Stellar Blade Un'esclusiva PS5 che sta facendo discutere per l'eccessiva bellezza della protagonista. Vieni a parlarne su Award & Oscar!

A tutti voi che passate da qui: BENVENUTI
Se avete desiderio di capire che cosa insegna la Bibbia che il Magistero della Santa Chiesa, con il Sommo Pontefice ci insegna, questo Gruppo fa per voi. Non siamo "esperti" del settore, ma siamo Laici impegnati nella Chiesa che qui si sono incontrati da diverse parti d'Italia per essere testimoni anche nella rete della Verità che tentiamo di vivere nel quotidiano, come lo stesso amato Giovanni Paolo II suggeriva.
Nuova Discussione
Rispondi
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Comunione dei santi

Ultimo Aggiornamento: 21/10/2009 18:08
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 4.551
Sesso: Maschile
21/10/2009 18:06
 
Email
 
Scheda Utente
 
Quota

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 69 di 79 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Gino¹Inviato: 19/07/2004 10.55
Nel proclamare la sua fede nella creatività dello Spirito Santo la Chiesa ci ricorda sempre questa verità: «Credo la comunione dei santi». In questa affermazione il credente scopre il mistero della Chiesa, la sua vitalità e la sua fecondità, e assapora la grande speranza della sua vita. Infatti la Chiesa nello Spirito Santo si sente in comunione con Cristo Gesù, e nella bellezza di tale mistero la sua fraternità con tutti i fratelli si traduce nella lode al Padre.
Questa lettura globale esige tuttavia una maggiore chiarificazione, in modo che la comunione dei santi diventi fonte di speranza per l’umanità che si trova nel buio di solitudini storiche. Il Catechismo così recita: «Il termine “comunione dei santi” ha pertanto due significati, strettamente legati: “comunione alle cose sante” (sancta) e “comunione tra le persone sante” (sancti)» (n° 948).
Cerchiamo ora di vedere la profondità del significato della “comunione dei santi” per cogliervi la ricchezza per l’uomo d’oggi alla ricerca del vero senso della sua esistenza.
 
La comunione alle “cose sante”
Il centro della vita della Chiesa è l’assemblea eucaristica, nella quale la comunità si trova attorno al Cristo, il Santo per eccellenza, che attraverso la celebrazione si rende presente tra i suoi e offre se stesso alla comunità. I doni eucaristici rappresentano la sua presenza sacramentale nell’assemblea liturgica. Per comprendere tale verità è indispensabile che l’attenzione sia centrata sul donarsi di Cristo che con la condivisione dei Divini Misteri, entra in relazione con la comunità dei discepoli. La nostra attenzione deve perciò essere orientata innanzitutto all’evento sacramentale: il Vivente è in mezzo a noi. In Lui contempliamo il mistero pasquale che è l’anima di ogni mistero comunionale nella chiesa. Il Risorto costruisce attraverso la “frazione del pane” l’unità dei suoi discepoli. È nel Cristo  morto e risorto che l’umanità ritrova unità e comunione. In Lui sono presenti tutti gli uomini di qualunque popolo, lingua, razza e nazione, poiché nella sua pasqua egli si rivela come il primogenito di ogni creatura e il capostipite dell’umanità. Nell’Eucarestia scopriamo quanto sia vero il progetto del Padre di ricapitolare in Cristo tutte le realtà create.
La comunione tra i “santi”
L’attrazione nella pasqua di Gesù fa sì che gli uomini siano in comunione. Essi sono santi nel Santo e sono chiamati in lui ad appartenere al Padre. Questa affermazione risulta estremamente vera per coloro che hanno accettato l’invito della convocazione eucaristica. Infatti tutta la messa è un mistero di comunione attorno a Cristo che presiede, che parla, che rende grazie. Tutti coloro che si accostano ai doni eucaristici vivono e rafforzano la comunione generata dalla fede e dall’iniziazione cristiana.
Questa verità tuttavia assume un’estensione molto più vasta. Le intercessioni della preghiera eucaristica e le invocazioni della preghiera dei fedeli mettono in luce come i fratelli, che nel segno sacramentale dell’assemblea sono attorno al Maestro, in lui sono anche in comunione con tutti i fratelli sparsi sulla terra e con i fratelli che sono associati nella gloria a contemplare Dio e l’Agnello.
Chi è in Cristo, è con Cristo e con tutti coloro che sono di Cristo. La fecondità della celebrazione eucaristica scaturisce da questa grande consapevolezza. La chiesa non è luogo di solitudine chiusa, ma di comunione piena e aperta al mondo intero. In essa cantiamo la gioiosa certezza della fede che tutti gli uomini “appartengono” alla SS. Trinità, e dalle tre Persone divine sono chiamati a vivere e a maturare nel significato vero dell’esistenza.
Conclusione
L’uomo è stato chiamato alla comunione, e la relazione è la condizione per lo sviluppo della persona umana. La Chiesa, celebrando i Divini Misteri, pone in atto questa mirabile verità. In Cristo Gesù siamo tutti fratelli, nella sua morte e risurrezione ogni uomo viene salvato e collocato nell’autentica vita di relazione con tutti. Nell’assemblea eucaristica l’uomo non è più solo. In Cristo si sente unito a tutti, al di là di ogni spazio e di ogni tempo, e così riscopre il senso della vita: l’“io” vive del “noi”, e il “noi” della comunità celebrante fa brillare l’“io” della creatura nel grande orizzonte di Cristo, primogenito di ogni creatura. Qui c’è il canto alla vera comunione. La “comunione dei Santi” rappresenta una meravigliosa circolarità di vita tra la SS. Trinità e l’umanità intera, attraverso la pasqua del Cristo e la pentecoste dello Spirito.
Antonio Donghi

