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Comunione dei santi

Ultimo Aggiornamento: 21/10/2009 18:08
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21/10/2009 17:56
 
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Da: cristianocattolicoInviato: 04/09/2002 18.23

Anche i versetti di Isaia non c’entrano nulla con l’intercessione dei santi infatti leggiamo:

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Isaia 8,19 Quando vi diranno: «Interrogate gli spiriti e gli indovini che bisbigliano e mormorano formule. Forse un popolo non deve consultare i suoi dei? Per i vivi consultare i morti?», 20attenetevi alla rivelazione, alla testimonianza. Certo, faranno questo discorso che non offre speranza d’aurora.<o:p></o:p>

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I versetti di Isaia proibiscono la consultazione dei morti ad opera dei maghi e, ne troviamo l’ammonimento anche nei versetti di 2° Re.<o:p></o:p>

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2 Re 1,16 L’angelo del Signore disse a Elia: «Scendi con lui e non aver paura di lui». Si alzò e scese con lui dal re 16e gli disse: «Così dice il Signore: Poiché hai mandato messaggeri a consultare Baal-Zebub, dio di Ekròn, come se in Israele ci fosse, fuori di me, un Dio da interrogare, per questo, dal letto, su cui sei salito, non scenderai, ma certamente morirai».

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Sia i  versetti del libro dei Re che del profeta Isaia non c’entrano niente con il divieto di intercessione dei santi “morti” in favore dei  vivi, insegnato da alcuni pastori protestanti.

Infatti Isaia si riferisce ai maghi, (indovini) e proibisce al popolo di consultare i morti tramite essi, perché i maghi sono uomini al servizio del male e, parla di consultazione dei morti per conto dei vivi, infatti ad esempio nelle sedute spiritiche i maghi fanno parlare (o mettono in contatto) i vivi con i loro parenti morti, o almeno questo è quello che gli fanno credere.

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San Giustino, in una sua lettera apologetica dice: <o:p></o:p>

“Volgete lo sguardo alla fine di ciascuno degli imperatori precedenti, come siano morti della morte comune a tutti. Se questa (la morte,ndr) conducesse alla cessazione di ogni sensibilità, sarebbe un guadagno per tutti gli ingiusti.<o:p></o:p>

Ma poiché a tutti coloro che sono vissuti rimane la sensibilità ed è apprestata una punizione eterna, non trascurate di persuadervi e di credere che queste sono cose vere.<o:p></o:p>

Le negromanzia, infatti, e le osservazioni di fanciulli incontaminati e le evocazioni di anime umane e gli spiriti che, presso i maghi, sono detti evocatori di sogni e loro assistenti e tutti i fenomeni che avvengono per opera dei conoscitori di scienze occulte, vi persuadano che anche dopo la morte le anime mantengono le facoltà sensitive; ve ne persuadano anche gli uomini posseduti e agitati dalle anime dei defunti, che tutti chiamano indemoniati e furiosi, e quelli che voi chiamate oracoli di Anfiloco e di Dodona e della Pizia, e quanti altri esistono di tal genere…”<o:p></o:p>

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Notiamo come Giustino, un grande padre della Chiesa, dia per scontato che l’uomo dopo la morte non perde la sua “sensibilità” cioè non perde i suoi sensi, quindi l’uomo può provare dolore, gioia, vede, sente, capisce, prega, loda, ecc.; ora se i maghi sono in grado di evocare di consultare i morti, vuol dire che gli spiriti di questi defunti sentono e vedono, altrimenti non era necessario che Dio proibisse la loro consultazione, Dio proibisce un qualcosa che può accadere, e siccome gli spiriti degli uomini ingiusti sono nelle mani di Satana, quest’ultimo li usa per ingannare gli uomini vivi, ecco perché Dio proibisce al suo popolo di consultare gli spiriti dei morti per mezzo dei maghi, comunque nella maggior parte dei casi non sono gli spiriti dei morti a parlare con i maghi ma i demoni.

Dio quindi mette in guardia il suo popolo per non farlo cadere vittima dei giochi di Satana.

