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Che cosa si intende per Divina MISERICORDIA? Perchè la invochiamo?

Ultimo Aggiornamento: 25/09/2014 10:22
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23/10/2009 09:52
 
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                                              confidare



GESU' CONFIDO IN TE!

...è la condizione propria di chi ha fede o speranza in Gesù....e non già ad una idea di Gesù, ma Lui in Persona...ecco perchè è così importante per noi L'EUCARESTIA, il luogo, il posto, l'essenza unica in cui troviamo questa Persona VIVA E VERA alla quale confidare TUTTO, nella quale confidare, nella quale sperare....

Ma non dobbiamo confidare solo nell'AMICO Gesù... se trattiamo Gesù esclusivamente come amico, finiremo per umanizzarlo a tal punto da confonderlo con il "migliore" degli amici con il risultato che alle prime prove o ai lunghi silenzi, si finisce per cacciarlo via delusi.... mentre Lui è principalmente il nostro....SIGNORE E DIO....dal quale comprenderemo il valore della sofferenza, della prova, anche dei lunghi silenzi....
Questo significa CONFIDARE.....

Confido in Te Gesù perchè TU non deludi mai, anche quando sembri NON ascoltare le mie preghiere....in verità TU sai già cosa è meglio per me, per questo confido in Te....

In un articolo di Avvenire del 14.4.2007 si legge:

Le Beatitudini vengono non di rado presentate come l'antitesi neotestamentaria al Decalogo, come, per così dire, l'etica più elevata dei cristiani nei confronti dei comandamenti dell'Antico Testamento. Questa interpretazione fraintende completamente il senso delle parole di Gesù.
Gesù ha sempre dato per scontata la validità del Decalogo (cfr., per es., Mc 10,19; Lc 16,17); il Discorso della montagna riprende i comandamenti della Seconda tavola e li approfondisce, non li abolisce (cfr. Mt 5,21-48); ciò si opporrebbe diametralmente al principio fondamentale premesso a questo discorso sul Decalogo: "Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà dalla Legge neppure un "iota" o un segno, senza che tutto sia compiuto" (Mt 5,17s). Intanto è sufficiente notare che Gesù non pensa di abolire il Decalogo, al contrario: lo rafforza.

Ma allora che cosa sono le Beatitudini? Anzitutto, esse si inseriscono in una lunga tradizione di messaggi veterotestamentari, quali troviamo, per esempio, nel Salmo 1 e nel testo parallelo di Geremia 17,7s: "Benedetto l'uomo che confida nel Signore...".
Sono parole di promessa, che nello stesso tempo contribuiscono al discernimento degli spiriti e diventano così parole guida.

La cornice data da Luca al Discorso della montagna chiarisce la destinazione particolare delle Beatitudini di Gesù: "Alzati gli occhi verso i suoi discepoli...". Le singole affermazioni delle Beatitudini nascono dallo sguardo verso i discepoli; descrivono per così dire lo stato effettivo dei discepoli di Gesù: sono poveri, affamati, piangenti, odiati e perseguitati (cfr. Lc 6,20ss).
Sono da intendere come qualificazioni pratiche, ma anche teologiche, dei discepoli - di coloro che hanno seguito Gesù e sono diventati la sua famiglia.

Tuttavia la situazione empirica di minaccia incombente in cui Gesù vede i suoi si fa promessa, quando lo sguardo su di essa si illumina a partire dal Padre. Riferite alla comunità dei discepoli di Gesù, le Beatitudini rappresentano dei paradossi: i criteri mondani vengono capovolti non appena la realtà è guardata nella giusta prospettiva, ovvero dal punto di vista della scala dei valori di Dio, che è diversa dalla scala dei valori del mondo.
Proprio coloro che secondo criteri mondani vengono considerati poveri e perduti sono i veri fortunati, i benedetti, e possono rallegrarsi e giubilare nonostante tutte le loro sofferenze.
Le Beatitudini sono promesse nelle quali risplende la nuova immagine del mondo e dell'uomo che Gesù inaugura, il "rovesciamento dei valori". Sono promesse escatologiche; questa espressione tuttavia non deve essere intesa nel senso che la gioia che annunciano sia spostata in un futuro infinitamente lontano o esclusivamente nell'aldilà.

