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Domanda sulla CABALA'

Ultimo Aggiornamento: 31/10/2009 09:37
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31/10/2009 09:36
 
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Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 12/07/2004 23.54
Caro Claudio,
dico solo ciò che "potrebbero" essere le risposte ai tuoi due quesiti in base a ciò che insegna la teoria della reincarnazione, quindi siamo sempre su un piano di pura ipotesi.
messaggio 36
Innanzi tutto non è esatto affermare che,  in caso di reincarnazione, l'evoluzione spirituale del singolo essere umano ripartirebbe da zero.
Assolutamente no, perchè tutte le esperienze accumulate dallo spirito, anche se gli episodi non vengono ricordati, formano il carattere e le caratteristiche del nuovo individuo, sono le cosidette tendenze innate, capacità innate, genialità, le stesse inibizioni che hai fin dalla nascita e che non sai spiegare. Insomma, le esperienze che sono state fatte proprie non possono assolutamente perdersi e formano la nuova base da cui lo spirito riparte.
Il purgatorio è uno stato nel quale lo spirito, riflesso su se stesso, ricorda nei dettagli ogni sua azione passata e la valuta nella misura consentitagli dalla sua evoluzione.
Dopo aver macerato con sofferenza i suoi errori potrebbero verificarsi due casi: che egli li abbia finalmente compresi, e allora continuerà la sua evoluzione nel piano spirituale, oppure potrebbe non averli ancora completamente compresi ed ecco che la Misericordia Divina gli consente di vivere una nuova esperienza materiale così che, attraverso la sperimentazione diretta, che può anche essere dolorosa, egli possa acquisire una vera consapevolezza.
In questo non c'è crudeltà ma solo amore che decide ciò che è bene per lo spirito.
La possibilità che uno spirito possa regredire al punto di dannarsi è solo teorica, in quanto ciò che ha acquisito fa ormai parte del suo sentire di coscienza, potrà commettere ancora degli errori che possono determinare una battuta d'arresto del suo processo evolutivo, ma mai regredire.
E' chiaro che non sto parlando di spiriti la cui evoluzione si è sviluppata solo nella pratica del male. In questo caso lo spirito rimarrebbe prigioniero di quello stato che egli stesso si è procurato e che è consiste nella totale assenza di luce, che gli impedirebbe di comprendere e quindi anche di reincarnarsi per un tempo indefinito che noi assimiliamo all'eternità (è quello stato che definiamo inferno). Qui solo l'infinita Misericordia di Dio può dare una risposta sul destino finale di queste anime.
Messaggio 37
E' vero, il sacrificio di Cristo è perfetto, ma non dobbiamo confondere la grazia che da esso ci è derivata con altri possibili aiuti permessi da Dio quando questi potrebbero consentire allo spirito di accelerare il suo percorso.
Così,  come gli angeli cercano di indirizzarci con le loro ispirazioni verso la conoscenza di Dio, perchè dobbiamo trovare tanto strano e impossibile che Dio possa loro permettere un'azione più forte come quella che ho descritta quando l'individuo non riesce a capire i loro suggerimenti?
L'errore sta nel considerare che l'angelo si reincarni per scontare una pena altrui, non è questo il vero senso. Il tutto va visto come un grande atto d'amore che l'angelo accetta di compiere assumendo la sofferenza di quella reincarnazione per l'esclusivo bene del suo assistito, per aiutarlo così a comprendere autonomamente., allo stesso modo di come tu stesso ti potresti prodigare e sacrificare nei confronti di un tuo fratello che ne abbia grande bisogno.
Facendo questo mica renderesti imperfetto il sacrificio di Cristo
Quindi, l'azione di questo angelo ha il solo scopo di aiuto e non ha nulla a che vedere con il sacrificio salvifico di Cristo.
Diciamo, per meglio capirci, che senza questo aiuto l'evoluzione di quello spirito sarebbe stata molto, molto più lenta e faticosa.
Come vedi non c'è nessuna negazione dei principi cristiani, ma solo un'apertura di vedute diversa.
Se la teoria della reincarnazione risultasse anche vera, a me personalmente non intaccherebbe minimamente la mia fede cristiana-cattolica, e neppure contrasterebbe con le pagine evangeliche,  ma perchè così possa essere è necessario averla compresa a fondo e questo è abbastanza difficile dato che la nostra cultura l'ha sempre considerata in senso alienante e distorto.
Per concludere, ripeto ciò che già ebbi occasione di dire, e cioè che non ha nessuna importanza che sia o meno una favola, dato che essa insegna pure a vivere con piena consapevolezza ogni momento della nostra esistenza terrena, perchè ogni esperienza diventa bagaglio spirituale quando è vissuta in modo consapevole e questo altro non è che l'insegnamento stesso di Cristo.
(non so se sono riuscito a rispondere con sufficiente chiarezza, data la complessità di certi concetti che ho cercato di ridurre ai minimi termini)
Un fraterno saluto nella pace di Gesù.
con stima
iyvan
  