Giustino quindi nella sua lettera apologetica ammonisce gli imperatori che perseguitavano i cristiani, affinché avessero timore del giudizio di Dio, e non credessero di poter spadroneggiare durante la loro vita sicuri che dopo la morte nulla esisteva e nessuno li avrebbe giudicati, e per farlo li fa riflettere sulla effettiva presenza della anime dei defunti, che venivano evocate dai maghi a scopo satanico, ma anche questo prova che oltre la morte c’è una vita sensibile, gli spiriti dei morti non dormono, ma ci vedono e ci sentono, gli spiriti degli uomini malvagi vanno contro l’uomo, facendo la volontà di satana, gli spiriti dei giusti aiutano l’uomo facendo la volontà di Dio e pregando per loro, proprio come facevano sulla terra; gli spiriti malvagi appartenevano a uomini malvagi, e continuano a fare il male, gli spiriti dei giusti appartenevano ad uomini giusti e, continuano a fare il bene anche in cielo, pregando a favore dei fratelli terreni.

Anche in 1Sam 28,4-21 viene menzionata l’evocazione dei morti proibita da Dio, ma anche in questo caso vediamo che non c’entra niente con l’intercessione, è solo un mezzo del diavolo per confondere gli uomini e attirarli a se.

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“I Filistei si radunarono, si mossero e posero il campo in Sunàm. Saul radunò tutto Israele e si accampò sul Gelboe. 5Quando Saul vide il campo dei Filistei, rimase atterrito e il suo cuore tremò di paura. 6Saul consultò il Signore e il Signore non gli rispose né attraverso sogni, né mediante gli Urim, né per mezzo dei profeti.

          7Allora Saul disse ai suoi ministri: «Cercatemi una negromante, perché voglio andare a consultarla». I suoi ministri gli risposero: «Vi è una negromante nella città di Endor». 8Saul si camuffò, si travestì e partì con due uomini. Arrivò da quella donna di notte. Disse: «Pratica la divinazione per me con uno spirito. Evocami colui che io ti dirò». 9La donna gli rispose: «Tu sai bene quello che ha fatto Saul: ha eliminato dal paese i negromanti e gli indovini e tu perché tendi un tranello alla mia vita per uccidermi?». 10Saul le giurò per il Signore: «Per la vita del Signore, non avrai alcuna colpa per questa faccenda». 11Essa disse: «Chi devo evocarti?». Rispose: «Evocami Samuele».

            12La donna vide Samuele e proruppe in un forte grido e disse quella donna a Saul: «Perché mi hai ingannata? Tu sei Saul!». 13Le rispose il re: «Non aver paura, che cosa vedi?». La donna disse a Saul: «Vedo un essere divino che sale dalla terra». 14Le domandò: «Che aspetto ha?». Rispose: «È un uomo anziano che sale ed è avvolto in un mantello». Saul comprese che era veramente Samuele e si inginocchiò con la faccia a terra e si prostrò. 15Allora Samuele disse a Saul: «Perché mi hai disturbato e costretto a salire?». Saul rispose: «Sono in grande difficoltà. I Filistei mi muovono guerra e Dio si è allontanato da me; non mi ha più risposto né per mezzo dei profeti, né per mezzo dei sogni; perciò ti ho evocato, perché tu mi manifesti quello che devo fare». 16Samuele rispose: «Perché mi vuoi consultare, quando il Signore si è allontanato da te ed è divenuto tuo nemico? 17Il Signore ha fatto nei tuoi riguardi quello che ha detto per mia bocca. Il Signore ha strappato da te il regno e l’ha dato al tuo prossimo, a Davide. 18Poiché non hai ascoltato il comando del Signore e non hai dato effetto alla sua ira contro Amalek, per questo il Signore ti ha trattato oggi in questo modo. 19Il Signore abbandonerà inoltre Israele insieme con te nelle mani dei Filistei. Domani tu e i tuoi figli sarete con me; il Signore consegnerà anche l’accampamento d’Israele in mano ai Filistei». 20All’istante Saul cadde a terra lungo disteso, pieno di terrore per le parole di Samuele; inoltre era già senza forze perché non aveva mangiato niente tutto quel giorno e la notte. 21Allora la donna si accostò a Saul e vedendolo tutto spaventato, gli disse: «Ecco, la tua serva ha ascoltato i tuoi ordini. Ho esposto al pericolo la vita per obbedire alla parola che mi hai detto.”<o:p></o:p>

