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dal dialogo "MILITARI E CATTOLICESIMO"

Ultimo Aggiornamento: 12/09/2009 22:19
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12/09/2009 22:08
 
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Consiglia  Messaggio 1 di 14 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Raptor  (Messaggio originale)Inviato: 13/02/2004 22.22
                                  I MILITARI e il magistero della Chiesa
 
La DISTINZIONE FRA CESARE E DIO
 Il cristiano, ordinariamente, non deve scegliere fra Cesare e Dio ma deve dare a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio: La società civile non deve essere separata dalla Chiesa, le due società devono collaborare, ma ognuna è competente e autonoma nel suo settore.
La Chiesa indica i principi morali da seguire, la società civile cerca di tradurli in pratica attraverso il diritto positivo: questo tentativo di traduzione sarà sempre imperfetto e sempre perfettibile” perché non è possibile costruire il paradiso in terra.
La distinzione fra Cesare e Dio, fra società civile e  Chiesa è analoga alla distinzione che deve essere fatta fra l’anima e il corpo.
A chi deve obbedire un militare cristiano quando deve usare la forza per motivi di ordine pubblico nazionale o internazionale? Alla Chiesa o alle autorità civili?
1) Scegliere le indicazioni della Chiesa, per quanto riguarda la fede e la morale, è una scelta ovvia per un cattolico.
  Il problema è un altro: il magistero della Chiesa  è infallibile sui principi non sulla conoscenza dei fatti..
Faccio un esempio: il magistero della Chiesa ha sempre sostenuto che non si può uccidere un essere umano innocente e questo principio morale è immutabile. Nel passato, prima del 1620, la dottrina della Chiesa riteneva lecito l'aborto prima del novantesimo giorno perché la scienza aristotelica di allora  negava la presenza dell'anima razionale nel prodotto del concepimento prima dei 90 giorni.
  Infatti, prima dei 90 giorni, non c'era la visibilità morfologica e fisiologica delle strutture cerebrali e quindi si pensava che l'anima razionale subentrasse con la comparsa di tali strutture. Quando nacque la prima scienza embriologica, con l'opera del Fienus, l'aborto fu immediatamente riconosciuto delittuoso ad ogni stadio. I giudizi morali, dunque, possono cambiare non perché variano i principi ma perché si perfeziona la conoscenza dei fatti che vengono sottoposti al giudizio tramite quei principi che restano immutabili. La Chiesa non è dotata di infallibilità per quanto riguarda la conoscenza dei fatti.
 
2) Esempio:
 
Nel caso di un processo civile o penale la Chiesa raccomanda di attenersi ad alcuni principi morali generali ma l'inchiesta e il processo non sono competenza della Chiesa, sono competenza della polizia e dei giudici.
3) Esempio:
 Nel caso di un intervento chirurgico, la Chiesa raccomanda di attenersi ad alcuni principi morali generali         ( come per esempio quello di proporzionalità e quello di totalità detto anche di terapeuticità ) ma la decisione sulla necessità di un intervento chirurgico spetta al chirurgo e non alla Chiesa.
  La Chiesa ritiene moralmente lecito interrompere le tecniche rianimative ed espiantare gli organi per donarli ma solo quando la persona è morta. Tuttavia la determinazione del momento della morte non è di pertinenza della fede e della morale ma della scienza medica. Attualmente la Chiesa accetta le conclusioni della scienza medica di oggi nel determinare il momento della morte e la scienza dice che l'individuo è morto quando si ha la morte cerebrale totale. In futuro la liceità della cessazione delle cure e la liceità dell'espianto degli organi potrebbe variare con il variare delle conoscenze scientifiche sul fenomeno della morte e sulla determinazione del momento della morte. Si tratta della distinzione dei poteri e delle competenze, della distinzione, in senso lato, fra Cesare e Dio. Il cristiano, ordinariamente, non deve scegliere fra Cesare e Dio ma deve dare a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio
    Il Papa, per esempio, può certamente esortare i medici a fare di tutto per salvare la vita del malato senza ricorrere all'intervento chirurgico ma decidere sulla necessità di tale intervento spetta, in ultima analisi, ai competenti del settore e non al Papa.

4)  Lo stesso problema si ripete nelle questioni di ordine pubblico nazionale o internazionale quando le autorità competenti devono decidere sull'uso della forza.
  Questo principio era già chiaro anche per i primi cristiani che non erano affatto pacifisti e ubbidivano alle autorità civili.
Il Pontificio istituto di Archeologia Cristiana lavora da oltre settanta anni al progetto ICUR ( inscriptiones cristianae urbis Romae ), cioè alla catalogazione delle oltre trentamila epigrafi paleocristiane presenti a Roma.
  Le epigrafi romane ( che citano sesso, età e professione dei primi cristiani ) mostrano che nel III° secolo, cioè prima del riconoscimento del cristianesimo fatto da Costantino, numerosi cristiani, non solo erano militari ma tra i militari cristiani erano particolarmente numerosi i pretoriani, cioè la guardia imperiale, il corpo d'élite cui accedevano solo coloro che si erano distinti nel servizio legionario. Questi studi hanno messo in crisi parecchi luoghi comuni sul cristianesimo delle origini, come quello propagandato dalla filmografia holliwoodiana che ha sempre presentato la comunità cristiana come una comunità pacifista ante-litteram. La storia dimostra che non c'era nessuna incompatibilità fra cristianesimo, vita militare e rispetto dell'autorità.
  Di incompatibilità si cominciò a parlare solo verso la fine del secondo secolo con l'eresia montanista e la persecuzione di Marco Aurelio nacque soprattutto dalla confusione che l'imperatore fece tra i cristiani e i montanisti, che erano ribelli nei confronti dell'autorità civile e del servizio militare.
  La persecuzione dei cristiani, come quella attuata da Nerone, si verifica quando l'imperatore abbandona la tradizione giulio-claudia per un potere teocratico di tipo orientale: i cristiani furono perseguitati insieme agli stoici della classe dirigente romana.
  Non c'è alcun pregiudizio dei primi cristiani verso l'autorità e il servizio militare: i cristiani rifiutano soltanto di rendere un culto religioso all'imperatore. Infatti, ad alcuni militari che lo interrogano su come devono comportarsi, Giovanni il Battista dice loro di comportarsi giustamente e aggiunge:-siate contenti della vostra paga - ( Lc 3,14 ). La fede del centurione di Cafarnao, alto ufficiale militare, capo di una Centuria ( cfr Mt 8,5-13) e la conversione del centurione Cornelio ( At 10,1-48), confermano che non esiste un'inconciliabilità di fondo fra cristianesimo, vita militare e rispetto dell'autorità. L'apostolo Paolo, nella lettera ai romani, raccomanda ai cristiani di essere sottomessi alle autorità  costituite le quali portano la spada perché sono al servizio di Dio per la giusta condanna di chi opera il male ( cfr Rm,13, 1-7).
  Già prima di Nerone e di Domiziano, l'espressione più viva di questa opposizione al culto imperiale si trova in un famoso discorso dell'imperatore Tiberio che respinge l'offerta di un tempio:- Io, o senatori, attesto di fronte a voi e voglio che i posteri ricordino, che sono un mortale e svolgo le funzioni di un mortale e mi basta adempiere il dovere di principe.-
  Dopo l'esperienza teocratica di Domiziano, l'opposizione alla divinizzazione dell'imperatore e al culto imperiale torna d'attualità con Traiano: la divinizzazione dell'Imperatore è condannata come un sacrilegio verso gli dei e come un atto di tirannia verso gli uomini ( CFR Marta Sordi,  i Cristiani e L'Impero Romano, Jaka Book, Milano 1986 ).
  Quindi i primi cristiani si comportano secondo la regola del dare a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.
 Solo in casi straordinari, quando l'autorità civile pretende di imporre un'azione che contrasta contro un comandamento di Dio, allora e solo allora il cristiano ubbidisce a Dio piuttosto che agli uomini
  La Chiesa insegna che la guerra non è mai il mezzo idoneo per risolvere le questioni della giustizia perché nella guerra non sempre vince chi è nel giusto, ammesso che sia facile capire chi è nel giusto, dato che ogni contendente giustifica sempre molto bene le proprie ragioni.
  Tuttavia, la Chiesa insegna  che,  fino a quando - non ci sarà un'autorità internazionale competente, munita di forze efficaci,  una volta esaurite tutte le possibilità di un pacifico accomodamento, non si potrà negare ai governi il diritto di una legittima   difesa - ( Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes n.79 ). Ma anche quando esisterà una vera autorità internazionale, la Chiesa ricorda che sarà sempre necessario un esercito internazionale in grado di far rispettare le decisioni del tribunale stesso con l'uso lecito della forza : - gli uomini, in quanto peccatori, sono e saranno sempre sotto la minaccia della guerra fino alla venuta di Cristo- ( Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes n.78) .
  Per questo coloro che - esercitano la loro professione nelle file dell'esercito, si considerino anch'essi come servitori della sicurezza e della libertà dei loro popoli; se rettamente adempiono il loro dovere, concorrono anch'essi veramente alla stabilità della pace - ( Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes n.79 ): - la pace , infatti, non è la semplice assenza della guerra (...) ma viene con tutta esattezza definita "opera della giustizia" (Is 32,7)- ( Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes n.78 ) .
  Giovanni Paolo II insegna che - il nucleo stesso della vocazione militare non è altro che la difesa del bene, della verità e soprattutto di quelli che sono aggrediti ingiustamente. (...) Questa difesa può portare con sé anche la morte o il danno dell'aggressore, ma egli è colpevole in questo caso - ( Giovanni Paolo II, L'Osservatore Romano 3/4-4-1989 ).
 
Come deve comportarsi un militare cristiano?
 Il Santo Padre è  il Vicario di Cristo, il padre spirituale di tutti i popoli e di tutti gli uomini ed egli sarà sempre contrario all'antica schiavitù della guerra tra i figli di Adamo ed Eva, egli cercherà sempre di fare ogni sforzo per invitare gli uomini e i popoli al dialogo, in modo che possano risolvere pacificamente e secondo giustizia i loro problemi: il Papa non si stanca di ripetere che - non c'è pace senza giustizia e non c'è giustizia senza perdono -.
  Bisogna, tuttavia, distinguere l'amore che il Papa manifesta per tutti gli uomini e i suoi giusti  timori per le conseguenze di una guerra, dalla condanna di un intervento armato  considerato assolutamente illecito dal punto di vista morale: condanna che obbligherebbe ogni cristiano che porta la divisa all'obiezione di coscienza.
  Come deve regolarsi un militare di fronte all'appello di guerra da parte delle autorità costituite quando la Chiesa non obbliga il militare cristiano alla disobbedienza civile? I moralisti cattolici hanno formulato delle norme molto chiare:-  l'individuo, benché dubiti della natura morale di una determinata guerra, può senza violare la coscienza, parteciparvi, perché si deve sempre presumere in simile caso che l'autorità competente è la sola che in via normale possegga i dati e le informazioni per giudicare se sia giusta o no la guerra ( anche il Catechismo della Chiesa cattolica dice che la valutazione delle condizioni di legittimità spetta alle autorità civili competenti, cfr n.2308 ). D'altronde il bene comune che urge difendere verrebbe compromesso se ogni singolo dovesse, prima di ubbidire all'appello di guerra, esaminare un problema così complicato e scabroso, qual è quello della moralità di un dato ricorso alle armi. (...) Il soldato non è obbligato a ricerche ed inchieste lunghe e meticolose, egli è come il ministro del giudice. Il ministro del giudice - può dare esecuzione al verdetto del tribunale, senza che ne debba fare un esame, purché non sia  assolutamente certo dell'ingiustizia della sentenza. (...)  Se mai si desse il caso, in cui sia evidente l'ingiustizia di una guerra, allora la norma dell'individo è quella degli apostoli:" ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini" ( Act. 5,29 )
  Qui evidentemente si tratta di casi astratti o, se si vuole, assolutamente eccezionali; giacché generalmente le motivazioni della guerra espresse dal potere pubblico appaiono ben giustificate - (  Angelo Brucculeri S.J., Moralità della guerra, La Civiltà Cattolica, pp.68-69, Roma 1953 ).
  Può un militare uccidere persone innocenti nel corso di una guerra? Il militare  non può mai uccidere volontariamente persone innocenti neppure durante un conflitto bellico: l'uccisione deliberata di un innocente, voluta come fine o come mezzo, costituisce un peccato grave. Nessuna circostanza, nessuna finalità può rendere lecita l'uccisione di un innocente. Diverso è il caso del militare che, nel corso di un'operazione bellica, provoca indirettamente la morte di persone innocenti: morte non voluta né come fine né come mezzo, ma solo concausata dall'intervento militare contro l'ingiusto aggressore e nonostante si sia  doverosamente adoperato ogni mezzo per evitare che civili innocenti restassero coinvolti nel conflitto. La Chiesa ricorda - la permanente validità della legge morale durante i conflitti armati- ( Catechismo della Chiesa Cattolica n.2312 ) , - si devono rispettare e trattare con umanità i non-combattenti, i soldati feriti e i prigionieri- ( Catechismo della Chiesa Cattolica n.2313 ), le armi di distruzione di massa sono un crimine contro Dio e contro la stessa umanità ( cfr Catechismo della Chiesa Cattolica n.2314 ), - si è moralmente in obbligo di far resistenza agli ordini che comandano un "genocidio"- ( Catechismo della Chiesa Cattolica n.2313 ).
 
( Bruto Maria Bruti)
 
 
 
 

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Consiglia  Messaggio 2 di 14 nella discussione 
Da: Soprannome MSNTGfonteInviato: 16/02/2004 14.08

Dopo un po di assenza, dando un’occhiata ai forum, mi ha colpito quello contenente l’articolo di Bruto Maria Bruti, interesse dovuto alla questione che reputo importante per chiunque dica di essere un seguace di Gesù Cristo, per la sua attualità e per la mia storia personale, ho dovuto scontare, lietamente, una pena detentiva in un carcere militare comminatami da un tribunale militare per non aver voluto indossare la divisa.

Per questo, nonostante lo scarso tempo a mia disposizione, inserisco un mio commento.

Nell’articolo citato si afferma: "
La storia dimostra che non c'era nessuna incompatibilità fra cristianesimo, vita militare e rispetto dell'autorità."

"Il comportamento dei cristiani era molto diverso da quello dei romani. . . . Poiché Cristo aveva predicato la pace, essi rifiutavano di fare il soldato". (N. Platt e M. J. Drummond, Our World Through the Ages) E nel libro Declino e caduta dell'impero romano, Edward Gibbon afferma: "[I primi cristiani] rifiutavano di prendere parte attiva all'amministrazione civile o alla difesa militare dell'impero. . . . Per un cristiano era impossibile, senza venir meno a un più sacro dovere, assumere il ruolo di soldato" Trad. di M. Lo Buono, Mondadori, Milano, 1986, p. 214

The Rise of Christianity E. W. Barnes dice: "Un'attenta rassegna di tutte le informazioni disponibili mostra che, fino al tempo di Marco Aurelio [imperatore dal 161 al 180 E.V.], nessun cristiano faceva il soldato; e nessun soldato, divenuto cristiano, rimaneva nell'esercito".

Il prof. Cecil J. Cadoux scrive: "Almeno fino al tempo di Marco Aurelio [161-180 E.V.], nessun cristiano avrebbe fatto il soldato dopo il battesimo". - The Early Church and the World.

Lo storico Arnold Toynbee cita il caso di Massimiliano, martire del III secolo che, minacciato di morte da un proconsole romano per essersi rifiutato di arruolarsi nell'esercito, disse: "Non presterò servizio. Tu puoi farmi tagliar la testa, ma io non servirò il potere in questo mondo: dopo, servirò il mio Dio". (A. Toynbee, Storia e religione, trad. di L. Fenghi, Rizzoli, 1984, p. 115

"Noi che eravamo pieni di guerre, assassinii e di ogni malvagità, in ogni angolo della terra abbiamo trasformato ciascuno i propri strumenti di guerra, le spade in aratri, le lance in attrezzi per coltivare, e coltiviamo la pietà, la giustizia, l'amore per il prossimo, la fede, la speranza che ci viene dal Padre stesso per mezzo del crocifisso". - Giustino Martire (II secolo E.V.), Dialogo con Trifone, 110, 3, Edizioni Paoline, 1988, trad. di Giuseppe Visonà, p. 320.

"Origene [che visse nel II e III secolo dell'èra volgare] . . . osserva che 'la Chiesa cristiana non può impegnarsi nella guerra contro alcuna nazione. Essi hanno appreso dal loro Condottiero che sono figli di pace'. In quel periodo molti cristiani furono martirizzati perché avevano rifiutato il servizio militare". - Treasury of the Christian World.59

"I primi padri della chiesa, fra cui Tertulliano e Origene, sostenevano che ai cristiani era vietato uccidere un essere umano, principio che impediva loro di far parte dell'esercito romano". (The Encyclopedia of Religion, a cura di Mircea Eliade) "Molti cristiani, . . . sotto gli imperatori pagani, avevano degli scrupoli religiosi per quanto riguarda il servizio militare, e rifiutavano categoricamente di impugnare le armi oppure disertavano. Il Sinodo [di Arles, tenuto nel 314 E.V.], in considerazione dei cambiamenti introdotti da Costantino, sancì per i cristiani l'obbligo di fare la guerra, . . . perché la Chiesa è in pace sotto un principe amichevole con i cristiani". (C. J. Hefele, A History of the Christian Councils)


L’insegnamento bibblico al riguardo è molto chiaro. (i riferimenti sono dalla TILC e dalla CEI ed. 1997)

Giovanni 13:34 "Vi do un un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri."

Matteo 5:43-46 "Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. "Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinchè siate figli del Padre vostro che è nei cieli: egli infatti fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non amano così anche i pubblicani?

1 Giovanni 3:11,15,18 "Poiché questo è il messaggio che avete udito da principio: che ci amiamo gli uni gli altri…Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida ha più la vita eterna dimorante in se stesso… Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità."

Matteo 22:39 "Il secondo e poi simile al primo: Amerai il tuo prossimo come te stesso"

1 Giovanni 4:20,21 "Se uno dice ‘Io amo Dio’, e odia il suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede non può amare Dio che non vede. E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello."

Isaia 2:2 Alla fine il monte dove sorge il tempio del Signore sarà il più alto di tutti e dominerà i colli. Tutti i popoli si raduneranno ai suoi piedi e diranno: 3 «Saliamo sul monte del Signore, andiamo al tempio del Dio d'Israele. Egli c'insegnerà quel che dobbiamo fare; noi impareremo come comportarci». Gli insegnamenti del Signore vengono da Gerusalemme; da Sion parla al suo popolo. 4 Egli sarà il giudice delle genti, e l'arbitro dei popoli. Trasformeranno le loro spade in aratri e le lance in falci. Le nazioni non saranno più in lotta tra loro e cesseranno di prepararsi alla guerra.

Matteo 26:52 Ma Gesù gli disse: «Rimetti la spada al suo posto! Perché tutti quelli che usano la spada moriranno colpiti dalla spada.

Giovanni 18:36 "Rispose Gesù ‘Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù."

