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Eucarestia e Rosario INSIEME NON SEPARATI

Ultimo Aggiornamento: 10/03/2010 10:29
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30/10/2009 15:39
 
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NOTA RIGUARDANTE LA RECITA DEL ROSARIO
DAVANTI AL SANTISSIMO ESPOSTO



Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti

I. PRINCIPI.

1. La Costituzione conciliare "Sacrosanctum Concilium", n. 13, dice: «I pii esercizi dei popolo cristiano, purché siano conformi alle leggi e alle norme della Chiesa, sono vivamente raccomandati, soprattutto quando si compiono per mandato della Sede Apostolica... Bisogna però che tali esercizi, tenendo conto dei tempi liturgici, siano ordinati in modo da essere in armonia con la sacra Liturgia, da essa traggano in qualche modo ispirazione, e ad essa, data la sua natura di gran lunga superiore, conducano il popolo cristiano».

Il Catechismo della Chiesa Cattolica aggiunge alla citazione della S.C.: «Queste espressioni sono un prolungamento della vita liturgica della Chiesa, ma non la sostituiscono».

 L'Esposizione Eucaristica è una celebrazione collegata con la Liturgia, come si evince dall'Istruzione "Eucharisticum Mysterium", n. 62, del Rituale Romano, "De sacra Communione et de cultu Mysterii Eucharistici extra Missam" e del "Caerimoniale Episcoporum", che dedica il cap. XXII.

 Il Santo Rosario è senza dubbio uno degli esercizi di pietà più raccomandati dall'Autorità ecclesiastica, cf anche le indicazioni del Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 971,1674,2678,2708.

Il sentire cattolico non separa mai Cristo dalla sua Madre, né viceversa.

2. La Lettera Apostolica "Vicesimus quintus annus", nel n. 18 dice: «Infine, per proteggere la riforma ed assicurare l'incremento della Liturgia, bisogna tener conto della pietà popolare cristiana e del suo rapporto con la vita liturgica. Questa pietà popolare non può essere ignorata né trattata con indifferenza o disprezzo, essendo ricca di valori ed esprimendo per sé stessa l'atteggiamento religioso davanti a Dio; ma ha bisogno di essere continuamente evangelizzata, affinché la fede che esprime diventi un atto sempre più maturo ed autentico. Sia gli esercizi di pietà del popolo cristiano, sia altre forme di devozione, sono accolti e consigliati mentre non sostituiscano le celebrazioni liturgiche e non si mescolino con essi. Un'autentica pastorale liturgica saprà appoggiarsi sulle ricchezze della pietà popolare, purificarle ed indirizzarle verso la Liturgia, come contributo dei popoli».

II. RAPPORTO TRA ESPOSIZIONE EUCARISTICA E SANTO ROSARIO

Tre sono i documenti più importanti, dei quali viene indicato un numero di ognuno di essi, cioè:

1. «Durante l'esposizione ogni cosa si deve organizzare in modo che i fedeli in preghiera volgano l'attenzione a Cristo il Signore...» (Istruzione Eucharisticum Mysterium, n. 62)

2. «Per alimentare la preghiera intima, siano fatte letture della Sacra Scrittura con omelia o brevi esortazioni che conducano ad una maggiore stima del mistero Eucaristico» (Rituale della Sacra Comunione e del culto all'Eucaristia fuori dalla Messa, n. 95).

3. L'EsortaZione Apostolica "Marialis cultus" indica che il santo Rosario "come preghiera ispirata al Vangelo e centrata nel mistero dell'Incarnazione e della Redenzione, deve essere considerato una preghiera con un profondo orientamento cristologico" (n.46).


III. NELL'ATTUALITA SEMBRA OPPORTUNO SEGNALARE:

1. Dal Concilio Vaticano Il fino ad oggi si è notato quanto segue:

 Nei due primi decenni, più o meno, si è formata dentro della Chiesa cattolica una tendenza a sopprimere nel popolo cristiano l'adorazione davanti al Santissimo esposto.

 Negli ultimi anni si sta rivalutando la preghiera davanti al Santissimo esposto. In questo caso si osservano due fenomeni, cioè: Si adora il Santissimo con il medesimo stile, mentalità e preghiere precedenti il Concilio, oppure si celebra tenendo conto degli orientamenti dei documenti della Chiesa.

 Pastoralmente è il momento importante per fare che la preghiera di adorazione davanti al Santissimo venga fatta secondo lo spirito dei documenti della Chiesa. Non possiamo perdere questa opportunità di orientare di nuovo questa pratica popolare.

