A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

dal dialogo: L' IMMACOLATA CONCEZIONE del 24-11-2002

Ultimo Aggiornamento: 13/09/2009 07:08
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 5.921
Sesso: Maschile
13/09/2009 07:03
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Elimina    Messaggio 17 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 29/11/2002 12.01

Maria e il peccato originale

Innumerevoli discussioni sono state fatte su un testo in cui Agostino afferma di voler escludere Maria dal problema del peccato (Contra Iul. 5, 15, 52). In realtà che c'è in questo testo agostiniano? C'è l'esenzione di Maria dal peccato personale o anche dal peccato originale?

Risposta: direttamente qui si tratta di peccati personali. E stiracchiare questo testo al punto da includervi il peccato originale significa far dire ai testi quello che si vuole. E il peccato originale non c'entra? Risposta: indirettamente, solo indirettamente. Ma in che modo? Per due motivi:

1) per il motivo cristologico generale: per l'onore del Signore; se questo motivo vale per i peccati personali, vale anche per il peccato originale;

2) il contesto in cui è posta la frase per un motivo polemico Agostino parlando di Cristo pone un principio generale: Cristo avrebbe certamente commesso peccati personali se avesse avuto il peccato originale. La questione è discussa con Giuliano e riguarda Cristo, se avesse o no peccati, se avesse o no il peccato originale. Chi ha il peccato originale, inevitabilmente commette anche peccati personali. Maria non ha commesso nessun peccato personale, dunque la conclusione sembra logica e inevitabile (Ibid.).

Le due ragioni, ora esposte, ci inducono a pensare che questo testo agostiniano, pur riferendosi direttamente solo al peccato personale, possa essere estendibile al peccato originale.

Ma a questo punto un'altra domanda: sull'esclusione del peccato originale non c'è nessun testo di Agostino? Il testo c'è ma è stato ed è discusso come non mai. E' in un passo molto sintetico e perciò difficile, nella sua ultima opera contro Giuliano, ultima in senso assoluto, perché incompiuta, interrotta a causa della morte (Cf. Opus imp. c. Iul. 4, 122).

(Apro un inciso: In questo aspetto la Chiesa ci vede la Provvidenza che interrompe un 'opera  quando non vuole che il troppo venga rivelato, forse perchè non era ancora giunto il tempo cosme accadde per la Trinità che non furono gli Apostoli a rivelarla, ma la Chiesa e quindi la Successione Apostolica dopo oltre 200 anni. Lo stesso accadde per esempio con S.Tommaso d'Aquino, non terminò la Summa Theologica e non perchè morì, ma perchè capì che tutto quello che aveva scritto fino a quel momento, era il nulla rispetto a ciò che era Dio. Tommaso si rifà al suo maestro Agostino che diceva: " Possiamo parlare di Dio all'infinito, ma mai dire che cosa è Dio!")

Le discussioni intorno a questo testo dipendono psicologicamente da un quesito particolare: se Agostino è preso alla lettera, egli dice, molto tempo prima, quello che è stato detto intorno alla Immacolata Concezione. E' un testo che preso in senso letterale dice troppo, e siccome troppo non lo può dire, bisogna fargli dire meno di quello che dice. In questo testo viene riportato un paragone tra Gioviniano e Agostino. Era stato fatto da Giuliano per dimostrare che Agostino è peggiore di Gioviniano. Poi c'è un paragone tra Gioviniano e Giuliano, e lo fa Agostino, per dimostrare che Giuliano è peggiore di Gioviniano. Cerchiamo di capire i due paragoni. Chi era Gioviniano? Non ne sappiamo molto (Cf. De haer. 82; Retract. 2, 22). Giuliano era vescovo di Eclano e figlio di Nemore, vescovo di Capua, amico del padre di Agostino. In un primo momento Agostino, provando simpatia per lui, già diacono, chiede al padre che glielo mandi in Africa perché vuole conoscerlo. Una volta scoppiata l'eresia pelagiana, Giuliano da buon razionalista qual è si mette dalla parte di Pelagio, divenendo, come dice Agostino, l'architetto dell'eresia pelagiana. E' un ragionatore, un buon scrittore e un gran calunniatore. Ha scritto delle opere proprio contro Agostino, la cui risposta polemica antipelagiana, nella fase più acuta, si rivolge proprio contro di lui.

Giuliano ricorda (Cf. Opus imp. c. Iul. 4, 122) quattro errori di Gioviniano: 1) la necessità del bene, o l'impeccabilità dei battezzati; 2) la perdita della verginità da parte di Maria nel parto; 3) l'affermazione della uguaglianza di dignità tra matrimonio e verginità; 4) l'affermazione secondo cui gli uomini sono trattenuti dall'errore dai misteri cristiani. Forse questo significa che Gioviniano negava la necessità dell'ascetismo cristiano, quindi la necessità del digiuno. Basterebbero i misteri cristiani, la pratica liturgica, diremmo oggi, ad evitare l'errore e il peccato.