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 70 di 79 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 20/07/2004 13.00
Chiedo venia a Gil, qui iscritta, se come gestore mi permetto di riportare qui una sua risposta data altrove....l'ho trovata sublime per la sua SEMPLICITA' e ricchezza di particolari....genuina nel trasmette sensazione di fede vissuta.....
Grazie......fraternamente Caterina

Ci si può inchinare, prostrare e dire mille preghiere, odiando nel cuore odiando Dio. è adorazione questa? Questo la chiesa lo sottolinea.
Mi vengono in mente le poche processioni(stanno sparendo se può farvi piacere) a cui ho assistito e credo che il marinaio che si porta Santa Rosa a piedi nudi sia proprio l'esempio del piccolo, che con umiltà porta sulle spalle una donna, e lo sa che porta sulle spalle una donna, una santa, e lo sa che non è adorazione, ed è la malizia che fa vedere il male, e il prete che accompagna la processione molto probabilmente pregherà DIO, dirà Padre Nostro, chiederà l'intercessione della santa, perchè è una comunità che si stringe attorno ai suoi eroi, eroi che pregano da lassù il Sommo Bene. E questo si vede DAI FRUTTI  INEQUIVOCABILI.  ben diverso è quando per esempio si è fatto nella mia parrocchia una veglia di adorazione per Gesù nell'orto degli ulivi. Credimi. ERA DAVVERO DIVERSO.  eh già c'era silenzio, con il sacerdote che ogni tanto forniva qualche meditazione e intonava canti dolci e profondi. E tutti erano lì in Gesù, almeno parlando per me, io ero lì con il desiderio di abbandonarmi a Lui, con il desiderio che Lui rimanesse nel mio cuore, e così è stato, tanto che mi dispiaceva andarmene quando la veglia era finita.
Tutta l'attività della chiesa è Cristocentrica, anche nei paesi la festa del santo avverrà una volta all'anno!
mai avuto problemi a fare questa distinzione, e in verità probabilmente non ce l'avevi nemmeno tu ***** (la risposta è diretta ad un non cattolico), finchè qualcuno non ti ha detto non c'era distinzione  per un mero fatto linguistico.
Qualcuno che non aveva il mandato dalla chiesa, qualcuno al quale poi hai deciso di sottometterti...  qual'è la differenza tra me e te? Quelli ai quali mi sottometto io sono persone che per seguire Dio non hanno esitato a rinunciare a tutto, eppure la luce nei loro occhi è sfolgorante, persone che si donano completamente alla comunità, che quasi nulla prendono per sè stessi, persone che hanno fatto delle promesse al Signore, promesse solenni, persone che hanno ricevuto il permesso di fare questo da una chiesa che ha evangelizzato mezzo mondo, che ha prodotto santi, poeti e letterati, esempi di carità perfetta, umili che sono stati innalzati perchè avevano passato la vita ad eseguire i piani del Signore, e per questo loro "Si", una chiesa che al di là degli errori umani si tramanda le Scritture e la Tradizione, direttamente dalla fonte primigenia Apostolica, una chiesa che ha portato quasi 20 secoli di Cristianità.
pace e bene ^__^

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 71 di 79 nella discussione 
Da: Soprannome MSNGil_Brethil2Inviato: 20/07/2004 13.35
Ciao caterina!^__^
mi può far solo piacere che qualche cosa che ho scritto sia servita a qualche cosa di buono.
ho solo scritto la mia esperienza, e ognuno di voi sicuramente potrebbe scrivere le stesse cose perchè la nostra chiesa ci da occasioni di comunione profonda con Gesù, penso alla Comunione... per descrivere quella per esempio non esistono parole sufficienti, nè un ringraziamento sufficientemente degno a Gesù per questo dono. mi sembra che di là, non si ha proprio il senso della comunità... non c'è questa unione, non c'è comunione, alcuni hanno detto che la comunione dei santi è essere d'accordo nella fede, ma per me è molto molto di più. Tra la Scrittura e la chiesa c'è un legame profondo, se si abbatte la chiesa anche le Scritture si inaridiscono... mi sembra molto una religione del libro quella di alcuni, mentre io credo nella religione di una Persona che è Gesù, che non ha lasciato libri, ma ha lasciato altre persone, ha lasciato la chiesa...
o almeno questo è quello che sento... ^__^
un abbraccio in Gesù e (qui si può dire! ^__^) Maria!
patrizia

