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Credo la Comunione dei Santi: i Testimoni della Fede

Ultimo Aggiornamento: 29/09/2009 18:39
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29/09/2009 18:37
 
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Da: Soprannome MSNSoloGesùSalvaInviato: 27/10/2003 15.31
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Da: Soprannome MSN°63CaterinaInviato: 27/10/2003 20.30
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Consiglia Elimina    Messaggio 8 di 21 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°63CaterinaInviato: 27/10/2003 20.47
Caro Ireneo spero di non esser uscita troppo fuori tema dal forum, ma credo che entrambi le questioni sollevate sono interessanti........
Tu dici:
vorrei solo far notare come il riconoscimento della santità non è per forza vincolato alla canonizzazione come la conosciamo noi oggi.
........
concordo...infatti hai fatto bene e ricordare Del Giubileo :
Un criterio fondamentale, e forse l'unico che si può adottare oggi, persistendo le divisioni ufficiali, può essere quello proposto dal papa per la commemorazione ecumenica dei Testimoni della fede del '900 durante il Grande Giubileo del 2000 e cioè, per quanto riguarda le Comunità Cristiane, il criterio dell'auto-comprensione, e cioè che ogni comunità ecclesiale sappia discernere, con l'aiuto dello Spirito, quelle figure che tra i suoi figli, hanno saputo vivere e morire da uomini pienamente riconciliati.
............
sarebbe veramente un gran traguardo se alcune chiese si muovessero versa questa direzione......come un altro esempio azzeccato è questo che hai fatto:
Inoltre, testimoni della fede nel Dio unico possono essere considerati anche gli uomini fedeli del Primo patto, che come spesso abbiamo detto in altri forum di questo gruppo, non è mai stato abrogato da Dio, che resta fedele alle sue promesse. Ad esempio, gli ebrei morti durante la tragica notte dei Cristalli possono a pieno titolo essere considerati testimoni della fedeltà alla Legge di Yhwh.
..........
Così come la realtà di Gandhi....fra i "Giusti delle Nazioni"....., si...grazie a Dio c'è molto materiale......
E ti ringrazio per aver citato la Preghiera Eucaristica nella quale in questo forum:
abbiamo tracciato alcune particolarità....anche a me piace là dove diciamo:
Accogli nel tuo regno i nostri fratelli defunti e tutti i giusti che, in pace con te, hanno lasciato questo mondo; concedi anche a noi di ritrovarci insieme a godere della tua gloria quando, asciugata ogni lacrima, i nostri occhi vedranno il tuo volto e noi saremo simili a te, e canteremo per sempre la tua lode.....
.....
Amo la Chiesa che invoca la Misericordia di Dio PER TUTTI.....PROPRIO TUTTI.....attraverso la quale auspichiamo UNA COMUNIONE PIENA CON TUTTI......tutti i Santi di Dio e i Giusti DI OGNI TEMPO anche di coloro che non abbiamo conosciuto.....
quando, asciugata ogni lacrima, i nostri occhi vedranno il tuo volto e noi saremo simili a te, e canteremo per sempre la tua lode....
.....
Bè...che dire?
Abbiamo qui altri amici evangelici...fraveri è tanto che non lo leggiamo....cosa ne pensa?.......
Buona meditazione a tutti, fraternamente Caterina

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Consiglia Elimina    Messaggio 9 di 21 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIreneo81Inviato: 27/10/2003 20.51

Abele il Giusto e i Testimoni Pagani di Dio
giusti tra le genti


Fin dagli inizi dell’epoca neotestamentaria, Gesù e i suoi discepoli hanno chiamato Abele, non appartenente né all’ebraismo né al cristianesimo, il «giusto».

A partire da allora la chiesa non ha cessato di vedere rappresentati in lui tutti coloro che hanno conosciuto il vero Dio attraverso la sua provvidenza nel mondo e la luce interiore posta nella coscienza di ogni uomo. Abele è così il primo testimone della possibilità riservata ai pagani di poter essere oggetto dell’elezione che Dio ha compiuto per amore, fin dall’inizio della storia, di alcuni uomini affinché tutti ricevessero la vita.

Abele è giusto perché eletto, ed eletto per testimoniare l’amore di Dio con il dono totolae di sé. È infatti grazie al suo sangue, versato come quello dell’agnello che egli stesso aveva offerto a Dio e nel quale la liturgia romana vee prefigurato il sacrificio di Cristo, che fin dall’inizio della storia, accanto alla presenza del male, è già presente in mezzo algi uomini la possibilità della vittoria del bene.