Se l'uomo comincia a guardare e a vivere a partire da Dio, se cammina in compagnia di Gesù, allora vive secondo nuovi criteri e allora un po' di "éschaton", di ciò che deve venire, è già presente adesso. A partire da Gesù entra gioia nella tribolazione. (…)

Ma ora si pone la questione fondamentale: è giusta la direzione che ci indica il Signore nelle Beatitudini e nei moniti a esse contrapposti? È davvero male essere ricchi, sazi, ridere, essere apprezzati? Per la sua rabbiosa critica del cristianesimo Friedrich Nietzsche ha fatto leva proprio su questo punto. Non sarebbe la dottrina cristiana che si dovrebbe criticare: sarebbe la morale del cristianesimo che bisognerebbe attaccare come "crimine capitale contro la vita". E con "morale del cristianesimo" egli intende esattamente la direzione che ci indica il Discorso della montagna.
"Quale è stato fino ad oggi sulla terra il più grande peccato? - dice ancora Nietzshe -  Non forse la parola di colui che disse: ‘Guai a coloro che ridono!’?". E contro le promesse di Cristo dice: noi non vogliamo assolutamente il regno dei cieli.
"Siamo diventati uomini - vogliamo il regno della terra".

La visione del Discorso della montagna appare come una religione del risentimento, come l'invidia dei codardi e degli incapaci, che non sono all'altezza della vita e allora vogliono vendicarsi esaltando il loro fallimento e oltraggiando i forti, coloro che hanno successo, che sono fortunati.
All'ampia prospettiva di Gesù viene contrapposta un'angusta concentrazione sulle realtà di quaggiù: la volontà di sfruttare adesso il mondo e tutte le offerte della vita, di cercare il cielo quaggiù e in tutto ciò non farsi inibire da nessun tipo di scrupolo.

Molto di tutto questo è passato nella coscienza moderna e determina in gran parte il modo in cui oggi si percepisce la vita. Così il Discorso della montagna pone la questione dell'opzione fondamentale del cristianesimo e, da figli del nostro tempo, avvertiamo la resistenza interiore contro quest'opzione - anche se non siamo insensibili di fronte all'elogio dei miti, dei misericordiosi, degli operatori di pace, degli uomini sinceri.

(..)
Questa consapevolezza che la vera minaccia per l'uomo consiste nell'autosufficienza ostentata, a prima vista così convincente, viene sviluppata nel Discorso della montagna in tutta la sua profondità a partire dalla figura di Cristo.
Abbiamo visto che il Discorso della montagna è una cristologia nascosta. Dietro di essa c'è la figura di Cristo, di quell'uomo che è Dio, ma che proprio per questo discende, si spoglia, fino alla morte sulla croce.
I santi, da Paolo a Francesco d'Assisi fino a madre Teresa, hanno vissuto questa opzione mostrandoci così la giusta immagine dell'uomo e della sua felicità.
In una parola: la vera "morale" del cristianesimo è l'amore. E questo, ovviamente, si oppone all'egoismo - è un esodo da se stessi, ma è proprio in questo modo che l'uomo trova se stesso.
Nei confronti dell'allettante splendore dell'uomo di Nietzsche, questa via, a prima vista, sembra misera, addirittura improponibile.
Ma è il vero "sentiero di alta montagna" della vita; solo sulla via dell'amore, i cui percorsi sono descritti nel Discorso della montagna, si dischiude la ricchezza della vita, la grandezza della vocazione dell'uomo
.



******

Confidare in Gesù è infatti quell'uscire da noi stessi ( un esodo da se stessi, è quel "morire") per FIDARSI appunto di Colui che tutto può..."Benedetto l'uomo che confida nel Signore...".

Disse Benedetto XVI ai giovani il 10.4.2006:
"Uno dei più grandi doni, anzi della dote di un uomo è il saper comprendere l'altro, perchè è un grande dono vedersi a nostra volta compresi dagli altri...."

La confidenza che ci offre Gesù è decisamente più alta e già questo ci fa comprendere quale impegno ci assumiamo quando diciamo: Credo! Si! Gesù, io confido in TE, ossia, "io ti comprendo e so soprattutto che tu comprendi me, mi conosci da sempre...mi sei Amico ma anche MAESTRO...sei il mio Pastore, ma anche il MIO DIO!...."

Come non può allora la nostra vita, cambiare veramente, convertirsi, quando ha compreso la portata di questo rapporto?