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 72 di 79 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 20/07/2004 14.36
Cara Patrizia.....il mio grazie non è un semplice elemento decorativo al forum.........purtroppo difetto anche in complimenti, perchè mi piace essere immediata anche se delle volte comprendo che possa risultare  incomprensibile......perciò l'averti detto questo grazie giunge in un momento di affaticamento per molti problemi connessi anche al trasloco ed al desiderio di non lasciare troppo a lungo questa Comunità dalla quale anch'io attingo in questo "mistero" incomprensibile per molti che è la COMUNIONE DEI SANTI.....
Raccontavo appunto dei funerali dell'Arcivescovo di Gorizia, Antonio Vitale Bommarco.....ieri ho vissuto delle emozioni profonde che scavavano un solco nell'anima in quella antica Basilica così ricca di ricordi di storia legata alla Chiesa....
Un intreccio di santi e beati ha ripercorso il mio cuore e la mente mentre pregavo....avvertivo una Comunione quando il coro prestigioso intonava il "Tre volte Santo" ben conscia che in quel momento i cori degli Angeli e Santi e tutti in Cielo si uniscono a questo Inno di lode a Dio Altissimo adorandolo, implorandolo, lodandolo.....poco prima che i santi Misteri si compiano.....
DOVE E' O MORTE IL TUO PUNGIGLIONE?
ci dice san Paolo......la morte non c'è più......è stata sconfitta....non esiste più l'oblio.....vi è ora una attesa del trionfo di Cristo RE......in questa attesa ecco che Gesù stesso per mezzo del mistero Pasquale ci ha uniti al coro degli eletti che sono in cielo, agli angeli....ai santi, ai cori e alle dominazioni, principati e potestà......
C'E' MOLTA VITA IN CIELO tanto che fanno festa quando uno da qui si converte.....
tanto che un funerale, specie di un vescovo...diventa invece motivo DI FESTA DI GIOIA....cessato il primo impatto del dolore...subentra una gioia in cuore che non è facile descrivere per chi ha fede.......
IL VANTO DELLA CROCE...questa incomprensibile GIOIA che pervade il cristiano quando COMMEMORA IL RICORDO DI UN SUO PROPRIO CARO......è qui che Paolo incentra il senso dell'INCOMPRENSIONE per coloro che non credono, qui parte il Mistero della notte di Pasqua...nella MADRE DI TUTTE LE VEGLIE......l'attesa che mediante la risurrezione del Cristo la morte non fa più paura...non ha più pungiglione, non oscura più......ma fa gridare al credente: in te Signore ho sperato.....da oggi sono unito e per sempre al coro dei santi in cielo IN UNA SOLA VOCE DI GIUBILO, DI LODE E DI ADORAZIONE......
Ecco amici LA COMUNIONE DEI SANTI.......essa è iniziata da quel Sabato Santo, da quel "silenzio di Dio"...da quella Notte Santa.....nella quale LA LUCE (=CRISTO) HA VINTO LE TENEBRE......da quel giorno non siamo più soli.....da quel giorno la Croce è diventata il simbolo della vittoria e del VANTO CRISTIANO......
ed è certo che in questa ottica prettamente cristiana IMPLORIAMO I SANTI DI PREGARE INCESSANTEMENTE PER NOI affinchè possiamo raggiungerli là dove Dio ha concesso loro.....QUELL'ETERNO RIPOSO IN CRISTO CON CRISTO E PER CRISTO....che non è un riposare oziando, ma LAVORANDO PER NOI, PER LA CHIESA INTERA.....affinchè possiamo dire con loro che attendono il giusto verdetto: MARANATA', VIENI SIGNORE GESU'......
Fraternamente Caterina

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 73 di 79 nella discussione 
Da: Soprannome MSNcristiano-cattolicoInviato: 21/07/2004 16.55
Spesso basterebbe prestare una certa attenzione alle comuni azioni che le persone fanno
-e facciamo- nella vita quotidiana, per imparare a chiedersi il perché di certi atteggiamenti, e che cosa in realtà significano questi atteggiamenti o azioni.
Mi è capitato di andare a rendere omaggio a dei defunti, quando questi ancora si trovavano in casa, sopra il loro letto. Ebbene assistevo all’arrivo di amici e parenti che venivano a rendere omaggio ad defunto, spesso qualcuno toccava il defunto con la mano, e poi la portava sulle labbra baciandola.
Che cosa significa questo gesto?
Se riflettiamo bene, è lo stesso gesto che molti devoti usano nei confronti di Maria, o dei santi, come verso Gesù stesso.