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Consiglia Elimina    Messaggio 39 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°TeofiloInviato: 13/07/2004 22.57
Se la teoria della reincarnazione risultasse anche vera, a me personalmente non intaccherebbe minimamente la mia fede cristiana-cattolica, e neppure contrasterebbe con le pagine evangeliche,  ma perchè così possa essere è necessario averla compresa a fondo e questo è abbastanza difficile dato che la nostra cultura l'ha sempre considerata in senso alienante e distorto.
Caro lyvan,
considerando che la teoria della reincarnazione urta irrimediabilmente contro la fede nella resurrezione di ogni singolo corpo come avevamo a lungo discusso, che i Padri sin dai primi secoli cristiani lo hanno sempre respinto, che i pronunciamenti conciliari e catechetici sono stati sempre a sfavore, è normale che la nostra cultura sia avulsa da questa ipotesi la quale, come tu stesso hai detto è stata presentata spesso in modi differenti e contrastanti e quindi non poteva non essere alienante e distorta.
Quanto appena detto serve per rimarcare il fatto che la reincarnazione è contraria  a diversi principi cristiani e non solo dogmatici.
Siccome è vero che si tratta di una questione di fede, ricordiamo che la fede si basa su dati rivelati e poi acclarati dal Magistero. Le ipotesi teologiche e le riflessioni sono non solo possibili ma anche utili e raccomandabili fin dove però non si oppongono a verità già definite e nel caso in questione lo abbiamo approfondito abbastanza.
Tanto però per non rimanere in affermazioni di principio, proseguiamo pure il nostro dialogo, sempre piacevole e che ci consente di esplorare sempre meglio la nostra fede, con alcune riflessioni desunte dalla Scrittura e che dovrebbero avere una importanza fondamentale per tutti.

Rom 9,10 E non è tutto; c'è anche Rebecca che ebbe figli da un solo uomo, Isacco nostro padre: 11 quando essi ancora non eran nati e nulla avevano fatto di bene o di male - perché rimanesse fermo il disegno divino fondato sull'elezione non in base alle opere, ma alla volontà di colui che chiama - 12 le fu dichiarato: Il maggiore sarà sottomesso al minore, 13 come sta scritto: Ho amato Giacobbe e ho odiato Esaù. 14 Che diremo dunque? C'è forse ingiustizia da parte di Dio? No certamente! 15 Egli infatti dice a Mosè: Userò misericordia con chi vorrò, e avrò pietà di chi vorrò averla. 16 Quindi non dipende dalla volontà né dagli sforzi dell'uomo, ma da Dio che usa misericordia. 17 Dice infatti la Scrittura al faraone: Ti ho fatto sorgere per manifestare in te la mia potenza e perché il mio nome sia proclamato in tutta la terra. 18 Dio quindi usa misericordia con chi vuole e indurisce chi vuole 19 Mi potrai però dire: "Ma allora perché ancora rimprovera? Chi può infatti resistere al suo volere?". 20 O uomo, tu chi sei per disputare con Dio? Oserà forse dire il vaso plasmato a colui che lo plasmò: "Perché mi hai fatto così?". 21 Forse il vasaio non è padrone dell'argilla, per fare con la medesima pasta un vaso per uso nobile e uno per uso volgare? 22 Se pertanto Dio, volendo manifestare la sua ira e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con grande pazienza vasi di collera, già pronti per la perdizione, 23 e questo per far conoscere la ricchezza della sua gloria verso vasi di misericordia, da lui predisposti alla gloria, 24 cioè verso di noi, che egli ha chiamati non solo tra i Giudei ma anche tra i pagani, che potremmo dire?