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Consultare significa, interrogare, domandare consiglio, chiedere un parere, interpellare, quindi non ha niente a che vedere con la preghiera d’intercessione, è chiaro e semplice, ma molti fratelli protestanti fanno confusione sulla differenza tra preghiera di incercessione e “consultazione dei morti”, arrivando ad accusarci di andare contro gli insengnamenti biblici.

Con la preghiera di intercessione non si chiede un parere al santo, né lo si interroga, ma ci si affida alla sua elevazione spirituale che riteniamo sia molto superiore alla nostra (perché ripeto, noi siamo ancora nella carne)  per chiedere e ottenere dalla infinita misericordia di Dio, la grazia tanto sperata, se questa è utile ai fini della nostra salvezza eterna.


Pace

Salvatore


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Consiglia Elimina    Messaggio 9 di 79 nella discussione 
Da: cristianocattolicoInviato: 04/09/2002 18.27

Molti fratelli protestanti per dare forza alle loro tesi prendono come esempio i versetti della lettera

di Paolo, dove dice che per lui sarebbe meglio andare in cielo con Cristo, ma per aiutare i fratelli ancora sulla terra preferiva restare in mezzo a loro, Fil 1,21-26 “Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno. 22Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa debba scegliere. 23Sono messo alle strette infatti tra queste due cose: da una parte il desiderio di essere sciolto dal corpo per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; 24d’altra parte, è più necessario per voi che io rimanga nella carne. 25Per conto mio, sono convinto che resterò e continuerò a essere d’aiuto a voi tutti, per il progresso e la gioia della vostra fede, 26perché il vostro vanto nei miei riguardi cresca sempre più in Cristo, con la mia nuova venuta tra voi.”  

Ma qui Paolo vuole sottolineare che il suo ministero (incarico) è quello di annunciare il Vangelo, quindi anche se il desiderio di vedere Gesù, in lui è molto forte, per un atto di carità verso i fratelli e verso il mondo lui preferisce continuare ad evangelizzare, cosa che certamente non poteva fare dal cielo.

Lo Spirito Santo parla per mezzo degli uomini, quindi si serve di uomini santi e, Paolo era ed è uno di questi. Dio nella storia dell’uomo non ha scelto di scendere Lui stesso per guidare il suo popolo, ma ha affidato agli uomini questo compito e, le capacità di uomini come Paolo indubbiamente servivano alla Chiesa, di questo Paolo ne era pienamente cosciente, ecco perché ritiene che era meglio per la Chiesa che lui restasse in mezzo ai fratelli a predicare, Paolo era un uomo di capacità non comuni e un uomo così serviva nella carne, serviva per evangelizzare le folle.

Se Paolo negli anni della Chiesa nascente andava in Cielo chi avrebbe preso il suo posto?

Forse un altro, visto che nulla è impossibile a Dio, ma perché un altro e non Paolo doveva evangelizzare i popoli? Come si può da questi versetti trarne la negazione dell’intercessione dei santi non riesco a capirlo, visto che Paolo parla solo della sua opera di evangelizzazione e del suo sconfinato amore per Cristo. Il cuore di Paolo vorrebbe andare a vedere e godere della gloria di Cristo, ma la sua mente gli suggerisce di restare ancora con il popolo affinchè quest’ultimo ne traesse giovamento. Molti protestanti dicono che se Paolo poteva pregare (dal cielo) in favore del popolo avrebbe preferito andare in cielo, ma visto che i morti nella carne nulla possono più fare in favore dei vivi Paolo preferiva restare ancora sulla terra per evangelizzare.

