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dal dialogo "MILITARI E CATTOLICESIMO"

Ultimo Aggiornamento: 12/09/2009 22:19
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12/09/2009 22:16
 
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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 22/02/2004 23.34

Caro Fonte

Dicevi

"I primi padri della chiesa, fra cui Tertulliano e Origene, sostenevano che ai cristiani era vietato uccidere un essere umano, principio che impediva loro di far parte dell'esercito romano". (The Encyclopedia of Religion, a cura di Mircea Eliade) "Molti cristiani, . . . sotto gli imperatori pagani, avevano degli scrupoli religiosi per quanto riguarda il servizio militare, e rifiutavano categoricamente di impugnare le armi oppure disertavano. Il Sinodo [di Arles, tenuto nel 314 E.V.], in considerazione dei cambiamenti introdotti da Costantino, sancì per i cristiani l'obbligo di fare la guerra, . . . perché la Chiesa è in pace sotto un principe amichevole con i cristiani". (C. J. Hefele, A History of the Christian Councils)


Tertulliano, come risulta dall’apologetico diceva che ai cristiani era vietato uccidere (in senso generale e non particolare, riferito alla legittima difesa), ma non ho trovato espresso il principio che impediva di far parte dell’esercito romano.

Ho trovato invece, sempre nell’apologetico questo interessante passaggio:

[6] Noi, al contrario, indichiamo un protettore, se si ricerca la lettera di Marco Aurelio, imperatore particolarmente saggio, nella quale attesta come quella famosa sete di Germania fu dissipata in seguito a una pioggia impetrata dalle preghiere di soldati cristiani. Se da tali uomini con un atto pubblico il provvedimento di un castigo non rimosse, in altra forma tuttavia publicamente lo annullò, un castigo per di più aggiungendo per gli accusatori, anche più severo.

Si tratta del rapporto inviato da Marco Aurelio al senato nel 174 d.C. presso il Danubio.

Il fatto di cui riferisce Marco Aurelio è realmente avvenuto, tant’è vero che si trova scolpita nella famosa colonna di Marco Aurelio ed è attestato anche da altre fonti (Dione Cassio LXXI, 8-10 Scriptores Historiae Augustae , Vita Antonini 24); Tertulliano seguendo l’affermazione dello scrittore cristiano Apollinare di Ierapoli, contemporaneo di Marco Aurelio, attribuisce il miracolo della pioggia alle preghiere dei soldati cristiani.


Che vi possano essere stati dei cristiani che per scelta di maggiore perfezione abbiano preferito l’assoluta astinenza dalle armi, sia pure per legittima difesa, fa certamente loro onore. E non solo nei primi secoli troviamo tali cristiani che hanno deciso di rinunciare alla vita militare per abbracciare una vita di maggiore perfezione. Tutti gli ordini religiosi sorti nei vari secoli cristiani, (benedettini, cistercensi, carmelitani,francescani, domenicani, ecc…e che sono stati approvati ufficialmente dalla Chiesa) hanno scelto di non usare le armi, neppure per difesa (Ignazio di Loyola, valente soldato, a seguito della sua conversione, lasciò per sempre la vita militare per dedicarsi interamente al servizio del Signore); ad essi non viene da tempo neppure richiesto il servizio di leva, almeno nelle nazioni di cultura cristiana radicata, proprio grazie al fatto che tale cultura è riuscita a far prevalere il concetto che la loro volontà di dedicarsi totalmente a Dio, va rispettata.

Niente di strano dunque che persone come San Massimiliano dei primi secoli cristiani, quando ancora tale diritto non era riconosciuto ufficialmente, abbiano voluto esprimere la loro totale dedizione a Cristo rinunciando ad una attività che avrebbe implicato più verosimilmente una attività di offesa che di difesa.

