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dal dialogo: VERGINITA' DI MARIA

Ultimo Aggiornamento: 11/09/2009 08:25
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11/09/2009 08:17
 
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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolico Inviato: 30/07/2004 18.13
Dt 13,7 “Qualora il tuo fratello, figlio di tuo padre o figlio di tua madre…”
 
Che bisogno c’era di specificare “figlio di…” se la parola fratello significava solo e soltanto fratello carnale?

Oggigiorno non sarebbe più necessario specificare “figlio di tuo padre o figlio di tua madre”, anche se con il divorzio (anti-biblico) il marito che si separa dalla moglie può avere altri figli con una seconda moglie, i figli di quello stesso padre si chiamano fratelli, senza specificare che sono solo figli dello stesso padre ma con madre diversa, ognuno di noi capisce che in effetti quelli sono fratelli carnali.
Se io devo indicare mio fratello di certo non preciso che anche lui è figlio di mio padre e di mia madre, dico soltanto “è mio fratello”, gli ebrei invece lo precisavano perché nel loro modo di esprimersi la parola “fratello” se non precisata poteva essere fraintesa, indicando nella maggior parte dei casi solo fratelli di fede, membri dello stesso clan, compaesani, compatrioti. Un ebreo per indicare un fratello di sangue aggiungeva sempre “figlio di mia madre, o di mio padre”.
 
Dt 27,22 “Maledetto chi si unisce con la propria sorella, figlia di suo padre o figlia di sua madre! Tutto il popolo dirà: Amen.”
 
Oggi non si direbbe più “figlia di suo padre o figlia di sua madre” ma semplicemente “sua sorella”, anche qui si nota chiaramente che il modo di esprimersi di quei tempi non è uguale a quello dei nostri giorni. Se invece si tratterebbe di una cugina si scriverebbe solo quest’ultimo termine, anche se tra cugini ci si può sposare.
 
Gb 19,17  “Il mio fiato è ripugnante per mia moglie e faccio schifo ai figli di mia madre”
A Giobbe sarebbe bastato dire “faccio schifo ai miei fratelli”, invece usa il linguaggio di quei tempi, e specifica, “figli di mia madre”, perché se avrebbe detto “ai miei fratelli” i suoi contemporanei avrebbero sicuramente frainteso, cioè avrebbero potuto capire che quelle parole erano riferite anche ai suoi cugini, parenti o compaesani vari.
 
Sal 50,20  “Ti siedi, parli contro il tuo fratello,  getti fango contro il figlio di tua madre.”
 
Sal 69,9  “Sono un estraneo per i miei fratelli, un forestiero per i figli di mia madre.”
 
Perché Davide ripete due volte la stessa cosa, estraneo e forestiero che in definitiva sono due sinonimi?
Nella prima parte delle frase se i suoi fratelli sarebbero stati i figli di sua madre che bisogno c’era di ripetere termini sinonimi “estraneo e forestiero”?
Usa i due sinonimi perché quando dice “i miei fratelli” non si riferisce ai fratelli carnali ma ai parenti, come anche ai suoi compatrioti, infatti quando si riferisce ai fratelli carnali usa il termine “figli di mia madre”
Quindi nella sua osservazione prima si rivolge ai parenti e ai compatrioti, poi si riferisce ai fratelli carnali, non è pensabile che Davide ripeta  due volte la sua estraneità verso le stesse persone, infatti scrivendo in quel modo intende proprio distinguere i fratelli dai figli di sua madre (fratelli carnali).
 
Ct 1,6 “I figli di mia madre si sono sdegnati con me:”
 
Anche qui che bisogno c’era di dire “i figli di mia madre” poteva benissimo dire “i miei fratelli si sono sdegnati di me”, ma per dare un significato preciso alle sue parole, e non dare l’impressione che con il termine fratelli si riferisse anche ai cugini o ai compaesani, egli preferisce usare la frase “figli di mia madre” proprio per precisare il significato della sua frase.
 
Mt 20,20  “Allora gli si avvicinò la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli..”
 
