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Che cosa vuol dire "commemorare i defunti"?

Ultimo Aggiornamento: 27/10/2009 19:01
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27/10/2009 19:01
 
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Da: filadelfiaInviato: 31/10/2003 19.42
Un caro salutonel Signore
                                          
      (riflessione sui nostri cari dipartiti nel Signore)
               Non è per sempre che i nostri cari saranno lontani
  La morte è una triste separazione, anche per noi cristiani. E' una triste separazione, in un certo senso, per quelli di noi che sono rimasti indietro in questa vita e nello stesso tempo è anche triste per coloro che se ne vanno avanti, il doverci lasciarci indietro per un po di tempo. Ma grazie a Dio, il nostro dolore non è come quello di coloro che non hanno nessuna speranza, perché noi sappiamo che saremo riuniti di nuovo "nella casa del Padre" (Gv.14,1-2). Dobbiamo essere separati per un poco, a confronto della vita eterna che abbiamo davanti, ma questo farà si che ci apprezzeremo l'un l'altro anche di più, come dice bene quella canzone della l'ontananza. Così il Signore ci riunirà ancora in quella fantastica riunione di vera fratellanza e famigliare in cielo, mamma mia che giorno d'amore sarà quello!
  In un certo modo la morte nasconde, ma non divide. I nostri cari non sono che dall'altro la di Cristo, loro sono con Gesù e Gesù è con noi (Matt.28,20); in Lui noi siamo ancora uniti. I nostri cari sono col Signore, e se noi ci manteniamo vicini al Signore, non possiamo esser lontani da loro.
         Che il Signore ci tenga tutti vicini a lui e noi con il suo amore uniti gli uni gli altri. filadelfia 

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Da: Soprannome MSN°Gino¹Inviato: 01/11/2003 16.47
Riposare in Dio

Commemorazione di tutti i defunti B  -  2 novembre 2003
Gb 19,1.23-27      -      Rm 5,5-11      -      Gv 6,37-40

LETTURA
Il testo
Giobbe allora rispose: Oh, se le mie parole si scrivessero, se si fissassero in un libro, fossero impresse con stilo di ferro sul piombo, per sempre s'incidessero sulla roccia! Io lo so che il mio Vendicatore è vivo e che, ultimo, si ergerà sulla polvere! Dopo che questa mia pelle sarà distrutta, senza la mia carne, vedrò Dio. Io lo vedrò, io stesso, e i miei occhi lo contempleranno non da straniero.
Momento di silenzio
Lasciamo che la voce del Verbo risuoni in noi.
MEDITAZIONE
Domande
Io lo so. La mia fede nella risurrezione è certezza nei miei pensieri e desideri, oppure non sa dove poggiare e vaga alla ricerca di sensazioni?
Senza la mia carne, vedrò Dio. La mia vita è proiettata nella eternità di Dio oppure ciò che mi prende completamente è la mia vita materiale, terrena?
Chiave di lettura
Io lo so che il mio Vendicatore è vivo. Il Vendicatore nella terminologia ebraica è colui che riscatta, il Go'el, il parente prossimo che libera. Dio si è fatto parente prossimo del popolo, si prende cura di lui e lo conduce a libertà: Giobbe sa che Dio lo libererà dalla morte alla fine dei tempi e che potrà finalmente contemplarlo.
Dopo che questa mia pelle sarà distrutta, senza la mia carne, vedrò Dio. La morte fa paura a tutti. Quel mistero nascosto nel soffio di vita che se ne va porta tanta trepidazione anche in chi crede che Cristo è risorto e che farà risorgere anche noi. La carne che è stata il tempio del Verbo tra gli uomini potrà riposare nell'attesa finché tutto l'uomo vedrà l'Amore.
I miei occhi lo contempleranno non da straniero. Quanto è consolante pensare che per il Signore non siamo stranieri. Essere figli è tutt'altro che stranieri! I figli non provano timore nei confronti dei genitori, perché sanno, che se sono esigenti, lo sono per amore. Dio è Padre. La dolcezza di questo nome ci risuoni dentro il cuore mentre visitiamo i nostri cari che sono passati da questo mondo a Lui. E quel mormorio che canta dentro ogni cuore risuoni per noi nel momento della morte: Vieni al Padre!
Riflessione
La morte: nascita al cielo la chiama la Chiesa per i suoi figli santi. Allora la nostra vita in terra è come una gravidanza. Viviamo nel grembo della Chiesa finché ci partorirà alla Vita, quella di lassù. Perché temere? Il dolore del parto lo sente la madre, non il figlio. Il grido della nascita -la morte- altro non sarà che il primo vagito.
PREGHIERA
"Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio. Nessun tormento le toccherà. Agli occhi degli stolti parve che morissero,  la loro fine fu ritenuta una sciagura, la loro dipartita da noi una rovina, ma essi sono nella pace… Coloro che gli sono fedeli vivranno presso di lui nell'amore, perché grazia e misericordia sono riservate ai suoi eletti".  
CONTEMPLAZIONE
Signore, prendimi per mano quando arriverà il momento della partenza da questo mondo. La vita non è tolta, ma trasformata, ci dice la Chiesa. E io lo credo con tutta me stessa. La mia vita sei tu, Gesù. Cosa potrò di più desiderare che stare con te per sempre? Con te che sei la luce, il pane, la vita, la verità. Percorrendo te, che sei la via, giungerò a contemplare il volto del Padre. Che io porti strette in cuore le tue parole, tracce della tua eternità fra noi. Tu, Signore, asciugherai le nostre lacrime, e potremo finalmente abitare la Gerusalemme nuova, la Sposa dell'Agnello immolato. In questo giorno che mette in animo tanta malinconia che io possa, mio Dio, riceverti insieme a tutti coloro che riposano in pace. Nel momento in cui tu entri in me attraverso la Comunione io rivedo tutti perché tu sei il Paradiso, Signore Gesù, tu l'unico senso della vita umana.  
Sia lodato Gesù Cristo.
Pace a tutti, Gino

