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Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
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dal dialogo: SULLA CONFESSIONE del 20/06/2005

Ultimo Aggiornamento: 13/09/2009 07:27
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Da: Soprannome MSNAndre191817  (Messaggio originale) Inviato: 20/06/2005 16.43
Salve a tutti, mi chiamo Andrea e conosco poco la Bibbia e le differenza tra chiese cattoliche e chiese evangeliche.
 
Mi è sempre stato detto che la confessione è un potere che hanno solo i preti cattolici, ma degli evangelici pentacostali mi hanno fatto leggere il contesto di Giovanni cap.20 e di Luca cap.24 e mi sembra evidente che Gesù dà questo potere non solo agli 11 ma a tutti i discepoli, donne incluse.
 
Cosa ne pensate?
E'vero che prima del concilio di Trento anche un semplice battezzato poteva dare l'assoluzione a un morente?
 


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Da: Soprannome MSNIoFrancesco21 Inviato: 20/06/2005 17.03
Pace del Risorto per Andre.
 
Piacere di leggerti. Io sono Francesco, un evangelico rientrato alla Chiesa Cattolica, mi sono sposato ed abbiamo una bambina, Dio ti benedica.
 
Se tu conosci l'ambiente evangelico, la confessione non esiste da loro, ma c'è la confessione pubblica dei peccati e in certi casi ci sono, diciamo così, i suggerimenti personali del pastore, le confidenze.
Gesù ha dato questo potere ai "suoi" se avesse voluto darli a tutti avrebbe detto parole diverse e lo avrebbe detto quando si trovava in pubblico.
Mi servo di una bella risposta che prendo qui dal Gruppo da un altro forum, perchè ritengo che lo spieghi bene.

Dio solo perdona il peccato

Dio solo perdona i peccati [Cf Mc 2,7 ]. Poiché Gesù è il Figlio di Dio, egli dice di se stesso: "Il Figlio dell'uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati" ( Mc 2,10 ) ed esercita questo potere divino: "Ti sono rimessi i tuoi peccati!" ( Mc 2,5; Lc 7,48 ). Ancor di più: in virtù della sua autorità divina dona tale potere agli uomini [Cf Gv 20,21-23 ] affinché lo esercitino nel suo nome.

Ma questi uomini per esercitare questa autorità devono essere i "suoi", che la Chiesa dagli Apostoli ha sempre incaricato, ha dato cioè l'incarico che avevano ricevuto, perciò anche la Riconciliazione è un servizio della Chiesa che viene trasmesso.

Cristo ha voluto che la sua Chiesa sia tutta intera, nella sua preghiera, nella sua vita e nelle sue attività, il segno e lo strumento del perdono e della riconciliazione che egli ci ha acquistato a prezzo del suo sangue. Ha tuttavia affidato l'esercizio del potere di assolvere i peccati al ministero apostolico. A questo è affidato il "ministero della riconciliazione" ( 2Cor 5,18 ). L'apostolo è inviato "nel nome di Cristo", ed è Dio stesso che, per mezzo di lui, esorta e supplica: "Lasciatevi riconciliare con Dio" ( 2Cor 5,20 ).

Rendendo gli Apostoli partecipi del suo proprio potere di perdonare i peccati, il Signore dà loro anche l'autorità di riconciliare i peccatori con la Chiesa. Tale dimensione ecclesiale del loro ministero trova la sua più chiara espressione nella solenne parola di Cristo a Simon Pietro: "A te darò le chiavi del Regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli" ( Mt 16,19 ). Questo "incarico di legare e di sciogliere, che è stato dato a Pietro, risulta essere stato pure concesso al collegio degli Apostoli, unito col suo capo" [Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 22].

 Le parole legare e sciogliere significano: colui che voi escluderete dalla vostra comunione, sarà escluso dalla comunione con Dio; colui che voi accoglierete di nuovo nella vostra comunione, Dio lo accoglierà anche nella sua. La riconciliazione con la Chiesa è inseparabile dalla riconciliazione con Dio.

Il sacramento del perdono

Cristo ha istituito il sacramento della Penitenza per tutti i membri peccatori della sua Chiesa, in primo luogo per coloro che, dopo il Battesimo, sono caduti in peccato grave e hanno così perduto la grazia battesimale e inflitto una ferita alla comunione ecclesiale. A costoro il sacramento della Penitenza offre una nuova possibilità di convertirsi e di recuperare la grazia della giustificazione. I Padri della Chiesa presentano questo sacramento come "la seconda tavola [di salvezza] dopo il naufragio della grazia perduta" [Tertulliano, De paenitentia, 4, 2; cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1542].

Nel corso dei secoli la forma concreta, secondo la quale la Chiesa ha esercitato questo potere ricevuto dal Signore, ha subito molte variazioni. Durante i primi secoli, la riconciliazione dei cristiani che avevano commesso peccati particolarmente gravi dopo il loro Battesimo (per esempio l'idolatria, l'omicidio o l'adulterio, o il rinnegamento), era legata ad una disciplina molto rigorosa, secondo la quale i penitenti dovevano fare pubblica penitenza per i loro peccati, spesso per lunghi anni, prima di ricevere la riconciliazione. A questo "ordine dei penitenti" (che riguardava soltanto certi peccati gravi) non si era ammessi che raramente e, in talune regioni, una sola volta durante la vita. Già dalla fine del secondo secolo si ha notizia della forma "privata" concessa a coloro che per paura delle persecuzioni, non riuscivano a resatre fedeli e rinnegavano la fede cristiana, a questo problema si rese necessario porre un rimedio onde evitare che i superstiti delle persecuzioni venisero, come accadeva, indicati quali traditori da quei cristiani che pur perseguitati si erano salvati. Si cominciò così ad impostare la confessione in segreto, la quale venne accolta da tutti i vescovi in modo compatto. Tra il VI e VII secolo, ispirati dalla tradizione monastica d'Oriente, i missionari irlandesi portarono nell'Europa continentale la pratica "privata" della penitenza, che non esige il compimento pubblico e prolungato di opere di penitenza prima di ricevere la riconciliazione con la Chiesa. Il sacramento si attua ormai in una maniera più segreta tra il penitente e il sacerdote. Questa nuova pratica prevedeva la possibilità della reiterazione e apriva così la via ad una frequenza regolare di questo sacramento. Essa permetteva di integrare in una sola celebrazione sacramentale il perdono dei peccati gravi e dei peccati veniali. E' questa, a grandi linee, la forma di penitenza che la Chiesa pratica fino ai nostri giorni.

Attraverso i cambiamenti che la disciplina e la celebrazione di questo sacramento hanno conosciuto nel corso dei secoli, si discerne la medesima struttura fondamentale. Essa comporta due elementi ugualmente essenziali: da una parte, gli atti dell'uomo che si converte sotto l'azione dello Spirito Santo: cioè la contrizione, la confessione e la soddisfazione; dall'altra parte, l'azione di Dio attraverso l'intervento della Chiesa. La Chiesa che, mediante il vescovo e i suoi presbiteri, concede nel nome di Gesù Cristo il perdono dei peccati e stabilisce la modalità della soddisfazione, prega anche per il peccatore e fa penitenza con lui. Così il peccatore viene guarito e ristabilito nella comunione ecclesiale.

La formula di assoluzione in uso nella Chiesa latina esprime gli elementi essenziali di questo sacramento: il Padre delle misericordie è la sorgente di ogni perdono. Egli realizza la riconciliazione dei peccatori mediante la Pasqua del suo Figlio e il dono del suo Spirito, attraverso la preghiera e il ministero della Chiesa:

Dio, Padre di misericordia, che ha riconciliato a sé il mondo nella morte e Risurrezione del suo Figlio, e ha effuso lo Spirito Santo per la remissione dei peccati, ti conceda, mediante il ministero della Chiesa, il perdono e la pace. E io (ministro inviato a nome della Chiesa) ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo [Rituale romano, Rito della penitenza, formula dell'assoluzione].

Sia lodato Gesù Cristo.


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Consiglia Elimina    Messaggio 3 di 98 nella discussione 
Da: in59RM Inviato: 20/06/2005 17.14
Scusami Andrea, qui dici:
- Salve a tutti, mi chiamo Andrea e conosco poco la Bibbia e le differenza tra chiese cattoliche e chiese evangeliche.
E nei saluti hai scritto:
- Sono cattolico frequento la parrocchia e mi piacerebbe saperne di più sei pentacostali e sugli evangelici
 
Bhè sai, uno che frequenta la propria parrocchia, ma poi fa delle domande come queste, non è certo per sottolineare un aspetto inquietante che lo è e molto, ma fa sorgere un sospetto non bello che tu non frequenti affatto una parrocchia. Scusami ma amo avere dalla parte del mio interlocutore, un briciolo di onestà.
Non ti sei presentato, non hai fatto saluti, ma stranamente hai fatto subito una domanda inquietante per uno che come te "frequenterebbe la parrocchia, ma senza conoscere la Bibbia".
La prima cosa che mi viene da chiedere è: ma che razza di parroco hai? Oppure: scusami ma la Bibbia non la leggi?
Da uno a dieci immagino il risultato che si darebbe contro un giudizio sfavorevole al parroco e alla stessa gestione parrocchiale.
Veramente molto strano!
Ti risponderò con tutta onestà:
prima di rispondere la tua domanda, sarebbe onesto che tu chiarissi veramente chi sei e perchè ti sei iscritto, credimi, sarebbe meglio per te stesso agire senza doverti nascondere.
Ciao Carla.
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Da: Soprannome MSNAndre191817 Inviato: 20/06/2005 17.14
Caro Francesco piaceredi conoscerti.
Sai per quello che conosco degli evangelici ho la netta sensazione che siano molto più spirituali e impegnati di noi...tu hai certamente molta più esperienza di me e mi piacerebbe sapere di più su ciò che ti ha portato a diventare cattolico.
Se vuoi farlo in privato puoi scrivermi: andre191817@yahoo.it oppure se preferisci puoi parlarne qui.
 
Sono d'accordo con te sulla confessione, perchè so che la Chiesa la insegna chiaramente, ma non mi riesce di conciliare questo con quanto leggo nella Bibbia in Gv 20 e Lc 24 dove Gesù Risorto dà questo potere a tutti i presenti, donne incluse.
 
Ho consultato la Bibbia CEI che ritengo più affidabile della loro e ho trovato la stessa cosa che non mi so spiegare:
 
E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro,  i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone».  Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!» (Luca cap.24 dal v.32 al v.36)
 
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù (Givanni cap.20 dal v.19 al v.24)

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Da: Soprannome MSNAndre191817 Inviato: 20/06/2005 17.18
Cara Carla, mi sfugge il motivo della tua diffidenza.
Non so spiegarmi cosa ti spinge a vedermi di cattivo occhio.
Perchè poi mi accusi di critica verso il mio Don??
 
Come già detto spero di trovare qui delle risposte a delle domande sulla Bibbia che non ho finora trovato altrove.
Un saluto fraterno, Andrea.

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Da: Soprannome MSNIoFrancesco21 Inviato: 20/06/2005 17.25
Pace a te Andrea.
 
Mi dispiace, ho avuto pessime sorprese e in privato non mi scrivo con chi non conosco.
 
Se dici questo:
Sono d'accordo con te sulla confessione, perchè so che la Chiesa la insegna chiaramente, ma non mi riesce di conciliare questo con quanto leggo nella Bibbia in Gv 20 e Lc 24 dove Gesù Risorto dà questo potere a tutti i presenti, donne incluse.
 
allora i tuoi dubbi hanno un altra origine che è bene per te chiarire con il tuo parroco per esempio, o con un altro sacerdote, ve ne sono molti che aiutano, specialmente i Francescani.
Ti sbagli che dici che che Gesù da questo potere a tutti:
 
Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù (Givanni cap.20 dal v.19 al v.24)
 
Se tu avessi ragione l'evangelista non avrebbe sottolineato uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù . E' ai Dodici che Gesù trasmette questa autorità, lo dice anche san Paolo che essi sono amministratori dei misteri di Dio in Cor.4. Tu non devi leggere solo un passo, ma devi capire tutta la dinamica che hanno testimoniato i Dodici quando hanno iniziato ad operare in nome di Gesù Cristo.
Quando essi operavano in nome di Gesù Cristo, lo facevano anche i fedeli? No! Come vedi più si leggeranno le lettere degli apostoli, più si capisce che l'autorità del servizio nella Chiesa appartiene ai Dodici i quali la trasmettono, per esempio a Tito o a Timoteo come ha fatto Paolo, ma tutto nella Comunione della Chiesa, i fedeli ricevono il servizio che gli Apostoli hanno ricevuto e ammaestrano, come gli amministratori descritti nell'Evangelo da Gesù, Signore Nostro.
 
Sia lodato Gesù Cristo.

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Da: Soprannome MSNAndre191817 Inviato: 20/06/2005 17.31
Questo messaggio è stato eliminato dall'autore.

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Consiglia Elimina    Messaggio 8 di 98 nella discussione 
Da: Soprannome MSNAndre191817 Inviato: 20/06/2005 17.33
Vuoi dire quindi che in quel mentre furono i 10 Apostoli soltanto a ricevere questo potere?
Giuda era morto e Tommaso era assente.
Il fatto che ci si riferisca a ai 12 parlando della cosa lo trovo molto interessante e non avevo visto questa possibilità, ti ringrazio molto.

Ora che sei cattolico non ti manca quella atmosfera di canti gioiosi e di immediatezza che è tipica delle loro chiese?
Io dopo essere stato da loro un pò di volte non mi trovo più tanto bene in parrocchia che trovo molto più fredda in confronto...
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Elimina    Messaggio 9 di 98 nella discussione 
Da: in59RM Inviato: 20/06/2005 17.34
Caro Andrea io la mia diffidenza l'ho spiegata, tu però non hai risposto alle evidenti contraddizioni che sono comparse e che ho riportato.
Comunque sia, io non ti ho accusato di nulla, ho solo sottolienato una incongruenza che penalizza il "tuo don", perchè se lui non è riuscito a spiegarti questi dubbi e se lui non è stato in grado di darti delle risposte, è segno evidente che chi è in difetto è "il tuo don" e non tu.
Ma la cosa strana è che solo in rete mi capita di incontrare persone che dal "loro don" non ottengono mai chiarimenti, anzi spesse volte hanno "don" molto strani, perfino anti-romani, poi nella realtà mi accorgo che abbiamo migliaia di "don" eccezionali che di risposte ne sanno dare a vagoni!
Scusami sai, ma non è la prima volta che mi imbatto in persone che si presentano in un modo, rivelandosi poi il contrario.
Mi sono fermata in questo gruppo perchè ritengo la gestione sempre molto attenta a valutare certe iscrizioni, mentre in altri forum mi sono dovuta scontrare con pesanti accuse scoperte poi da me, ma che comunque finivano per penalizzarmi solo per aver detto la verità.
 
Se sei ciò che dici di essere di essere, mi spieghi come fai a frequentare una parrocchia e a non conoscere la Bibbia?
Di chi è questa responsabilità?
Ciao Carla.

Rispondi
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Da: Soprannome MSNIoFrancesco21 Inviato: 20/06/2005 17.37
Pace Andrea.
 
Leggo solo ora i commenti di Carla e leggo ora queste tue parole:
 
Ora che sei cattolico non ti manca quella atmosfera di canti gioiosi e di immediatezza che è tipica delle loro chiese?
Io dopo essere stato da loro un pò di volte non mi trovo più tanto bene in parrocchia che trovo molto più fredda in confronto...

Temo che i sospetti di Carla sono veri.
Un vero cattolico non si esprime così, così si esprime un evangelico.
Per me il dialogo è chiuso, non avanzerò più a farmi prendere in giro da un lupo travestito, che i gestori agiscano come meglio credono.
 
Sia lodato Gesù Cristo.

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Consiglia Elimina    Messaggio 11 di 98 nella discussione 
Da: Soprannome MSNAndre191817 Inviato: 20/06/2005 17.41

Riguardo alla mia non conoscenza della Bibbia non la vedo come una colpa, quello che intendevo esprimere è che non so spiegare bene tutte le differenze dottrinali tra cattolici ed evangelici come sono spiegate qui e su un altro sito che mi è stato segnalato ( www.cristianicattolici.it ) e che proprio per questo mi sto adoperando per capire meglio le cose.

Ho cercato libri che difendano l'insegnamento della Chiesa dalle accuse evangeliche e non ho trovato finora risposte approfondite, ne libri tali.
Se mi vuoi aiutare puoi spiegarmi meglio le cose, non pensi? o vuoi essere tu la responsabile della mia ignoranza?

Un saluto in Gesù!

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Consiglia Elimina    Messaggio 12 di 98 nella discussione 
Da: Soprannome MSNAndre191817 Inviato: 20/06/2005 17.45
Caro Francesco non pretendo di essere un "vero cattolico" in quanto non vado certamente a Messa tutte le domeniche!

Poi ci sono alcune cose del Magistero che non condivido, come ad esempio la proibizione degli anticoncezionali.
Ti chiedo solo di condividere la tua esperienza, e se non vuoi farlo, non ti obbliga nessuno.

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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 20/06/2005 18.00
..per il momento mi astengo dai commenti............
 
caro Andrea...sei pregato di non inserire qui dentro ALTRI ARGOMENTI che non rispecchiano i forum.........gli anticoncezionali qui non c'entrano nulla.......
 
e la tua risposta indubbiamente fa chiedere:
 
 
Scusami Andrea, qui dici:
- Salve a tutti, mi chiamo Andrea e conosco poco la Bibbia e le differenza tra chiese cattoliche e chiese evangeliche.
E nei saluti hai scritto:
- Sono cattolico frequento la parrocchia e mi piacerebbe saperne di più sei pentacostali e sugli evangelici
 
Bhè sai, uno che frequenta la propria parrocchia, ma poi fa delle domande come queste, non è certo per sottolineare un aspetto inquietante che lo è e molto, ma fa sorgere un sospetto non bello che tu non frequenti affatto una parrocchia. Scusami ma amo avere dalla parte del mio interlocutore, un briciolo di onestà.
.........................
 
insomma.....la frequenti questa parrocchia o no?
Ritengo di NO..........visto che ora dici:
 
Caro Francesco non pretendo di essere un "vero cattolico" in quanto non vado certamente a Messa tutte le domeniche!
.................
 
insomma..non vai alla Messa....NON frequenti la parrocchia....... con il tuo parroco non credo tu abbia un rapporto epistolare.percò ti senti in grado di GIUDICARE IL MAGISTERO pur ammettendo che NON CONOSCI LA BIBBIA...........
bè.......... hai le idee molto confuse.....benevenuto comunque sia.........ma prima di approfondire i temi sarà allora necessario che tu faccia prima a dirci.CHE COSA HAI LETTO........così da capire che tipo di catechismo hai....perchè a quanto pare non è solo la confessione che a te interessa.ritengo che tu NON conosca proprio nulla della Chiesa..sbaglio?....
 
Fraternamente caterina
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Da: Soprannome MSN°Gino¹ Inviato: 20/06/2005 18.05
Scusatemi, ma il dialogo è fatto anche di questi chiarimenti, perciò, come gestori, intendiamo procedere come si sta procedendo!
 
Chiedo ad Andrea solo una pazienza a non pretendere immediatamente delle risposte.
Certe risposte vanno vissute nella propria vita, occorre toccare con mano, perchè siamo un pò tutti come Tommaso e prima di dire "Mio Signore e mio Dio", bisogna anche fare l'esperienza dell'incredulità.
 La tua esperienza in una chiesa evangelica non fa testo qui da noi, non per mancanza di rispetto, ma perchè tu ora così facendo manchi di rispetto alla tua parrocchia qui, in un forum cattolico, capisci che questo tuo atteggiamento può creare dei giusti risentimenti negli altri, perciò non dire che la responsabilità potrebbe essere di Carla, ma guardandoti la trave nell'occhio eviterai di giudicare la pagliuzza negli altri, perciò non fare più paragoni fra la tua parrocchia e una chiesa evangelica.
 
Francesco2 ti ha dato molte risposte, forse è il caso che ora ti riposi e mediti quello che è stato scritto senza avere fretta di rispondere.
 