Sebbene Abele non sia un personaggio storico, la tradizione ha visto in lui il simbolo della sovrana libertà di Dio, che sceglie i suoi testimoni anche al di fuori dell’alleanza abramica, per poter raggiungere ogni uomo attraverso l’unica realtà che salva, il mistero pasquale del Cristo suo Figlio.

Abele è liturgicamente ricordato dalle chiese Copta ed Etiopica rispettivamente l’11 gennaio e il 30 luglio.

Tracce di lettura

Il cristiano, associato al mistero pasquale, come si assimila alla morte di Cristo, così anche andrà incontro alla resurrezione confortato dalla speranza. E ciò non vale solamente per i cristiani, ma anche per tutti gli uomini di buona volontà. Cristo, infatti, è morto per tutti e la vocazione ultima dell’uomo è effettivamente una sola, quella divina, perciò dobbiamo ritenere che lo Spirito santo dia a tutti la possibilità di venire a contatto, nel modo che Dio consoce, con il mistero pasquale.

Concilio Vaticano II, Gaudium et spes, 22

L’azione del Verbo si rivela in ogni mente umana, dalle origini del mondo. Giustino non esita a ravvisare dei discepoli del Verbo e dei santi nei pagani che hanno aderito a questa rivelazione, conformandovi la propria condotta. Quanti uomini nel mondo pagano hanno aderito a tale rivelazione? Questo è il segreto di Dio. Bastava per il nostro scopo che la Scrittura ci dicesse che alcuni l’hanno fatto pienamente per autorizzarci a parlare dei santi dell’alleanza cosmica.

Jean Daniélou, da I santi pagani dell’Antico Testamento.

Preghiera

Volgi sulla nostra offerta
il tuo sguardo sereno e benigno,
come hai voluto accettare i doni di Abele, il giusto,
il sacrificio di Abramo, nostro padre nella fede,
l’oblazione pura e santa di Melchisedech,
tuo sommo sacerdote.

Messale Romano, Preghiera eucaristica I

Fonti utilizzate: Comunità di Bose, Il libro dei Testimoni; Messale Romano.


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Consiglia Elimina    Messaggio 10 di 21 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIreneo81Inviato: 27/10/2003 21.02
La Pace di Cristo!
Chiedo scusa sia a SoloGesùSalva che a Caterina, ma gli interventi che avete qui proposto non sono ascrivibili al tema di questo forum, che vuole solo essere un elenco di testimonianze di nostri amici nella fede; un breve profilo di coloro che hanno saputo vivere in modo eroico per Dio e per gli uomini... le disquisizioni dottrinali su come intendere "Credo la comunione dei santi", preferirei non entrassero in questo forum.
Caterina già conosce, e spero che anche tu lo sappia, Michele, che sono molto aperto al dialogo e non amo nè dire no a una richiesta di chiarimento e aiuto, nè fare polemica e contrapposizione.
Sarò lieto di rispondere ai tuoi dubbi, se aprirai un forum apposito. Ma questo non è il luogo, e non desidero che lo diventi.
Ho dato un esempio di ciò che intendo sia questo forum nel Messaggio 9. Da parte mia aggiungerò un profilo a settimana, facendo attenzione a sceglierlo tra testimoni di tutte le latitudini e confessioni... chiunque voglia aggingere sullo stesso stile suoi interventi è il benvenuto.
Attendo il tuo forum, SoloGesùSalva per risponderti.
Vostro nel Signore Risorto,
Ireneo

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Consiglia Elimina    Messaggio 11 di 21 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°63CaterinaInviato: 27/10/2003 22.06
Accogliendo la giusta richiesta di Ireneo.....avvisiamo che i messaggi 6 e 7 NON sono stati censurati, ma spostati qui:
.........
Grazie Caterina
P.S.
Caro Ireneo, leggendo ora il tuo messaggio 9 ho capito cosa intendevi...e ti ringrazio per l'idea perchè effettivamente ci mancava una ricerca del genere......, ci auguriamo che possiamo tutti trarne una buona edificazione.....