Dal brano sopra riportato, Paolo afferma  che Esaù e Giacobbe, non erano ancora nati e non avevano ancora fatto nulla nè di bene nè di male quando Dio li scelse secondo il Suo disegno.

Questo particolare riportato da Paolo è importantissimo perchè se la dottrina della reincarnazione fosse compatibile e nota al cristianesimo, questo era il momento migliore per tirarla in ballo. In tale brano infatti Paolo precisa chiaramente che la condizione di Giacobbe ed Esaù è dovuta alla sola predilezione divina . Se Paolo avesse avuto un solo argomento per giustificare l'agire di Dio riguardo alle differenti condizioni in cui si trovano gli uomini, non l'avrebbe fatto?

Anzi sarebbe stato suo preciso dovere farlo.  Se nella dottrina veterotestamentaria, di cui egli era stato uno zelantissimo rappresentante , oppure nella nuova e definitiva dottrina portata da Cristo, di cui egli era l'illuminato e inarrestabile maestro, vi fosse stata la benchè minima traccia della dottrina della reincarnazione, certamente Paolo lo avrebbe dovuto trasmettere.

Perchè dunque Paolo avrebbe dovuto lasciar piuttosto pensare che Dio possa fare ingiustamente preferenze di persone trattando a "capriccio" i vasi come un vasaio, e non piuttosto che il Suo agire sarebbe consequenziale alle azioni umane?

Invece Paolo non argomenta affatto in senso reincarnazionista e neppure la formula come ipotesi, ma precisa piuttosto che il disegno divino è fondato sulla sua libera elezione e non in base alle opere.

Eppure quelle ipotesi erano conosciute nel mondo circostante. Se egli le avesse ritenute vere o quanto meno attendibili ne avrebbe senza dubbio dovuto fare almeno cenno in questo brano. Invece tutt'altro.

Con ciò viene esclusa da Paolo qualsiasi implicazione di attività umana precedente alla nascita che possa influenzare l'elezione di Dio e questo conferma, sotto un'altra angolazione, il suo insegnamento che l'uomo vive una volta sola dopo di che viene il giudizio.

Con affetto


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Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 14/07/2004 10.38

Caro Teofilo,

le tue osservazioni sono molto pertinenti e seguono una logica fideisticamente ineccepibile.
Quindi ti prego di considerare le mie repliche solo nell'ottica di una visione volutamente esterna e discorsiva che intende prescindere dall'aspetto fideistico. 


E' innegabile che, dagli scritti che abbiamo, Paolo non citi la reincarnazione, teoria che tuttavia era ben conosciuta dal mondo circostante. Verrebbe quindi da chiedersi come mai, allo stesso modo in cui egli si scaglia contro i costumi e le credenze eretiche dei pagani che spesso elenca, quali l'idolatria e altro, non si sia mai scagliato esplicitamente contro questa credenza che coinvolgeva una buona parte della popolazione di allora. Allo stesso modo appare strano che lo stesso Gesù non abbia mai fatto accenno a questo "errore" che era pur sempre presente anche in una parte degli stessi ebrei. La confutazione di questa teoria sembra che sia avvenuta solo in un secondo tempo attraverso il pensiero di alcuni Padri della Chiesa sfociando in una definitiva presa di posizione con il Sinodo di Costantinopoli del sesto secolo d.C.