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 03/11/2003 20.07
Giovanni Paolo II alla preghiera dell'Angelus
nella Solennità di Tutti i Santi
e nel giorno della Commemorazione dei fedeli defunti

Il Rosario via semplice verso la santità

"Il Rosario può veramente essere una via semplice e accessibile a tutti verso la santità, che è la vocazione di ogni battezzato, come ben sottolinea l'odierna ricorrenza". Lo ha affermato Giovanni Paolo II nella meditazione che ha preceduto la preghiera mariana dell'Angelus, recitata con i fedeli in Piazza San Pietro sabato 1° novembre, Solennità di Tutti i Santi. "A noi, pellegrini sulla terra, i santi e i beati del Paradiso - ha detto il Papa - ricordano che il sostegno d'ogni giorno per non perdere mai di vista questo nostro eterno destino è anzitutto la preghiera. Per molti di loro è stato il Rosario - preghiera a cui era dedicato l'Anno ieri concluso - ad offrire un mezzo privilegiato per il loro quotidiano colloquio con il Signore. Il Rosario li ha condotti a un'intimità sempre più profonda con Cristo e con la Vergine Santa". Giovanni Paolo II ha concluso la meditazione rivolgendosi a Maria, "Regina di tutti i Santi, già immersa totalmente nella gloria divina", perché aiuti "a procedere con slancio sul cammino esigente della perfezione cristiana. Ci faccia comprendere ed apprezzare - ha aggiunto - sempre più la recita del Rosario come itinerario evangelico di contemplazione del mistero di Cristo e di adesione fedele alla sua volontà". Dopo la Benedizione Apostolica il Papa ha elevato la sua "orazione di suffragio per coloro ai quali più nessuno pensa, come pure per le tante vittime della violenza, affidando tutti alla divina Misericordia".