Giovanni 17:14,16 " Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non del mondo, come io non sono del mondo… Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo."

(Che differenza con il plurisecolare atteggiamento della Chiesa Cattolica e dei Papi, i cosiddetti Vicari di Cristo, di difesa del loro regno mondano, difesa che ha comportato lo spargimento del sangue di migliaia di suoi servitori e di migliaia di altre persone!)

Romani 12:18 Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti.

Romani 14:19 Cerchiamo quindi quel che contribuisce alla pace e all'aiuto reciproco.

2 Corinti 10:3,4 "In realtà, noi viviamo nella carne ma non combattiamo secondo criteri umani. Infatti le armi della nostra battaglia non sono carnali, ma hanno da Dio la potenza di abbattere le fortezze, distruggendo i ragionamenti e ogni arroganza che si leva contro la conoscenza di Dio, e sottomendo ogni intelligenza all’obbedienza di Cristo."

Ebrei 12:14 "Cercate la pace con tutti e la santificazione, senza la quale nessuno vedrà mai il Signore

segue


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Consiglia  Messaggio 3 di 14 nella discussione 
Da: Soprannome MSNTGfonteInviato: 16/02/2004 14.12

"Bisogna, tuttavia, distinguere l'amore che il Papa manifesta per tutti gli uomini e i suoi giusti timori per le conseguenze di una guerra, dalla condanna di un intervento armato considerato assolutamente illecito dal punto di vista morale: condanna che obbligherebbe ogni cristiano che porta la divisa all'obiezione di coscienza.

Se mai si desse il caso, in cui sia evidente l'ingiustizia di una guerra, allora la norma dell'individo è quella degli apostoli:" ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini" ( Act. 5,29 )
Qui evidentemente si tratta di casi astratti o, se si vuole, assolutamente eccezionali; giacché generalmente le motivazioni della guerra espresse dal potere pubblico appaiono ben giustificate - ( Angelo Brucculeri S.J., Moralità della guerra, La Civiltà Cattolica, pp.68-69, Roma 1953 )."

Casi astratti?

Le guerre naziste non erano evidentemente ingiuste?

Quando il battezzato cattolico Hitler, alleandosi con l’Unione Sovietica, attaccò la cattolicissima Polonia non era evidentemente una guerra di aggressione?

Il 17 settembre 1939, oltre due settimane dopo che la Germania aveva invaso la Polonia, i vescovi tedeschi pubblicarono congiuntamente una lettera pastorale in cui dicevano: "In questa ora decisiva ammoniamo tutti i soldati cattolici di fare il loro dovere in ubbidienza al Führer e d'essere pronti a sacrificare tutta la loro individualità. Invitiamo i fedeli a partecipare alle ardenti preghiere che la Divina Provvidenza dell'Iddio Onnipotente conduca questa guerra al felice successo e alla pace per la nostra patria e la nostra nazione"

Il clero cattolico tedesco non era nuovo a questi appelli, l'arcivescovo di Colonia, in Germania, disse quanto segue ai soldati tedeschi della prima guerra mondiale:

"Diletto popolo della nostra Madre Patria, Dio è con noi in questa lotta per la giustizia in cui siamo stati trascinati contro il nostro volere. In nome di Dio vi comandiamo di combattere fino all'ultima goccia del vostro sangue per l'onore e la gloria del paese. Nella sua sapienza e rettitudine, Dio sa che siamo dalla parte della giustizia e ci darà la vittoria"

Lo storico cattolico E. I. Watkin scrisse:

"Per quanto l'ammissione sia penosa, non possiamo nell'interesse di una falsa edificazione o di una disonesta lealtà negare o trascurare il fatto storico che i Vescovi hanno coerentemente sostenuto tutte le guerre combattute dal governo del loro paese. Non so infatti di un solo caso in cui una gerarchia nazionale abbia condannato come ingiusta una guerra qualsiasi . . . Qualunque sia la teoria ufficiale, in pratica 'il mio paese ha sempre ragione' è stata la massima seguìta in tempo di guerra dai Vescovi cattolici. . . . quando si trattava di nazionalismo belligerante hanno parlato come portavoce di Cesare"

Cattolici contro cattolici, non solo soldati cattolici contro altri soldati cattolici, ma anche contro civili cattolici di entrambe le parti.

Dov’era l’amore che avrebbe contraddistinto i veri crististiani?

Dov’era l’unità?

"Sappiamo ancora pochissimo sulla sorte degli obiettori di coscienza della seconda guerra mondiale; finora si sa solo quanto segue: tra i luterani, Hermann Stöhr e Martin Gauger rifiutarono irremovibilmente di compiere il servizio militare . . . Si possono menzionare sette nomi di cattolici . . . I mennoniti tedeschi, pacifisti per tradizione, non scelsero di 'esercitare il principio della non difesa' durante il Terzo Reich, in base a una decisione presa il 10 gennaio 1938 da una riunione di anziani e ministri religiosi. Si sa di due quaccheri in Germania che rifiutarono di prestare servizio militare. . . . Si possono citare sette appartenenti agli Avventisti del Settimo Giorno che rifiutarono di pronunciare il giuramento di fedeltà . . . e furono messi a morte. I testimoni di Geova (Studenti Biblici) lamentarono il maggior numero di vittime. Nel 1939, nel 'Grande Reich Tedesco', c'erano circa 20.000 aderenti a questa . . . organizzazione religiosa. Si calcola che solo in Germania circa 6.000-7.000 testimoni di Geova rifiutarono di compiere il servizio militare durante la seconda guerra mondiale. La Gestapo e le SS prestarono quindi speciale attenzione a questo gruppo". - "Sterben für den Frieden" (Morire per la pace) di Eberhard Röhm, pubblicato nel 1985.


si è moralmente in obbligo di far resistenza agli ordini che comandano un "genocidio"- ( Catechismo della Chiesa Cattolica n.2313 )

2313 Si devono rispettare e trattare con umanità i non-combattenti, i soldati feriti e i prigionieri.

Le azioni manifestamente contrarie al diritto delle genti e ai suoi principi universali, non diversamente dalle disposizioni che le impongono, sono crimini. Non basta un'obbedienza cieca a scusare coloro che vi si sottomettono. Così lo sterminio di un popolo, di una nazione o di una minoranza etnica deve essere condannato come peccato mortale. Si è moralmente in obbligo di far resistenza agli ordini che comandano un « genocidio ».

2326 Lo scandalo costituisce una colpa grave quando chi lo provoca con azione o con omissione deliberatamente spinge altri a peccare gravemente.

1868 Il peccato è un atto personale. Inoltre, abbiamo una responsabilità nei peccati commessi dagli altri, quando vi cooperiamo:

- prendendovi parte direttamente e volontariamente;

- comandandoli, consigliandoli, lodandoli o approvandoli;

- non denunciandoli o non impedendoli, quando si è tenuti a farlo;

- proteggendo coloro che commettono il male.

Dato che l’olocausto era già noto alla Chiesa Cattolica durante il suo svolgimento, quando e come la Chiesa

Cattolica lo ha condannato e ha invitato i suoi fedeli, particolarmente i tedeschi, sia civili che militari, a far resistenza a chi gli ordinava di parteciparvi?

Quando e come ha additato gli autori degli ordini di genocidio come colpevoli di peccato mortale?

Perché mentre nel dopoguerra ha scomunicato i comunisti ciò non è stato fatto per i nazisti?

Perché ha protetto dopo la guerra molti criminali di guerra nazisti aiutandoli a fuggire?

le armi di distruzione di massa sono un crimine contro Dio e contro la stessa umanità ( cfr Catechismo della Chiesa Cattolica n.2314)

Il cappellano cattolico degli aviatori che nel 1945 sganciarono le bombe atomiche sul Giappone recentemente ha detto: "Negli scorsi 1.700 anni la chiesa ha reso rispettabile la guerra. Ha fatto credere alla gente che sia un'onesta professione cristiana. Non è vero. Ci hanno fatto il lavaggio del cervello. . . . Il vangelo della guerra giusta è un vangelo che Gesù non ha mai insegnato. . . . Niente nella vita e negli insegnamenti di Gesù fa pensare che, se non è legittimo ridurre in cenere la gente in un conflitto nucleare, sia invece legittimo ridurre in cenere la gente con bombe al napalm o col lanciafiamme".



Un giornale cattolico di Londra ha dichiarato: "I primi cristiani . . . presero alla lettera le parole di Gesù e si rifiutarono di prestare servizio nell'esercito romano, anche se per questo venivano condannati a morte. L'intera storia non sarebbe stata forse diversa se la Chiesa si fosse attenuta alle sue posizioni originali? . . . Se le chiese odierne potessero condannare congiuntamente la guerra . . . , obbligando così in coscienza tutti i loro fedeli a essere, come lo erano i primi cristiani, obiettori di coscienza, sarebbe veramente possibile garantire la pace. Ma sappiamo che questo non accadrà mai". - Catholic Herald.

Concludo con le parole di 1 Giovanni 3:18 "…non amiamo a parolema con i fatti..."


TGfonte


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Consiglia  Messaggio 4 di 14 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°RaptorInviato: 17/02/2004 10.55
Risposta A TG fonte


L'interpretazione "pacifista" delle frasi evangeliche è in contrasto con la
dottrina della Chiesa Cattolica e mette Cristo in contrasto con se stesso
1) Concilio Vaticano II, Gaudium et Spes n. 78 ( la natura della pace)
2) Concilio Vaticano II, Gaudium et spes n.79 ( sui militari cristiani )
 L'apostolo Paolo, nella lettera ai Romani, dice :- Vuoi non avere da temere
l'autorità? Fa il bene e ne avrai lode, poiché essa è al servizio di Dio per
il tuo bene. Ma se fai il male, allora temi, perché non invano essa porta la
spada; è infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi opera il
male -. ( Rm 13,3 - 4 ).
Nostro Signore, che ha raccomandato di non opporsi al malvagio e di porgere
l'altra guancia, in realtà, non si è comportato secondo la lettera di tale
insegnamento. A Gerusalemme, dopo aver fatto una sferza, percosse i mercanti
che si trovavano nel tempio ( cfr Gv 2,14 - 15 ).

Giovanni il Battista dice ai militari di comportarsi giustamente e
aggiunge:-siate contenti della vostra paga - ( Lc 3,14 ). La fede del
centurione di Cafarnao, alto ufficiale militare, capo di una Centuria ( cfr
Mt 8,5-13) e la conversione del centurione Cornelio ( At 10,1-48),
confermano che non esiste un'inconciliabilità di fondo fra cristianesimo,
vita militare e rispetto dell'autorità.  Molti sono i santi militari : San
Martino di Tours, San Giorgio, Santa Giovanna d'Arco. Il beato Giovanni XXII
è stato cappellano militare.

Tertulliano è morto eretico in quanto aderì all'eresia montanista che
rifiutava l'autorità civile e considerava sempre peccato il servizio
militare: la persecuzione di Marco Aurelio nacque soprattutto dalla
confusione che l'imperatore fece tra i cristiani e i montanisti, che erano
ribelli nei confronti dell'autorità civile e del servizio militare.

Ripeto: Il Pontificio istituto di Archeologia Cristiana lavora da oltre
settanta anni al progetto ICUR ( inscriptiones cristianae urbis Romae ),
cioè alla catalogazione delle oltre trentamila epigrafi paleocristiane
presenti a Roma.
  Le epigrafi romane ( che citano sesso, età e professione dei primi
cristiani ) mostrano che nel III° secolo, cioè prima del riconoscimento del
cristianesimo fatto da Costantino, numerosi cristiani, non solo erano
militari ma tra i militari cristiani erano particolarmente numerosi i
pretoriani, cioè la guardia imperiale, il corpo d'élite cui accedevano solo
coloro che si erano distinti nel servizio legionario. Questi studi hanno
messo in crisi parecchi luoghi comuni sul cristianesimo delle origini, come
quello propagandato dalla filmografia holliwoodiana che ha sempre presentato
la comunità cristiana come una comunità pacifista ante-litteram. La storia
dimostra che non c'era nessuna incompatibilità fra cristianesimo, vita
militare e rispetto dell'autorità. La persecuzione dei cristiani, come
quella attuata da Nerone, si verifica quando l'imperatore abbandona la
tradizione giulio-claudia per un potere teocratico di tipo orientale: i
cristiani furono perseguitati insieme agli stoici della classe dirigente
romana perché entrambi si rifiutavano di tributare un culto all'imperatore,
cioè di adorarlo come un Dio.

Per concludere una citazione della PACE secondo San FRANCESCO:

La Pace secondo San Francesco

San Francesco si reca dal sultano Malik al-Kamil per invitare alla pace i
mussulmani che uccidono i pellegrini cristiani e hanno conquistato con la
violenza le terre, un tempo cristiane, del medio oriente e del nord Africa
molto prima che nascessero le crociate.
  Prima delle guerre di conquista mussulmane, vi erano più cristiani in
Africa e in Asia che in Europa. L'imperialismo mussulmano, anche nelle sue
forme più moderate, nega al cristiano il bene più prezioso: il
diritto-dovere di annunciare il Vangelo.
  Francesco, per fermare la guerra, propone un giudizio di Dio: egli,
Francesco, e un mussulmano sarebbero entrati dentro il fuoco, l'uno
invocando Cristo, l'altro Maometto e Allah.
  Di fronte al rifiuto e all'ostinazione del sultano, che cerca di fare leva
sull'interpretazione pacifista del -porgere l'altra guancia -, per disarmare
i crociati, San Francesco dice:- mi sembra che voi non abbiate letto tutto
il Vangelo. Altrove, infatti, è detto: se il tuo occhio ti è occasione di
scandalo, cavalo e gettalo lontano da te. E, con questo, Gesù ha voluto
insegnarci che, se anche un uomo ci fosse amico o parente, o perfino fosse a
noi caro come la pupilla dell'occhio, dovremmo essere disposti ad
allontanarlo, a sradicarlo da noi, se tentasse di allontanarci dalla fede e
dall'amore del nostro Dio. Proprio per questo, i cristiani agiscono secondo
giustizia quando invadono le vostre terre e vi combattono-
(cfr Vittorio Messori, Pensare la storia, una lettura cattolica
dell'avventura umana, prefazione del cardinale Giacomo Biffi, ed. Paoline,
Cinisello Baklsamo ( Milano ) 1992, pp.166-167)

Per quanto riguarda il dovere dei militari e delle forze dell'ordine in
genere.
Ripeto:
Come deve regolarsi un militare di fronte all'appello di guerra da parte
delle autorità costituite quando la Chiesa non obbliga il militare cristiano
alla disobbedienza civile? I moralisti cattolici hanno formulato delle norme
molto chiare:-  l'individuo, benché dubiti della natura morale di una
determinata guerra, può senza violare la coscienza, parteciparvi, perché si
deve sempre presumere in simile caso che l'autorità competente è la sola che
in via normale possegga i dati e le informazioni per giudicare se sia giusta
o no la guerra ( anche il Catechismo della Chiesa cattolica dice che la
valutazione delle condizioni di legittimità spetta alle autorità civili
competenti, cfr n.2308 ). D'altronde il bene comune che urge difendere
verrebbe compromesso se ogni singolo dovesse, prima di ubbidire all'appello
di guerra, esaminare un problema così complicato e scabroso, qual è quello
della moralità di un dato ricorso alle armi. (...) Il soldato non è
obbligato a ricerche ed inchieste lunghe e meticolose, egli è come il
ministro del giudice. Il ministro del giudice - può dare esecuzione al
verdetto del tribunale, senza che ne debba fare un esame, purché non sia
assolutamente certo dell'ingiustizia della sentenza. (...)  Se mai si desse
il caso, in cui sia evidente l'ingiustizia di una guerra, allora la norma
dell'individo è quella degli apostoli:" ubbidire a Dio piuttosto che agli
uomini" ( Act. 5,29 )
  Qui evidentemente si tratta di casi astratti o, se si vuole, assolutamente
eccezionali; giacché generalmente le motivazioni della guerra espresse dal
potere pubblico appaiono ben giustificate - (  Angelo Brucculeri S.J.,
Moralità della guerra, La Civiltà Cattolica, pp.68-69, Roma 1953 ).

Anche la Germania, formalmente, giustificava la sua entrata in guerra come
guerra difensiva
1) Per l'intervento in Cecoslovacchia adduceva come  motivazione "ufficiale"
l'oppressione della minoranza etnica dei sudeti tedeschi: furono prodotti
documenti sulle atrocità subite dai sudeti. La Germania chiedeva un
pebiscito per l'autonomia dei sudeti che la Cecoslovacchia non concedeva.
2) Per l'intervento in Polonia. Premessa sintetica: la Polonia voleva come
accesso al mare Danzica,  che era un territorio tedesco: in conseguenza
delle richieste polacche, a Versailles, fu creato il territorio libero di
Danzica sotto il controllo della Società delle Nazioni. Non occorreva molta
lungimiranza per prevedere contrasti futuri con la Germania.
Approfittando della guerra civile russa, l'esercito polacco avanzò fin a
Kiev. In seguito l'armata rossa contrattaccò giungendo fin quasi a Varsavia.
La Francia intervenne per respingere i russi oltre il Niemen.Il successivo
trattato di Riga permise alla Polonia di conservare 150 chilometri di
territorio che era stato Russo da secoli: anche in questo caso non era
difficile prevedere futuri contrasti con la Russia.
 La società delle nazioni aveva, poi, deciso di affidare il futuro dell'alta
Slesia a un plebiscito: il 60% degli abitanti era favorevole alla Germania.
La Polonia risolse il problema con le armi e occupò la maggior parte dei
distretti carboniferi della Slesia. Da queste situazioni la Germania addusse
motivazioni ufficiali per pretendere la riannessione al suo territorio di
Danzica.Come si può vedere, anche per un esperto, in assenza di un tribunale
internazionale è difficile districarsi in questo ginepraio.
IL PROBLEMA PIU' GRANDE E' UN ALTRO.
La Chiesa Cattolica invita i belligeranti a trattare, a dialogare, chiede
con insistenza la creazione di un tribunale internazionale munito di forze
efficaci, ma non è
competente sulla conoscenza dei fatti: questi sono di competenza delle
autorità civili.Il magistero della Chiesa  è infallibile sui principi non
sulla conoscenza dei fatti. Per esempio: nel caso di un intervento
chirurgico, la Chiesa raccomanda di attenersi ad alcuni principi morali
generali  ( come per esempio quello di proporzionalità e quello di totalità
detto anche di terapeuticità ) ma la decisione sulla necessità di un
intervento chirurgico spetta al chirurgo e non alla Chiesa. Ogni chirurgo
giustifica sempre "formalmente" la necessità del suo intervento.
La Chiesa Cattolica, tuttavia, condanna, con l'enciclica Mit Brennender di
Pio XI,  l'ideologia Nazional-socialista.
Il Corpo direttivo dei Testimoni di Geova, invece, nel 1933 appoggiò
l'ideologia nazista che indicava negli ebrei i responsabili dello
sfruttamento dei popoli del mondo intero.
 L'Annuario del 1975 dei Testimoni di Geova, pp.111-112,
narra che Rutheford e Knorr si recarono in Germania nel 1933 allo scopo di
garantire la sicurezza della Società. Rutheford preparò una dichiarazione da
presentare al Congresso del 25 giugno 1933, a Berlino. In questa
dichiarazione, distribuita in 2.100.000 copie a numerosi alti funzionari
tedeschi, era scritto:"" Il più grande e oppressivo impero sulla terra è
quello anglo-americano. (...) Sono stati i commercianti ebrei dell'impero
britannico-americano che hanno costituito e gestiscono l'Alta finanza allo
scopo di sfruttare ed opprimere i popoli di molte nazioni"" ( CFR, J. Penton
Apocalypse Delayed. The story of Jehovah's Witnesses, University of Toronto
Press 1985, pp.148, 149; CFR, Achille Aveta, Un'ideologia che logora, I
testimoni di Geova, ed, Dehoniane Roma, 1990, pp. 344-345).
Nell'Annuario del 1975, pp.111-112, è scritto che molti fratelli TdG furono
delusi dalla dichiarazione e non poterono adottarla con tutto il cuore.
Questa delusione di molti testimoni dimostra come sia falsa la tanto
sbandierata neutralità politica dei Testimoni di Geova e del loro Corpo
direttivo.

