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Domanda sulla CABALA'

Ultimo Aggiornamento: 31/10/2009 09:37
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31/10/2009 09:24
 
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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 06/07/2004 22.55

E quando ho letto, che i Cabalisti definiscono Gesù solo come un esempio da seguire, e non come Signore della loro vita, e credono che l'anima umana si reincarni molte volte fino a raggiungere la perfezione.

Mi sono detto non è il mio stesso Dio.

Come considerate tutto questo? Se qualcuno di voi può aiutarmi a capire.....



Caro Iabez,

Nel Forum abbiamo riportato alcuni spunti riguardanti in particolare la dottrina  della reincarnazione che come avrai letto è estranea sia al pensiero ebraico che a quello cristiano.

La cabbala professa tale dottrina e, come tu dici, non riconoscere al SIgnore Gesù la sua divinità e signoria assoluta su tutte le cose.

Penso che almeno per quanto riguarda la reincarnazione tu abbia avuto qualche elemento per comprendere l'estraneità della reincarnazione alla nostra fede cristiana.

Per quanto riguarda la Signoria e la divinità di Cristo i passi della Scrittura sono espliciti e ve ne sono molti e i cabbalisti non possono annullare la Scrittura con le loro interpretazioni.

Ti ricordo qualche versetto a titolo di esempio:

GV.1.1 IN PRINCIPIO LA PAROLA ERA, E LA PAROLA ERA PRESSO DIO E LA PAROLA ERA DIO.

GV.1.18 L’UNIGENITO DIO, CHE E’ NEL SENO DEL PADRE, E’ QUELLO CHE L’HA FATTO CONOSCERE.

GV.20.28 GLI RISPOSE TOMMASO: "MIO SIGNORE E MIO DIO".

GV.14.6 CHI HA VISTO ME HA VISTO IL PADRE…

GV.14.8 IO SONO NEL PADRE E IL PADRE E’ IN ME

1GV.5.20 E NOI SIAMO NEL VERO, NEL FIGLIO SUO GESU’ CRISTO, QUESTI E’ IL VERO DIO E LA VITA ETERNA.

GV.5.18 …CHIAMAVA DIO SUO PADRE FACENDOSI UGUALE A DIO.

GV.10.33 …TU CHE SEI UOMO TI FAI DIO.

TITO 2.13 …DEL NOSTRO GRANDE DIO E SALVATORE GESU’ CRISTO.

2PT.1.1 … DEL NOSTRO DIO E SALVATORE GESU’ CRISTO.

ROM.9.5 (DAI PATRIARCHI) PROVIENE CRISTO SECONDO LA CARNE, EGLI CHE E’ SOPRA OGNI COSA, DIO BENEDETTO IN ETERNO.

SAL.2.7 TU SEI MIO FIGLIO, OGGI TI HO GENERATO

EB.1.5 A QUALE DEGLI ANGELI HA MAI DETTO : TU SEI MIO FIGLIO, OGGI TI HO GENERATO?

EB.1.8 … MA DEL FIGLIO DICE: IL TUO TRONO, DIO, STA IN ETERNO… E: TU SIGNORE DA PRINCIPIO HAI FONDATO LA TERRA…

FIL.2.6 CRISTO GESU’ PUR ESSENDO NELLA FORMA DI DIO, NON REPUTO’ RAPINA IL SUO ESSERE UGUALE A DIO

FIL. 2.10 NEL NOME DI GESU’ OGNI GINOCCHIO SI PIEGHI NEI CIELI, IN TERRA E SOTTO TERRA …CHE E’ IL SIGNORE…

COL.2.9 E’ IN CRISTO GESU’ CHE ABITA CORPORALMENTE TUTTA LA PIENEZZA DELLA DIVINITA’.

Quando un movimento si propone di screditare il punto fondamentale della nostra fede che è appunto quello della divinità di Cristo, unico Figlio di Dio in senso proprio (e non metaforico come possiamo essere noi creature umane), in realtà tenta di distruggere dalla radice l'essenza del Cristianesimo che poggia sulla roccia della fede di Pietro: Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente.

Non ci resta che respingere tale movimento senza appello.

Con affetto


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Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 06/07/2004 22.55
Clemente in verità si appoggia a ciò che dice s.Paolo in Ef.1,4: "...Egli ci elesse in lui (Gesù) PRIMA DELLACREAZIONE DELMONDO, perchè fossimo santi e immacolati....predestinandoci ad essere suoi figli adottivi..." ciò che intende dunque s.Clemente è completamente diverso dalla reincarnazione......