Qui vediamo una madre insieme con i suoi figli, che si avvicinò a Gesù per chiedergli qualcosa, come mai quando nella Bibbia si ripete una scena quasi identica, (Mt 12,46-50 e Mc 3,31) in cui c’è una madre che si avvicina a Gesù (ed è Maria), non viene detto “arrivò Maria la madre dei figli di Giuseppe, oppure arrivò Maria e gli altri suoi figli?”
Perché non viene mai detto ad esempio  “mentre Gesù predicava arrivò Maria con gli altri suoi figli”?

Maria in realtà non ebbe altri figli, sono i fratelli protestanti che forzatamente glieli fanno spuntare, ma così facendo dimostrano solo una conoscenza biblica superficiale, non conoscendo affatto il linguaggio ebraico antico, né il greco.
 
Giudici, 8,18 “Poi disse a Zebach e a Zalmunna: «Come erano gli uomini che avete uccisi al Tabor?». Quelli risposero: «Erano come te; ognuno di loro aveva l’aspetto di un figlio di re». Egli riprese: «Erano miei fratelli, figli di mia madre…”
 
Perché Gedeone specifica “figli di mia madre”?
Che bisogno c’era se la parola fratelli veniva usata solo per indicare i fratelli carnali?
Anche questo prova che gli ebrei potevano indicare con la frase “i miei fratelli” anche e soprattutto i parenti di primo grado e i compatrioti, altrimenti non c’era bisogno che specificassero “figli di mia madre”.
 
Cronache cap. 27 “Figli di Merari: Macli e Musi. Figli di Macli: Eleàzaro e Kis. Eleàzaro morì senza figli, avendo soltanto figlie; le sposarono i figli di Kis, loro fratelli.”
 
Eleazaro morì avendo soltanto figlie femmine, queste ultime si sposarono con i figli di Kis, quindi con il loro cugini di primo grado, perché Kis era fratello carnale..  di Eleàzaro. Anche qui si vede chiaramente che viene usata la parola “fratelli” per indicare i cugini.
 
2° CRONACHE  CAP. 21 “Giòsafat si addormentò con i suoi padri e fu sepolto con loro nella città di Davide. Al suo posto divenne re suo figlio Ioram. I suoi fratelli, figli di Giòsafat, erano Azaria, Iechièl, Zaccaria, Azariau, Michele e Sefatia; tutti costoro erano figli di Giòsafat re di Israele
 
Seguendo il nostro linguaggio moderno ed occidentale che bisogno c’era di specificare di chi erano figli i fratelli di Ioram?
Il profeta lo specifica perché i fratelli di Ioram potevano anche essere dei cugini, quindi sottolinea che i fratelli di Ioram erano figli di Giòsafat, quindi fratelli carnali di Ioram.
Nel nostro linguaggio moderno, non ci sarebbe bisogno di specificare, basterebbe solo usare il termine fratelli, ma come dimostrato nel linguaggio ebraico antico, c’era bisogno di specificare perché il termine fratello era un termine molto generico, con il quale si indicavano anche cugini, parenti, compaesani o compatrioti.
 
Gen 43,29 “Egli alzò gli occhi e guardò Beniamino, suo fratello, il figlio di sua madre…”
 
Perché il profeta specifica che Giuseppe vide Beniamino figlio di sua madre, poteva benissimo dire soltanto: “vide suo fratello Beniamino”, perché specifica “figlio di sua madre”?
Anche se Giuseppe e Beniamino erano figli di Rachele, (madre diversa rispetto agli altri fratelli carnali di Giuseppe) oggi col nostro linguaggio non occorre più specificare, si dice fratello avendo in comune lo stesso padre.
Perché per i parenti di Gesù non viene mai detto i suoi fratelli figli di sua madre, o figli di Maria?
Ovviamente perché Gesù non ebbe altri fratelli carnali!
 
