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Comunione dei santi

Ultimo Aggiornamento: 21/10/2009 18:08
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09/10/2009 23:08
 
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Da: Soprannome MSN°antonio55  (Messaggio originale)Inviato: 23/08/2003 11.36
Chiedo ai fratelli di DIFENDERE,
ai quali rivolgo un plauso per la passione e la competenza  con cui presentano la verità cattolica,
di avere lumi, biblicamente, sulla verità della
"COMUNIONE DEI SANTI"
Si intende una comunione solo tra i cristiani viventi sulla terra
o è inclusa una comunione tra noi e i santi del cielo e viceversa.
Esiste e si può dimostrare con la Scrittura la verità di una comunione spirituale e di reciproco aiuto tra la chiesa terrestre e la chiesa celeste?
Ringrazio per i contributi biblici ed auguri di comunione vera nel Signore risorto.


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Da: Soprannome MSNcristiano-cattolicoInviato: 23/08/2003 17.52
Pace a te fratello Antonio,
eccoti un primo spunto tanto per iniziare a parlare di quest'argomento interessante e
importante per la dottrina cristiana.
La natura e il significato della Comunione dei Santi consiste nel fatto che per essa tutti i fedeli formano il Corpo Mistico di Gesù Cristo e profittano del bene che è,  e si fa nel Corpo stesso… purché non siano impediti dall’affetto al peccato. Anche il male (=peccato) si ripercuote su tutto il Corpo Mistico.
Certamente da questa unità sgorga la solidarietà. Questa solidarietà già compare nell’Antico Testamento la salvezza di Sodoma dipende da dieci giusti (Gen 18,23-33); la vittoria del popolo ebraico contro gli Amaleciti a Raphidim è in relazione con le semplici mani alzate di Mosè
(Es 17,8-16); lo stesso peccato originale è indice della solidarietà di tutti gli uomini con Adamo, giacché in lui tutti peccarono (Rm 5,12).
Nel Nuovo Testamento la solidarietà è continuamente raccomandata. Basta ricordare la preghiera sacerdotale di Gesù (Gv 17,21-24) al Padre “perché tutti siano uno”!
Purtroppo i fratelli protestanti interpretano arbitrariamente la Bibbia in molti punti, distorcendone il vero significato, il pastore ad esempio, in una occasione mi spiegò che l’intercessione dei santi (morti nella carne),  a favore dei vivi non è biblica, anzi è una manipolazione satanica per ingannare i cristiani, naturalmente non ci vuole molto a capire chi secondo lui abbia fatto questa manipolazione satanica.
Mi fece leggere in tale occasione alcuni versetti in Luca 16,19 e Isaia 8,19 dai quali secondo lui si capisce che l’intercessione dei santi “morti” non è biblica.
Mi rammarico molto che in quella occasione non ho saputo rispondere, data la mia scarsissima conoscenza biblica, ma ora alla luce dei miei studi posso dire che non sono diventato un professore né un maestro ma mi sono accorto che molti pastori protestanti fanno dire a quei versetti ciò che non dicono e, ne cambiano completamente il significato ingannando (alcuni anche inconsapevolmente) i loro fedeli, il vero problema è che ci sono dei pastori in buona fede e sono fermamente convinti di capire perfettamente quei versetti, sono talmente abituati a respirare l’errore che non lo distinguono più, diventano un tutt’uno con esso, pastori che da quando erano fanciulli sentono ripetere sempre le stesse cose ai lori genitori e ai loro anziani, le assimilano a tal punto che diventano un'unica cosa, dire pastore protestante pentecostale e dire forte avversità contro la Chiesa cattolica è la stessa cosa.
Pace
Salvatore