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Consiglia Elimina    Messaggio 12 di 21 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIreneo81Inviato: 01/11/2003 16.32
Comunione dei santi del cielo e della terra
1° novembre
Le chiese antiche si resero conto ben presto che nessun martirologio era sufficiente a contenere il numero dei santi riconosciuti dalle varie comunità cristiane.
Sorse così nel IV secolo la solennità odierna, dapprima nella chiesa siriaca, dove era chiamata festa di "tutti i martiri". Ad Antiochia essa veniva celebrata la domenica dopo Pentecoste, a sottolineare il legame imprescindibile tra effusione dello Spirito dall'alto e testimonianza dei cristiani fino al martirio.
I santi, cioè i morti per Cristo, con Cristo e in Cristo, sono viventi assieme a lui, sono una communio sanctorum; e poichè noi siamo membra del Corpo di Cristo ed essi membra gloriose del corpo glorioso del Signore, la chiesa pellegrinantericorda oggi la sua comunione con la chiesa celeste, assieme alla quale forma l'unico e totale corpo del Signore.
Nel corso dei secoli le chiese bizantine hanno conservato la data anchiochena della festa, mentre i latini colsero l'occasione di questa celebrazione per crisitanizzare i tempoli e ele feste pagane dedicati a "tutti gli dei". Nel VII secolo a Roma essa fu dunque fissata il 13 maggio, riorno in cui il tempio romano del Pantheon divenne la chiesa si Santa Maria dei martiri.
L'attuale data occidentale del 1° novembre è probabilmente di origine celtica, e fu imposta a tutto l'occidente nell'835 da papa Gregorio IV. Posta così nel tempo autunnale, a conclusione dei raccolti, la solennità di Tutti i santi chiede di contemplare la messe di tutti i sacrifici viventi offerti a Dio, la raccolta presso il Signore di tutti i frutti maturi, opera del suo amore tra gli uomini. Essa ricorda, contro ogni solitudine e isolamento nel cuore dell'uomo, che non siamo soli, ma siamo una comunione destinata a una vita senza fine.
Tracce di lettura
La festa di tutti i santi che noi oggi celebraimo è davvero un memoriale dell'autunno glorioso della Chiesa. E' la festa contro la solitudine, contro ogni isolamento che sta nel cuore dell'uomo.
Oggi noi dovremmo cantare: "Non siamo soli, siamo una comunione!".
Oggi dovremmo rinnovare il canto pasquale eprchè, se a Pasqua contemplavamo il Cristo vivente per sempre alla destra del Padre, oggi, grazie alle energie di resurrezione sprigionate dalla Pasqua, noi contempliamo quelli che sono in Cristo alla destra del Padre: i santi.
A Pasqua cantavamo che la vite era vivente, risorta; oggi la Chiesa ci fa cantare che i tralci hanno dato il loro frutto, che i tralci, mondati e potati dal padre sulla vite che è Cristo, hanno portato una vendebbia abbonante e che questi grappoli, questi furtti della vite sono insieme un unico vino: quello del regno di Dio.
Se non ci fossero i santi, se noi non credessimo alla comunione dei santi del cielo e della terra, saremmo chiusi in una solitudine disperata e disperante.
Un monaco della Chiesa d'Occidente
Preghiera
Dio d'amore,
tu oggi ci riunisci con i santi, tuoi amici,
in una gioiosa comunione fraterna:
accordaci di camminare come loro sulle tracce di Cristo
e noi, avvolti da un così grande nube di testimoni,
entreremo nel tuo regno,
benedetto nei secoli dei secoli.
Orazione della Liturgia di Bose
Fonte: Comunità di Bose, Il libro dei Testimoni

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Da: Soprannome MSNIreneo81Inviato: 01/11/2003 16.58
Aelredo di Hexham, abate di Rievaulx
12 gennaio
La Comunione Anglicana e l'Ordine cistercese ricorda, nel giorno stesso in cui morì, Aelredo, nato ad Hexham nel 1109.
Cresciuto alla corte del re di Scozia, nel 1133 decise di entrare nel monastero cistercense di Rievaulx, che aveva visitato durante una missione compiuta per incarico del re.
Aelredo si fece presto amare da tutti per il suo amore sincero e per la sua generosità.
Fu incaricato di guidare la nuova fonzazione di Revesby. Dopo tre anni ritorno a Rievaulx dove venne richiamato come abate, incarico che manette fino alla morte. Ricco di sapienza, attento ai doni di ciascuno, abile nel compagniare l'unità comunivaria a partire dalla varietà dei carismi, ci ha lasciato -sollecitato da Bernardo di Clairvaux, di cui fu grande amico - alcuni scritti di rara profondità e chiarezza sul valore dell'amicizia e della carità cristiana.
Morì nella sua abbazia il 12 gennaio del 1167.
Tracce di Lettura
Lo Spirito, che ha stabilito la Scrittura, l'ha composta con tale abilità che essa è capace di innumerrevoli significati. Lo Spirito rivela un certo senso a qualcuno, altri sensi ad un altro, per stimolare la ricerca ... Ma bisogna nondimeno applicare un certo giudizio, sotto l'ispirazione dello Spirito, per discernere quali cose siano suggestioni diaboliche e per evitare il pericolo sempre presente di un'interpretazione puramente umana.
Per questo abbiamo una regola di fede, sappiamo chiarametne che cosa speriamo e che i precetti della cartià sono stati promulgati.
Se ci viene in mente un'idea che non corrispone a queste norme, bisogna sen'altro attribuirla al demonio o all'errore umano.
Invece, tutto ciò che può essre onestamente fatto emergere dalle sante pagine e che contribuisce a illuminare la fede, a rianimare la speranza e a infiammare l'amore, non dubitate: ciò è stato posto tra le righe dallo Spirito stesso e da egli stesso vi è stato rivelato.
Aelredo di Hexham, Sermone I su Isaia
Preghiera