Lev 18,9  “Non scoprirai la nudità di tua sorella, figlia di tuo padre o figlia di tua madre”
Anche qui non c’era bisogno di specificare, bastava dire solo “ non scoprirai la nudità di tua sorella”
Ma per gli ebrei si vede che era necessario specificare che si trattava di sorella carnale.
Nel nostro linguaggio odierno non usiamo più specificare, perché se dico ad esempio “io e mio fratello lavoriamo assieme” si capisce che mi riferisco al mio fratello carnale, anche persone che non mi conoscono leggendo queste righe capirebbero che mi riferisco al mio fratello carnale e non ad un mio cugino o parente oppure compaesano o tanto meno compatriota.
A quei tempi per gli ebrei invece era importante specificare che tipo di fratello o sorella fosse la persona indicata, perché altrimenti il significato poteva cambiare indicando altre persone non consanguinee.
 
Lev 20, 17 “Se uno prende la propria sorella, figlia di suo padre o figlia di sua madre, e vede la nudità di lei ed essa vede la nudità di lui, è un’infamia”
 
Ancora una volta il profeta sottolinea “sorella figlia di suo padre o figlia di sua madre” cioè sorella carnale.
Visto che gli ebrei potevano avere più mogli, si poteva specificare “figli della stessa madre”, ma il padre in ogni caso era lo stesso, eppure viene specificato anche “i miei fratelli figli di mio padre”, per scongiurare ogni ombra di dubbio sullo stretto legame carnale che univa i fratelli consanguinei.
 
Mt 3,32 «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre».
 
Luca 11, 27-28: “Mentre Gesù così parlava, una donna alzò la voce di mezzo alla folla e gli disse.- " Beato il seno che ti ha portato e le mammelle che hai succhiato! ". Ma egli disse. " Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica "”.
 
Qui verrebbe il sospetto che Gesù abbia addirittura rinnegato le persone più intime, perché da loro rinnegato, come appare in Gv 7,5. Non c’è dubbio che le parole di Gesù vogliono darci dei profondi insegnamenti. L’appartenenza a Lui non si basa su legami di sangue o di parentela.
La Chiesa non è fondata su rapporti ambientali, di razza, di classe o di cultura: essa è famiglia di Dio. Gli evangelisti sottolineano le ragioni opposte che suscita la persona di Gesù. Le folle lo cercano, i più intimi (parenti, paesani) lo ritengono quasi folle: essi non comprendono affatto la sua missione e vogliono distoglierlo facendolo ritornare in patria. Ancora più grave è l’ostilità dei dottori della religione ebraica; essi si persuadono che Gesù riceve il suo potere dal principe dei demoni, Belzebul (Mt 3,22).
Non c’è dubbio che nelle parole di Gesù è implicito un elogio per la sua madre che “serbava le sue parole… meditandole nel suo cuore” (Lc 2,19-51) ed era “la serva del Signore che compiva tutta la Sua volontà” (Lc 1,38)
Gesù non manca di rispetto a sua madre, ma sottolinea la propria natura divina, e dice che lui è venuto ad annunciare la Parola di Dio, e chi lo segue entra in un rapporto intimo con lui, divenendo un tutt’uno con Lui e quindi con la Chiesa. Quindi Gesù va oltre i legami familiari terreni, Lui è il figlio di Dio, non un semplice figlio di donna; le parole di Gesù vanno capite in modo corretto.

Se un uomo politico mentre sta svolgendo un comizio viene avvertito che sono arrivati sua madre e i suoi parenti, e risponde dicendo “chi è mia madre, e chi sono i miei fratelli” ovviamente intende disprezzare sia la madre che i fratelli o parenti, perché l’uomo politico è un semplice uomo, egli sta facendo un comizio politico, e quindi sta sottolineando la sua bravura personale, o la serietà del suo partito, ma ovviamente i suoi legami familiari rimangono umani normali e invariati, Gesù invece non era un semplice uomo, ma il Verbo fattosi uomo. Quindi per far meglio capire alle folle che lo ascoltavano chi in realtà Egli fosse, non perde occasione di rimarcare la sua superiorità infinita, la sua messianicità,  il Figlio di Dio è fratello di chiunque segua la sua Parola, quindi non segue strettamente i legami carnali, ma va ben oltre, perché Lui diventa un tutt’uno con i credenti, Lui è la testa della Chiesa, i credenti sono il corpo della Chiesa, questo le folle dovevano capirlo, era giusto che Gesù facesse un distinguo tra i normali legami carnali e i legami spirituali attuati per mezzo di Lui.
 