Gli atti del martirio di Massimiliano che hai riportato  penso che siano autentici: ora , indipendentemente dal fatto se la sua era una scelta in quanto montanista come ci riporta Caterina,  tra le righe ho notato alcuni particolari che vorrei evidenziare in rosso, affinchè non sfuggano alla lettura attenta:

Ho già il segno del Cristo mio Dio>

L’espressione di Massimiliano è molto significativa ed esprime gia molto tempo prima del concilio di Nicea la fede nella divinità di Cristo. Notiamolo bene. Questa espressione contraddice la posizione dei tdG

. 5. Dione riprese:<Ti mando subito dal tuo Cristo>. Massimiliano rispose: <Vorrei soltanto che tu lo facessi. Questo sarebbe anche la mia gloria !>. 6. Dione si rivolse all’incaricato:<Gli sia messa la piastrina di riconoscimento>. Opponendosi Massimiliano disse:>Non accetto il segno di riconoscimento del mondo; se me lo apporrai, lo spezzerò, poiché non ha nessun valore. Io sono Cristiano, non mi è lecito tenere al collo una piastrina di piombo, dopo il segno di salvezza del mio Signore Gesù Cristo Figlio del Dio vivente, che tu non conosci, che ha sofferto per la nostra salvezza, che Dio consegnò come prezzo per i nostri peccati.

Massimiliano parla del "segno di salvezza" alludendo alla croce di Gesù.


…. 9.Riprese il proconsole Dione:<nella guardia d’onore dei nostri Imperatori Diocleziano e Massimiano, Costanzo e Massimo (Galerio), vi sono soldati Cristiani e fanno il soldato>. Massimiliano rispose:<Essi sanno che cosa convenga loro. Tuttavia io sono Cristiano e non posso fare del male>

Dione afferma che nella guardia d’onore vi erano soldati cristiani e Massimiliano non lo nega, anzi lo conferma dicendo: "essi sanno che cosa convenga loro"; dunque anche questo brano che tu hai riportato CONFERMA CHE VI ERANO CRISTIANI CHE FACEVANO IL SOLDATO. Se tale partecipazione alla vita militare fosse stata considerata incompatibile in linea di principio con il cristianesimo, i presbiteri del tempo l’avrebbero certamente evidenziato: Massimiliano da parte sua afferma solo la scelta di non volere in alcun modo fare del male, evidentemente neanche per difendere se stesso o gli altri, la qual cosa sarebbe stata lecita, come lo ritenevano appunto coloro che invece facevano il soldato.

Ho visto che anche Caterina ha fatto già questa stessa osservazione.


….>.Massimiliano concluse:<Io non morirò; ma se uscirò dal mondo, la mia anima vivrà con Cristo mio Signore>.

Massimiliano esprime la fede nella sopravvivenza della sua anima in quanto è persuaso che andrà presso il Signore. Anche questa espressione contraddice la posizione dei tdG

Dunque vi sono diversi elementi in questo processo che certamente sono molto significativi per attestare quale era la fede dei primi cristiani, quale il loro modo di essere, e la fermezza con cui alcuni esprimevano la loro speranza e la loro volontà di appartenere al Signore.

Se, paradossalmente parlando, anche i tdG avessero professato quelle dottrine di Massimiliano, avrebbero potuto ottenere ai nostri giorni di non fare il militare semplicemente appartenendo ad un ordine religioso cattolico regolarmente riconosciuto e senza dover andare in galera per una posizione di principio a mio parere mal compresa e male applicata.


L’ eroico gesto tuttavia non esclude che venga fatto salvo il principio della legittima difesa, quando qualcuno attenta alla vita propria o dei propri familiari o del proprio popolo.

Vediamo attentamente quello che Paolo dice:

Ro 13,1 Ciascuno stia sottomesso alle autorità costituite; poiché non c'è autorità se non da Dio e quelle che esistono sono stabilite da Dio. 2 Quindi chi si oppone all'autorità, si oppone all'ordine stabilito da Dio. E quelli che si oppongono si attireranno addosso la condanna. 3 I governanti infatti non sono da temere quando si fa il bene, ma quando si fa il male. Vuoi non aver da temere l'autorità? Fà il bene e ne avrai lode, 4 poiché essa è al servizio di Dio per il tuo bene. Ma se fai il male, allora temi, perché non invano essa porta la spada; è infatti al servizio di Dio per la giusta condanna di chi opera il male. 5 Perciò è necessario stare sottomessi, non solo per timore della punizione, ma anche per ragioni di coscienza. 6 Per questo dunque dovete pagare i tributi, perché quelli che sono dediti a questo compito sono funzionari di Dio. 7 Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi il tributo, il tributo; a chi le tasse le tasse; a chi il timore il timore; a chi il rispetto il rispetto. 8 Non abbiate alcun debito con nessuno, se non quello di un amore vicendevole; perché chi ama il suo simile ha adempiuto la legge