Il senso di quanto afferma Clemente Alessandrino in quelle parole del Protreptico riportate da lyvan, e che Caterina ha commentate molto appropriatamente, si comprendono ancora meglio alla luce dei seguenti brani in cui Clemente confuta le tesi  di Giulio Cassiano e di Marcione, secondo i quali la condizione terrena dell’uomo è una discesa dell’anima decaduta in corpi degeneri:

Dagli Stromati III Cap 17/ 13 /14

…quell'illustre signore (il docetista Giulio Cassiano) ritiene - in maniera troppo platonica! - che l'anima, divina di origine, effeminata dal desiderio, scenda dall'alto quaggiù alla generazione e alla morte .

Capitolo 17

Se la generazione è un male, dicano pure quei blasfemi che nel male era il Signore che ha partecipato della generazione, nel male la vergine che lo generò. Ahimè, che malvagi! Essi bestemmiano la volontà di Dio e il mistero della creazione quando inveiscono contro la generazione! Di qui il docetismo di Cassiano e di Marcione; di qui il " corpo psichico " di Valentino. Essi dicono: " L'uomo diventò simile al bestiame ", venendo all'accoppiamento. No: quando tutto preso dall'orgasmo vuoi montare su un letto altrui, allora sì l'uomo s'imbestia. " Divennero cavalli pazzi per le femmine: ognuno nitriva dietro la moglie del vicino". E il serpente poi avrebbe contratto dagli animali privi di ragione l'attitudine al consiglio insidioso * e avrebbe a poco a poco persuaso Adamo ad acconsentire all'unione con Èva, come se i progenitori non avessero avuto questa facoltà per natura, secondo alcuni pretendono: così si calunnia di nuovo la creazione d'aver foggiato la natura umana inferiore a quella dei bruti, al cui modello si sarebbero conformati i primi creati da Dio. Invece la natura stimolava loro, come i bruti, alla procreazione, ma essi si lasciarono eccitare prima di quanto fosse loro conveniente, giovani comperano, fuorviati da un inganno: e allora giusto fu il verdetto di Dio contro di loro, che non seppero attendere l'ordine della sua] volontà; ma santa è la generazione, per la quale si è formato il mondo, e gli esseri vivi, e le nature angeliche e le potenze e le anime e i comandamenti e la legge e il Vangelo e la "gnosi" di Dio! "Ogni carne è erba e ogni gloria di uomo è come fiore di erba; e l'erba si secca e il fiore cade, ma la parola del Signore dura", quella parola che ha consacrato la nostra anima e l'ha unita allo Spirito. E d'altra parte il piano divino che si attua per noi nella chiesa come poteva raggiungere il suo fine senza il corpo? Mentre Egli stesso, il "capo della chiesa", venne sulla terra nella carne, benché " brutto e malformato nell'aspetto ", insegnandoci così a volgere lo sguardo alla natura invisibile e incorporea della Causa divina.

Capitolo 14

Ed ecco che egli vuoi forzare Paolo a sostenere che la generazione consiste in un inganno, là dove dice: " Temo che, come il serpente ingannò Èva, i vostri pensieri si corrompano traviando dalla semplicità che conduce a Cristo"
A vero dire il Signore venne, come tutti ammettono, "per [risanare] ciò che è perduto"
ma perduto non [perché calato] dall'alto fino alla nostra generazione qui sulla terra . La generazione è creata ed è creazione dell'Onnipotente, che non avrebbe mai fatto calare l'anima da una condizione migliore ad una peggiore. Il Salvatore venne per quelli che son perduti nei pensieri, venne per noi: i nostri pensieri si corruppero in seguito alla disobbedienza ai comandamenti, per la nostra avidità di piaceri. E ciò forse perché il nostro primo progenitore anticipò il tempo, cioè si lasciò eccitare alle lusinghe del matrimonio prima del momento stabilito, e peccò: poiché " chiunque guarda una donna per desiderarla ha già commesso adulterio con lei"

4. Così egli non attese il momento della volontà [divina]. Era dunque il medesimo Signore che anche allora condannava la concupiscenza che previene il matrimonio. E quando l' apostolo dice: "Rivestitevi dell'uomo nuovo, che è creato secondo Dio ", parla a noi, plasmati come siamo stati plasmati dalla volontà dell'Onnipotente, e parla di " vecchio " e " nuovo " non in rapporto a generazione o rinascita, ma alla vita condotta nella disobbedienza e nell'obbedienza.

