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Archivio Denzinger: Simboli e Dichiarazioni sulla Fede Cattolica

Ultimo Aggiornamento: 02/06/2021 11:46
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Antiquorum habet fide relatio
Bolla di indizione del primo Giubileo - Bonifacio VIII


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22 febbraio 1300

Bonifacio Vescovo, servo dei servi di Dio, per la certezza dei presenti e la memoria dei futuri.

C’è adesione degna di fede da parte di vecchi che a coloro, i quali accedono all’onoranda Basilica del principe degli Apostoli di Roma, sono concesse grandi missioni ed indulgenze dei peccati.

Noi dunque, che secondo i doveri del nostro ufficio, ricerchiamo e procuriamo con viva soddisfazione il vantaggio dei singoli, ritenendo certe e da rispettarsi tutte queste indulgenze, queste stesse con 1'autorita apostolica confermiamo, approviamo, ed anche rinnoviamo con il patrocinio di questa scrittura. E pertanto, poiché‚ i Beatissimi apostoli Pietro e Paolo più sono onorati tanto devotamente le loro Basiliche saranno affollate dai fedeli e affinché‚ gli stessi si sentano sempre più rinfrancati con un’elargizione di doni spirituali, per questo, noi accordiamo, affidandoci alla misericordia di Dio Onnipotente ed ai meriti ed alla autorità dei medesimi Apostoli, col consiglio dei nostri fratelli e nella pienezza del potere apostolico, a tutti quelli che nel presente anno mille e trecento, cominciato da poco con la festa della Natività di nostro Signore Gesù Cristo, ed in qualunque altro centesimo anno seguente accederanno alle suddette Basiliche con riverenza e veramente pentiti e confessati, ed a quelli che veramente si pentiranno in questo presente centesimo anno ed in qualunque anno centesimo avvenire, non solo pieno ed assai largo, ma anzi assai pienissimo perdono dei loro peccati.

Stabiliamo che coloro i quali vogliano essere fatti partecipi di simile indulgenza da Noi concessa accedano alle suddette Basiliche, se saranno romani almeno per trenta giorni continui od intercalati ed almeno una volta al giorno; se poi saranno pellegrini o forestieri facciano allo stesso modo per quindici giorni. Ciascuno tanto più meriti e tanto più efficacemente consegna 1’indulgenza se le stesse Basiliche più ampiamente e devotamente frequenterà. A nessun uomo giammai sia lecito in firmare questo pubblico atto della conferma, approvazione, innovazione, concessione e costituzione nostra, né‚ gli sia lecito con temerario ordine contraddirvi. Se poi alcun avrà avuto la presunzione di ciò, sappia che incorrerà nello sdegno di Dio Onnipotente e dei Beati Pietro e Paolo Apostoli.

Dato in Roma, presso san Pietro il 22 febbraio, anno sesto del Nostro Pontificato.


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Bolla "Indulgentiarum sancti Bartolomej de Circulo"
sulle indulgenze lucrabili presso la chiesa di San Bartolomeo di Cerchio nella Diocesi dei Marsi - Bonifacio VIII


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Alla chiesa universale di Cristo per intercessione divina la presente lettera, dinanzi a noi Basilio arcivescovo Filimitano, Tommaso Etesiense, Monaldo di Civitacastellana, Giacomo Castellanense, Stefano Opitense, Nicola Di Capri, Nicola Cortibulense, Giacomo Calcedomeni, Simone Brugnatense, Angelo Nepenzino Di Valva, Giovanni Imolense, Angelo Di Sessa, Federico Valvense, Giovanni di imola, Angelo Di Sessa, Mauro di Amelia, Nicola di Vittorino, Enrico Redestense in grazia di Dio salutano il Vescovo nella grazia del Signore. A Divine lodi obbediscono le basiliche erette in titolo dei Santi, come in esse trovano dimora le orazioni in suffragio dei Beati imploranti la pace. Quanti rimangono fedeli in Cristo conseguiranno il gaudio dell’eternità e per di più a chi in terra si adopera nelle celesti mansioni di riutilizzare piccoli edifici per ivi mostrare obbedienza, il suo operato possa prepararvi l’ingresso. A chi con ardore si recherà alla chiesa di San Bartolomeo di Cerchio nella Diocesi dei Marsi e, con i dovuti onori, frequentemente vi si recherà al tempo dei lavori, gestirà in perpetuo ringraziamenti e lì intorno lamenteranno del Signore, tanto frequentemente conservando lo spirito di sacrificio, quanto avranno in loro i doni dei tesori spirituali della chiesa e nello stesso luogo ritroveranno sempre la Gerusalemme celeste in futuro.