( Bruto Maria Bruti )

Rispondi
Consiglia  Messaggio 5 di 14 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°RaptorInviato: 17/02/2004 10.58

Mi puoi cortesemente dire dove si possono trovare queste due lettere pastorali?

1)Il 17 settembre 1939, oltre due settimane dopo che la Germania aveva invaso la Polonia, i vescovi tedeschi pubblicarono congiuntamente una lettera pastorale in cui dicevano: "In questa ora decisiva ammoniamo tutti i soldati cattolici di fare il loro dovere in ubbidienza al Führer e d'essere pronti a sacrificare tutta la loro individualità. Invitiamo i fedeli a partecipare alle ardenti preghiere che la Divina Provvidenza dell'Iddio Onnipotente conduca questa guerra al felice successo e alla pace per la nostra patria e la nostra nazione"

Il clero cattolico tedesco non era nuovo a questi appelli, l'arcivescovo di Colonia, in Germania, disse quanto segue ai soldati tedeschi della prima guerra mondiale:

2) "Diletto popolo della nostra Madre Patria, Dio è con noi in questa lotta per la giustizia in cui siamo stati trascinati contro il nostro volere. In nome di Dio vi comandiamo di combattere fino all'ultima goccia del vostro sangue per l'onore e la gloria del paese. Nella sua sapienza e rettitudine, Dio sa che siamo dalla parte della giustizia e ci darà la vittoria"



Rispondi
Consiglia  Messaggio 6 di 14 nella discussione 
Da: Soprannome MSNTGfonteInviato: 17/02/2004 14.17
Caro Raptor,
rispondo velocemente, per ora, al  tuo ultimo messaggio:

1) Gemeinsames Wort  der deutschen Bischofe, 'Martinus-Blatte', n°38, 17/09/39

2) Giornale belga "La Derniere Heure"


TGfonte



Rispondi
Consiglia  Messaggio 7 di 14 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°RaptorInviato: 17/02/2004 19.11
Caro TGFONTE, anche io sarò velocissimo.
Tu hai inserito dei testi in italiano menter gli articolo saranno stati scritti ( immagino io) in tedesco e in francese.
Le traduzioni le hai fatte tu?
Se le hai fatte tu, possiedi gli originali dei due pezzi?
Se non le hai fatte tu, dove hai trovato la traduzione in italiano?
Dove è possibile trovare i due articoli in lingua originale?
Grazie
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12/09/2009 22:10
 
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Consiglia  Messaggio 8 di 14 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°RaptorInviato: 18/02/2004 19.57
Caro TGFONTE. Capisco che hai poco tempo ma se non metti i riferimenti che ti ho chiesto mi vedrò costretto a cancellare i tuoi ultimi interventi.

Rispondi
Consiglia  Messaggio 9 di 14 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 18/02/2004 21.39
Dunque TGfonte dice al messaggio 2
Dopo un po di assenza, dando un’occhiata ai forum, mi ha colpito quello contenente l’articolo di Bruto Maria Bruti, interesse dovuto alla questione che reputo importante per chiunque dica di essere un seguace di Gesù Cristo, per la sua attualità e per la mia storia personale, ho dovuto scontare, lietamente, una pena detentiva in un carcere militare comminatami da un tribunale militare per non aver voluto indossare la divisa.....
.....
Confesso che sono solidale per la triste vicenda che hai passato, ma con tutta franchezza ti dico che HAI SBAGLIATO...poi che la tua sia una scelta, benissimo, ma dire che sei stato punito IN NOME DI CRISTO...e no amico mio...qualcosa dalle Lettere di Paolo ti sfugge....NON ESISTE UN COMANDAMENTO ALL'OBIEZIONE DI COSCIENZA......e se la scegli...NON E' IN NOME DI CRISTO.....
Rom.13,1-7:
" Ogni persona SI SOTTOMETTA ALLE AUTORITA' che le sono superiori. Non esiste infatti autorità se non proviene da Dio; ora le autorità ATTUALI (attenzione erano i ROMANI che crocifiggevano..) sono state subordinate DA DIO (attenzione Gesù al processo dice a Pilato che l'autorità che ha GLI ERA STATA DATA DALL'ALTO)...2 DI MODO CHE CHI SI ribella all'autorità, si contrappone a un ordine stabilito da Dio.....3 I MAGISTRATI INFATTI, non fanno paura a chi opera  il bene...(...) 5 Per questo E' NECESSARIO SOTTOMETTERSI, non solo a motivo dell'ira, ma anche a MOTIVO DELLA COSCIENZA. Per questo DOVETE ANCHE PAGARE I CONTRIBUTI: sono infatti servitori pubblici di Dio e si applicano costantemente a questo compito.........date a TUTTI ciò che è loro dovuto....L'ONORE ACHI E' DOVUTO L'ONORE....
Nella prima schiera di martiri diversi nomi appartengono a CENTURIOMI DELLE LEGIONI ROMANE......
Inoltre dagli scritti dei Padri risulta che i cristiani venivano perseguitati NON perchè ostili alla vita civile ed alle autorità, ma SOLO PERCHE' SI RIFIUTAVANO DI ABIURARE.....
il Cristo....
Mentre tu scrivi:
"Il comportamento dei cristiani era molto diverso da quello dei romani. . . . Poiché Cristo aveva predicato la pace, essi rifiutavano di fare il soldato".
 ........
NON E' AFFATTO VERO.......è vero che c'era chi....AFFASCINATO DALLA VOCAZIONE.....smetteva di fare il soldato per diventare magari UN MISSIONARIO...ma non si oppesro mai i primi cristiani ALL'ORDINAMENTO della vita sociale dell'epoca......
NON estrapolare s.Giustino dal suo contesto........
ciò che sta dicendo è ben altro...NON era il rifiuto all'autorità e quindi anche a fare il soldato....Giustino descrive UNA REALTA' CHE ERA PACIFISTA FRA I CRISTIANI E SPIEGANDOLA SI CHIEDEVA IL PERCHE' DELLE PERSECUZIONI.......

"Noi che eravamo pieni di guerre, assassinii e di ogni malvagità, in ogni angolo della terra abbiamo trasformato ciascuno i propri strumenti di guerra, le spade in aratri, le lance in attrezzi per coltivare, e coltiviamo la pietà, la giustizia, l'amore per il prossimo, la fede, la speranza che ci viene dal Padre stesso per mezzo del crocifisso". - Giustino Martire (II secolo E.V.), Dialogo con Trifone, 110, 3, Edizioni Paoline, 1988, trad. di Giuseppe Visonà, p. 320.

.........
Giustino sta parlando dello STILE DI VITA DELLE COMUNITA' CRISTIANE CHE INVECE VENIVANO PERSEGUITATE SENZA ALCUNA RAGIONE...NON AVENDO, APPUNTO, ARMI O ALTRO.....
Infatti, nella sua Seconda apologia al Senato di Roma scrive:

10. Dopo che Urbico ebbe decretato che fosse condotto a morte, un certo Lucio, anche lui cristiano, vedendo che la sentenza era così irragionevole, disse ad Urbico: "Qual è la ragione per cui hai condannato un uomo che non è né adultero né dissoluto né omicida né spogliatore né ladro né infine reo confesso di alcun crimine, ma che soltanto confessa l'appellativo di cristiano? Tu non giudichi, o Urbico, come si conviene all'imperatore Pio, né al filosofo, figlio di Cesare, né al sacro Senato".

.........
che cosa c'è scritto nelle motivazioni dell'eventuale condanna?:
Qual è la ragione per cui hai condannato un uomo che non è né adultero né dissoluto né omicida né spogliatore né ladro né infine reo confesso di alcun crimine, ma che soltanto confessa l'appellativo di cristiano? ....
....
S.Giustino fa emergere che L'UNICA MOTIVAZIONE ERA PERCHE' LUCIO ERA UN CRISTIANO......e nelle accuse non c'è la DISERZIONE DAL SERVIZIO MILITARE.....accusa molto più plausibile per l'epoca...né infine reo confesso di alcun crimine, ma che soltanto confessa l'appellativo di cristiano..NESSUN CRIMINE dice Giustino.....la diserzione invece è sempre stata una accusa gravissima.....tanto da giustificare LA PENA DI MORTE.....segno evidente che NON ERA IN USO FRA I CRISTIANI....PERCHè NESSUN MARTIRE FU ACCUSATO DI QUESTO...semmai per alcuni SANTI questa fu una scusa....per giustificare una condanna di qualche militare che convertendosi AIUTAVA DI NASCOSTO I CRISTIANI....oppure decideva PER SUA INIZIATIVA di non fare più il militare perchè magari la sua vocazione era altra cosa.......
Mentre...sempre Giustino...dice nella sua PRIMA apologia al Senato Romano:

Esaminare le accuse

 III.- 1. Ma affinché nessuno pensi che queste siano parole senza senso e temerarie, riteniamo giusto che siano prese in esame le accuse mosse ai cristiani, e che, qualora esse si dimostrino rispondenti al vero, siano puniti come conviene punire i convinti colpevoli; se invece non si può provare nulla, la vera ragione non consente di trattare ingiustamente, a causa di una cattiva fama, uomini innocenti: o meglio, trattare ingiustamente voi stessi, che ritenete giusto intervenire (penalmente) secondo un impulso irrazionale anziché secondo un giudizio di discrezione.

4. Nostro dovere, dunque, è di offrire a tutti la prova della nostra vita e delle nostre dottrine, affinché per colpa di coloro che vogliono ignorare quanto ci riguarda, proprio noi non paghiamo il fio di colpe che essi commettono per cecità; quanto a voi, è vostro dovere - secondo quanto richiede la ragione - dimostrarvi buoni giudici, ascoltandoci.

 5. Ingiustificabile sarà in seguito la vostra azione dinanzi a Dio se, dopo aver conosciuto i fatti, non agirete secondo giustizia.

 Non è accettabile la condanna del Solo "nome" cristiano

  IV. - 1. L'appellativo di un nome non si giudica né buono né cattivo, senza i fatti che sottostanno al nome stesso; del resto, per quanto attiene al nostro nome che ci viene contestato, noi siamo ottimi.

5. Infatti ci si accusa di essere cristiani: ma non è giusto odiare ciò che è buono.

 6. Viceversa: se uno degli accusati nega, a parole, affermando di non esserlo, voi lo lasciate andare libero, come se non aveste nulla di cui accusarlo come colpevole; se invece uno ammette di esserlo, voi lo punite per la sua ammissione. Bisogna invece esaminare la vita, sia di colui che confessa sia di colui che nega, affinché appaia chiaro, attraverso le opere, come ciascuno sia.

9. Alcuni di costoro insegnarono l'ateismo, ed i poeti proclamano che Zeus è dissoluto, insieme ai suoi figli; eppure coloro che seguono gli insegnamenti di quelli non sono da voi imprigionati, anzi stabilite premi ed onori a chi, con belle parole, oltraggia questi dèi.

L'influsso dei demoni

 V. - 1. Che significato può dunque avere ciò? Per noi, che professiamo di non commettere alcun male né di seguire tali dottrine atee, voi non apprestate processi regolari, ma, spinti da irragionevole passione e dalla sfera dei demoni malvagi, ci condannate senza processo e senza riflessione.

Siamo vostri alleati per la pace

 XII.- 1. Più di tutti gli uomini noi vi siamo utili ed alleati per la pace, dal momento che questo è il nostro pensiero: è impossibile che sfugga a Dio il malfattore o l'avido o l'insidiatore, o anche l'uomo virtuoso, e ciascuno va verso un'eterna pena o salvezza, secondo che meritano le sue azioni.

Siamo sudditi leali dell'impero

 XVII. - 1. Noi cerchiamo di pagare, prima di tutti gli altri, dovunque, tasse e tributi ai vostri incaricati, come Egli ci ha insegnato.

3. Pertanto solo Dio sì, noi adoriamo, ma, per tutto il resto di buon grado serviamo a voi riconoscendovi imperatori e capi di uomini, mentre facciamo voti che si trovi in voi saggezza di pensiero, insieme al potere imperiale.

2. L'unica colpa che ci potete imputare è che non veneriamo gli stessi dèi che venerate voi, e che non portiamo libagioni ai morti, né grasso di vittime, né corone sulle tombe, né facciamo sacrifici.

........
insomma....TGFONTE...nun ce semo proprio.......per favore...FINIAMOLA DI USARE GLI SCRITTI DEI MARTIRI DELLA CHIESA....per andare contro la Chiesa...alla fine diventate anche ridicoli...perdonate ma.....almeno provate a dialogare......e non a portare fatti come fossero UNA VERITA' scoperta come....la scoperta oggi dell'acqua calda.......
Fraternamente Caterina

Rispondi
Consiglia  Messaggio 10 di 14 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 18/02/2004 21.53
Poi......visto che Tgfonte ha difficoltà a leggere altri forum....da questo prendiamo quanto segue:
 
Buon giorno, spero di poter dare un contributo con quanto segue preso dal sito: http://www.culturacattolica.it/

La Chiesa di fronte ai Totalitarismi: una Chiesa maestra

Ma la Chiesa non è soltanto martire; è anche Maestra.
I Papi hanno il dovere di smascherare le false dottrine.
Il magistero pontificio di questi decenni è denso di interventi chiarificatori.
Nei riguardi del Messico Pio XI è intervenuto in diverse occasioni.
1) Con l'Epistola Apostolica Paterna Sane (2-2-26);
2) Con l'Enciclica Iniquis Afflictisque (18-11-26);
3) Con l'Epistola Enciclica (29-9-32).

Anche per la Spagna Pio XI non è stato a guardare. Il suo principale intervento è costituito dalla Lettera enciclica Dilectissima Nobis (3-6-33).
In questa doppia serie di interventi il Papa rivendica alla Chiesa i suoi diritti di professare liberamente la fede cattolica e di esercitare il culto nelle varie modalità pastorali. Esorta vescovi, sacerdoti, fedeli di rimanere fedeli al mandao di Cristo.

Tuttavia i due interventi più conosciuti e che hanno suscitato più scalpore sono state le due Encicliche del 1937 contro il nazional-socialismo e il comunismo. Rispettivamente la Mit Brennender Sorge (14-3-37) e la Divini Redemptoris (19-3-37). E' da ricordare che ambedue i documenti sono stati preparati dall'allora Card. Eugenio Pacelli, Segretario di Stato.
Nel documento contro il nazional-socialismo, definito "una delle più severe condanne di un regime nazionale che il Vaticano avesse pronunciato" (Rhodes), Pio XI chiarisce lo specifico della dottrina cristiana che non ha niente a che vedere con questa nuova filosofia della vita. Molti cristiani potevano essere indotti in errore. Per questo il Pontefice tenta di smascherare quegli insani principi che già avvelenavano il popolo. Evidenzia come il nazional-socialismo sta esattamente agli antipodi del cristianesimo; non è per l'uomo ma contro l'uomo.
Si tratta di due concezioni opposte della vita e del mondo. L'una imperniata sull'uomo, sul sangue, sulle sue capacità di autoredenzione, sull'orgoglio della razza; l'altra dominata dalle idee di Dio, della sua rivelazione biblica, del peccato e della redenzione per Cristo, della Chiesa, dalla rivalutazione dell'uomo, di qualunque uomo in quanto fatto ad immagine e somiglianza di Dio e redento da Cristo. Il cristianesimo è una religione universale ed è proteso a tutta l'umanità.
Pio XI cercò in qualunque modo di smascherare queste insane dottrine.
Lo stesso concordato del 20 luglio 1933 con il Terzo Reich non è affatto un atto di simpatia verso il nuovo regime ma una condanna indiretta in quanto costituisce una difesa da parte della Chiesa che si sentiva minacciata nella sua stessa natura.
Così il grande storico Jedin commenta il fatto: "La Chiesa quindi si trovò necessitata ad un concordato in una misura mai sperimentata fino a quel momento. Pertanto il concordato della Santa Sede con il Reich germanico va considerato un'arma difensiva".
L'Episcopato tedesco collimava in pieno con il Pontefice da costituire allora veramente un 'cuor solo ed un'anima sola'. Diverse furono le condanne prese nelle riunioni episcopali a Fulda e nelle letetre pastorali: sono almeno 10 questi interventi.
Famose sono anche le prediche degli arcivescovi Faulhaber e von Galen rispettivamente nell'avvento del 1933 e nell'estate del 1941 per le decise prese di posizione contro l'ideologia nazional-socialista decisamente anticristiana ed antiumana
.
A pochi giorni di distanza uscì l'altro documento: Divini Redemptoris nel quale si evidenziavano tutti i mali del comunismo applicato in Russia, Messico, Spagna. Ne stigmatizza in particolare la dottrina in quanto non solo contro la Chiesa ma contro qualunque forma di religione e contro lo stesso uomo: "Il comunismo spoglia l'uomo della sua libertà, toglie ogni libertà alla persona umana ed ogni ritegno morale contro l'assalto degli stimoli ciechi. Diventa una semplice ruota ed ingranaggio del sistema (10)... Rifiuta alla vita umana ogni carattere sacro e spirituale (11)... Il comunismo impoverisce la persona umana, capovolgendo i termini della relazione dell'uomo e della società" (30). "Il comunismo di oggi... nasconde in sé un'idea di falsa redenzione. Uno pseudo ideale di giustizia, di uguaglianza e di fraternità nel lavoro, pervade tutta la sua dottrina e tutta la sua attività di un falso misticismo" (8).
Questa dottrina era stata già condannata dai suoi predecessori fin dal suo sorgere nel secolo scorso. Pio IX, nella enciclica Qui Pluribus così la stimmatizzò: "Nefanda dottrina, sommamente contraria allo stesso diritto naturale, che porta al radicale sovvertimento dei diritti, delle cose, delle proprietà di tutti, e della stessa società umana" (Qui pluribus, 9-11-1846). Ed il suo successore Leone XIII, a sua volta riferendosi a questa dotrina, così si esprimeva: "Micidiale pestilenza che intaccando il midollo della società umana la condurrebbe alla rovina" (Quod apostolici Muneris, 28-12-1878).