Voglio dire che il fatto che essa, pur facendo parte di un pensiero abbastanza sentito in quei tempi, non sia stata ma apertamente condannata ai tempi di Gesù e di Paolo, può far sorgere qualche perplessità e lascia aperta la porta anche ad altre ipotetiche spiegazioni:

per esempio, non è illogico pensare che tutta la predicazione di Gesù, e quindi anche di Paolo, intendesse allora accentrare l'attenzione dell'uomo su come doveva essere impostata la propria vita. Non dimentichiamo infatti che la nuova religione era agli inizi e che era indispensabile, per gli uomini di quel tempo, un messaggio chiaro e comprensibile ALLA PORTATA DI TUTTI. Non era quindi opportuno inserire altri concetti, non indispensabili,  dei quali non tutti sarebbero stati comunque in grado di comprenderne a fondo la portata (ammesso anche che questi concetti rispondessero a verità). D'altra parte, agli effetti di ciò che deve essere la nostra impostazione nei confronti della nostra vita e di Dio, il concetto di reincarnazione non è indispensabile.

E' lo stesso S.Girolamo che scrivendo a Demetriade dice: "... la dottrina della trasmigrazione era insegnata segretamente ai pochi fino dai tempi antichi, come una verità tradizionale, CHE NON SI DOVEVA DIVULGARE..."
Perchè non doveva essere divulgata?  .... Forse proprio perchè sarebbe stato abbastanza facile per la cultura di allora, e direi anche per molti oggi, non essere correttamente compresa?

Un fraterno saluto.

iyvan





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Da: Soprannome MSNHanzoHattori1984Inviato: 14/07/2004 16.36
Iyvan tu credi nella reincarnazione?
Io nella reincarnazione dell'unghia
e sapessi quante volte mi si è reincarnita...un macello