Se Paolo afferma che il portare la spada per la giusta condanna di chi opera il male fa parte dell’ordine stabilito da Dio, significa chiaramente che l’attività di offesa per difesa è lecita. Non per uccidere senza motivo ma per difendere dalle ingiustizie.

Un tdG mi obiettò che questa attività era da lasciare solo ai non cristiani, mentre i cristiani non devono usare armi neppure per difesa.

Ora, dicevo, supponiamo che in una nazione tutti fossero cristiani: qualcuno di questi cristiani dovrà pur preoccuparsi di organizzare una difesa. Ecco per quale motivo il servizio militare non può essere considerato a priori contrario al cristianesimo.

Se a qualcuno sembra poco comprensibile questa posizione provi a pensare cosa farebbe se in casa propria entrasse un malvivente con l’intenzione di aggredire ed uccidere i familiari. Non avremmo noi il diritto-dovere di proteggerli? Certamente usando mezzi il meno offensivi possibili, certamente rinunciando all’autodifesa se siamo eroici e non teniamo conto della nostra vita. Ma per i nostri familiari diventa difficile decidere per la loro morte ingiusta di fronte ad una aggressione omicida.

In ogni caso S. Paolo attesta senza ombra di dubbio che la spada per punire le ingiustizie rientra nell’ordine stabilito da Dio, a prescindere dalle nostre personali convinzioni in merito.

L’amore cristiano certamente implica l’esercizio della rinuncia a qualsiasi offesa agli altri, perfino con la sola parola o addirittura col pensiero, e per questo una azione di difesa va ponderata con tanto rigore e discernimento e relegata proprio come rimedio estremo in tutti i casi.

Ma bisogna parlare di amore cristiano senza dimenticare però che il massimo disamore contrario alla CARITA’ è proprio quello di ferire e dividere l’unico Corpo di Cristo con dottrine erronee come quelle dei tdG che gettano nella confusione e nella divisione la Chiesa di Dio.

Con affetto


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Consiglia Elimina    Messaggio 24 di 28 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 28/02/2004 13.41

Da "L'Apologetico" di Tertulliano (anno 180-200 circa)

I cristiani militavano nell’esercito

"Ci si accusa di essere improduttivi nelle varie forme di attività. Ma come si può dire questo di uomini che vivono con voi, che mangiano come voi, che indossano gli stessi abiti, che seguono lo stesso genere di vita e hanno le identiche necessità di vita?

Noi ci ricordiamo di rendere grazie a Dio, Signore e creatore, e non rifiutiamo nessun frutto della sua opera. Certo, noi usiamo le cose con moderazione, non in forma smodata o cattiva. Coabitiamo con voi e frequentiamo il foro, il mercato, i bagni, i negozi, i laboratori, le stalle, partecipando a tutte le attività.

Navighiamo anche insieme a voi, militiamo nell' esercito
, coltiviamo la terra, esercitiamo il commercio, scambiamo le merci e mettiamo in vendita, per vostro uso, il frutto del nostro lavoro. Io non capisco proprio come possiamo sembrare inutili e improduttivi per i vostri affari , quando viviamo con voi e di voi.

Sì, c'é della gente che ha motivo di lamentarsi dei cristiani, perché non può commerciare con loro: sono i protettori di prostitute, i ruffiani e i loro complici; poi vengono i criminali, gli omicidi con veleno, gli incantatori, gli indovini, i fattucchieri, gli astrologi. Grande cosa essere improduttivi per codesta gente! ... E poi, nelle prigioni non trovate mai un cristiano, a meno che non vi sia per motivi religiosi. Noi abbiamo appreso da Dio a vivere nell'onestà."