Santa Sr. Faustina della Divina Misericordia, suggerisce anche di com-prendere IL SEGNO DELLA CROCE CHE FACCIAMO, è un atto sacramentale che denota nel cristiano quel CONFIDO IN TE....altrimenti rischiamo di strumentalizzarlo con superstizione come fanno spesso molti sportivi che in campo si segnano si, ma poi vivono una vita incoerente a quella confidenza alla quale si sono richiamati per vincere una partita!
Non è questo il giusto richiamo alla Misericordia di Dio....

Per quanto la Misericordia di Dio ci è in larga parte svelata dalle azioni compiute dal Cristo, essa rimane anche avvolta nel Mistero dell'Amore di Dio che per amore dell'Uomo, manda il suo Figlio a morire sulla Croce.....dice Benedetto XVI nell'incontro di Preghiera per la Pace del 23.7.2006:
" Non possiamo noi uomini risolvere il mistero della storia e dell'uomo, il mistero della libertà umana di poter dire "NO" alla misericordia di Dio, dire "NO", incomprensibilmente, al Suo progetto di Pace vera. Non possiamo risolvere tutto il mistero della relazione Dio-Uomo del suo agire e del nostro rispondere, ma una cosa possiamo fare: dobbiamo accettare il mistero e con esso accogliere il dono della Misericordia che parte dal vederci riconciliati con Dio."

Quanto più grande è il mistero, quanto più profonda e radicata deve risuonare in noi quel:
GESU', CONFIDO IN TE!

Vedendo le folle ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite, come pecore senza pastore (Mt 9,36)

La COM_PASSIONE di Gesù è un altra caratteristica della Sua Divina Misericordia, non si tratta infatti di pietismo ma bensì, e imparando l'uso dei termini, significa proprio PRENDERE CON-PASSIONE una certa situazione, una persona, in questo frangente Gesù prende CON-PASSIONE le folle che vede avanzare senza alcuna guida, senza un pastore.

Un esempio pratico è il passo del Vangelo di Gesù e la Donna Cananea...
Mc.7,24-36 e Mt.15,21-28

la storia è diversa dalla Donna Samaritana poichè la Donna Cananea è considerata una pagana.i suoi abitanti adoravano i Baal e le Ashere. Questi erano culti caratterizzati fra l’altro dai riti di fertilità, in genere di carattere sessuale orgiastico e promiscuo. Questi riti che attiravano anche gli Ebrei, venivano denunciati dai Profeti dell'A.T. e spesso erano anche la causa delle battaglie.

La donna non è soltanto una madre pagana che cerca di strappare un miracolo al taumaturgo giudeo di cui ha sentito meraviglie e che ha sconfinato, ma è la rappresentante della comunità dei pagani venuti alla fede. Per questo la risposta ultima di Gesù è il dono della salvezza, la guarigione della figlia, come primizia della salvezza per mezzo della fede.

La Cananea urla la sua supplica, ma Gesù all'inizio, non le rivolge nemmeno una parola. E a prima vista può apparire sconcertante e sconvolgente il comportamento di Gesù, in verità è come se volesse mettere alla prova la fede di questa Donna ed anche per insegnare ai suoi discepoli come intervenire.

Infatti, dopo un primo silenzio, Gesù cerca di spiegarle il motivo del suo rifiuto con un linguaggio semplice e ricco d’immagini: “Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini”. Secondo l’A.T. “i figli” sono i giudei”, “i cagnolini” sono i pagani. La Cananea insiste e replica prendendo spunto proprio dall’immagine usata da Gesù. Gli dice: “Anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni”.

Con questa risposta la Cananena si conquista l'attenzione di Gesù non perchè abbia risposto "bene" ma piuttosto per aver così pronunciato una sorta di professione di fede attraverso le cui parole  
chiede, praticamente, di partecipare permanentemente ai beni della salvezza messianica, anche se in un modo limitato, un poco emarginante, raccattando solo le briciole che cadono dalla tavola dei cristiani che, a pieno titolo, possono vivere in comunione con Cristo.

Ecco che la Divina Misericordia si muove a com-passione della Cananea, ne riconosce LA FEDE e dunque l'intervento di Dio...
Davanti a questo atteggiamento di totale fiducia e povertà e aridità spirituale che spinge Gesù ad inserire totalmente la Donna Cananea nel piano della salvezza cristiana: “Donna davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri”.