Ma questa conclusione la traggono arbitrariamente per deduzione logica (la loro logica), perché in quei versetti Paolo non menziona assolutamente l’intercessione dei santi, ma valorizza solo la sua opera evangelizzatrice in favore del popolo. Non ci sono dubbi sul fatto che dal cielo non poteva più evangelizzare, quindi è l’evangelizzazione che trattiene Paolo (nei limiti della volontà di Dio) dal preferire il cielo piuttosto che continuare a predicare sulla terra. Anche dai versetti precedenti si capisce l’attività evangelizzatrice di Paolo “So infatti che tutto questo servirà alla mia salvezza, grazie alla vostra preghiera e all’aiuto dello Spirito di Gesù Cristo, 20secondo la mia ardente attesa e speranza che in nulla rimarrò confuso; anzi nella piena fiducia che, come sempre, anche ora Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia.” (Fil 1,19-20) e addirittura a tutto svantaggio delle teorie protestanti dice che tutto questo (tribolazioni, ma anche le sue opere di evangelizzazione) gli servirà alla sua salvezza. <?xml:namespace prefix = o ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office" /><o:p></o:p>

Quindi le teorie protestanti che affermano la salvezza per sola fede candono come le foglie d’autunno.

Fraternamente

Salvatore<o:p></o:p>


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Consiglia Elimina    Messaggio 10 di 79 nella discussione 
Da: cristianocattolicoInviato: 04/09/2002 18.28

Dire che Paolo con queste parole intendeva dire che i santi dopo la morte non possono più fare nulla per i fratelli che sono ancora nel mondo significa distorcere il significato delle parole di Paolo.

Prendere i versetti di 1Tm 2,5-6 “Non vi e che un solo Dio, uno solo è il Mediatore tra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù, che per tutti ha dato se stesso in riscatto” per indicare che Cristo è l’unico Mediatore tra Dio e gli uomini significa non aver capito gli insegnamenti della Chiesa cattolica. Sappiamo tutti, infatti, che Cristo è l’unico e vero Mediatore per avere redento l’umanità col sacrificio della sua vita. Ma dove è detto nella Bibbia che Cristo non possa – per gratuita sua benevolenza  e a mirabile dignità dell’uomo – chiamare altri collaboratori nell’attuazione dell’opera salvifica da lui compiuta?  Altrimenti che significato avrebbero le parole di Paolo nella sua lettera agli Efesini 1,24 “Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa.”?<?xml:namespace prefix = o ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office" /><o:p></o:p>

Questo è un chiaro esempio di come Cristo chiama altri collaboratori nell’attuazione dell’opera salvifica da lui compiuta!

Paolo non dice in nessuna sua lettera che i santi morti, smettono di far parte della Chiesa di Cristo.

In Tm 1, 16-18 “Il Signore conceda misericordia alla famiglia di Onesìforo, perché egli mi ha più volte confortato e non s’è vergognato delle mie catene; 17anzi, venuto a Roma, mi ha cercato con premura, finché mi ha trovato. 18Gli conceda il Signore di trovare misericordia presso Dio in quel giorno. E quanti servizi egli ha reso in Efeso, lo sai meglio di me.”

Se analizziamo le parole di Paolo notiamo che prega il Signore affinché conceda misericordia alla famiglia di Onesiforo, attenzione non dice “ad Onesiforo e a tutta la sua famiglia” ma si riferisce solo alla famiglia di Onesiforo, e sapete perché? Perché Onesiforo era morto, e Paolo continua la preghiera anche nei confronti di Onesiforo chiedendo al Signore di concedergli misericordia nel giorno del giudizio.

Faccio pure notare che Paolo sta sottolineando i meriti (le opere) che Onesiforo fece ad Efeso, non perché queste gli serviranno presso Dio, ma perché vuole sottolineare che la fede di Onesiforo diede buoni frutti.

Tutti noi cristiani siamo e restiamo membra di Cristo; quando la nostra carne muore il nostro spirito continua ad essere membro della Chiesa, è impensabile che lo spirito di un cristiano smetta di far parte della Chiesa in attesa del giudizio universale, come se per incanto diventerebbe un manichino immobile.


Fraternamente

Salvatore

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