Chiunque, in vera penitenza, resa confessione nel giorno della domenica e sempre nella stessa chiesa, in occasione delle singole sottoscritte festività del Natale, della Circoncisione, dell’Epifania, della Pasqua di Resurrezione, dell’Ascensione del Signore e Pentecoste, del Natale, dell’Annunciazione, della Purificazione ed Assunzione in gloria della Beata Maria dei Beati Pietro, Paolo, Bartolomeo e degli altri Apostoli, nonché nel giorno della commemorazione di Ogni Santi, di San Nicola, di San Martino, di Sant’Agostino e dei confessori, Santo Stefano, di San Biagio, di San Lorenzo, di San Vincenzo, di San Martino, di San Michele Arcangelo, dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista, delle Sante Caterina, Agnese, Maddalena e Lucia Vergine, di Sant’Anna ed Elisabetta e nelle ottave delle stesse festività, ogni giorno della domenica, di tutti gli anni, ed ogni giorno durante tutta la Quaresima devotamente pregando vi accederà ed a chi nelle vigilie della Beata Maria e dei Beati Giovanni Battista ed Evangelista e dei Beati Apostoli Pietro e Paolo e Bartolomeo ed in qualunque giorno del sabato, nella predetta chiesa, veglierà con riverenza, ovvero a chi nella stessa chiesa vi si recherà devotamente, cantando solennemente il Salve Regina ed a chi, nel giorno della domenica, reciterà piamente le orazioni per l’anima dei fedeli che riposano in Cristo, siccome egli è fonte di misericordia e pietà siano misericordiosamente riconosciute le indulgenze per la vita eterna.

E chi provvederà alla riparazione dell’edificio all’illuminazione, agli ornamenti o ad altri servizi e manutenzioni necessari alla stessa chiesa, ovvero servirà da ausiliario nella sua cura materiale, ovvero ancora in estremo con qualunque aiuto legherà le sue disponibilità alla predetta chiesa, confidando nella misericordia ed Onnipotenza di Dio, e dei Beati Apostoli Pietro e Paolo, della Santa Vergine Maria e di tutti i Santi e singolarmente alla nostra autorità, congiuntamente rilasciamo misericordiosamente quaranta giorni di indulgenza ai penitenti, purché vi si aggiunga il consenso del Vescovo.

A testimonianza di ciò facemmo apporre a questo privilegio il nostro sigillo.


Dato in Roma nell'anno del Signore 1300, anno sesto del nostro pontificato.

Noi Gabriele Maccafani in relazione a quanto ritenuto dalla Sede Apostolica nella Grazia di Dio, apponiamo a questo privilegio la nostra volontà, quale Vescovo della Diocesi dei Marsi, a concedere il consenso alla stessa concessione di numero quaranta giorni su esplicita richiesta. In fede della nostra sottoscrizione apponiamo per mano nostra il sigillo. Dato in Cerchio nella casa, di Antonio Cola Pietro Ciechi di Cerchio, parroco e rettore della sunnominata chiesa di San Bartolomeo, il giorno ventiquattro marzo dell'anno del Signore 1492. Pontificato di Papa Innocenzo VIII a lode di Dio nostro santissimo Onnipotente.

Vescovi sottoscrittori e componenti il Consilio pontificio in Anagni sono: Basilio Fìlimitanis Tommaso Estense, Monaldo di Civita Castellana, Giacomo Castellanense, Stefano Opitense, Nicola Di Capri, Nicolo Cortibulense Giacomo Calcedomeni, Simone Brugnatense, Angelo Nepenzino Di Valva, Giovanni Imolense, Angelo Di Sessa, Federico Valvense, Giovanni di Imola, Angelo Di Sessa, Mauro di Amelia, Nicola di Vittorino ed Enrico Redestense.


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Unam sanctam
Bolla sul Primato del Papa - Bonifacio VIII


