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Bellissima iniziativa del Parroco: Cari fedeli....

Ultimo Aggiornamento: 30/09/2010 20:54
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20/04/2010 15:38
 
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don ninni DAL BLOG MESSAINLATINO


sono un giovane prete specializzato in liturgia. Fino a qualche anno fal la mia opinione verso la messa antica oscillava tra  indifferenza e opposizione. All'Istituto di liturgia pastorale in cui ho studiato (di cui non faccio il nome) mi era stato trasmesso direttamente ed indirettamente, un "santo disprezzo" verso un rito considerato quasi, newl migliore dei casi, come superstizioso, se non, nel peggiore dei casi, come diabolico.  
 
La mentalità che mi era stata inculcata e di cui andavo fiero, era di considerare prima di tutto e innanzi tutto l'assemblea. Tutto era in funzione di questa. (don Sirboni parla di "servizio reso all'assemblea".  
Mi sono poi spostato a Roma e lì qualche mio amico più di una volta mi invitò ad andare alla messa antica in una chiesa romana dove da decenni la si celebrava, ma ho sempre rifiutato l'invito quasi con orrore.  
La messa antica non solo non mi interessava, ma pur senza conoscerla mi faceva schifo.  
 
Un giorno, per puro caso mi trovavo dalle parti del mausoleo di Augusto e per puro caso mi sono imbattuto in una chiesetta sconosciuta, san Gregorio dei Muratori.  
Vi entro anche per riposarmi un po. E stava per iniziare la messa: la messa antica!  
Il primo pensiero che mi è passato per la mente è stato quello di "fuggire". Ma vinto dalla stanchezza son rimasto.  
 
Era la prima volta che vedevo una messa preconciliare; l'impressione avuta da quella prima volta è stata pessima e mi ha fatto convincere ancor di più della bontà e della necessità della riforma liturgica.  
Quel rito semplicemente mi è apparso ermetico, totalmente chiuso come la cassaforte di un caveau bancario.  
 
Poi lessi le parole pronunciate da Giovanni Paolo II qualche settimana prima e in cui definì la liturgia preconciliare come un rito che rivelava la sostanza stessa di ogni altra liturgia.    
 
E' da quella impressione di ermeticità che la messa antica mi diede unitamente all'affermazione di GPII  che ho iniziato una lunga riflessione.  
 
Avevo di fronte la cassaforte liturgica della Chiesa, ma come aprirla?  
Celebrando la messa antica? Ancora una idea del genere mi riempiva di orrore.  
Come allora aprire questa cassaforte?  
 
Semplice: documentandomi. Sono andato alla ricerca di testi di storia liturgica e soprattutto mi son messo a sfogliare il messale antico che mi era stato insegnato ad odiare e fuggire come la peste. Ho avuto molte difficoltà a superare le barriere costituite da ciòi che ora so essere stati dei pregiudizi. Ho avuto molta difficoltà. Ma man mano che avanzavo mi rendevo conto che quel rito poteva essere anacronostico, poteva essere biblicamente povero, poteva essere semplice, ma non ci trovavo nulla nè di diabolico nè di superstizioso. Ancora però non riuscivo a vederci la sostanza in grado di rivelarmi il senso di tutte le altre liturgie.  
 
 
Ho preso il coraggio a due mani, mi sono preparato, e un giorno ho iniziato a celebrarla.  
 
Lo devo ammettere, per poter "scassinare" questa cassaforte ho dovuto faticare non poco; ho dovuto celebrare molte volte la messa antica ed ogni volta lo facevo con sforzo.  
Non mi sono lasciato scoraggiare dalle difficoltà, sapevo che per giungere in vetta ad una montagna bisogna faticare, ed ho faticato, ho sudato.  
 
La fatica più grande è stata quella di spogliarmi di 15 anni di (de)formazione subita.  
 
Poi venne il motu propio Summorum Pontificum.  
 
 
Ora, a 32 anni, ho scoperto il tesoro inestimabile che è il rito antico, ho scoperto il perchè esso  e solo esso costituisce e rivela il senso di qualsiasi altra liturgia; non passa giorno in cui io non celebri la messa antica; e quando per necessità pastorali devo celebrare la messa nuova lo faccio con grande sofferenza; come con sofferenza una gran dama abituata a portare abiti di seta di alta sartoria  e perle rarissime  si mette addosso palandrane in poliestere e collane di plastica.  
 
Oppure, per fare un esempio più maschile e che prendo da uno dei miei hobby (oltre che alpinista e sciatore sono  sommelier), con la stessa sofferenza con cui un intenditore  beve  un vino scadente e per giunta annacquato.


Fraternamente CaterinaLD

"Siamo mendicanti e chiediamo agli altri anche le loro idee, come la staffetta della posta che riceve il documento dalle mani di uno e poi corre per darlo ad un altro. Faccio una timida parafrasi delle parole di chi ci ha preceduto nel cammino della fede, per annunciarle ad altri."
(fr. Carlos Alfonso Azpiroz Costa OP
Maestro dell’Ordine)
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