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Libertatis Nuntius correzione alla errata Teologia della Liberazione

Ultimo Aggiornamento: 19/08/2015 16:26
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05/07/2012 14:45
 
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[SM=g1740733]ricapitoliamo l'errore commesso nell'articolo di Tornielli



RATZINGER E LA CONDANNA ALLA TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE. QUELLO CHE TORNIELLI SEMBRA NON AVER CAPITO

Pontifex.Roma(In foto il vaticanista Andrea Tornielli) In un recente articolo del 3 cm Andrea Tornielli ha scritto un articolo per mitigare (forse) del  neo eletto a Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede (CdF) il cardinale Muller (nonché amico di vecchia data del santo Padre Benedetto XVI), la sua simpatia o solidarietà verso Gustavo Gutierrez uno dei padri fondatori della Teologia della Liberazione (TdL).L'articolo è qui (CLICCA PER LEGGERLO). Diciamo subito che non c'era affatto alcun bisogno di un articolo che gettasse maggiore ambiguità e confusione su di una teologia nettamente condannata sia da Giovanni Paolo II quanto dall'attuale Pontefice Benedetto XVI, ma se Tornielli l'ha scritto è evidente che l'unico intento è quello di alleggerire i giudizi negativi su Muller che molti fedeli hanno nutrito in tutti questi anni a causa di alcuni suoi interventi non proprio ortodossi. Per esempio, Muller avrebbe negato la Verginità di Maria con questo frasario ...

... che a molti suona ambiguo se non prossimo all'eresia:

"Nel suo lavoro da 900 pagine "Katholische Dogmatik. Für Studium und Praxis der Theologie" (Freiburg. 5th Edition, 2003), Müller nega il dogma della Perpetua Verginità della Vergine Maria sostenendo che la dottrina "non riguarda tanto specifiche proprietà fisiologiche del processo naturale della nascita (come il fatto che il canale del parto non si sia aperto, che l'imene non sia stato rotto, o l'assenza di doglie), ma con l'influenza guaritrice e salvatrice della grazia del Salvatore sulla natura umana."  qui la fonte anche per dimostrare che non siamo i soli a sollevare queste inquietanti situazioni di forte disagio: http://fidesetforma.blogspot.it/

Ammesso e non concesso che Muller si è addentrato un po' troppo sfacciatamente all'interno del Corpo della Vergine Maria facendo affermazioni in sé persino accettabili dal momento che il dogma della Verginità non è una diagnosi ginecologica, né vi era richiesta una tale visita, va da se però che tale Verginità dogmatica ricopre anche la questione fisica della Santa Madre di Dio...

Insomma, Muller è stato chiamato a fare il ginecologo o è stato chiamato per proteggere, vivere, testimoniare ed insegnare ciò che la Chiesa definisce quale dottrina e dogma?

Tornando alla tela del titolo, Tornielli scrive un pezzo in cui, mitigando la pericolosità della TdL, cerca di sollevare Muller dall'influsso di certe amicizie e per farlo "promuove" la TdL scrivendo che: "Si è diffusa l’idea che Giovanni Paolo II e l’allora cardinale Joseph Ratzinger, Prefetto dell’ex Sant’Uffizio, abbiano condannato senza appello questa teologia e dunque il rapporto tra un vescovo e un teologo liberazionista (peraltro mai condannato o sanzionato da Roma) sarebbe un elemento «sospetto». In realtà l’istruzione Libertatis nuntio, pubblicata dalla Congregazione per la dottrina della fede il 6 agosto 1984  metteva in guardia dai rischi e dalla deviazioni di quella Teologia della liberazione che adottava l’analisi marxista della realtà. (..) Nel mirino della Congregazione non c’era però tutta la Teologia della liberazione, nata nei Paesi dell’America Latina negli anni del post-concilio, né tanto meno la sua «opzione preferenziale per i poveri». Ma soltanto l’analisi marxista che alcuni dei teologi utilizzavano. ..."