Questo baciare tramite la mano, è adorazione o rispetto?

Indubbiamente nessuna persona seria, può dire che chi bacia un amico defunto con la mano, lo stia adorando, perché allora lo si dice (alcuni) nei confronti di un santo?
Spesso si è portati a giudicare istintivamente, il giudizio scatta in automatico, senza rifletterci, senza valutare bene quello che si sta dicendo, fermandosi in superficie.
La gestualità di baciare tramite la mano, è sinonimo di omaggio, di rispetto verso il defunto; stessa identica cosa vale per i santi.
Oppure vorremmo credere che certi cattolici sono così “cretini” da credere che dentro il gesso di una statua ci sia il santo?
Quel gesto rivolto ad un santo, significa rispetto, omaggio, riconoscenza verso una persona che ci è servita da esempio, e che prega per noi e per i nostri bisogni.
E chi l’ha detto che i santi morti nella carne non ci sentono, perché non esistono  più temporaneamente,  o dormono in attesa della fine del mondo?
Mt 22,32 “Io sono il Dio di Abramo e il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe? Ora, non è Dio dei morti, ma dei vivi”.
Abramo, Isacco, Giacobbe non vengono considerati morti, ma figli della resurrezione, vivi, e quindi essendo vivi, continuano a fare le cose che fanno i  santi vivi, cioè pregare per i fratelli bisognosi, e i fratelli bisognosi sono sulla terra, essendo soggetti alle continue tentazioni del male.
Anche nelle primissime comunità cristiane troviamo testimonianza del rispetto e della venerazione per i santi defunti, come abbiamo visto all’inizio di questo capitolo e come ad esempio fu per Policarpo, discepolo di Giovanni apostolo, il quale fu venerato da vivo e da morto, e le sue reliquie furono raccolte e custodite gelosamente, inoltre notiamo come ogni hanno ricordavano il suo martirio da autentico campione di fede.
Pace
Salvatore

Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 74 di 79 nella discussione 
Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 23/07/2004 17.08

Siracide 39

1 Differente è il caso di chi si applica
e medita la legge dell'Altissimo.
Egli indaga la sapienza di tutti gli antichi,
si dedica allo studio delle profezie
.
2 Conserva i detti degli uomini famosi,
penetra le sottigliezze delle parabole,
3 indaga il senso recondito dei proverbi
e s'occupa degli enigmi delle parabole.
4 Svolge il suo compito fra i grandi,
è presente alle riunioni dei capi,
viaggia fra genti straniere,
investigando il bene e il male in mezzo agli uomini.
5 Di buon mattino rivolge il cuore
al Signore, che lo ha creato, prega davanti all'Altissimo,
apre la bocca alla preghiera, implora per i suoi peccati.
6 Se questa è la volontà del Signore grande,
egli sarà ricolmato di spirito di intelligenza,
come pioggia effonderà parole di sapienza,
nella preghiera renderà lode al Signore.
7 Egli dirigerà il suo consiglio e la sua scienza,
mediterà sui misteri di Dio.
8 Farà brillare la dottrina del suo insegnamento,
si vanterà della legge dell'alleanza del Signore
.
9 Molti loderanno la sua intelligenza,
egli non sarà mai dimenticato,
non scomparirà il suo ricordo,
il suo nome vivrà di generazione in generazione.

10 I popoli parleranno della sua sapienza,
l'assemblea proclamerà le sue lodi
.
11 Finché vive, lascerà un nome più noto di mille,
quando muore, avrà già fatto abbastanza per sé.
12
Esporrò ancora le mie riflessioni,
ne sono pieno come la luna a metà mese.
13 Ascoltatemi, figli santi, e crescete
come una pianta di rose su un torrente.
14 Come incenso spandete un buon profumo,
fate fiorire fiori come il giglio,
spargete profumo e intonate un canto di lode;
benedite il Signore per tutte le opere sue.
15 Magnificate il suo nome;
proclamate le sue lodi
con i vostri canti e le vostre cetre;
così direte nella vostra lode:
16 «Quanto sono magnifiche tutte le opere del Signore!
Ogni sua disposizione avrà luogo a suo tempo!».
Non c'è da dire: «Che è questo? Perché quello?».
Tutte le cose saranno indagate a suo tempo.