La morte non è l'ultima
parola sulla sorte umana


La Chiesa "invita i credenti a guardare al mistero della morte non come ultima parola sulla sorte umana, ma come al passaggio verso la vita eterna". Sono le parole di Giovanni Paolo II all'Angelus recitato, domenica 2 novembre, con i fedeli presenti in Piazza San Pietro, nel giorno dedicato alla commemorazione dei defunti. "Il nostro sguardo orante si volge a coloro che hanno lasciato questo mondo e attendono di raggiungere la Città celeste - ha detto -. Da sempre la Chiesa ha esortato a pregare per i defunti". Il Papa ha quindi affermato che "è importante e doveroso pregare per i defunti, perché anche se morti nella grazia e nell'amicizia di Dio, essi forse abbisognano ancora di un'ultima purificazione per entrare nella gloria del Cielo". Il suffragio per loro - ha proseguito - "si esprime in vari modi, tra i quali anche la visita ai cimiteri. Sostare in questi luoghi sacri costituisce un'occasione propizia per riflettere sul senso della vita terrena e per alimentare, al tempo stesso, la speranza nell'eternità beata del Paradiso".
Dopo la Benedizione Apostolica, il Papa si è rivolto ai fedeli di espressione polacca. "Ringrazio gli abitanti di Cracovia - ha detto tra l'altro il Santo Padre - per essersi ricordati dei miei genitori e di mio fratello. Dio ve ne renda merito!". Infine Giovanni Paolo II ha salutato tutti i pellegrini presenti in Piazza San Pietro ringraziandoli per aver offerto la preghiera dell'Angelus "per i defunti, in particolare per i più dimenticati".


(©L'Osservatore Romano - 3-4 Novembre 2003)

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 24/05/2004 14.59
Riallacciandomi a questo forum: Per Rausman..che ci legge con affetto^__^.......
si legge in giro veramente che esiste non solo una profonda ignoranza, ma forse anche un tantino di veleno contro questa pratica....e come rispondere a queste persone ignoranti che vanno in giro dicendo che questa dottrina ha portato e porta milioni di frutti CATTIVI perchè tali persone invocano Dio che conceda misericordia ai Defunti?
Rispondergli solo dicendo che questi cretini cattolici che da secoli, da 2000 anni pregano per i Defunti, in questo momento stanno anche pregando PER I DEFUNTI LORO..... DI COLORO CHE IGNORANTI E VELENOSI.....sostengono una bestemmia pregare per la loro pace......in Cristo.....
Con la parola "suffragio" si indica l’aiuto che i viventi possono dare alle anime di coloro che soffrono in questa attesa che purificherà le loro imperfezioni IN CRISTO, CON CRISTO E PER CRISTO.....per poter entrare perfetti in Paradiso....E' per noi la meravigliosa COMUNIONE DEI SANTI, e per mezzo di Cristo, CON Cristo e IN Cristo questa Comunione dei Santi ci concede uno stretto legame fra cielo e terra, fra la Chiesa in terra e la Chiesa Mistica in attesa del ritorno glorioso di Cristo. Le nostre preghiere per i defunti possono infatti dar loro un grande aiuto. Diceva S. Giovanni Crisostomo: "Bisogna soccorrere i defunti non con le lacrime, ma con le preghiere, le elemosine e la carità"
Anche S. Agostino sottolinea la grande importanza delle preghiere per i defunti dicendo: "Una lacrima per i defunti evapora, un fiore sulla tomba appassisce, una preghiera, invece, arriva fino al cuore dell’Altissimo"

Preghiera di S. Ambrogio

"O Signore, accorda a N... il riposo che hai preparato per i Santi. Io l’amavo e non lo lascierò finché per le preghiere non sarà ricevuto lassù, sul monte santo di Dio, dove lo chiamano i cari che l’anno preceduto" 

De Profundis (Salmo 129)

Il De Profundis è una preghiera è adatta per aiutare tutti i defunti, anche coloro che sono morti senza il conforto dei Sacramenti.

Dal profondo a te grido, o Signore; Signore, ascolta la mia voce. Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia preghiera.

L’anima mia spera nel Signore.

Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi potrà sussistere? Ma presso di te è il perdono: e avremo il tuo timore. Io spero nel Signore, l’anima mia spera nella sua parola.

L’anima mia spera nel Signore.

L’anima mia attende il Signore più che le sentinelle l’aurora. Israele attenda il Signore, perché presso il Signore è la misericordia, e grande presso di lui la redenzione. Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.

L’anima mia spera nel Signore....

.......

Ma l'ignoranza di queste persone che NON credono nella Preghiera ai defunti SI DILEGUA quando non sanno spiegare perchè allora seppelliscono  E PREGANO IN CHIESA LORO PER UNO CHE è MORTO......o certo, essi giustificano che fanno CORDOGLIO SOLO QUEL GIORNO DEI FUNERALI...e allora che differenza fa se si prega per un giorno solo o per tutta la vita?

Ma ti diranno che loro NON stanno pregando per quel defunto.....ma ricordano solo le sue gesta.........si rasenta l'idolatria e nemmeno se ne rendono conto.....

Vi lascio con questa scena riportata anche dal sito Valdese e dalla parrocchia Cattolica in questione, dovuta ad un fatto vero......

Buona meditazione....

Siamo all’interno di una chiesa Cattolica. Accanto c'è una piccola chiesa Valdese di un piccolo comune nel cuore di uno dei tanti distretti industriali sorti nel Nordest italiano. Le fabbriche piccole e medie della zona hanno attirato una cospicua comunità di ghanesi. Essi sono di religione protestante ed appartengono ad una delle tante chiese pentecostali africane, nate in questi ultimi decenni. Il parroco cattolico ospita alcuni immigrati nella sua canonica, trasformata in parte in centro di prima accoglienza, in accordo con il pastore valdese che da solo non ce la fa. Egli da qualche tempo, inoltre, non si pone molti problemi nel costatare che l’asilo parrocchiale ospita ormai più bambini di famiglie ghanesi protestanti, che non di famiglie locali cattoliche. Un giovane ghanese, che temporaneamente aveva trovato una prima sistemazione nel centro di accoglienza, un triste giorno muore d’infarto. Il parroco, dopo una prima incertezza, decide di celebrare il funerale in chiesa, su richiesta degli amici stessi del ragazzo che lasciano sterefatto il parroco. Sa che il giovane era protestante. Telefona, perciò, al pastore valdese della chiesa di Verona ed assieme decidono di organizzare un rito funebre che in qualche modo si presenti come una preghiera ecumenica: celebrata in una chiesa cattolica, ma seguendo un canovaccio più vicino allo stile protestante, in sostanza si applichino preghiere per i defunti tratte dalla Bibbia per mezzo dei Salmi, ma senza fare accenni al Purgatorio. Il giorno della celebrazione la chiesa si riempie all’inverosimile di connazionali del giovane deceduto, accorsi da varie parti d’Italia. I parrocchiani sono incuriositi e prendono parte anche loro all’evento. La cerimonia ha inizio con una certa solennità. Ben presto i ghanesi occupano lo spazio sacro e impongono un altro ritmo, secondo la loro spiritualità carismatica e secondo uno stile religioso africano (che esalta danza e canto), a tutto il rito. I due celebranti sono così tagliati fuori e assistono, fra lo stupefatto e l’incuriosito, alla trasformazione di un rito d’elaborazione del lutto in una festa gioiosa. La cerimonia finisce. E il povero parroco intuisce lo stupore disegnato sui volti dei suoi parrocchiani abituati alla compostezza dei funerali cattolici, ma anche il pastore valdese rimane senza parole. La domanda che il parroco si pone alla fine è molto semplice: fin  dove è possibile spingersi quando vengono superati i confini simbolici che marcano le differenze fra un sistema di credenza religioso rispetto ad un altro. Come cattolico – si chiede il parroco- ho fatto bene a lasciare che in chiesa si celebrasse un rito secondo forme culturali e religiose diverse da quelle volute e dettate da Santa Madre Chiesa? In termini più generali, il confronto così ravvicinato fra culture ed identità etniche diverse solleva un interrogativo ancor più inquietante: come salvare le radici dell’identità cristiana senza perdere di vista lo spirito della carità che consiglia il buon cristiano ad accogliere coloro che si presentano “avendo fame” e “senza dimora”? Come continuare ad essere accogliente rifugio degli “esiliati” senza smarrire la propria identità religiosa e culturale? Non c’è il rischio di una mescolanza – il metissage – di credi religiosi che alla lunga non può che generare sincretismi o, peggio, disorientamento culturale? La risposta gli giungerà dal suo vescovo il quale, pur avendo ravvisato un aver superato i limiti dogmatici, tuttavia ciò che è avvenuto è pur rimasto dentro i canoni della Bibbia, accontentando di fatto, e forse per la prima volta, le esigenze di tre culture diverse. Anche se il vescovo si è solo basato sull'ecciozionalità del momento specifico e non certo come prassi abituativa, cioè, occorrerà valutare in futuro i diversi aspetti. In fondo ciò che era importante era ritrovarsi uniti in Cristo per accompagnare l'anima del giovane prematuramente scomparso, nella gioia comune dei Santi i quali non solo partecipano pregando Dio della sorte dei viventi, ma ci attendono ad una Comunione piena. Anche il pastore Valdese è rimasto alla fine soddisfatto della ricchezza che l'incontro ha riservato a tutti i partecipanti, diminuendo quel divario creato dalle incomprensioni di culture diverse. L'evento che comunque è stato occasionale ha contribuito ad aprire un nuovo forum alla Tavola Valdese Ecumenica che vedrà nei prossimi tempi un approfondimento circa proprio i funerali delle persone, specialmente quando in esse vi erano rapporti ecumenici.