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 25/08/2003 11.11
Ciao Antonio....mi allaccio alla risposta che hai già avuto citando anche un fatto evangelico:
la parabola di Lazzaro e del ricco Epulone che tutti noi ben conosciamo.
Gesù racconta, ma non è il protagonista del racconto come accade per altri racconti nel quale usa azioni e persone per interpretare il ruolo di  Dio (parabola del figliol prodigo ad esempio).
Qui abbiamo tre persone: Epulone che muore a va all'inferno per il suo egoismo persistente ai danni di Lazzaro, povero e mendicante....e c'è Abramo.....verso il quale, ovviamente, Epulone guarda perchè gli è "Padre nella fede".....Lazzaro è con Abramo a godere della vicinanza con Dio, Epulone si rivolge a lui dopo aver constatato la drammaticità della sua situazione.....Ciò che mi ha sempre colpito di questa parabola è che Epulone NON si rivolge a Dio, nè lo chiama in causa....ma per prima si rivolge ad Abramo.....chiedendogli di mandare Lazzaro con un goccio d'acqua......
Poi supplica Abramo...affinchè vengano avvisati i suoi fratelli vivi....ma Abramo da la risposta che conosciamo e che termina con la premonizione del Cristo stesso: "Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno convincere neppure se qualcuno risorge dai morti"...,,,alludendo appunto alla sua risurrezione...
Un evangelico mi fece notare che questo non c'azzecca nulla con la comunione dei santi perchè è un dialogo fra morti....., tuttavia ciò che volevo dimostrare e che i morti sono "morti" in termini relativi e che esiste comunque sia un dialogo in questo "regno" di morti...del resto è impensabile che Gesù, RISORTO...se ne stia solo soletto quando egli stesso stesso parla di "un posto" che andava a preparare...o di un Paolo che dice "ora vediamo tutto come fosse opaco, ma che tutto ci sarà chiaro quando saremo faccia a faccia lassù..."
Il fatto che Epulone non venga accontentato non vuol dire che da "lassù" coloro che possono chiedere aiuto per i vivi non ottengano risposte.....
La Comunione tra noi e i santi che sono in Cielo e formano la Chiesa MISTICA, è una realtà che da sempre ha sostenuto la Chiesa nella sua lotta quotidiana.....non è un caso che specie gli ultimi papi hanno invitato alla preghiera verso s.Michele Arcangelo con tali parole : S.Michele Arcangelo difendeteci e difendete la Chiesa contro il potere delle tenebre.......
A noi "vivi" tale comunione è anche una forza per superare le lotte quotidiane....
Alla richiesta di prove dalla Scrittura, dalle citazioni offerte al messaggio 2 unisco il Libro dell'Apocalisse dal quale più volte si parla di santi e martiri che implorano davanti al Trono di Dio......sappiamo che tutto quanto concerne l'uomo e la Scrittura non è mai fine a sè stesso, ma che tutto è fatto per il bene COMUNE.....la stessa continuità apostolica è una garanzia di questa Comunione dei Santi.....infatti non è un caso che la Chiesa ha sempre ricordato non tanto le date di nascita, quanto quelle della morte, poichè dalla morte a questo mondo, si RINASCE alla vita eterna dalla quale esiste un rapporto continuo spirituale con la Chiesa Mistica.....
Per ora fraternamente C.