La seconda guerra mondiale ha fatto da spartiacque tra la prima e seconda parte del secolo.
Le persecuzioni del nazional-socialismo ed i tentativi di distruggere la Chiesa sono terminati con l'annientamento del sistema.
Mentre sono continuate in forma esasperata nell'Unione Sovietica e nelle Nazioni dell'Europa dell'Est cadute sotto la sua egemonia
.
Qalche anno dopo un altro fronte si è aperto in Cina con la vittoria di Mao: un'altra cristianità martirizzata ed immolata all'idolo di una folle ideologia. Mao ha recato un danno ancora più grave: ha creato una 'chiesa parallela' a servizio del Partito: la 'chiesa patriottica' che esiste ancora oggi e procura non poche difficoltà.
Inoltre la persecuzione si è estesa anche alle Chiese dei territori del Sud-Est asiatico, dovunque si è impiantato il regime comunista: Viet-Nam, Laos, Cambogia, Corea.
In queste nazioni i fedeli hanno dimostrato una fede veramente eroica.
Già si sa molto delle uccisioni subite dalla Chiesa cinese, delle limitazioni e persecuzioni. Continuamente, ancora oggi, giungono testimonianze di tutto questo. Ma quando anche qui si potranno consultare gli archivi, apparirà tutta l'immane tragedia che i cristiani cinesi hanno vissuto per la loro fedeltà a Cristo.
Gli anni '60 hanno visto l'estendersi della lotta contro la Chiesa anche nel continente africano e latino-americano.
Nel continente africano, la decolonizzazione e l'odio contro gli europei ha coinvolto anche la Chiesa. Si tratta di fatti conosciuti da tutti.
Nell'America Latina le varie dittature che hanno voluto trovare una giustificazione nella dottrina della Sicurezza Nazionale,
hanno combattuto la Chiesa considerandola un veicolo per la diffusione dell'ideologia comunista, una porta per l'affermazione dei partiti comunisti nel Sud-America. Quale cecità!
Il fatto che la Chiesa, schieratasi sempre a favore dell'uomo, predicava la giustizia sociale, difendeva i poveri, gli oppressi, dava voce a chi non ne aveva, è stato frainteso come predicazione del marxismo!
Si è dimenticato invece che la giustizia è una virtù naturale che rientra nei contenuti del V° comandamento. La Chiesa, impegnandosi a difendere i deboli contro i soprusi, predicando la giustizia sociale non fa altro che compiere un suo dovere, quello di predicare il Vangelo nella sua interezza, nel quale sono contenuti anche i principi della virtù della giustizia.
Del resto la dottrina sociale della Chiesa si fonda proprio su questo.
Ma la miopia di certi uomini, che si chiamavano 'cristiani', non permetteva loro di comprendere questo dinamismo interno alla Chiesa, la quale ha pagato e continua a pagare a carissimo prezzo la fedeltà al compimento della sua missione evangelica.
Uno per tutti mi piace ricordare Mons. Oscar Romero. Nella sua ultima predica difese questo compito della Chiesa.
Ma dietro questo nome ci sono tanti altri meno carismatici ma non per questo meno degni di memoria e di ammirazione.
Un altro fronte persecutorio è costituito dai vari integralismi religiosi, con la copertura di nazionalismo. Basta pensare alla situazione della Chiesa nel Libano, in Indonesia. Sono di poche settimane fa le violenze che si sono abbattute contro i cattolici di Timor Est.
Nel Nord-Africa e negli Emirati arabi la Chiesa continuamente è sottoposta a soprusi di ogni specie, limitazioni, brutalità fino alle uccisioni. Le notizie che continuamente giungono sono davvero raccapriccianti.

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VERITA' STORICHE : La Chiesa di fronte ai totalitarismi   IL 15 DICEMBRE DEL 2003


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Consiglia  Messaggio 11 di 14 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 18/02/2004 22.00
SEGUE........

La Chiesa di fronte ai Totalitarismi: gli errori dottrinali

Se questi sono i Fronti negativi che chiameremo Ad Extra, non sono mancati in questo secolo gli attentati Ad Intra, all'interno della stessa Chiesa, dai quali lei si è dovuta difendere. Si tratta di attentati alla dottrina stessa della Chiesa, gli attacchi all'ortodossia.
Il secolo si è aperto con il modernismo e la questione dell'Action Française, facente capo a Charles Maurras e condannata dal Vaticano nel 1926. L'appoggio dato alla Chiesa da questo movimento aveva poco da fare con la religione.
Altri interventi si sono succeduti sia prima come dopo il Concilio: il catechismo olandese, un libro di moralisti americani sulla sessualità; recentemente circa la 'Teologia della Liberazione' in America Latina, ed altre deviazioni dottrinali di singoli teologi.
Combes parlava di 'gerarchia dispotica'. Questo atteggiamento della Chiesa non potrebbe dar adito ad una riflessione: la Chiesa che combatte i totalitarismi non è poi la prima totalitaria a casa sua?
Qui si deve chiarire la struttura della Chiesa che è una 'societas sui generis'. Uno degli angoli di osservazione sbagliati è quello di porsi nei riguardi della Chiesa con un'ottica pagana, pianificandola con tante altre organizzazioni umane. La Chiesa non ha coniato, non possiede una 'sua' dottrina, ma solo quella del suo fondatore Cristo, alla quale lui l'ha affidata e che la Chiesa deve sforzarsi di custodire gelosamente.
Allora non si tratta di 'dittatura del pensiero' ma di 'fedeltà' a Cristo e di rispetto per la verità. La Chiesa è chiamata ad esercitare la 'diaconia' della verità.
Se sono molto pericolosi i tentativi da parte di strutture politiche di annientare la Chiesa nella sua conformazione visibile, molto più rischioso è l'attentato che viene rivolto al cuore stesso della Chiesa, all'integrità della dottrina cristiana. Non ho detto "alla 'sua' dottrina" ma "alla dottrina di Cristo". Volutamente mi sono espresso così proprio perché la dottrina che la Chiesa presenta e difende non è la 'sua' ma le è stata affidata da Cristo.
La discussione teologica è utile e necessaria se serve a chiarire, approfondire, evidenziare la ricchezza intrinseca della verità. E' invece dannosa quando tenta di mettere in dubbio la stessa verità, di alterarne l'essenza stessa dei contenuti.
Compito dei teologi è di sviscerare i profondi e molteplici contenuti della verità. Il teologo, all'inizio del suo mandato deve proferire un giuramento di fedeltà, dove tra l'altro si legge: "Nell'adempiere il compito che mi è stato affidato a nome della Chiesa conserverò integro il deposito della fede, lo trasmetterò e lo spiegherò fedelmente, evitando qualsiasi dottrina ad esso contraria" (Professio Fidei, 1 marzo 1989).
A questo punto la Chiesa interviene spinta da un duplice dovere di fedeltà: a Cristo ed all'uomo. Giovanni Paolo II è intervenuto su tale argomento con l'enciclica Veritatis Splendor. Nel n. 37 si legge: "In forza del mandato divino che gli è stato dato nella Chiesa, il magistero ha per missione di proporre l'insegnamento del Vangelo, di vegliare sulla sua integrità e di proteggere così la fede del popolo di Dio. Per realizzare questo, talvolta può essere costretto a prendere delle misure onerose. Agendo così esso intendere essere fedele alla sua missione".

Ho tentato di aprire uno squarcio nella storia di questa secolo per quanto riguarda le difficoltà che la Chiesa ha dovuto affrontare. E' emerso un panorama preoccupante ed eroico: eroico perché la Chiesa non ha ceduto e dopo la persecuzione è rifiorita più giovanile di prima, annaffiata dal sangue dei martiri, secondo quella proverbiale espressione di Tertulliano: "Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani". Ma anche preoccupante e doloroso, segno della miopia e superficialità degli uomini. Se costoro fossero convinti dell'importanza della Chiesa, della sua insostituibilità nel quadro dell'ecologia morale e spirituale, non si sforzerebbero di privare il mondo e loro stessi di un bene così preziono ed unico. In una lettera un cristiano del Viet-Nam così si esprime: "Quando si vive in una società in cui la religione esiste, si critica i religiosi senza rendersi conto di come sarebbe la vita senza di essi. E' solo quando si vede tutta una società che bandisce la religione, che ci si rende conto fino a che punto l'uomo può diventare orribile senza di essa" (settembre 1977).
La frase di Anthony Rhodes, citata all'inizio è profondamente vera. Proviamo ad immaginare la società di oggi senza questo punto di riferimento. In un mondo di compromessi, che va alla deriva, che ha perso la bussola dei valori, la Chiesa è l'unica che si erge come via e luce, che ha il coraggio, a rischio di rendersi antipatica, di proclamare come stanno le cose, la verità sull'uomo, che non sbiadisce i valori ma li ripresenta, sfidando l'attuale schizofrenia dell'uomo occidentale, pur di salvarlo dalla spirale dell'autodistruzione interiore.
Anche questa Chiesa è santa e peccatrice insieme. Anche lei ha bisogno di perdono. Ma se lei deve chiedere perdono, molto di più deve concedere il perdono. Ma la Chiesa, vera madre, ha già perdonato, al imitazione del suo Fondatore: "Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno", non sanno di qual bene privano loro e la stessa umanità con la distruzione della Chiesa.
Costoro tuttavia devono rendersi conto di un'altra realtà. Forse a costoro sarà bene ricordare le parole del saggio Gamaliele il quale al Sinedrio che voleva impedire agli Apostoli di predicare nel nome di Cristo, rispose: "Lasciate in pace questi uomini e non occupatevene più. E la ragione è questa: nel caso che questa teoria e questa prassi sia di origine umana essa si dissolverà; se invece è da Dio, non sarete voi a distruggerla; senza contare che un giorno non vorrete risultare nemici anche di Dio" (At V, 38 s.).
S. Leone Magno scriveva: "Nessun genere di crudeltà può distruggere una religione, che si fonda sul mistero della croce di Cristo. La Chiesa infatti non diminuisce con le persecuzioni, anzi si sviluppa, e il campo del Signore si arricchisce di una messe sempre più abbondante, quando i chicchi di grano, caduti a uno a uno, tornano a rinascere moltiplicati" (Discorso n. 82).
Questo non perché gli uomini che dirigono la Chiesa sono migliori o più bravi degli altri, ma perché la Chiesa è di Cristo e dietro questi uomini c'è l'assistenza continua di Cristo e del Suo Spirito: "Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevaranno contro di essa" (Mt XVI, 18); "Ecco, io sono con voi tutti i giorni sino alla fine del mondo" (Mt XXVIII, 20).

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La Chiesa di fronte ai Totalitarismi
Autore:Vitaliano Mattioli {BOXPDF}
 Curatore:Don Gabriele Mangiarotti
 Fonte:CulturaCattolica.it
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12/09/2009 22:12
 
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Consiglia  Messaggio 12 di 14 nella discussione 
Da: Soprannome MSNTGfonteInviato: 19/02/2004 9.35

Caro Raptor,

La lettera pastorale congiunta dei vescovi tedeschi del 17 gennaio 1939 la puoi trovare citata nel libro scritto dallo storico, di madre lingua tedesca, Guenter Lewy "I nazisti e la Chiesa" edito in Italia dalla casa editrice Il Saggiatore oltre che, naturalmente, nella fonte diretta citata dallo storico.

L’appello dell’arcivescovo di Colonia riportato dal giornale belga è citato in una nostra pubblicazione (ripensandoci, quindi per te falsa)

Sempre nel libro di Lewy è citata la lettera pastorale del vescovo castrense tedesco Rarkowski dell’agosto 1942 conservata nell’archivio diocesano di Magonza, K/3, che dice: "Qualunque sforzo, qualunque obolo di lagrime e di sangue vi venga richiesto, qualunque comando vi venga impartito dal Fuhrer e supremo comandante e qualunque cosa la patria si aspetti da voi, voi sapete che dietro a tutto ciò sta Dio stesso, la Sua volontà e il Suo ordine."

Questa lettera pastorale è posteriore di anni all’inizio del programma eliminazionista degli ebrei, degli oppositori del regime e di noi tdG, la guerra nazista era cominciata da circa 3 anni, guerra in cui l’esercito tedesco si distinse per le sue atrocità.

Come faceva il soldato tedesco cattolico a non ubbidire agli ordini immorali quando riceveva continue esortazione dai suoi vescovi all’ubbidienza?

Non gli dicevano forse i vescovi "Dio è con noi"?


Penso di aver risposto alla tua domanda e, quindi, di aspettarmi di leggere le tue osservazioni sulle argomentazioni da me poste.

TGfonte


PS ho letto quella specie di ultimatum che mi hai scritto.

Siccome non mi sembra di aver letto niente sull'argomento nel regolamento, ti sarei grato di far sapere a me e a tutti gli iscritti quanto tempo abbiamo a disposizione per risponderti.

Così almeno potremo regolare di conseguenza i nostri cronometri o sveglie.


Rispondi
Consiglia  Messaggio 13 di 14 nella discussione 
Da: Soprannome MSNTGfonteInviato: 19/02/2004 9.38

Cara Caterina,

tu affermi che io in quanto tdG non sono cristiano perchè non credo alla trinità, altrettanto chiaramente io affermo che sei una falsa cristiana se rifiuti la legge dell’amore, il carattere distintivo dei veri seguaci di Gesù Cristo. Non capisco come si possa affermare di amare il prossimo e poi sparare ad esso, magari essendo della stessa religione.

Dici che ho sbagliato ad essere un obbiettore di coscienza, strano, Massimiliano lo avete fatto santo per questo.

Sul sito ospiti.peacelink.it/gavci/ ho trovato le seguenti informazioni su Massimiliano

Atti di San Massimiliano

1. Sotto il consolato di Tusco e Anulio, il 12 marzo dell'anno 295 d.C., a Tebessa, fu fatto comparire nel foro Fabio Vittore assieme a Massimiliano; l’avvocato Pompeiano, autorizzato a parlare, disse:< Fabio Vittore, esattore del temo, è introdotto con Valeriano Quinziano, preposto imperiale, con il coscritto abile al servizio Massimiliano, figlio di Vittore; poiché è arruolabile, chiedo sia passato allo statimetro>. 2. Il proconsole Dione domandò: <Come ti chiami ?>. Massimiliano rispose: <Perché vuoi sapere il mio nome ? A me non è lecito prestare il servizio militare, dato che sono Cristiano>. 3. Il proconsole Dione disse: <Accostatelo (all’asta di misurazione)>. Mentre veniva preparato (per essere misurato), Massimiliano affermò:<Non posso prestare il servizio militare; non posso far del male. Sono Cristiano>.4. Il proconsole Dione ordinò:<Sia misurato.> Avvenuta la misurazione, fu data lettura da parte dell’incaricato:<Misura cinque piedi e dieci once (m 1,73)>. 5. Dione disse all’incaricato:<Riceva la piastrina di riconoscimento>. Massimiliano, facendo resistenza, si oppose:<Non lo faccio, non posso prestare il servizio militare>.2,1. Dione disse:<Fa il militare se non vuoi morire>. Massimiliano rispose: <Non faccio il soldato. Tagliami pure la testa, io non faccio il soldato per questo mondo, ma servo il mio Dio<. 2. Il proconsole Dione riprese:<Chi ti ha messo queste idee nella testa ?>. Massimiliano rispose:<La mia coscienza e colui che mi ha chiamato>. 3. Dione si rivolse a suo padre Vittore:<Consiglia tuo figlio>. Vittore rispose:<Lui sa da sé con la propria coscienza, che cosa deve fare>. 4. Dione a Massimiliano:<Fa il servizio militare e prendi la piastrina di riconoscimento>. Massimiliano rispose:<Non accetto la piastrina. Ho già il segno del cristo mio Dio>. 5. Dione riprese:<Ti mando subito dal tuo Cristo>. Massimiliano rispose: <Vorrei soltanto che tu lo facessi. Questo sarebbe anche la mia gloria !>. 6. Dione si rivolse all’incaricato:<Gli sia messa la piastrina di riconoscimento>. Opponendosi Massimiliano disse:>Non accetto il segno di riconoscimento del mondo; se me lo apporrai, lo spezzerò, poiché non ha nessun valore. Io sono Cristiano, non mi è lecito tenere al collo una piastrina di piombo, dopo il segno di salvezza del mio Signore Gesù Cristo Figlio del Dio vivente, che tu non conosci, che ha sofferto per la nostra salvezza, che Dio consegnò come prezzo per i nostri peccati. Tutti noi Cristiani serviamo lui, seguiamo lui, principe della vita, garante della salvezza>. 7. Dione disse:<Fa il soldato e prendi la piastrina, sa non vuoi morire>. Massimiliano rispose:<Io non muoio. Il mio nome è già presso il mio Signore. Non posso fare il soldato>. 8. Dione disse:<Pensa alla tua giovinezza e fa il soldato: perché questo si conviene ad un giovane>. Massimiliano rispose:<Il mio servizio è per il mio Signore. Non posso servire al mondo come soldato. L’ho già detto, sono cristiano>. 9.Riprese il proconsole Dione:<nella guardia d’onore dei nostri Imperatori Diocleziano e Massimiano, Costanzo e Massimo (Galerio), vi sono soldati Cristiani e fanno il soldato>. Massimiliano rispose:<Essi sanno che cosa convenga loro. Tuttavia io sono Cristiano e non posso fare del male>.10. Dione disse:<Quelli che prestano il servizio militare, che male fanno ?>. Massimiliano rispose: <Tu lo sai di sicuro che cosa fanno>. 11. Il proconsole rispose:<Fà il soldato, per non finir male col tuo disprezzo del servizio militare>.Massimiliano concluse:<Io non morirò; ma se uscirò dal mondo, la mia anima vivrà con Cristo mio Signore>.3,1.Dione disse:<Cancella il suo nome>.Dopo che venne cancellato, Dione continuò:<Poiché rifiutasti il servizio militare con spirito di indisciplina, ricevi la condanna che ne consegue, come esempio per gli altri>.Quindi dalla tavoletta lesse il decreto:<è stato deciso di punire con la decapitazione Massimiliano, perché con spirito di indisciplina ha rifiutato il giuramento militare>.2.massimiliano disse:<rendo grazie a Dio>. La sua vita terrena fu di ventun anni, tre mesi e diciotto giorni. E mentre veniva condotto al luogo del supplizio, disse così:<Amatissimi fratelli, con tutte le vostre forze e con entusiasmo pieno di desiderio affrettatevi ad ottenere di vedere il Signore e meritare anche voi l’attribuzione di questa corona>.3.Poi col volto radioso, disse così a suo padre:<Dà al carnefice la mia veste nuova, che mi avevi preparato per il servizio militare. Così ti accoglierò con la schiera dei santi, e così possiamo essere glorificati insieme col Signore>.Subito dopo fu sottoposto al martirio.4.La matrona pompeiana ne ottenne dal magistrato il corpo e postolo nella sua lettiga lo trasportò a Cartagine; lo seppellì in una collina presso il Palazzo, vicino al martire Cipriano: dopo tredici giorni morì anche la matrona, e venne deposta nello stesso luogo.5.Vittore, padre di Massimiliano, tornò a casa pieno di gioia, ringraziando Dio perché egli aveva mandato innanzi un tale dono al Signore, lui che era pronto a raggiungerlo in seguito. Siano rese grazie a Dio. Amen.