Pace
Gino

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Da: Soprannome MSNAndre191817 Inviato: 20/06/2005 18.11
Dipende cosa si intende per frequentare la parrocchia.
Se per questo intendi andare a Messa tutte le domeniche, dire spesso il rosario, confessarsi ogni 15 giorni,e  fare spesso la comunione non la frequento.
 
Se invece per frequentare  intendi andare a Messa ogni tanto, andare qualche volta a trovare gli amici all'oratorio e pregare ogni tanto mi sento di dire che la frequento... perlomeno in confronto a dei miei amici che non ci mettono piede da 10 anni minimo.
 
Ci sono delle cose che mi sembrano a mio avviso inaccettabili e assurde, anche se le trovassi scritte nella Bibbia. come appunto la proibizione degli anticoncezionali, o la dottrina del salvato sempre salvato secondo cui è impossibile perdere la salvezza (che ho sentito insegnare in chiese non cattoliche)
 
Non sono qui per parlare della mia vita, ma per conoscere meglio cosa insegna la Chiesa Cattolica e le chiese evangeliche, infatti ammetto senza timore di essere ignorante, certamente molto più ignorante di voi qui o di certi pastori che ho sentito parlare che sembra abbiano studiato il Vangelo a memoria versetto per versetto!
 
Probabilmente sarò stato influenzato dai pentacostali come già qualcuno mi ha detto, ma non so come posso capire meglio le cose se vengo riempito di accuse!
 
Andrea

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Consiglia Elimina    Messaggio 16 di 98 nella discussione 
Da: Soprannome MSNAndre191817 Inviato: 20/06/2005 18.13
Leggendo ora Gino preciso che non è mia intenzione offendere nessuno, ma solo dire che in un certo tipo di atmosfera mi sento molto più a mio agio. Andrea
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Consiglia Elimina    Messaggio 17 di 98 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Gino¹ Inviato: 20/06/2005 18.19
Volevo aggiungere alla mia risposta, la risposta che Andrea ci ha inviato al momento della sua accettazione...
 
Sono cattolico, frequento una parrocchia ed ho conosciuto dei pentacostali che mi hanno fatto delle domande a cui non so rispondere, ho chiesto ad un sacerdote ma non mi ha saputo rispondere molto, cerco qualcuno che mi sappia aiutare
Andrea.
 
ora invece scrivi....
 
Dipende cosa si intende per frequentare la parrocchia.
Se per questo intendi andare a Messa tutte le domeniche, dire spesso il rosario, confessarsi ogni 15 giorni,e  fare spesso la comunione non la frequento.
 
ma benedetto figliolo, la frequenti o no la parrocchia???
Non andare a Messa la domenica è peccato mortale, lo capisci??  Quindi ti prego di essere coerente nelle tue risposte e di capire gli altri che criticano proprio questo tuo atteggiamento da NON CATTOLICO.....
 
E per ultimo: noi non abbiamo la bacchetta magica per farti capire le cose...  devi pregare, devi andare dal parroco della tua parrocchia che secondo me non hai mai interpellato per questi argomenti....  e devi parlare con la verità.
 
Scusa la franchezza, ma quando ce vò ce vò.
 
Pace
Gino
 
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Elimina    Messaggio 18 di 98 nella discussione 
Da: Nylus Inviato: 20/06/2005 18.28
 
Gino,
ma di cosa ti meravigli?
Per come si descrive, Andre è il cattolico tipo.
Battezzato, va a messa il sabato o la domenica una volta su 5.
Durante la celebrazione si alza e si siede per imitazione, il Credo lo legge dal foglio.
Si confessa quando non ne può più, a Pasqua e Natale è lì, magari pure in cravatta.
Impreca, è soggetto all'ira, cede alle tentazioni della gola e forse della lussuria (di tanto in tanto) dice bugie, ma non ammazza e crede in Dio.
 
Tutto normale.
 
 
 
 
 

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Consiglia Elimina    Messaggio 19 di 98 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 20/06/2005 18.39
Rispondo ad alcune osservazioni di Andrea al messaggio 15:
 
 
1) Probabilmente sarò stato influenzato dai pentacostali come già qualcuno mi ha detto, ma non so come posso capire meglio le cose se vengo riempito di accuse!
...............
 
Andrè.........alt.....le accuse le hai rivolte tu e non noi!!!! iniziamo a mettere i puntini sulle "i".......... sei entrato, ti sei presentato per un DOCILE PARROCCHIANO, ma ti stai rivelando ben altro.......accusi il Magistero, accusi la tua parrocchia.........perchè dire che ti trovi bene altrove dopo esserti presentato come PARROCCHIANO...non è certo un complimento alla tua parrocchia......perciò le accuse sei tu che le hai avanzate aprendo questo forum.........
 
 
2)  Dipende cosa si intende per frequentare la parrocchia.
Se per questo intendi andare a Messa tutte le domeniche, dire spesso il rosario, confessarsi ogni 15 giorni,e  fare spesso la comunione non la frequento.
...................
 
no no caro Andrea...così NON andiamo d'accordo......dire spesso il rosario? e dove di grazia? No Andrea tu hai riportato il classico elenco che ci viene IMPUTATO dai pentecostali........ questo non è il solito brontolio di un cattolico........Tu non hai neppure la più pallida idea di che cosa significhi FREQUENTARE UNA PARROCCHIA........, vogliamo cominciare da qui?
 
3) Se invece per frequentare  intendi andare a Messa ogni tanto, andare qualche volta a trovare gli amici all'oratorio e pregare ogni tanto mi sento di dire che la frequento... perlomeno in confronto a dei miei amici che non ci mettono piede da 10 anni minimo.
.................
 
potrei dirti tanto dei miei amici....esattamente il contrario di ciò che dici tu, come la mettiamo?
Ti sei documentato su che cosa si fa nella Parrocchia? Ti sei documentato su che cosa si sta facendo per la GMG?
se vuoi scrivermi in privato: lupa_capitolina@yahoo.it mi interesserebbe sapere ad esempio chi è il tuo parroco e la parrocchia che frequenti........
 
 
4) Non sono qui per parlare della mia vita, ma per conoscere meglio cosa insegna la Chiesa Cattolica e le chiese evangeliche, infatti ammetto senza timore di essere ignorante, certamente molto più ignorante di voi qui o di certi pastori che ho sentito parlare che sembra abbiano studiato il Vangelo a memoria versetto per versetto!
................
 
Alt.....qui non facciamo catechesi delle chiese eevangeliche.......... non vuoi parlare della tua vita, va benissimo.......tuttavia come è stato detto qui non abbiamo LA BACCHETTA MAGICA........... VOLERE E' POTERE dice il detto..........sta a te decidere che cosa vuoi realmente.......l'ignoranza o la sapienza non la si misura in base ai versetti biblici che si conoscono caro Andrea.......ma in base alla fede ed alla testimonianza che fai dell'incontro, il tuo.con CRISTO, IL RISOSRTO..se questo incontro non l'hai fatto....è inutile che cerchi la sapienza nelle Scritture........esse sono un supporto, ma per chi ci si accosta CON ANIMO UMILE...........e non è facile per nessuno capire.......
Se non senti il desiderio dell'Eucarestia........inutile che tu cerchi di capire chi si cela sotto i sacri Veli...........
 
Devi prima cercare in te stesso che cosa è che ti ha allontanato e ti sta allontanando dalla tua parrocchia.dalla Bibbia.....non sono i canti e non sono il clima da love bombing..........è qualcosa che a TE MANCA.........perciò prima di puntare il dito sugli altri, hai provato a puntarlo su te stesso?
 
Fraternamente caterina

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Da: Nylus Inviato: 20/06/2005 18.40
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Da: Nylus Inviato: 20/06/2005 18.51
Devi prima cercare in te stesso che cosa è che ti ha allontanato e ti sta allontanando dalla tua parrocchia.dalla Bibbia.....non sono i canti e non sono il clima da love bombing..........è qualcosa che a TE MANCA.........perciò prima di puntare il dito sugli altri, hai provato a puntarlo su te stesso?
 
Forse non si è allontanato.
Forse non ci è mai stato più vicino di tanto.
Non dimentichamo cara Caterina (senza con questo voler includere Andre)
che gran parte dei cattolici lo sono per abitudine, per ereditò.
Siamo in molti ad essere battezzati, a fare prima comunione, cresima e matrimonio in chiesa, perchè così siamo abituati a fare.
Ma di vera iidentità cattolica non sempre si può parlare.
 
Quelli che ho descritto nel mio msg precedente sono come pecore descritte Dante nella divina commedia, che seguono quel che altre fanno, perchè sanno che è bene farlo ma non perchè hanno davvero la testa di farlo.
 
Venia.
 
 
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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 20/06/2005 18.57
...bene Nylus...su questo sono d'accordo..........
 
ma i punti rilevati sono altri......proprio perchè NON si conosce, non ci si fa avanti ACCUSANDO..comprendi?.......
Fino adesso, dagli interventi di Andre sotto accusa è la sua parrocchia e il suo parroco..INCAPACI, da come lui scrive........di aver saputo dare qualcosa....quel qualcosa che Andrea non sente e non prova........
Per questo ho suggerito:
 
Devi prima cercare in te stesso che cosa è che ti ha allontanato e ti sta allontanando dalla tua parrocchia.dalla Bibbia.....non sono i canti e non sono il clima da love bombing..........è qualcosa che a TE MANCA.........perciò prima di puntare il dito sugli altri, hai provato a puntarlo su te stesso?
................
 
se era in Parrocchia ci si è allontanato.....se non era in parrocchia allora qualcosa non torna.........
 
Fraternamente Caterina
 
 
 

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Da: Soprannome MSNAndre191817 Inviato: 20/06/2005 19.37
Onestamente di quanto ha detto Pergamena non ho capito quasi nulla.
Nylus ha invece identificato bene il modo in cui vivo la mia fede.
 
Il mio problema non sta nella mia parrocchia, in cui ci sono ottime persone che stimo, ma nell'accordare quanto segue con il Magistero:
 
Ho consultato la Bibbia CEI che ritengo più affidabile della loro e ho trovato la stessa cosa che non mi so spiegare:
 
E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro,  i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone».  Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!» (Luca cap.24 dal v.32 al v.36)
 
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore.Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù (Givanni cap.20 dal v.19 al v.24)
 
Non è ragionevole e logico, e in armonia col contesto vedere che Gesù soffia lo Spirito Santo su tutti i presenti e non solo sui 10 (Giuda era morto e Tommaso era assente)
oppure in qualche altro versetto è specificato che lo Spirito Santo fu inviato solo sui 10 Apostoli?
 
E' inoltre vero che prima del concilio di Trento anche un semplice battezzato poteva dare l'assoluzione a un morente?
 
Mi attendo semplicemente risposte a quanto detto qui sopra. Se non siete in grado di aiutarmi mi rivolgerà altrove.

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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolico Inviato: 20/06/2005 19.55
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi». 22Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; 23a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».
 24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò».
 26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». 28Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».
 
Da dove si evince che erano presenti altri discepoli oltre gli apostoli (che vengono chiamati anche loro discepoli)?
Coloro che avevano timore dei giudei erano gli apostoli, cioè gli stretti collaboratori di Gesù, non certo tutti gli altri.
 
"...Tommaso uno dei dodici non era con loro...."
 
uno dei dodici non uno dei tanti discepoli.
 
Pace
Salvatore

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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolico Inviato: 20/06/2005 19.57
"oppure in qualche altro versetto è specificato che lo Spirito Santo fu inviato solo sui 10 Apostoli?"
 
Non è così caro fratello, perchè è sottinteso che gli anche Tommaso ricevette lo Spirito SAnto, come è sott'inteso che tutti gli apostoli furono battezzati da Gesù, nonostante nella Bibbia non troviamo menzione di tale battesimo.
Dobbiamo credere forse che solo S.Paolo fu battezzato?
Esistono le deduzioni teologiche caro fratello, una di queste è servita per definire il concetto di Trinità, parola che non troviamo nella Bibbia.
 
Pace
Salvatore
 
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Da: Soprannome MSNAndre191817 Inviato: 20/06/2005 20.07
Da dove si evince che erano presenti altri discepoli oltre gli apostoli (che vengono chiamati anche loro discepoli)?
 
Da qui:
 
E partirono senz'indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro,  i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone».  Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l'avevano riconosciuto nello spezzare il pane.Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!» (Luca cap.24 dal v.32 al v.36)
 
Luca parla di ciò che avvenne poco prima. Erano presenti anche i due discepoli di Emmaus.

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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 20/06/2005 21.29
 
Onestamente di quanto ha detto Pergamena non ho capito quasi nulla.
Nylus ha invece identificato bene il modo in cui vivo la mia fede.
..............
 
era la risposta che mi potevo attendere DA UN FALSO CATTOLICO.........
complimenti Andrea.........saresti ora così ONESTO DA DIRCI ANCHE DI QUALE CLONE SEI?
 
attenderò con pazienza..........voglio vedere fino a qual punto sai essere FALSO..........
 
Fraternamente caterina

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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 20/06/2005 22.02
 

(Gv. 20, 21 s.)

"Quando sentiamo nominare il sacramento della Confessione – scrive il celebre moralista Häring – il nostro cuore deve battere più forte. Suonano le campane di Pasqua; Gesù risorto, trionfatore della morte e degli spiriti infernali, ci mostra le sue mani trafitte e il suo cuore aperto per noi... Ci assicura della sua vittoriosa Risurrezione, mentre il suo dono, il sacramento della Penitenza, ci spiana la via alla sua gioia pasquale" (1).

1. "ANDATE A PRESENTARVI AI SACERDOTI".

Dieci lebbrosi andarono incontro a Gesù gridando: "Maestro, abbi pietà di noi!" Gesù disse: "Andate a presentarvi ai Sacerdoti". "E mentre essi andavano, furono sanati" (2).

Spiritualmente siamo tutti poveri lebbrosi, poveri peccatori: il peccato è la lebbra, è il cancro dell’anima. Gesù, nella sua bontà e misericordia senza limiti, ci vuol guarire, perciò ripete pure a noi: "Presentatevi ai Sacerdoti!"

Anche la Madonna, vedendo noi, suoi figli, spiritualmente lebbrosi, incancreniti e sbranati e uccisi dal peccato grave, ci ripete, con il linguaggio usato a Fatima e con le lacrime versate a Siracusa e altrove: andate dai Sacerdoti!

La voce delle tue passioni ti inganna con questa scusa: Non voglio andare dai Sacerdoti che sono uomini come me; non voglio degli intermediari: mi confesso direttamente a Dio. Vuoi fare la fine del Bertoldo della favola? Egli, caduto in un lago, rifiutò i soccorsi dicendo: io mi salvo da solo, e per salvarsi, incominciò a tirarsi su per i capelli; ma annegò.

La voce dello Spirito ti dice: credi di portare una scusa moderna invece è tanto vecchia che S. Agostino già nel V° secolo scriveva: "Nessuno dica: ho peccato in segreto, mi confesso direttamente a Dio! Allora senza ragione è stato detto (agli apostoli, ai Sacerdoti): Ciò che scioglierete sulla terra sarà sciolto anche in Cielo? (3) Senza ragione sono state affidate le chiavi alla chiesa di Dio? Vogliamo annullare il Vangelo, le parole di Cristo?".

Il peccato grave – come dice la Bibbia – ti ha reso criminale contro Dio, crocifissore di Cristo Dio (4), e, come dice il S. Curato d’Ars, "carnefice di Gesù", o come S.caterina da Siena "il peccato ti rende nemico di Dio, ti toglie la sua amicizia, ti allontana da Lui e Lui soffre, soffre, soffre il nostro Signore! Anima mia, confessati! Rendi la gioia al Signore di esserti nuovamente amico".

Ora, anche dal punto di vista legale, nessun criminale può giudicare la sua causa, prendere il posto del giudice, dare a se stesso la sentenza. Solo Gesù, che tu hai tanto offeso con il peccato grave, poteva stabilire le condizioni per il perdono, e Lui ha stabilito di perdonarti soltanto se hai la volontà di confessarti. Sì, il Sacerdote è un uomo come gli altri, lui pure è un povero peccatore e ha bisogno di confessarsi; ma ha ricevuto da Cristo Dio il potere di perdonare i peccati.

2. AI SACERDOTI GESU’ HA DATO IL POTERE DI PERDONARE LE COLPE.

Il poeta e scrittore francese, Francesco Coppè, narra che, educato cristianamente, da ragazzo troncò ogni pratica religiosa. Lui stesso ce ne rivela il motivo: "Avevo ceduto alla tentazione ed ebbi vergogna a dover confessare certe cose. Allora decisi di non confessarmi mai più, e, per uccidere i rimorsi, gettai via la fede e gridai forte che la Confessione era una invenzione dei Preti" (5). Molti nemici della Confessione, se fossero sinceri, dovrebbero riconoscersi in queste parole del Coppè.

La Confessione l’ha inventata il Sacerdote dei Sacerdoti: Cristo Dio. Noi conosciamo perfino il giorno preciso e l’ora approssimativa della istituzione: nel giorno della sua Risurrezione, verso sera, quando, apparendo, a porte chiuse e a finestre serrate nel cenacolo disse agli apostoli e ai loro successori nel Sacerdozio: "Come il Padre ha mandato me, così io mando voi... Ricevete lo Spirito Santo. A chi perdonerete i peccati saranno perdonati, a chi non li perdonerete non saranno perdonati" (6).

S. Pietro davanti alla porta del tempio scorge un paralitico che chiede l’elemosina. Gli dice: "Non possiedo né oro, né argento, ma quello che ho te lo do: Nel nome di Gesù Cristo il Nazzareno, cammina. Balzato in piedi camminava ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio" (7). Ogni Sacerdote, davanti al povero peccatore, è un po’ come Pietro di fronte al paralitico; e ha la gioia di potergli dire: io non ho nulla: non ho denaro, non ho gioielli, non ho virtù, non ho santità, ma possiedo quello che ti occorre in questo momento: il potere di rialzarti dall’abisso del peccato che ti avvilisce e ti degrada, il potere di cancellare ogni tua colpa: ti perdono, ti assolvo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo: riacquista la vita divina che avevi perduto, alzati e cammina nello Spirito! Ti ripeterò con S. Agostino: "Canta e cammina!" Canta di gioia e cammina per la strada del Cielo!

Gesù, con la Confessione ci ridona la fanciullezza e la giovinezza dello spirito: il celebre Chesterton dice: "Io dall’Anglicanesimo mi sono convertito al Cattolicesimo per liberarmi dai miei peccati; perchè non vi è altra religione che sostenga con verità di rimettere i peccati degli uomini. Un Cattolico che va alla Confessione, rientra, nel vero senso della parola, nel chiaro mattino della sua giovinezza".

La Confessione inonda il nostro cuore della più grande gioia possibile sulla terra, e procura la più grande festa nel paradiso, come dice Gesù: "Si fa più festa in Cielo per un solo peccatore che si converte"

(1) P. Haring, "Confessione e gioia"

(2) Lc. 17, 12–14.

(3) Mt. 18, 18

(4) Ebr. 6, 6

(5) F. Coppè, "Saper soffrire"

(6) Gv. 20, 21 ss.

(7) At. 3, 1–8

 

ho trovato questo interessante testo di S.Ambrogio sul tema del forum.

Lo allego sperando che possa servire come documentazione per quanto veniva professato nella chiesa dei primi secoli.

...hanno torto di dire che anche nella Chiesa non si possono perdonare i peccati, quando è stato detto a Pietro: "A te darò le chiavi del Regno dei cieli, e quello che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e quello che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli ". Hanno torto, poiché anche lo strumento eletto dal Signore dice: "A chi voi perdonate, perdono anch'io; poiché quello che io ho perdonato, l'ho fatto per voi, davanti a Cristo " . Perché allora leggono Paolo, se pensano che egli abbia sbagliato in modo tanto sacrilego, da attribuirsi i diritti del suo Signore? Invece egli si è attribuito solo quanto gli era stato concesso, non ha usurpato quanto non gli era dovuto.