Gesù stabilisce che al banchetto messianico della comunità cristiana che è rinnovato nella Mensa Eucaristica, può partecipare anche un pagano che abbia fede (naturalmente avere questa fede significa  avere fatto UNA CONVERSIONE), la Misericordia di Dio si muove laddove c'è una conversione vera ed autentica!

Così come abbiamo accennato anche della Donna Samaritana (Gv.4,1-42).
 
Questo episodio mette in luce la fatica intellettiva e del cuore dell'uomo di fronte al mistero di Dio, e la pazienza di Dio che non solo soddisfa le attese dell'uomo, ma le suscita
.

Gesù le dice:"Dammi un po' d'acqua da bere".

La donna si meraviglia che un giudeo le chieda dell'acqua. Non dimentichiamo che i Giudei non andavano d'accordo con i samaritani. Per un Giudeo non vi era insulto più grave che essere paragonato ad un samaritano. Dunque la donna si meraviglia di questo Giudeo che non si comporta come gli altri. Ma il paradosso sta altrove. Sta nel fatto che Gesù chiede dell'acqua, mente dovrebbe essere il contrario. E', se ben ci pensiamo, il paradosso di un Dio che si fa bisognoso e mendicante. Cioè il mistero di un Dio che si è fatto uomo, per avere il pretesto di incontrare l'uomo e di donare loro l'acqua che disseta. E' la meraviglia di un Dio che chiede per dare. La Misericordia di Dio capovolge ogni logica umana.
La risposta di Gesù tratta infatti del luogo del vero culto, del vero Tempio che è Gesù stesso il nostro tempio che sostituisce da quell'istante il santuario Garizim e quello di Gerusalemme, perché solo lui è la porta attraverso la quale si arriva al Padre celeste.

GESU', CONFIDO IN TE!

"se non ritornerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli " (Mt 18,3)


....oggi tornare bambini, nel senso in cui ci invita Gesù, è praticamente impossibile, ma solo apparentemente, come il mondo che ci sta davanti e che vive di apparenze.... da tutte le parti infatti, ci suggeriscono che la vita e il mondo appartengono ai GRANDI, ai furbi, agli esperti, a quelli che sanno, a chi si ritiene indipendente, a chi ritiene di possedere tutto e di non aver bisogno di nessuno.... ma Gesù ci rammenta soprattutto a Natale:  Tornare bambini!
Sembra un insulto per chi si ritiene “intelligente”, “moderno”, “emancipato”.... Lo sguardo di un bambino oggi va bene per la pubblicità del pandoro, o per la letterina a babbo natale, non per capire il senso della vita e della realtà! Non per comprendere che l'aborto dovrebbe essere immediatamente abrogato....
“Se non tornerete come bambini non capirete mai!”, sembra questo il ritornello che risuona da più di 2000 anni dalla grotta di Betlemme.
Io rispondo: sì Signore, voglio tornare bambino, perché solo il bambino ha uno sguardo realista sulla vita: tutto aspetta, tutto spera dal sorriso della mamma, perché non censura il suo desiderio e quella presenza umana è per lui una certezza assoluta.
Sì Gesù mio, voglio tornare bambino nel cuore, nella mente, nei desideri e confidare in Te come quando confidavo nella mamma senza capire i tanti perchè della vita....
Anch’io voglio raggiungere la certezza che vince ogni paura e percepire la mia vita come un cammino verso la felicità, verso quella pace che provarono i Pastori che confidarono in Te, Bambino.

Confidare in Gesù è davvero un tornare bambini nel cuore....basta leggere l'entusiasmo dei Santi, di santa Teresina del Bambin Gesù, per esempio, che diceva: "Gesù voglio essere come una palla NELLE TUE MANI, perchè tu possa giocare con me quando ti pare e piace e lanciarmi dove più ti piace...."
Madre Teresa di Calcutta confidava in Dio a tal punto di vedersi come una " matita nelle mani di Dio"....

Il successo dei Santi NON era affatto scontato....esso fu conquistato giorno dopo giorno, anno dopo anno...sbaglia chi pensa di non poter riuscire nella santità perchè in Cielo ci vanno solo i Santi, e tutti siamo destinati alla santità, a diventare come Colui che è il vero Santo per eccellenza, Gesù, nel quale appunto confidiamo...