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 25 di 28 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 28/02/2004 14.34
Caro Teofilo....credo e SPERO che Tgfonte abbia oramai capito che è stato insegnato malamente circa questa tematica....
Ci attendiamo che egli, appena può, compatibilmente con i suoi impegni....collabori con i forum sui T. di G. rimasti in sospeso.....
Fraternamente Caterina

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 26 di 28 nella discussione 
Da: Soprannome MSNTGfonteInviato: 29/02/2004 19.59

Sui primi cristiani e il militare.

Tutto quello che dite sull’argomento riguarda il periodo che parte da Marco Aurelio in poi, precedentemente gli storici affermano che i cristiani non facevano il militare.


Circa le encicliche Mit Brennender Sorge (14-3-37) e la Divini Redemptoris (19-3-37) citate da Caterina, penso che non siano state attentamente valutate dalla stessa Caterina.

E’ pensabile affermare che il regime nazista sia stato meno feroce, meno orribile del regime comunista?

Non è corretto definire Hitler e il suo regime come il "male assoluto"?

Eppure che cosa ricaviamo dalla lettura comparata delle due encicliche?


Dal libro "I nazisti e la Chiesa" sull’enciclica Mit Brennender Sorge: "Uno scrittore cattolico ha detto che l’enciclica ‘metteva in rilievo con notevole acume le stravaganze della dottrina nazista tedesca condannandole in un modo che non implicava la condanna del totalitarismo politico e sociale’. Una conferma di questo giudizio si trova nella risposta di Pacelli alla nota di protesta del governa tedesco. Il segretario di stato scrive in questa nota che ‘la Santa Sede, la quale mantiene rapporti amichevoli, corretti o per lo meno tollerabili con stati di diverse strutture costituzionali e di diversi orientamenti, non interferirà mai nella scelta di un popolo sulla forma di governo, che esso considera più adatta ai suoi bisogni e alle sue caratteristiche. Anche per quanto riguarda la Germania, la Santa Sede rimane fedele a tale principio e intende rimanervi fedele in avvenire.’

In pratica, Pacelli diceva che se il governa del Reich avesse rinunciato alla sua politica di ostilità verso la Chiesa, la possibilità di ristabilire relazioni amichevoli non era preclusa. Alcuni passaggi dell’enciclica sono formulati con un vigore che può suggerire un’interpretazione più vasta, ma in sostanza il papa aveva condannato il neopaganesimo e la negazione della libertà religiosa - né più, né meno… Ma forse la ragione più profonda della moderazione della Santa Sede era il fatto che la sua opposizione alle principali dottrine politiche dei nazisti non era maggiore di quella dei vescovi tedeschi stessi. Un esame completo del conflitto tra la Chiesa e il regime nazista deve tener conto dei dati che dimostrano come la lotta contro il neopaganesimo fosse accompagnata da un’accettazione, senza riserve e spesso basata sulla congenialità, di certi altri elementi dell’ideologia nazionalsocialista."

Dal libro "Una questione morale" di D.J. Goldhagen ed. Mondadori: " Lo statuto morale della Chiesa si fonda sul suo dichiararsi la rappresentante terrena o l’incarnazione di Gesù, figlio di Dio e Dio al tempo stesso, fedele ai suoi insegnamenti. Sua missione è condurre gli esseri umani alla salvezza nel nome di Lui e farli vivere secondo i suoi insegnamenti. Se prendiamo alla lettera questa autopresentazione riconoscendo pertanto la Chiesa come un’istituzione morale e non politica (e del pari i suoi vertici), ci troviamo ad affrontare una serie di scomode conseguenze.