<DIR>

"Sopravvesti di pelle" chiama Cassiano i corpi: e qui dimostreremo poi che sono in errore lui e quanti la pensano come lui, quando intraprenderemo la spiegazione dell'origine dell'uomo come logica prosecuzione di ciò che deve essere detto prima. Poi dice: "Quelli che sono soggetti ai rè della terra generano e sono generati ", " invece la nostra patria è nel cielo, donde anche attendiamo il Salvatore". Che anche queste siano parole vere, pure noi lo sappiamo, giacché dobbiamo comportarci come " ospiti e pellegrini ", gli sposati come non sposati, i possidenti come non possidenti, quelli che hanno figli come padri di esseri mortali, come preparati a lasciare le ricchezze, a vivere pure senza moglie, se sarà necessario": non usando appassionatamente delle cose create, ma " con animo pieno di gratitudine " e sapendo di esserne superiori.

</DIR>

::::::::::::::::

Da quanto sopra si ricava che il pensiero di Clemente non ammette neppure la dottrina della preesistenza delle anime, ipotizzata da Origene. Questo risulta evidente leggendo tutti i capitoli dal 13 al 17 della terza parte degli Stromati.

I sostenitori della reincarnazione solitamente prendono isolatamente talune espressioni patristiche e gli fanno concludere cose diverse da quello che i padri volevano dire. Ma solo leggendo per intero il loro pensiero, e confrontandoli con altri loro scritti, si arriva a comprendere cosa effettivamente volevano dire.

La stessa operazione di estrapolazione fuori contesto e priva di ricostruzione critica fatta per Clemente è stata fatta per Agostino, Gerolamo, Gregorio di Nissa, Giustino ed altri, i cui scritti testimoniano direttamente o indirettamente che la dottrina sulla reincarnazione è estranea al pensiero della Chiesa primitiva e successiva.



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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 07/07/2004 11.27
La Reincarnazione


  La dottrina della reincarnazione è, nella sua realizzazione pratica, come una ruota che parte da un punto per fare ritorno nel luogo di partenza. La diversità degli esseri  è  momentanea, presente soltanto nelle esistenze
intermedie che si manifestano fra la partenza e l'arrivo: minerali, poi piante, poi animali, poi uomini fra loro disuguali e infine l'uguaglianza e
cioè uno spirito perfetto, identico.  Secondo tale dottrina gli uomini sarebbero più o meno avanzati a seconda che siano più o meno vicini al punto di arrivo, che è  simile al pleroma gnostico: il pleroma gnostico è una sorta di magma originario e indistinto e lo gnostico Basilide  lo chiama apertamente il nulla.

  Nella dottrina della reincarnazione:

A)     gli uomini non hanno più un proprio essere, una propria identità personale: infatti essi non hanno conoscenza delle proprie esistenze anteriori, non possono rintracciare la propria continuità e la propria unicità. Questa amnesia delle esistenze precedenti è in contraddizione proprio con la teoria della reincarnazione la quale presuppone l'esistenza
di uno spirito indipendente dal corpo, cioè di uno spirito che sta nel corpo come una sostanza di natura completa e che pertanto guida il corpo come il pilota guida la nave. Infatti, se  lo spirito è una sostanza in se stessa completa, nel disincarnarsi dovrebbe portare via con sé i ricordi e, senza perdere il possesso di questi, dovrebbe entrare nel nuovo corpo, allo stesso
modo in cui il pilota non perde i propri ricordi nel passare da una nave all'altra.

B)      L'ignoranza(=cioè da ignorare) delle esistenze anteriori rende inutile la reincarnazione. Infatti, considerando l'ignoranza delle esistenze precedenti, non si vede in che modo la reincarnazione possa servire a favorire il progresso individuale. Per i reincarnazionisti la dottrina della reincarnazione servirebbe a far progredire gli individui attraverso vite
successive corrispondenti al loro stato di avanzamento spirituale: questa sarebbe la cosiddetta legge del Karma. Perché  l'avanzamento dello spirito possa avere luogo, esso dovrebbe essere perfettamente consapevole dell'esperienza acquisita in ciascuna delle esistenze precedenti, ma come si può realizzare un tale progresso se lo spirito perde il ricordo delle esistenze precedenti?