 Il Signore vuole che i suoi discepoli abbiano un grandissimo potere, vuole che i suoi poveri servi compiano nel suo nome tutto ciò che egli faceva, quando era qui in terra. Del resto, è lui che ha detto : " E farete opere maggiori di queste ". Diede ad essi il potere di risuscitare i morti, e, benché potesse restituire direttamente a Saulo la vista, lo inviò da Anania, un suo discepolo, affinchè con la sua benedizione ridonasse a Saulo l'uso degli occhi, che aveva perduto. Anche a Pietro comandò di camminare con se sulle acque, e, avendo esitato, lo redarguì immediatamente, che con la pusillità della sua fede aveva diminuito la bellezza del dono. Egli, che in persona era la luce del mondo? diede inoltre ai discepoli il potere di essere per grazia 1 luce del mondo. Egli, che pur doveva discendere dal cielo e al cielo risalire, portò Elia in cielo, per farlo di là ritornare sulla terra, quando gli fosse piaciuto. Egli, che pur doveva battezzare nello Spirito Santo e nel fuoco, si servì di Giovanni per prefigurare i sacramenti del battesimo.

 In una parola, egli tutto donò ai suoi discepoli, e disse a loro riguardo : " Nel mio nome cacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti, e se berranno qualche cosa di mortifero non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e guariranno . Ha dato loro tutto, però in essi non c'è alcuna umana potenza, ove ha vigore la grazia del dono di Dio.

 Perché dunque imponete le mani, e impartite le benedizioni, qualora un malato riacquisti la salute? Perché presumete che qualcuno, per mezzo vostro, possa essere purificato dalle lordure del demonio? Perché battezzate, se non è lecito perdonare i peccati per il tramite di un uomo? Nel battesimo — lo ammettete pure voi — si ottiene il perdono di tutti i peccati: ma quale differenza c'è, se i vescovi si rivendicano questa prerogativa, ad essi concessa, per il tramite della penitenza o del battesimo? In entrambi i casi si tratta di un unico ministero.

*******************

Invito ora Andrea a MEDITARE IL MATERIALE CHE è STATO INSERITO......per due volte ha chiesto risposte, già Francesco2 gliele aveva date ma Andrea ha completamente ignorato quelle risposte........ripeto qui non abbiamo la bacchetta magica......se non ti va bene, puoi sempre andare altrove a cercare quello che ti piace sentirti dire........

Fraternamente caterina

P.S. ora è più chiaro?

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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolico Inviato: 21/06/2005 12.47
Poi volevo aggiungere un'altra riflessione,
 
(quindi Luca non dice se Tommaso era presente o meno, e non parla nemmeno del mandato agli apostoli, "a chi rimetterete ...." "Gesù prese il pane rese grazie lo diede ai suoi discepoli e disse...")
 
Anche se fossero stati presenti al discepoli assieme agli apostoli è sott'inteso che era solo gli apostoli i destinatari dei mandati di Gesù, solo di loro infatti si raccontano i potenti miracoli. Solo loro in Apocalisse vengono chiamate le 12 colonne.
 
 
Pace
Salvatore

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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolico Inviato: 21/06/2005 12.53
E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Gesù appare agli apostoli
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro." (quindi Luca non dice se Tommaso era presente o meno, e non parla nemmeno del mandato agli apostoli, "a chi rimetterete ...."
 
"Gesù prese il pane rese grazie lo diede ai suoi discepoli e disse..."
 
gli apostoli venivano chiamati discepoli, durante l'Eucaristia ti risulta che erano presenti altri oltre gli apostoli?"
 
 
 
"Poi disse: «Sono queste le parole che vi dicevo quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture e disse: «Così sta scritto: il Cristo dovrà patire e risuscitare dai morti il terzo giorno e nel suo nome saranno predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. E io manderò su di voi quello che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
 
Dal Vangelo di Giovanni  "Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!»."
 
Come mai quando si tratta di menzionare nomi di discepoli, negli atti più importanti ci sono sempre gli apostoli?
Come ad esempio quando Pietro gli disse :"tu sei il Figlio del Dio vivente..."
Oppure quando Gesù disse sempre a Pietro "pasci le mie pecorelle...."
Non lo disse a tutti i discepoli ma in primis a Pietro e poi agli altri apostoli.
C'è sempre una distinzione nella Bibbia tra discepoli generici e apostoli, questa consiste nei compiti assegnati loro da Cristo.
 
Caro Andrea conosci forse un certo Stefano?
 
Pace
Salvatore

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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolico Inviato: 21/06/2005 12.56
Nel vangelo di san Matteo 18,18 sono riportate parole importanti, pronunciate da Gesù e dirette ai suoi Apostoli: “In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo”.
Ora, lasciamo agli esegeti, agli studiosi della Bibbia il compito di spiegarci bene che cosa significa, nel linguaggio rabbinico, “legare” e “sciogliere”. A noi basta ricordare che si tratta di un vero e proprio potere giudiziario, un potere di assolvere o di condannare. Attenti bene: potere che appartiene solo a Gesù, che è vero Dio, ma che viene  affidato agli Apostoli, dunque alla Chiesa.
E’ assolutamente naturale che prima di assolvere o prima di condannare, chi esercita questo potere, quindi la Chiesa, deve conoscere i fatti che dovrà giudicare; deve avere la possibilità di esaminare le condizioni di chi si presenta a giudizio, cioè del peccatore, per decidere con giustizia, con equità se emettere una sentenza di assoluzione o di condanna. Ecco la necessità di  confessare i peccati al sacerdote.
Siamo così di fronte ad una ulteriore conferma del Sacramento della Riconciliazione. La quale trova il suo fondamento, come si vede bene, nel Vangelo, nella Parola di Dio. E’ lì, e dalla volontà di Gesù Cristo che nasce la Confessione.
Per completare il nostro discorso non possiamo dimenticare che questo potere di legare e di sciogliere è stato conferito da Gesù, in modo esplicito e diretto, a Simon Pietro, al capo degli Apostoli. Potete leggere il momento del conferimento a Pietro del potere di legare e sciogliere nel capitolo 16 del Vangelo di Matteo.
Dunque, crediamo di aver dimostrato quanto sia fondata la verità cattolica secondo la quale il potere di rimettere i peccati è stato dato da Gesù alla Chiesa. Anche san Paolo è estremamente chiaro. Nella seconda lettera inviata ai Corinti, al capitolo 5, al versetto 18, si può leggere: “Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con Sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della Riconciliazione”.
Come vedete, anche san Paolo insegna che il potere di rimettere i peccati, quindi di riconciliare il peccatore con Dio, potere che appartiene solo a Dio, è stato, tuttavia, “affidato” – questo è il termine che usa l’Apostolo delle genti – alla Chiesa.
E san Paolo ribadisce questa verità, che fa da fondamento al Sacramento della Riconciliazione nel versetto 20 dello stesso capitolo, versetto molto noto: “Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio”.
 
Pace
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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 21/06/2005 13.03
Salvatore....evitiamo di mettere più di un testo alla volta........ diamo modo a chi legge di avere tempo di meditare.........
 
Inoltre evitiamo altri confronti con altri iscritti..almeno per ora.......
 
Fraternamente Caterina

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Consiglia Elimina    Messaggio 40 di 98 nella discussione 
Da: Soprannome MSNAndre191817 Inviato: 21/06/2005 13.41

Dieci lebbrosi andarono incontro a Gesù gridando: "Maestro, abbi pietà di noi!" Gesù disse: "Andate a presentarvi ai Sacerdoti". "E mentre essi andavano, furono sanati" (2).

Spiritualmente siamo tutti poveri lebbrosi, poveri peccatori: il peccato è la lebbra, è il cancro dell’anima. Gesù, nella sua bontà e misericordia senza limiti, ci vuol guarire, perciò ripete pure a noi: "Presentatevi ai Sacerdoti!"

Ma qui Gesù non stava parlando ai lebbrosi dei sacerdoti levitici??

S. Pietro davanti alla porta del tempio scorge un paralitico che chiede l’elemosina. Gli dice: "Non possiedo né oro, né argento, ma quello che ho te lo do: Nel nome di Gesù Cristo il Nazzareno, cammina. Balzato in piedi camminava ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio" (7). Ogni Sacerdote, davanti al povero peccatore, è un po’ come Pietro di fronte al paralitico; e ha la gioia di potergli dire: io non ho nulla: non ho denaro, non ho gioielli, non ho virtù, non ho santità, ma possiedo quello che ti occorre in questo momento: il potere di rialzarti dall’abisso del peccato che ti avvilisce e ti degrada, il potere di cancellare ogni tua colpa: ti perdono, ti assolvo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo: riacquista la vita divina che avevi perduto, alzati e cammina nello Spirito! Ti ripeterò con S. Agostino: "Canta e cammina!" Canta di gioia e cammina per la strada del Cielo!

Ho letto il brano. Per quello che capisco il paralitico non si è confessato elencando i propri peccati come facciamo noi in chiesa, ma ha  ricevuto una guarigione fisica. Mi sembra una forzatura vedere qui la confessione sacramentale!

Anche se fossero stati presenti al discepoli assieme agli apostoli è sott'inteso che era solo gli apostoli i destinatari dei mandati di Gesù,

Beh a me leggendo Luca sembra certo che ci fossero non solo gli 11 ma anche altri discepoli, inclusi i due di Emmaus.

solo di loro infatti si raccontano i potenti miracoli.

Ma Paolo che non era dei 12 non ha risuscitato un morto? Secondo te Paolo non è stata una colonna della Chiesa? Mah... Certo che conosco Stefano! fu il primo martire e anch'egli faceva segni e prodigi, e non era uno dei 12 ma un semplice diacono.

C'è sempre una distinzione nella Bibbia tra discepoli generici e apostoli, questa consiste nei compiti assegnati loro da Cristo

Sono d'accordo. Ma gli apostoli sono ANCHE discepoli. Se leggi bene Giovanni 20 e tutti i racconti della istituzione dell'Eucarestia i presenti sono sempre chiamati discepoli e mai chiamati apostoli. Non possono rappresentare tutti i credenti? Misembra ovvio che erano rimasti solo i 12 (tra cui 1 traditore) con Gesù perchè gli altri erano rimasti scandalizzati dal suo parlare poco prima del Giovedì Santo.

Giovanni 6:66 Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.67 Disse allora Gesù ai Dodici: «Forse anche voi volete andarvene?». 68 Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; 69 noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio». 70 Rispose Gesù: «Non ho forse scelto io voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!». Egli parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota: questi infatti stava per tradirlo, uno dei Dodici.

Trovo che se i suoi discepoli non fossero stati scandalizzati dal linguaggio di Gesù sull'Eucarestia e avessero continuato a seguire Gesù, Egli avrebbe invitato anche loro alla Mensa Eucaristica. Ma preferirono andarsene... poveracci!


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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 21/06/2005 14.12
Ho letto il brano. Per quello che capisco il paralitico non si è confessato elencando i propri peccati come facciamo noi in chiesa, ma ha  ricevuto una guarigione fisica. Mi sembra una forzatura vedere qui la confessione sacramentale!
..............
 
Caro Andrea...a leggere non abbiamo difficoltà...tutti sappiamo leggere a meno che non si è analfabeti il problema è COM-PRENDERE ciò che si legge........sai cosa significa COM-PRENDERE? è un termine formato da due parole "COME PRENDERE"....in tal senso allora: COM-PRENDERE IL TESTO CHE ABBIAMO APPENA LETTO?
 
Se tu cerchi la SCRITTURALITA' per com-prendere....non comprenderai mai la Bibbia.......un esempio? è la lettera a Giacomo 5,14 L'UNZIONE DEGLI INFERMI.........ebbene non risulta neppure questo che Gesù l'abbia ORDINATO nei termini descritti in Giacomo (anche per questo Lutero ritena al principio questa Lettera un apocrifo......) eppure gli apostoli LO ORDINANO DOTTRINALMENTE.........
 
Ciò che vorrei che tu comprendessi è LA GRADUALITA' che si viene pian piano manifestando nella gestione DEI RUOLI FRA I DODICI.....Ritornando al paralitico del Vangelo, non avrebbe avuto alcun senso che egli si andasse a CONFESSARE nei termini CRISTIANI dal momento che Cristo era li, fisicamente presente e i suoi non avevano ricevuto ancora un mandato ufficiale.......Ma Gesù dimostra l'importanza DEL GESTO E DEL RITO.......
Dopo di chè SARA' LUI L'UNICO SACERDOTE A GUARIRE ANIMA E CORPO.........
 
Vedi Andrea, noi non abbiamo migliaia di sacerdoti ma abbiamo UN SOLO SACERDOTE.........UN SOLO PONTEFICE UN SOLO GESU' CRISTO REDENTORE.........i sacerdoti sono UN ALTRO CRISTO NELLA FUNZIONE OPERANTE NELLA SUA ASSENZA FISICA MA PRESENTE SEMPRE CON LO SPIRITO SANTO...... la funzione del sacerdote nel confessionale NON è un atto che parte da quell'uomo, ma E' UN SACRAMENTO CHE PARTE DA CRISTO E SI RIVERA IN TUTTI I CONFESSIONALI DEL MONDO.........come l'Eucarestia, non ne abbiamo migliaia di corpi......ma UN SOLO CORPO che si attiva per mezzo dello Spirito Santo in tutto il mondo........
 
Lo so.....è un mistero.........di più non è spiegabile, ma appunto da COM-PRENDERE............e come giustamente hai citato Gv.6 quando i discepoli se ne vanno perchè avevano capito benissimo di che carne si stava parlando e non accettano il mistero......così è per tutti i Sacramenti, dal Battesimo all'Eucarestia, all'Unzione degli infermi....è sempre e solo il medesimo Cristo che opera NELLA POTENZA DELLA TRINITA'.........
 
Quando il sacerdote dice IO TI ASSOLVO........ non sta parlando come i sacerdoti del Levitico......MA COME IL SACERDOTE CRISTIANO, OSSIA, UN ALTRO CRISTO CHE INVESTITO DA QUESTO MANDATO, ASSOLVE NON NEL SUO NOME DI BATTESIMO, MA NEL NOME DEL PADRE, DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO.......
quando dice "Io ti assolvo" non sta dicendo "Io Andrea ti assolvo" ma dice IO, CHIESA, PER IL MANDATO CHE HO RICEVUTO, TI ASSOLVO NEL NOME DEL....ecc...ecc....
 
Se tu vedi una forzatura nel brano del paralitico, prova a chiederti perchè Cristo li manda dai sacerdoti? Aveva forse bisogno Cristo di loro? Certo che no, ma con il Cristianesimo si, Gesù ha bisogno ora dell'uomo per mandare avanti il progetto del Regno......."VI HO COSTITUITI SACERDOTI"....... e tutti i battezzati lo sono, ma non tutti i battezzati ricevono IL MANDATO PER DIVENTARE QUEGLI OPERAI DELLA VIGNA A DISPENSARE I MISTERI DI DIO (cfr. 1Cor.4,1)
 
Insomma Andrea tu sei partito da un uno solo di brano....pian piano ti sono stati portati ben altri riferimenti che si collegano fra di loro........leggere siamo capaci tutti, COM-PRENDERE quello che abbiamo letto occorre pazienza, umiltà...e molta preghiera........
 
Fraternamente Caterina

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Da: in59RM Inviato: 21/06/2005 14.53
Se tu Andrea sei un cattolico, io sono papa Ratzinger!!!
Uno che dice di non conoscere le Scritture, ma continua ad interpretarle come vuole, dimostra di conoscere benissimo la Bibbia e di averne anche chiara una personale interpretazione.
Visto che ti sei negato alle altre domande, puoi dirmi almeno se sei intenzionato veramente a capire? Perchè da come scrivi la tua intenzione appare solo quella di voler trovare a tutti i costi una giustificazione alla tua fede personalizzata che si discosta dall'insegnamento della Chiesa.
 
Qui hai scritto:
 

Ma Paolo che non era dei 12 non ha risuscitato un morto? Secondo te Paolo non è stata una colonna della Chiesa? Mah... Certo che conosco Stefano! fu il primo martire e anch'egli faceva segni e prodigi, e non era uno dei 12 ma un semplice diacono.

 
Paolo lo è diventato dopo Apostolo, lo spiega bene nelle discussioni avute con le comunità di Corinto e di Efeso, ma non era stimato "una colonna della Chiesa", le Colonne erano stimate quegli Apostoli che furono al fianco di Gesù dal principio che Lui chiamò per nome, man mano che avanzarono nel progresso della Chiesa quanto Istituzione, le Colonne furono segnate in Pietro e Giovanni, anzi Cefa, il cambio del nome non è casuale. Paolo è identificato dalla Chiesa quale "Apostolo delle genti, il grande missionario".
 
Scrive Andrea questo:
 

Sono d'accordo. Ma gli apostoli sono ANCHE discepoli. Se leggi bene Giovanni 20 e tutti i racconti della istituzione dell'Eucarestia i presenti sono sempre chiamati discepoli e mai chiamati apostoli. Non possono rappresentare tutti i credenti? Misembra ovvio che erano rimasti solo i 12 (tra cui 1 traditore) con Gesù perchè gli altri erano rimasti scandalizzati dal suo parlare poco prima del Giovedì Santo.

 
Molto strano per uno che non conosce la Bibbia, sostenere che mai si parla di apostoli!!!
O lo dici perchè qualcuno te lo ha suggerito, o veramente non conosci la Bibbia, ma pretendi di avanzare con le tue strane teorie:
 

Matteo 10:2

I nomi dei dodici apostoli sono questi:
il primo, Simone detto Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo di Zebedeo e Giovanni suo fratello

Marco 6:30

Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato

Luca 6:13

Quando fu giorno, chiamò a sé i suoi discepoli e ne scelse dodici, ai quali diede anche il nome di apostoli

Luca 11:49

Per questo la sapienza di Dio ha detto: "Io manderò loro dei profeti e degli apostoli; ne uccideranno alcuni e ne perseguiteranno altri",

Luca 17:5

Allora gli apostoli dissero al Signore: «Aumentaci la fede».

Atti 1:2

fino al giorno che fu elevato in cielo, dopo aver dato mediante lo Spirito Santo delle istruzioni agli apostoli che aveva scelti.

Discepolato appartiene naturalmente a tutti i credenti, ma qui ci sono i ruoli che distinguono il vasto campo della Chiesa con i suoi, diciamo, laboratori dove ognuno ha il suo compito da svolgere. I Discepoli sono tutti, ma gli Apostoli sono un altra cosa: dopo aver dato mediante lo Spirito Santo delle istruzioni agli apostoli che aveva scelti.
 

Atti 1:26

Tirarono quindi a sorte, e la sorte cadde su Mattia, che fu incluso tra gli undici apostoli.

La sorte fu tirata fra i discepoli, uno di questi discepoli divenne il dodicesimo apostolo, posto lasciato vacante dalla morte di Giuda.

Atti 6:6

Li presentarono agli apostoli, i quali, dopo aver pregato, imposero loro le mani.

Qui sono i Discepoli a portare agli apostoli coloro che ritenevano adatti e gli apostoli impovenavno loro le mani, avrebbero potuto farlo i discepoli, invece qui si capisce che i discepoli si rimettono alla gestione degli apostoli.

Atti 16:4

Passando da una città all'altra, trasmisero ai fratelli, perché le osservassero, le decisioni prese dagli apostoli e dagli anziani che erano a Gerusalemme.

1Corinzi 4:9

Poiché io ritengo che Dio abbia messo in mostra noi, gli apostoli, ultimi fra tutti, come uomini condannati a morte; poiché siamo diventati uno spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini.

Gli Apostoli sono diventati nella Chiesa quella presenza che vediamo nei vescovi, i quali danno precise raccomandazioni, impongono le mani, e danno il mandato ai presbiteri per esercitare il ministero della confessione.

Ciao Carla.