Confesso subito serenamente che non sono preoccupata per questa nomina, la strategia di Razinger non è cambiata, lui ha sempre lavorato con persone che non condividevano tutto con l'ortodossia della fede ma li ha sempre attirati alla Verità e Muller ce la può fare ANCHE CON LE NOSTRE PREGHIERE!

Ciò che mi preoccupa invece è il solito giornalismo vaticanista SCHIERATO... l'articolo di Tornielli citato, che tende a minimizzare la condanna della TdL è semplicemente VERGOGNOSO!!! Quando il Papa nel 2009 ha SUPPLICATO i vescovi del Brasile di stare alla larga da questa teologia e di applicare la Libertatis Nuntius.

Benedetto XVI, «principî ingannatori della teologia della liberazione», ai Vescovi del Brasile, 5-12-2009, le sue parole:

"vale la pena ricordare che, lo scorso agosto, ha compiuto venticinque anni l’Istruzione Libertatis nuntius della Congregazione per la Dottrina della Fede, su alcuni aspetti della teologia della liberazione; in essa si sottolineava il pericolo che comportava l’accettazione acritica da parte di alcuni teologi di tesi e metodologie provenienti dal marxismo. Le sue conseguenze più o meno visibili fatte di ribellione, divisione, dissenso, offesa, anarchia, si fanno ancora sentire, creando nelle vostre comunità diocesane grande sofferenza e una grave perdita di forze vive. Supplico quanti in qualche modo si sono sentiti attratti, coinvolti e toccati nel proprio intimo da certi principi ingannatori della teologia della liberazione, di confrontarsi nuovamente con la suddetta Istruzione, accogliendo la luce benigna che essa offre a mani tese; a tutti ricordo che “la “regola suprema della propria fede” (della Chiesa) … proviene dall’unità che lo Spirito ha posto tra la Sacra Tradizione, la Sacra Scrittura e il magistero della Chiesa in una reciprocità tale per cui i tre non possono sussistere in maniera indipendente” (Giovanni Paolo II, Fides et ratio, n. 55)".

Ora, ammesso pure che va da se che tale condanna ad una teologia moderna non è mai assoluta nella Chiesa (a meno che non riguardi una dottrina o un dogma già insegnate dalla Chiesa per le quali non c'è discussione che tenga) in virtù di quel monito paolino "trattenete ciò che è buono", occorre dire che Ratzinger è sempre stato negativo sulla TdL e lo stesso Giovanni Paolo II fu molto severo verso i... missionari che la usavano anche "a fin di bene"....

Se il nostro parlare deve essere si, si-no, no, il cattolico NON ha nulla da imparare da questa falsa teologia perché, come spiega nella Deus Caritas est e nella Spe Salvi, la sorgente propria del comunismo, le sue radici, non sono affatto buone e che la Chiesa aveva già da duemila anni predicato ed operato per i poveri, verso i poveri dando origine alle opere di bene, ma anche alle strutture sociali come scuole, ospedali, ricoveri per anziani e bisognosi. ...

Se il Papa è giunto a SUPPLICARE i vescovi di non lasciarsi ingannare da questa TdL un motivo c'è, queste le parole del Papa, ripetiamole: "Supplico quanti in qualche modo si sono sentiti attratti, coinvolti e toccati nel proprio intimo da certi principi ingannatori della teologia della liberazione, di confrontarsi nuovamente con la suddetta Istruzione, accogliendo la luce benigna che essa offre a mani tese; a tutti ricordo che “la “regola suprema della propria fede” (della Chiesa) … proviene dall’unità che lo Spirito ha posto tra la Sacra Tradizione, la Sacra Scrittura e il magistero della Chiesa in una reciprocità tale per cui i tre non possono sussistere in maniera indipendente”.

Certo, queste parole non fanno della TdL una eresia dal momento che essa non tocca direttamente i dogmi, ma attenzione, agendo sull'UMANESIMO attraverso una teologia moderna e di stampo comunista, si finisce per andare a toccare i dogmi che riguardano poi tutta la struttura sociale dell'uomo stesso.