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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 25/05/2004 15.08
Vorrei riportarvi un fatto riportato da mons.G.Ravasi su Avvenire il 28.12.1997, che a sua volta l'ha appreso dal Bloc-notes dello scrittore francese Francois Mauriac.  
 Il titolo che ha dato all'articolo è:   Nella Preghiera la nostra anima si trasfigura.
< Una giovane protestante era torturata: questo accedva in una località dell'Algeria. Ed ecco che, tra due applicazioni di corrente elettrica, la giovane sfinita grida: " GESU' !!".
   Allora il capo (il bolc-notes non dice che uniforme portassero), fece segno ai carnefici di fermarsi, dicendo: " Fermi!...Ha dato un nome...!!", e la povera martire morì poco dopo! 
C'e una forte carica di sarcasmo in questo episodio della "sporca guerra d'Algeria", noi però desideriamo porre l'accento sul valore di quel NOME, soprattutto quando è pronunciato nel momento del dolore, della sconfitta, nel termine di questo cammino, nella tortura, nella disperazione....! 
Non esistono barriere di fronte al nome di Gesù, chi le vuole innalzare non ha ancora compreso che cosa vuol dire essere cristiani. Ai funerali della giovane andarono tutti, nessuno sapeva chi aveva accanto se un protestante o un cattolico o un ateo, ma uno accanto all'altro, in un silenzio carico di mistero, dal profondo del proprio cuore ognuno innalzava preghiere come riteneva opportuno, il prete era in borghese con una piccola croce sul bavero per non disturbare l'occhio. Lo scrittore riporta che a quei funerali ben una "dozzina" di musulmani si convertirono, ma non specifica a quale chiesa, era forse importante?
Ogni anno, in quella località, cattolici e protestanti, in silenzio, commemorano la giovane coraggiosa cristiana,
con la speranza che ben presto tutti i cristiani possano vedersi, insieme, trasfigurati nel volto del Cristo >.  
Sia Lodato Gesù Cristo

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 03/06/2004 9.39
Da CE porto una domanda che ci riguarda tutti.......
 