Dio onnipotente,
che hai arrichhito l'abate Aelredo
con il dono dell'amicizia cristiana
e con la sapienza necessaria
per condurre i fratelli sulla via della santità:
accorda al tuo popolo
quel medesimo spirito di reciproco affetto,
perchè amandoci gli uni gli altri
possiamo conoscere l'amore di Cristo
e rallegrarci nel possesso eterno
della tua suprema bontà.
Attraverso Gesù Cristo tuo Figlio
nostro Signore,
che vive e regna con te,
nell'unità dello Spirito santo,
un  solo Dio, ora e sempre.
Colletta della Liturgia Anglicana
Fonte: Comunità di Bose, Il libro dei Testimoni.

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Consiglia Elimina    Messaggio 14 di 21 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIreneo81Inviato: 06/12/2003 17.16

Benedetto Giuseppe Labre, vagabondo per Cristo

16 aprile

La Chiesa di rito romano di Francia ricorda il 16 aprile uno dei suoi amati figli: Benedetto Giuseppe Labre, morto in questo giorno, un mercoledì santo, nell’anno 1783 a Roma.

Nativo del bordo di Amettes (oggi nelle diocesi di Arras), nel nord della Francia, egli ricevette un'istruzione sufficiente a leggere il latino i grandi testi spirituali del suo tempo.

Benedetto avvertì fino da giovanissimo di essere chiamato alla vita monastica, ma la sua ricerca vocazionale non fu facile. Egli fu infatti rifiutato da diverse certose a motivo della sua età precoce e di una salute malferma. I trappisti, dal canto loro, non lo ritennero in grado di condurre una vita religiosa tradizionale.

Il giovane non si arrese, e a partire dei propri limiti e dal rifiuto patito, giunse discernere la chiamata a una forma di testimonianza diversa e nel contempo profondamente evangelica. Divenuto pellegrino senza fissa dimora, in cerca della città futura, Benedetto si immerse nella preghiera, che non lo abbandonerà più fino alla morte, e visitò i grandi centri dell'Europa cristiana portando della propria borsa unicamente il nuovo testamento, il breviario e l’imitazione di Cristo.

Giunto a Roma all'età di 28 anni, e gli disse vagabondo per sette anni dalla Chiesa all'altra e dormendo calorie del colosseo, in ascolto di poveri e pellegrini, amico di eretici e non credenti, totalmente abbandonato, come aveva sognato fin da piccolo, all'amore misericordioso di Dio. Alla sua morte si diffuse nelle vie di Roma la voce: «è morto il santo» e migliaia di poveri e di vagabondi volle assistere in Santa Maria dei monti ai suoi funerali.

Benedetto Labre, vagabondo di Dio e povero sulle tracce di Cristo, testimonia al cuore della Chiesa d'Occidente una possibilità paradossale di santità, che lo accosta alle grandi figure dei «folli per Cristo» delle chiese d'oriente.

Tracce di lettura
In un secolo d’odio, superbo, avido, impuro
di colpe d’ogni genere, com’è benevola la chiesa
a esaltare oggi l’oscuro tra gli oscuri,
il mite fra tutti i miti, all’ignoranza umana,
e l’umiliato inquieto che la fede trascina
nel saio sanguinante e d’estasi sbiancato,
presso i popoli e i santi, lui che purificati i sensi
fece di Povertà sua sposa e sua regina,
come un novello Alessio, come un altro Francesco,
e fu il raccapricciante Povero,
a un tempo angelico,
che visse la dolcezza, l’orrore del Vangelo!

E per dimostrare a questo mondo che ha torto
e son d’argilla i piedi creduti d’oro e argento,
com’è tenera la chiesa
e com’è forte il suo Signore!

Paul Verlaine, Saint Benoit-Joseph Labre, jour de la canonisation.

Preghiera
Dio della speranza,
tu hai chiamato alla vita itinerante
il povero e umile Benedetto Labre:
egli, pieno di gioia e di carità,
perduto nella tua preghiera,
ha camminato sulle strade
come un girovago:
concedici di amare la follia della croce
e di sentirci pellegrini verso il regno.
Per Cristo Nostro Signore.

Dalla liturgia di Bose.

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