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Da: Soprannome MSNAndre191817 Inviato: 21/06/2005 16.54
Cara Carla penso ci sia stato un equivoco.
Leggi attentamente Giovanni capitolo 20 e i racconti dell'istituzione dell'Eucarestia, come ad esempio Matteo cap.26.
Vedrai che si parla di discepoli, non si usa mai il termine apostoli.
Comincia a vedere ad esempio qui:
 
19 La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 20 Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21 Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi». 22 Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; 23 a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi».24 Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25 Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò».26 Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c'era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». 27 Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». 28 Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29 Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».30 Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro
 
Se tu cerchi la SCRITTURALITA' per com-prendere....non comprenderai mai la Bibbia.......un esempio? è la lettera a Giacomo 5,14 L'UNZIONE DEGLI INFERMI.........ebbene non risulta neppure questo che Gesù l'abbia ORDINATO nei termini descritti in Giacomo (anche per questo Lutero ritena al principio questa Lettera un apocrifo......) eppure gli apostoli LO ORDINANO DOTTRINALMENTE.........
 
Mai sentito dire nulla di simile. Non capisco questi discorsi, ma Invece ho aperto il vangelo e letto qui:
 
ungevano di olio molti infermi e li guarivano (Marco 6,13)
 
Cristo era li, fisicamente presente e i suoi non avevano ricevuto ancora un mandato ufficiale.......Ma Gesù dimostra l'importanza DEL GESTO E DEL RITO.......
Dopo di chè SARA' LUI L'UNICO SACERDOTE A GUARIRE ANIMA E CORPO.........
 
 
Ma in Atti 3 Gesù era già risuscitato ed alla destra del Padre. il mandato ufficiale gli apostoli lo avevano ricevuto subito dopo la sua risurrezione, questo episodio è dopo l'avvenimento di Pentecoste.
 
Dopo di cosa poi? Questa guarigione mi sembra che sia stata fatta nel nome di Gesù da dei servi di Dio come tutte quelle di cui parla il Nuovo Testamento.
 
Aveva forse bisogno Cristo di loro? Certo che no, ma con il Cristianesimo si, Gesù ha bisogno ora dell'uomo per mandare avanti il progetto del Regno.......
 
 
Continuo a non capire i tuoi discorsi.
Gesù doveva ubbidire alla legge di Mosè. Infatti la Legge prevedeva che i lebbrosi andassero a mostrarsi dai sacerdoti se guarivano dalla lebbra:
 
Levitico 13,14 quando apparirà in lui carne viva, sarà chiamato immondo. 15 Il sacerdote, vista la carne viva, lo dichiarerà immondo; la carne viva è immonda: è lebbra. 16 Ma se la carne viva ridiventa bianca, egli vada dal sacerdote e il sacerdote lo esaminerà; 17 se vedrà che la piaga è ridiventata bianca, il sacerdote dichiarerà mondo colui che ha la piaga: è mondo
 
Gesù ha semplicemente rispettato la legge. Ma con la risurrezione di Cristo il suo sacerdozio celeste secondo l'ordine di Melkisedek ha sostituito definitivamente il sacerdozio di Levi.
 
"VI HO COSTITUITI SACERDOTI".......
 
Mi dici per favore dove è questo versetto?
 
e tutti i battezzati lo sono, ma non tutti i battezzati ricevono IL MANDATO PER DIVENTARE QUEGLI OPERAI DELLA VIGNA A DISPENSARE I MISTERI DI DIO (cfr. 1Cor.4,1)
 
Sono d'accordo, ma questo non avviene solo nella nostra Chiesa.
Anche dagli evangelici i pastori vengono ordinati con l'imposizione delle mani e non mi sembra affatto che predichino con meno vigore e convinzione dei sacerdoti cattolici.
 
Non tutti sono ministri di Dio, ma questo è evidente in tutte le chiese. In genere anche oggi come all'epoca della prima chiesa Dio quando fa dei miracoli potenti usa sempre o dei preti (Emiliano Tardiff, Serafino Falvo) o dei pastori, (Reinard Bonke, Benny Hinn)  molto raramente semplici credenti come io o voi.

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Da: in59RM Inviato: 21/06/2005 18.04
Caro Andrea, questo è il mio ultimo intervento per te, farmi prendere in giro ci sto, ma da una persona che ha seri problemi, il tuo problema è la menzogna, sei un bugiardo e non sei cattolico, altrimenti ti saresti accorto di alcuni particolari.
 
Casualmente, per uno che non conosce la Bibbia, aprire, casualmente Marco 6,13 e trovare l'indicazione dell'unzione degli infermi, veramente eccezionale, però ignori che che non si è parlato di istituzione nè di parole dette da Gesù.
 
Gli evangelici non ricevono un mandato in continuità con la Chiesa Cattolica, non riconoscono l'Eucarestia, sono nati dal Protestantesimo storico nel secolo scorso.
 
Cari gestori, se ci state a farvi prendere in giro io non ho tempo da perdere con i mistificatori.
Ad Andrea non interessa capire il Magistero della Chiesa.
Anche la Confessione e tutto il resto si fa in Nome di Gesù Cristo e non nel nome degli apostoli.
Carla.

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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolico Inviato: 21/06/2005 18.21
Concordo con l'opinione di Carla, qui è evidente che Andrea che conosce Stefano, ha poco da meditare, ma vuole solo confrontarsi, e non mi tiro indietro, ma non mi venga a raccontare che non conosce la Bibbia, conosce Stefano forse troppo bene, la metodica mi sembra moolto simile per non dire identica. E' per spirito di disputa che Andrea scrive?
Staremo a vedere, ma non lo vedo con idee confuse, i suoi bei preconcetti protestanti ce l'ha ben fissati in mente.
Comunque seguitiamo: 
 
Il Vangelo è molto chiaro e non ammette interpolazioni. Esso suona così:
Gv 20,19-23: “La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato… venne Gesù e disse:
Pace a voi!.. Gesù disse di nuovo Pace a voi! Come il padre ha mandato me, anch’io mando voi. Dopo… alitò su di loro e disse: ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi”.
Non credo che occorra molto spremersi le meningi per capire che Gesù abbia voluto istituire, con queste parole, il Sacramento della Penitenza (Riconciliazione).
E’ chiaro che agli Apostoli che ascoltano viene affidata da Gesù la stessa missione che il Padre ha affidato a Lui. Si, sono cose sorprendenti, quasi incredibili per la mente umana.
A degli uomini viene affidata la potestà di Cristo-Dio: quella di rimettere i peccati!...
Mt 16,18-29: “… E io ti dico: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli”.
Mt 18,18: “In verità vi dico: tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche il cielo e tutto quello che scioglierete sopra la terra sarà sciolto anche in cielo”.
Sono difficili queste parole?
Non mi sembra proprio, esse sono chiarissime e precise. Anche qui, come a Pietro, Gesù fa una promessa che si sarebbe realizzata.
Infatti in Gv 20,19-23 Gesù ritorna su questo argomento e realizza la sua promessa alitando sugli Apostoli lo Spirito Santo e affida loro il mandato di rimettere i peccati degli uomini nel Suo Nome.

In 1 Cor 5,3-5 “Orbene, io assente con il corpo, ma presente con lo spirito, ho già giudicato come se fosse presente colui che ha compiuto tale azione… nel nome del Signore… con il potere del Signore nostro Gesù, questo individuo sia dato in balia di Satana per la rovina della sua carne, affinché il suo spirito possa ottenere la salvezza nel giorno del Signore.”
2 Tes 3,14-15 “ Se qualcuno non obbedisce a quanto diciamo per lettera, prendete nota di lui e interrompete i rapporti, perché si vergogni; non trattatelo però come un nemico, ma ammonitelo come un fratello”.
Tt 3,10-11 “ Dopo una o due ammonizioni sta lontano da chi è fazioso, ben sapendo che è gente ormai fuori strada e che continua a peccare condannandosi da se stesso.”
2 Cor 2,18-20. In questo passo S. Paolo è più esplicito e le parole sono abbastanza chiare e precise: “Dio ha affidato a noi il ministero della riconciliazione”. Noi fungiamo da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro”.
 
Paolo in 1 Cor 5,3-5 praticamente scomunica il peccatore che si era macchiato di quella grave colpa.

Riconciliatevi con Dio (2 Cor 5,20), Paolo sottolinea la loro funzione di ambasciatori, cioè di ministri di Dio a cui è stato affidato il ministero della riconciliazione.
Sempre nella stessa lettera un po’ prima Paolo infatti dice: “Quindi se uno è in Cristo è creatura nuova; le vecchie cose sono passate, ecco, ne sono nate di nuove! E’ tutto è da Dio, il quale ci ha riconciliati con se mediante Cristo, ed ha affidato a noi il ministero della riconciliazione; è stato Dio, infatti a riconciliare con sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola di riconciliazione.
Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, ed è come se Dio esortasse per mezzo nostro”.
I protestanti vogliono dare a queste parole di Paolo un significato diverso da quello che realmente hanno, vogliono negare la funzione riconciliatrice dei ministri di Dio, asserendo che i ministri servono solo ad annunciare la Parola di Dio, non a confessare  i fedeli, perché questi ultimi possono farlo direttamente con Dio."
Inizialmente non esisteva la confessione auricolare, tutto era più puro, le comunità erano piccole, si conoscevano bene, erano infervorati dai sani principi cristiani, ma con il diffondersi del cristianesimo le comunità ingrossarono, e piano piano al loro interno sorgevano pettegolezzi, per cui la confessione a viva voce, davanti a tutta l'assemblea causava talvolta pettegolezzi, si parlava a si sparlava dei peccati altrui, alcune volte deridendoli, la Chiesa da buona madre decise allora per la confessione auricolare.
 
Mi risulta che tra i pentecostali è in una una specie di confessione a quattr'occhi con il pastore o con qualche monitrice, dove si raccontano i peccati passati, se si sono consultati maghi ecc. si va una disamina di quella che è stata la vita passata, per poi essere incoraggiati dal pastore o dalla monitrice, che prega ed esorta a pregare affinchè quei non si commettano più quegli errori.
 
Questo da dove lo prendono visto che noi cattolici dobbiamo sempre dimostrare e loro non dimostrano un bel niente?
 
Intepretano arbitrariamente la Bibbia e hanno la sfacciataggine di venirci a dire che la Bibbia non si interpreta!
 
E allora tenetevi le vostre intepretazioni che noi ci teniamo le nostre, sforzarsi di parlare con gente che non vuol sentire mi sembra tempo perso.
 
Pace
Salvatore
 
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13/09/2009 07:20
 
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Da: Soprannome MSN°Teofilo Inviato: 21/06/2005 19.06

degli evangelici pentacostali mi hanno fatto leggere il contesto di Giovanni cap.20 e di Luca cap.24 e mi sembra evidente che Gesù dà questo potere non solo agli 11 ma a tutti i discepoli, donne incluse.

Cosa ne pensate?

:::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

Caro Andrea,

Giov.cap.20 menziona due diversi casi in cui Gesù apparendo da risorto ai suoi discepoli, disse loro "Pace a voi". Anche se l’occasione riferita da Lc 24 potrebbe essere la stessa di Gv 20, non è affatto consequenziale che il mandato di rimettere i peccati sia stato affidato a tutti, come sostengono gli evangelici. In sostanza non si può trarre la conclusione che Gesù si riferisca agli stessi interlocutori, dal fatto che la circostanza sia la stessa. In una qualsiasi circostanza dove sono compresenti più persone può avvenire che il protagonista possa rivolgersi in un momento a taluni e in un momento successivo a taluni altri.

Rileggendo Giovanni 20, 21 troviamo:

Gesù disse loro di nuovo: "Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi". 22 Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo; 23 a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi".

Se osservi bene la frase evidenziata, troviamo che Gesù si sta rivolgendo in questo momento riferito specificamente da Giovanni, e non da Luca, a coloro che egli MANDA.

Il termine APOSTOLO significa MANDATO, INVIATO. E’ quindi logico pensare che Gesù, con quelle parole si sia rivolto agli apostoli e non a tutti i presenti, sempre ammettendo che vi fossero altre persone presenti, e che Giovanni comunque NON CITA, rafforzandoci nell’idea che le parole di Gesù riferite da lui sono da ritenere indirizzate proprio a coloro che egli cita espressamente, ignorando eventuali altri presenti.

E’ chiarissimo ad esempio, che tra coloro che egli manda sono assolutamente da escludere le donne, mentre nella tua domanda erano incluse pure loro. La conferma lo troviamo nelle lettere di Paolo che vieta assolutamente alle donne di insegnare. Come potevano avere le donne uno specifico mandato da parte di Gesù che poi Paolo avrebbe immediatamente interdetto? Dunque occorre ben discernere a chi Gesù indirizzava quelle parole, per non incappare in errore.

Il potere di rimettere i peccati è direttamente connesso con lo sciogliere e il legare. E’ evidente che tale potere non è riservato a tutti, altrimenti ognuno potrebbe rivendicare di poter sciogliere e legare quel che più aggrada, e portare la Chiesa nella più totale anarchia e divisione, con il risultato dimostrato appunto dalla scissione inarrestabile delle denominazioni non cattoliche.

Concludo dicendo che le tue argomentazioni ci danno l’opportunità di dimostrare l’inconsistenza di certe interpretazioni evangeliche, di cui tu ti fai però purtroppo assertore.

 

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Consiglia Elimina    Messaggio 47 di 98 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Claudio Inviato: 21/06/2005 20.23
Caro Andrea la pace di Cristo sia con te
Dunque tu dice
Sono d'accordo, ma questo non avviene solo nella nostra Chiesa.
 
E' impropriato fare paragoni tra le comunità ecclesiali Pentecostali con la Chiesa Cattolica. Qui non si accettano questo tipo di paragoni perchè la Chiesa ha il deposito delle fede che questi movimenti non hanno. La Chiesa è colonna di sostegno della verità ed è visibile al mondo intero. Le comunità ecclesiali Pentecostali no.
 
Sono curioso anch'io di sapere chi sei?
 
Se fossi stato approcciatro solamente dai Pentecostali non avresti questa conoscenza biblica citando il Levitico. Direi che ci stai nascondendo qualcosa, prima o poi sbaglierai e sapremo chi sei!
 
Un caro saluto e
Pace e Bene
Claudio

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Consiglia Elimina    Messaggio 48 di 98 nella discussione 
Da: Soprannome MSN447Gabriel Inviato: 21/06/2005 23.53
Caro Andrea, stamattina ti ho difeso, ma adesso leggendo queste cose devo dire che stai facendo venire un sospetto pure a me, specialmente avendo tu scritto:
 
"Ma con la risurrezione di Cristo il suo sacerdozio celeste secondo l'ordine di Melkisedek ha sostituito definitivamente il sacerdozio di Levi"
 
 
Scusa ma non mi sembra proprio che tu non conosca la Bibbia...e devo dire che parole simili le ho sentite da parte di alcuni miei amici di una comunità pentecostale...mi auguro di sbagliarmi, però ritengo che sarebbe meglio per tutti se chiarissi meglio la tua posizione, date queste contraddizioni...qui nessuno ti sta facendo il processo, però devi renderti conto che ti attiri montagne di sospetti da solo...

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Consiglia Elimina    Messaggio 49 di 98 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIoFrancesco21 Inviato: 22/06/2005 10.18
Pace del Risorto.
 
Debbo ringraziare Pergamena per la email privata attraverso la quale mi ha fatto capire alcune cose e mi ha spinto a non tirarmi indietro.
Mi limiterò solo a questo Sacramento contestato.
 
Dice il Catechismo:
 

1423 È chiamato sacramento della Conversione poiché realizza sacramentalmente l'appello di Gesù alla conversione,4 il cammino di ritorno al Padre5 da cui ci si è allontanati con il peccato.

È chiamato sacramento della Penitenza poiché consacra un cammino personale ed ecclesiale di conversione, di pentimento e di soddisfazione del cristiano peccatore.

1424 È chiamato sacramento della Confessione poiché l'accusa, la confessione dei peccati davanti al sacerdote è un elemento essenziale di questo sacramento. In un senso profondo esso è anche una « confessione », riconoscimento e lode della santità di Dio e della sua misericordia verso l'uomo peccatore.

È chiamato sacramento del Perdono poiché, attraverso l'assoluzione sacramentale del sacerdote, Dio accorda al penitente « il perdono e la pace ».6

È chiamato sacramento della Riconciliazione perché dona al peccatore l'amore di Dio che riconcilia: « Lasciatevi riconciliare con Dio » (2 Cor 5,20). Colui che vive dell'amore misericordioso di Dio è pronto a rispondere all'invito del Signore: « Va' prima a riconciliarti con il tuo fratello » (Mt 5,24).

(4) Cf Mc 1,15.

(5) Cf Lc 15,18.

(6) Rito della Penitenza, 46. 55 (Libreria Editrice Vaticana 1974) p. 51. 81.

 
Abbiamo due aspetti del perdono: uno è quello che tutti come battezzati siamo chiamati ad esercitare ed è il perdonarci a vicenda, l'altro è il Sacramento perchè andare dal sacerdote? Perchè quando abbiamo peccato ci mettiamo anche contro tutta la comunità dei credenti, non solo abbiamo peccato contro Dio, ma Paolo che ci dice che quando un membro soffre tutta la Chiesa soffre, abbiamo allora bisogno che sia la stessa Chiesa a riammetterci alla Comunione. Non basta che ci siamo perdonati a vicenda, bisogna anche che la Chiesa rappresentata dai ministri che hanno ricevuto il mandato, ci riabilitano nelle membra.
 
Dalle parole del sacerdote che dice < Io ti assolvo nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo > è la Chiesa che parla, è la Chiesa che ci assolve in nome di Gesù e ci riabilita alla comunione ecclesiale con tutta la Chiesa.
 
Una specie di confessione a quattrocchi, avviene anche fra i pentecostali evangelici, solo che essi non hanno ricevuto il mandato per esprimersi a nome della Chiesa, semplicemente perchè essi non ci credono, ma eppure fanno questa specie di confessione.
 
Riepiloghiamo cosa fanno e non fanno:
non riconoscono il Battesimo cattolico, il Battesimo per loro non toglie nessun peccato, così diventa solo un rito superstizioso e privo di sacralità, però fanno il Battesimo dopo avergli dato un significato diverso, perchè gli hanno cambiato il significato, con quale autorità hanno fatto questo?
Non riconoscono l'Eucarestia cattolica, ma essi formulano la santa Cena privandola del sacro, possiamo davvero dare ascolto ad un ex prete, Zwuingli che fu il primo a mettere in dubbio la presenza reale? Lutero in principio credette, poi si lasciò convincere e Calvino tolse la reale presenza di Gesù. Ma mi chiedo come questo sia possibile da dare credibilità. Gli evangelici hanno rinnegato la Tradizione della Chiesa, ma vivono della tradizione protestante, è credibile questo? Perchè hanno cambiato il significato all'Eucarestia, con quale autorità l'hanno fatto?
Non riconoscono il Sacramento della Confessione, ma essi vivono una specie di confessione simile, perchè gli hanno cambiato il significato? Con quale autorità l'hanno fatto?
Non tutte le chiese evangeliche usano l'Unzione degli infermi, con quale autorità decidono cosa sia giusto fare o non fare?
Oggi molte chiese evangeliche sposano omosessuali e benedicono il divorzio, con quale autorità hanno cambiato l'Evangelo?
 
San Paolo nella lettera a Tito si raccomanda che egli faccia il rito sacro secondo le istruzioni da lui ricevute, i presbiteri sono presenti da sempre nella Chiesa e ricevono un mandato per amministrare i misteri di Dio, cioè essi aiutano i vescovi, aiutano gli apostoli là dove gli apostoli non possono arrivare dappertutto, la Confessione rimette in comunione il penitente con tutte le comunità ecclesiali, dopo la Confessione infatti, si fa l'Eucarestia, perchè dice Paolo che chi mangia  e beve senza riconoscere il Corpo del Signore, commette peccato.
E questo peccato che la Chiesa assolve è il riconoscimento che si professa la medesima fede, dice Gesù a Pietro di confermare gli altri nella fede.
 
Chi è quel "Pietro" che dal tempo di Lutero riconosce i fratelli nella fede medesima? Allora abbiamo i cattolici che seguitano a farsi riconfermare da Pietro, da dopo i tempi di Lutero nelle chiese evangeliche non c'è più un Pietro, ma ci sono i pastori che confermano gli altri nella fede, ma è una fede che si è dissociata dalle radici cristiane, è una fede che imita i Sacramenti, ma non li rifiuta, li vuole, ma non come li vive la Chiesa di Gesù Cristo.
La Confessione è un pilastro delle comunità cristiane, perchè ci assolve dalle mancanze che soffrendo come membra ci hanno fatto soffrire tutto il Corpo, quella assoluzione risana il Corpo che è la Chiesa e che ha dentro le membra che preservano a camminare insieme nella fede comune ed unica.
 