Rispondi
Consiglia Elimina    Messaggio 75 di 79 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°Gino¹Inviato: 13/08/2004 15.47
Dal Libro di Sant'Agostino, leggiamo quanto il Santo credeva in questa intercessione.....
Con questa vi saluto per un pò perchè siamo sotto una settimana di impegni, appena posso ci leggeremo.
Pace
Gino

Funzione apologetica del miracolo.
8. 1. Perché, obiettano, quei miracoli che andate dicendo siano avvenuti, ora non avvengono più? 33. Potrei rispondere che sono stati necessari prima che il mondo credesse, affinché il mondo credesse. Chi per credere va ancora in cerca di prodigi, è egli stesso un prodigio perché non crede, mentre il mondo crede. Però lo dicono affinché si creda che quei miracoli non sono avvenuti. Come si spiega dunque che con tanta fede si canta da ogni parte che Cristo è stato elevato al cielo con la carne? Come si spiega che in tempi addottrinati, i quali rifiutano tutto ciò che è inattendibile, il mondo ha creduto senza miracoli a fatti incredibili perché troppo meravigliosi? Diranno forse che sono stati credibili e perciò sono stati creduti? E allora perché essi non credono? È quindi molto semplice il nostro dilemma: o da un fatto incredibile, perché fuori dell'esperienza, hanno suscitato la fede altri fatti incredibili, che tuttavia avvenivano ed erano nell'esperienza; ovvero un fatto così credibile, da non aver bisogno di miracoli per essere evidenziato, confuta l'eccessiva mancanza di fede di costoro. Direi questo per ribattere i più sciocchi. Difatti non possiamo negare che sono avvenuti molti miracoli, i quali dimostrerebbero quell'unico grande salvifico miracolo, per cui Cristo è salito al cielo con la carne con cui era risorto. È stato tutto scritto nei medesimi libri assolutamente veri: i fatti che sono avvenuti e per quale verità da credere sono avvenuti. Essi furono palesi per suscitare la fede; essi molto più evidentemente sono palesi mediante la fede che hanno suscitato. Sono letti fra i popoli affinché siano creduti, ma non si leggerebbero fra i popoli se non fossero creduti. Difatti anche al presente avvengono miracoli nel suo nome, sia mediante i sacramenti, sia attraverso le preghiere e il culto dei santi, ma non sono divulgati con la medesima notorietà al punto da avere una fama come quella. Il canone della sacra Scrittura, che doveva essere autenticato, fa in modo che quelli siano annunziati dovunque e siano impressi nel ricordo di tutti i popoli. Questi altri invece, dovunque avvengano, sono conosciuti appena da tutta una città o in qualsiasi località di individui che vivono insieme. Spesso infatti anche in quel luogo li conoscono pochissimi, mentre i più li ignorano, soprattutto se la città è molto grande; e quando sono narrati ad altri, in altre parti, non li sostiene una grande autorità, in modo che siano creduti senza difficoltà e incertezza, sebbene siano comunicati da cristiani a cristiani.

Il cieco di Milano.
8. 2. Il miracolo che avvenne a Milano, mentre vi risiedevo, quando un cieco riacquistò la vista, poté giungere alla conoscenza di molti perché la città era grande, vi risiedeva allora l'Imperatore e il fatto avvenne alla presenza di una grande folla che era accorsa per vedere i corpi dei martiri Gervasio e Protasio, che erano rimasti nascosti e del tutto ignoti. Erano stati scoperti perché svelati in sogno al vescovo Ambrogio e in quel luogo il cieco, fugate le tenebre di prima, rivide la luce 34.

Guarigione dall'ossessione del tribuno Esperio...
8. 7. Esperio, ex tribuno della plebe e nostro concittadino, possiede nel territorio di Fussala una tenuta che ha nome Zubedi. Avendo costatato che la sua casa, con disagio degli animali e degli schiavi, subiva l'influsso malefico degli spiriti cattivi, pregò i nostri presbiteri, dato che io ero assente, che qualcuno di loro si recasse sul posto affinché il diavolo si arrendesse alle sue preghiere. Uno vi andò, vi offrì il sacrificio del corpo di Cristo pregando con tutta la devozione possibile che cessasse quella vessazione; per la bontà di Dio cessò all'istante. Esperio aveva avuto da un suo amico un po' di terra santa, recata da Gerusalemme, dove il Cristo sepolto era risorto al terzo giorno; la teneva esposta nella sua camera da letto per non subire anch'egli il fastidio. Ma appena la sua casa fu liberata da quella molestia, pensava che cosa fare di quella terra che per rispetto non voleva tenere più a lungo nella sua camera da letto. Per caso avvenne che io e un mio collega ora defunto, Massimino, vescovo di Siniti, ci trovassimo nei pressi. Esperio pregò che andassimo da lui e vi andammo. Dopo aver riferito tutto, ci chiese anche che fosse conservata sottoterra quel po' di terra e vi fosse costruito un luogo di preghiera, in cui i cristiani potessero radunarsi per celebrare il culto di Dio. Non ci rifiutammo e fu fatto. V'era in quel luogo un giovane di campagna paralitico. Venuto a conoscenza del fatto, chiese ai suoi genitori che lo conducessero senza indugio in quel luogo santo. Essendovi stato condotto, pregò e, subito guarito, si allontanò dal posto con i propri piedi.