Infine attenzione....quel "se non ritornerete come bambini...
.... il Peccato Originale ci ha resi egoisti fin da bambini...fin da quando nasciamo...un bambino non nasce santo, e tutti abbiamo bisogno del BATTESIMO...ergo, anche il bambino necessita della Grazia...
Infatti il bambino spesse volte agisce con egoismo (sano per la sua età perchè subentra anche lo spirito di sopravvivenza) nei confronti dei suoi coetanei e spesso anche per proteggere le sue "proprietà", i suoi giocattoli...

Il ritornare ad essere bambini risiede, dunque, nella capacità del bambino DI CAMBIARE LE SUE ABITUDINI DURANTE LA CRESCITA PERCHE' MATURA LE PROPRIE RESPONSABILITA ED E' SEMPRE CAPACE DI MERAVIGLIARSI DI CIO' CHE LO CIRCONDA con la disponibilità ad imparare....

Ce ne parla sant'Agostino e nelle sue Confessioni al cap. 7 scrive:

Ascolta, Dio: maledetti i peccati degli uomini! Lo dice un uomo, di cui hai pietà, perché tu lo hai creato senza creare in lui il peccato. Chi mi rammenta i peccati della mia infanzia, se nessuno innanzi a te è mondo di peccato, neppure il bimbo, che ha un giorno solo di vita sulla terra? Chi me li rammenta, se non un piccino ora grande soltanto così, in cui vedo ciò che non ricordo di me stesso? Qual era dunque il mio peccato di allora? Forse l'avidità con cui cercavo piangendo le poppe? Se oggi facessi altrettanto, cercando avidamente non più le poppe, s'intende, ma il nutrimento conveniente alla mia età, mi farei deridere e riprendere a buon diritto. Ossia, a quell'età commettevo atti riprovevoli, ma, poiché non avrei potuto comprendere i rimproveri, si evitava, come fanno tutti ragionevolmente, di rimproverarmi. Tanto è vero, che noi estirpiamo ed eliminiamo quei difetti durante la crescita, e non ho mai visto nessuno gettar via deliberatamente il buono mentre vuole estirpare il cattivo.
O forse erano anche quelle azioni buone, in rapporto all'età: le implorazioni, cioè, con cui chiedevo piangendo persino doni nocivi, le aspre bizze contro persone di libera condizione e di età più grave della mia, che non si assoggettavano alla mia volontà; gli sforzi per colpire con tutte le mie forze chi mi aveva dato la vita e molte altre persone più prudenti di me, che non ubbidivano ai miei cenni, percuotendole perché non eseguivano certi ordini che si sarebbero eseguiti con mio danno?
Dunque l'innocenza dei bambini risiede nella fragilità delle membra, non dell'anima. Io ho visto e considerato a lungo un piccino in preda alla gelosia: non parlava ancora e già guardava livido, torvo, il suo compagno di latte. È cosa nota, e le madri e le nutrici pretendono di saper eliminare queste pecche con non so quali rimedi; ma non si può ritenere innocente chi innanzi al fluire ubertoso e abbondante del latte dal fonte materno non tollera di condividerlo con altri, che pure ha tanto bisogno di soccorso e che solo con quell'alimento si mantiene in vita. Ciò nonostante si tollerano con indulgenza questi atti, non perché siano inconsistenti o da poco, ma perché destinati a sparire col crescere degli anni. Lo prova il fatto che gli stessi atti, sorpresi in una persona più attempata, non si possono più tollerare con indifferenza.

**************


Il finale di queste riflessioni, non certo dell'argomento in se che è fonte di inesauribile conemplazione per la quale OGNUNO può fare la sua parte e dare il suo contributo....
non può che portarci NEL GETSEMANI...
Una Divina Misericordia contemplata, supplicata, auspicata ed evangelizzata, non può essere esente da questa stazione nella quale Gesù non solo vive personalmente il suo Getsemani, ma ci insegna davvero in quel CONFIDARE nel Padre riferendosi ad una frase del Padre Nostro che racchiude tutto: SIA FATTA LA TUA, NON LA MIA VOLONTA'...
Una Misericordia che privasse Dio di agire SULLA NOSTRA PERSONA, o che Lo privasse di disporre del nostro essere suoi, sarebbe una falsa invocazione....

Gesù sa perfettamente che questo passaggio è duro, Lui stesso ARRIVA A SUDARE SANGUE affinchè questa Misericordia possa trovare compimento ed iniziare davvero la sua opera, quale sarà e quale è il nostro atteggiamento di fronte alla prova?
Quale è il nostro atteggiamento nei confronti dei COMANDAMENTI?
Facciamo la volontà di Dio o giustifichiamo le nostre debolezze avanzando la nostra volontà pur confidando che "tanto Dio è misericordioso?"