Carissimi,
riprendendo l'argomento delle messe per i defunti, vorrei porre questa prima domanda ai nostri amici cattolico-romani.
Vorrei chiedere loro: quali sono i criteri che spingono un prete a stabilire che la persona per cui celebra la messa si trovi in Purgatorio e non in Paradiso, e viceversa?
pastore Luca
...........
Finalmente una domanda interesante......
Un prete NON PUO' STABILIRE QUESTI CRITERI......
Quando io, per esempio faccio celebrare una Messa in suffragio di un Defunto, so che tale Sacrificio Eucaristico verrà elargito  A CHIUNQUE, DEFUNTO, NECESSITA DELLA MISERICORDIA DI DIO.......il concetto dei defunti di serie "A-o-B"....è stata una deformazione causata anche dalle accuse che la Riforma ha lanciato contro le indulgenze.....Gli abusi che si compivano NON intaccavano comunque la verità della dottrina che riguarda il Culto ai Defunti.....Culto sempre presente nella Chiesa fin dal primo secolo come insegna la stessa Chiesa Ortodossa.....
Dunque viene ora un altra domanda:
Ma se il defunto per cui si prega è in Paradiso cosa accade?
NULLA!! Semplicemente che essendo l'offerta IL SACRIFICIO DELLA CROCE DI CRISTO, essa andrà a beneficio delle Anime più dimenticate......, nulla va sprecato quando si prega....nessuna preghiera s'interrompe......ma va a vantaggio di altri.....questo è alla base della COMUNIONE DEI SANTI...se il defunto per cui si vuole pregare è già considerato da Dio "santo", egli stesso in questa Comunione si premunisce con TUTTA la Chiesa a vantaggio di anime dimenticate......
Con la stessa Chiesa Ortodossa noi da 2000 anni abbiamo appreso che:
......Perché dunque preghiamo per i nostri defunti proprio nella preghiera eucaristica? La ragione è semplice: se per fede sappiamo che essi vivono in Dio, però non ci è dato conoscere a quale grado di purificazione siano giunti. Ne consegue che dobbiamo pregare per tutti i nostri morti, principalmente in quella preghiera che è culmen et fons della liturgia stessa.....

1. L’intercessione per i defunti nelle preghiere eucaristiche romane

Nel canone romano così prega la Chiesa: “Ricordati, o Signore, dei tuoi fedeli N. e N. che ci hanno preceduto con il segno della fede e dormono il sonno della pace. Dona loro, Signore, e a tutti quelli che riposano in Cristo, la beatitudine, la luce e la pace”.
Pur nella sua sobrietà, l’intercessione romana non manca di fascino. La designazione dei defunti come coloro che dormono il sonno della pace non è un’invenzione geniale del canone romano, ma testimonia un modo di sentire ben radicato nella tradizione. Parlando della morte di Lazzaro, Gesù stesso l’ha presentata con il linguaggio della dormizione e del sonno ristoratore (cf Gv 11,11-13). D’altronde pure noi ci serviamo della parola “cimitero”, che alla lettera significa “luogo dove si dorme”. Per coloro che già si sono addormentati, che possiamo domandare di meglio, se non la beatitudine, la luce e la pace? Si tratta di una richiesta essenziale, ma densa di significato.
Ben più estesa, rispetto all’intercessione del canone romano, è la
variante propria che figura nella terza preghiera eucaristica. In questa formula — che ovviamente comporta tutti gli adattamenti necessari al maschile e al femminile, al singolare e al plurale — così leggiamo: “
Ricordati del nostro fratello N. che oggi hai chiamato a te da questa vita; e come per il Battesimo l’hai unito alla morte di Cristo, tuo Figlio, così rendilo partecipe della sua risurrezione, quando farà sorgere i morti dalla terra e trasformerà il nostro corpo mortale ad immagine del suo corpo glorioso. Accogli nel tuo regno i nostri fratelli defunti e tutti i giusti che, in pace con te, hanno lasciato questo mondo; concedi anche a noi di ritrovarci insieme a godere della tua gloria quando, asciugata ogni lacrima, i nostri occhi vedranno il tuo volto e noi saremo simili a te, e canteremo per sempre la tua lode...”.
Di grande efficacia sono le espressioni quando farà sorgere i morti dalla terra e quando, asciugata ogni lacrima, i nostri occhi vedranno il tuo volto. Qui la Chiesa in preghiera confessa e annuncia che la morte sarà vinta dalla risurrezione, che le nostre lacrime saranno asciugate dalla contemplazione del volto di Dio, che il momentaneo distacco si risolverà nella gioia del ritrovarci insieme per sempre.