Ma proprio per questo è fondamentale leggere  le due encicliche nelle quali il Papa spiega quale siano quelle "alcune analisi" fondamentali alla condanna alla TdL e non per mitigarla, ma per condannarla. Inoltre  si deve considerare che è proprio su queste "alcune analisi" che si fonda la TdL sposata dai cattolici in quei paesi... Non sottovalutiamo il termine usato da Benedetto XVI: SUPPLICO, SUPPLICO dice il Papa - quanti in qualche modo si sono sentiti attratti, coinvolti e toccati nel proprio intimo da certi principi ingannatori della teologia della liberazione - l'altro termine imponente del Papa è "PRINCIPI INGANNATORI" della TdL, ergo stiamo parlando di principi ingannatori, il Papa che ben la conosce parla proprio di questa nuova teologia come INGANNATRICE NEI SUOI PRINCIPI  e rimanda per l'appunto al testo con il quale, anche nel libro intervista luce del mondo, egli ricondanna la TdL COME INGANNATRICE DEI PRINCIPI CRISTIANI... quello che possiamo condividere è già nostro, è già cattolico, lo comprende Tornielli? E' nostro da 2000 anni e ce lo ha dato Cristo non marx!

Scrive infatti l'allora Ratzinger nel Documento Libertatis Nuntius:

13. Indubbiamente è proprio per sottolineare il carattere radicale della liberazione operata dal Cristo e offerta a tutti gli uomini - siano essi politicamente liberi o schiavi - che il Nuovo Testamento non esige innanzi tutto, come presupposto per l'accesso a questa libertà, un cambiamento di condizione politica e sociale. Tuttavia, la Lettera a Filemone dimostra che la nuova libertà, apportata dalla grazia di Cristo, deve avere necessariamente delle ripercussioni sul piano sociale.

14. Di conseguenza non si può restringere il campo del peccato, il cui primo effetto è quello di introdurre il disordine nella relazione tra l'uomo e Dio, al cosiddetto "peccato sociale". In realtà solo una retta dottrina sul peccato permette d'insistere sulla gravità dei suoi effetti sociali. (..)

Anche numerosi episcopati, in accordo con la Santa Sede, hanno richiamato l'urgenza e le vie verso "un'autentica liberazione umana...".

Quindi è ragionevole sostenere che la TdL è una falsa liberazione umana....

Quando la Chiesa partorisce documenti del genere, non è per discuterli o mitigare l'errore, ma per mettere a tacere l'errore e aiutare gli erranti ad una corretta interpretazione, in questo caso, dell'autentico umanesimo portato dalla dottrina sociale della Chiesa che non è affatto d'accordo sulla TdL, scrive infatti Ratzinger nella Libertalis: "Lo zelo e la compassione che devono abitare nel cuore di tutti i pastori rischiano, tuttavia, di essere fuorviati e rivolti verso iniziative altrettanto rovinose per l'uomo e la sua dignità, quanto la miseria che si combatte, se non si è sufficientemente attenti di fronte a certe tentazioni...".

La TdL è una TENTAZIONE verso una soluzione NON cristiana dei problemi sociali!

Probabilmente Tornielli si rifà a questi punti del Documento:

7. Abbiamo detto sopra (cf. IV, 3) che esiste un'autentica "teologia della liberazione", quella che è radicata nella Parola di Dio, debitamente interpretata.

8. Ma da un punto di vista descrittivo conviene parlare di teologie della liberazione, poiché l'espressione si applica a posizioni teologiche, e talvolta perfino ideologiche, non solo diverse, ma spesso anche incompatibili tra di loro.

9. Nel presente documento si tratterà soltanto di quelle espressioni di questa corrente di pensiero che, sotto il nome di "teologia della liberazione", propongono un'interpretazione innovatrice del contenuto della fede e dell'esistenza cristiana, che si discosta gravemente dalla fede della Chiesa, anzi, ne costituisce la negazione pratica.