Quale vizio impedì a questa istituzione morale e ai suoi esponenti di spicco di riconoscere la natura incomparabilmente scellerata del nazismo? Già nel 1933 Hitler agitava, quale programma di trasformazione del mondo, una concezione razzista e letale dell’umanità che non avrebbe potuto essere più in contrasto con il ministero di Gesù. Proclamava l’odio feroce verso gli ebrei invocando esplicitamente la loro eliminazione fin dal 1920, in pratica dai suoi esordi nell’agone politico. E già allora, aveva indicato lo sterminio come ipotesi privilegiata. ‘Siamo guidati da una volontà inesorabile’ ebbe a dire ‘afferrare il Male [gli ebrei] alla radice ed estirparlo. Per ottenere il nostro scopo non ci fermeremo davanti a nulla, dovessimo unire le nostre forze con quelle del diavolo’. Hitler inneggiava alla guerra. Incitava all’espansione territoriale. Nel 1939, per non parlare del 1941, stava palesamente mettendo in pratica ciò che con tanto orgoglio e insistenza aveva predicato. I cattolici, come tutti, avrebbero dovuto sapere che non si stringono alleanze col diavolo, e Hitler era la sua massima rappresentazione umana. Ma precisamente questo fece la chiesa con il Concordato, un patto ‘onorato’ dall’istituzione ecclesiastica e da Pio XII per tutto il corso della guerra, a dispetto della titanica strage perpetrata dai tedeschi.

Perché questa istituzione morale e i suoi capi non rivolsero contro Hitler e il nazismo neppure un’oncia della deprecazione che riversarono in quegli anni contro figure innocenti e inoffensive come gli ebrei? Come mai ebbero parole relativamente sobrie sul regime nazista, responsabile di un genocidio, riservando gli anatemi più feroci all’Unione Sovietica? Rispetto alle moderate rimostranze avanzate al nazismo in Mit Brennender Sorge nel 1937 (in stridente contrasto con la tonante condanna di alcune pratiche religiose in Germania), la coeva enciclica anticomunista di Pio XI, Divini Redemptoris, non lasciava spazio alle mezze misure, definendo il comunismo una piaga volta alla distruzione del cristianesimo e dei cristiani ‘con un odio, una barbarie ed efferatezza che non si sarebbe creduta possibile nel nostro secolo’, ‘satanico flagello’, ‘idea di falsa redenzione’ e peste distruttrice, la quale intaccando il midollo della società umana, la condurrebbe alla rovina’; dottrina produttrice di ‘odii’ e ‘distruzioni’, per la quale tutte le forze ‘che resistono a quelle violenze sistematiche debbono essere annientate come nemiche del genere umano’".

In conclusione perché la Chiesa Cattolica non usò mezze misure nel condannare il comunismo e invece non usò tali termini verso "la massima rappresentazione umana" del diavolo: Hitler?

Perché nel dopoguerra scomunicò i comunisti italiani quando non lo fece mai per Hitler e i nazisti?


TGfonte


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 27 di 28 nella discussione 
Da: Soprannome MSNTGfonteInviato: 29/02/2004 20.02

L’amore è l’essenza dell’insegnamento di Gesù, l’amore per Dio e, di conseguenza, l’amore per il prossimo, 1 Giovanni 4:20,21 "Se uno dice ‘Io amo Dio’, e odia il suo fratello, è un bugiardo. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede non può amare Dio che non vede. E questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello."

Nel parlare dell’amore, Gesù parlò di un nuovo comandamento, in che senso?

Nel VT era già contenuto il comando di amare il proprio prossimo (Levitico 19:18 … amerai il tuo prossimo come te stesso…), secondo gli scribi e i farisei del tempo di Gesù il prossimo era rappresentato solo da quelli che seguivano le tradizioni orali giudaiche, Gesù mostrò invece, con le parole e l’esempio, che bisogna amare tutti, Matteo 5:43-46 "Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinchè siate figli del Padre vostro che è nei cieli: egli infatti fa sorgere il sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non amano così anche i pubblicani?

Per non essere cristiani solo di nome occorre comportarsi da prossimo verso tutti gli uomini.

Ma Gesù andò ancora oltre, mostrò, ancora sia con le parole che con l’esempio, il tipo di amore che devono avere i cristiani, Giovanni 15:12-14 "Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati. Nessuno ha amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici. Voi siete miai amici, se farete ciò che vi comando."