Giuliano accusa Agostino: se Gioviniano nega la verginità di Maria nel parto, tu, Agostino, consegni Maria stessa in potere del diavolo in conseguenza della nascita. L'accusa di Giuliano è perentoria: Gioviniano nega la verginità di Maria nel parto, Agostino consegna Maria al diavolo per la condizione della nascita. Cosa c'è in questa accusa di Giuliano? C'è una tesi, e la ricerca di una prova. La tesi è questa: Giuliano vuol mostrare che il peccato originale non esiste e che lo ha inventato Agostino. Qual è la prova? Che nel caso esista il peccato originale, anche Maria è soggetta ad esso, e perciò soggetta al diavolo per il semplice fatto che nascendo nasce con il peccato.

Giuliano, nonostante il contrasto con Agostino e la separazione dalla Chiesa Cattolica, in questo caso è un teste del sensus fidei, del senso di fede della Chiesa. Giuliano per provare l'inesistenza del peccato originale, dice che, ammettendolo, anche Maria sarebbe soggetta al peccato, e quindi soggetta al diavolo, ma questo non è pensabile. Agostino di fronte a questa accusa fa quello che aveva fatto 15 anni prima con Pelagio: riafferma la sua tesi, quella del peccato originale, e fa un'eccezione per Maria. Inoltre risponde alle accuse di Giuliano, una per una, affermando e provando che sono false: la dottrina che egli insegna non è quella che gli viene attribuita.

Per rendercene conto prendiamo due esempi: quello della grazia e quello della santità di Maria.

A proposito della grazia Giuliano aveva detto: "Gioviniano ha sostenuto che gli uomini per mezzo dei misteri vengono trattenuti dall'errore; tu insegni che non vengono liberati neanche per mezzo della grazia". Risposta di Agostino: "Non dico che gli uomini non siano liberati nemmeno per mezzo della grazia e Agostino è ben lontano dal dire questo ma diciamo quel che tu non vorresti, che cioè non sono liberati se non per mezzo della grazia, e non solo nel senso che vengano loro rimessi i peccati, ma anche nel senso che non siano indotti in tentazione". Come si vede, la risposta è netta e perentoria.

Poi viene la risposta all'altra accusa, quella del peccato originale di Maria: "Non consegniamo Maria in potere del diavolo in conseguenza della sua nascita...". Se Agostino si fosse fermato qui l'avversario gli avrebbe detto: come la mettiamo allora con la dottrina del peccato originale? Ti rimangi la dottrina? E allora continua: ".. perché questa stessa conseguenza si cancella con la grazia della rinascita". (attenzione, non è la "rinascita" intesa oggi dal mondo Protestante)

E' la riaffermazione della tesi generale. Agostino nega di consegnare Maria al diavolo per la condizione del peccato originale, non perché non ci sia il peccato originale, ma perché in Maria la questione della nascita viene risolta con la grazia della rinascita. Dunque Maria è rinata, è redenta, è salvata, e se tutto questo non ci fosse stato, anche Maria sarebbe stata soggetta al peccato, al demonio. Agostino risponde o non risponde? Il testo è stringato ma è anche chiaro.

La sua risposta ha due parti. Nella prima parte esclude che Maria sia soggetta al diavolo (Io porrò inimicia fra te e la donna..Gn.3,15)per la condizione della nascita, quindi niente peccato in lei. Nella seconda affermazione c'è la riproposizione, la riaffermazione della esistenza del peccato originale: Maria non è soggetta al peccato per la condizione della nascita non perché non esista il peccato originale, bensí perché la condizione della nascita è risolta dalla condizione della rinascita. Evidentemente non risponderebbe a tono se volesse dire soltanto che Maria non è stata soggetta al peccato originale solo perché, nata col peccato, è stata rigenerata dalla grazia. Significava accettare pari pari la posizione dell'avversario. Dunque, se Agostino ha risposto, deve aver detto con quelle parole che Maria non è stata soggetta al peccato, al diavolo, perché questa condizione è stata prevenuta, risolta dalla condizione della rinascita, dalla grazia di Cristo.

