre un uomo di nome Alfeo. Avevano dunque genitori diversi da quelli di Gesù; eppure sono chiamato "fratelli" di Gesù.
42. A questo punto, sembra essere giunto il momento di domandarci: perchè sono chiamati "fratelli" di Gesù?
43. La risposta è piuttosto semplice. Dobbiamo ricordare che nella lingua ebraica il termine "fratello" aveva un significato più ampio di quello che gli attribuiamo oggi; poteva indicare, infatti, anche cugino, nipote, parente molto vicino.
44. La parola "fratello" nella Bibbia non indica sempre e soltanto "fratello di sangue", ma anche cugino, parente prossimo.
45. Abbiamo le prove di quello che stiamo dicendo. Nel libro del Genesi, per esempio, si parla di Lot e ci viene detto che Lot era "fratello di Abramo". E lo stesso Abramo che chiama Lot suo "fratello". Sentiamo "Abramo disse a Lot Non ci sia discordia tra me e tè, tra i miei pastori e i tuoi, perche noi siamo fratelli" (13,8)
46 Dunque, Lot è "fratello" di Abramo Però, lo stesso libro del Genesi ci dice anche che Lot era figlio del fratello di Abramo, che si chiamava Haran (11,27) Dunque Abramo chiama "fratello" Lot, ma questi in realtà era suo nipote.
47 Nella Bibbia c'è un altro esempio, ancora più chiaro e ci è raccontato nel Primo Libro delle Cronache Qui ci viene detto che Eleazaro e Kish erano entrambi figli di Macli, dunque erano fratelli carnali. Poi si aggiunge: "Eleazaro mori senza figli; ebbe solo figlie. I figli di Kish, loro fratelli, le sposarono" (1 Cr 23, 21-23)
48 Come si vede, la Bibbia chiama i figli di Kish "fratelli" delle figlie di Eleazaro, che poi sposarono, ma in realtà erano cugini di queste ragazze
49 Questo si spiega solo se ricordiamo che m ebraico "fratello" può voler dire anche cugino, nipote o parente m generale
50. Dunque, visto che i Vangeli ci parlano dei "fratelli" di Gesù, considerato che ci danno i nomi dei fratelli di Gesù, osservato che ci dicono anche il nome della loro madre, che non era la Madonna, e perfino del loro padre, che non era Giuseppe, possiamo concludere che le contestazioni al dogma della perpetua verginità di Maria, basate sulla parola "fratello", non hanno fondamento biblico
51. E con questo, noi cattolici possiamo star tranquilli Ci vuole ben altro per minare la credibilità della nostra fede.
52. Risolto questo problema, veniamo ad osservare come, interpretando malamente la Bibbia, Protestanti e Testimoni di Geova accampano altre scuse per negare la perpetua verginità di Maria
53. San Matteo scrive che Giuseppe non conobbe Maria, nel senso biblico del termine, cioè non ebbe relazioni coniugali con Lei, finchè non partorì Gesù (1,25) E leggendo malamente san Matteo, Testimoni di Geova e Protestanti sostengono che, se Matteo parla in questo modo, ciò vuoi dire che "dopo" il parto di Gesù, Maria e Giuseppe vissero come tutti gli sposi. Lo dimostrerebbe quel "finchè"
54. Come rispondiamo noi cattolici a questa osservazione?
55. In primo luogo: San Matteo non ci dice che cosa avvenne dopo il parto di Gesù, ma si limita a dire che Maria era vergine al momento del concepimento e al momento del parto. Matteo vuoi parlare unicamente del concepimento e del parto verginale di Gesù, non di altro.
56. Tanto è vero che lo abbiamo visto quando Matteo ci dice i nomi dei fratelli di Gesù, ci dice anche che la loro madre non era la Madonna.
57. In secondo luogo il "finchè", nell'uso della Bibbia, nega un'azione per il tempo passato, ma non implica che questa azione sia stata compiuta in seguito
58 Facciamo due esempi. II primo: nel Salmo 110, Dio invita il Messia alla sua destra "finchè" pone i nemici a sgabello dei suoi piedi. Questo "finchè" non significa che dopo il Messia non starà più alla destra di Dio.
59. Il secondo esempio: alla fine del capitolo 28 del Vangelo di san Matteo, Gesù affida alla Chiesa la missione di evangelizzare tutto il mondo e conclude con queste parole: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo"
60. Questo "fino alla fine del mondo", questo "finchè il mondo esiste" non implica che dopo Gesù non sarà più con i suoi discepoli. Dice soltanto che sarà sempre con loro nell'opera di evangelizzazione.
61. Come vedete, cari amici radioascoltatori, anche a questa obiezione si può rispondere esaurientemente Anche in questo caso, possiamo dire che ci vuole ben altro per minare la verità evangelica e dogmatica della perpetua verginità di Maria.
62. Esaminiamo ora brevemente un'altra contestazione della perpetua verginità di Maria. Contestazione che può essere formulata in questo modo: siccome Gesù è chiamato "figlio primogenito", questo vuoi dire che, dopo di Lui, ci fu un figlio secondogenito, un terzo, un quarto etc Quindi la Madonna non sarebbe stata sempre vergine, ma ebbe altri figli.
63. Come rispondiamo noi cattolici ? Cominciamo con il dire che nelle culture di tutti i popoli "primogenito" vuoi dire "primo nato" E vuoi dire "primo nato" sia che dopo di lui ci siano stati altri, sia che fosse figlio unico.
64. Inoltre, dobbiamo sapere che presso gli ebrei, il primo nato era sempre chiamato "primogenito", anche se dopo di lui non arrivavano fratelli e sorelle
65. Qui la storia ci offre un aiuto. Recentemente è stata scoperta, in un cimitero ebraico, una iscrizione che risale proprio all'epoca appena precedente la nascita di Gesù. In questa iscrizione si legge di una madre, di nome Arsmoe, morta dopo avere dato alla luce il suo primo figlio. Ecco che cosa leggiamo testualmente "Nei dolori del parto del mio primogenito la sorte mi condusse al termine della vita".
66. Come si può facilmente capire, quel bambino non ebbe altri fratelli, visto che la mamma era morta proprio mentre lo partoriva. Eppure quel bambino è chiamato "primogenito". Questo dimostra che nella cultura ebraica del tempo di Gesù la qualifica di primogenito non implica necessariamente che vi siano altri fratelli.
67. La contestazione alla perpetua verginità di Maria basata sull'uso del termine "primogenito" e così smontata.
68. Bene. Molte altre cose ci sarebbero da dire. A noi può bastare, per questa conversazione, la consolazione che la dottrina cattolica sulla perpetua verginità di Maria ha solidissime basi bibliche e non è certamente scalfita dalle critiche.
69. Ma, proprio perche siamo cattolici, vogliamo concludere questa conversazione affidando a Maria, la Madre di Gesù, vero Dio e vero uomo, non solo noi stessi, ma specialmente coloro che, magari in buona fede, magari perchè sono sprovveduti o forse perchè non conoscono la Parola di Dio, contestano la venerazione di Maria.

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