Pace
Salvatore
 

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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolico Inviato: 30/07/2004 18.22
Tra coloro che l'ascoltano e lo seguono vi è anche Maria. La vediamo all'inizio (Giovanni 2, 1-12), durante (Luca 8,20) e alla fine della vita pubblica di Gesù (Giovanni 19, 25-27).

Maria segue e ascolta Gesù perché è suo figlio. Ma anche e soprattutto perché ha creduto a “quanto le è stato detto da parte del Signore” (Luca 1, 45), ha meditato sul comportamento di quel Figlio (Luca 2, 19). Perciò Maria è divenuta una delle prime (se non la prima) e più fervorose discepole di Gesù.

Possiamo perciò e dobbiamo distinguere in Gesù due modi di guardare e considerare Maria. Egli la ama perché è sua madre. Non l’ha mai rinnegata. Come poteva farlo Egli che ebbe parole dure contro coloro che trattano male i loro genitori? (Marco 7, 10-13).
Tuttavia all'amore di figlio si aggiunge in Gesù un amore e una venerazione di ben altra natura verso Maria. Egli la ama e la venera perché Maria ha creduto alla Sua Parola e si è impegnata a metterla in pratica più di qualsiasi altro discepolo di Cristo. Ella credette al messaggio dell’angelo, e si mise completamente a disposizione del Signore, pur non comprendendo appieno il significato di quelle parole, questa è fede, questa è una grande fede. Gesù apprezza questa grande fede della madre, e vorrebbe che tutti gli uomini avrebbe una fede così forte. “Beati piuttosto coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica” e Maria ascoltò la Parola di Dio e la mise in pratica durante tutta la sua vita.
Mentre Gesù predicava non doveva essere esaltata la maternità di Maria, ma piuttosto l’ascolto della Parola di Dio, Gesù sta parlando ad un popolo che lo rifiutava come Messia, ad un popolo che lo accusava di essere un inviato di satana, quindi doveva in ogni suo discorso esaltare il suo ruolo salvifico, sottolineando che la cosa più importante non sono i legami carnali, ma i legami spirituali. Noi ci leghiamo a Cristo ascoltando la Parola e mettendola in pratica.
Gesù vuol mettere in risalto la grande fede di Maria. Vuol far capire che la vera grandezza di Maria, non è fondata sui vincoli del sangue, ma poggia soprattutto sui vincoli soprannaturali d'una nuova parentela (Giovanni 1, 12-13).
E’ chiaro che con ciò Gesù non ha affatto discreditato sua madre, non ha affatto mostrato che la venerazione di Maria è sbagliata. Anzi mette in evidenza i meriti di Maria e la vera ragione per cui deve essere detta beata, cioè venerata. Non è errato pensare che un'eco di queste parole di Gesù ci sia stata conservata nel cantico di Maria: Tutti mi diranno beata! (Luca 1, 48).
 
Osserviamo inoltre, che nell’infanzia di Gesù non vengono mai nominati gli eventuali suoi fratelli;
Nel racconto del pellegrinaggio a Gerusalemme di Gesù fanciullo (Lc 2,41-52) è sorprendente che non si faccia mai menzione di eventuali fratelli carnali di Gesù;
La Madonna, come donna, non era affatto obbligata al pellegrinaggio se, oltre al suo primogenito, avesse avuto altri figli; questo prescriveva la legge ebraica.
E che dire di Gesù morente?
Gv 19,26-27 “Gesù allora vedendo sua madre… disse: “Donna, ecco tuo figlio… e da quel momento il discepolo la prese nella sua casa.
 