Sia lodato Gesù e Maria.
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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 22/06/2005 15.00
Mio caro Andrea, questo forum non è un trampolino di lancio per nessuno, nè tanto meno per la pubblicità OCCULTA..... per tre volte hai detto che non comprendi cosa scrivo........ti capisco che non capisci......è meglio........
 
Il messaggio viene epurato con la motivazione che ho appena spiegato......
 
attieniti al tema grazie.
 
Da: <NOBR>Soprannome MSNAndre191817</NOBR> Inviato: 22/06/2005 14.29

(Ho ampliato l'intervento di prima, dato che ho visto che mancavano alcune cose che volevo dire bene)

Cari amici vi ringrazio per le risposte numerose, datemi il tempo di meditarle ed approfondirle.

Preciso per evitare equivoci che quanto scrivo non è tutto farina del mio sacco ma il frutto di vari appunti presi in colloqui con fratelli evangelici e con il loro pastore.
Molto interessante la risposta di Teofilo, anche se non mi sembra del tutto esaustiva, dato che trovo che si possa tranquillamente interpretare che in Giovanni 20 Gesù manda i suoi discepoli ad evangelizzare, e questo lo possono fare tutti non solo i ministri ordinati.

(....epurato)


Luca e Giovanni parlano entrambi della prima apparizione di Gesù agli 11 e a quelli che erano con loro, a meno che i vangeli non si contraddicano vuol dire che non erano presenti solo gli Apostoli, ma anche altri. Basti pensare che in Luca 24 Gesù dice che avrebbero ricevuto lo Spirito Santo a pentecoste, Paolo dice che Gesù dopo essere risorto fu visto da ben 500 discepoli!

Se io faccio un peccato mortale e mi ravvedo davanti a Dio sono perdonato anche se non mi confesso dal prete.
Pensiamo ai ai fratelli cattolici in Cina dove i preti scarseggiano... come fanno?

Se invece mi confesso ma non sono ravveduto rimango nel peccato mortale...insomma direi che la salvezza non è determinata dall'accostarsi o meno ai sacramenti ma dalla disposizione del cuore verso Dio.


Rispondi
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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 22/06/2005 15.03
Scusate....per rispettare la cronologia del messaggio rimetto l'ultima risposta che era di Gino........
 
Da: <NOBR>Soprannome MSN°Gino¹</NOBR> Inviato: 22/06/2005 14.56
Non cìè peggior sordo di chi non vuol sentire dice un proverbio....   aveva proprio ragione Gesù quando diceva che molti sono i chiamati ma pochi gli eletti.
 
Caro Andre, siamo a 50 messaggi e ancora ragioni con la tua testa protestante?  Si vede proprio che sei uno di loro, non hai letto i messaggi di cristianocattolico, di Carla,di Francesco, vuoi solo ragionare con la tua testa, proprio come fanno tutti i protestanti, coloro che non vogliono ubbidire alla Madre Chiesa....
 
mi parli di un ragazzo evangelico che commosso fino alle lacrime riceve la chiamata el'altro gli perdona i peccati... ma da chi ha avuto questo mandato di perdonargli i peccati????   Andre, non scherzare su queste cose....
 
Se io faccio un peccato mortale e mi ravvedo davanti a Dio sono perdonato anche se non mi confesso dal prete.

no caro Andre non sei perdonato, mi dispiace


Pensiamo ai ai fratelli cattolici in Cina dove i preti scarseggiano... come fanno?

In Cina ci pensa Iddio, tu pensa ai tuoi peccati e che sei in Italia dove ci sono tanti sacerdoti disposti ad accoglierti e a darti l'assoluzione (sempre che il tuo cuore abbia un pentimento sincero, altrimenti è come se non ti fossi confessato).

Ma è evidente che non vuoi accogliere la Parola di Dio, è inutile parlare con te, ancora nel tuo cuore non c'è terreno fertile per accogliere il seme di Dio.

Medita i messaggi e rileggiti tutto il forum e pensa che la vera Chiesa di Dio "...e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa" esiste da 2000 anni.

 
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Da: Soprannome MSN°Gino¹ Inviato: 22/06/2005 15.28
Caro Andre, cominciamo a mettere in pratica il regolamento.... il tuo messaggio è offensivo e viene epurato e ti prego di non scrivere più ma di meditare quello che è scritto sopra....
 
Da: <NOBR>Soprannome MSNAndre191817</NOBR> Inviato: 22/06/2005 15.13
Se faccio un peccato mortale e ho la sofrtuna di andare da un prete ***** che si rifiuta di assolvermi e subito dopo muoio vado all'inferno per colpa sua?

Se Dio può perdonare i cattolici cinesi senza usare i preti non può fare lo stesso con quelli qui in Italia?

Caro Gino, ti invito a rileggere la cosa scritta.
Dio ci perdona quando noi siamo contriti, i fratelli intorno a noi non ci assolvono ma riconoscono semplicemente ciò che è già avvenuto. Come nell'esempio di prima.

Lo sapevi che ci sono stati e ci sono oggi molti Santi e Sante che portarono e portano dei peccatori a convertirsi anche se essi non erano dei pretie quindi non potevano assolverli?
Certamente POI DOPO li indirizzavano al confessionale.

Ma quello che vorrei capire è se secondo la dottrina cattolica il peccatore è perdonato nell'istante in cui si ravvede davanti a Dio o quando va dal prete dopo essersi ravveduto.... Tizio è un peccatore, si ravvede davanti a Dio esce di casa per andare in chiesa a confessarsi, ma finisce sotto una macchina...deve andare all'inferno perchè non ha avuto il tempo di confessarsi? spero proprio di no...

Rispondi
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Da: Soprannome MSN°Gino¹ Inviato: 22/06/2005 15.29
Rimetto il messaggio di Chisolm per rispettare la cronologia
 
Da: <NOBR>Soprannome MSNChisolm3</NOBR> Inviato: 22/06/2005 15.25
Se faccio un peccato mortale e ho la sofrtuna di andare da un prete empio che si rifiuta di assolvermi e subito dopo muoio vado all'inferno per colpa sua?
 
Ma che vogliamo parlare forse della questione "ex opere operato"?
E' lì che si vuole andare a parare?
 
Grazie per la cortese risposta.
Chisolm

Rispondi
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Da: Soprannome MSN°Gino¹ Inviato: 22/06/2005 15.40
Adesso invece ti rispondo
 
Se faccio un peccato mortale e ho la sofrtuna di andare da un prete ***** che si rifiuta di assolvermi e subito dopo muoio vado all'inferno per colpa sua?
 
no, vai all'inferno per colpa tua perchè hai commesso uno dei peccati imperdonabili

Se Dio può perdonare i cattolici cinesi senza usare i preti non può fare lo stesso con quelli qui in Italia?
 
perchè in Italia ci sono i sacerdoti, in Cina no

Caro Gino, ti invito a rileggere la cosa scritta.
Dio ci perdona quando noi siamo contriti, i fratelli intorno a noi non ci assolvono ma riconoscono semplicemente ciò che è già avvenuto. Come nell'esempio di prima.
 
ti invito io a rileggerti il forum con calma perchè NON VUOI LEGGERE e soprattutto NON VUOI ASCOLTARE, sei entrato per convertire noi? Hai sbagliato comunità

Lo sapevi che ci sono stati e ci sono oggi molti Santi e Sante che portarono e portano dei peccatori a convertirsi anche se essi non erano dei pretie quindi non potevano assolverli?
Certamente POI DOPO li indirizzavano al confessionale.
 
a convertire qualcuno non c'è bisogno del sacerdote ma di Dio ma a perdonare i peccati può farlo solo il sacerdote quale ministro di Dio, avendo ricevuto il mandato da Gesù

Ma quello che vorrei capire è se secondo la dottrina cattolica il peccatore è perdonato nell'istante in cui si ravvede davanti a Dio o quando va dal prete dopo essersi ravveduto.... Tizio è un peccatore, si ravvede davanti a Dio esce di casa per andare in chiesa a confessarsi, ma finisce sotto una macchina...deve andare all'inferno perchè non ha avuto il tempo di confessarsi? spero proprio di no...
 
no, non va all'inferno perchè la MISERICORDIA di Dio è immensamente grande, se invece il prete non lo assolve ci va direttamente.... "tutto quello che scioglierete sulla terra sarà sciolto nei cieli e tutto quello che legherete sulla terra sarà legato nei cieli".
 
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Da: Soprannome MSN°Angelo Inviato: 22/06/2005 15.56
Ma che vogliamo parlare forse della questione "ex opere operato"?
E' lì che si vuole andare a parare?
 
Grazie per la cortese risposta.
Chisolm
 
 
Caro Chisolm, dubito che il nostro amico dirà di aver compreso, sembra vada di moda dire "non capisco"!
Credo che è li che si voglia andare a parare, ma forse saprà dircelo l'interlocutore sagace. Ricompongo la risposto perchè non mi è partito l'ultimo pezzo.
 
Andrea chiede:
 
Ma quello che vorrei capire è se secondo la dottrina cattolica il peccatore è perdonato nell'istante in cui si ravvede davanti a Dio o quando va dal prete dopo essersi ravveduto.... Tizio è un peccatore, si ravvede davanti a Dio esce di casa per andare in chiesa a confessarsi, ma finisce sotto una macchina...deve andare all'inferno perchè non ha avuto il tempo di confessarsi? spero proprio di no...
 
Ma caro Andrea, dopo tutto quello che ti è stato scritto, compreso il messaggio interessante fatto da Francesco2 che ti riporta ai primordi della Chiesa, questa domanda viene privata dell'essenza fondamentale che ti espongo con un esempio:
un ragazzo dissobedisce, trasgredisce il monito dei genitori e commette qualcosa che non doveva fare, poi si pente, certo, quel pentirsi ha grande valore, ma manca l'ultimo atto che porti a compimento quel pentimento: ricevere l'assoluzione dai suoi genitori i quali, a seconda della trasgressione hanno il dovere di imporre una punizione atta a stimolare la virtù della penitenza da esplicarsi in diversi modi.
La tua domanda si risolve facilmente così:
mi pento, e va bene, ma ora occorre che vada dalla Chiesa la quale per nome di Cristo mi assolverà dalla colpa compiuta.
Il Figliol prodigo narra di un pentimento prima, ma anche di una richiesta: "Andrò da mio padre e gli dirò..."
Nel nostro caso non siamo lasciati orfani, la Chiesa è il Corpo di Cristo e gli Apostoli agiscono in vece di Cristo, vado dunque dal Padre a chiedere perdono, gli apostoli in nome di Cristo mi danno l'assoluzione.
 
Appoggio il suggerimento del gestore:
medita le risposte che hai ricevuto.
 
Sia lodato Gesù Cristo.
 
P.S. se uno muore in stato di peccato, occorrerà allora pregare perchè questo tipo di decessi non comporti una disgrazia più grande, perdere l'anima:
 

1Giovanni 5:16-17

16 Se uno vede il proprio fratello commettere un peccato che non conduce alla morte, preghi, e Dio gli darà la vita; s'intende a coloro che commettono un peccato che non conduce alla morte: c'è infatti un peccato che conduce alla morte; per questo dico di non pregare. 17 Ogni iniquità è peccato, ma c'è il peccato che non conduce alla morte.

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 62 di 98 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°°AlbY°°° Inviato: 22/06/2005 16.27
Ma quello che vorrei capire è se secondo la dottrina cattolica il peccatore è perdonato nell'istante in cui si ravvede davanti a Dio o quando va dal prete dopo essersi ravveduto.... Tizio è un peccatore, si ravvede davanti a Dio esce di casa per andare in chiesa a confessarsi, ma finisce sotto una macchina...deve andare all'inferno perchè non ha avuto il tempo di confessarsi? spero proprio di no...
 
 
Caro Andre191817 alla tua domanda penso possa rispondere ampiamente il Catechismo della Chiesa Cattolica, che mi sembra tu non conosca pur definendoti cattolico, altrimenti avresti esposto la domanda in altri termini...
Sia ben chiaro che noi fedeli cattolici non possiamo stabilire nulla con la nostra testa come fanno i pentecostali, perché crediamo che solo chi ha ricevuto il mandato da Cristo possa farlo, ci atteniamo quindi a trasmettere ciò che ci è stato a nostra volta trasmesso da chi nella Chiesa ha avuto l'autorità per farlo.
In poche parole, se vuoi discutere fallo citando il Catechismo, che è ciò che la Chiesa ci ha messo a disposizione per indicarci come deve essere la vita del cristiano, e non cercando di provocare un'interpretazione autonoma della Bibbia, perché ti ripeto: Noi non possiamo interpretare nulla da soli
Ti pregherei quindi di leggere attentamente quanto ti riporto qui sotto ed eventualmente discutere su quello.
 
AlbY

 

VII. Gli atti del penitente

 

1450 “La penitenza induce il peccatore a sopportare di buon animo ogni sofferenza; nel suo cuore vi sia la contrizione, nella sua bocca la confessione, nelle sue opere tutta l'umiltà e la feconda soddisfazione” [Catechismo Romano, 2, 5, 21; cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1673].

 

 

La contrizione

 

1451 Tra gli atti del penitente, la contrizione occupa il primo posto. Essa è “il dolore dell'animo e la riprovazione del peccato commesso, accompagnati dal proposito di non peccare più in avvenire” [Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1676].

 

 

1452 Quando proviene dall'amore di Dio amato sopra ogni cosa, la contrizione è detta “perfetta” (contrizione di carità). Tale contrizione rimette le colpe veniali; ottiene anche il perdono dei peccati mortali, qualora comporti la ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale [Cf Concilio di Trento: Denz.-Schönm., 1677].

 

1453 La contrizione detta “imperfetta” (o “attrizione”) è, anch'essa, un dono di Dio, un impulso dello Spirito Santo. Nasce dalla considerazione della bruttura del peccato o dal timore della dannazione eterna e delle altre pene la cui minaccia incombe sul peccatore (contrizione da timore). Quando la coscienza viene così scossa, può aver inizio un'evoluzione interiore che sarà portata a compimento, sotto l'azione della grazia, dall'assoluzione sacramentale. Da sola, tuttavia, la contrizione imperfetta non ottiene il perdono dei peccati gravi, ma dispone a riceverlo nel sacramento della Penitenza [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1677].

 

1454 E' bene prepararsi a ricevere questo sacramento con un esame di coscienza fatto alla luce della Parola di Dio. I testi più adatti a questo scopo sono da cercarsi nel Decalogo e nella catechesi morale dei Vangeli e delle lettere degli Apostoli: il Discorso della montagna, gli insegnamenti apostolici [Cf Rm 12-15; 1Cor 12-13; 1454 Gal 5; Ef 4-6 ].

 

 

La confessione dei peccati

 

1455 La confessione dei peccati (l'accusa), anche da un punto di vista semplicemente umano, ci libera e facilita la nostra riconciliazione con gli altri. Con l'accusa, l'uomo guarda in faccia i peccati di cui si è reso colpevole; se ne assume la responsabilità e, in tal modo, si apre nuovamente a Dio e alla comunione della Chiesa al fine di rendere possibile un nuovo avvenire.

 

1456 La confessione al sacerdote costituisce una parte essenziale del sacramento della Penitenza: “E' necessario che i penitenti enumerino nella confessione tutti i peccati mortali, di cui hanno consapevolezza dopo un diligente esame di coscienza, anche se si tratta dei peccati più nascosti e commessi soltanto contro i due ultimi comandamenti del Decalogo, [ Cf Es 20,17; Mt 5,28 ] perché spesso feriscono più gravemente l'anima e si rivelano più pericolosi di quelli chiaramente commessi”: [Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1680]

I cristiani [che] si sforzano di confessare tutti i peccati che vengono loro in mente, senza dubbio li mettono tutti davanti alla divina misericordia perché li perdoni. Quelli, invece, che fanno diversamente e tacciono consapevolmente qualche peccato, è come se non sottoponessero nulla alla divina bontà perché sia perdonato per mezzo del sacerdote. “Se infatti l'ammalato si vergognasse di mostrare al medico la ferita, il medico non può curare quello che non conosce” [Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1680; cf San Girolamo, Commentarii in Ecclesiasten, 10, 11: PL 23, 1096].

 

 

1457 Secondo il precetto della Chiesa, “ogni fedele, raggiunta l'età della discrezione, è tenuto all'obbligo di confessare fedelmente i propri peccati gravi, almeno una volta nell'anno” [ Codice di Diritto Canonico, 989; cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm. , 1683; 1708]. Colui che è consapevole di aver commesso un peccato mortale non deve ricevere la santa Comunione, anche se prova una grande contrizione, senza aver prima ricevuto l'assoluzione sacramentale, [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm. , 1647; 1661] a meno che non abbia un motivo grave per comunicarsi e non gli sia possibile accedere a un confessore [Cf Codice di Diritto Canonico, 916; Corpus Canonum Ecclesiarum Orientalium, 711]. I fanciulli devono accostarsi al sacramento della Penitenza prima di ricevere per la prima volta la Santa Comunione [Cf Codice di Diritto Canonico, 914].

 

1458 Sebbene non sia strettamente necessaria, la confessione delle colpe quotidiane (peccati veniali) è tuttavia vivamente raccomandata dalla Chiesa [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1680; Codice di Diritto Canonico, 988, 2]. In effetti, la confessione regolare dei peccati veniali ci aiuta a formare la nostra coscienza, a lottare contro le cattive inclinazioni, a lasciarci guarire da Cristo, a progredire nella vita dello Spirito. Ricevendo più frequentemente, attraverso questo sacramento, il dono della misericordia del Padre, siamo spinti ad essere misericordiosi come lui: [Cf Lc 6,36 ]

Chi riconosce i propri peccati e li condanna, è già d'accordo con Dio. Dio condanna i tuoi peccati; e se anche tu li condanni, ti unisci a Dio. L'uomo e il peccatore sono due cose distinte: l'uomo è opera di Dio, il peccatore è opera tua, o uomo. Distruggi ciò che tu hai fatto, affinché Dio salvi ciò che egli ha fatto. Quando comincia a dispiacerti ciò che hai fatto, allora cominciano le tue opere buone, perché condanni le tue opere cattive. Le opere buone cominciano col riconoscimento delle opere cattive. Operi la verità, e così vieni alla Luce [Sant'Agostino, In Evangelium Johannis tractatus, 12, 13].

 

 

La soddisfazione

 

1459 Molti peccati recano offesa al prossimo. Bisogna fare il possibile per riparare (ad esempio restituire cose rubate, ristabilire la reputazione di chi è stato calunniato, risanare le ferite). La semplice giustizia lo esige. Ma, in più, il peccato ferisce e indebolisce il peccatore stesso, come anche le sue relazioni con Dio e con il prossimo. L'assoluzione toglie il peccato, ma non porta rimedio a tutti i disordini che il peccato ha causato [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1712]. Risollevato dal peccato, il peccatore deve ancora recuperare la piena salute spirituale. Deve dunque fare qualcosa di più per riparare le proprie colpe: deve “soddisfare” in maniera adeguata o “espiare” i suoi peccati. Questa soddisfazione si chiama anche “penitenza”.

 

1460 La penitenza che il confessore impone deve tener conto della situazione personale del penitente e cercare il suo bene spirituale. Essa deve corrispondere, per quanto possibile, alla gravità e alla natura dei peccati commessi. Può consistere nella preghiera, in un'offerta, nelle opere di misericordia, nel servizio del prossimo, in privazioni volontarie, in sacrifici, e soprattutto nella paziente accettazione della croce che dobbiamo portare. Tali penitenze ci aiutano a configurarci a Cristo che, solo, ha espiato per i nostri peccati [Cf Rm 3,25; 1460 1Gv 2,1-2 ] una volta per tutte. Esse ci permettono di diventare i coeredi di Cristo risorto, dal momento che “partecipiamo alle sue sofferenze” ( Rm 8,17 ): [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm. , 1690]

Ma questa soddisfazione, che compiamo per i nostri peccati, non è talmente nostra da non esistere per mezzo di Gesù Cristo: noi, infatti, che non possiamo nulla da noi stessi, col suo aiuto possiamo tutto in lui che ci dà la forza [Cf Fil 4,13 ]. Quindi l'uomo non ha di che gloriarsi; ma ogni nostro vanto è riposto in Cristo in cui. .. offriamo soddisfazione, facendo “opere degne della conversione” ( Lc 3,8 ), che da lui traggono il loro valore, da lui sono offerte al Padre e grazie a lui sono accettate dal Padre [Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1691].