Chiarimenti circa gli "ATTI"

La critica storica li ritiene autentici. San Massimiliano di Tebessa, nel nord Africa, diocesi di Cartagine, era presente nel calendario ufficiale dei santi della Chiesa Cattolica fin dall'antichità. In un periodo più vicino a noi, il suo nome era stato tolto dal calendario, forse per scarsità di devoti o forse per il motivo del suo martirio, la obiezione di coscienza, ritenuta ai tempi poco esemplare. Nell'ultima revisione critica, nella quale vennero tolti dall'elenco tutti i santi leggendari, cioè privi di fondamento storico sicuro, il suo nome fu invece inserito di nuovo, proprio grazie alla storicità degli "Atti" del suo martirio.

Seguono ora alcune note esplicative circa gli "Atti", per chiarire il senso di certe espressioni ivi contenute:

- "arruolabile". Nell'esercito romano non c'era la leva obbligatoria per tutti, salvo per i figli dei graduati. Essendo suo padre Vittore, appunto, un graduato, Massimiliano era costretto ad obbedire alla chiamata militare

- "non posso far del male". Il latino "malefacere" non ha valore soggettivo di "fare qualcosa di moralmente disdicevole", ma attivo, nel senso di "infliggere del male agli altri"; quindi si riferisce alla impossibilità per il cristiano di fare il soldato, il cui mestiere sarà pure di difendere, ma uccidendo gli altri, il che un cristiano non può mai fare

- "Tagliami pure la testa". Questa ed altre espressioni di una predisposizione totale al martirio, nella prospettiva della partecipazione finale alla gloria di Cristo Signore, sono rivelatrici non di un eroe isolato, ma della normale condizione e formazione dei cristiani del tempo in periodo di persecuzione

- "La mia coscienza e colui che mi ha chiamato". Quella di san Massimiliano fu una vera "obiezione di coscienza", a motivo della fede cristiana

- "Non accetto il riconoscimento del mondo... dopo il segno di salvezza del mio Signore". Qui la incompatibilità è dettata anche dal rifiuto della idolatria verso il dio imperatore, contrastante con il sigillo battesimale. Il giuramento e altri atti idolatrici erano obbligatori solo in certe categorie di militari

- "vi sono soldati cristiani". Era consentito ai già soldati, al momento della conversione, di restare tale, a condizione però di "non uccidere". Potevano mantenere l'ordine (funzione di polizia), lavorare nel genio militare alla costruzione delle strade, gestire la posta ecc. I catecumeni e i fedeli civili non potevano, assolutamente, diventare militari. Il rifiuto dell'uccidere era altrettanto necessario del rifiuto del giuramento idolatrico: "Il soldato subalterno non deve uccidere nessuno...e non deve prestare giuramento. Se non accetta tali condizioni, sia respinto... Il catecumeno o il fedele che vogliono arruolarsi e fare il soldato vengano respinti, perchè hanno disprezzato Dio" ("Traditio apostolica" di Ippolito Romano, n. 16, diffusa nelle chiese dell'area mediterranea verso il 215-220)

- "Dà al carnefice la mia veste nuova". Il dono del corredo militare o di parte di esso era un regalo prezioso, già testimoniato nei poemi di Omero. Qui si aggiunge il gesto del perdono e dell'amore verso il carnefice, discrimine evidente della novità cristiana

- "Pompeiana ottenne... il corpo..; lo trasportò a Cartagine; lo seppellì... vicino al martire Cipriano". San Cipriano era stato vescovo di Cartagine, grande "padre della chiesa", che insegnava: "Il mondo è bagnato di sangue fraterno: ecco che l'omicidio è crimine quando sono i singoli a commetterlo, ma diventa virtù quando è compiuto in nome dello stato. L'impunità per i delitti non l'assicura il motivo dell'innocenza, ma la grandezza della ferocia" ("Ad Donatum" 6). Il seppellimento di san Massimiliano obiettore accanto al suo vescovo Cipriano equivaleva a riconoscerlo "testimone della fede comune della chiesa" di allora.

Per approfondire l'argomento generale della pace nei primi secoli del cristianesimo, si consiglia la lettura dello studio scientifico di Pier Angelo Gramaglia "L'obiezione di coscienza nei primi secoli della chiesa" (pp. 47-64), in "I cristiani e l'obiezione di coscienza al servizio militare", a cura mia, EDB 1992, pp.200.


In "i nazisti e la Chiesa" a pag. 356 si legge:

"Non dimenticando nulla la Santa Sede inviava anche un messaggio di apprezzamento ai padri pallottini in Germania dopo che un membro dell’ordine. Franz Reinisch. era stato condannato a morte e ucciso come obiettore di coscienza. ‘Il Santo Padre’ scriveva il segretario di stato del Vaticano ‘non sa se esprimervi le sue condoglianze per la perdita di un membro di così alto valore o se congratularsi con voi per la gloria che quest’uomo si è acquistato’

Si poteva dunque ottenere una lode dal sommo pontefice lottando e morendo per Hitler, dando la vita nella lotta contro il fascismo, come pure rifiutando il servizio militare per ragioni di coscienza."

Dunque, mentre secondo te io ho fatto una scelta sbagliata, la tua Chiesa ha fatto santo uno che ha fatto la mia stessa scelta e, un altro, per lo stesso motivo, è stato lodato dal Papa.

Sono curioso di leggere la tua prossima arrampicata sugli specchi.

Parli di Giustino, mi sembra che la citazione, nonostante i tuoi spericolati sofismi sia alquanto chiara, dimentichi comunque tutti gli altri famosi storici che ho citato e, cosa più importante, quello che dicono le scritture sull’argomento.

E, comunque, non avendo argomenti seri da portare alla tua tesi, scantoni con messaggi interminabili su altro.


Circa Romani 13:1-7 concordo che bisogna essere sottomessi alle autorità superiori, nel mio caso l’ho fatto presentandomi in caserma dove ero stato precettato, ma avendo in mente le scritture che ho citato nel mio messaggio, scritture come quella di rendere a Cesare le cose di Cesare e a Dio le cose di Dio, e la vita è di Dio non di Cesare, e l’esempio degli apostoli di rendere sottomissione alle autorità a meno che ciò non vada contro le leggi e i principi divini, mi sono rifiutato di indossare la divisa militare e di addestrarmi all’uso delle armi.

Persone come te mi fanno una certa paura, parlano tanto di amore, di pace, ecc., ma sarebbero pronte anche ad uccidere, magari pensando di farlo a fin di bene.

La storia, putroppo, ce ne da moltisssimi esempi.


TGfonte


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Consiglia  Messaggio 14 di 14 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 19/02/2004 10.28
 

Cara Caterina,

tu affermi che io in quanto tdG non sono cristiano perchè non credo alla trinità, altrettanto chiaramente io affermo che sei una falsa cristiana se rifiuti la legge dell’amore, il carattere distintivo dei veri seguaci di Gesù Cristo. Non capisco come si possa affermare di amare il prossimo e poi sparare ad esso, magari essendo della stessa religione.

Dici che ho sbagliato ad essere un obbiettore di coscienza, strano, Massimiliano lo avete fatto santo per questo.

.................
Mio caro TGfonte.....INFATTI CI SARA' DIVERSO GIUDIZIO..e non saremmo giudicati TUTTI alla stessa maniera......un conto sarà l'essere giudicati CRISTIANI....altro aspetto il più importante fin anche dell'essere cristiani sarà IN BASE ALL'AMORE......e solo su di un aspetto Dio non potrà fare nulla....IL PECCATO CONTRO LO SPIRITO SANTO...che è il rifiuto CONSAPEVOLE, STUDIATO E VOLUTO....dell'accettare Cristo e tutto ciò che ne consegue........
Ora se TU...non vuoi fare il militare perchè IL TUO CUORE ti porta in altri lidi per AMORE DEL CRISTO.....sicuramente è una grande virtù......ma se tu scegli di non fare il militare "perchè un cristiano NON può o non deve farlo"...allora TI STAI ILLUDENDO.....è questo che ho cercato di farti comprendere....sia con l'avvertimento di Paolo...sia con gli stessi scritti di san Giustino i quali NON parlano di NON fare il militare....
La storia di Massimiliano è simile ad altre storie più specifiche, ma ciò che NON vuoi comprendere è che NON ERA LA REGOLA......il servizio militare dell'epoca era visto soprattutto QUALE PERSECUZIONE AI CRISTIANI......ed INVASIONE DI ALTRI POPOLI PER PORTARE IL PAGANESIMO.....è a questo che molti si opponevano.....nel mentre invece si trattava di AUTODIFESA...NON POCHI ERANO COLORO CHE CRISTIANI IMPUGNAVANO LA SPADA PER DIFENDERSI........
Leggiti la storia di Tarcisio....il primo martire dell'Eucarestia....(cosa alla quale TU NON CREDI).......abbiamo la figura di Quadrato...UN CENTURIONE ROMANO CRISTIANO.....che conosceva sia Tarcisio...sia i "Misteri" che portava indosso proteggendoli con la sua vita.....
La curiosità pagana di vedere svelati i Misteri cristiani e la voglia di recar loro oltraggio si erano svegliati in quell'accolta di oziosi, ed ora tutti ad una voce chiedevano a Tarcisio di consegnare quanto aveva in custodia. "Mai, finché io viva", fu l'unica sua risposta. Un fabbro gli lasciò andare un tremendo pugno, che lo stordì e il sangue cominciò a sgorgargli dalla ferita. Seguì una vera tempesta di percosse, sinché, tutto pesto e malconcio, ma con le braccia tuttora strette al seno, il ragazzo si lasciò cadere a terra......
e gli altri retrocessero tutti dinanzi ad un centurione di forme atletiche, che era stato la causa del subitaneo mutamento di scena. Non appena ebbe sgombrato il terreno, egli si inginocchiò accanto al giovinetto e, con gli occhi pieni di lacrime, sollevò il corpo malconcio e semi svenuto con la tenerezza di una madre, e gli chiese con la voce più dolce: "Ti hanno fatto molto male, Tarcisio?" . "Non pensare a me, Quadrato, - gli rispose il ragazzo, aprendo gli occhi e sorridendo - ho addosso i sacri Misteri; prendili in custodia tu!".
Il soldato prese in braccio il ragazzo con profonda riverenza. Era come se portasse non solo la dolce vittima di un sacrificio giovanile e le reliquie di un martire, ma lo stesso Re e Signore dei Martiri e la stessa divina Vittima della salvezza eterna. Il ragazzo appoggiò fiducioso il capo sulla spalla del robusto soldato, senza rallentare un solo istante la stretta fedele sul tesoro affidatogli. Il suo portatore non sentiva peso alcuno per quel duplice fardello benedetto......
Quadrato stesso portò le spoglie al cimitero di Callisto, dove la vittima fu sepolta tra l'ammirazione dei suoi compagni di fede più vecchi di lui.
**********
Ascolta Tgfonte...NON puoi continuare ad estrapolare storie per tentare di accreditare il tuo credo......il tuo gesto, l'ho scritto se hai letto bene...IO L'HO CONDIVISO.....ma una cosa è fare UNA SCELTA PERSONALE.....altra cosa è dire che questa TUA scelta è evangelica....Cristo non ha mai detto nulla contro l'esercito...ripeto...a Pilato Gesù gli dice CHE IL POTERE CHE AVEVA GLI ERA STATO DATO DA DIO.....
La legittima difesa con la conseguenza dell'uso delle armi purtroppo esiste....è ovvio che nella concezione cristiana essa DEVE ESSERE presa in considerazione soltanto quando TUTTO il tentabile sia stato fatto per scongiurare una guerra......la questione è molto più complessa di un dire "io non voglio fare il soldato in nome di Cristo..." qui vanno ponderati i casi UNO PER UNO....Non dimentichiamo che il dichiarere Dio nostro Padre....quale DIO DEGLI ESERCITI...non è stato abolito dal Cristo.....ma è stato amplificato in una nuova visione volta  A DIFENDERE cioè che appartiene a Dio.....compresa la Patria, la Famiglia o i singoli...a patto che SIA STATO FATTO TUTTO QUANTO E' UMANAMENTE POSSIBILE PER EVITARE UN CONFLITTO ARMATO.....
Poi, infine....prima di portarmi altre cose da leggere...LEGGITI QUESTE...poi ne riparliamo....ti ho detto che a me le SINGOLE prese di posizioni NON mi interessano..a me interessa LA VOCE UFFICIALE DELLA CHIESA.....
dal messaggio 10:
Tuttavia i due interventi più conosciuti e che hanno suscitato più scalpore sono state le due Encicliche del 1937 contro il nazional-socialismo e il comunismo. Rispettivamente la Mit Brennender Sorge (14-3-37) e la Divini Redemptoris (19-3-37). E' da ricordare che ambedue i documenti sono stati preparati dall'allora Card. Eugenio Pacelli, Segretario di Stato.
Nel documento contro il nazional-socialismo, definito "una delle più severe condanne di un regime nazionale che il Vaticano avesse pronunciato" (Rhodes), Pio XI chiarisce lo specifico della dottrina cristiana che non ha niente a che vedere con questa nuova filosofia della vita. Molti cristiani potevano essere indotti in errore. Per questo il Pontefice tenta di smascherare quegli insani principi che già avvelenavano il popolo. Evidenzia come il nazional-socialismo sta esattamente agli antipodi del cristianesimo; non è per l'uomo ma contro l'uomo.
Si tratta di due concezioni opposte della vita e del mondo. L'una imperniata sull'uomo, sul sangue, sulle sue capacità di autoredenzione, sull'orgoglio della razza; l'altra dominata dalle idee di Dio, della sua rivelazione biblica, del peccato e della redenzione per Cristo, della Chiesa, dalla rivalutazione dell'uomo, di qualunque uomo in quanto fatto ad immagine e somiglianza di Dio e redento da Cristo. Il cristianesimo è una religione universale ed è proteso a tutta l'umanità.
Pio XI cercò in qualunque modo di smascherare queste insane dottrine.
Lo stesso concordato del 20 luglio 1933 con il Terzo Reich non è affatto un atto di simpatia verso il nuovo regime ma una condanna indiretta in quanto costituisce una difesa da parte della Chiesa che si sentiva minacciata nella sua stessa natura.
Così il grande storico Jedin commenta il fatto: "La Chiesa quindi si trovò necessitata ad un concordato in una misura mai sperimentata fino a quel momento. Pertanto il concordato della Santa Sede con il Reich germanico va considerato un'arma difensiva".
L'Episcopato tedesco collimava in pieno con il Pontefice da costituire allora veramente un 'cuor solo ed un'anima sola'. Diverse furono le condanne prese nelle riunioni episcopali a Fulda e nelle letetre pastorali: sono almeno 10 questi interventi.
Famose sono anche le prediche degli arcivescovi Faulhaber e von Galen rispettivamente nell'avvento del 1933 e nell'estate del 1941 per le decise prese di posizione contro l'ideologia nazional-socialista decisamente anticristiana ed antiumana
.
.......
sforzati di vedere le cose anche da altri punti di vista...MAGARI PIU' UFFICIALI......
Fraternamente Caterina
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12/09/2009 22:15
 
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Consiglia Elimina    Messaggio 15 di 28 nella discussione 
Da: Soprannome MSNTGfonteInviato: 19/02/2004 11.46

Perché gli appartenenti al clero cattolico, vescovi, preti e frati, non fanno il militare?

Cioè, compresi i cappellani militari, perché non si addestrano all’uso delle armi e, se in guerra, non prendono parte attiva nei combattimenti?


TGfonte


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 16 di 28 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°RaptorInviato: 19/02/2004 13.04
Caro TGFONTE, certo che per essere uno che non ha molto tempo ne hai inserita di roba! Tu scrivi:

L’appello dell’arcivescovo di Colonia riportato dal giornale belga è citato in una nostra pubblicazione (ripensandoci, quindi per te falsa)


E perchè dovrei ritenerla falsa? Dammi semplicemente i riferimenti del giornale per fare, se possibile, i controlli del caso.


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 17 di 28 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 19/02/2004 13.31
 

Perché gli appartenenti al clero cattolico, vescovi, preti e frati, non fanno il militare?

Cioè, compresi i cappellani militari, perché non si addestrano all’uso delle armi e, se in guerra, non prendono parte attiva nei combattimenti?....

.........

Mio caro Tgfonte...perchè Gesù chiamandoli disse...VI FARO' PESCATORI DI ANIME.......a loro affida UN GREGGE......noi siamo le pecore......


Se hai fatto questa sola domanda ne deduco che il resto tu l'abbia compre spero....infine...visto che l'ho appena scritto:

Diocleziano materialmente impossibilitato a governare l'impero per come era stato conquistato, Attraverso il senato fu stabilita una "tretrarchia" per la quale, gli aggravi di governo furono suddivisi in tre diverse funzioni di governo. Diocleziano a capo dell'impero d'oriente, Galerio governatore di Roma e Massimiano governatore dell' impero nord occidentale. Fu il tetrarca Galerio, anticristiano per antonomasia, ad iniziare la cosidetta "nona persecuzione" anticristiana, con la scusa dell'invadenza cristiana sulle terre imperiali. Dopo l'incontro a Nicomedia (nda: cittadina situata nel mar di Marmara, nella ex provincia romana di Bitinia- odierna Izmit), Galerio riuscì a convincere Diocleziano a ritornare al paganesimo e perseguire tutti i dissidenti. Il 23 febbraio 303 fu incendiata la chiesa di Nicomedia. I cristiani, in risposta incendiarono il palazzo imperiale ed in conseguenza il pugno di ferro. Le milizie romane distrussero quasi tutto. I beni confiscati e migliaia di persone furono condannate a morte. Fu addirittura massacrata l' intera "legione tebea", formata esclusivamente da cristiani. ( nda: si pensi che all'epoca non vi erano miliardi di individui, ma solo poche centinaia di migliaia, nel mondo conosciuto). ....

......