... di un ragazzo vicino ad Ippona...
8. 8. Si chiama Vittoriana una casa di campagna che dista da Ippona meno di trenta miglia. Vi è in essa una cappella dedicata ai martiri di Milano Protasio e Gervasio. Vi fu portato un giovanetto il quale, mentre verso la mezza estate lavava un cavallo nella corrente di un fiume, fu invaso da un demonio. Mentre, vicino alla morte o assai simile a un morto, giaceva sul pavimento, la padrona del locale, come di consueto, vi entrò per i canti e le preghiere della sera insieme alle domestiche e ad alcune religiose e cominciarono a cantare gli inni. Il demonio fu come colpito e scosso da quel canto e con un terribile brontolio, non osando o non riuscendo a smuovere l'altare, vi si era avvinghiato come se vi fosse legato o incatenato e, supplicando con grande lamento che gli si perdonasse, confessò dove, quando e come aveva invaso il giovanetto. Infine dichiarando che voleva uscire, nominava le singole parti di lui che nell'uscire minacciava di asportare e, pronunziando queste parole, si distaccò dal ragazzo. Ma un suo occhio, riversatosi sulla guancia, pendeva con una piccola vena come da una radice interna e l'intera sua cornea, che era leggermente nera, era divenuta bianca. A quella vista i presenti, dato che erano accorsi anche altri, attirati dalle sue grida, e si erano tutti inginocchiati nella preghiera per lui, sebbene fossero contenti che fosse tornato all'uso della ragione, rattristati tuttavia per il suo occhio, dicevano che bisognava cercare un medico. Allora il marito della sorella, che l'aveva condotto in quel posto, disse: "Dio, che ha allontanato il demonio, può anche, per le preghiere dei suoi santi, restituirgli la vista". E lì, come poté, dopo averlo rimesso al suo posto, legò con un fazzoletto l'occhio riversato fuori e penzolante e ritenne di doverlo slegare soltanto dopo sette giorni. Avendo così fatto, lo trovò sanissimo. In quel luogo furono guariti altri, di cui sarebbe lungo parlare.

... e di una ragazza a Ippona.
8. 9. So che una ragazza d'Ippona, essendosi segnata con l'olio, in cui un sacerdote, mentre pregava per lei, aveva fatto cadere delle lacrime, fu immediatamente libera dal demonio. So anche che un vescovo ha pregato una sola volta per un giovinetto che non conosceva e questi fu immediatamente libero dal demonio.

Fede rimunerata di Fiorenzo.
8. 10. V'era l'anziano Fiorenzo della nostra Ippona, uomo devoto e povero che si sostentava col mestiere di rammendatore. Aveva perduto il ferraiuolo e non aveva denaro per ricomprarlo. Nella cappella dei Venti Martiri, la cui devozione è molto diffusa nel nostro popolo 37, pregò a voce alta per avere roba da indossare. L'udirono alcuni ragazzi che per caso si trovavano là a deriderlo, e mentre si allontanava, lo seguivano prendendolo in giro come se dai martiri avesse chiesto cinquanta spiccioli per comprarsi un vestito. Ma egli camminando in silenzio vide un grosso pesce fuori dell'acqua che guizzava sulla spiaggia e col benevolo aiuto di quei ragazzi lo catturò e, denunziando quel che era avvenuto, lo vendette per trecento spiccioli a un cuoco, di nome Cattoso, buon cristiano, per la cottura adatta a conservare. Contava di acquistare con quel denaro la lana affinché la moglie, secondo la propria abilità, eseguisse per lui qualche capo da indossare. Ma il cuoco, spaccando il pesce, trovò nello stomaco un anello d'oro e subito, mosso da compassione e intimorito da un senso religioso, lo restituì all'uomo dicendo: "Ecco come i Venti Martiri ti hanno fatto avere un vestito".

Per intercessione di santo Stefano guarigione di una cieca...
8. 11. Dal vescovo Preietto veniva portata alle Acque Tibilitane una reliquia del gloriosissimo martire Stefano in mezzo a una grande folla che accompagnava e veniva incontro. In quell'occasione una cieca pregò di essere guidata al vescovo, offrì i fiori che portava, li riprese, li avvicinò agli occhi e istantaneamente vide. Nello sbalordimento dei presenti procedeva a passo di danza, percorrendo la via senza più chiedere la guida.