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Consiglia Elimina    Messaggio 63 di 98 nella discussione 
Da: Soprannome MSNAndre191817 Inviato: 22/06/2005 16.39
no, vai all'inferno per colpa tua perchè hai commesso uno dei peccati imperdonabili

Quindi in questo caso la mia salvezza è determinata dalla decisione del prete...anche se Tizio è ravveduto ma per qualche motivo il prete non lo assolve, egli va in dannazione anche se il suo ravvedimento è sincero?? è una cosa tremenda!

Perchè poi temere di ammette che i preti empi esistono? lo ha detto persino Papa Ratzinger nelle meditazioni sulla via crucis! per coerenza censura il Papa e il vangelo stesso dove parla del tradimento di Giuda, che era uno dei 12 Apostoli!

quello che vorrei capire è se secondo la dottrina cattolica il peccatore è perdonato nell'istante in cui si ravvede davanti a Dio o quando va dal prete dopo essersi ravveduto.... Tizio è un peccatore, si ravvede davanti a Dio esce di casa per andare in chiesa a confessarsi, ma finisce sotto una macchina...deve andare all'inferno perchè non ha avuto il tempo di confessarsi? spero proprio di no...

Da quello che ho letto nel Catechismo direi che si salva lo stesso. Giusto?

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Consiglia Elimina    Messaggio 64 di 98 nella discussione 
Da: Soprannome MSNAndre191817 Inviato: 22/06/2005 16.47
Ma che vogliamo parlare forse della questione "ex opere operato"? E' lì che si vuole andare a parare? Grazie per la cortese risposta. Chisolm

Il sacramento è valido se dato da qualunque prete. Ma se il sacramento non viene dato? Questo è il problema!


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Consiglia Elimina    Messaggio 65 di 98 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°°AlbY°°° Inviato: 22/06/2005 16.47
Da quello che ho letto nel Catechismo direi che si salva lo stesso. Giusto?
 
 
Si salva se ha nel cuore il fermo proposito di riconciliarsi con Dio e la Chiesa tramite la confessione sacramentale.
 
AlbY
 
 
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Da: Soprannome MSNChisolm3 Inviato: 22/06/2005 17.02
Ma se il sacramento non viene dato? Questo è il problema!

Mai un minimo d'ottimismo, eh? Insomma ci deve essere per forza qualcuno in agguato di Tizio per investirlo e non farlo confessare. Tizio meriterebbe di andare all'inferno per la sfiga più che per il peccato...

Un aiutino: 1) rileggersi il Simbolo Niceno-Costantinopolitano e vedere con cosa è messa in relazione "la remissione dei peccati"; 2) cercare in letteratura teologica o in internet il concetto "battesimo di desiderio"; 3) ragionarci su e tirare le logiche conclusioni.

E, andandovi a confessare, attraversate sulle strisce...

Chisolm



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Da: Nylus Inviato: 22/06/2005 17.13
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Da: Soprannome MSNAndre191817 Inviato: 22/06/2005 17.17
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Consiglia Elimina    Messaggio 69 di 98 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 22/06/2005 17.27
Forse non avete letto bene il:
 
qui non stiamo facendo a gara a chi sta da una parte e a chi sta dall'altra parte..........non facciamo il tifo ora per uno ora per l'altro.......
 
Vi è stato detto di ATTENERVI AL TEMA.........
ogni ulteriore commento fatelo altrove..........
 
GRAZIE!
 
i Gestori

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Consiglia Elimina    Messaggio 70 di 98 nella discussione 
Da: Soprannome MSNcristiano-cattolico Inviato: 22/06/2005 17.29
Un cristiano dovrebbe sempre dire la verità, e mai spacciarsi per quello che non è nonostante qualcuno gli chieda lumi.
Ora ad una domanda precisa dovrebbe seguire una precisa e sincera risposta,
caro Andrea tu sei cattolico e basta o anche romano?
Sei cattolico romano si o no?
 
Poi volevo farti notare l'assurdità di certe tue domande:
 
"Se Dio può perdonare i cattolici cinesi senza usare i preti non può fare lo stesso con quelli qui in Italia?"
Mi sembra che con questo tipo di ragionamenti si potrebbe sconfessare l'intera dottrina cristiana, ad esempio si potremme cominciare a insinuare che il battesimo non è fondamentale per la salvezza, tanto il ladrone appeso in croce ci andò lo stesso in Paradiso, allora che battezziamo a fare?
 
Dovresti pure chiedere ai tuoi amici pentecostali, dove leggono che la Sola Scriptura è la sola autorità da seguire?
 
Sto uscendo fuori tema? No, perchè tutti gli errori protestanti scaturiscono proprio dal concetto e dall'uso della Sola Scriptura, distorcono ogni sacramento attribuendogli  o togliendogli il significato originario che gli ha voluto dare Gesù Cristo.
 
Vogliamo aprire o riaprire un forum che chiarisca questo argomento tanto basilare quanto sottovalutato?
 
Pace
Salvatore

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 74 di 98 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 22/06/2005 17.54

E, andandovi a confessare, attraversate sulle strisce...

Chisolm

..................
 
Caro Angelo......mi rivolgo anche agli altri.....l'interlocutore non comprende........ e continua a parlare di preti "EMPI"....
Grazie a Dio dal prete empio non si riceve un falso Sacramento, il Sacramento resta valido per la potenza di chi ci sta dietro: CRISTO .........
 
Caro Andrea, non è questo il modo migliore di andare avanti..... credo tu abbia ricevuto sufficienti risposte per meditare, se non ti va bene, puoi sempre scegliere altri interlocutori magari sai, di quelli che ti danno ragione.......
 
Caro Nylus........c'è andato di mezzo il tuo messaggio perchè vedi la Confessione NON è un opcional come il tuo messaggio lasciava intendere.........qui nessuno sta giudicando il cuore di una persona che morendo si presenta al cospetto di Dio, il Sacramento della Confessione non si esprime per dire "mio Dio, ma se cado e sbatto la testa che faccio mi danno se non mi confesso?"
 
Questo Sacramento è come, semmai.... il nutrimento che usi per il corpo....... se hai un accesso al dente certo, puoi curarti da solo, ma se ti attieni alla medicina che il dentista ti darà guarirai meglio e in fretta........
se ho l'orticaria, non vado a farmi risolvere il problema da un veterinario........
se devo mettermi a dieta perchè rischio una disfunsione, non vado dall'oculista........ e non faccio una dieta per conto mio......potrei anche dimagrire in fretta ma rischiare anche un ricovero per le controindicazioni.........
 
Insomma la Confessione non è un  opcional......
Credo anche che Angelo abbia dato delle buone indicazioni sul perchè è un DOVERE il confessarsi........
 
Si vuole avere il DIRITTO AL PERDONO, bene, che si apprenda anche il DOVERE DI COME E SI PUO' CHIEDERE QUESTO PERDONO........
è la Chiesa che ha ricevuto IL MINISTERO DELLA RICONCILIAZIONE, dice Paolo dieci volte menzionato, pertanto cari Amici..evitiamo le risposte FAI DA TE........., qui NON ci interessano........
 
Fraternamente Caterina
 
P.s. per Andrea e gli amici che ci leggono.........
 
abbiamo or ora ricevuto una e-mail moltoooooooo cristiana di Andrea il quale mi IMPONE DI FARE LE MIE SCUSE PER AVERGLI TOLTO IL MESSAGGIO........
 
Amico Andrea.....o di chi sei clone........c'è un REGOLAMENTO  prendine atto............
le uniche scuse che posso farti è che sono stata d'accordo con gli altri gestori di farti entrare qui...e ti sei rivelato per quel che eri grazie a questa e-mail che hai mandato: un lupo travestito d'agnello.........
 
Per ora non sei tolto dalla Comunità....... attendiamo che in privato tu ci chiarisca chi sei e che cosa vuoi da noi.......e lascia perdere i vescovi della Chiesa, non sei degno di nominarli.........e il fango che gli getti addosso in questa e-mail che hai mandato, ricadrà su di te.......
E' bastato così poco per farti scoprire?
 
Coraggio..ce la puoi fare..........
 
 

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Da: Soprannome MSN°Teofilo Inviato: 23/06/2005 0.42
Ma quello che vorrei capire è se secondo la dottrina cattolica il peccatore è perdonato nell'istante in cui si ravvede davanti a Dio o quando va dal prete dopo essersi ravveduto.... Tizio è un peccatore, si ravvede davanti a Dio esce di casa per andare in chiesa a confessarsi, ma finisce sotto una macchina...deve andare all'inferno perchè non ha avuto il tempo di confessarsi? spero proprio di no...
 
 

dal catechismo apprendiamo che

1257: Dio ha legato la salvezza al sacramento ..., tuttavia egli non è legato ai suoi sacramenti.

Questo principio, enunciato dal catechismo a proposito del sacramento del battesimo, può valere anche per tutti gli altri sacramenti.

Ne consegue che ogni cristiano deve profittare della grazia che gli può provenire attraverso le vie ordinarie istituite da Cristo a favore dei credenti e non tentare Dio pretendendo le vie straordinarie, che sta solo a Lui decidere a chi e quando offrire.

Pertanto occorre, nel caso del sacramento della confessione, attenersi a quanto hanno disposto coloro che hanno il mandato per legare e sciogliere, il quale mandato include anche i poteri decisionali e quindi anche la decisione su CHI e COME  amministrare ordinariamente il perdono di Dio.

 Gv 20,23 non stabilisce esattamente il "come" nè esattamente il "chi" debba amministrare tale mandato; ai cattolici risulta logico che Gesù si rivolga ai soli apostoli, ai protestanti risulta che si rivolga a tutti, ma la soluzione non si trova nei vangeli.  Anche se tu pensi che Lc 24 riferisca la stessa circostanza di Gv20,23 devi tener ben presente che  spesso troviamo che episodi riferiti da un evangelista in un certo contesto, si ritrovano riferiti da un altro evangelista in tutt'altro contesto (si pensi tanto per fare un solo esempio alla circostanza del Pater noster riferito da Luca che diverge dalla circostanza citata da Matteo): molti versetti li troviamo citati dagli evangelisti in forma molto libera e senza un preciso svolgimento cronologico, con il precipuo intento di offrire ai lettori gli aspetti essenziali della vita e delle parole di Cristo.

Non è pertanto nell'analisi dei versetti evangelici che troverai la certezza matematica su ciò che vorresti dimostrare. Però quello che va sottolineato è che tale potere non può essere confuso con il generico poter evangelizzare a cui conseguirebbe, secondo il parere degli evangelici in genere, l'automatica remissione dei peccati per chi diventa credente. Questo non lo si evince assolutamente da Gv 20,23 come essi comunemente sono costretti ad interpretare se vogliono dar conto del significato di tale preciso e singolare mandato.

Per capire però come deve essere compreso Gv 20,23, che è uno dei versetti basilari da cui proviene poi tutta la conseguente dottrina sul sacramento della confessione, possiamo  far riferimento al modo di comportarsi di s. Paolo, quale autorità riconosciuta, al riguardo dell'amministrazione del potere di rimettere o non rimettere le colpe:

1Co 5,2 E voi vi gonfiate di orgoglio, piuttosto che esserne afflitti, in modo che si tolga di mezzo a voi chi ha compiuto una tale azione! 3 Orbene, io, assente col corpo ma presente con lo spirito, ho già giudicato come se fossi presente colui che ha compiuto tale azione: 4 nel nome del Signore nostro Gesù, essendo radunati insieme voi e il mio spirito, con il potere del Signore nostro Gesù, 5 questo individuo sia dato in balìa di satana per la rovina della sua carne, affinché il suo spirito possa ottenere la salvezza nel giorno del Signore.

2Co 2,8 Vi esorto quindi a far prevalere nei suoi riguardi la carità; 9 e anche per questo vi ho scritto, per vedere alla prova se siete effettivamente obbedienti in tutto. 10 A chi voi perdonate, perdono anch'io; perché quello che io ho perdonato, se pure ebbi qualcosa da perdonare, l'ho fatto per voi, davanti a Cristo,

2Co 13,8 Non abbiamo infatti alcun potere contro la verità, ma per la verità; 9 perciò ci rallegriamo quando noi siamo deboli e voi siete forti. Noi preghiamo anche per la vostra perfezione. 10 Per questo vi scrivo queste cose da lontano: per non dover poi, di presenza, agire severamente con il potere che il Signore mi ha dato per edificare e non per distruggere.

Nei casi sopraelencati Paolo dimostra di rivendicare a sè l'ultima parola sul rimettere o sul ritenere le colpe di alcuni o se far valere il suo severo giudizio di condanna versi taluni membri della Chiesa. E questi esempi pratici confermano quanto espresso da lui stesso con le parole già ricordate anche dagli altri: "a noi ha affidato il ministero della riconciliazione..."

Dunque i membri comuni devono sosttostare alle decisioni delle autorità poste a guida della Chiesa e non presumere di poter avere una pari opportunità di decidere se perdonare o meno, indipendentemente dall'autorità regolarmente costituita. Qualsiasi atto indipendente rischia di portare all'anarchia spirituale e alla divisione del corpo.

Ora, anche se nella Chiesa tutti i membri formano un corpo unico, e in virtù di questa unità, il potere donato da Cristo è da riferirsi alla Chiesa intera, tuttavia determinati atti vengono esplicati ordinariamente da persone investite di particolare autorità, secondo il giudizio dei responsabili della Chiesa stessa che possono anche variare nella forma di applicazione a seconda delle circostanze e dei momenti.

Nella storia infatti non sempre la remissione dei peccati ha avuto la stessa forma di amministrazione, ed anche oggi coesistono diverse forme di remissione secondo il giudizio dell'autorità attuale. Ad esempio troviamo accanto alla confessione privata anche quella comunitaria. Oppure particolari forme di remissione durante gli anni giubilari.

Quello che importa è il potere di rimettere i peccati, dato alla Chiesa. Sta a noi saper far tesoro profittando dei mezzi che la Chiesa ci offre e non criticando e pretendendo di decidere noi quello che invece compete ad altri; i quali, anche se hanno la nostra pari dignità di figli di Dio, hanno però particolari funzioni a cui sono stati adeguatamente preparati e mandati, e che in virtù del potere a loro trasmesso, indipendentemente dalle loro qualità o merito personale, possono realmente concedere il perdono a nome e per conto della Chiesa intera, formata da tutti i credenti.

Quanto sopra, a chiarimento per quanti sono umili e capaci di accogliere spiegazioni tratte dalla Scrittura.

Chi invece presume di avere il diritto di evangelizzare, di interpretare, di rimettere i peccati: insomma di poter fare da solo praticamente tutto, magari a discapito dell'essenziale che è l'unità, senza discernere che ad ognuno è stato affidato un compito per il bene del corpo intero, dimentica che Dio non può approvare il disordine e la critica distruttiva nel tentativo di distruggere la sua unica Chiesa.

E tu caro Andrea rifletti bene perchè corri davvero il rischio di poterti trovare tra questi.

Non so se interverrò ancora su questo argomento perchè ho anch'io l'impressione che tu non sia un ingenuo cattolico come volevi farci credere ma uno che continua a tentare di piazzare subdole frecciate  contro i nostri pastori e contro la nostra fede.

 

 

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Da: Soprannome MSNChisolm3 Inviato: 23/06/2005 8.53
Caro Teofilo, preciso e accurato come sempre, riguardo all'evoluzione (o consolidamento) della prassi penitenziale del corso della storia, tu dici:
 
Nella storia infatti non sempre la remissione dei peccati ha avuto la stessa forma di amministrazione, ed anche oggi coesistono diverse forme di remissione secondo il giudizio dell'autorità attuale. Ad esempio troviamo accanto alla confessione privata anche quella comunitaria. Oppure particolari forme di remissione durante gli anni giubilari.
 
Che io sappia, la "confessione comunitaria" è un rito penitenziale da non confondere col sacramento della riconciliazione che rimane nell'intimo incontro tra penitente e confessore. La sua origine, ma questo lo saprai meglio di me, è testimoniata nella Didachè:
 
Il giorno domenicale del Signore, riunitevi per spezzare il pane e rendere grazie, dopo aver inoltre confessato i vostri peccati...
 
Dunque, la valenza della cd "confesione comunitaria" è quella di rito collettivo, propedeutico, preparatorio a..., rito in cui il popolo di Dio si riconosce nella solidarietà del peccato condiviso per assicurarsi la solidarietà e l'efficiacia della grazia di Cristo, cioé del suo perdono. Poi, però, il peccato viene riconosciuto e rimesso in camera caritatis.
Tale perdono è individuale e, per prassi, non può esistere una seduta in cui ciascuno sbandiera i propri peccati per una assoluzione generale. Non tanto per una questione di pudore, quanto per l'unicità della salvezza operata da Cristo per ciascuno di noi.
 
Altra cosa è l'assoluzione in articulo mortis, data in circostanze speciali e particolari: es. i facchini che trasportano la macchina di S. Rosa per Viterbo, gli operai detti "sanpietrini" che si arrampicano sul Cupolone per manutenzione, i soldati prima di un'operazione rischiosa, dove non c'è il tempo sufficiente per la confessione auricolare particolare.
 
Mi permetto di specificare queste cose per evitare che la prassi della Chiesa venga fraintesa, specialmente se, a volte alcune persone sembrano vadano a cercare proprio quello: il fraintendimento.
 
Con la solita stima,
Chisolm
 

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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 23/06/2005 11.10
Caro Chisolm......te la sentiresti di allungare in due parole la differenza fra la confessione comunitaria e la confessione privata?
 
Dai..fai questo regalo al Gruppo prima di prenderti le meritate ferie.........
 
Non devi mica farci un trattato, ma sul serio..puntualizzare solo alcuni punti fermi perchè ho notato che quando si parla di questo Sacramento, leggo che ci sono molte persone che non comprendono questa differenza........
 
a te la tastiera.........
 
Fraternamente caterina

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Da: Nylus Inviato: 23/06/2005 11.26
Questo messaggio è stato eliminato dal gestore o dall'assistente gestore.

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Da: Soprannome MSNChisolm3 Inviato: 23/06/2005 11.44
Cercherò di farlo il prima possibile.
Sono impicciatissimo col lavoro. Non è una fuga, ma una promessa.
Comunque, se tu lo avessi disponibile, c'è il volumetto specifico per ogni sacramento (edito da Paoline). Sono dei gioiellini perché in essi c'è tutto quel che serve per comprendere sia la parte rituale liturgica, sia la sostanza stessa del sacramento.
Per dei semplicioni come noi sono ottimi.
A proposito, poco fa a momenti mi investono. E sì che stavo andando solo al bar... Che però è vicino alla chiesa...
Avessero frainteso?
Chisolm
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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 23/06/2005 11.59
Bene Chisolm..la chiacchierata al telefono con te è sempre preziosa......e come ti dicevo conosco questi libricini e dovrei avere in casa questo sulla confessione........
 
Comprendo il tuo "fuggire" anch'io sono in partenza questo fine settimana.......e non potrò seguire i dialoghi, ma abbiamo validi collaboratori.......
Chiedo solo agli iscritti di avere PAZIENZA.se non ricevessero immediate risposte....questo è il periodo critico.......
 