Dobbiamo amare come Gesù ci amò e Gesù ci amò fino al punto di sacrificare la sua vita per noi e per tutti gli uomini, compresi quelli che lo odiavano.

L’apostolo Paolo in 1 Corinti 12:31 parlò di una "via migliore di tutte", indicandola disse "Se parlo le lingue degli uomini e degli angeli ma non ho amore, son divenuto un [pezzo di] rame risonante o un rimbombante cembalo. E se ho il dono di profezia e conosco tutti i sacri segreti e tutta la conoscenza, e se ho tutta la fede da trapiantare i monti, ma non ho amore, non sono nulla. E se do tutti i miei averi per nutrire altri, e se consegno il mio corpo, per potermi vantare, ma non ho amore, non ne ho nessun profitto."

Qualunque cosa possiamo fare, comprese opere buone, se non sono motivate dall’amore per Dio e per il prossimo non varrebbero nulla.

In precedenza Paolo aveva detto, 1 Corinti 12:12,13 "Poiché come il corpo è uno ma ha molte membra, e tutte le membra di tale corpo, benché siano molte, sono un solo corpo, così è anche il Cristo. Poiché veramente mediante un solo spirito fummo tutti battezzati in un solo corpo, sia giudei che greci, sia schiavi che liberi, e tutti fummo abbeverati di un solo spirito." e in 1 Corinti 12:27 spiega "Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra".

Com’è possibile per i cattolici affermare di partecipare al sacrificio di Gesù, di essere in una comunione con tutti i cattolici e poi addestrarsi all’uso delle armi e, in guerra, addirittura scannarsi, cattolici contro cattolici?

1 Giovanni 3:10-12,15,18 "Da questo si distinguono i figli di Dio dai figli del diavolo: chi non pratica la giustizia non è da Dio, né lo è chi non ama il suo fratello. Poiché questo è il messaggio che avete udito fin da principio: che ci amiamo gli uni gli altri. Non come Caino, che era dal maligno e uccise il suo fratello …Chiunque odia il proprio fratello è omicida, e voi sapete che nessun omicida ha più la vita eterna dimorante in se stesso… Figlioli, non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti e nella verità."

Prendere parte a combattimenti, magari cosiddetti cristiani contro altri cosiddetti cristiani, è una dimostrazione di amore fraterno o, piuttosto, di odio?

Una curiosità, c’è mai stata una guerra condannata dalla Chiesa Cattolica come non giusta e, quindi, moralmente non lecita per un cattolico?


TGfonte


PS I ragionamenti di Bruti, Teofilo e Caterina mi hanno ricordato questa scrittura:

Marco 7:9 "Siete veramente abili nell’eludere il comandamento di Dio, per osservare la vostra tradizione"


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 28 di 28 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 29/02/2004 21.13

In conclusione perché la Chiesa Cattolica non usò mezze misure nel condannare il comunismo e invece non usò tali termini verso "la massima rappresentazione umana" del diavolo: Hitler?

Perché nel dopoguerra scomunicò i comunisti italiani quando non lo fece mai per Hitler e i nazisti?

In conclusione perché la Chiesa Cattolica non usò mezze misure nel condannare il comunismo e invece non usò tali termini verso "la massima rappresentazione umana" del diavolo: Hitler?

Perché nel dopoguerra scomunicò i comunisti italiani quando non lo fece mai per Hitler e i nazisti?

...........
Tgfonte come dovrei rispondere secondo te?
La Chiesa uno sbaglio lo fece effettivamente...a non fare un Papa T. di G. così che avrebbe di certo risolto TUTTI I PROBLEMI che portarono inesorabilmente alla seconda Guerra Mondiale.........
Non posso risponderti diversamente dal momento che fai dell'ironia sui testi che ti abbiamo inserito......a questo punto non posso fare altro che ironizare anch'io dal momento che non c'è cosa peggiore del sordo che non vuol sentire.....
leggiti qui:
NON soffermarti solo sull'articolo del giornale...soffermati SULLA NOTA......
Le Monde rende nota la scoperta di una lettera di Edith Stein a papa Pio XI
Nel 1933, una lettera di Edith Stein al papa predice la Shoah