... del vescovo Lucillo da fistola.
8. 12. La reliquia è stata riposta nella cittadella di Siniti che è vicina alla colonia d'Ippona. Lucillo, vescovo della medesima località, la portava in processione in mezzo al popolo che precedeva e seguiva. Una fistola, che lo affliggeva da molto tempo e che attendeva l'intervento di un medico, suo grande amico, all'improvviso fu guarita nel trasporto di quel sacro peso; difatti in seguito non la riscontrò più nel suo corpo. (qui rispondo a Luca che tempo fa mi chiedeva se un sant'Agostino oggi avrebbe partecipato ad una processione, la risposta ce la da proprio lui! ^__^)

Santo Stefano e la risurrezione del sacerdote Eucario...
8. 13. Eucario è un sacerdote proveniente dalla Spagna e risiede a Calama. Da tempo era afflitto da calcolosi; fu guarito mediante la reliquia del martire Stefano che il vescovo Possidio trasportò dove abitava. Il medesimo sacerdote fu colpito da un male molto grave e giaceva come morto sicché gli stavano già legando i pollici. Egli risuscitò per l'intercessione del martire suddetto quando gli fu riportata a casa, dal luogo ove era la reliquia del santo, la tunica e posta sopra il suo corpo disteso.

... e la conversione del nobile Marziale.
8. 14. V'era un uomo, uno dei principali del suo ceto, di nome Marziale, già avanzato in età e fortemente renitente alla religione cristiana. Aveva una figlia credente e il genero che si era battezzato in quell'anno. Essendosi ammalato, poiché essi con molte accorate lacrime lo supplicavano di farsi cristiano, rifiutò decisamente e con grande sdegno li respinse. Il genero decise di andare alla cappella di santo Stefano e lì pregare fino al possibile per lui, affinché il Signore gli concedesse la buona coscienza di non tardare nel credere in Cristo. Lo fece con grande lamento e pianto e sinceramente con ardente sentimento di pietà, poi nell'allontanarsi prese dall'altare una parte dei fiori che era a portata ed essendo già buio, glieli pose vicino alla testa e si dormì. Ed ecco prima dell'alba Marziale grida affinché si corra dal vescovo, che allora per caso era con me ad Ippona. Avendo udito che era assente, chiese che venissero i sacerdoti. Vennero, disse di credere e con meraviglia e gioia di tutti fu battezzato. Finché visse ebbe sulle labbra questa invocazione: "Cristo, accogli il mio spirito". Eppure non sapeva che furono queste le ultime parole di santo Stefano mentre veniva lapidato dai Giudei 38. Anche per lui furono le ultime. Poco dopo infatti spirò.

Guarigione dalla gotta.
8. 15. Sempre a Calama per intercessione del martire Stefano furono guariti dalla gotta due cittadini e uno straniero: i cittadini completamente; lo straniero udì in visione che cosa doveva usare quando soffriva e appena fatto ciò, il dolore scomparve immediatamente.

Santo Stefano e la risurrezione di un bimbo...
8. 16. Auduro è il nome di una tenuta, in cui v'è una chiesa e in essa la reliquia del martire Stefano. Buoi, che trainavano un carro agricolo, uscendo di carreggiata, con le ruote schiacciarono un bambino che stava giocando nell'aia ed egli immediatamente spirò spasimando. La madre, trattolo fuori, lo pose davanti alla reliquia e non soltanto tornò in vita, ma apparve del tutto incolume.

... di una monaca morta di tumore...
8. 17. Poiché una religiosa in un possedimento vicino, che si denomina Caspaliana, era affetta da un male senza speranza, una sua tunica fu portata all'altare del Santo. Prima che fosse ricondotta, la religiosa morì. I suoi genitori però coprirono il cadavere con la tunica suddetta e lei riprese a respirare e fu guarita.

... di una giovinetta...
8. 18. Presso Ippona un tale della Siria, chiamato Basso, davanti alla reliquia del martire Stefano pregava per la figlia ammalata in pericolo di vita e aveva portato con sé un vestito di lei, quando all'improvviso dalla casa accorsero i servi per avvertirlo che era morta. Però mentre egli pregava furono fermati dagli amici di lui i quali proibirono di dirglielo affinché non piangesse alla vista di tutti. Essendo tornato a casa che risuonava già dei pianti dei familiari e avendo steso la veste, che aveva fra mano, sopra la figlia, ella fu resa alla vita.

... di un giovane...
8. 19. Ancora ad Ippona il figlio di un certo Ireneo, esattore delle imposte, morì di malattia. Mentre il corpo giaceva esanime e si preparava il funerale da persone che piangevano per lo strazio, uno degli amici, fra le parole di conforto degli altri, suggerì che il corpo fosse unto con l'olio del santo martire. Si fece così e il morto tornò in vita.

... e di un bimbo.
8. 20. Sempre ad Ippona l'ex tribuno della plebe Eleusino pose sopra l'altare dei martiri, che si ha in un suo possedimento nel sobborgo, il figliolino morto in seguito ad una malattia e dopo una preghiera, che ivi rivolse con molte lacrime, lo risollevò tornato in vita.