Buon lavoro a tutti
 
Fraternamente Caterina

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Da: Soprannome MSN°Gestore Inviato: 23/06/2005 13.31
Presentazione della lettera apostolica in forma di "motu proprio" Misericordia dei su alcuni aspetti della celebrazione del sacramento della penitenza
 
Alle ore 11.30 di giovedì 2 maggio 2002, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, si tiene la Conferenza Stampa di presentazione della Lettera Apostolica in forma di "Motu proprio" Misericordia Dei su alcuni aspetti della celebrazione del Sacramento della Penitenza.
Prendono parte alla Conferenza Stampa l’Em.mo Card. Joseph Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede; l’Em.mo Card. Jorge Arturo Medina Estévez, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti; S.E. Mons. Julián Herranz, Arcivescovo titolare di Vertara, Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi.

 

INTERVENTO DELL’EM.MO CARD. JOSEPH RATZINGER

Che l'umanità abbia bisogno di purificazione e di perdono, è del tutto evidente in questa nostra ora storica. Proprio per questo il Santo Padre nella sua Lettera Apostolica Novo millennio ineunte ha auspicato fra le priorità della missione della Chiesa per il nuovo millennio "un rinnovato coraggio pastorale per proporre in modo suadente ed efficace la pratica del sacramento della Riconciliazione" (n. 37).

A questo invito si riallaccia il nuovo Motu proprio Misericordia Dei e concretizza teologicamente, pastoralmente e giuridicamente alcuni importanti aspetti della prassi di questo Sacramento. Il Motu proprio sottolinea innanzitutto il carattere personalistico del Sacramento della Penitenza: come la colpa malgrado tutti i nostri legami con la comunità umana è ultimamente qualcosa di totalmente personale, così anche la nostra guarigione, il perdono deve essere totalmente personale. Dio non ci tratta come parti di un collettivo - egli conosce ogni singolo per nome, lo chiama personalmente e lo salva, se è caduto nella colpa. Anche se in tutti i sacramenti il Signore si rivolge direttamente al singolo, il carattere personalistico dell'essere cristiani si manifesta in modo particolarmente chiaro nel sacramento della penitenza. Ciò significa che sono parti costitutive del sacramento la confessione personale e il perdono rivolto a questa persona. L'assoluzione collettiva è una forma straordinaria e possibile solo in ben determinati casi di necessità; essa presuppone inoltre - proprio a partire dall'essenza del sacramento - la volontà di provvedere alla confessione personale dei peccati, non appena ciò sarà possibile. Questo carattere fortemente personalistico del Sacramento della Penitenza era stato un po' messo in ombra negli ultimi decenni a motivo di un sempre più frequente ricorso all'assoluzione collettiva, che era considerata sempre più come una forma normale del sacramento della Penitenza - un abuso, che ha contribuito alla progressiva scomparsa di questo sacramento in alcune parti della Chiesa.

Se il Papa ora riduce nuovamente i confini di questa possibilità, potrebbe insorgere l'obiezione: ma il sacramento della penitenza ha pur subito nella storia molte trasformazioni, e perché non anche questa? Al riguardo occorre dire che la forma del sacramento manifesta in realtà nel corso della storia notevoli variazioni, ma la componente personalistica gli era sempre essenziale.

La Chiesa ha avuto coscienza ed ha coscienza che solo Dio può perdonare i peccati (cfr Mc 2,7). Perciò doveva imparare a discernere con attenzione, quasi con timore, quali poteri il Signore le aveva trasmesso e quali no. Dopo un lungo cammino di maturazione storica il Concilio di Trento ha esposto in una forma organica la dottrina ecclesiale sul sacramento della penitenza (DS 1667-1693; 1701-1715).

I Padri del Concilio di Trento hanno compreso le parole del Risorto ai suoi discepoli in Giov. 20, 22s come le specifiche parole dell'istituzione del sacramento: "Ricevete lo Spirito Santo! A chi rimetterete i peccati, saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi" (DS 1670; 1703; 1710). A partire da Giov. 20 essi hanno interpretato Mt 16, 19 e 18, 18 e compreso il potere delle chiavi della Chiesa come potere di remissione dei peccati (DS 1692; 1710). Erano pienamente consapevoli dei problemi di interpretazione di questi testi ed hanno fondato pertanto l'interpretazione nel senso del sacramento della penitenza con l'ausilio dell' "intelligenza della Chiesa", che si esprime nel consenso universale dei Padri (1670; 1679; 1683; importante 1703). Il punto decisivo in queste parole di istituzione consiste nel fatto che il Signore affida ai discepoli la scelta fra remittere et ligare, retinere et solvere: i discepoli non sono semplicemente uno strumento neutrale del perdono divino, piuttosto è loro affidato un potere di discernere e così un dovere di discernere nei singoli casi. I Padri hanno visto qui il carattere giudiziale del sacramento. Al sacramento della penitenza appartengono pertanto essenzialmente due aspetti: da una parte quello sacramentale, cioè il mandato del Signore, che va al di là del potere proprio dei discepoli, ed anche della comunità dei discepoli della Chiesa; dall'altra l'incarico della decisione, che deve essere fondata oggettivamente, quindi deve essere giusta ed in questo senso ha carattere giudiziale. Appartiene così al sacramento stesso la "iurisdictio", che esige un ordinamento giuridico da parte della Chiesa, ma naturalmente deve essere sempre orientata all'essenza del sacramento, alla volontà salvifica di Dio (1686s). Trento si differenzia così chiaramente dalla posizione riformata, secondo cui il sacramento della penitenza significa solo una manifestazione di un perdono già concesso nella fede, quindi non pone nulla di nuovo, ma solo annuncia, ciò che nella fede sempre già esiste.

Questo carattere sacramentale-giuridico del sacramento ha due importanti implicazioni: si tratta, se le cose stanno così, di un sacramento diverso dal battesimo, di un sacramento specifico, che presuppone un particolare potere sacramentale, quindi che è legato all'ordine (1684). Se però deve esserci una valutazione giudiziale, allora è chiaro che il giudice deve conoscere la fattispecie da giudicare. Nell'aspetto giuridico è implicita la necessità della confessione personale con la comunicazione dei peccati, per i quali deve essere chiesto il perdono a Dio e alla Chiesa, perché essi hanno infranto quell'unità di amore con Dio donata nel battesimo. A partire di qui il Concilio può dire che è necessario "iure divino" confessare tutti e singoli i peccati mortali (can. 7, 1707). Il dovere della confessione è istituito - così ci dice il Concilio - dal Signore stesso e costitutivo del sacramento, non lasciato quindi alla disposizione della Chiesa.

Non è dunque nel potere della Chiesa sostituire la confessione personale con l'assoluzione generale: questo ci ricorda il Papa nel nuovo Motu proprio, che è così espressione della coscienza della Chiesa a riguardo dei limiti del suo potere - esprime il legame con la parola del Signore, che obbliga anche il Papa. Solo nella situazione di necessità, nella quale la salvezza ultima dell'uomo è in gioco, l'assoluzione può essere anticipata e la confessione rimandata ad un momento, in cui per questo sarà data la possibilità: questo è il vero senso di ciò che in modo piuttosto oscuro viene reso con la parola assoluzione collettiva. Qui è ora nondimeno compito della Chiesa definire quando si è in presenza di una tale situazione di necessità. Dopo che negli ultimi decenni - come già accennato - si erano diffuse interpretazioni estensive per molti motivi insostenibili del concetto di necessità, il Papa in questo documento dà precise determinazioni, che devono essere applicate nei particolari da parte dei Vescovi.

E' allora questo un testo, che pone nuovi pesi sulle spalle dei cristiani? E' proprio il contrario: il carattere totalmente personale dell'esistenza cristiana viene difeso. Certamente, la confessione della propria colpa può apparire spesso pesante alla persona, perché umilia il suo orgoglio e lo confronta con la sua povertà. Ma è proprio di questo che abbiamo bisogno; proprio di questo soffriamo, che ci rinchiudiamo nel nostro delirio di incolpevolezza e così ci chiudiamo anche davanti agli altri e nei confronti degli altri. Nelle cure psicoterapeutiche si esige dalle persone di portare il peso di profonde e spesso pericolose rivelazioni circa la loro interiorità. Nel sacramento della Penitenza si depone con fiducia nella bontà misericordiosa di Dio la semplice confessione della propria colpa. E' importante fare questo senza cadere nello scrupulo, nello spirito di confidenza proprio dei figli di Dio. Così la confessione può divenire un'esperienza di liberazione, nella quale il peso del passato ci abbandona e noi possiamo sentirci ringiovaniti per merito della grazia di Dio, che ci ridona ogni volta la giovinezza del cuore.


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Da: Soprannome MSNClint_Eastwood82 Inviato: 23/06/2005 13.55

Intervengo a questo forum per rispondere ad un'affermazione di Gino in risposta a ciò che aveva detto Andrea :

"Se io faccio un peccato mortale e mi ravvedo davanti a Dio sono perdonato anche se non mi confesso dal prete.

No caro Andre non sei perdonato, mi dispiace."


Caro Gino, io essendo cattolico non sminuisco di certo il sacramento della confessione, è un sacramento molto importante, ma dire che se uno è ravveduto non viene perdonato perchè non si confessa, senza offesa ma è un pò arrogante; tu non puoi sapere ciò che viene perdonato da Dio a un fratello, se questo fratello è sinceramente pentito con cuore  e magari non ha avuto modo di confessarsi ad un prete, è perdonato eccome.

Come disse Dio Padre a Santa Caterina, I preti e ministri suoi sono come coloro che dispensano ristoro ai viandanti(fedeli) che vanno per il ponte,la Via della Verità, quindi i sacramenti sono importanti, ma appunto se una persona magari non ha avuto modo di confessarsi ed è pentita,non si può essere arroganti da dire , non è perdonata.

Ovviamente con tutto questo discorso non volevo avvalorare la poca importanza che dà andrea ai preti, ma volevo cercare di correggerti Gino, perchè mi sei sembrato troppo impulsivo con quella frase, sono frasi che poi gli evangelici usano contro i cattolici.

 

Ti vorrei rispondere Gino anche ad un altra tua frase con il Dialogo della Divina Provvidenza: tu scrivi:" no, vai all'inferno per colpa tua perchè hai commesso uno dei peccati imperdonabili"

Sul Dialogo sta scritto:

"Se l'anima avesse lume per conoscere e dolersi della sua colpa,non della pena dell'inferno che ne consegue, ma perché ha offeso Me,che sono somma ed eterna bontà,troverebbe ancora misericordia. Ma se passa il punto della morte senza lume,solo col verme della coscienza,senza la speranza del Sangue,o dolendosi nelle sue pene più del suo danno che della mia offesa,giunge all'eterna dannazione.
Allora è ripreso crudamente dalla mia giustizia sia per l'ingiustizia come per il falso giudizio; e non solo dell'ingiustizia e giudizio generale,che ha usato comunemente nel mondo in tutte le sue operazioni, ma molto maggiormente della ingiustizia e giudizio particolare,che ha usato in ultimo, cioè d'aver supposta la sua miseria maggiore della mia misericordia. "Questo è quel peccato che non è perdonato né di qua né di la", perché con questo non vuole, ma spregia la mia misericordia. Esso mi è più gravoso di tutti gli altri peccati che egli ha commessi." 
Dialogo della Divina Provvidenza  - Capitolo 37


Spero non ti sarai offeso Gino, era solo un modo di chiarire.

x Caterina
||Grazie a Dio dal prete empio non si riceve un falso Sacramento, il Sacramento resta valido per la potenza di chi ci sta dietro: CRISTO .........|| <--- E' vero, anche se il prete fosse il peggior diavolo, i sacramenti non si intaccano, il prete corrotto poi pagherà ovviamente per le sue iniquità ma ciò non ha influenza sui sacramenti.

 


A lode e gloria di Dio Padre e di Nostro Signore Gesù Cristo.


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Da: Soprannome MSN°Gino¹ Inviato: 23/06/2005 14.09
Caro Clint, io avevo risposto ad Andre che  per me è un protestante e come tu sai i protestanti si confessano da soli con Dio senza mettere di mezzo il sacerdote che ci ha dato Gesù Cristo col suo mandato.
 
Anche se la mia risposta ti può sembrare arrogante, quando poi mi dici
tu non puoi sapere ciò che viene perdonato da Dio a un fratello, se questo fratello è sinceramente pentito con cuore  e magari non ha avuto modo di confessarsi ad un prete, è perdonato eccome
 
sì in quel caso sì, ma Andre intendeva confessarsi lui solo davanti a Dio senza il sacerdote... questo è quello che mi ha insegnato la Chiesa, poi se tu non vuoi andare dal sacerdote e chiedere perdono direttamente a Dio padronissimo di farlo.
 
poi mi dici

Ti vorrei rispondere Gino anche ad un altra tua frase con il Dialogo della Divina Provvidenza: tu scrivi:" no, vai all'inferno per colpa tua perchè hai commesso uno dei peccati imperdonabili"

se tu vai da un prete e questo non ti assolve e muori dove vai?  dimmelo tu...  certamente la Misericordia di Dio non ha limiti ma la Chiesa mi dice che quando un prete non mi assolve io rimango nel peccato.

Per il resto non mi sono offeso.... i forum servono per questo , per discutere.

Ciao


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Da: Soprannome MSNClint_Eastwood82 Inviato: 23/06/2005 14.56
Bè si , in questo caso la cosa è più chiara, con il mio discorso non volevo certo estromettere il sacerdote, cosa che darebbe ad intendere Andrea, volevo sottolineare più che altro che ci possono essere situazioni in cui non è possibile avere un sacerdote, ma noi di certo non possiamo lamentarci, ce ne sono in abbondanza :)
 
Il problema del prete che non mi assolve sinceramente non me lo sono mai posto, ma spero comunque e prego Dio di non essere mai in simili situazioni, sia io che altri.
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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 23/06/2005 15.52
Ringraziando Clint per l'approfondimento e tenendo conto del Motu Proprio il Misercordia Dei qui proposto........
possiamo proseguire con questi esempi che traggo sia da Gino che da Clint.........
 
Mettiamo caso che (battezzato qual sono perchè altra cosa sarà se vogliamo parale dei NON cristiani....) uccido una persona e finalmente mi decido di confessarlo NON alla polizia ma solo al prete..ben sapendo anche del suo segreto al quale deve sottostare.......è ovvio che in tal caso non posso PRETENDERE nè il il perdono di Dio, e neppure l'assoluzione.........
E' ovvio che se sono veramente pentito del male commesso, SE SOFFRO NEL CUORE PER IL MALE COMPIUTO E SE RIESCO A PERCEPIRE QUESTO AMORE DI DIO "MISERICORDIA DEI"..... CHE DALLA CROCE MI GUARDA PER DIRMI: CORAGGIO NON E' LA FINE DEL MONDO, PUOI RIALZARTI........se capisco, se comprendo questo........allora potrà anche venirmi addosso un treno che il Signore stesso provvederà affinchè LA MIA PURIFICAZIONE SI COMPLETI...........ma attenzione.se pur capendo rifiuto di andarmi a costituire.... rischio di PEGGIORARE LA MIA POSIZIONE DAVANTI A DIO.....perchè Lui sa tutto......e possiamo anche prendere in giro il sacerdote, ma non certo a Dio....... e prendere o pensare di prendere in giro il sacerdote nella confessione, ovviamente non può che far peggiorare il percorso della RIABILITAZIONE, osiamo dire, DELL'ANIMA........
 
Ma insomma.come ridendo diceva Chisolm, diamine.non pensiamo di essere così sfigati da incorrere sempre in incidenti mortali senza la dovuta assoluzione dei peccati.....diamine la nostra fede è anche FIDUCIA E SPERANZA........ottimismo......
 
Insomma questo Sacramento parte anche da un aspetto biblico: nulla di cio' che e' impuro può entrare nel Regno dei Cieli.......in qualche modo e in qualche "dove" occorre procedere ad una totale RIABILITAZIONE........per questo Gesù è venuto, lo dice Lui stesso: PERCHE' ABBIANO LA VITA E L'ABBIANO IN ABBONDANZA......ma occorre sudare......e sudare SANGUE (pensiamo al personale nostro Getsemani) affinchè Cristo possa operare dentro di noi......la Confessione E' UN DONO IMMENSO DEL PADRE CHE PER MEZZO DI CRISTO VUOLE RICONCILIARE A SE' TUTTI GLI UOMINI........ecco che Giovanni Paolo II può dire:
 
Lungo la storia e nell'ininterrotta prassi della Chiesa «il ministero della riconciliazione» (2 Cor 5, 18), donata mediante i sacramenti del Battesimo e della Penitenza, si è dimostrato un impegno pastorale sempre vivamente sentito, compiuto in ossequio al mandato di Gesù come parte essenziale del ministero sacerdotale.
..................
 
Guardate amici che questo è un dono IMMENSO.......e riguardo alle gravi necessità.....non affidiamoci al "caso" delle nostre interpretazioni seppur in buona fede...... il Papa scriveva già questa necessità.....leggiamo e apprendiamo quanto è Buono il Signore.....
 

Circa il caso di grave necessità, si precisa quanto segue:

a) Si tratta di situazioni che, oggettivamente, sono eccezionali, come quelle che si possono verificare in territori di missione o in comunità di fedeli isolati, dove il sacerdote può passare soltanto una o poche volte l'anno o quando le condizioni belliche, meteorologiche o altre simili circostanze lo consentano.

b) Le due condizioni stabilite nel canone per configurare la grave necessità sono inseparabili, per cui non è mai sufficiente la sola impossibilità di confessare «come si conviene» i singoli entro «un tempo conveniente» a causa della scarsità di sacerdoti; tale impossibilità deve essere unita al fatto che altrimenti i penitenti sarebbero costretti a rimanere «a lungo», senza loro colpa, privi della grazia sacramentale. Si debbono perciò tener presenti le circostanze complessive dei penitenti e della diocesi, per quanto attiene l'organizzazione pastorale di questa e la possibilità di accesso dei fedeli al sacramento della Penitenza.

c) La prima condizione, l'impossibilità di poter ascoltare le confessioni «come si conviene» «entro un tempo conveniente», fa riferimento solo al tempo ragionevolmente richiesto per l'essenziale amministrazione valida e degna del Sacramento, non essendo rilevante a tale riguardo un colloquio pastorale più lungo, che può essere rimandato a circostanze più favorevoli. Questo tempo ragionevolmente conveniente, entro cui ascoltare le confessioni, dipenderà dalle possibilità reali del confessore o confessori e degli stessi penitenti.

d) Circa la seconda condizione, sarà un giudizio prudenziale a valutare quanto lungo debba essere il tempo di privazione della grazia sacramentale affinché si abbia vera impossibilità a norma del can. 960, allorché non vi sia imminente pericolo di morte. Tale giudizio non è prudenziale se stravolge il senso dell'impossibilità fisica o morale, come accadrebbe se, ad esempio, si considerasse che un tempo inferiore a un mese implicherebbe rimanere «a lungo» in simile privazione.

e) Non è ammissibile il creare o il permettere che si creino situazioni di apparente grave necessità, derivanti dalla mancata amministrazione ordinaria del Sacramento per inosservanza delle norme sopra ricordate(20) e tanto meno, dall'opzione dei penitenti in favore dell'assoluzione in modo generale, come se si trattasse di una possibilità normale ed equivalente alle due forme ordinarie descritte nel Rituale.

f) La sola grande affluenza di penitenti non costituisce sufficiente necessità, non soltanto in occasione di una festa solenne o di un pellegrinaggio, ma neppure per turismo o altre simili ragioni dovute alla crescente mobilità delle persone.

5. Giudicare se ricorrano le condizioni richieste a norma del can. 961, § 1, 2º, non spetta al confessore, ma «al Vescovo diocesano, il quale, tenuto conto dei criteri concordati con gli altri membri della Conferenza Episcopale, può determinare i casi di tale necessità».(21) Tali criteri pastorali dovranno essere espressione della ricerca della totale fedeltà, nelle circostanze dei rispettivi territori, ai criteri di fondo espressi dalla disciplina universale della Chiesa, i quali peraltro poggiano sulle esigenze derivanti dallo stesso sacramento della Penitenza nella sua divina istituzione.