2. Si deve incrementare la recita del Rosario nella sua forma autentica, cioè, nel suo senso cristologico. Delle volte il modo tradizionale di recitare il Rosario sembra ridursi alla recita dei «Padre nostro e dell'Ave Maria». Di recente, in alcuni luoghi, l'enunciazione dei mistero viene accompagnata dalla lettura di un breve testo biblico, per aiutare la meditazione, il che è molto positivo. E il Catechismo della Chiesa Cattolica (cf n.2708) indica che la preghiera cristiana deve andare più lontano ancora: deve condurre alla conoscenza e all'amore del Signore Gesù, e l'unione con Lui trova nella pietà liturgica verso l'Eucaristia un grande stimolo ed appoggio.

3. Non si deve esporre l'Eucaristia soltanto per recitare il Rosario, ma tra le preghiere che si fanno si può certamente includere la recita del Santo Rosario, sottolineando gli aspetti cristologici con letture relative ai misteri e dando spazio alla loro meditazione silenziosa e adorante.

4. "Durante l'esposizione, le preghiere, i canti e le letture devono essere organizzate in modo che i fedeli intenti alla preghiera volgano l'attenzione a Cristo il Signore. Per alimentare la preghiera intima, siano fatte letture della Sacra Scrittura, con omelia o brevi esortazioni che conducano ad una maggiore stima del Mistero Eucaristico" (Rituale della sacra Comunione e del culto all'Eucaristiafuori della Messa, n. 95).

In questo campo della pietà popolare resta ancora molto da fare affinché gli esercizi di pietà possano portare alla vita liturgica e viceversa, e per educare il popolo cristiano ad approfondire il senso di quel pio esercizio, per entrare pienamente nella sua vera ricchezza.

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Traduzione di una lettera in spagnolo, riguardante la possibilità di recitare il Rosario davanti al Santissimo Sacramento,
redatta dalla Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti




LITTERA CONGREGATIONIS
Prot. 2287/96/L Roma, 15 Gennaio 1997

Eccellenza Reverendissima,
Questo Dicastero ha ricevuto la Sua lettera, in cui formula tre domande, in rapporto con la recita del Rosario alla Vergine Maria, davanti al Santissimo, esposto alla pubblica venerazione.
Rispondendo ad ogni domanda occorre ricordare i principi della Costituzione Conciliare "Sacrosanctum Concilium ", nonché la documentazione postconciliare che parla dello scopo e dello spirito della Esposizione del Santissimo e del Rosario.

Le risposte devono essere oggetto di riflessione nei gruppi che si radunano a pregare, perché il contesto varia sensibilmente se si tratta di un gruppo di seminaristi, di suore, di giovani o di fedeli di una parrocchia.

Nella Nota allegata (è quella riportata sopra -nota mia) troverà i necessari riferimenti alla documentazione, con alcune riflessioni che possono essere utili per meglio comprendere le risposte date in modo succinto:

1. Quando si recita il Santo Rosario con il senso cristologico che gli è proprio, recitandolo in un clima meditativo adorante, e quando la recita aiuta ad acquistare una maggiore stima del Mistero Eucaristico, vietarlo sarebbe inaccettabile. Nella Fede cattolica il mistero dell'Incarnazione rende inseparabile l'amore a Cristo dall'amore che abbiamo verso la sua santissima Madre.

2. La catechesi che si deve dare ai fedeli deve essere unita alla prassi, perché non si tratta di eliminare una pratica abituale, ma di darle il suo senso profondo. Fin d'adesso, è bene introdurre gradatamente e con sensibilità pastorale ciò che può essere utile perché i fedeli arrivino ad una maggiore conoscenza, sia del senso dell'Esposizione del Santissimo, sia del santo Rosario.

3. Si deve stimolare ciò che aiuta a rinnovare la vita liturgica e il senso pieno degli esercizi di pietà, tra i quali il santo Rosario merita particolare attenzione.

E' necessario che i sacerdoti trattino queste cose con grande delicatezza e rispettando accuratamente la fede dei cristiani semplici e non molto formati, evitando atteggiamenti che non capirebbero e che potrebbero interpretare come di disprezzo della loro fede o di offesa ai loro diritti.

Colgo l'occasione per salutare cortesemente la Vostra Eccellenza, reiterando a Lei la mia stima e rispetto.

Dev.mo in Domino
+ Jorge MEDINA ESTÉVEZ
Arcivescovo Pro-Prefetto
+ Geraldo M. AGNELO
Arcivescovo Segretario



Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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