Diffusa e documentata devozione a santo Stefano a Calama...
8. 21. Che fare? Sollecita l'impegnativo intento di questa opera a non ricordare a questo punto tutti i fatti che conosco. Senza dubbio molti dei nostri, quando leggeranno queste pagine, si addoloreranno che ne abbia omessi molti che assieme a me certamente conoscono. Li prego fin d'ora di perdonare e di riflettere che sarebbe una fatica molto prolungata fare ciò che al momento l'obbligo dell'opera intrapresa mi costringe a non fare. Se infatti volessi soltanto riferire, per non parlare degli altri, i miracoli delle guarigioni che per l'intercessione di questo martire, cioè del glorioso Stefano, sono avvenuti nella colonia di Calama e nella nostra, ci sarebbe da compilare moltissimi libri. Tuttavia non potranno essere messi insieme tutti, ma soltanto quelli sui quali sono state consegnate le redazioni per essere lette nelle adunanze. Abbiamo desiderato che questo avvenisse quando abbiamo notato che segni, eguali agli antichi, della potenza di Dio sono in gran numero anche ai nostri tempi e che non debbono andare perduti per la conoscenza di molti. Non sono ancora passati due anni da quando ad Ippona Regia è stata costruita questa cappella e sebbene, e questo è per noi assolutamente certo, non siano state molte le redazioni dei fatti avvenuti per prodigio, quelle che sono state consegnate erano giunte all'incirca a settanta, quando ho scritto queste pagine. A Calama poi, in cui si è avuta la prima cappella e avvengono più spesso, superano di molto il numero.

... e a Uzali nella casa della nobile Petronia.
8. 22. Abbiamo saputo che anche a Uzali, colonia vicina a Utica, sono avvenuti molti miracoli per l'intercessione del martire Stefano e molto prima che nella nostra città fosse stata dal vescovo Evodio organizzata la devozione per lui. Però in essa l'uso di consegnare le redazioni non v'è o meglio non v'è mai stato, poiché probabilmente ora ha già avuto inizio. Quando poco tempo addietro sono stato là, esortai, per desiderio del vescovo stesso, la nobildonna Petronia, guarita miracolosamente da una grave, prolungata infermità, per la quale erano stati insufficienti tutti i ritrovati dei medici, a compilare la redazione da leggere al popolo.

Ed ella eseguì con solerte obbedienza. In essa inserì un episodio che non posso passare sotto silenzio, sebbene sia incalzato a volgermi in fretta a quegli argomenti che svolgono questa opera. Scrisse che da un giudeo era stata convinta ad introdurre un anello in un cordone di capelli intrecciati da avvincere sotto le vesti, al nudo. L'anello doveva avere sotto la gemma una pietra trovata nei reni di un bue. Fasciata da quell'aggeggio, quasi fosse un medicamento, s'incamminava verso la chiesa del santo martire. Ma partita da Cartagine, pernottò in un suo possedimento posto sulla sponda del fiume Bagrada. Alzatasi per continuare il viaggio, vide quell'anello caduto davanti ai suoi piedi e meravigliata tentò di sciogliere la cintura di capelli, in cui era stato inserito. Avendola trovata legata con nodi solidissimi, pensò che l'anello si fosse spezzato e scivolato via. Essendo stato trovato anch'esso intatto, suppose di aver ricevuto da un così grande miracolo in certo senso la garanzia della futura guarigione e, sciogliendo quella fasciatura, la gettò nel fiume assieme all'anello. Non credono a questo fatto coloro i quali non credono che anche il Signore Gesù è stato messo al mondo attraverso l'utero intatto della vergine Madre e che è entrato a porte chiuse nel luogo dov'erano i discepoli. Però su questo miracolo s'informino direttamente e, se accerteranno che è vero, credano anche a quelli. Petronia è una donna illustre, nata da nobili, sposata con un nobile, vive a Cartagine; una città importante, una personalità importante non permettono che il fatto rimanga celato a coloro che se ne informano. Evidentemente il martire, per la cui intercessione è stata guarita, credette nel Figlio di colei che rimase vergine, credette in colui che entrò a porte chiuse nel luogo dov'erano i discepoli; infine, e proprio per questo vengono da noi espressi questi concetti, credette in colui che salì al cielo con la carne con cui era risorto. Quindi per la sua intercessione avvengono così grandi miracoli perché per questa fede ha dato la propria vita. Avvengono dunque anche ai nostri tempi molti miracoli operati sempre da Dio per la mediazione di chi vuole e come vuole ed Egli ha operato anche quelli che conosciamo dalla Scrittura. Questi però non sono noti allo stesso modo e non sono pigiati come ghiaia della memoria da una frequente lettura affinché non sfuggano al pensiero. Infatti dove si ha l'attenzione, che attualmente ha cominciato a manifestarsi anche dalle nostre parti, di leggere al popolo le redazioni di coloro che ottengono guarigioni, i presenti ascoltano una sola volta e molti non sono presenti. Quindi anche quelli che furono presenti dopo alcuni giorni non ricordano quel che hanno udito e difficilmente si trova qualcuno di essi che riferisca ciò che ha udito a chi sa che non era presente.

Amministra Discussione: | Riapri | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 06:11. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com