C) gli uomini non  hanno più una vera famiglia: infatti, per la dottrina della reincarnazione i figli esistevano già prima che i genitori prestassero
loro un corpo in cui incarnarsi. Prima di essere nostri- secondo tale dottrina - i figli furono di altri genitori, che furono probabilmente anche
di altra famiglia, di altra nazione, di altra patria, di altra razza. Gli stessi genitori potranno reincarnarsi in un corpo prestato loro dai figli.

C)      gli uomini non avrebbero più una vera identità sessuale: infatti la reincarnazione può avvenire in un corpo sessualmente diverso dal
precedente. (anche per questo c'è oggi una falsa identità nell'identificarsi omosessuali o assessuati....)

D)     Non ci sarebbe vera differenza fra l'uomo e l'animale: perché possiamo essere stati animali e possiamo esserlo in futuro.

Ammessa la dottrina della reincarnazione diventa facile, da un punto di vista filosofico, giustificare comportamenti devianti come l'incesto, l'omosessualità, la zoofilia. Inoltre, da questo nucleo filosofico reincarnazionista, è inevitabile che abbiamo origine dottrine contrarie alla famiglia e alla giuste e naturali disuguaglianze fra gli uomini

  Dalla dottrina della reincarnazione deriva anche una concezione panteista:
l'uomo si salva da solo attraverso successive reincarnazioni e Dio finisce per identificarsi con la somma di tutte le cose. Ma se non esiste più un Dio personale e trascendente, la natura non è più l'opera del Creatore, non è più il frutto del logos, il risultato di un progetto razionale e pertanto non esisterebbero più né verità, né leggi, né diritti assoluti, sacri, inviolabili . La natura diventerebbe soltanto una sorta di materiale nato dal caso, frutto di semplici e momentanei rapporti di forza, un materiale su
cui il più potente ha il diritto di esercitare la sua forza: rimarrebbe un solo diritto e  anche un solo dovere, quello della forza.

  In realtà, il  vero e autentico dominio dell'uomo sulla natura può attuarsi soltanto attraverso la conoscenza ed il rispetto delle leggi naturali.

  La natura non può essere dominata calpestandone le leggi: la natura si lascia dominare solo conoscendone le leggi ed applicandole.

 "- Il dominio accordato dal Creatore all'uomo non è un potere assoluto, ne si può parlare di libertà di -usare e abusare -, o di disporre delle cose come meglio aggrada.
 La limitazione imposta dallo stesso Creatore fin dal principio, ed espressa simbolicamente con la proibizione di -mangiare il frutto dell'albero -( cf Gen 2,16), mostra con sufficiente chiarezza che, nei confronti della natura visibile, siamo sottomessi a leggi non solo biologiche, ma anche morali, che non si possono impunemente trasgredire-".
( Giovanni Paolo II)



Alcune  obiezioni scientifiche alla reincarnazione.

 La regressione ipnotica sarebbe, per i reincarnazionisti, prova della reincarnazione.

  In realtà nel sub-conscio avviene una caotica rielaborazione di tutti i dati pervenuti durante l'esistenza ed è possibile che ci sia una
identificazione con dati, storie e avvenimenti depositati e rielaborati nell'inconscio, identificazione indotta dall'ipnotizzatore: l'influsso dell'ipnotizzatore è evidente nel fatto che, se suggerisce al soggetto un ritorno all'infanzia, questo agisce e parla come un bambino; se gli suggerisce di essere stato un animale, questo parla e agisce come  un
animale; se gli suggerisce di tornare ad un altra vita, comincia ad elaborare la storia di un'altra vita. Inoltre i racconti dei soggetti in stato di ipnosi sono suggeriti più o meno consapevolmente dagli stessi ipnotizzatori.

  Infatti i soggetti ipnotizzati da ]oe Keeton accettano lo schema del loro ipnotizzatore: asseriscono tutti di essersi reincarnati subito dopo la morte.

  Quelli ipnotizzati da Arnall Bloxham trascorrono lunghi periodi nelle sfere astrali. Quelli di Helen Wambach si scelgono il sesso prima di reincarnarsi e quelli di Edith Fiore si reincarnano tra parenti che si odiano.

  Le famose esperienze del Deja vu sono facilmente spiegabili con dati ed
elaborazione dei dati che riemergono dal sub-conscio in seguito ad associazioni emotive indotte da immagini, sensazioni, luoghi, persone, situazioni che contengono elementi analoghi a quelli depositati nel sub-conscio.