2. L’intercessione per i defunti nelle preghiere eucaristiche orientali

Per comprendere meglio le ricchezze teologiche contenute nell’intercessione per i defunti, non possiamo fare a meno di volgerci alle preghiere eucaristiche orientali. Queste dispongono di formulazioni ampie, distese, tendenzialmente esaustive e cariche di umanità.
La preghiera eucaristica di san Basilio così si esprime: “E poiché, o Sovrano, vi è un comandamento dell’unigenito tuo Figlio, che noi comunichiamo alla memoria dei tuoi santi, degnati ancora di ricordarti, Signore, anche di coloro che ti furono graditi fin da quando erano nel mondo: dei santi padri, dei patriarchi, degli apostoli, dei profeti, dei predicatori, degli evangelisti, dei martiri, dei confessori, e di ogni spirito giusto che nella fede di Cristo è giunto a perfezione. In particolare ricordati della santissima, gloriosissima, immacolata, stracolma di benedizioni, nostra Signora, madre di Dio e sempre vergine Maria; del tuo santo glorioso profeta, precursore, battista e martire Giovanni; di santo Stefano, protodiacono e protomartire; del santo e beato padre nostro Marco, apostolo ed evangelista; e del santo padre nostro e taumaturgo Basilio; di san N., di cui oggi celebriamo la memoria; e di tutto il coro dei tuoi santi, per le preghiere e le intercessioni dei quali abbi pietà di noi pure, e salvaci a causa del tuo Nome santo che è stato invocato su di noi. Allo stesso modo ricordati, Signore, di tutti coloro che, appartenuti all’ordine sacerdotale, già si sono addormentati, e di coloro che erano nello stato di laici: degnati di far riposare le anime di tutti nel seno dei nostri santi padri Abramo, Isacco e Giacobbe; distoglili da questo mondo, legali gli uni agli altri in un luogo verdeggiante, presso acqua di riposo, nel paradiso di delizie, da dove è fuggito il dolore e la tristezza e il gemito, nello splendore dei tuoi santi. Quelli, Signore, di cui hai accolto là le anime, fa’ riposare e rendili degni del regno dei cieli”.