Se Maria avesse avuto altri figli, sarebbe rimasta presso di loro e non con Giovanni, né Gesù si sarebbe espresso in quella maniera.
Molti fratelli separati rispondono che siccome gli altri fratelli di Gesù non credevano in lui, non potevano essere d’aiuto spirituale a Maria, in quel momento di dolore; dimenticano però che loro stessi (e solo loro) ritengono Giacomo vescovo di Gerusalemme fratello carnale del Signore, quindi si gettano da soli la zappa sui piedi contraddicendosi. Quel Giacomo come abbiamo visto era apostolo ciò vuol dire che credeva nel Signore, quindi Gesù poteva affidare a Giacomo sua madre, su questo i fratelli separati dovrebbero riflettere di più, la contraddizione è evidentissima ma stranamente molti protestanti non se ne accorgono, se Giacomo vescovo di Gerusalemme era fratello germano di Gesù e per giunta apostolo come fanno ad affermare contemporaneamente che nessuno dei fratelli di Gesù credeva in Lui? La verità dice che innanzitutto Giacomo non era fratello carnale di Gesù ma figlio di Alfeo, quindi cugino di Gesù, in quanto Alfeo era fratello germano di S. Giuseppe, allora quando i fratelli non cattolici motivano l’affidamento che Gesù fa di Maria a Giovanni, in conseguenza del fatto che gli “altri figli” di Maria non erano credenti e non potevano sostenerla spiritualmente, dovrebbero tenere presente che Giacomo che loro indicano come fratello carnale del Signore era credente, e non diventò credente in un secondo momento, ma lo fu fin dalla scelta degli apostoli, in quanto egli era apostolo (Gal 1,19)
Nell’ipostesi che Giacomo non fosse apostolo, ma solo fratello germano del Signore bisogna considerare pure che se Giacomo divenne vescovo cristiano vuol dire che credeva in Gesù, e bisogna anche considerare che un neo convertito non diventa vescovo, e tantomeno vescovo di Gerusalemme, per ricoprire un ruolo così importante doveva aver dimostrato un grande carisma, una grande autorità, perché in un ruolo di simile responsabilità non si mette un novellino.
Poi è strano come mai Giuda nella sua lettera al capitolo 1 versetti 1-2 dica :
“Giuda, servo di Gesù Cristo, fratello di Giacomo, agli eletti che vivono nell’amore di Dio Padre e sono stati preservati per Gesù Cristo: misericordia a voi e pace e carità in abbondanza.”
Se la figura principale indubbiamente è Gesù come mai Giuda dice di essere solo fratello di Giacomo?
Se la tesi dei protestanti sarebbe corretta non era più logico che Giuda scrivesse:
“Giuda servo e fratello di Gesù e anche di Giacomo…….”?
Oppure “Giuda, fratello di Gesù e di Giacomo” visto che la figura principale era Gesù?
Ma la verità dice che Giuda era solo fratello di Giacomo e non di Gesù.
Anche nella scena del Calvario se il vescovo di Gerusalemme  era fratello germano di Gesù, Maria poteva abitare presso la casa di Giacomo, invece così non è stato, perché Maria non ha mai avuto altri figli all’infuori di Gesù. Un’aiuto spirituale Giovanni glielo poteva dare andandola a trovare spesso, ogni giorno o più volte al giorno, non era affatto necessario che Maria abitasse con lui per essere aiutata. Gesù però sapendo che la madre sarebbe rimasta sola (non avendo altri figli) la affida a Giovanni e gli chiede di portarla con sé.  Oltretutto Cristo non parlava mai a casaccio, ed è bene notare che in Gv 19,26-27 viene menzionata prima Maria, lei per prima fu vista da Gesù morente, e vicino a Maria vide il discepolo che amava, qui notiamo che Gesù prima si rivolse alla madre e non a Giovanni.
“disse alla madre, Donna, ecco tuo figlio! Quindi disse al discepolo: Ecco tua madre”
Quindi prima affida a Maria il discepolo, che in quel momento era l’unico rappresentante della Chiesa nascente, infatti tutti gli altri Apostoli erano fuggiti impauriti, quindi Gesù con quel gesto ha affidato a Maria la Chiesa, e subito dopo indica al discepolo di considerare Maria come una madre.Quindi anche noi cristiani (discepoli) dobbiamo considerare Maria come una madre spirituale. Gesù vedendo sua Madre trafitta dal dolore, per un istinto di figlio doveva chiedere subito aiuto a Giovanni, “Giovanni ti prego, aiuta mia madre, non la lasciare sola, prendila con te”, se ad esempio io sono sul terrazzo e da lassù vedo mia madre che cade facendosi molto male, se per caso nelle vicinanze vedo un vicino di casa subito gli chiedo di aiutarla, sicuramente non mi rivolgo a mia madre dicendogli “mamma fatti aiutare dal sig. Giuseppe” perché mi madre non è nelle condizioni di parlare e di muoversi liberamente, ma a terra dolorante e frastornata dal dolore, quindi mi rivolgo prima al vicino di casa e lo prego di prendersi cura di mia madre.
Gesù non dice a sua madre, “madre va ad abitare con Giovanni” ma affida a lei Giovanni, indica a Maria di considerare Giovanni come suo figlio, indica a Maria di prendersi cura della sua Chiesa, di essere madre della Sua Chiesa.
Maria trafitta dalla spada profetizzata da Simeone, piena di dolore e di lacrime non poteva prendersi cura di Giovanni, non né avrebbe avuto la forza
, ed è pure impensabile pensare alla rassegnazione di Maria che davanti al figlio morente si conforti con il pensiero di un nuovo figlio affidatogli da Gesù.
 