10. Alla base della nuova interpretazione, che finisce per corrompere ciò che aveva di autentico l'iniziale impegno per i poveri, sta l'assunzione non critica di elementi dell'ideologia marxista e il ricorso alle tesi di un'ermeneutica biblica viziata di razionalismo...

***

Il punto 7 lo troviamo spiegato nelle due Encicliche Deus Caritas est e la Spe Salvi, quella autentica teologia per l'uomo debitamente interpretata... ma non vi è affatto una promozione alla TdL in quanto tale, il Documento infatti conclude con queste parole che sono un monito e vincolano i Cattolici di tutto il mondo:

"Tutti coloro che - sacerdoti, religiosi e laici - udendo il grido che invoca giustizia, vogliono lavorare per l'evangelizzazione e la promozione umana, dovranno farlo in comunione con i loro Vescovi e con la Chiesa, ciascuno secondo la propria specifica vocazione ecclesiale.

Coscienti del carattere ecclesiale della loro vocazione, i teologi collaboreranno, con lealtà e in spirito di dialogo, con il Magistero della Chiesa. Essi sapranno riconoscere nel Magistero un dono di Cristo alla sua Chiesa (29) e ne accoglieranno la parola e le direttive con rispetto filiale.

(..) Le tesi delle "teologie della liberazione" sono largamente diffuse, sotto forma ancora semplificata, in circoli di formazione o nei gruppi di base, che mancano di preparazione catechetica e teologica. Per questo sono accettate, senza la possibilità di un giudizio critico, da uomini e donne generosi.

Per questo i Pastori devono vigilare sulla qualità e sul contenuto della catechesi e della formazione, che deve sempre presentare la integralità del messaggio della salvezza e gli imperativi della vera liberazione dell'uomo nel quadro di questo messaggio integrale...(..) Le parole di Paolo VI, nella Professione di fede del popolo di Dio, esprimono con piena chiarezza la fede della Chiesa, dalla quale non ci si può allontanare senza provocare, insieme ai danni spirituali, nuove miserie e nuove schiavitù.

"Noi confessiamo che il Regno di Dio, cominciato quaggiù nella Chiesa di Cristo, "non è di questo mondo", "la cui figura passa"; e che la sua vera crescita non può essere confusa con il progresso della civiltà, della scienza e della tecnica umane, ma consiste nel conoscere..."

Nel famoso libro intervista Rapporto sulla fede all'allora cardinale Ratzinger, Messori fa questa domanda sul capitolo dedicato alla TdL:

Resta comunque il fatto, dico, che questa esigenza di liberazione è una sfida che va accettata; non ha dunque ben fatto la teologia a raccoglierla per darle una risposta cristiana?

Risponde il futuro papa:

"Certo, purché quella risposta sia cristiana veramente. Il bisogno di salvezza oggi così avvertito esprime la percezione autentica, per quanto oscura, della dignità dell'uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio. Ma il pericolo di certe teologie è che si lascino suggerire il punto di vista immanentistico, solo terrestre, dai programmi di liberazione secolaristici. I quali non vedono, né possono vedere che la " liberazione " è innanzitutto e principalmente liberazione da quella schiavitù radicale che il "mondo" non scorge, che anzi nega: la schiavitù radicale del peccato".