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Consiglia Elimina    Messaggio 42 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSN°ClaudioInviato: 14/07/2004 17.55
Caro fratello Yivan la pace del Cristo sia con te e con la tua famiglia.
Tu prima dicevi della reincarnazione di un essere di luce o di un angelo per alleviare le sofferenze di una o più persone.
Parto dal presupposto che in Cielo ci possono essere due tipologie di creature. Gli angeli che sono rimasti fedeli a Dio e le anime dei santi.
Ipotizziamo ora che si incarni un angelo. Allora di per se l'angelo che sta alla presenza di Dio è senza peccato poichè se avesse peccato sarebbe con gli angeli ribelli all'inferno giuto? Quindi noi sappiamo che ogni essere umano è peccatore fin dal gembo materno e sappiamo che l'uomo è composto da corpo, anima e spirito. Questi tre ele3menti formano un essere umano. Quindi l'anima dell'angelo incarnato in un corpo umano avrebbe bisogno di essere salvato poichè sarebbe peccatore a prescinde dall'immacolatezza che aveva prima. Questo perchè tutti gli uomini sono privi della grazia di Dio quiundi anche un angelo incarnato Di conseguenza il Signore non sarebbe morto solo per tutti gli uomini ma anche per gli angeli incarnati. Quindi scarterei questa ipotesi.
Ipotizziamo che si incarni un santo in Paradiso. Ora questo santo già redento dal Sangue di Cristo avrebbe reso inutile lo spargimento del Sangue del Signore perchè rnascerebbe peccatore a prescindere o meno dalle esperienze spirituali che abbia fatto nella ipotetica vita precedente. Quindi scarterei questa ipotesi.
Ipotizziamo che sio incarni un santo in Purgatorio. In questo caso vuol dire che il Sangue di Crito che lo ha salvato sarebbe stato inutile perchè non è riuscito a raggiungere l'obbiettivo prefissato che sarebbe la salvezza dell'uomo. Senza considerare che è la carne dell'uomo che impedisce la visione perfetta ed armonica degli eventi della vita ed è questo che ci salva. Quindi il fatto che non conosciamo eattamente cosa un peccato comporta come effetto domino su noi stessi e sul prossimo nostro. In Purgatorio non è così: il velo della carne è squarciato e noi capiremo cosa ha comportato un nostro peccato come danno a noi stessi e al prossimo nostro.
Senza contare ciò che ha detto san Tommaso d'Acquino in merito alla incarnazione delle anime pre-esistenti. Lui confutafa questa dottrina dicendo che un anima già creata subirebbe una violenza inaudita entrando in un corpo poichè l'anima sarebbe stata creata pura ma la carne la "violenterebbe" a causa del peccato. Quindi l'anima è creata nel momento del concepimento nell'utero materno e non soffre di alcuna violenza. Credo che san Tommaso d'Acquino diceva che tutta la creazione punta alla redenzione e alla perfezione ed è per questo che Cristo è nato. Quindi anche se l'anima è in stato di Purificazione subirebbe una violenza perchè la redenzione operata dal Sangue di Cristo sarebbe azzerata. Quindi  tutto parte da uno stato di caducità di peccato e avanza verso la redenzione, non può tornare indietro.
A mio avviso in relazione all'Incarnazione del Verbo di Dio tende anche ad  escludere questa tua ipotesi poichè ogni altra cosa e superflua e svia dal concetto dellunicità dell'Incarnazione. Cioè a mio avviso l'opera salvifica di Cristo sarebbe, nella tua ottica, la perfetta ma dovrebbe in ogni caso essere accompagnata da altre incarnazioni di angeli o di santi. Quindi il famoso "ricapitolare in Cristo tutta la creazione" sarebbe grandemente adombrata da tanti dubbi sul fatto che Cristo si sarebbe potuto incarnare in più esseri umani mentre è l'unicità di quell'evento che da la credibilità al progetto di Dio. 
Senza contare che Paolo dice che Colui che discese è anche colui che ascese. Questo fa capire a mio aviiso che cosa. Che Cristo è lo stesso che discese e che ascese in cielo. E siccome Gesù ci è venuto ad indicare come dovrebbe comportarsi un uomo ("Ecco l'uomo") allora lo stesso criterio vale per tutti gli uomini dato che Figlio dell'Uomo vuol dir Uomo e cioè il Nuovo Adamo Senza contare che san Paolo dice che dopo la morte verrà il giudizio e naturalmente il giudizio è espresso sia su quello che è creato (corpo, anima e spirito) di ogni essere umano. Tutto ciò tende a mio avviso ad allontanare decisamente la reincarnazione del Cristianesimo.
Ma lascio ad altri il compito
Sempre tuo
Pace e Bene
Claudio

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Consiglia Elimina    Messaggio 43 di 51 nella discussione 
Da: Soprannome MSNIyvan5Inviato: 14/07/2004 22.01
Quindi l'anima dell'angelo incarnato in un corpo umano avrebbe bisogno di essere salvato poichè sarebbe peccatore a prescinde dall'immacolatezza che aveva prima.
Caro Claudio,
non è ciò che entra nel corpo a contaminarlo, quanto ciò che ne esce.
Credo che tu ricordi molto bene queste parole.
Se il corpo non può essere contaminato, neppure lo può essere ciò che entra. L'angelo, o un santo,  rimangono tali ovunque entrino in quanto il sentire di coscienza di uno spirito non può mai regredire.
Tu hai scartato l'ipotesi nel presupposto che essi diventino peccatori nel momento in cui assumono un corpo fisico. Questo presupposto è impossibile, caro Claudio, perchè chi ha raggiunto la perfezione non può che rimanere perfetto, allo stesso modo di come Gesù non perse la Sua perfezione assumendo un corpo fisico.
E quando invece si trattasse di un'anima del purgatorio, non solo non potrebbe regredire, ma il suo grande atto d'amore gli farebbe fare un enorme salto evolutivo verso la perfezione.
Ripeto, tutto questo deve essere visto come aiuto del mondo spirituale per accelerare la nostra crescita e non come azione accompagnatrice e parallela al sacrificio di Cristo, che rimane unico e irripetibile.
Un fraterno saluto
iyvan
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