[Testo della lettera]

Come si può spiegare il fatto che la Chiesa cattolica sia rimasta così a lungo sorda ad una lettera tanto profetica ed abbia impiegato settant'anni a farla uscire dai suoi archivi? Il 12 aprile 1933, alcune settimane dopo l'insediamento di Hitler al cancellierato, una filosofa cattolica tedesca di origine ebraica trova l'ardire di scrivere a Roma per chiedere a papa Pio XI e al suo segretario di Stato - il cardinale Pacelli, vecchio nunzio apostolico in Germania e futuro Pio XII - di non tacere più e di denunciare le prime persecuzioni contro gli ebrei.

Si tratta della voce di Edith Stein. Nata nel 1891 a Breslavia, convertitasi nel 1922, Edith Stein viene espulsa dall'università nel 1934, prima di entrare nel Carmelo di Colonia. Nell'agosto del 1942, in un convento olandese in cui i suoi superiori la credevano al sicuro, viene arrestata e deportata ad Auschwitz insieme a sua sorella Rosa. Entrambe vengono uccise nei forni crematori immediatamente dopo il loro arrivo. Edith Stein è stata canonizzata da Giovanni Paolo II l'11 ottobre 1998.

Gli storici del Vaticano conoscevano l'esistenza di questa lettera indirizzata al papa nel 1933, ma ne ignoravano il contenuto: lo hanno appreso in séguito alla recente apertura degli archivi del Vaticano riservati al pontificato di Pio XI (1922-1939). La chiaroveggenza con cui Edith Stein testimonia la crudeltà del regime nazista è pari al coraggio del suo intervento: «Si tratta di un fenomeno che provocherà molte vittime. Si può pensare che gli sventurati che ne saranno colpiti non avranno abbastanza forza morale per sopportare il loro destino. Ma la responsabilità di tutto ciò ricade tanto su coloro che li spingono verso questa tragedia, tanto su coloro che tacciono. Non solo gli ebrei, ma anche i fedeli cattolici attendono da settimane che la Chiesa faccia sentire la sua voce contro un tale abuso del Nome di Cristo da parte di un regime che si dice cristiano.»

Ella aggiunge: «L'idolatria della razza, con la quale la radio martella le masse, non è di fatto un'eresia esplicita? (...) Noi temiamo il peggio per l'immagine mondiale della Chiesa se il silenzio si prolungherà ulteriormente.» La notorietà di Edith Stein non era certo allora quella attuale, ma questo documento prova - se ancora ce ne fosse stato bisogno - come la Chiesa, ai più alti livelli, fosse informata delle persecuzioni naziste ed abbia taciuto.
[Tratto da Le Monde del 1 marzo 2003]



N.B.

“Non si può dimenticare il fermo atteggiamento di Pio XI, che abbandona Roma al momento della visita di Hitler in quella città, né le sue memorabili parole a un gruppo di pellegrini belgi (7 settembre 1938): "Spiritualmente noi siamo semiti”. Tuttavia i giornali italiani e l’ Osservatore Romano, che pubblicarono il suo discorso, non segnalarono questa frase. Così anche la coraggiosa enciclica Mit brennender sorge (1937), citata spesso per la sua condanna del razzismo, non menziona né critica l'antisemitismo come tale. Tuttavia la sua intenzione era conosciuta e quel grande papa resterà nel ricordo del popolo ebraico per il suo comportamento”.
[Fonte: Jochanan Elichaj, Ebrei e cristiani, Edizioni Qiqajon, pp. 45,46]

Noi aggiungiamo che  la "Mit brennender sorge" fu diffusa e letta in tutte le Chiese di Germania la domenica delle Palme del 1937, a dispetto della Gestapo. Pio XI vi denunciava implicitamente le persecuzioni razziali e nel 1938, durante la visita di Hitler a Roma, egli si ritirò a Castel Gandolfo e fece chiudere i Musei Vaticani. [Nota della Redazione LnR]



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.........
Chi fu realmente colpevole?? e si può veramente ACCUSARE LA CHIESA???
Due nuovi studi documentano che gli Alleati e la Croce Rossa erano a conoscenza dei piani di sterminio decisi da Hitler. Chi poteva salvare gli ebrei? L'organizzazione umanitaria scelse di non fare denunce pubbliche ma si spese concretamente......
leggiti qui.....