Nell'insegnamento di Ratzinger, diventato Pontefice, la verità sulla TdL è la seguente:

"La teologia della liberazione è un fenomeno straordinariamente complesso: essa va dalle posizioni più radicalmente marxiste fino a quelle che pongono il luogo appropriato della necessaria responsabilità del cristiano verso i poveri e gli oppressi nel contesto di una corretta teologia ecclesiale, (..) Con l'analisi del fenomeno della teologia della liberazione diventa manifesto un pericolo fondamentale per la fede della Chiesa. Indubbiamente bisogna tener presente che un errore non può esistere se non contiene un nucleo di verità. Di fatto un errore è tanto più pericoloso quanto maggiore è la proporzione del nucleo di verità recepita. Inoltre l'errore non potrebbe appropriarsi di quella parte di verità se questa verità fosse sufficientemente vissuta e testimoniata lì dove è il suo posto, cioè nella fede della Chiesa. Perciò, accanto alla dimostrazione dell'errore e del pericolo della teologia della liberazione bisogna sempre affiancare la domanda: quale verità si nasconde nell'errore e come recuperarla pienamente?...".

La verità è quella che Benedetto XVI riporta ampiamente nelle due encicliche Deus Caritas est e la Spe Salvi, queste sono le autentiche "teologie della liberazione" perché toccano l'uomo nel suo essere partendo da quella liberazione autentica che sconfigge il peccato che abita dentro l'uomo rendendolo "uomo nuovo" capace allora di avanzare nel sociale alla luce di Colui che l'ha redento e che è l'unico vero liberatore: Gesù Cristo non solo uomo, ma Dio e nostro Signore che non combatte con le dottrine degli uomini, ma con la legge divina e i Dieci Comandamenti, tutti e dieci, nessuno escluso.

Nel momento in cui la Legge di Dio, i Dieci Comandamenti vengono separati, uno solo offuscato, siamo alle TdL umane e comuniste. Queste e non altre sono le autentiche considerazioni da fare.

LDCaterina63

***********************

onestà per onestà, ottima invece questa intervista..... [SM=g1740733]

Don Nicola Bux analizza le contestazioni rivolte al nuovo Prefetto: «Se si estrapola dal contesto, è facile condannare chiunque»
ANDREA TORNIELLI
CITTÀ DEL VATICANO

La nomina del vescovo di Ratisbona Gerhard Müller a nuovo Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede è stata preceduta e seguita dalla diffusione – prima attraverso anonime email e quindi in articoli sul web, compreso nel sito italiano della Fraternità San Pio X – di piccole estrapolazioni dai suoi scritti che riporterebbero posizioni discutibili in materia di fede. Le cose stanno davvero così? Vatican Insider ha intervistato su questo il teologo Nicola Bux, consultore della Congregazione per la dottrina della fede.

Nel suo libro di dogmatica, Müller scrive che la dottrina sulla verginità di Maria «non riguarda tanto specifiche proprietà fisiologiche del processo naturale della nascita…».

«Il Catechismo della Chiesa Cattolica precisa che l’aspetto corporeo della verginità è tutta nel fatto che Gesù sia stato concepito senza seme umano, ma per opera dello Spirito Santo. Essa è un’opera divina che supera ogni comprensione e possibilità umana. La Chiesa confessa la verginità reale e perpetua di Maria ma non si addentra in particolari fisici; né pare che i concili e i padri abbiano detto diversamente.

In questa linea, mi sembra, vada inteso quanto ha scritto Müller, il quale non sostiene una “dottrina” che neghi il dogma della perpetua verginità di Maria, ma mette in guardia da un certo, per dir così, “cafarnaismo”, cioè quella maniera di ragionare “secondo la carne” e non “secondo lo spirito”, già emersa a Cafarnao tra i giudei al termine del discorso di Gesù sul pane della vita».

(apro una parentesi per riconfermare quanto avevo desso sopra su questo appunto:

Ammesso e non concesso che Muller si è addentrato un po' troppo sfacciatamente all'interno del Corpo della Vergine Maria facendo affermazioni in sé persino accettabili dal momento che il dogma della Verginità non è una diagnosi ginecologica, né vi era richiesta una tale visita, va da se però che tale Verginità dogmatica ricopre anche la questione fisica della Santa Madre di Dio...