.......ciao Fraternamente Caterina


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Da: Soprannome MSNTGfonteInviato: 19/02/2004 13.54
Caro Raptor,
è che questa mattina non sono potuto andare al lavoro.
Per quanto riguarda la dichiarazione dell'aricvescovo di Colonia per ora non posso essere più preciso.
Attendo le tue considerazioni sulle mie argomentazioni.
Spero di averti risposto nel tempo limite (che ancora ignoro).
Per ora ti lascio perchè nel pomeriggio lavoro.
Tgfonte

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Da: Soprannome MSNTGfonteInviato: 19/02/2004 13.58
Cara Caterina,
una doppia morale, una per il clero e un'altra per il laicato?
Sul tipo armiamoci e partite.
TGfonte

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 19/02/2004 14.24
No Tg fonte....soltanto....RUOLI E COMPITI DIVERSI......
Il punto è un altro..che il tuo fare l'obbiettore di coscienza, se pur BUONO e di sane motivazioni....NON parte da un insegnamento evangelico...tutto qui.....perchè il DIRITTO ALLA DIFESA ESISTE.....l'argomento perciò andrebbe affrontato diversamente.....
Fra l'altro oggi questo problema non esiste più dal momento che fare il servizio militare è volontario......
Durante l'invasione dei Lanzichenecchi a Roma...INCITATI E PAGATI DAI PROTESTANTI......saccheggiarono Roma mettendola sottosopra e naturalmente MASSACRANDO i cristiani....si narra di un episodio...il Papa e altri del suo seguito con gente semplice del popolo si rifugiarono a Castel S.Angelo...altri del rione trovarono riparono nella Basilica di san Pietro...ma vennero presi....e si chiese al Papa il riscatto che il Papa pagò immediatamente.....i prigionieri vennero tutti massacrati.....la lotta continuò con quel poco di esercito che era rimasto fedele al Papa.....QUESTA E' DIFESA caro mio...come difesa è appellata dagli altri...dagli stessi protestanti di Zwingli....il quale contribuì al massacro dei contandini e dove perse anch'egli la vita......
Certo per carità...la guerra è brutta caro mio...e NON CI NO ALLA FINE NE VINTI NE VINCITORI....ma un MARE DI MORTI....e di sofferenze per i superstiti....e chi la vorrebbe veramente? Ma purtroppo è falsamente antievangelico insegnare che non esista il diritto alla difesa.....
Fraternamente Caterina

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 19/02/2004 15.23
Rino Cammilleri, Nuova edizione riveduta e ampliata, Trento 2003, ed. [url]http://www.estrelladeoriente.it/ , info@estrelladeoriente.it, ISBN 88-87037-07-8, Euro 14,80.

PREMESSA

La coincidenza esistente tra molte virtù cristiane e molte di quelle richieste ai militari ha dato lo spunto per questo libro. In fondo, anche per il cristiano la vita è un combattimento: militia super terram vita hominis est, dice il profeta Giobbe . Naturalmente, il cristiano combatte contro il peccato e quegli «spiriti» del male (come dice s. Paolo) che lo fomentano. Ma poiché, socialmente parlando, il peccato ha efficacia solo se posto in essere da qualcuno, il soldato e il poliziotto (soldato “interno”) devono combattere anche contro i peccatori: l'ingiusto aggressore nel caso del primo e il trasgressore in quello del secondo.
Il soldato, il monaco e il sacerdote portano uno speciale abito che li indica attivi per qualcosa di più alto, qualcosa per cui si deve essere pronti anche a dare la vita. Anche il coraggio, lo sprezzo delle fatiche e dei pericoli, l'obbedienza, la disciplina, il dominio di sé, il lavoro di squadra, le ritualità, le gerarchie sono virtù richieste e aspetti comuni nell'uno e nell'altro ordine.
Molti cristiani si sono santificati passando, per un motivo o per un altro, attraverso il mestiere delle armi. A loro è dedicato questo libro, il cui scopo non vuol essere storico, letterario o semplicemente folkloristico, bensì religioso. In esso non si troveranno tutti i santi che, in un modo o nell'altro, direttamente o indi-rettamente, hanno avuto a che fare con la vita militare. Un'impresa del genere richiederebbe più di un volume ed esulerebbe dal nostro intendimento, che è quello di indicare alcuni esempi illustri, nonché altri, sconosciuti ai più, che la Chiesa non ha ancora acclamato come santi.
La scelta è stata compiuta cercando di dare una panoramica di ampio respiro sul fenomeno «santità e vita militare» nelle varie epoche e nei suoi vari aspetti.
Poteva venir adoperata una scansione esclusivamente e strettamente temporale, ma si sarebbe dovuto spiegare cosa ci fa, per esempio, la Madonna fra i «santi militari». Si è allora preferito raggruppare le figure proposte in diversi modi.
Il lettore più erudito avrà qualche perplessità sulle ricorrenze di vari santi. Il fatto è che non sono pochi quelli che hanno più di una ricorrenza. Per molti di loro sui testi consultati non si sono trovate date univoche. Si è seguito allora, nei casi dubbi, il criterio del cosiddetto dies natalis, che é il giorno della morte del santo (quello della sua "nascita" a vita nuova), generalmente utilizzato anche per la festa.
L'esperienza ha insegnato all'Autore che, malgrado tutte le sue precauzioni, quando si tratta di santi qualche inesattezza finisce sempre con l'impigliarsi nella penna. Sarà grato ai lettori se vorranno segnalargliele senza pietà, perché non gli par vero di imparare quel che non sa o che conosce parzialmente. Ribadisce, comunque, che questo libro non vuol essere opera storica né filologica, ma semplicemente una carrellata di figure esemplari anche per il mondo contemporaneo, che è sempre più confuso sull'idea stessa di pace e sempre alla vigilia di una nuova guerra.

Dalla prima edizione di questo lavoro, nel 1992, molta acqua è passata sotto i ponti e il nuovo ordine mondiale deve fare i conti con problemi così antichi da essere diventati una novità. Un vera novità, tuttavia, è quella certa dose di pacifismo che sembra aver contagiato molti cattolici. Il cristiano ha, certo, il dovere di essere «pacifico», uomo di pace, ma da qui a diventare «pacifista» ce ne corre. Per il cristiano la pace è, secondo la definizione di s. Agostino, «tranquillità nell’ordine». Essendo egli chiamato a cercar di tradurre i comandamenti divini in istituzioni sociali e possibilmente politiche, va da sé che considera la «pace» il risultato di certe premesse e condizioni, al di fuori delle quali non si dà «tranquillità nell’ordine». Slogan come «pace senza se e senza ma» o «meglio rossi che morti» non sono compatibili con la visuale cristiana, per la quale non è affatto la «pace» il fondamento di tutti i valori. Ogni –ismo dichiara la sua derivazione utopica e ideologica. Il pacifismo e il suo corollario, l’obiezione di coscienza all’uso delle armi, ne fanno parte a pieno titolo. Il chiodo su cui sta appesa l’intera antropologia cristiana è il Peccato Originale, di cui è dolorosa e quotidiana prova il mazzo di chiavi che ciascuno di noi porta in tasca. Per questo esiste, è sempre esistita e sempre esisterà la polizia. Per questo, sebbene avesse inflitto loro tre secoli di persecuzioni, i cristiani consideravano provvidenziali l’Impero romano e la «tranquillità dell’ordine» che bene o male esso garantiva all’interno del suo limes, al di fuori del quale regnava solo il caos. Come è stato autorevolmente detto, lo stesso Gesù non avrebbe potuto predicare senza i romani a guardia dell’ordine pubblico. Ai cristiani dei primi tempi tutto ciò era chiarissimo, tant’è che si arruolarono in massa nelle legioni.
Dovremo spendere due parole sulla supposta «obiezione di coscienza» che i cristiani avrebbero opposto al servizio militare nei loro primi secoli.

Verso il 211 un ignoto legionario romano viene messo in carcere perchè, in occasione di una distribuzione di donativi e supplementi di paga concessi dagli imperatori Caracalla e Geta, si è presentato a capo scoperto anziché, come d’uso, incoronato d’alloro. Richiesto del perché, risponde di essere cristiano. Tertulliano ne trae spunto per il suo celebre De corona, in cui chiarisce che non si tratta di obiezione di coscienza al servizio militare (infatti, quel cristiano, militare lo è già) bensì di rifiuto di sottoporsi a un gesto inequivocabilmente idolatrico e magico che, non a caso, anche gli adepti del culto mitraico (del pari molto diffuso in ambiente militare) rigettano.
Nel 314 il concilio di Arles è esplicito: i cristiani che disertano le armate imperiali sono da considerare scomunicati.
Nel secolo successivo s. Agostino così scrive all’ufficiale romano, e cristiano, Bonifacio: «Anche facendo la guerra sii operatore di pace, in modo che vincendo tu possa condurre al bene della pace coloro che sconfiggi».
Gli odierni obiettori di coscienza hanno eletto a loro patrono s. Massimiliano di Tebessa, un martire africano decapitato il 12 marzo 295. Figlio del veterano Fabio Vittore, secondo la legge del tempo avrebbe dovuto accettare l’arruolamento compiuti i ventun anni. Ma rifiutò adducendo il suo essere cristiano. Il proconsole Dione gli fece osservare che molti cristiani militavano nelle legioni senza alcun problema. Ma quello rimase fermo nel suo diniego. Ora, il motivo per cui la Chiesa ha sempre sospeso il giudizio su questo santo è che Massimiliano aveva conosciuto il cristianesimo nella versione eretica montanista, che ebbe il suo apice in quei tempi e specialmente in Oriente.
( Caro TG fonte...questa notizia l'ho appresa adesso anch'io..........)
I seguaci di Montano ricercavano fanaticamente il martirio e si esibivano in plateali provocazioni, nello spirito delle antiche rivolte antiromane giudaiche, incendiando templi pagani, abbattendo idoli e, appunto, rifiutando ogni servizio allo Stato, tra cui quello militare. Massimiliano era certo in buona fede, e tanto bastava per il suo ingresso nel Regno dei Cieli. Ma il suo esempio è molto lontano da quella che è sempre stata la posizione ortodossa in materia.
Come il lettore di questo libro avrà modo di vedere.

r.c.
Un grazie al sito:

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 19/02/2004 15.39
I cristiani contro lo statalismo
l Centro culturale Enrico Manfredini organizza venerdì alle 21 nella Sala conferenze del Quartiere S. Stefano (via S. Stefano 119) la presentazione del libro di Hugo Rahner «Chiesa e struttura politica nel cristianesimo primitivo» (Jaca Book); partecipa don Luigi Negri, docente di Introduzione alla Teologia e Antropologia filosofica all'Università Cattolica del Sacro Cuore. Al relatore abbiamo rivolto alcune domande.

Il libro documenta come nei primi secoli cristiani è stato affrontato il rapporto tra Chiesa e autorità politica. C'è un'idea comune che lega i diversi testi?

L'idea comune, che è poi il filo conduttore di tutto il volume, è che nei primi otto secoli si è provocata una dialettica tra la vita (la vita concreta del popolo cristiano) e l'ideologia. E in particolare l'ideologia che conferiva un valore totalitario all'esperienza politica. Quindi è uno scontro tra una Chiesa che anela alla sua libertà come libertà di presenza, libertà di missione, e uno Stato che, coerentemente con un'ideologia di tipo totalitario, si concepisce come l'unico soggetto della storia, quindi tende ad inglobare la Chiesa nel suo ambito. In particolare, fino al terzo secolo, non tende ad inglobarla ma ad eliminarla anche fisicamente; dal terzo secolo in poi invece gli imperatori cristiani tentano di assoggettare all'impero cristiano la stessa Chiesa.

Cristo ha detto: «Rendete a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che di Dio». Come riuscirono i primi cristiani ad applicare questo mandato?

Circondando di rispetto lo Stato e coloro che lo rappresentavano, perché sono un valore fondamentale che deriva da Dio e deve presidiare la libertà e l'ordine della vita sociale. Ma hanno rifiutato di trattare lo Stato come Dio. Davano a Cesare quel che è di Cesare, l'onore e il rispetto, ma il timore solo a Dio. Mentre lo Stato esigeva non soltanto il rispetto, ma anche il culto, cioè la celebrazione dello Stato come valore totalizzante.

Come si comportava la Chiesa di fronte a uno Stato fortemente militarista? Era pacifista?

Direi proprio di no: considerava la partecipazione alle necessità militari dello Stato come una necessità della vita sociale. Si tenga presente poi che la maggior parte di quelli che prestavano il servizio militare o erano schiavi o erano liberti o erano prigionieri. Quindi il nucleo non era certamente rappresentato dai cittadini romani, se non la struttura direzionale. La Chiesa non ha avuto un problema di guerra e di pace come adesso, i cristiani hanno avuto il problema di partecipare da cristiani alle strutture della vita, tra le quali c'era certamente anche la struttura militare come condizione di ordine e di pace.

Nel rapporto con lo Stato dei giorni nostri c'è ancora per la Chiesa l'esigenza, fortemente sentita nei primi secoli, di un impegno per ottenere spazi per svolgere la propria missione?

Indubbiamente. È il senso secondo me di tutte le politiche concordatarie che la Chiesa ha fatto con i regimi più diversi. È un problema non di vergogna per la Chiesa ma di vergogna per gli Stati, che invece di concedere la libertà l'hanno in qualche modo concordata.

In Italia sono stati messi in discussione i crocefissi nelle scuole e in Europa è stato, per il momento, cancellato dalla futura Costituzione ogni riferimento alle radici cristiane. È questa l'autentica laicità dello Stato?

No, questa è solo una stupidità giacobina.

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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 22/02/2004 23.34

Caro Fonte

Dicevi

"I primi padri della chiesa, fra cui Tertulliano e Origene, sostenevano che ai cristiani era vietato uccidere un essere umano, principio che impediva loro di far parte dell'esercito romano". (The Encyclopedia of Religion, a cura di Mircea Eliade) "Molti cristiani, . . . sotto gli imperatori pagani, avevano degli scrupoli religiosi per quanto riguarda il servizio militare, e rifiutavano categoricamente di impugnare le armi oppure disertavano. Il Sinodo [di Arles, tenuto nel 314 E.V.], in considerazione dei cambiamenti introdotti da Costantino, sancì per i cristiani l'obbligo di fare la guerra, . . . perché la Chiesa è in pace sotto un principe amichevole con i cristiani". (C. J. Hefele, A History of the Christian Councils)


Tertulliano, come risulta dall’apologetico diceva che ai cristiani era vietato uccidere (in senso generale e non particolare, riferito alla legittima difesa), ma non ho trovato espresso il principio che impediva di far parte dell’esercito romano.

Ho trovato invece, sempre nell’apologetico questo interessante passaggio:

[6] Noi, al contrario, indichiamo un protettore, se si ricerca la lettera di Marco Aurelio, imperatore particolarmente saggio, nella quale attesta come quella famosa sete di Germania fu dissipata in seguito a una pioggia impetrata dalle preghiere di soldati cristiani. Se da tali uomini con un atto pubblico il provvedimento di un castigo non rimosse, in altra forma tuttavia publicamente lo annullò, un castigo per di più aggiungendo per gli accusatori, anche più severo.

Si tratta del rapporto inviato da Marco Aurelio al senato nel 174 d.C. presso il Danubio.

Il fatto di cui riferisce Marco Aurelio è realmente avvenuto, tant’è vero che si trova scolpita nella famosa colonna di Marco Aurelio ed è attestato anche da altre fonti (Dione Cassio LXXI, 8-10 Scriptores Historiae Augustae , Vita Antonini 24); Tertulliano seguendo l’affermazione dello scrittore cristiano Apollinare di Ierapoli, contemporaneo di Marco Aurelio, attribuisce il miracolo della pioggia alle preghiere dei soldati cristiani.


Che vi possano essere stati dei cristiani che per scelta di maggiore perfezione abbiano preferito l’assoluta astinenza dalle armi, sia pure per legittima difesa, fa certamente loro onore. E non solo nei primi secoli troviamo tali cristiani che hanno deciso di rinunciare alla vita militare per abbracciare una vita di maggiore perfezione. Tutti gli ordini religiosi sorti nei vari secoli cristiani, (benedettini, cistercensi, carmelitani,francescani, domenicani, ecc…e che sono stati approvati ufficialmente dalla Chiesa) hanno scelto di non usare le armi, neppure per difesa (Ignazio di Loyola, valente soldato, a seguito della sua conversione, lasciò per sempre la vita militare per dedicarsi interamente al servizio del Signore); ad essi non viene da tempo neppure richiesto il servizio di leva, almeno nelle nazioni di cultura cristiana radicata, proprio grazie al fatto che tale cultura è riuscita a far prevalere il concetto che la loro volontà di dedicarsi totalmente a Dio, va rispettata.

Niente di strano dunque che persone come San Massimiliano dei primi secoli cristiani, quando ancora tale diritto non era riconosciuto ufficialmente, abbiano voluto esprimere la loro totale dedizione a Cristo rinunciando ad una attività che avrebbe implicato più verosimilmente una attività di offesa che di difesa.

Gli atti del martirio di Massimiliano che hai riportato  penso che siano autentici: ora , indipendentemente dal fatto se la sua era una scelta in quanto montanista come ci riporta Caterina,  tra le righe ho notato alcuni particolari che vorrei evidenziare in rosso, affinchè non sfuggano alla lettura attenta:

Ho già il segno del Cristo mio Dio>

L’espressione di Massimiliano è molto significativa ed esprime gia molto tempo prima del concilio di Nicea la fede nella divinità di Cristo. Notiamolo bene. Questa espressione contraddice la posizione dei tdG

. 5. Dione riprese:<Ti mando subito dal tuo Cristo>. Massimiliano rispose: <Vorrei soltanto che tu lo facessi. Questo sarebbe anche la mia gloria !>. 6. Dione si rivolse all’incaricato:<Gli sia messa la piastrina di riconoscimento>. Opponendosi Massimiliano disse:>Non accetto il segno di riconoscimento del mondo; se me lo apporrai, lo spezzerò, poiché non ha nessun valore. Io sono Cristiano, non mi è lecito tenere al collo una piastrina di piombo, dopo il segno di salvezza del mio Signore Gesù Cristo Figlio del Dio vivente, che tu non conosci, che ha sofferto per la nostra salvezza, che Dio consegnò come prezzo per i nostri peccati.

Massimiliano parla del "segno di salvezza" alludendo alla croce di Gesù.


…. 9.Riprese il proconsole Dione:<nella guardia d’onore dei nostri Imperatori Diocleziano e Massimiano, Costanzo e Massimo (Galerio), vi sono soldati Cristiani e fanno il soldato>. Massimiliano rispose:<Essi sanno che cosa convenga loro. Tuttavia io sono Cristiano e non posso fare del male>

Dione afferma che nella guardia d’onore vi erano soldati cristiani e Massimiliano non lo nega, anzi lo conferma dicendo: "essi sanno che cosa convenga loro"; dunque anche questo brano che tu hai riportato CONFERMA CHE VI ERANO CRISTIANI CHE FACEVANO IL SOLDATO. Se tale partecipazione alla vita militare fosse stata considerata incompatibile in linea di principio con il cristianesimo, i presbiteri del tempo l’avrebbero certamente evidenziato: Massimiliano da parte sua afferma solo la scelta di non volere in alcun modo fare del male, evidentemente neanche per difendere se stesso o gli altri, la qual cosa sarebbe stata lecita, come lo ritenevano appunto coloro che invece facevano il soldato.

Ho visto che anche Caterina ha fatto già questa stessa osservazione.


….>.Massimiliano concluse:<Io non morirò; ma se uscirò dal mondo, la mia anima vivrà con Cristo mio Signore>.

Massimiliano esprime la fede nella sopravvivenza della sua anima in quanto è persuaso che andrà presso il Signore. Anche questa espressione contraddice la posizione dei tdG

Dunque vi sono diversi elementi in questo processo che certamente sono molto significativi per attestare quale era la fede dei primi cristiani, quale il loro modo di essere, e la fermezza con cui alcuni esprimevano la loro speranza e la loro volontà di appartenere al Signore.