GESU', CONFIDO IN TE!

Confido in ciò che hai detto nel Gestemani, in ciò che li mi hai insegnato: chiedere come grazia e come Misericordia che si compi in me la TUA volontà e non quella mia che è spesso schiava delle passioni e delle mode del tempo...anche se fosse carica di "buona volontà" non sarebbe mai la TUA di volontà, perciò confido che TU saprai correggermi con la Tua Misericordia!


Nella Supplica alla Madonna del Rosario, scriveva così il beato Bartolo Longo che la compose:


E' vero che noi, per primi, benché tuoi figli, con i peccati torniamo a crocifiggere in cuor nostro Gesù e trafiggiamo nuovamente il tuo cuore.
Lo confessiamo: siamo meritevoli dei più aspri castighi, ma tu ricordati che sul Golgota, raccogliesti, col Sangue divino, il testamento del Redentore moribondo, che ti dichiarava Madre nostra, Madre dei peccatori.
Tu dunque, come Madre nostra, sei la nostra Avvocata, la nostra speranza. E noi, gementi, stendiamo a te le mani supplichevoli, gridando: Misericordia!
O Madre buona, abbi pietà di noi, delle anime nostre, delle nostre famiglie, dei nostri parenti, dei nostri amici, dei nostri defunti, soprattutto dei nostri nemici e di tanti che si dicono cristiani, eppur offendono il Cuore amabile del tuo Figliolo. Pietà oggi imploriamo per le Nazioni traviate, per tutta l'Europa, per tutto il mondo, perché pentito ritorni al tuo Cuore.
Misericordia per tutti, o Madre di Misericordia!


*******************

Tradotto lo si capisce bene, chiedendo Misericordia per tutti, stiamo chiedendo IL BENE PER TUTTI, stiamo chiedendo Gesù per tutti....la Misericordia fatta Persona, Incarnata...
La Misericordia è una costante della devozione Cattolica che non ha mai conosciuto una crisi del tempo...solo in questo nostro tempo tale Misericordia è piuttosto letta con sospetto...non ci si fida o peggio, la si costruisce come si costruiscono immagini di Cristo a seconda delle mode del momento...
Questa è la vera devozione mariana: che si chieda a Maria di sostenerci nella buona battaglia affinchè la Misericordia, della quale Ella è Madre, possa operare in noi dentro il Progetto di Dio , mai al di fuori....
Maria ai piedi della Croce ci insegna come si fa e come si accetta questa Volontà dalla quale si attiva la Divina Misericordia che la consolerà dopo con la gioia della Risurrezione, con la Sapienza dei divini Misteri che aveva contemplato fin sotto la Croce....

Un Cristo falsificato, porta ad una misericordia falsificata...
Ecco lo splendore della storia stessa di santa Sr. Faustina con la Divina Misericordia.... in questa storia è impossibile falsificarne le pagine...diffidate dunque delle imitazioni...

" Il cristianesimo e la stessa Chiesa, non è opera di persuasione, MA DI GRANDEZZA (sant'Ignazio)... l'aspetto veramente grande del cristianesimo è questo poter entrare in contatto con Dio vivo e vero e attraverso la Sua misericordia per  la quale Egli viene sempre per primo verso di noi, (..)...lo fa nei Sacramenti, lo fa con il Battesimo quando ci prende con sè rigenerandoci; nella Confessione quando ci perdona; e lo fa ogni giorno nell'Eucarestia... "
(Benedetto XVI ai vescovi elevtici 9.11.2006)

                   Benedetto XVI










P.S.

Nessun copyright, nessuna censura alle parole del Pontefice, si distribuisca il tutto gratuitamente, se gradito, al solo gesto di coscienza di citarne la provenienza e la fonte, evitando di estrapolarne i contenuti rischiando di far dire al contenuto stesso ciò che non ho detto, specialmente se si dovesse interpretare qualche passo contro il Magistero della Chiesa. Si consideri per tanto che tutta la sostanza del testo non deve essere dissociata dal Magistero della Chiesa, dal quale dipende la corretta interpretazione.

Grazie!

[Modificato da Caterina63 23/10/2009 11:43]
Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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