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Da: Soprannome MSN°GinoInviato: 26/08/2003 7.16
Caro Antonio, per spiegare un po' come consiste questa comunione, inserisco un'omelia di Mons. Caffarra, Arcivescovo di Ferrara-Comacchio....
OMELIA SOLENNITA’ TUTTI I SANTI 1996
Cattedrale
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Presso tutti i popoli è preziosa la memoria di coloro che hanno vissuto in modo eccellente. Certamente la risposta alla domanda in che cosa consista l’eccellenza, la grandezza di una vita, è diversa, ma la venerazione degli uomini grandi è comune. Di essi si custodiscono la memoria, conservando oralmente o per iscritto il ricordo di ciò che hanno fatto o detto in vita; l’arte ne raffigura volti o episodi; i luoghi in cui sono nati, vissuti o morti sono venerati e gelosamente custoditi.
 La venerazione che la Chiesa ha per i santi è l’espressione cristiana di questo bisogno umano? Non proprio: il culto dei santi si radica ben più profondamente nella coscienza cristiana.
 Per capirlo partiamo da un dato di fatto. Nei primi secoli, il culto cristiano dei santi era estremamente semplice: consisteva nel celebrare l’Eucarestia sulla tomba dei martiri (solo i martiri al principio erano venerati), facendo memoria del santo nella grande preghiera eucaristica (il canone). Ancora oggi, quando celebriamo l’Eucarestia diciamo: ricordiamo e veneriamo in primo luogo la gloriosa e sempre Vergine Maria ... i tuoi santi apostoli, i gloriosi martiri” (canone romano). Questo fatto è l’intera spiegazione del culto dei santi.
 Nel momento in cui noi celebriamo l’Eucarestia, noi partecipiamo realmente anche se sacramentalmente al sacrificio di Cristo, al dono cioè che Cristo ha fatto di sé stesso sulla Croce. E’ questo sacrificio, questo dono l’unica sorgente di tutta la santità di ogni santo: di Marta, degli Apostoli, dei Martiri, di tutti. Così quando noi celebriamo l’Eucarestia attorno all’altare è raccolta tutta la Chiesa. E’ presente la Chiesa in cammino ancora su questa terra, la Chiesa che siamo noi. E’ presente la Chiesa di cui ci parla la prima lettura di oggi: la Chiesa di coloro che sono già “passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti, rendendole candide col sangue dell’Agnello”. E’ presente la Chiesa di coloro che hanno già terminato il loro pellegrinaggio e vivono nella purificazione: la Chiesa dei nostri defunti.
Allora in Cristo ci è concesso di vivere un’incredibile esperienza: vivere in comunione reale con tutti i santi. Tutti sono con te; nessuno si separa da te, perché si separerebbe da Cristo (il che è impossibile); tutti sono tuoi, Maria, gli Apostoli, i Martiri, tutti. Ormai non possiamo più andare a Cristo e vivere con Cristo prescindendo dai Santi, poiché Cristo non è più separabile da essi. I Santi a loro volta non possono stare nella vita eterna senza essere in comunione con ciascuno di noi, poiché separandoci da noi, non sarebbero più in comunione con Cristo che è unito a tutti noi.
 Questa stupenda realtà ha un nome: è la comunione dei Santi. La distanza del tempo non conta più nulla: noi siamo in comunione con Maria, la Madre di Dio, e Maria  è in comunione  con noi, anche se ci sono duemila anni fra noi due. Il fatto che non abbiamo conosciuto personalmente il Santo non conta nulla: senza esserci conosciuti, ora ci conosciamo, perché siamo conosciuti da e in Cristo.
 Questo nostro essere, ritrovarci tutti in Cristo è la base, la ragione e la sorgente del nostro culto dei santi.  Ci aiuta a capirlo e a viverlo bene.
Il culto dei santi non è un “optional”: è un’esigenza scritta nel cuore stesso della nostra fede cristiana. Certo, ognuno nei confronti dei santi ha le sue preferenze per l’uno o per l’altro. Ma non si può essere in Cristo senza essere coi santi, poiché Cristo è coi santi.
Non tutti i santi ... sono allo stesso livello e quindi meritano la stessa venerazione. La misura della nostra venerazione dipende dal rapporto che il santo ha con la persona di Cristo. Ora esiste una persona che ha con Cristo un rapporto assolutamente singolare, unico: è Sua Madre, Maria. La venerazione che la Chiesa ha per Lei è quindi unica. Non è sullo stesso piano con nessun santo! Legato a Lei è il suo purissimo sposo S. Giuseppe.
 Dopo Maria, chi è più strettamente legato all’avvenimento-Cristo è Giovani Battista: di lui la Chiesa ha una venerazione particolare. Poi gli Apostoli. Seguono i martiri che hanno donato la vita a Cristo. C’è dunque un ordine nella venerazione: Maria, Giuseppe, Giovanni Battista, gli Apostoli, i martiri e poi tutti i santi.
 La venerazione dei santi, lo stare in comunione con loro, il parlare con loro, è una esperienza stupenda donataci da Cristo: non priviamocene.
 Questa  esperienza, che oggi la Chiesa pellegrina sulla terra vive con particolare intensità, ci fa anche scoprire la nostra vera dignità. “Vedete quale amore ...”. Ecco la nostra vera grandezza: essere amati dal Padre, essere chiamati a contemplarlo. Ed allora non c’è che una vera infelicità: quella di non essere santi.

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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 01/09/2003 21.56

Carissimi, tento di dare un mio contributo a questo forum:

Come giungere ad una certezza teologica, spirituale e liturgica, che sia rispettosa e soggetta alla Parola, adatta all'uomo di oggi, ecumenica e cioè capace dell'accordo delle confessioni cristiane, che confessano tutte l'articolo del Simbolo: "Credo la Comunione dei Santi?"

2) L'espressione "Comunione dei Santi" non è presente, come tale, nella Scrittura, ma è entrata nel simbolo degli Apostoli come espressione di tutta la dottrina neotestamentaria, che afferma con continuità la dimensione della comunione, della partecipazione, della solidarietà, dell'unione dei Santi, cioè dei credenti in Cristo. "Comunicando, prenderete parte ai disegni dei Santi" Rm. 12,13.

La Comunione dei santi nasce dal fatto che i credenti sono da Dio stesso "chiamati alla comunione del Figlio Gesù Cristo nostro Signore" (1 Cor 1,9)

La realtà di questa solidarietà è profonda e misteriosa, nasce dalla fede. Per questo occorreva credere alla comunione dei Santi e non si può contestarla.

La comunione misteriosa con Cristo, crea la comunione dei suoi membri tra loro. E ciò è realizzato dall'azione dello Spirito Santo, perchè lo Spirito abita nel credente e stabilisce la comunione col Padre e con il Figlio: "non sapete che siete tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?.... santo è il tempio di Di, che siete voi." (1 Cor 3,16-17). La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi (2Cor 13,13): questa comunione ha come effetto immediato quello di inserirci nella comunione di tutti i figli di Dio: "se noi camminiamo nella luce, siccome Dio è Lui stesso luce, noi siamo in comunione gli uni con gli altri" (1Gv 1,7)

Questa comunione trova la sua realizzazione nella vita quotidiana, semplice, del cristiano, che perseverando negli insegnamenti degli Apostoli, nella Eucarestia e nella preghiera costruisce la chiesa visibile. I credenti in tale comunione formano la Chiesa; essi sono i santi, perchè partecipano alla santità di Cristo e ai doni dello Spirito.