Se, paradossalmente parlando, anche i tdG avessero professato quelle dottrine di Massimiliano, avrebbero potuto ottenere ai nostri giorni di non fare il militare semplicemente appartenendo ad un ordine religioso cattolico regolarmente riconosciuto e senza dover andare in galera per una posizione di principio a mio parere mal compresa e male applicata.


L’ eroico gesto tuttavia non esclude che venga fatto salvo il principio della legittima difesa, quando qualcuno attenta alla vita propria o dei propri familiari o del proprio popolo.

Vediamo attentamente quello che Paolo dice:

Ro 13,1 Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c'è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio. 2 Quindi chi si oppone all'autorità, si oppone all'ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono si attireranno addosso la condanna. 3 I governanti infatti non sono da temere quando si fa il bene, ma quando si fa il male. Vuoi non aver da temere l'autorità? Fà il bene e ne avrai lode, 4 poiché essa è al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora temi, perché non invano essa porta la spada; è infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi opera il male. 5 Perciò è necessario stare sottomessi, non solo per timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza. 6 Per questo dunque dovete pagare i tributi, perché quelli che sono dediti a questo compito sono funzionari di Dio. 7 Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi il tributo, il tributo; a chi le tasse le tasse; a chi il timore il timore; a chi il rispetto il rispetto. 8 Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge

Se Paolo afferma che il portare la spada per la giusta condanna di chi opera il male fa parte dell’ordine stabilito da Dio, significa chiaramente che l’attività di offesa per difesa è lecita. Non per uccidere senza motivo ma per difendere dalle ingiustizie.

Un tdG mi obiettò che questa attività era da lasciare solo ai non cristiani, mentre i cristiani non devono usare armi neppure per difesa.

Ora, dicevo, supponiamo che in una nazione tutti fossero cristiani: qualcuno di questi cristiani dovrà pur preoccuparsi di organizzare una difesa. Ecco per quale motivo il servizio militare non può essere considerato a priori contrario al cristianesimo.

Se a qualcuno sembra poco comprensibile questa posizione provi a pensare cosa farebbe se in casa propria entrasse un malvivente con l’intenzione di aggredire ed uccidere i familiari. Non avremmo noi il diritto-dovere di proteggerli? Certamente usando mezzi il meno offensivi possibili, certamente rinunciando all’autodifesa se siamo eroici e non teniamo conto della nostra vita. Ma per i nostri familiari diventa difficile decidere per la loro morte ingiusta di fronte ad una aggressione omicida.

In ogni caso S. Paolo attesta senza ombra di dubbio che la spada per punire le ingiustizie rientra nell’ordine stabilito da Dio, a prescindere dalle nostre personali convinzioni in merito.

L’amore cristiano certamente implica l’esercizio della rinuncia a qualsiasi offesa agli altri, perfino con la sola parola o addirittura col pensiero, e per questo una azione di difesa va ponderata con tanto rigore e discernimento e relegata proprio come rimedio estremo in tutti i casi.

Ma bisogna parlare di amore cristiano senza dimenticare però che il massimo disamore contrario alla CARITA’ è proprio quello di ferire e dividere l’unico Corpo di Cristo con dottrine erronee come quelle dei tdG che gettano nella confusione e nella divisione la Chiesa di Dio.

Con affetto


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Consiglia Elimina    Messaggio 24 di 28 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 28/02/2004 13.41

Da "L'Apologetico" di Tertulliano (anno 180-200 circa)

I cristiani militavano nell’esercito

"Ci si accusa di essere improduttivi nelle varie forme di attività. Ma come si può dire questo di uomini che vivono con voi, che mangiano come voi, che indossano gli stessi abiti, che seguono lo stesso genere di vita e hanno le identiche necessità di vita?

Noi ci ricordiamo di rendere grazie a Dio, Signore e creatore, e non rifiutiamo nessun frutto della sua opera. Certo, noi usiamo le cose con moderazione, non in forma smodata o cattiva. Coabitiamo con voi e frequentiamo il foro, il mercato, i bagni, i negozi, i laboratori, le stalle, partecipando a tutte le attività.

Navighiamo anche insieme a voi, militiamo nell' esercito
, coltiviamo la terra, esercitiamo il commercio, scambiamo le merci e mettiamo in vendita, per vostro uso, il frutto del nostro lavoro. Io non capisco proprio come possiamo sembrare inutili e improduttivi per i vostri affari , quando viviamo con voi e di voi.

Sì, c'é della gente che ha motivo di lamentarsi dei cristiani, perché non può commerciare con loro: sono i protettori di prostitute, i ruffiani e i loro complici; poi vengono i criminali, gli omicidi con veleno, gli incantatori, gli indovini, i fattucchieri, gli astrologi. Grande cosa essere improduttivi per codesta gente! ... E poi, nelle prigioni non trovate mai un cristiano, a meno che non vi sia per motivi religiosi. Noi abbiamo appreso da Dio a vivere nell'onestà."


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 25 di 28 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 28/02/2004 14.34
Caro Teofilo....credo e SPERO che Tgfonte abbia oramai capito che è stato insegnato malamente circa questa tematica....
Ci attendiamo che egli, appena può, compatibilmente con i suoi impegni....collabori con i forum sui T. di G. rimasti in sospeso.....
Fraternamente Caterina

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Consiglia Elimina    Messaggio 26 di 28 nella discussione 
Da: Soprannome MSNTGfonteInviato: 29/02/2004 19.59

Sui primi cristiani e il militare.

Tutto quello che dite sull’argomento riguarda il periodo che parte da Marco Aurelio in poi, precedentemente gli storici affermano che i cristiani non facevano il militare.


Circa le encicliche Mit Brennender Sorge (14-3-37) e la Divini Redemptoris (19-3-37) citate da Caterina, penso che non siano state attentamente valutate dalla stessa Caterina.

E’ pensabile affermare che il regime nazista sia stato meno feroce, meno orribile del regime comunista?

Non è corretto definire Hitler e il suo regime come il "male assoluto"?

Eppure che cosa ricaviamo dalla lettura comparata delle due encicliche?


Dal libro "I nazisti e la Chiesa" sull’enciclica Mit Brennender Sorge: "Uno scrittore cattolico ha detto che l’enciclica ‘metteva in rilievo con notevole acume le stravaganze della dottrina nazista tedesca condannandole in un modo che non implicava la condanna del totalitarismo politico e sociale’. Una conferma di questo giudizio si trova nella risposta di Pacelli alla nota di protesta del governa tedesco. Il segretario di stato scrive in questa nota che ‘la Santa Sede, la quale mantiene rapporti amichevoli, corretti o per lo meno tollerabili con stati di diverse strutture costituzionali e di diversi orientamenti, non interferirà mai nella scelta di un popolo sulla forma di governo, che esso considera più adatta ai suoi bisogni e alle sue caratteristiche. Anche per quanto riguarda la Germania, la Santa Sede rimane fedele a tale principio e intende rimanervi fedele in avvenire.’

In pratica, Pacelli diceva che se il governa del Reich avesse rinunciato alla sua politica di ostilità verso la Chiesa, la possibilità di ristabilire relazioni amichevoli non era preclusa. Alcuni passaggi dell’enciclica sono formulati con un vigore che può suggerire un’interpretazione più vasta, ma in sostanza il papa aveva condannato il neopaganesimo e la negazione della libertà religiosa - né più, né meno… Ma forse la ragione più profonda della moderazione della Santa Sede era il fatto che la sua opposizione alle principali dottrine politiche dei nazisti non era maggiore di quella dei vescovi tedeschi stessi. Un esame completo del conflitto tra la Chiesa e il regime nazista deve tener conto dei dati che dimostrano come la lotta contro il neopaganesimo fosse accompagnata da un’accettazione, senza riserve e spesso basata sulla congenialità, di certi altri elementi dell’ideologia nazionalsocialista."

Dal libro "Una questione morale" di D.J. Goldhagen ed. Mondadori: " Lo statuto morale della Chiesa si fonda sul suo dichiararsi la rappresentante terrena o l’incarnazione di Gesù, figlio di Dio e Dio al tempo stesso, fedele ai suoi insegnamenti. Sua missione è condurre gli esseri umani alla salvezza nel nome di Lui e farli vivere secondo i suoi insegnamenti. Se prendiamo alla lettera questa autopresentazione riconoscendo pertanto la Chiesa come un’istituzione morale e non politica (e del pari i suoi vertici), ci troviamo ad affrontare una serie di scomode conseguenze.

Quale vizio impedì a questa istituzione morale e ai suoi esponenti di spicco di riconoscere la natura incomparabilmente scellerata del nazismo? Già nel 1933 Hitler agitava, quale programma di trasformazione del mondo, una concezione razzista e letale dell’umanità che non avrebbe potuto essere più in contrasto con il ministero di Gesù. Proclamava l’odio feroce verso gli ebrei invocando esplicitamente la loro eliminazione fin dal 1920, in pratica dai suoi esordi nell’agone politico. E già allora, aveva indicato lo sterminio come ipotesi privilegiata. ‘Siamo guidati da una volontà inesorabile’ ebbe a dire ‘afferrare il Male [gli ebrei] alla radice ed estirparlo. Per ottenere il nostro scopo non ci fermeremo davanti a nulla, dovessimo unire le nostre forze con quelle del diavolo’. Hitler inneggiava alla guerra. Incitava all’espansione territoriale. Nel 1939, per non parlare del 1941, stava palesamente mettendo in pratica ciò che con tanto orgoglio e insistenza aveva predicato. I cattolici, come tutti, avrebbero dovuto sapere che non si stringono alleanze col diavolo, e Hitler era la sua massima rappresentazione umana. Ma precisamente questo fece la chiesa con il Concordato, un patto ‘onorato’ dall’istituzione ecclesiastica e da Pio XII per tutto il corso della guerra, a dispetto della titanica strage perpetrata dai tedeschi.

Perché questa istituzione morale e i suoi capi non rivolsero contro Hitler e il nazismo neppure un’oncia della deprecazione che riversarono in quegli anni contro figure innocenti e inoffensive come gli ebrei? Come mai ebbero parole relativamente sobrie sul regime nazista, responsabile di un genocidio, riservando gli anatemi più feroci all’Unione Sovietica? Rispetto alle moderate rimostranze avanzate al nazismo in Mit Brennender Sorge nel 1937 (in stridente contrasto con la tonante condanna di alcune pratiche religiose in Germania), la coeva enciclica anticomunista di Pio XI, Divini Redemptoris, non lasciava spazio alle mezze misure, definendo il comunismo una piaga volta alla distruzione del cristianesimo e dei cristiani ‘con un odio, una barbarie ed efferatezza che non si sarebbe creduta possibile nel nostro secolo’, ‘satanico flagello’, ‘idea di falsa redenzione’ e peste distruttrice, la quale intaccando il midollo della società umana, la condurrebbe alla rovina’; dottrina produttrice di ‘odii’ e ‘distruzioni’, per la quale tutte le forze ‘che resistono a quelle violenze sistematiche debbono essere annientate come nemiche del genere umano’".

In conclusione perché la Chiesa Cattolica non usò mezze misure nel condannare il comunismo e invece non usò tali termini verso "la massima rappresentazione umana" del diavolo: Hitler?

Perché nel dopoguerra scomunicò i comunisti italiani quando non lo fece mai per Hitler e i nazisti?


TGfonte


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 27 di 28 nella discussione 
Da: Soprannome MSNTGfonteInviato: 29/02/2004 20.02

L’amore è l’essenza dell’insegnamento di Gesù, l’amore per Dio e, di conseguenza, l’amore per il prossimo, 1 Giovanni 4:20,21 "Se uno dice ‘Io amo Dio’, e odia il suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede non può amare Dio che non vede. E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello."

Nel parlare dell’amore, Gesù parlò di un nuovo comandamento, in che senso?

Nel VT era già contenuto il comando di amare il proprio prossimo (Levitico 19:18 … amerai il tuo prossimo come te stesso…), secondo gli scribi e i farisei del tempo di Gesù il prossimo era rappresentato solo da quelli che seguivano le tradizioni orali giudaiche, Gesù mostrò invece, con le parole e l’esempio, che bisogna amare tutti, Matteo 5:43-46 "Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinchè siate figli del Padre vostro che è nei cieli: egli infatti fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non amano così anche i pubblicani?

Per non essere cristiani solo di nome occorre comportarsi da prossimo verso tutti gli uomini.

Ma Gesù andò ancora oltre, mostrò, ancora sia con le parole che con l’esempio, il tipo di amore che devono avere i cristiani, Giovanni 15:12-14 "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miai amici, se farete ciò che vi comando."

Dobbiamo amare come Gesù ci amò e Gesù ci amò fino al punto di sacrificare la sua vita per noi e per tutti gli uomini, compresi quelli che lo odiavano.

L’apostolo Paolo in 1 Corinti 12:31 parlò di una "via migliore di tutte", indicandola disse "Se parlo le lingue degli uomini e degli angeli ma non ho amore, son divenuto un [pezzo di] rame risonante o un rimbombante cembalo. E se ho il dono di profezia e conosco tutti i sacri segreti e tutta la conoscenza, e se ho tutta la fede da trapiantare i monti, ma non ho amore, non sono nulla. E se do tutti i miei averi per nutrire altri, e se consegno il mio corpo, per potermi vantare, ma non ho amore, non ne ho nessun profitto."

Qualunque cosa possiamo fare, comprese opere buone, se non sono motivate dall’amore per Dio e per il prossimo non varrebbero nulla.

In precedenza Paolo aveva detto, 1 Corinti 12:12,13 "Poiché come il corpo è uno ma ha molte membra, e tutte le membra di tale corpo, benché siano molte, sono un solo corpo, così è anche il Cristo. Poiché veramente mediante un solo spirito fummo tutti battezzati in un solo corpo, sia giudei che greci, sia schiavi che liberi, e tutti fummo abbeverati di un solo spirito." e in 1 Corinti 12:27 spiega "Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra".

Com’è possibile per i cattolici affermare di partecipare al sacrificio di Gesù, di essere in una comunione con tutti i cattolici e poi addestrarsi all’uso delle armi e, in guerra, addirittura scannarsi, cattolici contro cattolici?

1 Giovanni 3:10-12,15,18 "Da questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, né lo è chi non ama il suo fratello. Poiché questo è il messaggio che avete udito fin da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. Non come Caino, che era dal maligno e uccise il suo fratello …Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida ha più la vita eterna dimorante in se stesso… Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità."

Prendere parte a combattimenti, magari cosiddetti cristiani contro altri cosiddetti cristiani, è una dimostrazione di amore fraterno o, piuttosto, di odio?

Una curiosità, c’è mai stata una guerra condannata dalla Chiesa Cattolica come non giusta e, quindi, moralmente non lecita per un cattolico?


TGfonte


PS I ragionamenti di Bruti, Teofilo e Caterina mi hanno ricordato questa scrittura:

Marco 7:9 "Siete veramente abili nell’eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione"


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 28 di 28 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 29/02/2004 21.13

In conclusione perché la Chiesa Cattolica non usò mezze misure nel condannare il comunismo e invece non usò tali termini verso "la massima rappresentazione umana" del diavolo: Hitler?

Perché nel dopoguerra scomunicò i comunisti italiani quando non lo fece mai per Hitler e i nazisti?

In conclusione perché la Chiesa Cattolica non usò mezze misure nel condannare il comunismo e invece non usò tali termini verso "la massima rappresentazione umana" del diavolo: Hitler?

Perché nel dopoguerra scomunicò i comunisti italiani quando non lo fece mai per Hitler e i nazisti?

...........
Tgfonte come dovrei rispondere secondo te?
La Chiesa uno sbaglio lo fece effettivamente...a non fare un Papa T. di G. così che avrebbe di certo risolto TUTTI I PROBLEMI che portarono inesorabilmente alla seconda Guerra Mondiale.........
Non posso risponderti diversamente dal momento che fai dell'ironia sui testi che ti abbiamo inserito......a questo punto non posso fare altro che ironizare anch'io dal momento che non c'è cosa peggiore del sordo che non vuol sentire.....
leggiti qui:
NON soffermarti solo sull'articolo del giornale...soffermati SULLA NOTA......
Le Monde rende nota la scoperta di una lettera di Edith Stein a papa Pio XI
Nel 1933, una lettera di Edith Stein al papa predice la Shoah

[Testo della lettera]

Come si può spiegare il fatto che la Chiesa cattolica sia rimasta così a lungo sorda ad una lettera tanto profetica ed abbia impiegato settant'anni a farla uscire dai suoi archivi? Il 12 aprile 1933, alcune settimane dopo l'insediamento di Hitler al cancellierato, una filosofa cattolica tedesca di origine ebraica trova l'ardire di scrivere a Roma per chiedere a papa Pio XI e al suo segretario di Stato - il cardinale Pacelli, vecchio nunzio apostolico in Germania e futuro Pio XII - di non tacere più e di denunciare le prime persecuzioni contro gli ebrei.

Si tratta della voce di Edith Stein. Nata nel 1891 a Breslavia, convertitasi nel 1922, Edith Stein viene espulsa dall'università nel 1934, prima di entrare nel Carmelo di Colonia. Nell'agosto del 1942, in un convento olandese in cui i suoi superiori la credevano al sicuro, viene arrestata e deportata ad Auschwitz insieme a sua sorella Rosa. Entrambe vengono uccise nei forni crematori immediatamente dopo il loro arrivo. Edith Stein è stata canonizzata da Giovanni Paolo II l'11 ottobre 1998.

Gli storici del Vaticano conoscevano l'esistenza di questa lettera indirizzata al papa nel 1933, ma ne ignoravano il contenuto: lo hanno appreso in séguito alla recente apertura degli archivi del Vaticano riservati al pontificato di Pio XI (1922-1939). La chiaroveggenza con cui Edith Stein testimonia la crudeltà del regime nazista è pari al coraggio del suo intervento: «Si tratta di un fenomeno che provocherà molte vittime. Si può pensare che gli sventurati che ne saranno colpiti non avranno abbastanza forza morale per sopportare il loro destino. Ma la responsabilità di tutto ciò ricade tanto su coloro che li spingono verso questa tragedia, tanto su coloro che tacciono. Non solo gli ebrei, ma anche i fedeli cattolici attendono da settimane che la Chiesa faccia sentire la sua voce contro un tale abuso del Nome di Cristo da parte di un regime che si dice cristiano.»

Ella aggiunge: «L'idolatria della razza, con la quale la radio martella le masse, non è di fatto un'eresia esplicita? (...) Noi temiamo il peggio per l'immagine mondiale della Chiesa se il silenzio si prolungherà ulteriormente.» La notorietà di Edith Stein non era certo allora quella attuale, ma questo documento prova - se ancora ce ne fosse stato bisogno - come la Chiesa, ai più alti livelli, fosse informata delle persecuzioni naziste ed abbia taciuto.
[Tratto da Le Monde del 1 marzo 2003]



N.B.