Fraternamente Caterina


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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 10/06/2004 15.12
" Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno"
(Lc.23, 39.43)
Ciò che di magnifico prevale da questa frase non è tanto il discorso solito che facciamo sulla CONVERSIONE del "Buon Ladrone", quanto quella CERTEZZA che la morte è solo UN PASSAGGIO da una vita mortale ad una vita IMMORTALE......Da una cetechesi autentica vi riporto questa meditazione......
" Durante una visita pastorale ad una Parrocchia di Milano, mi si presenta un papà con il suo bambino (mi confidava il card. G.Colombo). - Eminenza -mi dice il papà- ascolti mio figlio, vorrebbe farle una domanda -.
Io mi curvo per ascoltarlo, avrà avuto si e no 7,8 anno e mi dice: " Io so chi sono i due crocifissi vicino a Gesù, ma io NON VOGLIO MORIRE!! Che cosa c'è dopo? "
L'angoscia di questo bambino era palese, il papà mi confidò che da un pò di tempo il bambino era in quelle condizioni e non sapeva come intervenire!
Ho preso il bambino accanto a me e ci siamo seduti ad un banco, ed ho pregato il Signore perchè non è mai facile nè scontato rispondere ad un bambino.
All'istante mi è venuto in mente Lazzaro e le parole delicate ed amorevoli che Gesù trovò per conoslare il dolore dei familiari: "DORME".....I primi cristiani sono rimasti fedeli al messaggio d'amore verso i defunti che Gesù insegnò loro "DORMONO".....e da loro è nato il termine CIMITERO per il luogo della sepoltura, parola che proviene dal greco e vuol dire DORMIRE-DORMITORIO, dove le persone ATTENDONO IL RISVEGLIO, nell'attesa da subito i cristiani si sono premuniti nel ricordare questi cimiteri mediante preghiere e commemorazioni soprattutto verso i martiri cristiani.
E' nato così fra me e il bambino un amichevole colloquio familiare: " Tu vai a scuola? Studi? Giochi? Fai molte cose durante il giorno e giunta la sera arrivi che sei stanco, ti viene sonno e desideri addormentarti. Magari qualche volta non vuoi andare a dormire, altre volte invece ci vai volentieri, vero? " Il bambino sorrideva ed ascoltava interessato....e proseguii: " Quando vai a dormire, ecco, il morire è un pò la stessa cosa, è un addormentarsi per risvegliarsi però in un altra realtà tutta diversa che non mi è possibile spiegarti, perchè io non ci sono stato, ma Gesù si e dopo essere morto prima di ritornare al Padre, si è fatto vedere e toccare dai suoi Apostoli, ha mangiato con loro proprio per rassicurarli e per far dire loro al mondo intero che dopo questa morte inizia una vita tutta diversa e tutta nuova che sarà per sempre. Vedi, io sono vecchio, e ci credo! Quando ci sveglieremo da questo addormentarsi per sempre da qui, ci risveglieremo in una casa molto più bella, conoscerai quel Padre che invochiamo nella Preghiera che Gesù ci ha insegnato, ci ritroveremo con i nonni che si sono addormentati e che ora ci pensano, pregano con noi, ci aspettano per vederci come loro felici di aver conosciuto questo Regno dei Cieli". Il bambino allora mi chiese: " Se io prego per i defunti allora mi sentono?" " Certo! I corpi dormono, ma l'anima attende la risurrezione, l'anima non è dentro il cimitero, molte sono già con Gesù che ci ha detto che la risurrezione avviene con il corpo che si trasforma. Queste anime che stanno già con Lui perchè sulla terra hanno fatto molto bene, formano la Comunione dei Santi con la quale noi ci ritroviamo sempre quando preghiamo insieme alla Messa, ti piace andare alla Messa? " " Si! L'anno prossimo faccio anche la Prima Comunione e non vedo l'ora, mi piace di più quando cantiamo insieme e quando il parroco fa vedere a tutti che Gesù è in quell'Ostia che alza...è vero che lì ci sono anche gli Angeli che adorano Gesù?"
" Certo! Gli Angeli sono sempre alla presenza di Dio, lo amano immensamente, per questo abbiamo gli Angeli Custodi, essi che sanno tutta la verità ci proteggono da quanti ci vogliono ingannare, ma bisogna che anche noi ci sforziamo e ci facciamo furbi per non ascoltare chi ci vuole far credere alle cose non vere e che ci allontanerebbero da Gesù, tu gli vuoi bene a Gesù?"
" Si, tanto!"
" Ed ora dimmi, hai ancora paura della morte?"
"Un pò si, ma se penso a Gesù ora non ho più paura!"
" E la risposta che ti ho dato, pensi che sia sufficiente?"
" Per ora si! Domani ti posso chiedere altre cose?"
" Se ci sarò volentieri, altrimenti puoi chiedere anche al tuo parroco, anche lui ti darà delle buone risposte che però tu dovrai imparare a ricordare per farle crescere nel tuo cuore, poi puoi parlarne anche a casa, e dire ai tuoi genitori di adoperare la Bibbia, ci sono molte informazioni lo sai? " e guardando al papà gli fece una strizzatina dell'occhio per ricordargli il suo dovere di cristiano.....
Si alzarono ed insieme accesero un cero per i nonni del bambino e pregarono insieme per tutti i defunti del mondo!"
( A.Anzani Colombo, "Il bambino in braccio", Milano 1991 )
Fraternamente Caterina
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