Sono molteplici le accuse rivolte al ruolo della Chiesa di fronte alla persecuzione e allo sterminio degli ebrei d'Europa. In due libri usciti in questi giorni emergono, però, i silenzi, le reticenze e l'inazione di altri due soggetti di fronte, in particolare, al destino della comunità israelitica romana. Per ragioni e con possibilità diverse anche gli Alleati e la Croce rossa non ritennero opportuno intervenire. La seconda, che si spese concretamente per salvare cittadini ebrei, scelse anche lei, come il Vaticano, di non fare denunce pubbliche, pensando che ciò sarebbe stato controproducente. I primi non mossero le proprie forze armate in difesa dei deportati.

(ricordo a Tgfonte che la Chiesa fra l'altro NON solo non aveva più una "forza" propria.....e per intervenire all'epoca doveva PRENDERE OGNI PRECAUZIONE per evitare il peggio....forse fu troppo prudente? Si!!....forse fu troppo prudente.....ma le sue condanne le fece ed agì nascostamente per salvare migliaia di ebrei come gli stessi HANNO CONFERMATO......diversamente con una denuncia ufficiale, la Chiesa non avrebbe potuto fare più nulla......)

Addirittura, come sostiene Robert Katz in Roma città aperta. Settembre 1943 - Giugno 1944 (Il Saggiatore, pagine 478, euro 20) Washington e Londra, oltre a essere a conoscenza del rastrellamento del ghetto prima che esso avvenisse, il 16 ottobre 1943, «erano informate sul numero di arresti, sul luogo di detenzione dei prigionieri, sulla data e l'ora della loro partenza, sul numero di ogni convoglio e relativo itinerario, come pure sul numero inadeguato della scorta». 

Dunque, si poteva intervenire. Certo, le informazioni approdarono sulla scrivania di Roosevelt solo a gennaio. Ma esse, come documenta Katz - il quale peraltro nella sua ampia ricostruzione di quei mesi sottolinea, come già aveva fatto in passato, i cosiddetti silenzi di Pio XII - erano ampiamente disponibili dal momento in cui un funzionario del ministero Affari esteri del Reich, Fritz Kolbe - reclutato dall'Oss, il servizio segreto Usa - aveva trasmesso attraverso i cosiddetti "cablogrammi Kappa" copia di un telegramma inviato a Berlino dal console romano Möllhausen. Questi, contrario alle indicazioni venute dall'alto sulla liquidazione degli ebrei, aveva contravvenuto alla riservatezza sull'argomento parlando esplicitamente di «liquidazione» degli ottomila ebrei romani. A questi cablogrammi Kappa, da poco resi noti, Katz attribuisce molta importanza anche perché in uno di essi si trova l'indicazione che l'eliminazione avrebbe dovuto essere condotta «secondo le indicazioni del Führer» (un colpo alle tesi negazioniste, che battono sulla mancanza di un ordine attribuibile a Hitler per l'attuazione della cosiddetta "soluzione finale"). 

Dalla ricostruzione dei giorni della "Città aperta" emerge inoltre come molti nazisti - con il citato Möllhausen, il generale Stahel - fossero assai poco intransigenti sulla questione ebraica. Lo stesso Kappler era più preoccupato di altre questioni: ridurre all'impotenza i carabinieri italiani e garantirsi tranquillità, evitando ribellioni dell'ostile popolazione romana.
*******************

Ma me spiegate poi 'na cosa?? Come mai odiate tanto la Chiesa ma poi pretendete che LEI....salvi il mondo e la accusate di ogni nefandezza??

Due sono le cose...o non le si crede e quindi la si ignora....o la si ama...e mi piace pensare la seconda opportunità......

Fraternamente Caterina

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