Qualcuno dice che noi interpretiamo Agostino con le categorie posteriori. L'accusa è chiara ma falsa. Noi cerchiamo di capire Agostino e di dire che l'unico senso in cui ha veramente risposto alla difficoltà di Giuliano è quello di aver escluso il peccato originale in Maria e di averlo escluso per una eccezione. Altrimenti non avrebbe risposto. Ma è possibile pensare che avendo risposto ad una prima, seconda, terza difficoltà, non abbia risposto a questa? No, perché Agostino si gloria di aver risposto all'avversario. Dice infatti: "Ecco come noi respingiamo le vostre accuse, con cui voi dite che siamo peggiori di Gioviniano!". Inoltre sfida l'avversario a rispondere alle dificoltà, alle accuse che gli farà lui. Queste parole non possono avere altro significato che quello che gli abbiamo dato: riaffermazione della legge generale del peccato originale e eccezione per Maria a causa della grazia della rinascita. Ecco come Agostino respinge l'avversario: "Ecco come noi respingiamo le vostre accuse, con cui dite che siamo peggiori di Gioviniano; voi respingete, se potete, gli argomenti con cui dimostrerò che siete peggiori dello stesso Gioviniano. Egli affermò la necessità del bene, voi dichiarate buono il desiderio del male; egli disse che per mezzo dei misteri gli uomini sono trattenuti dall'errore, voi affermate che il desiderio di camminare per la retta via non è ispirato da Dio, ma si acquista con il libero arbitrio; egli annientò la verginità di Maria in conseguenza del parto, voi la stessa carne santa procreata dalla Vergine eguagliate alla carne degli uomini, non distinguendo la somiglianza della carne di peccato dalla carne di peccato" (Cf. Opus imp. c. Iul. 4, 122).

continua......


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 18 di 44 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 29/11/2002 12.10

Per concludere vogliamo chiarire due punti che sono stati fonte di tante polemiche:

1) Si dice che Agostino ripete insistentemente che tutti gli uomini nascono col peccato originale eccetto Gesù, e ne dà la ragione: perché Cristo è nato verginalmente. In questa dottrina non c'è posto per l'Immacolata Concezione di Maria, per la sua immunità dal peccato. Quello che fa più impressione è che Agostino dà la ragione della sua affermazione: solo Cristo è nato senza peccato originale, perché solo lui è nato verginalmente. A proposito del peccato personale dice che tutti i giusti, eccetto Cristo, commettono peccati personali; e Cristo non ha commesso peccati personali perché non ha avuto il peccato originale. Nonostante questa tesi insistente, quando Pelagio si appella alla santità di Maria per confermare la sua tesi, quella della impeccantia, il vescovo d'Ippona riconferma la sua tesi ma fa un'eccezione per Maria. Tutti nascono con il peccato, l'unico ad esserne privo è Cristo perché nato verginalmente. Anche questa volta quando viene provocato dall'avversario fa un'eccezione per Maria; perciò tanto nel primo caso, quello del peccato personale, quanto nel secondo, quello del peccato originale, Agostino fa un'eccezione per Maria.

Ma perché espone questa eccezione soltanto quando viene provocato? La dottrina mariana era ancora agli albori; il problema della immunità di Maria dal peccato originale non era stato ancora preso in considerazione. Ad Agostino interessava soltanto sottolineare il principio generale della esistenza del peccato originale e l'eccezione per Cristo, l'unico ad essere nato verginalmente. Quando viene la difficoltà da parte dei Pelagiani, quello che era nella coscienza di Agostino, quello che era implicito nella sua convinzione diventa esplicito; ha esplicitato quello che pensava della piena santità di Maria solo perché è stato provocato dai suoi avversari.

2) Ma come si fa ad ascrivere ad Agostino il concetto della redenzione preventiva se questo concetto è stato conquistato con tanta fatica solo nel Medio Evo? Agostino ha avuto chiaro e ha ripetuto chiaramente il concetto della grazia che ci previene e ci permette di evitare il peccato. A proposito di se stesso scrive: "Io ritengo che mi siano stati rimessi tutti i peccati, quelli che ho commesso di mia spontanea volontà e quelli che per tua grazia non ho commessi" (Confess. 2, 7, 15). E a proposito delle vergini consacrate dà questo consiglio: "Ritenete che vi sono stati rimessi anche i peccati che non avete commesso, perché non vi capiti di amare di meno dopo che siete state amate di più" (De s. virg. 40, 41). Solo chi ha capito qualcosa di questa dottrina agostiniana ha capito qualcosa del pensiero di Agostino sulla grazia. E il principio di fondo di questa dottrina lo esprime al suo popolo con queste parole: "Non c'è peccato che abbia fatto un uomo che non possa fare un altro uomo se gli manca la guida di colui che ha fatto l'uomo" (Serm. 99, 6). Agostino ha illustrato, e in modo insistente, la tesi luminosa della grazia preventiva, che rimette il peccato prima di averlo commesso, perché previene dal commetterlo. Se applichiamo questa dottrina al nostro caso, al peccato originale, tutto diventa chiaro: Maria non ha contratto il peccato e quindi non è soggetta al diavolo perché la grazia della rinascita ha superato quella condizione:

"Io (Dio), porrò inimicizia (Dio promette e previene ) tre te (Satana) e la Donna (Maria)" (Gn.3,15)

Un grazie speciale al sito di Augustinus.it per questo dono! I gestori del Gruppo

  • TUTTE LE OPERE DI S.AGOSTINO
  • Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
    Nuova Discussione
    Rispondi

    Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
    Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
    FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
    Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 08:48. Versione: Stampabile | Mobile
    Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com