  Inoltre la stessa parapsicologia fornisce strumenti analitici per dimostrare come molti casi di presunta reincarnazione siano in realtà
fenomeni di possessione.



( Bruto Maria Bruti)


Bibliografia:

cfr Fernando Palmés S.J., Gli errori dello spiritismo, I Dioscuri,
trad. it., Genova 1989, pp.388-392 ,
  Giovanni Paolo II, Sollicitudo rei socialis, n.3.
 cfr  J. Head-S.L. Cranston, Il libro della reincarnazione, Milano 1980;
I. Stevenson, Reincarnazione, Milano 1975; H. Wambach, Life before life, New
York 1979; E. Fiore, You Have  Been Here Before, New York 1979; F.
Liverziani, La reincarnazione e i suoi fenomeni, Roma 1985.

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Da: Soprannome MSN7978PergamenaInviato: 07/07/2004 12.22
Come abbiamo visto....Cabala e Reincarnazione s'intrecciano a causa di una deformazione del pensiero cristiano...a prescindere che sia la numerologia quanto la reincarnazione erano forme di conoscenza e di interessamento sa sempre.....
Vediamo ora come la Cabala che intendiamo noi, quella ebraica, abbia preso consistenza dopo gli eventi del Cristo....
Essa prende origine dallo GNOSTICISMO.....
Movimento religioso esoterico sviluppatosi nel II e III secolo nell'ambito del cristianesimo, di cui costituì la maggiore tendenza eterodossa. Il termine gnosticismo è legato alla parola greca gnósis ("conoscenza"), la conoscenza segreta del divino che i seguaci del movimento affermavano di possedere. Il pensiero gnostico  deriva dalla speculazione mistica diffusasi negli ambienti ebraici nel I secolo d.C. e connessa con le concezioni dualistiche presenti nello zoroastrismo persiano, per quanto risulti evidente l'influenza della metafisica del platonismo. Pur proclamandosi cristiani, i maestri gnostici come Valentino, figura di spicco della Chiesa di Roma del II secolo e immediatamente confutata dai vescovi di allora, tendevano a riunire intorno a sé gruppi ristretti di fedeli ritenuti degni di apprendere la dottrina segreta. Una matrice gnostica si riconosce anche nelle correnti ascetiche attive in Siria e significative per l'influenza che esercitarono nello sviluppo del monachesimo in Egitto, dove lo gnosticismo conobbe l'ultimo periodo di vitalità, per poi rivelarsi in ogni secolo sotto altre spoglie.
Questa dottrina si sviluppa secondo la complessa struttura mitologica elaborata dagli gnostici per spiegare l'origine del mondo materiale, dal Dio unico e inconoscibile discenderebbero per emanazione alcune entità divine minori, l'ultima delle quali, Sophìa ("saggezza"), per la sua brama di conoscere il Dio inconoscibile avrebbe attirato su di sé la punizione di un dio malvagio, il demiurgo, responsabile della creazione dell'universo e degli esseri umani. Proprio per redimere l'umanità il vero Dio nobilitò i corpi materiali facendovi discendere le scintille divine. Il dio malvagio sarebbe il Dio dell'Antico Testamento, che mira a mantenere l'umanità nella schiavitù della materia e dell'ignoranza, soffocando ogni tentativo di raggiungere la conoscenza, come proverebbero episodi quali la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso e il diluvio. Per questo la Chiesa che stava emergendo fu subito individuata come un pericolo e tacciata di voler nascondere la vera conoscenza. Il Dio dell'Antico Testamento non è identificabile, allora, con il Dio neotestamentario, padre di Gesù, i cui autentici insegnamenti Gesù avrebbe rivelato ai discepoli soltanto dopo la resurrezione: Cristo non sarebbe morto sulla croce, ma sarebbe ritornato direttamente al Regno celeste da cui era venuto, sicché si doveva rifiutare, accanto alla dottrina della morte redentrice del Salvatore, la fede nella resurrezione dei corpi.....Alcune sette gnostiche respingevano i sacramenti, mentre altre accettavano come strumenti di conoscenza il battesimo e l'Eucaristia, accanto ad altri riti che, per mezzo di inni e formule magiche, dovevano propiziare l'ascesa al regno spirituale del principio divino dell'anima umana, esorcizzando i demoni pronti, alla morte del fedele, a imprigionare nuovamente la sua anima in un corpo mortale.....Per ricostruire la dottrina dello gnosticismo si utilizzano i testi cristiani dei primi secoli che, pur concepiti con intento ostile a quel movimento giudicato eretico, presentano anche citazioni di documenti originali perduti. Una preziosissima biblioteca gnostica, con oltre 50 scritti in lingua copta contenuti in tredici codici, scoperti nel 1945 a Nag Hammadi, in Egitto, ha consentito finalmente un accesso alle fonti originali, confermando in questo modo la dura lotta che la Chiesa dovette affrontare per evitare che il cristianesimo si lasciasse influenzare da dottrine fuorvianti le quali annullavano l'Incarnazione del Verbo, la morte e la Risurrezione del Cristo, in sostanza annullavano la Salvezza. Condannato come eretico fin dalle origini, il movimento gnostico incontrò l'opposizione decisa delle comunità cristiane, conoscendo ben presto un rapido declino che condusse all'estinzione delle varie scuole già alla fine del III secolo. Tuttavia alcuni elementi soprattutto l'ispirazione ascetica divennero, debitamente controllati, patrimonio della Chiesa stessa.
Caratteri gnostici sono evidenti nella dottrina dei mandei, una comunità religiosa tuttora attiva in Iraq e Iran; elementi gnostici, inoltre, confluirono nelle religioni dualistiche come il manicheismo, perdurando in età medievale nei riti della comunità degli albigesi e dei bogomili. Riprendendo un modello gnostico, rivendicavano il possesso di una dottrina segreta gli adepti di pratiche come la cabala ebraica, l'alchimia rinascimentale e la teosofia del XIX secolo, e l'accento posto sulla realtà interiore dell'individuo come mezzo di difesa dall'alienazione provocata dal mondo esterno ha portato a vedere un ritorno di atteggiamenti propri dello gnosticismo in alcune correnti del pensiero moderno e in particolare nell'esistenzialismo, nel nichilismo e nelle teorie di Carl Gustav Jung......