“Non si può dimenticare il fermo atteggiamento di Pio XI, che abbandona Roma al momento della visita di Hitler in quella città, né le sue memorabili parole a un gruppo di pellegrini belgi (7 settembre 1938): "Spiritualmente noi siamo semiti”. Tuttavia i giornali italiani e l’ Osservatore Romano, che pubblicarono il suo discorso, non segnalarono questa frase. Così anche la coraggiosa enciclica Mit brennender sorge (1937), citata spesso per la sua condanna del razzismo, non menziona né critica l'antisemitismo come tale. Tuttavia la sua intenzione era conosciuta e quel grande papa resterà nel ricordo del popolo ebraico per il suo comportamento”.
[Fonte: Jochanan Elichaj, Ebrei e cristiani, Edizioni Qiqajon, pp. 45,46]

Noi aggiungiamo che  la "Mit brennender sorge" fu diffusa e letta in tutte le Chiese di Germania la domenica delle Palme del 1937, a dispetto della Gestapo. Pio XI vi denunciava implicitamente le persecuzioni razziali e nel 1938, durante la visita di Hitler a Roma, egli si ritirò a Castel Gandolfo e fece chiudere i Musei Vaticani. [Nota della Redazione LnR]



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.........
Chi fu realmente colpevole?? e si può veramente ACCUSARE LA CHIESA???
Due nuovi studi documentano che gli Alleati e la Croce Rossa erano a conoscenza dei piani di sterminio decisi da Hitler. Chi poteva salvare gli ebrei? L'organizzazione umanitaria scelse di non fare denunce pubbliche ma si spese concretamente......
leggiti qui.....

Sono molteplici le accuse rivolte al ruolo della Chiesa di fronte alla persecuzione e allo sterminio degli ebrei d'Europa. In due libri usciti in questi giorni emergono, però, i silenzi, le reticenze e l'inazione di altri due soggetti di fronte, in particolare, al destino della comunità israelitica romana. Per ragioni e con possibilità diverse anche gli Alleati e la Croce rossa non ritennero opportuno intervenire. La seconda, che si spese concretamente per salvare cittadini ebrei, scelse anche lei, come il Vaticano, di non fare denunce pubbliche, pensando che ciò sarebbe stato controproducente. I primi non mossero le proprie forze armate in difesa dei deportati.

(ricordo a Tgfonte che la Chiesa fra l'altro NON solo non aveva più una "forza" propria.....e per intervenire all'epoca doveva PRENDERE OGNI PRECAUZIONE per evitare il peggio....forse fu troppo prudente? Si!!....forse fu troppo prudente.....ma le sue condanne le fece ed agì nascostamente per salvare migliaia di ebrei come gli stessi HANNO CONFERMATO......diversamente con una denuncia ufficiale, la Chiesa non avrebbe potuto fare più nulla......)

Addirittura, come sostiene Robert Katz in Roma città aperta. Settembre 1943 - Giugno 1944 (Il Saggiatore, pagine 478, euro 20) Washington e Londra, oltre a essere a conoscenza del rastrellamento del ghetto prima che esso avvenisse, il 16 ottobre 1943, «erano informate sul numero di arresti, sul luogo di detenzione dei prigionieri, sulla data e l'ora della loro partenza, sul numero di ogni convoglio e relativo itinerario, come pure sul numero inadeguato della scorta». 

Dunque, si poteva intervenire. Certo, le informazioni approdarono sulla scrivania di Roosevelt solo a gennaio. Ma esse, come documenta Katz - il quale peraltro nella sua ampia ricostruzione di quei mesi sottolinea, come già aveva fatto in passato, i cosiddetti silenzi di Pio XII - erano ampiamente disponibili dal momento in cui un funzionario del ministero Affari esteri del Reich, Fritz Kolbe - reclutato dall'Oss, il servizio segreto Usa - aveva trasmesso attraverso i cosiddetti "cablogrammi Kappa" copia di un telegramma inviato a Berlino dal console romano Möllhausen. Questi, contrario alle indicazioni venute dall'alto sulla liquidazione degli ebrei, aveva contravvenuto alla riservatezza sull'argomento parlando esplicitamente di «liquidazione» degli ottomila ebrei romani. A questi cablogrammi Kappa, da poco resi noti, Katz attribuisce molta importanza anche perché in uno di essi si trova l'indicazione che l'eliminazione avrebbe dovuto essere condotta «secondo le indicazioni del Führer» (un colpo alle tesi negazioniste, che battono sulla mancanza di un ordine attribuibile a Hitler per l'attuazione della cosiddetta "soluzione finale"). 

Dalla ricostruzione dei giorni della "Città aperta" emerge inoltre come molti nazisti - con il citato Möllhausen, il generale Stahel - fossero assai poco intransigenti sulla questione ebraica. Lo stesso Kappler era più preoccupato di altre questioni: ridurre all'impotenza i carabinieri italiani e garantirsi tranquillità, evitando ribellioni dell'ostile popolazione romana.
*******************

Ma me spiegate poi 'na cosa?? Come mai odiate tanto la Chiesa ma poi pretendete che LEI....salvi il mondo e la accusate di ogni nefandezza??

Due sono le cose...o non le si crede e quindi la si ignora....o la si ama...e mi piace pensare la seconda opportunità......

Fraternamente Caterina

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12/09/2009 22:19
 
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Consiglia Elimina    Messaggio 29 di 34 nella discussione 
Da: Soprannome MSNTGfonteInviato: 01/03/2004 8.45
Cara Caterina,
non mi sembra di aver fatto dell'ironia, le domande poste, purtroppo per voi, sono molto serie.
Poi scrivi:
Tgfonte come dovrei rispondere secondo te?
Effettivamente, a meno di rinunciare a difendere l'indifendibile, non puoi, come dimostrato ampiamente dal tuo messaggio.
TGfonte

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 30 di 34 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 01/03/2004 8.55
Caro Tgfonte....quello che non vuoi capire è che io  NON STO NE DEVO DIFENDERE LA CHIESA.......
che tu ci creda o no....la Chiesa ha il Suo Sposo che la difende brillantemente da 2000 anni.....
perciò NON estrapolare la mia frase dalla risposta che in verità ti ho dato ed era questa:
Tgfonte come dovrei rispondere secondo te?
La Chiesa uno sbaglio lo fece effettivamente...a non fare un Papa T. di G. così che avrebbe di certo risolto TUTTI I PROBLEMI che portarono inesorabilmente alla seconda Guerra Mondiale.........
che poi la risposta NON ti piaccia è un altro discorso......
Te ne ho date altre di risposte e meno male che avevo anche detto LEGGITI ATTENTAMENTE LE NOTE NON SOFFERMARTI SOLO SULL'ARTICOLO DEL GIORNALE......dove si leggeva:
........
la "Mit brennender sorge" fu diffusa e letta in tutte le Chiese di Germania la domenica delle Palme del 1937, a dispetto della Gestapo. Pio XI vi denunciava implicitamente le persecuzioni razziali e nel 1938, durante la visita di Hitler a Roma, egli si ritirò a Castel Gandolfo e fece chiudere i Musei Vaticani. [Nota della Redazione LnR]
..........
Per ragioni e con possibilità diverse anche gli Alleati e la Croce rossa non ritennero opportuno intervenire. La seconda, che si spese concretamente per salvare cittadini ebrei, scelse anche lei, come il Vaticano, di non fare denunce pubbliche, pensando che ciò sarebbe stato controproducente. I primi non mossero le proprie forze armate in difesa dei deportati.

(ricordo a Tgfonte che la Chiesa fra l'altro NON solo non aveva più una "forza" propria.....e per intervenire all'epoca doveva PRENDERE OGNI PRECAUZIONE per evitare il peggio....forse fu troppo prudente? Si!!....forse fu troppo prudente.....ma le sue condanne le fece ed agì nascostamente per salvare migliaia di ebrei come gli stessi HANNO CONFERMATO......diversamente con una denuncia ufficiale, la Chiesa non avrebbe potuto fare più nulla......)
......
......
e concludevo dicendo:

Ma me spiegate poi 'na cosa?? Come mai odiate tanto la Chiesa ma poi pretendete che LEI....salvi il mondo e la accusate di ogni nefandezza??

Due sono le cose...o non le si crede e quindi la si ignora....o la si ama...e mi piace pensare la seconda opportunità......

Fraternamente Caterina


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 31 di 34 nella discussione 
Da: Soprannome MSNTGfonteInviato: 01/03/2004 9.08
Cara Caterina,
allora cambiate il titolo del vostro gruppo "DIFENDERE LA VERA FEDE" in "LA VERA FEDE".
TGfonte

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 32 di 34 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 01/03/2004 10.32
Caro TGfonte....una cosa ho notato che accomuna tutti voi T.di G., protestanti(ed evangelici), ma senza generalizzare ovvio.......l'astio verso la Chiesa Cattolica......il combatterla.....il prodigarsi per tentare di convertire i cattolici.....
In tutti i siti con forum del web....difficilmente si troverà qualche cattolico che VI PONE LE DOMANDE.......mentre si assiste ad un fiume di protestanti che FANNO MIGLIAIA DI DOMANDE....e questo da una parte è positivo perchè vuol dire che da una parte c'è molta gente che effettivamente E' ALLA RICERCA DELLA VERITA'...segno evidente che la Sola Scriptura non basta......
Guardiamo gli iscritti qui NON cattolici....FATE FIUMI DI DOMANDE....e noi pazientemente ABBIAMO SEMPRE DATO RISPOSTE....che poi non piacciano, pazienza..è un altro paio di maniche...ma abbiamo sempre risposto.....viceversa invece......NON RISPONDETE MAI ALLE DOMANDE CHE VI VENGONO POSTE......le evadete..fate finta di NON capire.......le coprite inserendo altre domande ed altri messaggi....offuscate il dialogo in corso......
Questo è quanto emerge da una attenta analisi dei vostri interventi.......MINIMIZZATE LE RISPOSTE che vengono date quando queste rispondono IN TERMINI CHIARI E PIENAMENTE... ALLE VOSTRE DOMANDE......
Ne è l'esempio il tuo ultimo post.......che non prosegue e non risponde minimamente al messaggio 30 che era una risposta al tuo sarcasmo......evidentemente ti sei perso quando spiegammo il significato del titolo di questo Gruppo...che quando aprì NON aveva lo scopo che oggi stiamo vivendo....era nato, questo Gruppo, soltanto per informare CON SOLI TESTI.......l'insegnamento della Chiesa.....Difendere la vera fede, dunque, con testi patristici sulle dottrine.....ma il Signore evidentemente ha voluto diversamente....e da tre anni si dialoga.....ma il titolo al Gruppo non lo si può più cambiare....soddisfatto della risposta?
Rispondi alle domande del messaggio 30 se proprio hai tempo da perdere.......come ben sai c'erano altri forum che attendevano il tuo confronto.....
Per me qui l'argomento E' CHIUSO.......
Come vedi abbiamo evitato, e non lo faremo...di inserire fonti che parlano di un cattivo comportamento della Torre di Guardia durante i fatti del nazismo.....le domande erano giustamente rivolte alla Chiesa e ci siamo attenuti.....se le risposte non ti soddisfano....prega per la Chiesa allora.....se hai ragione tu Dio ti ascolterà....se non hai ragione tu.....ma il tuo cuore è buono, il Signore ti farà comprendere meglio di quanto non siamo stati noi in grado di fare.......
Fraternamente Caterina

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 33 di 34 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°RaptorInviato: 01/03/2004 18.22
Una breve riflessione per Tg fonte sui rapporti fra nazismo e Chiesa
Cattolica
Consiglio su tutti i problemi riguardanti questi fatti la fondamentale
lettura del libro: Pierre Blet, Pio XII e la seconda guerra mondiale negli
archivi vaticani, San Paolo, Cinisello Balsamo ( Milano) 1999

1) perché la Chiesa cattolica non scomunicò i nazionalsocialisti?
Perché la scomunica nei confronti di chi non crede è inutile.
In Italia la scomunica verso chi credeva nella bontà del comunismo italiano,
al contrario, sortì l'effetto di creare un fronte antiocomunista che impedì,
nellle elezioni del'48, la vittoria del PCI, ma gli italiani, nella grande
maggioranza erano cristiani, ancora sensibili al messaggio della Chiesa.
Non bisogna dimenticare che il nazional-socialiasmo ha fatto 6 milioni di
vittime e il comunismo, nel mondo, ha fatto 212 milioni di vittime ( pari
all'azione di 35 Hitler messi insieme ) e questo perché il comunismo, a
differenza del nazismo, si presenta inizialmente con un volto seduttivo,
democratico e di giustizia sociale.
  Il comunismo, scrive Alain Besancon, membro dell'Institut de France, è più
perverso del nazismo perché si serve strumentalmente dello spirito di
liberazione e di giustizia sociale ed è capace di trasformare brava gente in
criminali, facendo passare il crimine per una ineluttabile necessità
storica.

  Dice Besancon:-  il comunismo, a differenza del nazismo, si presenta come
un'ideologia liberatrice, portatrice di giustizia. Ma siccome produce
risultati come l'espropriazione e l'assassinio, direi  che aggiunge
semplicemente la menzogna al crimine. (.) Il nazismo è apertamente criminale
a priori, l'altro è criminale a posteriori. Ma questa bugia iniziale del
comunismo lo rende più perverso perché capace di trasformare brava gente in
criminali e persone normalmente intelligenti in abbrutiti.
Ci si può porre la stessa domanda con l'attuale situazione del regime
comunista in Cina che manda vescovi e fedeli cattolici in campo di
concentramento.
Perché la Chiesa cattolica non scomunica il regime comunista Cinese?
 Per il semplice fatto che la scomunica ( cioè l'essere dichiarati fuori
dalla comunione della Chiesa Cattolica ) non solo non avrebbe alcun effetto
ma aggraverebbe la situazione dei cristiani in Cina, aumentando le
persecuzioni verso i cristiani: in queste gravi situazioni la Chiesa
Cattolica cerca di salvare l'essenziale cioè l'amministrazione dei
sacramenti e la trasmissione della fede in queste condizioni estreme.
Nel 1942, quando cominciarono le deportazioni degli ebrei , tutti i capi
delle Chiese, calviniste, cattoliche e luterane, si misero d'accordo per
leggere una protesta pubblica contro la deportazione degli ebrei. I nazisti
vennero a conoscenza del progetto e fecero sapere che, se la protesta fosse
andata avanti, essi avrebbero deportato anche gli ebrei battezzati nelle
altri fedi. Di fronte a questo ricatto tutti i capi delle Chiese fecero
marcia in dietro, tranne la Chiesa Cattolica. In tutte le Chiese cattoliche
venne letta la lettera di protesta. Come conseguenza la deportazione degli
ebrei di sangue e religione venne accelerata e vennero deportati anche gli
ebrei battezzati nella Chiesa Cattolica, tra cui la famosa Edith Stein (
Santa Teresa Benedetta della Croce) e sua sorella. Le stesse comunità
ebraiche convinsero il Papa che era meglio non intervenire in questa maniera
diretta. La cosa è stata chiaramente affermata anche al processo di
Norimberga: un'azione pubblica e diretta avrebbe peggiorato la situazione e
il Vaticano avrebbe rischiato di essere invaso dai nazisti. In questo modo
fu possibile organizzare la resistenza clandestina contro il nazismo e
salvare oltre 5mila ebrei da morte sicura: numero confermato dalla stessa
comunità ebraica.
Scrive l'ebreo Albert Einstein ( Times magazine, 23 dicembre 1940):
"" quando avvenne la rivoluzione in Germania, guardai con fiducia alle
università, ma le università vennero zittite. Allora guardai ai grandi
editori dei quotidiani. Ma anche loro come le università vennero ridotti al
silenzio. Solo la Chiesa Cattolica rimase ferma in piedi a sbarrare la
strada alle campagne di Hitler per sopprimere la verità. Io non ho mai
provato nessun interesse particolare per la Chiesa prima, ma ora provo nei
suoi confronti grande affetto e ammirazione, perché la Chiesa da sola ha
avuto il coraggio e l'ostinazione per sostenere la verità intellettuale e la
libertà morale".

2)Il Corpo direttivo dei Testimoni di Geova nel 1933 appoggiò
l'ideologia nazista che indicava negli ebrei i responsabili dello
sfruttamento dei popoli del mondo intero.
 L'Annuario del 1975 dei Testimoni di Geova, pp.111-112,
narra che Rutheford e Knorr si recarono in Germania nel 1933 allo scopo di
garantire la sicurezza della Società. Rutheford preparò una dichiarazione da
presentare al Congresso del 25 giugno 1933, a Berlino. In questa
dichiarazione, distribuita in 2.100.000 copie a numerosi alti funzionari
tedeschi, era scritto:"" Il più grande e oppressivo impero sulla terra è
quello anglo-americano. (...) Sono stati i commercianti ebrei dell'impero
britannico-americano che hanno costituito e gestiscono l'Alta finanza allo
scopo di sfruttare ed opprimere i popoli di molte nazioni"" ( CFR, J. Penton
Apocalypse Delayed. The story of Jehovah's Witnesses, University of Toronto
Press 1985, pp.148, 149; CFR, Achille Aveta, Un'ideologia che logora, I
testimoni di Geova, ed, Dehoniane Roma, 1990, pp. 344-345).
Nell'Annuario del 1975, pp.111-112, è scritto che molti fratelli TdG furono
delusi dalla dichiarazione e non poterono adottarla con tutto il cuore.
Questa delusione di molti testimoni dimostra come sia falsa la tanto
sbandierata neutralità politica dei Testimoni di Geova e del loro Corpo
direttivo.


( Bruto Maria Bruti)

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 34 di 34 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 01/03/2004 19.07
Riporto questa parte dal messaggio del Bruti perchè NON la conoscevo e mi sembra una bellissima testimonianza.......
Ringrazio quanti hanno contribuito e contribuiscono con chiarezza senza nascondere appunto fatti apparentemente gravi di cui la Chiesa viene accusata, ma che inesorabilmente dovette sottostare delle volte IMPOTENTE......
Fraternamente Caterina
Scrive l'ebreo Albert Einstein ( Times magazine, 23 dicembre 1940):
"" quando avvenne la rivoluzione in Germania, guardai con fiducia alle università, ma le università vennero zittite. Allora guardai ai grandi editori dei quotidiani. Ma anche loro come le università vennero ridotti al silenzio. Solo la Chiesa Cattolica rimase ferma in piedi a sbarrare la strada alle campagne di Hitler per sopprimere la verità. Io non ho mai provato nessun interesse particolare per la Chiesa prima, ma ora provo nei suoi confronti grande affetto e ammirazione, perché la Chiesa da sola ha avuto il coraggio e l'ostinazione per sostenere la verità intellettuale e la libertà morale".

e ancora si legge.....

Le stesse comunità ebraiche convinsero il Papa che era meglio non intervenire in questa maniera diretta. La cosa è stata chiaramente affermata anche al processo di Norimberga: un'azione pubblica e diretta avrebbe peggiorato la situazione e il Vaticano avrebbe rischiato di essere invaso dai nazisti. In questo modo
fu possibile organizzare la resistenza clandestina contro il nazismo e salvare oltre 5mila ebrei da morte sicura: numero confermato dalla stessa
comunità ebraica
.

Questo ultimo particolare è importante e ci riporta agli atti documentati della Resistenza fra le cui file spiccavano molti sacerdoti, tanti dei quali fucilati......


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