6. Essendo di fondamentale importanza, in una materia tanto essenziale per la vita della Chiesa, la piena armonia tra i vari Episcopati del mondo, le Conferenze Episcopali, a norma del can. 455 § 2 del C.I.C., faranno pervenire quanto prima alla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti il testo delle norme che esse intendono emanare oppure aggiornare, alla luce del presente Motu proprio sull'applicazione del can. 961 del C.I.C. Ciò non mancherà di favorire una sempre più grande comunione tra i Vescovi di tutta la Chiesa, spingendo ovunque i fedeli ad attingere abbondantemente alle fonti della misericordia divina, sempre zampillanti nel sacramento della Riconciliazione.

In questa prospettiva di comunione sarà pure opportuno che i Vescovi diocesani riferiscano alle rispettive Conferenze Episcopali circa il verificarsi o meno, nell'ambito della loro giurisdizione, di casi di grave necessità. Sarà poi compito delle Conferenze Episcopali informare la predetta Congregazione circa la situazione di fatto esistente nel loro territorio e sugli eventuali mutamenti che dovessero in seguito registrarsi.

.................
...se soltanto studiassimo di più il Magistero e lasciassimo "agli altri" le farneticanti conclusioni provenienti dal nulla... sicuramente renderemo noi stessi un servigio sia per nostra formazione, sia per amore al Prossimo..
 
Fraternamente Caterina
 
 
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Da: Soprannome MSN°Teofilo Inviato: 24/06/2005 0.04

Caro Chisolm,

ti ringrazio per la puntualizzazione, più che opportuna considerando i possibili fraintendimenti in questa materia.

Siccome se ne presenta l’occasione vorrei comunque ampliare ulteriormente il discorso, anche per rispondere a delle obiezioni poste da alcuni.

Esistono dei casi limite in cui viene concessa l’assoluzione generale che è opportunamente regolamentata dalla Chiesa.

Traggo dal libro intitolato "Incontrare Cristo nei sacramenti" a cura del vescovo ausiliare di Colonia, Hubert Luthe, (con prefazione dell’allora card. Ratzinger) a pag.283, il seguente brano:

 

SENSO E LIMITI DELL'ASSOLUZIONE GENERALE

….

Se leggiamo i documenti ecclesiastici sull'assoluzione generale, constatiamo che la legittimità dell'assoluzione generale non è mai stata posta in dubbio, ma c'è stato un ampliamento delle situazioni di necessità: dapprima (guerra mondiale 1914-1918) si pensava solo a quella dei soldati al fronte prima di una battaglia, poi con Pio XII si pensò anche a quella dei bombardamenti (guerra mondiale 1939-1945) e delle catastrofi naturali. A questi stati di necessità straordinari il papa aggiunse pure alcune situazioni permanenti, come la mancanza di sacerdoti (nelle terre di missioni). Per tali situazioni il Rito della penitenza" emanato da Paolo VI, prevede liturgie penitenziali con assoluzione generale. Inoltre, per evitare arbìtrii pastorali e fraintendimenti circa il dovere della confessione, esso concede precisi poteri al vescovo locale.

Ci si è mossi quindi nel senso di estendere il concetto di stato di necessità, presupposto fondamentale per l'assoluzione generale: su questo punto la Chiesa dispone di un certo margine decisionale. Nello stesso tempo divennero più chiari i criteri per stabilire le situazioni di necessità: per concedere l'assoluzione generale ci devono essere dei motivi oggettivi, cioè non dipendenti dal penitente (per es. grande scarsità di sacerdoti, bombardamenti- non è sufficiente una situazione di necessità superabile dal penitente come ad es. una grande affluenza al confessionale prima dei giorni di festa). Diversa è invece la situazione nei territori dove i sacerdoti sono molto scarsi e dove per mesi non si ha alcuna possibilità di confessarsi in condizioni accettabili (senza dover per esempio recarsi molto lontano!). Tuttavia in situazioni del genere il sacerdote dovrebbe offrire la possibilità di confessarsi una volta o l'altra nel corso dell'anno.

I documenti ecclesiastici sull'assoluzione generale esortano i sacerdoti a ricordare ai fedeli il grave dovere di confessare alla prima occasione i peccati mortali. Così le "Norme pastorali circa l'assoluzione sacramentale da impartire in modo generale", emanate il 16 giugno 1972, esigono che i fedeli, cui in casi di necessità è stata impartita l'assoluzione generale, "siano ben disposti, cioè ciascuno sia pentito dei peccati commessi, proponga di astenersene, intenda riparare gli scandali e i danni eventualmente provocati, e proponga, altresì, di confessare a tempo debito i singoli peccati gravi, che al momento non può confessare. Circa tali disposizioni e condizioni richieste per la validità del sacramento, i fedeli debbono essere accuratamente avvertiti dai sacerdoti" (n. VI). Senza il pentimento, il proposito, la volontà di riparare e di confessarsi personalmente, l'assoluzione generale è quindi invalida (e non solo illecita!), perché il dovere della confessione, come ricordano tali norme pastorali, viene da una disposizione divina, che chiunque abbia la volontà di convertirsi non può disprezzare.

Entro quanto tempo bisogna confessarsi dopo l'assoluzione generale?

Le "Norme pastorali" (n. VII) precisano: prima di ricevere una nuova assoluzione generale, a meno che non vi sia qualche valido motivo che lo impedisca, e comunque in occasione della confessione annuale, cui sono obbligati tutti i cristiani che abbiano commesso peccati mortali (eccetto che in caso di impossibilità morale). L'assoluzione generale offre dunque un aiuto in situazioni di necessità, ma non una scappatoia per aggirare la confessione.

Con affetto


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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 24/06/2005 0.31
...infatti Teofilo....nel messaggio 83 dove è stato riportato il testo sempre di Ratzinger sul Motu Proprio del Misericordia Dei leggiamo:
 
..........
Il Motu proprio sottolinea innanzitutto il carattere personalistico del Sacramento della Penitenza: come la colpa malgrado tutti i nostri legami con la comunità umana è ultimamente qualcosa di totalmente personale, così anche la nostra guarigione, il perdono deve essere totalmente personale. Dio non ci tratta come parti di un collettivo - egli conosce ogni singolo per nome, lo chiama personalmente e lo salva, se è caduto nella colpa. Anche se in tutti i sacramenti il Signore si rivolge direttamente al singolo, il carattere personalistico dell'essere cristiani si manifesta in modo particolarmente chiaro nel sacramento della penitenza. Ciò significa che sono parti costitutive del sacramento la confessione personale e il perdono rivolto a questa persona. L'assoluzione collettiva è una forma straordinaria e possibile solo in ben determinati casi di necessità; essa presuppone inoltre - proprio a partire dall'essenza del sacramento - la volontà di provvedere alla confessione personale dei peccati, non appena ciò sarà possibile. Questo carattere fortemente personalistico del Sacramento della Penitenza era stato un po' messo in ombra negli ultimi decenni a motivo di un sempre più frequente ricorso all'assoluzione collettiva, che era considerata sempre più come una forma normale del sacramento della Penitenza - un abuso, che ha contribuito alla progressiva scomparsa di questo sacramento in alcune parti della Chiesa.

Se il Papa ora riduce nuovamente i confini di questa possibilità, potrebbe insorgere l'obiezione: ma il sacramento della penitenza ha pur subito nella storia molte trasformazioni, e perché non anche questa? Al riguardo occorre dire che la forma del sacramento manifesta in realtà nel corso della storia notevoli variazioni, ma la componente personalistica gli era sempre essenziale.

.........
 
in entrambi i testi si percepisce il caso di STRAORDINARIETA' DELLA CONFESSIONE COLLETTIVA......... dove infatti Ratzinger parla anche di ABUSO di questa opportunità che comunque ESISTE ed è efficace ma, come giustamente chiudevi tu:
 
L'assoluzione generale offre dunque un aiuto in situazioni di necessità, ma non una scappatoia per aggirare la confessione.
...................
 
Fraternamente caterina

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Da: quovadis Inviato: 24/06/2005 11.51
L'argomento del Forum si riallaccia , per il tipo di interventi a quello dell'abuso della Misercordia ....... in sostanza  se posso pentirmi da solo con un bell'atto di dolore perfetto perchè preoccuparmi della Confessione ?
Innanzitutto non credo che il Signore non ti conceda la possibilità del ravvedimento finale , pertanto non ti punisce col fulmine dell'impenitenza con morte improvvisa..... ma questa è una questione di fede . Il vero pericolo è una finta penitenza , perchè parliamoci chiaro entrare in un confessionale e confessare i Peccati è un atto di profonda umiltà ...... è profonda umiltà andare a confessare un peccato a chi magari giudichi , molte volte con pregiudizio , peggiore di te . Tanto è più facile vedersela da soli col Padre Eterno .... perchè non si vede e non si sente , pardon si sente col cuore , ma a volte col cuore si sente solo la voce del proprio orgoglio . Se è nato il Protestantesimo questo è dovuto a qualcosa del genere ; orbene chi molla La Chiesa Cattolica per una della correnti moderne  di questa strana faccia del Cristianesimo molte volte lo fa proprio perchè non vuole fare quell'atto di umiltà tanto faticoso...... Forse non gli è stato insegnato bene ! 
 
Saluti fraterni Q.
 

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Da: Soprannome MSNClint_Eastwood82 Inviato: 25/06/2005 15.26
Questo messaggio è stato eliminato dall'autore.

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Da: Soprannome MSNClint_Eastwood82 Inviato: 25/06/2005 15.28
Quovadis è proprio come la intendo io, sei stato breve ma significativo.

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Da: Soprannome MSNIyvan5 Inviato: 26/06/2005 3.04
Ciò che molti non comprendono è che la Confessione è anche un atto di UMILTA'.
E' facile sentirsi umili davanti a Dio, meno facile è umiliarsi davanti ad un uomo che, pur rappresentando in quel momento Cristo, rimane comunque sempre un uomo. magari non migliore del penitente.
 
Non basta prendere coscienza delle proprie miserie e confessarle a Dio, che poi già ci conosce molto bene anche senza la Confessione, occorre qualcosa di più, occorre togliere la maschera di finto perbenismo con la quale spesso ci rapportiamo con i nostri simili e mostrarci per quello che siamo.
 
Non importa come sia umanamente il confessore, per un cristiano cattolico egli rappresenta in quel momento il Cristo e noi dobbiamo avere ben presente questo e non giudicare altro; se per assurdo il sacerdote sbagliasse nell'assolverci o nel non assolverci, sarà una sua responsabilità di fronte a Lui, e in ultima analisi il rapporto vero sarà sempre tra noi e Dio, il quale soltanto è in grado di valutare la certezza del nostro pentimento, senza il quale nulla e nessuno può sciogliere le nostre colpe.
 
Se, in tutta buona fede, chi pratica una religione non cattolica è convinto che la Confessione auricolare non sia necessaria, io penso che Dio guarderà in questo caso la genuinità del suo pentimento. Ma per chi invece considera il sacerdote il rappresentante di Cristo, allora la Confessione auricolare diventa per lui indispensabile per ottenere il perdono, perchè se non la facesse sarebbe un rifiuto in contraddizione con le sue stesse convinzioni e sarebbe un peccato di orgoglio.
 
Mi sembra abbastanza ovvio che, se non ci fosse il tempo per praticarla, allora Dio guarderà al pentimento, per il quale c'è tempo anche fino all'ultimo istante della nostra vita, e Dio non ci toglierà certo quest'ultima possibilità. 
 
iyvan 
 
 
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Da: Soprannome MSN°Teofilo Inviato: 26/06/2005 22.59

Se, in tutta buona fede, chi pratica una religione non cattolica è convinto che la Confessione auricolare non sia necessaria, io penso che Dio guarderà in questo caso la genuinità del suo pentimento. Ma per chi invece considera il sacerdote il rappresentante di Cristo, allora la Confessione auricolare diventa per lui indispensabile per ottenere il perdono, perchè se non la facesse sarebbe un rifiuto in contraddizione con le sue stesse convinzioni e sarebbe un peccato di orgoglio.


Caro lyvan,

naturalmente non possiamo sapere come Dio giudicherà ciascun uomo, nè possiamo noi sentenziare riguardo agli altri uomini. Possiamo solo sapere la via ordinaria da lui stabilita che è quello di aver lasciato alla Chiesa il compito di rimettere i peccati in suo nome.

Chi pratica una religione non cattolica troverà forse interessante un pensiero di Lutero riguardo alla confessione. Egli diceva:

"La confessione segreta, come viene fatta ora, sebbene non trovi conferma nella Scrittura, tuttavia mi piace moltissimo e la stimo utile, anzi necessaria, né vorrei che non ci fosse; anzi mi rallegro che sia stata istituita nella Chiesa di Cristo, poiché è l’unico conforto per le coscienze tormentate.

Infatti, manifestati i nostri rimorsi al fratello ed avendogli rivelato in spirito fraterno la colpa nascosta, riceviamo dalla sua bocca una parola di conforto detta da Dio. Ascoltandola con fede, ritroviamo la pace nella misericordia di Dio, che ci rivolge la sua parola per mezzo del fratello.

Naturalmente Lutero attribuiva la possibilità di assolvere a tutti i fedeli in generale, ma su questo punto è chiaro che non siamo  d'accordo con lui.

Con affetto


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Da: Soprannome MSN°Teofilo Inviato: 01/07/2005 12.16

Si dice che il sacramento della Confessione sia in crisi I giovani e i bambini, ma anche molti adulti, non sembrano più ricordare - forse nessuno lo ha loro insegnato - quante e quali siano le cose necessarie per fare una buona confessione.

 Ce le ricorda il mai troppo elogiato, per chiarezza e capacità sintetica, Catechismo di san Pio X il quale, al n 358, afferma "Per fare una buona confessione si richiedono cinque cose:

 1° l'esame di coscienza,

2° il dolore dei peccati,

3° il proponimento di non commetterne più,

4° l'accusa dei peccati,

5° la soddisfazione o penitenza.

 Tutto qui II linguaggio sarà pure da aggiornare, ammettiamolo, ma la verità del contenuto resta per sempre.


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Consiglia Elimina    Messaggio 96 di 98 nella discussione 
Da: Soprannome MSNAnam_cara_2 Inviato: 01/07/2005 17.21
Sara' una scelta personale...ma io almeno una volta al mese mi confesso!
 
Perche'?
 
Perche' anche le piu' piccole dimenticanze...le piu' piccole omissioni...mi restano come peso davanti a Dio!
 
Credo nella confessione perche' mi auta a mettermi sempre nella Via giusta per seguire Cristo!
 
Perche' desidero sentirmi sempre unita a Lui anche nelle piccole difficolta' di ogni giorno...
 
Perche' attraverso la confessione ...ottengo sempre una guarigione da tutti i miei mali spirituali...
 
E' una gioia rivolgersi a Colui che ha pagato per me chiedendoGli di aiutarmi a non ricadere nelle mie colpe!
 
Ma vi rendete conto di quanto grande sia questo Sacramento?
Rispondi
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Da: Soprannome MSN°Teofilo Inviato: 02/07/2005 22.43
Cara Anam,
fai benissimo nel provvedere periodicamente alla confessione.
Se tutti avessimo l'attenzione per la pulizia della nostra anima quanto ne abbiamo per il corpo, forse nel mondo non ci sarebbero tante brutture.
 
A testimonianza che la prassi di rimettere i peccati risale ai primordi della Chiesa, in ottemperanza a quanto stabilito da Cristo, e secondo l'interpretazione che diamo ancora oggi alle Sue parole, rimetto un testo di S. Ambrogio:
 

Essi dicono che onorano il Signore, giacché riconoscono il diritto di condonare i peccati a lui solo. Coloro, invece, che violano coscientemente la legge del Signore e sovvertono il magistero che egli ha loro affidato offendono assai gravemente Dio. Cristo medesimo ha detto nel Vangelo: "Ricevete lo Spirito Santo e a chi rimetterete i peccati saranno a lui rimessi, e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi" (Gv 20,22.23). Dunque, rende onore maggiore chi ubbidisce ai comandi o chi disubbidisce?

La Chiesa ottempera all`uno e all`altro comando: a quello di non rimettere la colpa e a quello dell`assolverla. L`eresia, invece, è spietata nell`esecuzione del primo dei due imperativi, disubbidiente nell`altro. Pretende legare ciò che non intende sciogliere, non vuole sciogliere ciò che ha legato. Si condanna manifestamente da se medesima. Il Signore, infatti, ha voluto che il diritto di assolvere e quello di non assolvere siano del tutto identici. Ha garantito entrambi e a pari condizioni. E` ovvio che chi non possiede l`uno, non può possedere l`altro diritto. Infatti, in conformità agli insegnamenti di Dio, chi ha il potere di condannare ha anche quello di perdonare. Logicamente, l`affermazione dei Novaziani cade. Col negare a sé la potestà del condonare sono costretti a rinunciare a quella del non assolvere. Come potrebbe essere lecita l`una e non l`altra potestà? A chi è stato fatto dono di entrambe o è chiaro che sono possibili l`una e l`altra o nessuna delle due. Alla Chiesa sono, dunque, lecite entrambe, all`eresia né l`una né l`altra. A ben considerare, tale facoltà è stata data, infatti, ai soli sacerdoti. A ragione, pertanto, la Chiesa che ha ministri legittimi, si arroga l`uno e l`altro diritto, l`eresia non può, al contrario, farlo, poiché non ha i sacerdoti di Dio. Col non rivendicare le due potestà, l`eresia sentenzia nei propri riguardi che, non avendo ministri legittimi, non può attribuirsi un loro diritto. Nella sfacciata tracotanza è dato intravedere un`ammissione, sia pure timida.

Tieni anche presente: chi riceve lo Spirito Santo, riceve la potestà di assolvere e di non assolvere i peccati. Sta scritto: "Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi". Dunque, chi non può assolvere non possiede lo Spirito Santo, dal momento che è lo Spirito Santo, appunto, a far dono del ministero sacerdotale e la sua autorità è nel condonare e nel non rimettere le colpe. Come, perciò, i Novaziani potrebbero rivendicare un dono di chi mettono in dubbio l`autorità, la potestà?

Che dire della loro enorme sfacciataggine? Lo Spirito di Dio è incline alla pietà, non già alla durezza. Essi, al contrario, non vogliono ciò che egli dice di volere e fanno ciò che egli afferma di non gradire. Eppure il castigare si addice al giudice, il perdonare, invece, all`indulgente. Tu che appartieni alla setta dei Novaziani saresti, pertanto, piú tollerabile coll`assolvere che col non condonare. Col non essere indulgente peccheresti di disubbidienza verso Dio, coll`usare misericordia, elargiresti il perdono, dimostrando di provare, almeno, pietà di chi vive nell`afflizione.

(Ambrogio, De Paenit. 1, 2)

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13/09/2009 07:27
 
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Da: Soprannome MSN7978Pergamena Inviato: 01/08/2005 14.24
Quanto segue sono le disposizioni della Chiesa Ortodossa circa la Confessione per ricevere adeguatamente la santa Eucarestia........
Noterete che usano gli stessi principi della Chiesa Cattolica........e non potrebbe essere altrimenti dal momento che sulle questioni essenziali così camminiamo da 2000 anni......
 
2. CONFESSIONE DEI PECCATI
Poiché la singola professione di fede non implica sempre che tale fede venga vissuta in modo ideale, la Chiesa offre, per ritrovare l'equilibrio e l'orientamento della propria vita spirituale, il sacramento della Confessione. La tradizione stabilisce la confessione dei peccati, e la conseguente assoluzione sacramentale, come uno dei requisiti alla ricezione della Santa Comunione.
Poiché la Confessione è un rimedio ai mali specifici di ogni singola anima, non esistono regole generalizzate sulla frequenza della confessione. È sufficiente dire che, per coloro che si comunicano con frequenza (per esempio ogni domenica), non è necessario far precedere ogni comunione da una confessione completa. È bene, in ogni caso, attenersi alle indicazioni del proprio padre spirituale.

È invalso oggi l'uso, dove il tempo dei confessori è limitato, di far precedere la comunione da un'assoluzione sacramentale, che può essere individuale o collettiva. Questo tipo di assoluzione preliminare non è comunque un sostituto della confessione completa dei peccati (soprattutto nel caso di chi abbia colpe gravi sulla coscienza). Dato che si tratta di un sacramento, anche questa assoluzione resta riservata, così come la Comunione, a coloro che professano la fede ortodossa.
 
********************
 
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