Insomma, Muller è stato chiamato a fare il ginecologo o è stato chiamato per proteggere, vivere, testimoniare ed insegnare ciò che la Chiesa definisce quale dottrina e dogma? [SM=g1740733] )



Nel 2002 Müller, nel libro «Die Messe - Quelle des christlichen Lebens», parlando del sacramento eucaristico scrive che «il corpo e il sangue di Cristo non indicano componenti materiali della persona umana di Gesù nel corso della sua vita o della sua corporeità trasfigurata. Qui, corpo e sangue significano la presenza di Cristo nei segni del medium costituito da pane e vino».

«Proprio a Cafarnao i termini usati da Gesù, carne e sangue, furono fraintesi in modo antropomorfico e il Signore dovette ribadire il loro senso spirituale che non vuol dire che la sua presenza sia meno reale, vera e sostanziale. Si veda in proposito il Catechismo della Chiesa Cattolica. Sant’Ambrogio dice che non si tratta dell’elemento formato dalla natura, ma della sostanza prodotta dalla formula di consacrazione: la stessa natura viene trasformata, perciò corpo e sangue sono l’essere di Gesù. Il concilio Tridentino dice che nell’eucaristia è presente “sostanzialmente” nostro Signore, vero Dio e vero uomo. È presente sacramentalmente con la sua sostanza, un modo di essere misterioso, ammissibile per fede e possibile da parte di Dio.

San Tommaso aveva detto che il modo della “sostanza” e non quello della “quantità”, caratterizza la presenza di Cristo nel sacramento dell’eucaristia. Il pane e il vino in quanto specie o apparenze, mediano il nostro accesso alla “sostanza”, cosa che accade soprattutto nella comunione. Comunque il concilio Tridentino non vede contraddizione tra il modo naturale della presenza di Cristo in cielo e quello sacramentale di essere in molti altri luoghi. Tutto ciò è stato ribadito da Paolo VI nella sua purtroppo dimenticata enciclica Mysterium Fidei. Non bastano i sensi ma ci vuole la fede. È mistero della fede».

Sul protestantesimo e l’unicità salvifica di Gesù, Müller nell’ottobre 2011 ha dichiarato: «Il battesimo è il segno fondamentale che ci unisce sacramentalmente in Cristo, e che ci presenta come una Chiesa dinanzi al mondo. Perciò, noi come cattolici e cristiani evangelici siamo già uniti persino in ciò che chiamiamo la Chiesa visibile».

«Sant’Agostino ha difeso contro i donatisti, la verità che il battesimo è un vincolo indistruttibile, che non abolisce la fraternità tra i cristiani, anche quando sono scismatici o eretici. Purtroppo oggi nella Chiesa si teme il dibattito, ma si procede per tesi e ostracismi di chi la pensa diversamente. Mi riferisco alla teologia, certo, che può essere opinabile.

Tuttavia anche lo sviluppo dottrinale trae giovamento dal dibattito: chi più ha argomenti, convince. Nelle accuse a monsignor Müller si estrapola dal contesto: così è facile condannare chiunque. Un vero cattolico deve fidarsi dell’autorità del Papa, sempre. In particolare, credo che Benedetto XVI sappia quel che fa. E vorrei rinnovare alla Fraternità Sacerdotale San Pio X proprio l’invito a fidarsi del Papa».

È stato detto che il nuovo Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede non sarebbe stato finora molto favorevole al Motu proprio Summorum Pontificum…

«Io sono certo che comprenda le ragioni che hanno indotto il Papa a promulgarlo e che opererà secondo lo spirito e la lettera del Motu proprio. Quanto alle estrapolazioni di cui abbiamo parlato, le cose scritte da monsignor Müller appartengono alla sua stagione di teologo e un teologo non produce dottrina, almeno immediatamente. Da vescovo deve invece difendere e diffondere la dottrina non sua, ma della Chiesa e credo che l’abbia fatto. Da Prefetto continuerà a farlo, sotto la guida del Papa».

[SM=g1740722]


[SM=g1740733]

[Modificato da Caterina63 05/07/2012 21:45]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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