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Che ci sia una ed una sola Santa Chiesa Cattolica ed Apostolica noi siamo costretti a credere ed a professare, spingendoci a ciò la nostra fede, e noi questo crediamo fermamente e con semplicità professiamo, ed anche che non ci sia salvezza e remissione dei nostri peccati fuori di lei, come lo sposo proclama nel Cantico: "Unica è la mia colomba, la mia perfetta; unica alla madre sua, senza pari per la sua genitrice", che rappresenta un corpo mistico, il cui capo è Cristo, e il capo di Cristo è Dio, e in esso c'è "un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo". Al tempo del diluvio invero una sola fu l’arca di Noè, raffigurante l’unica Chiesa; era stata costruita da un sola braccio, aveva un solo timoniere e un solo comandante, ossia Noè, e noi leggiamo che fuori di essa ogni cosa sulla terra era distrutta. Questa Chiesa noi veneriamo, e questa sola, come dice il Signore per mezzo del Profeta: "Libera, o Signore, la mia anima dalla lancia e dal furore del cane, l’unica mia". Egli pregava per l’anima, cioè per Se stesso (per la testa e il corpo nello stesso tempo) il quale corpo precisamente Egli chiamava la sua sola e unica Chiesa, a causa della unità di promessa di fede, sacramenti e carità della Chiesa, ossia "la veste senza cuciture" del Signore, che non fu tagliata, ma data in sorte. Perciò in questa unica e sola Chiesa ci sono un solo corpo ed una sola testa, non due, come se fosse un mostro, cioè Cristo e Pietro, vicario di Cristo e il successore di Pietro; perché il Signore disse a Pietro: "Pasci il mio gregge". "Il mio gregge" Egli disse, parlando in generale e non in particolare di questo o quel gregge; così è ben chiaro, che Egli gli affidò tutto il suo gregge. Se perciò i Greci od altri affermano di non essere stati affidati a Pietro e ai suoi successori, essi confessano di conseguenza di non essere del gregge di Cristo, perché il Signore dice in Giovanni che c’è un solo ovile, un solo e unico pastore.

Noi sappiamo dalle parole del Vangelo che in questa Chiesa e nel suo potere ci sono due spade, una spirituale, cioè, ed una temporale, perché, quando gli Apostoli dissero: "Ecco qui due spade" (che significa nella Chiesa, dato che erano gli Apostoli a parlare (il Signore non rispose che erano troppe, ma che erano sufficienti). E chi nega che la spada temporale appartenga a Pietro, ha malamente interpretato le parole del Signore, quando dice: "Rimetti la tua spada nel fodero". Quindi ambedue sono in potere della Chiesa, la spada spirituale e quella materiale; una invero deve essere impugnata per la Chiesa, l’altra dalla Chiesa; la seconda dal clero, la prima dalla mano di re o cavalieri, ma secondo il comando e la condiscendenza del clero, perché è necessario che una spada dipenda dall’altra e che l’autorità temporale sia soggetta a quella spirituale. Perché quando l’Apostolo dice: "Non c’è potere che non venga da Dio e quelli (poteri) che sono, sono disposti da Dio", essi non sarebbero disposti se una spada non fosse sottoposta all’altra, e, come inferiore, non fosse dall’altra ricondotta a nobilissime imprese. Poiché secondo san Dionigi è legge divina che l’inferiore sia ricondotto per l’intermedio al superiore. Dunque le cose non sono ricondotte al loro ordine alla pari immediatamente, secondo la legge dell’universo, ma le infime attraverso le intermedie e le inferiori attraverso le superiori. Ma è necessario che chiaramente affermiamo che il potere spirituale è superiore ad ogni potere terreno in dignità e nobiltà, come le cose spirituali sono superiori a quelle temporali. Il che, invero, noi possiamo chiaramente constatare con i nostri occhi dal versamento delle decime, dalla benedizione e santificazione, dal riconoscimento di tale potere e dall’esercitare il governo sopra le medesime, poiché, e la verità ne è testimonianza, il potere spirituale ha il compito di istituire il potere terreno e, se non si dimostrasse buono, di giudicarlo. Così si avvera la profezia di Geremia riguardo la Chiesa e il potere della Chiesa: "Ecco, oggi Io ti ho posto sopra le nazioni e sopra i regni" ecc.

Perciò se il potere terreno erra, sarà giudicato da quello spirituale; se il potere spirituale inferiore sbaglia, sarà giudicato dal superiore; ma se erra il supremo potere spirituale, questo potrà essere giudicato solamente da Dio e non dagli uomini; del che fa testimonianza l’Apostolo: "L’uomo spirituale giudica tutte le cose; ma egli stesso non è giudicato da alcun uomo", perché questa autorità, benché data agli uomini ed esercitata dagli uomini, non è umana, ma senz’altra divina, essendo stata data a Pietro per bocca di Dio e resa inconcussa come roccia per lui ed i suoi successori, in colui che egli confessò, poiché il Signore disse allo stesso Pietro: "Qualunque cosa tu legherai...". Perciò chiunque si oppone a questo potere istituito da Dio, si oppone ai comandi di Dio, a meno che non pretenda, come i Manichei, che ci sono due principi; il che noi affermiamo falso ed eretico, poiché (come dice Mosè non nei principi, ma "nel principio" Dio creò il cielo e la terra. Quindi noi dichiariamo, stabiliamo, definiamo ed affermiamo che è assolutamente necessario per la salvezza di ogni creatura umana che essa sia sottomessa al Pontefice di Roma.

Data in Laterano, nell’ottavo anno del nostro Pontificato, il 18 novembre 1302





Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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