Cabala o Qabbalah (Ebraico, "tradizione, ricezione"), in generale, la mistica ebraica in tutte le sue forme; specificamente, la forma esoterica di teosofia manifestatasi nel XIII secolo in Spagna e Provenza attorno al Sefer ha-zohar o più semplicemente Zohar (Libro dello Splendore), da cui hanno tratto origine successivi movimenti mistici ebraici.

La Qabbalah spagnola medievale, la forma più importante di mistica ebraica, era un sistema teosofico che, influenzato da neoplatonismo e gnosticismo, si articolava in un linguaggio simbolico che spiegava la natura del mondo divino e le sue connessioni occulte con il creato. Il sistema era pienamente espresso nello Zohar, scritto tra il 1280 e il 1286 dal cabalista spagnolo Mosé de León, ma attribuito al rabbino del II secolo Simeon bar Yohai. Oltre ogni contemplazione umana esiste Dio quale è in sé, ovvero un efflusso dinamico di forza inconoscibile: l'immutabile En Sof (Infinito).

Gli aspetti o attributi conoscibili attraverso la relazione di Dio col mondo creato sono le emanazioni dell'EEn Sof, configurate in dieci sefiroth (regni o piani) e considerate archetipi del creato la cui comprensione dischiude le dinamiche occulte dei cosmi e della storia. Lo Zohar fornisce un'interpretazione cosmico-simbolica dell'ebraismo: fatti e personaggi della storia di Israele divengono simboli di eventi e processi della vita interiore di Dio. Così interpretata, l'osservazione corretta dei dieci comandamenti assume un significato cosmico. L'aspetto cosmico dello Zohar viene portato alle estreme conseguenze e reso tuttavia più coerente nella Qabbalah luriana (dal nome del suo formulatore, Isaac ben Solomon Luria). In questo sistema l'En Sof si contrae in sé al momento della creazione, lasciando spazio per il mondo, ma anche per il male: compito dell'uomo diventa quindi la redenzione (tiqqun) del mondo e il ricongiungimento con la divinità. Fondamentali sono, a questo scopo, la preghiera e l'osservanza dei comandamenti. La Qabbalah si trasformò in tal modo in un movimento messianico popolare, abbandonando per strada un pò dei principi che animarono nel primo secolo lo gnosticismo dal quale essi attinsero, che generò poi il messianismo sabbaziano e il chassidismo polacco del XVIII secolo.......

Fraternamente Caterina

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