Comunione dei Santi significa dunque Chiesa, assemblea, radunata da Dio. Questa assemblea è santificata da Cristo, capo del corpo a cui le membra sono attaccate per ricevere la vita, come i tralci alla vite; così noi, membra di Cristo, siamo, con funzioni diverse, uniti in un solo corpo: comunione dei santi della terra.

3) Ma questa comunione, opera dello Spirito, dovrebbe essere vinta dalla morte e cessare quando un "santo" lascia la vita terrena? Chi vive in Cristo non può morire più: "con Lui infatti, siete stati sepolti insieme al battesimo, in Lui siete stati resuscitati....con Lui Dio ha dato vita anche a voi, che eravate morti per i vostri peccati" (Col 2,12-13).

Della comunione dei santi della terra fa parte la comunione dei Santi del cielo. Quelli che hanno avuto comunione tra loro nella fede, nei quali Cristo già viveva. "Cristo vive in me" (Gal 2,20); che soffrirono e patirono con Lui in una comunione che era completamento dei suoi dolori. "completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo" Col 1,24. I coeredi, avendo sofferto con Cristo, non saranno glorificati con Lui? "Se infatti siamo stati completamente uniti a Lui con una morte simile alla sua, lo saremo anche con la sua resurrezione" Rm 6,5. E cesseremo forse di fare parte di quella comunione che avevamo realizzato in vita? Certamente no. Essi vivono accanto a Dio, quali testimoni e membri della comunione dei santi. Così, i morti in Cristo, attendono la venuta del Signore con la Chiesa ancora pellegrina sulla terra e la attendono viventi nello Spirito. E' un'attesa in Dio, già nella vita, con Cristo: "d'ora in poi tu sarai con me in Paradiso" Lc, 23,13; la morte non può separarci dall'amore di Dio in Gesù Cristo: "Chi ci separerà dunque dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? .... Io sono infatti persuaso che ne morte nè vita .... nè alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, in Cristo Gesù, nostro Signore" Rm 8,35-39 e l'apostolo desidera lasciare il corpo carnale per dimorare presso il Signore: "Siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo ed abitare presso il Signore" 2 Cor 5,8. I martiri vivono nella città celeste, presso il trono dell'Agnello: "Quando l'Agnello aprì il quinto sigillo, vidi sotto l'altare le anime di coloro che furono immolati a causa della parola di Dio e della testimonianza che gli avevano resa" Ap 6,9; vivono, non dormono un sonno immanente e profondo lontano da Cristo. In attesa della parusia e della conseguente resurrezione, i Santi vivono già presso Dio, sono con Cristo e gridano: "fino a quando" perchè la morte è stata distrutta ed essi attendono la manifestazione visibile dei figli di Dio in Gesù Cristo: "fino a quando, o sovrano, non vendicherà il vostro sangue sopra gli abitanti della terra?" Ap 6,10.

Quello che abbiamo detto finora lo ritroviamo nella lettera agli Ebrei: la manifestazione di Dio nella città celeste, nel Regno verso cui noi andiamo. In quella nube gloriosa di testimoni, in quella festa solenne, accanto agli Angeli, ci sono gli spiriti dei giusti resi perfetti.

I morti nella fede, i Santi della terra, dopo aver lasciato la vita di quaggiù fanno la comunione dei Santi del cielo, nella perfezione ottenuta dall'unico mediatore Cristo e attorniano Dio.

Così è vista la comunione dei santi del cielo e della terra dall'autore della lettera: "Vi siete accostati al monte Sion e alla città del Dio vivente, la Gerusalemme celeste, a miriadi di Angeli e alla Chiesa dei primogeniti, iscritti nei cieli, a Dio, giudice di tutti e agli spiriti dei giusti, resi perfetti, e al mediatore della nuova alleanza, Gesù". Eb 12,22-24.

La comunione dei Santi testimone e garante della continuità di vita nella fede in Cristo è là perchè noi non ci sentiamo soli, ma uniti agli altri salvati. E' la manifestazione della unità di tutti in Dio.

Con affetto


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Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 01/09/2003 22.56
Anche se non supportato da spiegazioni bibliche sull'argomento, ho sempre avuto una particolare visione sulla Comunione dei Santi. Mi permetto di esporla senza pretese, per essere eventualmente corretto se in contrasto con la fede cristiana:
La santificazione è la perfezione dello spirito che si unisce in tutta pienezza al corpo cristico. In questo stato si verifica la comunione dei "sentire", vale a dire che il sentire del singolo è il sentire di tutti, e viceversa, cioè come se le diverse individualità, pur rimanendo tali, formassero un unico corpo con un unico sentire. E' il piano in cui si sviluppa un amore senza limiti in unione con  Cristo.
Grazie per la pazienza
iyvan
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