Perché Gesù si rivolge prima alla madre nonostante il dolore straziante dipinto sul suo viso?
 
Per adempiere la sua stessa profezia che dice “…un giorno ti riconoscerò” sulla croce era arrivato quel giorno e quel momento profetizzato qualche tempo prima, Gesù con quelle parole stava riconoscendo, onorando sua madre, affidandogli la Chiesa.
Basta far attenzione alle parole che vengono usate da Gesù, che dice “Donna ecco tuo figlio…” e il termine “donna” ricorre pure in Genesi e in Apocalisse per indicare Maria/Chiesa dire Maria e dire Chiesa e la stessa cosa.
Gesù poteva benissimo dire semplicemente: “Giovanni, ti prego di prendere mia madre in casa tua” invece sottolinea il ruolo materno di Maria, e il ruolo filiale di Giovanni, quindi della Chiesa.
 
Pace
Salvatore

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Da: Soprannome MSNLeonardo5479 Inviato: 27/09/2004 19.37
Sono iscritto solo da pochi giorni in un altro gruppo di MSN gestito e frequentato da evangelici ma sono rimasto veramente stupito dalla povertà di conoscenze che si rileva.
 
Mentre questo può anche esseer giustificabile per dei semplici fedeli, difficilmente può essere comprensibile per chi dice di essere un pastore.
 
Di recente Papaboy ha aperto un forum sull'Immacolata Concezione, praticamente gemello di quello che è stato aperto qui, ma a parte qualche intervento serio la discussione si è snodata con insulti e accuse reciproche.
 
Però andando a ritroso nella lista dei forum, ne ho notato uno che mi è parso interessante e che parlava della verginità di Maria. ma le argomentazioni facevano cadere le braccia! Ne voglio citare solo due di quelle che, per vari motivi, mi sono parse le più clamorose:
 
(1) la prima è che ogni volta che si trova la parola fratelli bisogna sempre prenderla alla lettera. ma questo vale solo per i fratelli di Gesù perchè in altri casi è consentito tradurlo con altri termini.  Il bello è che, seguendo questa teoria, anche quando Gesù dice "Questo è il mio corpo..." quell' "è" dovrebbe essere preso alla lettera. Il particolare gli è stato fatto notare  ma quel pastore ha preferito eludere il problema non rispondendo.
 
(2) La seconda affermazione che lascia di sasso è che questo pastore ha affermato che Maria di Cleopa significa "Maria sorella di Cleopatra" e lo ha confermato sostenendo che Cleopa è esclusivamente un nome femminile! Ma Cleopa è anche il nome di uno dei discepoli che abbandonano Gerusalemme e vanno verso Emmaus e quel discepolo è sicuramente maschio! Anche questo particolare gli è stato fatto notare. La risposta? La solita.... non ha risposto.
 
Ci sarebbero molte altre cose da dire ma di fronte a queste assurdità, come ci possiamo stupire delle castronerie che dicono i comuni fedeli se i loro stessi pastori li superano nelle stupidaggini?
 
Saluti
 
Leo
 
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